#crepuscolari
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Una striscia di luce nel buio, questo tu ora sei in tutti i sogni miei...
@clacclo
#bagatelle#sognanti#crepuscolari#romantiche#banalotte#tramonto#nuvole#cielo#the rear window#sogni#sognare
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“[…] Non c’è né duolo, né gioia, non c’è né odio, né amore; nulla! Non c’è che un colore: il grigio; e un tarlo: la noia. […]”
Il poeta che per sua natura fugge la noia, l'unico tarlo della vita, è alla continua ricerca di un'isola mentale nella quale approdare con le parole così da poter dimenticare la realtà della condizione di mortale.
Leggi la poesia “Che vale?” di Marino Moretti cliccando qui:
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con la poesia di Giovanni Pascoli
E s’aprono i fiori notturni, nell’ora che penso ai miei cari. Sono apparse in mezzo ai viburni le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi là sola una casa bisbiglia. Sotto l’ali dormono i nidi, come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala l’odore di fragole rosse.
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Per lei voglio rime chiare,
usuali: in -are.
Rime magari vietate,
ma aperte: ventilate.
Rime coi suoni fini
(di mare) dei suoi orecchini.
O che abbiano, coralline,
le tinte delle sue collanine.
Rime che a distanza
(Annina era cosí schietta)
conservino l'eleganza
povera, ma altrettanto netta.
Rime che non siano labili,
anche se orecchiabili.
Rime non crepuscolari,
ma verdi, elementari.
Giorgio Caproni
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“I fiori sono venuti e sono adorabili, crepuscolari, torturati e appassionati come te”
- Virginia Woolf
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CARON PARIS - OUD EXCELSA - La Collection Merveilleuse - Eau de Parfum - Novità 2024 -
Feeling the connection. A pivotal moment, realizing that Caron, the Art Perfumery legend, 120 years later, shines in the vivid unparalleled Ernest Daltroff’s vision. Heritage and olfactory culture are preserved in full glory and, thanks to the renowned expertise of master perfumer Jean Jacques and contemporary flair of Olivia de Rothschild as creative director, we’re welcomed to experience enthralling olfactory journeys through masterpieces that transcend time.
...
Atmosfere da vivere in pienezza, apprezzando ogni singolo istante nel fluire di tanta purezza olfattiva. Avvertire la profonda connessione tra passato, presente e futuro, un momento cruciale per Caron, leggenda della profumeria d’arte che, a 120 anni dalla fondazione, riluce nella vivida, impareggiabile visione di Ernest Daltroff.
Patrimonio e cultura olfattiva restano intatti, preservati nel loro integro splendore e, grazie alla rinomata perizia compositiva del master perfumer Jean Jacques e all’estro contemporaneo del direttore creativo Olivia de Rothschild, ancora oggi, con rinnovato entusiasmo, possiamo essere testimoni di emozionanti percorsi olfattivi attraverso capolavori che trascendono il tempo.
Così è per Oud Excelsa, ultimo ingresso nell'esclusiva La Collection Merveilleuse cui Caron concede il pregio di eccelse materie prime, selezionate per qualità e provenienza responsabile certificata.
La fragranza conquista con irresistibile avvenenza, evoca atmosfere crepuscolari, misteriose e concentra nel binomio aromatico oud-caffè la sua evocativa allure, come un raffinato talismano alchemico.
Note cesellate in impeccabile armonia, l'incipit così aderente con un fastoso cisto in assoluta accostato a sontuosi legni, betulla, papiro, cedro atlas e la nobiltà dell'oud che emerge trionfante, sublimando sfumature ambrate, cuoiate calde e diffusive.
Sorprende la simmetria raggiunta con la nota caffè, amplificata nella sua essenza dalle molecole di sintesi natrotar e robuston a definire un profilo odoroso più tostato, fumé ed apprezzata in freschezza da accenti speziati di cardamomo.
Alla mano del maestro spetta la rifinitura emblematica con rosa bulgara, fiore feticcio della Maison, che tutto accoglie ed eleva in una dimensione di ricercatezza senza tempo. Sublime.
Determinante l'apporto di Olivia de Rothschild, che ha ideato e sviluppato il design dei nuovi flaconi O impilabili e ricaricabili, oltre al revamping del packaging più allineato all'esigenza di conformità ai nuovi canoni di upcycling e sostenibilità.
Creata da Jean Jacques.
