#criticità trasporti
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Stato della Rete Ferroviaria Italiana: L'intervento dell'On. Enzo Amich alla Commissione Trasporti. Il confronto con l'amministratore delegato di RFI evidenzia criticità infrastrutturali e problematiche legate alla riorganizzazione della rete
Il 16 ottobre 2024, la Commissione Trasporti della Camera dei Deputati ha convocato l'ing. Gianpiero Strisciuglio, amministratore delegato e direttore generale di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) Spa, per un'audizione riguardante lo stato attuale e le crit
Il 16 ottobre 2024, la Commissione Trasporti della Camera dei Deputati ha convocato l’ing. Gianpiero Strisciuglio, amministratore delegato e direttore generale di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) Spa, per un’audizione riguardante lo stato attuale e le criticità della rete ferroviaria nazionale. Durante la seduta, l’On. Enzo Amich, membro della Commissione IX, ha espresso il suo apprezzamento per…
#amministratore delegato RFI.#audizione Commissione Trasporti#audizione RFI#Commissione Trasporti#criticità e riforme#criticità infrastrutturali#criticità trasporti#Enzo Amich#fattori ambientali#gestione ferroviaria#gestione infrastrutturale#Gianpiero Strisciuglio#infrastrutture e trasporti#Infrastrutture Italiane#interventi di manutenzione#IX Commissione#lavoro RFI#manutenzione ferroviaria#manutenzione rete ferroviaria#Mobilità#Palazzo Montecitorio#problematiche RFI#rappresentanze sindacali#rete ferroviaria#Rete Ferroviaria Italiana#RFI#riforma RFI#riorganizzazione RFI#servizio ferroviario#sicurezza ferroviaria
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Ferrovie Appulo Lucane: CAMBIAMO il modo di viaggiare!
Ferrovie Appulo Lucane (FAL) è una società a responsabilità limitata con socio unico al 100% il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, concessionaria di servizi ferroviari ed automobilistici che collegano le regioni Puglia e Basilicata ed operante nelle province di Bari, Matera e Potenza.
Dall’agosto del 2008 fino a settembre 2018 il ruolo di Presidente del CdA è stato ricoperto dal dott. Matteo Colamussi, tutt’ora in carica come Direttore Generale. Da settembre 2018 il Presidente del CdA è l’Avv. Rosario Almiento. Il dott. Colamussi ha esercitato la doppia funzione di Presidente del CdA e Direttore Generale a partire dal 23 Maggio 2012, quando lo stesso Consiglio di Amministrazione di cui era Presidente deliberò la sua nomina a tempo determinato per un periodo di 5 anni, per poi prorogarne i termini di altri 5 anni a partire dal 2017 e sino al 15 giugno 2022.
Il 26 Novembre 2021, la FAL srl ha avviato una selezione per la ricerca di un “nuovo” Direttore Generale che si sarebbe aggiudicato un incarico a tempo indeterminato per un compenso annuo di 140.000 Euro oltre a benefit e retribuzione incentivante rispetto ai 120.000 Euro percepiti nel 2020 dall’attuale DG.
Sin da subito abbiamo avuto forti riserve in merito ai requisiti richiesti nel bando, non solo a partire dal trattamento economico previsto, tra l’altro in contrasto con i principi di razionalizzazione della spesa pubblica, ma soprattutto per alcuni aspetti che ci sembravano troppo “esclusivi”.
Se da un lato non viene richiesta la conoscenza della lingua inglese e delle nozioni base di informatica, requisiti obbligatori per i concorsi pubblici (art. 37, c. 1, D.Lgs 165/2001 come modificato dall’art. 7, D. Lgs. 75/2017), i candidati devono avere un’esperienza pregressa quinquennale alla guida di aziende con almeno 250 dipendenti e concessionarie di trasporto pubblico ferroviario e di infrastruttura ferroviaria, e quindi di realtà molto simili, per non dire uguali, alle FAL. Fa specie, però, che la stessa necessità di ricercare determinate competenze non si presentò anche all’atto di nomina dell’attuale Direttore Generale, già Presidente del CdA, che prima del 2012 vantava tra le proprie esperienze quella di sub-agente assicurativo. Non condividiamo, oltremodo, la scelta di affidare un determinato incarico a tempo indeterminato, “costringendo” in tal modo il Ministero dei Trasporti a legarsi a vita ad una figura di vertice che dovrebbe invece ragionare su obiettivi e sulla mission che il socio unico di volta in volta andrà ad identificare.
Questi sono solo alcuni degli elementi alla base di una nostra formale istanza di annullamento in autotutela ex art. 21 octies, L.241/90, presentata il 07 Dicembre 2021 non solo al Presidente e Consiglieri del CdA, Organismo di Vigilanza ed al Direttore Risorse Dott. Vito Lamaddalena delle FAL, ma anche al Ministro, Viceministri e Sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, al dott. Angelo Mautone quale Responsabile della Direzione Generale per il trasporto pubblico locale e regionale del Ministero, ai Presidenti ed ai rispettivi Assessori ai Trasporti delle Regioni Puglia e Basilicata, alla Corte dei Conti ed alla Procura della Repubblica di Bari.
Ma nonostante tutto, volevamo comunque credere che ci trovassimo di fronte ad un primo passo nella direzione del cambiamento e della discontinuità, in definitiva rottura con le attuali modalità gestionali che hanno guidato le FAL negli ultimi dieci anni.
Ma evidentemente ci sbagliavamo!
Il concorso sta andando avanti e tra i due candidati che hanno presentato domanda di partecipazione, soltanto uno è stato ammesso alla prova orale: il dott. Matteo Colamussi.
Crediamo, pertanto, che sia necessario accendere finalmente i riflettori su una serie di criticità e di disservizi più volte evidenziati a Regioni e Ministero, che da anni ricadono su un’utenza oramai rassegnata e disaffezionata all’utilizzo del trasporto pubblico. Basti pensare, ad esempio, che per percorrere i circa 75 km della linea ferroviaria Bari-Matera ci si impiega circa 2 ore, mentre da Potenza a Bari i tempi di percorrenza sono di circa 4 ore per 150 km tra linee interrotte da più di 8 anni e servizi sostitutivi con autobus; mentre un treno Stadler ST4, uno dei nuovi convogli ferroviari acquistati nell’ambito del PO FESR 2007-2013 Asse V – Regione Puglia, è fermo nell’officina di Bari Scalo dal 2018, cannibalizzato in molte sue parti in quanto oggetto di interventi di asportazione per approvvigionamento di ricambi di ogni genere.
Matthew Lewis
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Ferrovie Appulo Lucane: CAMBIAMO il modo di viaggiare!
Ferrovie Appulo Lucane (FAL) è una società a responsabilità limitata con socio unico al 100% il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, concessionaria di servizi ferroviari ed automobilistici che collegano le regioni Puglia e Basilicata ed operante nelle province di Bari, Matera e Potenza.
