#critica dei pregiudizi
Explore tagged Tumblr posts
pier-carlo-universe · 2 months ago
Text
Alla scoperta dell'intramontabile "Orgoglio e Pregiudizio" di Jane Austen. Recensione di Alessandria today
Una recensione del romanzo che ha definito il genere del romanzo d'amore e di costume
Una recensione del romanzo che ha definito il genere del romanzo d’amore e di costume Orgoglio e Pregiudizio è uno dei romanzi più celebri della scrittrice inglese Jane Austen, una delle autrici più influenti della letteratura inglese. Pubblicato per la prima volta nel 1813, questo capolavoro continua a essere apprezzato per la sua vivida esplorazione delle dinamiche sociali, dei pregiudizi di…
0 notes
tazebao · 25 days ago
Text
Tumblr media
ci siamo persi
La condizione attuale della nostra classe politica si presenta come un complesso mosaico di visioni distorte e fratturate.
Viviamo in un'epoca di grande confusione, in cui la nostra classe politica sembra affetta da gravi difetti visivi.
Questa metafora ci aiuta a comprendere meglio la situazione attuale: i nostri governanti appaiono miopi, incapaci di guardare oltre il presente; ipermetropici, non riuscendo a mettere a fuoco le questioni più vicine; e presbiti, perdendo di vista l'importanza della nostra storia recente.
Questa combinazione di difetti ha creato una visione distorta della realtà, dove problemi urgenti si mescolano a crisi temporanee, rendendo difficile affrontare seriamente le sfide che ci attendono. In primo luogo, dobbiamo considerare la miopia della nostra classe dirigente.
La incapacità di proiettarsi nel futuro ha effetti devastanti sulle politiche pubbliche.
I leader politici sembrano spesso più interessati a raccogliere consensi immediati piuttosto che a implementare misure lungimiranti. 
Sempre più è netta la distanza fra chi decide, la classe politica, e i cittadini che subiscono senza poter dire la sua. 
Questo comportamento genera una serie di emergenze che potrebbero essere evitate se solo ci fosse una vera partecipazione democratica e una seria pianificazione strategica.
L'assenza di una visione a lungo termine non solo compromette il benessere attuale, ma mette a rischio anche il futuro delle nuove generazioni. D'altro canto, l'ipermetropia ci impedisce di vedere i problemi più vicini e urgenti.
Spesso, le politiche adottate dalla nostra classe politica sembrano ignorare le reali necessità dei cittadini.
Invece di affrontare questioni fondamentali come la disoccupazione, l'istruzione e la sanità, si dedica troppo tempo a dibattere su temi superficiali e ai propri interessi.
Questa disconnessione tra la classe politica e la società è preoccupante e dimostra una mancanza di ascolto che non possiamo più permetterci. In aggiunta, c'è la questione della presbiopia, che simboleggia il nostro oblio del passato.
La storia dell'umanità, ricca di eventi drammatici e significativi, viene spesso dimenticata o trascurata.
La nostra storia è fatta di fratricidi, migrazioni e immigrazioni, di invasioni, guerre e rivoluzioni, che hanno segnato il nostro percorso e offrono insegnamenti preziosi per il presente.
Tuttavia, sembra che siamo incapaci di riconoscere e apprendere da questi avvenimenti storici.
Questa "memoria corta" non solo ci allontana dalle nostre radici, ma limita anche la nostra capacità di analisi critica. La superficialità con cui osserviamo i fenomeni contemporanei deriva, in parte, dalla mancanza di educazione storica.
Non possiamo pretendere di affrontare le sfide moderne se non comprendiamo appieno le origini delle dinamiche sociali e culturali che ci circondano.
È fondamentale promuovere una cultura del pensiero critico, che incoraggi ogni individuo a interrogarsi, a mettere in discussione le proprie convinzioni e ad approfondire la propria conoscenza.
Solo così potremo prepararci ad affrontare il futuro con maggiore consapevolezza. Per migliorarci, è essenziale facilitare il dialogo tra diverse culture e generazioni.
Attraverso lo scambio di esperienze e prospettive, possiamo costruire un quadro più chiaro e completo della realtà.
Dobbiamo superare barriere, pregiudizi e posizioni rigide, affinché ognuno possa contribuire al dibattito collettivo.
Coltivare la curiosità intellettuale e promuovere l'apertura mentale sono passi necessari per una comprensione più profonda degli eventi e delle loro cause. In conclusione, ci siamo persi lungo la strada sia a livello individuale che collettivo.
La nostra classe politica deve riconoscere i propri limiti e impegnarsi a superare questa miopia, ipermetropia e presbiopia, mentre noi cittadini dobbiamo risvegliare il nostro pensiero critico, la nostra coscienza storica e sociale.
Solo attraverso una maggiore consapevolezza e un atteggiamento critico potremo costruire un futuro migliore per noi e per le generazioni a venire.
0 notes
forzaitaliatoscana · 1 month ago
Text
Bergamini: Forza Italia orgogliosa del ruolo Italiano in UE
Tumblr media
Discorso alla Camera della vicesegretario nazionale e responsabile esteri di Forza Italia Deborah Bergamini: "Forza Italia è molto orgogliosa di poter rivendicare il proprio ruolo per aver raggiunto il traguardo di avere Fitto vicepresidente esecutivo della Commissione Europea"  Nel contesto di un discorso alla Camera dei Deputati, Deborah Bergamini, vice segretario e responsabile esteri di Forza Italia, ha sottolineato l'importanza del ruolo che l'Italia sta assumendo all'interno dell'Unione Europea con il nuovo assetto della Commissione Europea. Bergamini ha espresso un forte orgoglio per il traguardo raggiunto con Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo, rimarcando il dialogo costruttivo all'interno del Partito Popolare Europeo (PPE), dove Forza Italia è riconosciuta come la colonna portante italiana. La politica toscana ha rilevato come il continuo confronto tra il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il presidente del PPE Manfred Weber abbia permesso di creare un argine popolare contro l'offensiva politica di quella sinistra europea che, secondo Bergamini, ha rivolto pregiudizi e contumelie ideologiche contro Fitto e l'Italia. Questo successo è visto come un'ulteriore credenziale italiana nel contesto comunitario, aggiungendosi al lavoro svolto dalla presidente del Consiglio Meloni, dal ministro Tajani e da tutto il governo, che oggi sono considerati fattori stabilizzanti e propositivi all'interno dell'Unione. Bergamini non ha mancato di ironizzare sulla critica delle minoranze parlamentari, definendo le loro dichiarazioni non solo nervose, come ha ricordato Meloni, ma anche "livorose", "rancorose" e prive di rispetto istituzionale. Ha sottolineato come sia paradossale che l'Italia venga criticata sia per la sua presenza che per la sua assenza agli eventi internazionali, con frasi come "se l'Italia non c'è, non va bene perché è marginalizzata, se l'Italia c'è, non è che ci può essere perché invitata, no, è imbucata." Nel discorso, Bergamini ha anche toccato questioni geopolitiche come l'immigrazione illegale, ricordando come l'Italia abbia coniugato legalità e cooperazione, riducendo gli arrivi irregolari del 60%, un risultato riconosciuto anche da Frontex. Sull'Ucraina, ha ribadito il sostegno italiano all'aggredito senza mai esitare, ma con la fermezza di non voler vedere le proprie armi utilizzate sul suolo russo, riprendendo le parole del ministro Tajani. In Medio Oriente, Bergamini ha evidenziato l'impegno italiano per il diritto di Israele a difendersi e per il sostegno umanitario alla popolazione di Gaza, citando l'iniziativa "Food for Gaza" come modello di intervento concreto. Anche in Siria e Libano, l'Italia ha promosso azioni diplomatiche e di pace, come il ritiro delle credenziali all'ambasciatore presso Assad e il supporto alla missione UNIFIL. Bergamini conclude il suo intervento riprendendo la "dottrina Berlusconi", che ha fissato le coordinate della politica estera del centrodestra, basata su libertà, pragmatismo e ricerca della pace, valori che Forza Italia continua a seguire in un contesto geopolitico profondamente cambiato. Concludendo, Bergamini ha espresso la speranza che la presidente Meloni porti un messaggio di europeismo consapevole e laico al Consiglio Europeo, dove l'Italia si presenta con un ruolo di rilievo, consapevole che in un mondo in evoluzione, l'Unione Europea deve governare la globalizzazione, non subirla. Edoardo Fabbri Nitti Forza Italia - Coordinamento Regione Toscana Follow @FI_ToscanaTweet to @FI_Toscana
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Read the full article
0 notes
benzinazero · 2 months ago
Text
'Odi le auto'? È un'accusa *infamante*. 'Odi i ciclisti' e, come un famoso giornalista, ti diverti quando vengono investiti? No problem, tutto ok. Come mai?