Eau de Parfum 30, 50, 100 ml. flacone refillable. Online qui
©thebeautycove @igbeautycove
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youtube
Un duo intimista, sognatore, melanconico fino al midollo. Fiori dell'amore dentro note crepuscolari, canzoni intricate e oscure. Piu' che brani musicali sono storie di quieta disperazione, lacrime di paura. Perle di elettro-pop rinchiuse dentro ampolle di avorio e cristallo . Roland Orzabal e Curt Smith, due musicisti colorati di tinte dissonanti. Una musica che lascia intravvedere all'orizzonte le sponde dell'Acheronte sotto un cielo parte azzurro e parte nero..@ilpianistasultetto
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Libri che vanno letti 5
Il lombardo Carlo Dossi è l’unico del suo periodo - fine Ottocento: crepuscolari, scapigliati e compagnia cantante - a esser deceduto di morte naturale. Quasi tutti i suoi “colleghi” si sono arresi all’etisia (leggi: tubercolosi). Io ho sempre adorato la sua ribollente scrittura, satura dei suoi caustici umori. Lo hanno pubblicato Garzanti, Einaudi, Il Melangolo, Guida e Adelphi. L’opera sua che vi caldeggio è Note azzurre. L’ha pubblicata Adelphi e da ragazzo ne ho trovato una copia a metà prezzo in una storica libreria del centro. Potremmo definirlo una sorta di Zibaldone, ricco com’è di notazioni, frecciate, aforismi e quant’altro. Per me, vale la pena di dargli un’occhiata. Fosse solo per quel pensiero che dice: tiene un culo sì bello, che non gli manca se non la parola (è il 3194).
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SESSANTASEI Una fata del paese delle fate, nota per la sua distrazione, e per una certa irritante inutilità delle sue iniziative, un giorno sbagliò treno, e invece di giungere in una terra in cui vivevano altre fate sue consanguinee, tutte un poco scriteriate, arrivò in un paese in cui di fate non ce n’erano punte e non ce n’erano mai state. La fata se ne accorse solo dopo aver lasciato il treno, e si accorse di non sapere neppure dove si trovasse; per qualche tempo vagabondò nella speranza di incontrare un’altra fata; ma in breve dovette rendersi conto che quella non era terra di fate. La sbadata si sentì perduta, e ne provò una grande ambascia. Non sapeva quale mai treno avesse preso invece di quello giusto, e quindi non poteva fare il percorso a ritroso. Decise di ricorrere ad un espediente poco dignitoso, e di scegliersi una persona cui rendersi visibile. I bambini per un verso andavano bene, ma non sarebbero stati in grado di darle le informazioni necessarie; anche i vecchi potevano andar bene, ma temeva la loro ciarla, la smania di rendersi indiscriminatamente utili. Alla fine scelse un signore dall’aria insieme calma ed eccessivamente pensosa; costui, di fatti, era lievemente incline ad allucinazioni, fantasie paranoiche, stati crepuscolari: insomma, aveva una idea del mondo estremamente realistica e articolata. Egli credeva nelle fate, nei numeri magici, nel vascello fantasma. Quando la fata si materializzò davanti a lui, egli la salutò in modo compito, ed espresse con sobria eloquenza il piacere di incontrare una fata così distinta. Sebbene fosse uomo da poco, poteva esserle utile? Sì, poteva. Ne era felice. La fata gli spiegò il suo caso, e il signore eccessivamente pensoso con garbo la condusse in stazione, la mise sul treno giusto, le spiegò a quale stazione dovesse scendere, e si congedò con un inchino. Si allontanò con gli occhi pieni di lacrime, giacché s’era reso conto che in quell’istante tutta la sua vita era stata spiegata, ma che la spiegazione non sarebbe stata ripetuta. La fata provò nostalgia del signore pensoso, e pensava che sarebbe stato garbato tornare a fargli visita; poi se ne dimenticò. Il signore pensoso non dimenticò mai la fata; ogni tanto va in stazione a vedere quel treno; ogni tanto vi sale, e percorre due o tre stazioni. Poi scende, torna, e cerca di tener saldo nelle sue mani esili quel minimo significato, ma significato totale, grazia di una fata sbadata, a lui, uomo svagato e stolto, quale nessun altro nella città
Da: Centuria -
Giorgio Manganelli
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✨✨ ANTEPRIMA ITALIANA ✨✨
🇹🇭 THAILAND DAY 🇹🇭
Lo smantellamento di uno storico cinema di Bangkok si lega a lontani ricordi d’infanzia in questo documentario dai toni dolci e crepuscolari.