Dall’agosto del 2008 fino a settembre 2018 il ruolo di Presidente del CdA è stato ricoperto dal dott. Matteo Colamussi, tutt’ora in carica come Direttore Generale. Da settembre 2018 il Presidente del CdA è l’Avv. Rosario Almiento. Il dott. Colamussi ha esercitato la doppia funzione di Presidente del CdA e Direttore Generale a partire dal 23 Maggio 2012, quando lo stesso Consiglio di Amministrazione di cui era Presidente deliberò la sua nomina a tempo determinato per un periodo di 5 anni, per poi prorogarne i termini di altri 5 anni a partire dal 2017 e sino al 15 giugno 2022.
Il 26 Novembre 2021, la FAL srl ha avviato una selezione per la ricerca di un “nuovo” Direttore Generale che si sarebbe aggiudicato un incarico a tempo indeterminato per un compenso annuo di 140.000 Euro oltre a benefit e retribuzione incentivante rispetto ai 120.000 Euro percepiti nel 2020 dall’attuale DG.
Sin da subito abbiamo avuto forti riserve in merito ai requisiti richiesti nel bando, non solo a partire dal trattamento economico previsto, tra l’altro in contrasto con i principi di razionalizzazione della spesa pubblica, ma soprattutto per alcuni aspetti che ci sembravano troppo “esclusivi”.
Se da un lato non viene richiesta la conoscenza della lingua inglese e delle nozioni base di informatica, requisiti obbligatori per i concorsi pubblici (art. 37, c. 1, D.Lgs 165/2001 come modificato dall’art. 7, D. Lgs. 75/2017), i candidati devono avere un’esperienza pregressa quinquennale alla guida di aziende con almeno 250 dipendenti e concessionarie di trasporto pubblico ferroviario e di infrastruttura ferroviaria, e quindi di realtà molto simili, per non dire uguali, alle FAL. Fa specie, però, che la stessa necessità di ricercare determinate competenze non si presentò anche all’atto di nomina dell’attuale Direttore Generale, già Presidente del CdA, che prima del 2012 vantava tra le proprie esperienze quella di sub-agente assicurativo. Non condividiamo, oltremodo, la scelta di affidare un determinato incarico a tempo indeterminato, “costringendo” in tal modo il Ministero dei Trasporti a legarsi a vita ad una figura di vertice che dovrebbe invece ragionare su obiettivi e sulla mission che il socio unico di volta in volta andrà ad identificare.
Questi sono solo alcuni degli elementi alla base di una nostra formale istanza di annullamento in autotutela ex art. 21 octies, L.241/90, presentata il 07 Dicembre 2021 non solo al Presidente e Consiglieri del CdA, Organismo di Vigilanza ed al Direttore Risorse Dott. Vito Lamaddalena delle FAL, ma anche al Ministro, Viceministri e Sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, al dott. Angelo Mautone quale Responsabile della Direzione Generale per il trasporto pubblico locale e regionale del Ministero, ai Presidenti ed ai rispettivi Assessori ai Trasporti delle Regioni Puglia e Basilicata, alla Corte dei Conti ed alla Procura della Repubblica di Bari.
Ma nonostante tutto, volevamo comunque credere che ci trovassimo di fronte ad un primo passo nella direzione del cambiamento e della discontinuità, in definitiva rottura con le attuali modalità gestionali che hanno guidato le FAL negli ultimi dieci anni.
Ma evidentemente ci sbagliavamo!
Il concorso sta andando avanti e tra i due candidati che hanno presentato domanda di partecipazione, soltanto uno è stato ammesso alla prova orale: il dott. Matteo Colamussi.
Crediamo, pertanto, che sia necessario accendere finalmente i riflettori su una serie di criticità e di disservizi più volte evidenziati a Regioni e Ministero, che da anni ricadono su un’utenza oramai rassegnata e disaffezionata all’utilizzo del trasporto pubblico. Basti pensare, ad esempio, che per percorrere i circa 75 km della linea ferroviaria Bari-Matera ci si impiega circa 2 ore, mentre da Potenza a Bari i tempi di percorrenza sono di circa 4 ore per 150 km tra linee interrotte da più di 8 anni e servizi sostitutivi con autobus; mentre un treno Stadler ST4, uno dei nuovi convogli ferroviari acquistati nell’ambito del PO FESR 2007-2013 Asse V – Regione Puglia, è fermo nell’officina di Bari Scalo dal 2018, cannibalizzato in molte sue parti in quanto oggetto di interventi di asportazione per approvvigionamento di ricambi di ogni genere.
Paul Stinson
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Bolzano: atteggiamenti molesti sugli autobus, 3 cittadini stranieri espulsi
Bolzano: atteggiamenti molesti sugli autobus, 3 cittadini stranieri espulsi Capita spesso che le Pattuglie della Polizia di Stato impiegate presso la Squadra “Volanti”, nel corso delle ordinarie attività di prevenzione generale e di controllo del territorio, vengano richieste di prestare ausilio agli autisti degli Autobus in servizio di linea della S.A.S.A., nel quadro degli accordi di collaborazione definiti tra la Questura di Bolzano e la Società altoatesina che gestisce i trasporti pubblici. Negli ultimi giorni, nello specifico, in due occasioni le Pattuglie della Polizia sono state chiamate ad intervenire in emergenza nel contesto di altrettante situazioni di criticità: nella tarda serata di venerdì gli Agenti della Squadra “Volanti” della Questura, su richiesta formulata nei pressi della pensilina di via Renon al numero di emergenza “112 NUE” da un autista della S.A.S.A., venivano inviati ad assistere il richiedente in quanto un individuo molesto e palesemente ubriaco, a bordo della Linea n. 35, stava creando fastidi e preoccupazione agli altri utenti. La pattuglia, si indicazioni dell’autista, non appena giunta sul posto notava il soggetto segnalato scendere e dirigersi a piedi verso la Stazione Ferroviaria. A quel punto gli Agenti di Polizia gli intimavano di fermarsi, ma costui – in seguito identificato per tale M.C., 25enne cittadino tunisino irregolare sul territorio nazionale e con svariati precedenti penali e/o di Polizia a suo carico, tra cui ubriachezza molesta, furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale – si sdraiava a terra ed iniziava a profferire minacce varie alternate a frasi senza senso. Mentre M. C. si trovava disteso a terra, l’autista del Bus riferiva ai Poliziotti di aver richiesto il loro intervento in quanto, poco prima, il predetto cittadino tunisino, molesto sin dalla sua salita sul mezzo pubblico, ad un certo momento, in preda all’ira, aveva lanciato all’interno del veicolo una bottiglia di vetro verso il separatore della cabina autista, infrangendolo. A quel punto gli Agenti, onde evitare ulteriori problematiche alla linea 35 della S.A.S.A., interrotta da oltre mezz’ora a causa dell’increscioso episodio, decidevano di accompagnare lo straniero presso gli Uffici della Questura, anche perché sprovvisto di documenti di riconoscimento. Qui, al termine degli atti di Polizia Giudiziaria, M. C. veniva denunciato alla Procura della Repubblica in stato di libertà per getto pericoloso di oggetti, danneggiamento ed interruzione di pubblico servizio. Nei suoi confronti il Questore della Provincia di Bolzano Paolo Sartori, in considerazione del pericolo provocato con il suo comportamento violento e dei precedenti a suo carico, ha emesso un Decreto di Espulsione dal Territorio Nazionale; Sempre durante lo scorso fine settimana gli Agenti della Squadra “Volanti”, durante il normale pattugliamento lungo le vie della Città, nel transitare in Corso Libertà notavano l’autista dell’Autobus di Linea n.471 che cercava di attirare la loro attenzione tramite i fari abbaglianti del mezzo pubblico. Preoccupati da tale insolita richiesta d’aiuto, i Poliziotti fermavano la corsa dell’Autobus e vi salivano a bordo, per capire cosa stesse succedendo. Qui l’autista della S.A.S.A. – una donna – riferiva che sul mezzo pubblico erano saliti due soggetti che, con atteggiamenti violenti e provocatori, stavano creando caos e paura tra i passeggeri. Pertanto, gli Agenti facevano scendere dal mezzo i due individui – in seguito identificati per tali A.E.J. di anni 21 e H.M. di 19 anni, entrambi di nazionalità marocchina ed irregolari sul territorio nazionale – per poi trasferirli negli Uffici di Largo Palatucci. Qui, al termine degli atti di Polizia Giudiziaria, i due sono stati denunciati per interruzione di pubblico servizio. Anche nei confronti di costoro il Questore, in considerazione del pericolo provocato con i loro comportamenti molesti e provocatori, ha emesso a loro carico altrettanti Decreti di Espulsione dal Territorio Nazionale. “La collaborazione con S.A.S.A. rappresenta una importante sinergia finalizzata a prevenire e reprimere atti vandalici, comportamenti aggressivi e provocatori nonché forme di illegalità che vengono poste in essere approfittando della distrazione di chi viaggia – ha evidenziato il Questore Paolo Sartori –, nonché sanzionare eventuali comportamenti illeciti e situazioni di irregolarità che generano inquietudine mettendo in pericolo l’incolumità dei viaggiatori e degli autisti”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Proposte concrete per un Quartiere in radicale cambiamento.