Quando si critica l’automobile come veicolo universale, magari semplicemente per il fatto che in città occupa un sacco di posto quando viene parcheggiata, scatta spesso l’accusa di ‘odiare le auto’. Questa viene considerata un’accusa infamante: chi odia le auto non è normale, è pieno di pregiudizi, è ideologico. Quanto invece avviene un incidente in cui muore un ciclista, nei commenti dei social…
0 notes
carmenvicinanza · 4 months ago
Text
L’arte militante di Carla Accardi
Tumblr media
L’arte è sempre stata il reame dell’uomo. Noi, nello stesso momento in cui entriamo in questo campo così maschile della creatività, abbiamo il bisogno di sfatare tutto il prestigio che lo circonda e che lo ha reso inaccessibile.
Carla Accardi, pioniera dell’arte contemporanea, dal dopoguerra, è riuscita a emergere in un contesto fortemente maschile e per prima ha ricevuto importanti riconoscimenti internazionali.
Figura cardine della cultura visiva contemporanea, è stata la prima donna a dedicarsi all’astrattismo, nel 1947, e prima a dare alla sua arte una connotazione politica.
Lavorando su forme indecifrabili in cui protagonista è stato soprattutto il colore, ha abbattuto i pregiudizi che vedevano le opere delle donne intrise di delicatezza e realismo.
La sua pittura costellata di confronti linguistici e sperimentazione, è riuscita a raggiungere vette altissime.
Si è espressa attraverso il segno, reinventandolo o reinterpretandolo per collaudare nuove convivenze e nuovi rapporti con lo spazio e la superficie.
Ha più volte partecipato alla Biennale di Venezia e nel 1997 è entrata a far parte della Commissione.
Ha esposto in personali e collettive in tutto il pianeta.
Le sue opere hanno fatto parte di importanti rassegne internazionali alla Royal Academy di Londra, al Guggenheim Museum di New York, al MOCA di Los Angeles, al Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain di Nizza e fanno parte delle collezioni di istituzioni come la Tate di Londra, il MoMa di New York, il Centro Pompidou di Parigi, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Palazzo Reale di Milano e il Museo Civico di Torino, sono per citarne qualcuna.
Nata a Trapani, il 9 ottobre 1924 aveva studiato Belle Arti a Palermo e Firenze prima di stabilirsi a Roma, subito dopo la guerra.
Nel 1947 è stata l’unica donna del gruppo che ha fondato Forma 1 collettivo artistico di ispirazione formalista e marxista e prima a basare la sua ricerca sull’astrazione mirata a un rinnovamento della cultura visiva italiana.
Del 1950 è la sua prima personale alla libreria L’Age d’Or di Roma, in cui sviluppava il suo originale linguaggio incentrato su segni bianchi e neri.
Successivamente, a Milano, tramite la Libreria Salto, ha iniziato a collaborare con il MAC – Movimento Arte Concreta, gruppo artistico di cui ricordiamo Bruno Munari.
Nel 1955 nella sua personale alla Galleria San Marco di Roma ha presentato una ricerca dedicata alla riduzione cromatica e segnica e partecipato alla collettiva Individualità d’oggi invitata dal critico d’arte francese Michel Tapié che ne ha consolidato la fama di prima pittrice astrattista conosciuta e apprezzata a livello internazionale.
Nei primi anni Sessanta è tornata a utilizzare il colore e a metà del decennio ha sperimentato nuovi supporti e pigmenti, utilizzando vernici colorate e fluorescenti applicate su supporti plastici trasparenti arrotolati o assemblati.
Negli ambienti e le tende – Tenda, 1965-66, Ambiente arancio, 1966-68, Triplice tenda, 1969-71 –, ha dialogato con le esperienze più radicali e innovative del design e dell’architettura italiani, costruendo spazi nomadi e anti-istituzionali, delle «stanze tutte per sé» che riecheggiano la necessità di creare uno spazio separato, precondizione alla pratica femminista dell’autocoscienza. Forme ibride in cui si intrecciano pittura, scultura e architettura, presupponendo la partecipazione attiva di chi guarda.
Nel 1969 è stata l’unica donna protagonista di Autoritratto, libro di conversazioni con artisti dell’allora critica d’arte Carla Lonzi, poi diventata la più importante teorica del femminismo della seconda ondata. I suoi interventi nel volume ruotano spesso attorno ai temi dei rapporti uomo-donna, alla condizione femminile e alle diverse forme di oppressione, con un interesse particolare per le lotte per i diritti civili delle persone afro-americane.
Nel 1970, insieme ad altre donne, Accardi e Lonzi, hanno dato vita a Rivolta femminile, uno dei primi gruppi femministi in Italia, fondato sul separatismo e sulla pratica dell’autocoscienza. Le due sono state legate da uno straordinario sodalizio durato circa un decennio che si è spezzato in seguito a una serie di conflitti e incomprensioni che ruotavano attorno alla difficile convivenza dell’arte con il femminismo.