SCALA (Ananta Thitanat, Thailandia, 2022, 65’)
FUORI CONCORSO
Venerdì 31 marzo ore 15:00 @cinemafarnese
Trailer 👉🏻 https://youtu.be/RLG2rEIRb3g
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#AFF20#asian film festival#asian cinema#farnese arthouse#ananta thitanat#scala#mine#Youtube#Instagram
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Per lei voglio rime chiare, usuali: in -are. Rime magari vietate, ma aperte: ventilate. Rime coi suoni fini (di mare) dei suoi orecchini. O che abbiano, coralline, le tinte delle sue collanine. Rime che a distanza (Annina era così schietta) conservino l’eleganza povera, ma altrettanto netta. Rime che non siano labili, anche se orecchiabili. Rime non crepuscolari, ma verdi, elementari.
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S'intitola "Myricae", come le umili tamerici dei pastori di cui parlava Virgilio. Eppure, questi versi "umili" sono pieni dello spirito di un'epoca, quel passaggio fra Otto e Novecento in cui la poesia (e non solo) cambiò per sempre.
Sono anche pieni della atmosfere autunnali in cui ci siamo ormai inoltrati. Qui leggerai "Novembre" e tanti altri versi deliziosamente crepuscolari, per anime che amano crogiolarsi in questa stagione di nebbie e di fuochi.
LO TROVI QUI:
Questo è un link d'affiliazione Amazon. Riceverò una percentuale sulle vendite.
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IL CALENDARIO SAGGIO
SearchCerca LIBRI CHIARE SILLABE: Pillole di poesie Formato Kindledi CRESCENZA CARADONNA (Autore)EUR3,00Pillole di poesie crepuscolari. “Il giorno è abbagliato; la notte è dei sogni e solo i crepuscoli sono chiaroveggenti per gli uomini. L’alba, per l’avvenire; il tramonto, per il passato.”(Luigi Pirandello) ————–
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Mal di Sicilia, Francesco Terracini ne parla all'Istituto di Cultura
Di Pietro Nigro Di Mal di Sicilia parla l'autore, Francesco Terracini, nella conversazione con John Dickie (UCL) il 10 maggio all'Istituto Italiano di Cultura di Londra. Mal di Sicilia, conversazione con Francesco Terracini all'Istituto di Cultura di Londra Mal di Sicilia è un sentimento diffuso che genera l'impulso a fuggire e allo stesso tempo il desiderio di restare o di tornare. Il libro tenta di creare un dialogo tra persone di diversa provenienza, mai incontrate prima, ma che hanno avuto un rapporto complesso con l'isola. È in Sicilia che risuona la voce di Alexander Hardcastle, archeologo dei primi del '900, perduto tra le rovine della Valle dei Templi di Agrigento, stupito dalla bellezza del paesaggio e infine ucciso dalla sua stessa passione (morirà in manicomio). Attraverso quattordici ritratti, il saggio di Francesco Terracina cerca di illuminare l'isola autunnale, che con i suoi colori leggermente crepuscolari cerca di nascondere nell'ombra i suoi lati oscuri, dando l'idea di una terra di luce e ricreazione. Una terra la cui complessità è chiara a chi decide di appartenervi. Mal di Sicilia sembra essere ben riassunto in un verso di Giuseppe Ungaretti: "Come portati via si rimane". Si gioca il destino di un'isola che ha tante ambizioni e finisce per inciampare nel caos che la governa. Il fascino della Sicilia probabilmente non rientra, o almeno non finisce, nella nostalgia che tutto assolve. ... Continua a leggere su Read the full article
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“Solitudine” di Rainer Maria Rilke
La solitudine è come la pioggia. Si alza dal mare verso sera; dalle pianure lontane, distanti, sale verso il cielo a cui da sempre appartiene. E proprio dal cielo ricade sulla città. Piove quaggiù nelle ore crepuscolari, allorché tutti i vicoli si volgono verso il mattino e i corpi, che nulla hanno trovato, delusi e affranti si lasciano l’un l’altro; e persone che si odiano a vicenda sono…
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@ poeti crepuscolari what's your deal what are you trying to tell me deep down other than things don't have meaning TELL MEEE
#non posso fare così l'interrogazione non capisco qual è il problema di Gozzano oltre la sua malattia qual è il punto della signora Felicita#tell me mr Gozzano please#si risolve davvero soltanto in 'non ha un punto'? non credo. su. basta con i segreti sig. gozzano dimmi la chiave della signora felicita
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