TRASPORTI La tranvia: la carta vincente nella partita della qualità della vita Il sistema tranviario ha modificato profondamente in positivo l’assetto urbanistico del quartiere 5, mettendo anche in risalto le criticità e gli effetti collaterali dell’impatto dei cantieri e dei percorsi. Ampie zone del quartiere 5 sono però isolate dal servizio tranviario e scarsamente servite dal trasporto…
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#Comunali Firenze#decoro#Elezioni Firenze#Quartiere 5 Firenze#Sara Funaro Sindaco#Saverio Pepe#Sicurezza
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A5 Torino-Aosta, riaprono ponte Chiusella e interscambio Pavone
Si è riunito oggi in Prefettura a Torino il Comitato Operativo Viabilità per analizzare le criticità sul tratto autostradale Torino-Aosta, congestionato nei weekend a causa dei lavori. Dopo i sopralluoghi effettuati da Ativa e dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, è stato dato il via libera all’apertura, in regime di cantiere, delle due carreggiate del ponte sul Chiusella e di tutte…
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Dal 1° febbraio ritorna al Sassari-Cagliari in autobus
L’assessore dei Trasporti Antonio Moro Sassari. Dal 1° febbraio ritorna il collegamento diretto tra Sassari e Cagliari. È il piano della Regione che garantirà gli autobus tra le città capoluogo dell’Isola. Sabato mattina, negli uffici di via Roma, l’assessore dei Trasporti Antonio Moro ha presentato l’iniziativa alla stampa. «Siamo partiti dalle criticità emerse in questo periodo…
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La produzione di idrogeno verde è tra gli obiettivi dell’Unione Europea
L’idrogeno verde è visto da molti come alternativa ai combustibili fossili. La produzione di idrogeno verde è tra gli obiettivi dell’Unione Europea descritti nel piano REPowerEU: l’orizzonte di produzione previsto è di circa 10 milioni di tonnellate, oltre a ulteriori 10 milioni da importare, entro il 2030. Su carta, i benefici dell’idrogeno verde sono interessantissimi: abbatte le emissioni di CO2 nell’atmosfera, è un sostituto perfetto dell’idrogeno di origine fossile e può essere stoccato con relativa facilità. Ci sono, però, anche delle criticità importanti che riguardano questo combustibile, primo fra tutti i costi di produzione, ma anche la sostenibilità dell’intera filiera produttiva. Green hydrogen: a che punto siamo oggi? L’idrogeno verde si ottiene attraverso il processo di elettrolisi. Per via delle sue caratteristiche e dell’impatto ambientale ridotto rispetto all’idrogeno fossile, il green hydrogen viene definito "carburante rinnovabile di origine non biologica". Attualmente, l'Unione Europea ha adottato un approccio specifico per la produzione e l’utilizzo di idrogeno verde, delineato nel piano REPowerEU e in un pacchetto di linee guida verticali sul tema, la strategia UE per l’idrogeno. Per supportare ulteriormente lo sviluppo dell'idrogeno, l'UE ha introdotto il pacchetto Fit-for-55 e il pacchetto Mercato dell'idrogeno e del gas decarbonizzato, proponendo obiettivi per l'adozione dell'idrogeno rinnovabile nell'industria e nei trasporti entro il 2030. Non solo: nel 2023 la Commissione UE ha proposto l’istituzione di una Banca Europea dell'Idrogeno, nata per creare sicurezza negli investimenti e opportunità commerciali nella produzione di idrogeno rinnovabile, sia a livello europeo che globale. Questa iniziativa mira a sbloccare investimenti privati nelle catene del valore dell'idrogeno, collegando l'offerta di energia rinnovabile alla domanda dell'UE e affrontando le sfide iniziali degli investimenti. Da questo punto di vista, è facile capire quanto l’UE abbia investito (e stia investendo) nell’idrogeno verde come forma di combustibile alternativa a quelli tradizionali come il petrolio. I problemi dell’idrogeno verde L’idrogeno verde, però, presenta tantissime sfide e altrettante domande aperte. Le risposte da parte degli studiosi non sono sempre positive: ad esempio, nel rapporto “L’illusione dell’idrogeno verde” basato su una ricerca elaborata da Leonardo Setti (Università di Bologna) e Sofia Sandri (Centro per le Comunità Solari), vengono illustrate le criticità più importanti sulla produzione dell’idrogeno verde. Uno dei punti dibattuti riguarda il consumo di acqua. Il processo di elettrolisi, infatti, richiede una grande quantità di acqua: circa 9 litri per ogni chilogrammo di idrogeno. Di conseguenza, per produrre 1 tonnellata di idrogeno, serviranno circa 9.000 litri di acqua. La strategia italiana prevede una produzione di 700.000 tonnellate di idrogeno all'anno entro il 2030: ci sarebbe, quindi, un consumo annuo di circa 6,3 milioni di metri cubi d'acqua. Questo consumo potrebbe aumentare fino a 0,6 miliardi di metri cubi entro il 2050, rappresentando lo 0,3% del consumo totale di acqua dolce in Europa. I problemi, però, non sono legati solo alla produzione: anche lo stoccaggio, la compressione e il trasporto dell'idrogeno richiedonograndi quantità di energia, specialmente se l'idrogeno viene trasportato in forma liquida. Altro aspetto importante è il tasso di evaporazione dell’idrogeno verde, che si attesta sullo 0,4% al giorno: ciò vuol dire che, dopo circa quattro mesi, metà del suo contenuto energetico originale sarebbe disperso. E ancora, secondo quanto definito dal report, la potenza necessaria per comprimere l'idrogeno per il trasporto è circa tre volte maggiore rispetto a quella richiesta per i normali gasdotti, con un dispendio di energia importante. Ultimo, ma non per rilevanza, è il problema del consumo del suolo: secondo quanto riportato su ReCommon, che ha pubblicato il rapporto, “per raggiungere l’obiettivo del piano strategico italiano di una potenza di elettrolizzatori pari a 5 GW, bisognerebbe realizzare 50 elettrolizzatori da 100 MW, per cui sarebbe necessaria una superficie complessiva di 550 mila ettari di parco eolico o 43.100 ettari di parco fotovoltaico. 