Carla Lonzi non riusciva a pensare la creatività femminile al di fuori del coinvolgimento con l’ordine patriarcale, mentre Carla Accardi rivendicava un’identificazione come artista all’interno di una pratica femminista.
Fuoriuscita dal collettivo, insieme a Suzanne Santoro e Anna Maria Colucci, ha dato vita alla Cooperativa di via del Beato Angelico, una delle più significative esperienze artistiche femministe in Italia.
Nel maggio del 1976, la mostra Origine, rappresenta una sorta di risposta e di elaborazione dei temi discussi all’interno del gruppo. Ruota attorno ai temi della memoria personale e delle geneaologie femminili. Attraverso l’installazione di una tenda trasparente che serve da supporto a una serie di fotografie, ha costruito una narrazione non-lineare delle relazioni femminili all’interno della sua storia familiare. Ha utilizzato tecniche innovative per dialogare coi temi affrontati negli anni Sessanta, quando era alla ricerca di modalità che le consentissero di pensarsi come artista all’interno di un contesto che la escludeva a priori.
Negli anni Ottanta è ritornata all’uso della tela mentre il suo linguaggio si evolveva ulteriormente verso segni e giustapposizioni cromatiche inediti.
Nominata a far parte dell’Accademia di Brera nel 1996, l’anno dopo è diventata consigliera della Commissione per la Biennale di Venezia.
Si è spenta il 23 febbraio 2014, all’età di novanta anni. I suoi funerali si sono svolti nella sala del Carroccio in Campidoglio.
Per commemorare il centenario dalla nascita, da marzo a giugno 2024, il Palazzo delle Esposizioni di Roma le ha dedicato una ampia retrospettiva.
Carla Accardi è stata la prima artista femminista italiana. Il suo lavoro,  stato determinante per la nascita e lo sviluppo di nuovi modi di intendere l’opera d’arte, ha lasciato un segno indelebile.
Ha vissuto la sua militanza artistica in autonomia, approfondendo i temi dell’identità, della differenza e della creatività femminile.
Attraverso la creazione di un nuovo segno, ha inventato un linguaggio indecifrabile, testimonianza diretta della sua alterità nei confronti di un mondo occidentale di appannaggio maschile.
1 note · View note
mypickleoperapeanut · 10 months ago
Text
Tumblr media
"Oltre i luoghi comuni"
di Riccardo Rescio
Banalità frequenti, luoghi comuni ricorrenti, ovvietà sconcertanti, imboniture disorientanti, condizioni che distorcono il pensiero, che lo deformano, che lo rendono incapace di sviluppare la capacità critica individuale.
Queste tendenze hanno l'effetto di rallentare i processi di comprensione e solidarietà, innescando una reazione a catena in cui le percezioni errate e superficiali dominano il discorso collettivo e ostacolano la formazione di un giudizio indipendente e ben informato.
La semplificazione eccessiva e la categorizzazione di persone o gruppi basata su cliché indeboliscono la costruzione di una comunità coesa e la capacità di apprezzare la complessità e la diversità dell'esperienza umana.
Le stereotipie regionali in Italia, ad esempio, non solo perpetuano una visione superficiale, riduttiva e menzognera delle diverse culture, delle specifiche peculiarità territoriali e delle capacità delle persone nelle varie parti del paese, ma alimentano anche una artificiale divisione.
La convinzione che "a Milano si lavora, a Napoli si traccheggia, a Roma si intrallazza" è una dimostrazione di come i luoghi comuni possano facilmente tradursi in barriere invisibili che dividono invece di unire.
Questo approccio riduttivo non solo svilisce il ricco tessuto sociale e culturale dell’Italia, ma ignora le innumerevoli storie di impegno, creatività e determinazione presenti in ogni angolo del
Paese.
La comunicazione dei media, i discorsi pubblici pieni di retorica, la banalizzazione dei luoghi comuni nei rapporti interpersonali, contribuiscono perpetuare una forma mentis diffusa che non può essere sottovalutata.
L’ampia diffusione di contenuti che si appoggiano su tali stereotipi rafforzano visioni del mondo limitate e polarizzanti.
Questo ciclo perpetuo di reiterate banalità, di scontate ripetizioni piene di retorica, contribuiscono a mantenere lo status quo, distraendo l’individuo dal cercare una comprensione più profonda, mettendo in dubbio le preconcezioni.
Superare queste barriere richiede un impegno consapevole verso l'apprezzamento e l'integrazione delle molteplici identità e tradizioni che arricchiscono il panorama nazionale.
Imparare a valorizzare le differenze come un arricchimento anziché come una minaccia è fondamentale per costruire una comunità più inclusiva e solidale.
Una società che riconosce e celebra la diversità promuove una cultura di dialogo e apertura, componenti essenziali per lo sviluppo di una cittadinanza attiva e di una democrazia vivace.
L'educazione gioca un ruolo chiave in questo processo di trasformazione.
Fornire agli individui gli strumenti per analizzare criticamente i media, per riconoscere e sfidare i luoghi comuni, e per apprezzare la complessità delle questioni sociali, contribuisce alla nascita di una società in cui i cittadini sono in grado di connettersi oltre le superficiali divisioni imposte da stereotipi e pregiudizi.
In definitiva, lavorare per superare i luoghi comuni non solo facilita la solidarietà tra le persone ma arricchisce il tessuto stesso del dialogo sociale, consentendo una comprensione più matrice e profonda della realtà in cui viviamo.