5500 Kmq equivalgono alla superficie delle province di Modena e di Reggio Emilia messe insieme.” I costi di produzione e i rincari fino al 65% Altra nota dolente che riguarda l’idrogeno verde sono i costi di produzione. Secondo uno studio condotto dalla società McKinsey, su richiesta dell’Hydrogen Council, negli ultimi dodici mesi il costo di produzione dell'idrogeno verde ha registrato aumenti fortissimi, tra il 30% e il 65%. Questi rincari sono legati principalmente all'aumento dei costi dell'energia rinnovabile, al prezzo degli elettrolizzatori (i macchinari usati per estrarre l'idrogeno dall'acqua) e all’inflazione. Le prospettive (e le aspettative) per il settore dell'idrogeno verde in Europa sono dunque decisamente peggiorate negli ultimi due anni. Le stime iniziali prevedevano che i costi di produzione scendessero sotto i 3€ al chilogrammo entro la fine del decennio. Se, però, guardiamo alle attuali previsioni, i costi sono compresi tra 5€ e 8€ al chilogrammo, un livello che richiederebbe investimenti governativi molto più elevati di quelli attualmente previsti. Gli aumenti, ovviamente, hanno destabilizzato gli investitori, che stanno perdendo fiducia in questa risorsa. C’è da dire, però, che l’attenzione mondiale verso l’idrogeno verde è altissima e sono sempre di più i progetti che puntano a nuovi modi per produrre questo combustibile in modo più sostenibile. Read the full article
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L’incremento dei flussi turistici su scala mondiale, nazionale e locale ha generato un repentino aumento dell’impatto economico, sociale e ambientale del settore. Infatti, all’interno di territori con un alto numero di arrivi e di presenze, il turismo ha prodotto un impatto sistemico capace di coinvolgere trasversalmente più comparti, ad esempio, ristorazione, trasporti, servizi sanitari.
Le aree maggiormente interessate dal turismo mostrano quanto esso sia una forza trasformativa capace di produrre ricchezza economica, ma anche di condensare aspetti distruttivi cui si associano squilibri e impatti inattesi o indesiderati.
Molte esperienze nazionali e internazionali mostrano come esista un “bad tourism” che, tra gli altri, può impoverire il territorio, compromettere la qualità dell’ambiente, alterare la vita sociale e culturale, generare costi (e deficit) per la realizzazione di strutture e infrastrutture non recuperabili con i ricavi, aumentare a dismisura la richiesta di risorse o la produzione di esternalità negative che penalizzano le stesse comunità locali.
Se da un lato la pressione turistica produce un aumento della ricchezza economica e dell’occupazione in molte località, dall’altra pone con forza alcune precise richieste, in tema di qualità della vita, di servizi e di tutela degli ecosistemi che non si possono lasciare inevase, ma che richiedono uno sforzo per perseguire concreti obiettivi di riequilibrio del rapporto tra turismo, ambiente naturale e popolazione locale.
La consapevolezza delle criticità collegate al turismo, soprattutto quando condizionato da un modello di sviluppo disordinato, puramente quantitativo e meramente consumista, ha sostenuto una riflessione sull’applicazione al settore turistico del paradigma della sostenibilità.
L’introduzione sul piano politico-istituzionale e sul piano scientifico del concetto di “turismo sostenibile” è un approdo immediatamente successivo alla formalizzazione nel noto Rapporto Bruntland (1987) dell’idea di “sviluppo sostenibile”.
A distanza di un anno, nel 1988, l’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT) ha formulato una definizione di turismo sostenibile tesa declinare l’idea di sostenibilità all’interno del settore turistico, evidenziando la necessità di soddisfare al contempo i bisogni dei turisti e delle popolazioni delle località visitate e di generare opportunità per una crescita durevole dei territori.
Ecco allora che secondo l’OMT «lo sviluppo sostenibile del turismo va incontro ai bisogni dei turisti e delle aree ospitanti attuali e allo stesso tempo protegge e migliora le opportunità per il futuro.
Esso deve essere il principio guida per una gestione delle risorse tale che i bisogni economici, sociali ed estetici possano essere soddisfatti e contemporaneamente possano essere preservati l’integrità culturale, gli equilibri fondamentali della natura, la biodiversità e il sostegno al miglioramento della qualità della vita».
Nel Codice Etico Mondiale, la stessa OMT (1999) afferma che il turismo deve essere un’attività benefica per le comunità di destinazione che devono condividerne in modo equo i benefici economici, sociali e culturali.
Alla luce della crescente compromissione dei sistemi ecologici e della più generale sfida del mutamento ambientale globale non è più sufficiente invocare una generica attenzione alla sostenibilità in ambito turistico.
Da più parti emerge la richiesta di una scelta di campo netta a favore di un’idea forte di sostenibilità che produca marcati cambiamenti sul piano dell’offerta e della domanda, ad esempio, rivendendo dalle fondamenta il modello anacronistico di una crescita disordinata, consumistica e senza limiti che purtroppo anche in alcune aree turistiche ha lasciato il segno.
Il turismo sostenibile riconosce ed esalta la centralità della comunità locale ospitante. Chi ospita ha il diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico, e socialmente responsabile del proprio territorio. Questo principio si muove sulla scia delle spiacevoli esperienze riconducibili all’overtourism o sovraffollamento turistico.
Soprattutto nelle metropoli, ma più in generale nelle mete turistiche, si genera infatti una situazione poco gradevole per tutte le parti in causa. Da un lato i turisti si trovano a fronteggiare file interminabili per visitare luoghi iconici, dall’altra i locali convivono con un sovraffollamento concentrato in periodi circoscritti. Il turismo ecologico è una strategia win-win che apporta benefici ad entrambe le parti.
Il turismo sostenibile è quello che si dissocia dall’inquinamento, dall’aumento dei costi della vita e dalla ricerca di lusso e di comfort.
I suoi principi sono la condivisione delle ricchezze del luogo, la custodia e la valorizzazione delle tradizioni, il sostegno alle bellezze naturali e architettoniche. Alla base del turismo sostenibile c’è, quindi, il rispetto del luogo che si visita e di chi lo abita ogni giorno.
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Ora Legale oppure ora Solare, siete pronti al Caos....
I Paesi sono divisi sulla scelta. La Commissione: "Possibili criticità da stop al cambio”.
Portogallo, Cipro e Polonia sono per l'ora legale, quelli di Finlandia e Danimarca, come la Germania, preferiscono l'altra . La Commissaria ai Trasporti presenta la novità annunciata per il prossimo anno ma ammette: "Teoricamente è possibile che Stati membri vicini adottino orari diversi, ma procederemo in modo intelligente". Nella relazione Ue anche le spese per adeguare i sistemi, sanità e trasporti i più sensibili.
Cosa succederebbe se l’Italia adottasse l’ora legale come i paesi del Sud mentre il Nord Europa adottasse l’ora Solare?
RelaxBeach©
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Comunità energetiche: obiettivo 2030
Comunità energetiche: obiettivo 2030
In questi ultimi mesi, si parla moltissimo di risparmio energetico e obiettivi climatici, tra questi la riduzione del 55% delle emissioni di gas ad effetto serra, entro il 2030, con la creazione e la promozione delle comunità energetiche.Noi di Vortici.it ci domandiamo: siamo davvero pronti a questo cambiamento epocale o ci sono criticità? Vogliamo capirne di più, poichè siamo consapevoli come al riguardo, occorra un'informazione adeguata.
Comunità energetiche: obiettivo 2030 - archivio notizie di Vortici Magazine:
Le comunità energetiche: cresce lo scambio tra pari per l’ambiente Il presente approfondimento di Vito Coviello, Socio AIDR e Responsabile Osservatorio Tecnologie Digitali nel settore dei Trasporti e della Logistica, certamente lungo, è meritevole d'attenzione, in quanto ci aiuta a orientarci nella comprensione di un pacchetto normativo europeo che tiene conto di diversi aspetti. Comunità Energetiche, siamo in linea con gli obiettivi climatici 2030? Vito Coviello, Socio AIDR e Responsabile Osservatorio Tecnologie Digitali nel settore dei Trasporti e della LogisticaIl 29 giugno 2022 il consiglio europeo ha adottato il pacchetto “pronti per il 55%” che racchiude l’insieme degli orientamenti generali sulle riduzioni delle emissioni e sul loro impatto sociale. Il pacchetto ha l’obiettivo di revisionare, adeguandola, tutta la normativa UE per allinearla agli obiettivi climatici 2030 di riduzione del 55% delle emissioni di gas ad effetto serra. Il quadro normativo deve necessariamente essere molto equilibrato per garantire non solo la equa transizione dal punto di vista sociale ma, anche, la competitività dell’industria europea e la sua leadership nella lotta globale ai cambiamenti climatici. È iniziato un conto alla rovescia che richiederà un enorme impegno della commissione europea e di tutti gli Stati membri, considerato che mancano solo sette anni alla data obiettivo. Riguardo alle energie rinnovabili, il pacchetto Pronti per il 55% propone di aumentare al 40% la quota parte percentuale di energia rispetto al consumo complessivo. L’aumento dell’uso di energie rinnovabili dovrà essere raggiunto soprattutto in quei settori dove i progressi sono stati più lenti: trasporti, edilizia e industria. L’aumento dei prezzi delle energie non rinnovabili e le difficoltà di approvvigionamento, aggravate dal conflitto in corso in Ucraina, hanno accelerato la consapevolezza dei Paesi membri UE dell’urgente necessità di raggiungere il prima possibile l’autonomia energetica e, soprattutto, di accelerare verso la neutralità energetica. Ma come raggiungere l’indipendenza energetica e, a tendere, entro il 2050 anche quella dall’utilizzo di energie non rinnovabili? Se ne discute molto e tante ipotesi sono allo studio, ma per assicurare un futuro sostenibile al nostro Paese è davvero indispensabile abbandonare i luoghi comuni e uscire dagli schemi precostituiti. Se da un certo punto di vista potrebbe essere utile o, molto probabilmente, anche necessario esplorare nel transitorio la possibilità di implementare l’estrazione e lo sfruttamento di energie non rinnovabili interne per gestire altri futuri eventi geopolitici incontrollabili, non si deve nel contempo perdere ulteriore tempo nella gestione della transizione energetica verso l’utilizzo di energie rinnovabili. L’indipendenza energetica non deve, però, essere considerata come una assenza di legami tout court dal resto delle comunità, ma come una rete di connessioni vantaggiosa per tutti. È questa la ragione per la quale è necessario traguardare una indipendenza energetica interna del nostro Paese da raggiungere però in un contesto allargato all’UE, dove ciascun Paese sia una parte di un sistema di rete di connessioni e abbia la garanzia di non dover subire in futuro impatti negativi sul tema energetico a causa di eventi geopolitici avversi. Riguardo all’indipendenza energetica interna e, soprattutto, per gli obiettivi di indipendenza anche dalle energie non rinnovabili, c’è ancora molto lavoro da fare ed è urgente un rapido cambio di passo nella progettazione, sperimentazione e realizzazione delle soluzioni, passando anche attraverso un migliore utilizzo delle risorse destinate dal PNRR. È indispensabile un vero e proprio cambio di paradigma e, quindi, occorre una nuova modellizzazione del sistema di approvvigionamento energetico a cui affiancare un efficientamento dei consumi, per ridurre al massimo gli sprechi. Le fonti di energia rinnovabili sono disponibili da sempre: energia solare, energia eolica, energia geotermica, energia idroelettrica, energia da biomassa ed energia oceanica: purtroppo mancano ancora o non sono completamente disponibili ed accessibili, gli strumenti con cui produrre l’energia da tutte le fonti rinnovabili. Possiamo installare gli impianti fotovoltaici, le pale eoliche, le turbine ma siamo anche ben consapevoli che: - occorrono incentivi per avviare il processo di produzione su scala di modelli idonei al pieno sfruttamento delle energie non rinnovabili che nel loro ciclo di vita utilizzino attrezzature riutilizzabili e con smaltimento a impatto zero. - Occorre gestire il processo di transizione energetica con investimenti dedicati e tempi di esercizio in linea con gli obiettivi UE. L’Italia produce energia da fonti rinnovabili per circa il 18%: è una percentuale ancora molto bassa rispetto ad alcuni Paesi quali Islanda (86%), Norvegia (71,5%), Spagna (22%) e Germania (19,4%), ma è più alta rispetto alla Francia e al Regno Unito. In sintesi, c’è abbiamo tanto da lavorare e le date obiettivo (UE 2030 e 2050), non sono poi così lontane. A che punto è la normativa UE e nazionale che deve favorire la transizione energetica, anche attraverso lo sviluppo di comunità energetiche? Le direttive UE che riguardano le comunità energetiche sono due. La prima direttiva, RED II, Renewable energy directive 2018/2001, è stata approvata nel dicembre 2018, e chiarisce che la comunità energetica rinnovabile è un “ … nuovo soggetto giuridico basato sulla partecipazione aperta e volontaria di imprese, persone fisiche, enti o amministrazioni comunali..”