Mercoledì 10 aprile 2024
Credito immagine
https://legacoop.veneto.it
0 notes
m2024a · 11 months ago
Video
Il Codacons si scusa con Fedez Botta e risposta tra Fedez e il Codacons. L'associazione pubblica il testo integrale della lettera inviata ai legali di Fedez dopo la richiesta di rimozione del comunicato dove l'associazione informava dell'esposto alla Guardia di finanza circa gli asset societari del rapper. "Apprendiamo del comunicato diffuso oggi da Fedez dove finalmente il rapper sembra capire che l'esposto alle Fiamme gialle era un atto doveroso per il Codacons - spiega l'associazione - Considerata la sua 'coda di paglia', con la nostra lettera abbiamo anche informato Fedez che noi non siamo soliti offendere nessuno, ma andremo a fondo per accertare che uso fa di tutte quelle società". Questo il testo integrale: "Cari Colleghi, Abbiamo letto con la massima attenzione la Vs. diffida e vogliamo precisare quanto segue. In primo luogo il motivo per il quale l'associazione ha pubblicato il comunicato in questione é legato alle stesse iniziative del Sig. Fedez in cui lui stesso ha parlato delle modalità attraverso le quali gestisce i suoi patrimoni (ricordiamo sul punto, a ogni buon conto, la seguente dichiarazione pubblica: "non ho intestato nulla a nome mio e dunque sono tecnicamente nullatenente perché é tutto intestato alle società della mia famiglia, come avviene per molti imprenditori e imprenditrici di questo paese."). A tal riguardo sicuramente non vi sfuggirà la considerazione secondo la quale il Vs. assistito é un personaggio pubblico con rilevanza pubblica. Lo stesso discorso sarebbe valso se determinate esternazioni fossero state proferite da un Ministro. Il Sig. Fedez ha un seguito che inevitabilmente lo rende influente sul pubblico e, come tale, inevitabilmente, si espone ancor di più a eventuali critiche, riflettori puntati e controlli. Atteso che il Sig. Fedez si rivolge a milioni di persone va da sé che lo stesso, al pari degli altri personaggi di rilevanza pubblica, debba essere cristallino e trasparente perché si rivolge, appunto, a milioni di giovani di cui spesso e volentieri é preso come modello di vita e di crescita. Vogliamo ricordare, sul punto, come fu l'allora Premier Giuseppe Conte a incaricare il Sig. Fedez e sua moglie a sensibilizzare, attraverso le proprie stories, i giovani a indossare la mascherina nel corso dell'emergenza pandemica proprio per il seguito di cui gli stessi possono fregiarsi. Non vi sfuggirà altresi' la funzione del CODACONS che, si rammenta, é associazione di consumatori che ha tra i propri fini statutari il diritto di presentare esposti alle autorità relativamente a fenomeni di rilevanza sociale. Segnatamente lo Statuto del CODACONS, all'art. 3 prevede che "L'Associazione, anche in adempimento dei principi fissati dall'art. 101 del TFUE - persegue il prioritario fine di tutelare i consumatori finali dai pregiudizi derivati da decisioni, accordi o pratiche concordate, ovvero da qualsivoglia tipo di attività illecita posti in essere da soggetti pubblici o privati e volti a falsare la concorrenza in materia di fornitura di beni o servizi nonché turbare aste pubbliche o ostacolare organi pubblici di vigilanza su banche e intermediari finanziari,()" e che "Vigila sulla corretta gestione del mercato mobiliare per contrastarne l'alterazione e la manipolazione da parte di soggetti privilegiati;" Con riferimento in particolare al diritto di critica del CODACONS sempre lo Statuto prevede che l'associazione "Promuove iniziative di informazione per la tutela degli utenti dei servizi finanziari, bancari o assicurativi. "Dunque il diritto di informazione e di critica - si legge sempre nella missiva del Codacons - rientra tra le funzioni specifiche statutarie dell'associazione che persegue la trasparenza assoluta nei comportamenti dei contribuenti. Diritto di critica qualificato del CODACONS che é stato espressamente riconosciuto, fra le tante pronunce, dalla Corte di Cassazione, Sez. V penale: "La Corte d'Appello avrebbe dovuto limitarsi a riscontrare il nucleo di verità incontestato insito nei comunicati Codacons, pertinente alla materialità dell'investimento effettuato presso la società Lehman e alla sussistenza di legami familiari tra la parte lesa e Terenzio Cugia, provvisto di un ruolo gestionale preminente presso la società emittente dei titoli acquistati dalla Siae, concretizzando l'esercizio del diritto di critica la manifestazione di interrogativi in proposito, sia pure in forma ironica e allusiva. Ciò tanto più considerata la funzione del Codacons, ente preposto a tutela delle esigenze dei consumatori. Sulla scorta delle considerazioni fin qui esposte si deve pertanto procedere all'annullamento della sentenza impugnata perché il fatto non costituisce reato". (Cassazione penale sez. V, 25/01/2017, (ud. 25/01/2017, dep. 14/03/2017), n.12265). Dunque il CODACONS ha un diritto di critica più ampio rispetto all'italiano medio. Posto quanto sopra, attesi i suddetti scopi statutari del CODACONS, ci permettiamo di ribadire come sia indubitabile che un fatto del genere, ovvero l'amministrazione di un ingente patrimonio attraverso diverse società che sono state oggetto di diverse operazioni, potrebbe condurre a una, ancorché non voluta, elusione fiscale (non evasione) che potrebbe impedire o rendere arduo alle Autorità l'accertamento dei redditi. Dopo tutto questo vorremmo precisare che non era nostra intenzione assolutamente di accusare il Sig. Fedez né di evasione fiscale né di altre ipotesi che possano sussumersi in fattispecie penalmente rilevanti o fiscalmente rilevanti. Piuttosto era nostra intenzione limitarci a una semplice esposizione dei fatti. Vi sarà senz'altro noto, e non vogliamo di certo insegnarvelo noi, che, ai sensi del combinato disposto degli artt. 684 c.p. e 114 e 329 c.p.p., l'esposto alle Autorità non é un atto coperto dal segreto e di cui sia vietata la pubblicazione a mezzo stampa non essendo un atto formato dal P.m. nel corso delle indagini e sottoposto dunque al segreto ("Ai fini dell'integrazione del reato di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, non rientra nel divieto di pubblicazione di cui all'art. 114 c.p.p. una denuncia presentata al pubblico ministero o alla polizia giudiziaria, in quanto non atto di indagine compiuto da costoro." Cassazione penale , sez. I , 02/02/2017, n. 21290). Posto dunque che da parte nostra, si ribadisce, non vi era alcun intento accusatorio, se il Sig. Lucia ha avuto tale impressione noi ci scusiamo e sicuramente toglieremo questo comunicato dal sito web. Inoltre valuteremo, dopo avere ricevuto il parere che stiamo chiedendo oggi stesso all'Agcom e all'Agenzia delle Entrate, per maggiore trasparenza e chiarezza dei nostri scopi sociali, se pubblicare integralmente l'esposto. Quindi ci scusiamo per l'equivoco e per gli eventuali toni utilizzati. Vi salutiamo con cordialità E vi invitiamo alle prossime iniziative del CODACONS, come doveroso, che avranno a oggetto il Vostro assistito".
1 note · View note
cinquecolonnemagazine · 1 year ago
Text
La satira sociale: un'arma per la critica sociale
La satira è un genere letterario, artistico e comunicativo che si caratterizza per l'attenzione critica ai vari aspetti della società, mostrandone le contraddizioni e promuovendo il cambiamento. La satira sociale, in particolare, si occupa di temi rilevanti, principalmente la politica, la religione, il sesso e la morte, e su questi propone punti di vista alternativi, e attraverso la risata veicola delle piccole verità, semina dubbi, smaschera ipocrisie, attacca i pregiudizi e mette in discussione le convinzioni. La storia della satira sociale La satira sociale ha una lunga storia, che risale all'antica Grecia. Già Omero, nella sua "Odissea", utilizzava la satira per criticare i vizi e le debolezze degli uomini. In epoca romana, la satira divenne uno strumento di critica sociale sempre più diffuso, grazie a autori come Lucilio, Persio e Giovenale. Nel Medioevo, la satira sociale continuò a essere praticata da autori come Dante, Boccaccio e Petrarca. Nel Rinascimento, invece, la satira si sviluppò in una direzione più raffinata e intellettuale, grazie a autori come Ariosto, Machiavelli e Castiglione. Nel XVIII secolo, la satira sociale assunse una funzione sempre più importante nella critica sociale e politica. In questo periodo, infatti, si assistette a un fiorire di opere satiriche che attaccavano l'assolutismo monarchico e la Chiesa. Tra gli autori più importanti di questo periodo si possono ricordare Voltaire, Montesquieu e Rousseau. Nel corso dei secoli Nel XIX secolo, la satira sociale continuò a essere un importante strumento di critica sociale. In questo periodo, infatti, si assistette a un'intensa attività di satira politica, che ebbe un ruolo importante nella lotta per la democrazia e la libertà. Tra gli autori più importanti di questo periodo si possono ricordare Manzoni, Leopardi e Gogol. Nel XX secolo, la satira sociale si è sviluppata in nuove forme, come il fumetto, la televisione e il cinema. In questo periodo, infatti, la satira è diventata un mezzo di comunicazione di massa, che ha raggiunto un pubblico sempre più vasto. Tra gli autori più importanti di questo periodo si possono ricordare Charlie Chaplin, George Orwell e Orson Welles. Nella società contemporanea, la satira sociale continua a essere un importante strumento di critica sociale. La satira, infatti, può essere un modo efficace per sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi sociali, smascherare le ipocrisie e promuovere il cambiamento. Le sue forme La satira sociale può essere esercitata attraverso diverse forme artistiche, come la letteratura, il teatro, il cinema, la televisione, la musica e il fumetto. Ogni forma artistica ha le sue caratteristiche e potenzialità. La letteratura, ad esempio, può essere utilizzata per creare personaggi satirici che incarnano i vizi e le debolezze della società. Il teatro, invece, può essere utilizzato per mettere in scena situazioni satiriche che mettono in luce le contraddizioni della società. Il cinema e la televisione, invece, possono essere utilizzati per raggiungere un pubblico più vasto e diffondere la satira sociale a un pubblico più ampio. Può essere un'arma potente per la critica verso la società attuale. Tuttavia, è importante che la satira sia esercitata con responsabilità e rispetto per gli altri. La satira, infatti, non deve mai sfociare nell'odio o nella violenza. La satira, invece, deve essere un mezzo di dialogo e di riflessione, che possa contribuire a migliorare la società. Foto di Gerd Altmann da Pixabay Read the full article
0 notes
ninocom5786 · 1 year ago
Text
Elodie non mi piace né dal punto di vista musicale né tanto meno dei suoi live. Ciò non significa che deve fare porno, fa la escort, che è un p.... e via dicendo.
Gli insulti sessisti e i pregiudizi non hanno nulla a che fare con la critica musicale quando si tratta di mostrarsi e di esprimersi come lei fa liberamente. Il problema non è lei, ma l'industria musicale che fattura su queste esibizioni, lei lo fa per questa più che per sé stessa.
Non è questione del sesso e del genere. È questione di creatività, gente.
0 notes
Text
Tumblr media
1977...
il 16 Agosto a 42 anni, se ne andava Elvis Presly; debuttavano sulla scena musicale : Depeche Mode, Dire Straits;Peter Gabriel; Police. Al cinema, Saturday Fever con la colonna sonora dei Bee Gees, musica che ha fatto sognare un’intera generazione di giovani e di meno giovani, lancia nel mondo delle discoteche la disco music. È l'anno della Punk Music per antonomasia, un nuovo stile di vita e un nuovo modo di fare musica anticommerciale che porta ad un vero e proprio boom di etichette indipendenti.
Muore a 88 anni l’ultimo re del cinema: Charlot CHARLOT ( CHARLIE CHAPLIN )
I registi PAOLO E VITTORIO TAVIANI colgono il primo successo di pubblico e di critica presentando il film Padre padrone. E' tratto dal romanzo di Gavino Ledda, autobiografico. Un pastorello sardo è strappato dalla scuola dal padre brutale per farne un pastore di pecore. La caparbia volontà del ragazzo nel voler ad ogni costo conoscere lo porterà a sfidare il destino che lo attende, studiando, emancipandosi fino ad arrivare a diventare professore universitario. Se la lotta interiore per arrivare a questo traguardo è complessa, quella di ritornare, una volta adulto, a riappropriarsi della cultura della propria terra è ancora più sofferta. Il messaggio che porta è che l'uomo può attraverso la cultura modificare la realtà che lo circonda e abbattere pregiudizi arcaici.
TV - LA MALFA dopo aver lottato per anni per la non introduzione in Italia della televisione a colori ritenendola un incentivo alle spese voluttuarie degli italiani, é al capolinea. La televisione a colori così, prende l'avvio e, la RAI, inizia le trasmissioni regolari il 24 febbraio di quest'anno.
Insomma un’anno in divenire…(le previsioni del futuro sono le più difficili da fare – prima vengono le piccole bugie, poi quelle grandi infine viene la statistica, così si diceva in facoltà di matematica.)
il 1977 è stato forse il più burrascoso e travagliato del dopoguerra italiano. Nell'arco di pochi mesi, e in particolare tra il marzo e il maggio, decine di migliaia di giovani si sono presi la scena: hanno occupato università , fondato giornali, radio e fanzine, hanno contestato tutto ciò che era "vecchio", compresi i fratelli maggiori del 1968! sono scesi in piazza con la faccia dipinta da indiani metropolitani o con la P38 nel giubbino. Il cosiddetto movimento del '77 non è stata solo la più massiccia ondata di contestazione giovanile: E’ stato al tempo stesso un epilogo, il canto del cigno nella stagione politica inaugurata dell'autunno caldo del '69, e un prologo, la fine delle ideologie e di una vecchia Italia divisa (ancora per poco) tra Dc e Pci, impiegati e operai. Una miscela di violenza, estremismo, nichilismo, di cui faranno bottino i gruppi armati, ma anche di creatività , spontaneità , modernizzazione. Nei giorni turbolenti di quel movimento, aperto di fatto dalla contestazione alla prima della Scala del dicembre '76 e chiuso dalla grande adunata "contro la repressione" di Bologna, sono rimasti sull'asfalto giovani dimostranti e giovani poliziotti, hanno convissuto aspiranti terroristi e pubblicitari in erba, gli ultimi leninisti e i primi buddisti, "streghe" e disincantati dj, che con la creazione di slogan anti-conformisti e nuovi mezzi di comunicazione (le radio libere) hanno chiuso l'era del ciclostile e anticipato quella della tv commerciale e del marketing creativo. In due sole parole : gli anni ’80.
0 notes
ufo-thetimesareripe · 1 year ago
Text
Riformare il Metodo Scientifico: Ripensare i Principi Fondamentali
Tumblr media
Introduzione
Il metodo scientifico è uno dei pilastri fondamentali della ricerca e dell'acquisizione di conoscenza nel campo scientifico. Tuttavia, come ogni processo umano, anche il metodo scientifico non è immune da errori, limitazioni e pregiudizi. Nel corso della storia, sono stati commessi numerosi errori in nome della scienza, alcuni dei quali hanno avuto conseguenze negative sulla salute delle persone o addirittura hanno causato la morte. È quindi legittimo interrogarsi sulla validità e l'obiettività del metodo scientifico e discutere la necessità di una sua riforma.