. La comunità è un soggetto autonomo che deve essere effettivamente controllato azionisti, soci o membri situati nelle vicinanze degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. La mission delle Comunità energetiche rinnovabili (REC, CER) è di fornire “ .. benefici ambientali, economici o sociali ..” al livello delle comunità che le hanno costituite. La seconda direttiva , la IEM ovvero “ ..la Directive on common rules for the internal market for electricity 2019/944 …” , pubblicata a giugno 2019, ha successivamente introdotto la definizione di CEC, la Comunità energetica di cittadini. In Italia i riferimenti normativi sono: - il recepimento normativo avvenuto con decreto milleproroghe 02/2020, - il successivo documento di consultazione 112/20 elaborato dall’Autorità di Regolazione e adottato nell’aprile 2020 - la Delibera ARERA 318/2020 (agosto 2020) - il Decreto attuativo del MISE di settembre 2020 sull’autoconsumo collettivo e sulle comunità energetiche. - Il Decreto Legislativo 199/2021 che recepisce La Direttiva RED II entrato in vigore 15 dicembre 2021; - I Decreti FER 1, e FER 2 (quest’ultimo in bozza e in fase di revisione) che sono finalizzati all’incentivazione delle tecnologie più mature (FER 1) e a disciplinare gli incentivi necessari per realizzare impianti a Biogas, a Biomasse, geotermici ed Eolici Offshore. Tutta la normativa è finalizzata all’accelerazione del percorso di transizione energetica per raggiungere l’obiettivo di una crescita sostenibile con l’impiego di energia da fonti rinnovabili e in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione che, come in parte già anticipato, sono : - -55% di emissioni entro il 2030 rispetto al 1990 - Zero emissioni nel 2050. La normativa Ue RED II (2018/2001 UE) ha disegnato la strada da percorrere e gli obiettivi da raggiungere: incentivi, regole, quadro giuridico e finanziario. Con il decreto 199/2021 si introducono alcune novità importanti quali, ad esempio: - l’aumento del perimetro delle CER che passa dalla cabina secondaria a quella primaria; - L’aumento di potenza massima del singolo impianto che passa da 200 e 1000 kWp; - Gli impianti eleggibili a partire dal 15.12.2021 e quelli esistenti, fino al 30% della potenza complessiva; - L’efficienza energetica, la ricarica dei veicoli elettrici e Building Automation. L’aumento del perimetro e della potenza consente di aumentare le categorie dei soggetti che potranno essere ammessi alla costituzione delle comunità energetiche: - più comuni o comunità montane potranno unirsi in un progetto di costituzione di comunità energetica; - un intero quartiere di una grande città che rientra nell’ambito di una cabina primaria nei limiti di potenza massima stabiliti, può avviare una comunità; - enti religiosi, enti di ricerca, settore terziario, le PMI e, ovviamente anche più famiglie e condomini potranno avviare iniziative in questa direzione. Comunità energetiche: obiettivo 2030 - la costituzione e le regole delle comunità energetiche Le comunità energetiche non possono avere come scopo principale il profitto e riguardo alle formule di costituzione, sono maggiormente indicate l’associazione non riconosciuta o la cooperativa. Gli impianti di produzione devono essere installati in un’area in prossimità dei consumatori, ad esempio il tetto per i condomini. L’energia prodotta deve essere condivisa tra i costituenti la comunità, favorendo in questo modo lo sviluppo di energia a km zero; ma se l’energia è prodotta in eccesso, può essere accumulata tramite sistemi di accumulo, per poi utilizzarla quando le fonti di energie rinnovabili non sono utilizzabili (p.e. la notte). Oltre alla possibilità di accumulo dell’energia prodotta dall’impianto, parte della produzione può essere immessa nella rete, riconoscendo alla comunità il valore economico. L’impianto non deve essere necessariamente di proprietà, ma può anche essere messo a disposizione da uno dei partecipanti o da un terzo; si possono fare convenzioni con i comuni o altri enti pubblici per avere un sostegno alle imprese di investimento per la realizzazione dell’impianto. Ogni socio della comunità dovrà avere un contatore intelligente (smart meter) che sia in grado di rilevare in tempo reale i dati relativi alla produzione, autoconsumo, cessione e prelievo dalla rete dell’energia.Per la messa in esercizio dell’impianto si deve presentare una istanza al Gestore dei Servizi energetici (GSE).L’istanza può essere presentata anche da una azienda esterna, se delegata a tale scopo.Le regole su come ripartire fra i membri i ricavi derivanti dall’energia prodotta sono interne a quelle di funzionamento della comunità energetica: regole che ciascuna comunità stabilisce liberamente attraverso un contratto di diritto privato. Le comunità energetiche possono essere associate anche ad un sistema di efficientamento energetico degli immobili (p.e. cappotto termico, infissi di nuova generazione, ..) che consentono di ridurre gli sprechi nell’utilizzo dell’energia, aumentando così gli impatti positivi sia di natura ambientale, sia in termini economici, perché si abbattono ulteriormente i costi. Il decreto legislativo 199/2021 del 15.12.2021 ha poi introdotto le modifiche che danno maggiore flessibilità alle comunità energetiche, e tra queste si segnala: - La possibilità di incrementare al 60% della copertura da fonti rinnovabili dei consumi energetici di edifici nuovi o soggetti a ristrutturazioni; - La facoltà di aumentare fino a 1 MV la dimensione dei singoli impianti (prima era limitata a 200 kW); - L’eliminazione del limite imposto dalla cabina secondaria, gli impianti di produzione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili ora possono essere connessi alla rete elettrica attraverso la stessa cabina primaria (che corrisponde a circa 4 Comuni di piccole-medie dimensioni o a 2-3 quartieri di una grande città), a condizione che gli iscritti della comunità facciano parte di tale area. La diffusione delle comunità energetiche in Italia e nel Mondo L’Italia è in ritardo nella stesura dell’impianto normativo nazionale per le comunità energetiche rinnovabili che, invece, sono una realtà diffusa in molti Paesi del Nord Europa, in special modo in Germania, Danimarca e Paesi Bassi. Un esempio di comunità energetiche in Europa da assumere come riferimento potrebbe essere il l Bioenergy Village di Jühnde, in Germania. La comunità di questo comune tedesco si è dotata sin dal lontano 2004 di un impianto di cogenerazione a biogas da 700 kW e di una caldaia a legname di scarto da 550 kW con i quali genera il 70% del calore e il doppio dell’energia elettrica necessari a soddisfare il proprio fabbisogno. La guida ENEA riguardo alle comunità energetiche, stima che per il 2050 saranno 264 milioni di cittadini dell’Unione Europea che si uniranno al mercato dell’energia come PROSUMER (produttori e consumatori di energia) con la capacità di generare fino al 45% dell’elettricità rinnovabile complessiva del sistema. Le comunità energetiche saranno quindi in grado di contribuire attivamente al raggiungimento della neutralità climatica. La transizione energetica verso le energie rinnovabili e la costituzione di numeri sempre crescenti di comunità energetiche necessitano di un forte piano di informazione e di formazione. La storia della nascita delle prime comunità energetiche in Italia risale alla fine dell’Ottocento con le prime cooperative sorte in località di montagna per garantirsi l’approvvigionamento energetico tramite la produzione locale. Si potrebbe citare a tal proposito la SEM - Società Elettrica in Morbegno, fondata in Valtellina nel 1897: questa società produce ancora oggi energia elettrica attraverso otto impianti idroelettrici con una potenza complessiva di 11 MW e un bacino di utenti di 