Limitazioni e errori del metodo scientifico
Limitazioni delle osservazioni umane
Una delle principali limitazioni del metodo scientifico risiede nelle osservazioni umane. Come esseri umani, siamo dotati di sensi limitati e imperfetti che possono influenzare la nostra percezione dei fenomeni. Questo può portare a errori di interpretazione e a una mancanza di oggettività nelle osservazioni. Ad esempio, nel caso dei meteoriti, la teoria che sosteneva che fossero semplici sassi caduti dal cielo è stata inizialmente respinta come eretica. Ciò dimostra che le teorie scientifiche possono essere influenzate da pregiudizi e ottusità.
Replicabilità degli esperimenti
Un altro aspetto critico del metodo scientifico è la replicabilità degli esperimenti. Sebbene la replicabilità sia uno dei pilastri del metodo scientifico, vi sono situazioni in cui gli esperimenti non possono essere replicati con facilità o addirittura falliscono nella loro replicazione. Galileo Galilei stesso, considerato il fondatore del metodo scientifico sperimentale, ha incontrato difficoltà nel replicare i suoi esperimenti. Questo solleva dubbi sulla validità e l'oggettività delle scoperte scientifiche basate su esperimenti non replicabili.
Evoluzione delle conoscenze scientifiche
Le conoscenze scientifiche sono in costante evoluzione e ciò significa che le leggi scientifiche enunciate in un determinato momento possono essere successivamente rifiutate o superate da nuove scoperte. Questa dinamica di progresso scientifico mette in discussione la solidità e la veridicità delle leggi scientifiche, poiché una nuova scoperta può invalidare una legge precedentemente considerata valida. Pertanto, è necessario considerare le leggi scientifiche come ipotesi al momento più accreditate piuttosto che come verità assolute.
La necessità di una riforma del metodo scientifico
Dati i limiti e gli errori del metodo scientifico, è legittimo porre la questione di una sua riforma. Tuttavia, è importante sottolineare che il metodo scientifico è ancora uno strumento fondamentale per acquisire conoscenze e guidare la ricerca. Piuttosto che abbandonarlo, dovremmo considerare alcune possibili riforme che potrebbero migliorare la sua validità e oggettività.
Maggiore consapevolezza delle limitazioni umane
I ricercatori e gli scienziati dovrebbero essere consapevoli delle limitazioni umane e dei possibili pregiudizi che possono influenzare le loro osservazioni e le loro conclusioni scientifiche. È importante adottare un approccio critico e aperto alle nuove scoperte e alle teorie alternative, evitando di cadere nella rigidità delle convinzioni preesistenti.
Maggior trasparenza e riproducibilità degli esperimenti
Per garantire una maggiore validità e oggettività, gli scienziati dovrebbero essere incoraggiati a condividere i loro dati e le loro metodologie in modo trasparente e accessibile. Questo permetterebbe una maggiore riproducibilità degli esperimenti e una verifica indipendente dei risultati ottenuti.
Valutazione critica e revisione continua
La comunità scientifica dovrebbe adottare una cultura di valutazione critica e revisione continua delle scoperte scientifiche. Questo implica una continua sfida delle teorie esistenti e una volontà di rivedere e correggere le conclusioni scientifiche alla luce delle nuove evidenze.
Promozione della diversità e dell'inclusione nella ricerca scientifica
Un'altra possibile riforma del metodo scientifico è quella di promuovere la diversità e l'inclusione nella ricerca scientifica. La diversità di esperienze, prospettive e background culturali può arricchire la ricerca scientifica e portare a una migliore comprensione dei fenomeni studiati. Inoltre, l'inclusione di gruppi sottorappresentati nella ricerca scientifica può contribuire a ridurre gli errori e i pregiudizi derivanti da una prospettiva limitata.
Conclusioni
Il metodo scientifico è uno strumento fondamentale per acquisire conoscenze e guidare la ricerca scientifica. Tuttavia, è importante riconoscere i limiti e gli errori di questo metodo e discutere la possibilità di una sua riforma. Una maggiore consapevolezza delle limitazioni umane, una maggiore trasparenza e riproducibilità degli esperimenti, una valutazione critica continua e la promozione della diversità e dell'inclusione nella ricerca scientifica possono contribuire a migliorare la validità e l'oggettività del metodo scientifico.
Oliviero Mannucci
0 notes
personal-reporter · 2 years ago
Text
Virginia Woolf: raccontare la vita
La donna che cambiò l’arte dello scrivere del Novecento inglese… Adeline Virginia Stephen nacque a Londra il 25 gennaio 1882, da Sir Leslie Stephen, critico, e  Julia Prinsep-Stephen, una modella. Virginia e la sorella Vanessa furono istruite in casa, mentre i fratelli studiarono a scuola e presso l'università di Cambridge. La giovane  a vent’anni divenne una scrittrice molto stimata, che collaborava con il Times Litterary Supplement e insegnava storia nel Collegio di Morley. Nel 1904, dopo la morte del padre, la scrittrice, insieme al fratello Thoby e alla sorella Vanessa,  lasciò la casa natale per trasferirsi nel quartiere di Bloomsbury. In quell'anno Virginia prese parte alla fondazione del Bloomsbury set, un gruppo di intellettuali che dominarono la vita culturale inglese per circa un trentennio. Gli incontri tra gli intellettuali inglesi si tenevano ogni giovedì sera per discutere di politica, arte e storia. Nel 1912 Virginia sposò Leonard Woolf, teorico politico ma, nonostante la sua grandezza letteraria e la stesura del suo primo romanzo, The Voyage Out, fu colpita da una grande depressione da cui faticò a riprendersi. La scrittrice nel 1917 fondò la casa editrice Hogarth Press con cui pubblicò le opere di nuovi talenti letterari come Katherine Mansfield e T. S. Eliot. Due anni dopo Virginia pubblicò Notte e giorno, accolto con grande entusiasmo dalla critica letteraria londinese. Nel 1925 scrisse uno dei suoi principali capolavori  La signora Dalloway, sulla figura di Clarissa Dalloway, che cerca di realizzare una festa, in parallelo alla vicenda di Septimus Warren Smith, un reduce della prima guerra mondiale, provato psicologicamente. La Woolf nel 1927 pubblicò Gita al faro, considerato dalla critica come uno dei suoi  romanzi più belli, dove i sette protagonisti del libro sembrano rappresentare Virginia e i suoi fratelli alle prese con le vicende quotidiane. Un anno dopo scrisse "Orlando, dedicata all’amica Victoria Sackville-West e nel 1929 pubblicò  Una stanza tutta per sé, sulla discriminazione femminile attraverso donne come Jane Austen, le sorelle Brontë, Aphra Ben e George Eliot, che sono riuscite a emanciparsi dai pregiudizi sociali dell'epoca. L'attività letteraria di Virginia proseguì tra il 1931 e il 1938, con la stesura dell'opera The Waves, seguita da The Years e Le tre ghinee, con una struttura epistolare in cui la Woolf dava risposte in merito ad argomenti politici, etici e culturali. L'ultima opera realizzata e pubblicata da Virginia, scritta durante il secondo conflitto mondiale, fu Tra un atto e l'altro. Colpita ancora una volta dalle sue crisi depressive, che erano via via più acute, a 59 anni, il 28 marzo 1941 la Woolf pose fine alla sua esistenza, suicidandosi nel fiume Ouse, non lontano dalla sua abitazione. Read the full article