13.000 unità. Se la storia delle prime comunità energetiche ci porta al lontano fine ‘800, non abbiamo poi fatto moltissima strada dopo i primi esperimenti; è ora il momento di accelerare fortemente nell’utilizzo di energie rinnovabili e le comunità energetiche possono svolgere un ruolo primario per il raggiungimento di tale obiettivo. Sarebbe auspicabile che le comunità energetiche diventino sempre più numerose, un vero e proprio ecosistema efficiente e sostenibile all’interno di una rete intelligente che garantisca sempre di più la continuità dei fabbisogni. La transizione energetica e il passaggio da CONSUMER a PROSUMER e al PROSUMAGELa normativa europea e il recepimento legislativo in ambito nazionale stanno creando le premesse per le comunità degli utenti per passare dal profilo di consumatore a quello di Consumatore-Produttore e, quest’ultimo, potrà anche accumulare energia fino a cedere la parte di energia che eccede i propri fabbisogni. Fin qui la normativa che ha riconosciuto il valore giuridico delle comunità, mettendo a disposizione i nuovi modelli per l’autoproduzione e l’autoconsumo energetico collettivo. La Crescita delle comunità sarà il volano per l’attivazione in esercizio di un enorme potenziale produzione di energia derivante da fonti rinnovabili e l’abbattimento delle emissioni di CO2 sarà la naturale conseguenza, insieme alla crescente autonomia dalle fonti energetiche non rinnovabili. È abbastanza evidente che sarà necessario avere una rete distribuita intelligente per produrre e consumare energia rinnovabile. La rete sarà molto diversa da quella attuale, pensata a suo tempo solo per la cessione dell’energie. Le smart grid, termine con cui si identificano queste reti intelligenti, dovranno abilitare i Prosumer con nuovi sistemi e soluzioni di Business Analytics che gestiranno la complessità del modello e ne aumenteranno l’efficienza. Il profondo cambiamento nel mercato dell’energia costringerà tutti gli operatori del settore ad accelerare nel processo di digitalizzazione e a ragionare sempre più in termini di data driven management. Anche nel mercato dell’energia condivisa il ruolo delle IT sarà, dunque, fondamentale e strategico: I vantaggi competitivi saranno sempre più legati alla capacità di mettere velocemente in relazione i dati e di analizzare le informazioni provenienti da più fonti per proporre soluzioni riguardo alle analisi predittive e alle indicazioni prescrittive. Ma siamo davvero già pronti? Possiamo davvero dare il via alla fase operativa della transizione energetica verso il nuovo modello che aprirà all’uso di energie rinnovabili e alle comunità energetiche? Sicuramente l’indipendenza energetica è oggi molto sentita perché dobbiamo mettere al riparo le nostre aziende e gli utenti consumatori dagli eventi politici che, come la guerra in Ucraina, sono incontrollabili. Purtroppo, però siamo ancora in una fase embrionale riguardo alle comunità energetiche, a causa dei ritardi sia legislativi sia della normativa tecnica di attuazione. Il Mite in applicazione del D.Lgs. 199/2021 aveva predisposto nel marzo 2022 una bozza di decreto (FER 2) con l’obiettivo di sostenere la produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabili, tramite la definizione di incentivi che siano da stimolo ad aumentare la produttività e la competitività in questo settore e contribuiscano agli obiettivi di decarbonizzazione 2030. Cosa prevedeva la bozza del decreto FER2 ? Il Ministero della Transizione ecologica, con lo schema di Decreto "Fer2", aveva previsto la concessione di agevolazioni finalizzate all'aumento della produzione di energia a ridotto impatto ambientale nonché al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030. Erano stati previsti incentivi per la realizzazione di impianti innovativi e a ridotto impatto ambientale alimentati a: - eolico off-shore. - solare termodinamico con limite di potenza di 5.000 kW; - geotermico-elettrico; - biogas e biomasse, con il limite di potenza di 300 kW; Nella bozza è fatto carico a chi dovrà progettare e realizzare di: - avere un titolo che abiliti alla costruzione e alla messa in esercizio degli impianti - redigere un preventivo di connessione alle reti dell’impianto - rispettare i requisiti minimi ambientali e prestazionali riportati nel decreto. Riguardo all’accesso alle agevolazioni, si prevedeva la partecipazione a procedure pubbliche competitive, bandite dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) nel periodo dal 2022 al 2026. Le Regioni hanno espresso un parere condizionato sul decreto FER 2 nel corso della conferenza unificata del 28 settembre u.s. Read the full article
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Torino, phishing in aumento: la Polizia di Stato in campo con GTT per la prevenzione delle frodi online
Torino, phishing in aumento: la Polizia di Stato in campo con GTT per la prevenzione delle frodi online. A Torino sono in aumento le segnalazioni di phishing in danno di cittadini che ricevono chiamate, mail o sms, che sembrano provenire da istituti bancari o enti pubblici, con richieste di inserimento di credenziali dietro il fantomatico rischio di sospensione o blocco delle proprie utenze o account finanziari. In particolare, le chiamate sembrano talvolta giungere dai numeri normalmente utilizzati dal proprio istituto di riferimento, e finanche dagli Uffici della Polizia Postale, grazie alla tecnica del c.d. “Spoofing”, che consente ai malfattori di effettuare telefonate in modalità “voice over IP” (VOIP), scegliendo un numero fittizio che apparirà sul display della vittima chiamata o fatta destinataria del messaggio. In questo modo anche una comunicazione che non proviene realmente da un determinato ente, viene erroneamente riconosciuta come tale dallo smartphone e si inserisce nella conversazione o nel registro chiamate attivo, così inducendo in errore il destinatario circa la sua apparente genuinità. Per la prevenzione dalla consumazione di tali reati, così come di altre fenomenologie criminali in voga nell’attuale periodo storico, la Polizia Postale è scesa in campo per la diffusione capillare di contenuti multimediali di sensibilizzazione della cittadinanza, grazie al protocollo d’intesa attivo tra la Specialità e GTT, Gruppo Torinese Trasporti S.p.A.. Mediante messaggi chiari e intuitivi, veicolati agli utenti che quotidianamente usufruiscono dei servizi di trasporto locale, i cittadini saranno messi in condizione di difendersi in maniera sempre più efficace dalle incessanti insidie derivanti dall’uso dei servizi informatici. Nel phishing, infatti, è proprio la rapidità di consumazione dell’illecito a renderlo particolarmente efficace in momenti in cui, di fronte alla paventata criticità dell’esistenza di supposti accessi non autorizzati al proprio conto corrente, la vittima è portata a comunicare tutte le password temporanee che riceve sul dispositivo, utili alla monetizzazione finale del profitto monetario ad opera dei criminali. Nell’iniziativa di prevenzione sono trattate anche altre tematiche decisamente attuali, come ad esempio il rischio di incappare in truffe legate al falso trading online, che, dietro la prospettiva di facili guadagni per l’investitore, si traduce in una perdita netta del capitale investito, o ancora il furto di dati personali. La Polizia Postale consiglia sempre di diffidare di chi, spacciandosi per un operatore bancario o delle Forze dell’ordine, richiede di comunicare OTP, password, o di eseguire bonifici verso altri conti. Nessun’azienda o soggetto pubblico richiederà mai tali informazioni all’utente. In caso di dubbi, è opportuno non cliccare sui link eventualmente forniti ma fare accesso al proprio profilo di gestione online attraverso la digitazione autonoma del nome del sito internet e inserimento delle relative credenziali, così da constatare eventualmente la presenza di comunicazioni nella propria area riservata; è consigliato inoltre configurare sul proprio dispositivo sistemi di sicurezza come l’autenticazione a doppio fattore e l’utilizzo di password complesse e differenziate per ogni singolo account; non lasciarsi ingannare da prospettive di guadagni immediati ma inverosimili, diffidando tra l’altro dalle finte sponsorizzazioni ad opera di personaggi famosi, vittima a loro volta di sfruttamento indebito della propria immagine.