0 notes
turuin · 2 years ago
Text
grazie a @diceriadelluntore per l'ulteriore spunto di riflessione: mi hai fatto tornare in mente Ricky Gervais che sosteneva fosse necessario togliere, per un paio d'anni, la scritta "Do Not Drink" dalla candeggina prima di votare per la Brexit, in modo da essere certi che fossero solo i superstiti a partecipare al referendum (su Gervais, poi, ci sarebbero da aprire interi capitoli del discorso...). Insomma, in definitiva il disclaimer è un "leggere attentamente le avvertenze" che, non lo nego, nella mia testa fa a pugni ferocissimi con l'idea che un lettore debba avere una certa capacità di analisi critica. E qui mi fa gioco la chiusura perfetta dell'ultimo intervento di @lady--vixen: "Nessuno dovrebbe frapporsi tra l'opera e la mia capacità critica". Perché, amici miei, se ci pensate, viviamo in un'epoca in cui TUTTI cercano di frapporsi fra qualsiasi contenuto e la capacità critica del fruitore. Viviamo in un'epoca fatta di schieramenti: tu leggi quello e quindi tu concordi/sei affine/sotto sotto anche tu... e la stessa cosa vale per ascolti, vedi, giochi, frequenti ... si va all'infinito. E però così facendo si nega la possibilità che una persona possa in maniera del tutto sana, e quindi con capacità critica, fruire di un contenuto controverso dandogli il giusto peso.
Principalmente, il motore di queste azioni è tutt'altro che sociale o interessato alla sensibilità dei lettori, quanto invece, come diceva giustamente @diceriadelluntore, all'evitare grane legali. Hai visto mai che una qualche categoria faccia partire un boicottaggio en masse dei libri di Dahl, si saranno detti, il che potrebbe significare flessioni nei margini di profitto... e quindi via alla corsa alla modifica del testo originale.
A questo punto, però, il problema è diverso: come fare a spiegare alla gente che a qualsiasi genere di contenuto è necessario avvicinarsi mantenendo una solida capacità di analisi critica senza rigettare il contenuto tout court (quantomeno, non prima di averne fruito) proprio per salvaguardare la necessità di poter dire: questo pregiudizio, di cui lo scrittore è vittima, è stato superato e ora lo possiamo riconoscere come tale? Lancio un'altra pietra: se cancelliamo tutte le tracce di questi pregiudizi, figli del loro tempo, dalle opere originali, non corriamo il rischio che le generazioni (molto) future abbiano l'impressione che questi pregiudizi non siano mai esistiti? (brrr.)
A voi.
ho scovato questa notizia grazie a un post di @lady--vixen e ... non so bene cosa pensare. Nulla togliendo all'operazione che ha i suoi meriti, e senza volersi troppo addentrare nel ginepraio del inclusive o politically correct o qualsivoglia (è vero che certe espressioni sono fastidiosamente datate e che molti concetti possono/potrebbero/dovrebbero essere superati e riadattati allo spirito dei tempi) mi viene in mente però il paradosso della nave di Teseo, che sicuramente conoscerete ma che vale la pena di ripetere: (da Wikipedia, che non ho voglia di riscriverlo io) Si narra che la nave in legno sulla quale viaggiò il mitico eroe greco Teseo fosse conservata intatta nel corso degli anni, sostituendone le parti che via via si deterioravano. Giunse quindi un momento in cui tutte le parti usate in origine per costruirla erano state sostituite, benché la nave stessa conservasse esattamente la sua forma originaria. Ragionando su tale situazione (la nave è stata completamente sostituita, ma allo stesso tempo la nave è rimasta la nave di Teseo), la questione che ci si può porre è: la nave di Teseo si è conservata oppure no? Ovvero: l'entità (la nave), modificata nella sostanza ma senza variazioni nella forma, è ancora proprio la stessa entità? O le somiglia soltanto?
Qui la situazione è opposta: si modifica la forma, nella speranza di preservare la sostanza.
Ma, allora, la questione che mi pongo io è la seguente: si può modificare la forma di un'opera letteraria (vale a dire il linguaggio usato, figlio del tempo in cui è stato scritto e delle caratteristiche positive e negative e, in ultima analisi, culturali) pur preservando se fosse possibile il suo senso letterario e poi dichiarare che quell'opera è la stessa?
Lancio una provocazione: perché non permettere la pubblicazione di entrambe le opere? Una riadattata e una scrupolosamente identica all'originale con, magari, un disclaimer che spieghi che Dahl tutto sommato era figlio del suo tempo e pieno di pregiudizi anche molto gravi? S'apra la discussione civile, reblog benvenuti e contenuti costruttivi (che non siano il solito "cancel cultureeeeee" che ha rotto i coglioni ancora prima di nascere).
109 notes · View notes
isabeil · 2 years ago
Text
L'identità di genere esiste a prescindere che si faccia o meno educazione sessuale: non è una realtà 'costruita a tavolino', ma una propensione dell'individuo. Non eterosessuali si nasce: non lo si diventa per un condizionamento sociale.
Sono i conservatori, i tradizionalisti, a dividere le persone in modo binario (solo maschi e femmine eterosessuali), per convinzioni religiose (superstizione, cialtroneria).
L'omofobia è odio irrazionale, cioè non supportato da alcuna logica: è la prova inconfutabile di essere cresciuti in un ambiente familiare disfunzionale. Tale odio irrazionale può essere superato soltanto tramite corretto trattamento sanitario, rivolgendosi ad uno psicologo.
Omofobia, misoginia, maschilismo, xenofobia, razzismo, schiavismo - che sarebbero i 'valori' di destra (dei conservatori), i 'valori' cattolici - non sono annoverati come Cultura, ma Inciviltà, Ignoranza.
L'omosessualità è solo una delle molte forme di diversità sessuale e di genere che esistono nella società. Tutti meritano rispetto e accettazione, indipendentemente dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere.
È un diritto non essere perseguitati poiché non eterosessuali. È necessaria una norma che vieti, quanto prima, a istituzioni religiose, come la chiesa cattolica, di fare apologia contro chi non è eterosessuale, poiché è la causa educativa principale di tanta, diffusa, omofobia.
Ogni persona ha diritto di fare ciò che desidera col proprio corpo e i terzi (nati), se non lesi da un comportamento, non devono intromettersi nella vita privata altrui; ogni atteggiamento, critica, liberticidi si qualificano come molestia.
È atteggiamento molesto, da psicopatici, imporre un unico modello di vita, di famiglia, ignorando volutamente scienza, realtà, antropologia, i danni sociali provocati della moralità religiosa, non riconoscendo che quando è Consensuale, l'amore va rispettato e foraggiato.
Le 'famiglie vere' sono dove c'è Amore, Cultura, Rispetto per ogni tipo di altrui famiglia. Chi vive realmente un'esperienza di famiglia felice, non ha dubbi sul fatto che non conti il sesso dei tutori, il sesso della coppia, ma i rapporti sani che si costruiscono fra Persone.
Nessuno nega la realtà che per mettere al mondo un figlio servano sperma e ovuli; sono i 'tradizionalisti' a voler negare la realtà che ad essi non interessi affatto il benessere dei bambini altrui, ma di preservare i propri pregiudizi patriarcali sui ruoli in famiglia.
Gli uomini non possono avere una gravidanza (qualunque uomo, al momento, anche in una coppia eterosessuale); eppure, qualora venga a mancare o meno una madre, possono essere ottimi tutori di un bimbo, da single. Lo possono essere se padri, ma pure anche se nonni o adottivi.
5 notes · View notes
carmenvicinanza · 10 months ago
Text
Glenn Close, la cattiva del cinema
Tumblr media
Glenn Close è una delle attrici più celebri di Hollywood.
Magnetica ed eclettica, non si è mai aggiudicata un Oscar, nonostante le 8 nomination ricevute nel corso della sua carriera di superba attrice. In compenso ha raccolto numerosi premi internazionali tra cui tre Golden Globe, tre Emmy, due Screen Actors Guild Award, un Critics Choice Award, tre Tony Awards e molti altri ancora. Nel 2009 le è stata dedicata una stella sulla Hollywood Walk of Fame per il suo contributo all’industria cinematografica statunitense.
Ha interpretato una vasto numero di personaggi molto diversi tra loro, è stata la cattiva per antonomasia dopo la celeberrima Bette Davis, di cui alcuna critica sostiene sia la degna erede.
Versatile e talentuosa, capace di dare sfumature sempre diverse a ogni donna che ha interpretato, tra i suoi ruoli passati alla storia del cinema di tutti i tempi ci sono sicuramente quello della stalker psicopatica Alex Forrest in Attrazione fatale, è stata un’algida e perfida Marchesa de Merteuil in Le relazioni pericolose, una terrificante Crudelia De Mon in La carica dei 101, irriconoscibile in Albert Nobbs in cui interpreta una donna che si traveste da maggiordomo per poter lavorare e, infine, una straordinaria Mamaw Vance in Elegia americana.
Glenn Close è nata il 19 marzo 1947 a Greenwich, nel Connecticut, una cittadina fondata dai suoi antenati, tra le prime famiglie che vi si erano stabilite nel XVII secolo.
Da ragazzina, ha vissuto per un periodo nel Congo belga, dove suo padre, chirurgo, era il medico personale del presidente Mobutu Sese Seko.
Ha studiato recitazione presso la Royal Academy of Dramatic Art di Londra.
Il debutto come attrice è avvenuto a Broadway nel 1974. L’esordio cinematografico risale al 1982, nel film Il mondo secondo Garp, con Robin Williams, che le ha portato subito una candidatura agli Oscar. Hanno fatto seguito altre due interpretazioni che l’hanno candidata alla celebre statuina, nei film Il grande freddo e Il migliore.
La consacrazione definitiva all’Olimpo delle grandi star è avvenuta nel 1987  con Attrazione fatale con Michael Douglas. La sua Alex Forrest è stata inserita al settimo posto nella lista dei personaggi più cattivi della storia del cinema. Da quel momento è stato un susseguirsi di personaggi che le hanno portato successo e gratificazioni. Nonostante i tanti impegni cinematografici, non ha mai abbandonato la televisione e il teatro.
Attiva in vari ambiti, ha prestato la sua popolarità in favore dei diritti delle persone Lgbtq+, ha fondato l’associazione BringChange2Mind, per aiutare e supportare le persone afflitte da disturbi mentali e combatterne pregiudizi e  discriminazioni. Nel 2021, ha anche preso parte a The Me You Can’t See, un documentario sul tema, prodotto dal Principe Harry Windsor e Oprah Winfrey.
Ha partecipato a campagne pubbliche in favore degli animali, si è molto impegnata nella lotta contro l’AIDS e contro le leggi che vietano l’aborto in alcuni stati.
Contro l’ageismo, non ha timore a mostrarsi con i capelli bianchi e con i segni del tempo che passa.
Talento artistico e impegno sociale fanno di Glenn Close una delle figure più importanti e influenti dell’industria cinematografica.
Con la sua voce potente e autentica, continua a ispirare e a sensibilizzare il grande pubblico su temi importanti, dimostrando che l’arte può essere un potente strumento di cambiamento e di trasformazione sociale.
1 note · View note
kon-igi · 3 years ago
Text
VOLETE UN ESEMPIO DI METACOGNIZIONE?
La metacognizione è ben differente dall’autocritica.
L’autocritica è la critica di se stessi e del proprio modo di agire ma usando i nostri stessi schemi mentali di giudizio (e quindi di pregiudizio) mentre la metacognizione è il DISTANZIAMENTO COGNITIVO da sé e la successiva analisi dei propri modelli comportamentali, il più possibile scevra dai pregiudizi ancorati al nostro Io.
Autocritica: sono una persona con problemi di autocontrollo ma fondamentalmente buona.
Metacognizione: sono un soggetto che quando viene messo sotto stress sviluppa una risposta tend-and-befriend cioè il mio atteggiamento istintivo è quella di cercare un equilibrio nella situazione critica, prediligendo la flessibilità all’aggressività. I problemi di autocontrollo subentrano quando non riesco a filtrare e a elaborare i troppi stressori ambientali e di conseguenza a gestire gli input negativi che si stratificano fino al punto di rottura. In breve, sono più vigliacco che buono e la ricerca del quieto vivere mi fa vivere peggio che non con un atteggiamento moderatamente aggressivo al momento giusto.
Con la metacognizione risolvo i miei problemi?
Al momento no... ma almeno, a differenza di molte persone, so quali sono.
P.S. 
Sarei curioso di tentare un esperimento: chi mi conosce mi dica se la mia è un’analisi corretta (abiliterò gli anon per un po’) e poi faccia la stessa cosa su di sé descrivendosi in modo il più possibile ‘metacognitivo’.
Grazie dell’eventuale partecipazione.
50 notes · View notes