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Il 2024 in salita per le vertenze dell'Isola ancora aperte
Un 2023 che si chiude con tante vertenze ancora aperte e numerose criticità su diversi fronti: dalla scuola, alla sanità ai trasporti e un 2024 tutto in salita non solo dal punto di vista occupazionale, ma anche sul fronte della competitività economica delle aziende sarde che devono fare i conti con i costi più alti per l’energia e i trasporti. Neppure il principio di insularità, inserito in…
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Milano-Cagliari come Roma-New York
I biglietti aerei ai livelli più cari della storia, ma anche criticità e ritardi nei decolli. Quella del 2023 verrà ricordata come l’estate folle dei voli. Nonostante il calo del costo del carburante, i prezzi sono aumentati in maniera esponenziale, arrivando al 40 per cento e con punte del 50 per cento nei mesi di giugno e luglio. Secondo gli esperti, il fenomeno è dovuto all’inflazione generale, alla domanda ben superiore all’offerta e alla mancanza di aerei e piloti. Volare non è per tutti, le cifre parlano chiaro. Gli studi condotti dalle associazioni di categoria non lasciano spazio a dubbi: le tariffe sono impazzite e spesso conviene viaggiare verso l’estero piuttosto che restare in Italia. L’analisi dei rincari firmata Codacons è significativa: Napoli-Olbia da 429 a 918 euro; Roma-Trapani da 333 a 441 euro; Bologna- Palermo da 342 a 479 euro; Pisa-Palermo da 310 a 487 euro; Bologna-Trapani da 325 a 447 euro; Torino-Olbia da 327 a 411 euro; Pisa-Catania da 395 a 410 euro; Verona- Olbia da 208 a 326 euro; Milano-Alghero fino a 568 euro;un Roma/Milano-Cagliari fino a 569 euro. I biglietti aerei ai livelli più cari della storia, ma anche criticità e ritardi nei decolli. Quella del 2023 verrà ricordata come l’estate folle dei voli. Nonostante il calo del costo del carburante, i prezzi sono aumentati in maniera esponenziale, arrivando al 40 per cento e con punte del 50 per cento nei mesi di giugno e luglio. Secondo gli esperti, il fenomeno è dovuto all’inflazione generale, alla domanda ben superiore all’offerta e alla mancanza di aerei e piloti. Volare non è per tutti, le cifre parlano chiaro. Gli studi condotti dalle associazioni di categoria non lasciano spazio a dubbi: le tariffe sono impazzite e spesso conviene viaggiare verso l’estero piuttosto che restare in Italia. L’analisi dei rincari firmata Codacons è significativa: Napoli-Olbia da 429 a 918 euro; Roma-Trapani da 333 a 441 euro; Bologna- Palermo da 342 a 479 euro; Pisa-Palermo da 310 a 487 euro; Bologna-Trapani da 325 a 447 euro; Torino-Olbia da 327 a 411 euro; Pisa-Catania da 395 a 410 euro; Verona- Olbia da 208 a 326 euro; Milano-Alghero fino a 568 euro;un Roma/Milano-Cagliari fino a 569 euro. Fortunatamente il governo Meloni è pronto a intervenire: in via di definizione un intervento normativo messo a punto con il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. L’obiettivo dell’esecutivo è quello di contrastare le pratiche commerciali scorrette delle compagnie e garantire collegamenti a prezzi accessibili con le isole in regime di continuità territoriale. La conferma è arrivata nella giornata di giovedì dal ministro Urso: “Le tariffe degli aerei aumentano laddove il cittadino non ha altra scelta, come in Sicilia e Sardegna, con picchi inaccettabili, del 70%. Con Matteo Salvini siamo d'accordo che interverremo a breve. È possibile anche con un intervento legislativo, lavoreremo molto sul concetto della continuità territoriale, sia in seda europea sia in sede nazionale". Ma c'è anche un altro dettaglio che non va dimenticato, ovvero, il servizio tutt’altro che irreprensibile. L’estate 2023 è anche quella dei disagi continui, con decine di ritardi nei decolli o negli atterraggi. Solo nel mese di giugno quasi il 50 per cento dei voli in transito in Europa sono decollati o atterrati in ritardo. Scioperi e cancellazioni sempre dietro l’angolo, senza dimenticare la mancanza di personale a terra. Altro che buone vacanze! Read the full article
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COP26, Mazzetti: Mediazione storica e punto di partenza
COP26, la deputata di Forza Italia Erica Mazzetti: "Mediazione storica e punto di partenza. Basi credibili per svolta ecologica" “Gli obiettivi concordati a COP26 possono sembrarci un compromesso a ribasso ma non poteva essere altrimenti vista la complessità degli interessi e degli attori” dichiara Erica Mazzetti, Deputata di Forza Italia, intervenuta al vertice di Glasgow. “Il grado e mezzo e la riduzione progressiva del carbone, anziché la sua eliminazione, non sono il massimo ma sono un punto di partenza aderente ai problemi reali di economie strutturate, che si stanno avviando a una ristrutturazione fino ad oggi fumosa, e sono un frutto di una mediazione che tutti hanno definitivo storica ma su dobbiamo continuare a lavorare. Lo sforzo – aggiunge l’esponente azzurra – è stato complessivo, ha declinato gli obiettivi di riduzione delle emissioni abbracciando una pluralità di ambiti e settori, da quello sanitario a quello particolarmente sensibile dei trasporti, dell’efficientamento energetico degli immobili e la forestazione. Su questi punti si è ribadito che si deve andare verso i veicoli a zero emissioni, edifici più auto-climatizzati, anche attraverso filiere produttive circolari e sostenibili ma ci sono criticità, come l’energia e le materie prime, ancora irrisolte che ho più volte segnalato e su cui mi sono già attivata. La COP26 di Glasgow – rimarca – è stata la cornice, ai governi nazionali spetterà riempirla di contenuti e il governo Draghi, anche per merito del ministro Cingolani, è in prima linea e sta concretizzando una strategia ed anche in questo caso il governo italiano è stato promotore e leader in Europa. Da parte mia la partecipazione a COP26 è uno stimolo a continuare sul percorso intrapreso per una svolta ecologica con basi credibili e pragmatiche, rispettosa delle nostre caratteristiche culturali ed imprenditoriali” conclude. Erica Mazzetti, Deputata Forza Italia e membro della Commissione Ambiente, Territorio, Lavori Pubblici Follow @FI_Toscana
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