#cosimo Alberti
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inarteziogio · 11 months ago
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cosimoalberti · 1 year ago
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☀️ Quando andavo alle feste popolari cercavo subito di sentire la tua voce per individuare il cerchio della tammurriata dove tu stessi cantando. Quando lo trovavo era sempre il cerchio più grande ed io rapito dal tuo canto perdevo ogni inibizione. Come ci piaceva immaginarci personaggi vissuti millenni prima reincarnati ai giorni nostri per adorare ancora la dea “Cibele” dell’epoca precristiana: tu sommo “Sacerdote” del tempio e noi “Coribanti” invasati posseduti dal ritmo e la devozione. Abbiamo vissuto anni di divertimenti e risate portando la tua musica ovunque. Durante i nostri viaggi non mancavi di raccontarci gli aneddoti esilaranti sulla tua vita difficile. Col tuo vocione e il sorriso sempre stampato sul viso rendevi leggeri anche i fardelli di una infanzia triste. Quanti racconti tragicomici conservo nella memoria che oggi amo raccontare a chi ti vuole bene. Le tempeste della vita hanno diradato quei cerchi e ora mi sembra una bugia dire: Marcello continuerai a vivere in quei cerchi che canteranno anche per te … non è vero Marcè, quei cerchi non saranno più gli stessi e basta!
#marcellocolasurdo #tammurriata #tammorra #popolodella #tammorra #castagnette #musicapopolare #folk #cosimoalberti #meglionatammurriatacanaguerra
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jacopocioni · 9 months ago
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Gli strumenti astronomici di Santa Maria Novella
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Nella Repubblica fiorentina l'affermarsi della famiglia Medici, salita al rango nobile, necessitava di una evoluzione da status di banchieri a qualcosa di più prestigioso.  Cosimo I intuì, o meglio copiò Lorenzo il Magnifico, che il mezzo per fare questo era la cultura. E' noto che Cosimo I fu mecenate per le arti ma allo stesso tempo, oltre scultori pittori ed architetti, chiamò a se anche scienziati impegnati in varie branche di studio. Una delle scienze a cui Cosimo I teneva particolarmente era il "tempo" e il calendario. All'epoca era in uso il calendario giuliano basato sul ciclo delle stagioni. Questo calendario era stato elaborato dall'astronomo greco Sosigene di Alessandria e poi introdotto da Giulio Cesare (per questo chiamato giuliano) nell'anno 46 a.C.. All'epoca era fondamentale l'individuazione del corretto giorno della Pasqua Cristiana, questo sia perché era una festività importantissima, sia perché si organizzava poi, di conseguenza, tutto il calendario liturgico cristiano. Per individuare il giorno della Pasqua si partiva a fare il calcolo dal giorno dell'equinozio. L'equinozio è il giorno in cui la notte e il giorno hanno la stessa durata, cioè quando il sole si trova allo zenit all'equatore e lo illumina perpendicolarmente. Perché questa lunga introduzione? Perché il calendario giuliano era impreciso e perdeva 11 minuti per ogni anno trascorso, rendendo i calcoli molto complessi. A questo, Cosimo I, aveva velleità di porre rimedio e sostituire il nome di Giulio Cesare con il suo. Sappiamo oggi che fu Gregorio XIII nel 1582 ad attuare questo cambiamento ed infatti ancora oggi ci basiamo sul calendario gregoriano che ha ridotto a soli 26 secondi la "perdita di tempo" in un anno.
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Questa "gara" dell'epoca per la riforma del calendario indusse Cosimo I a chiamare presso di se a Firenze uno dei più grandi astronomi del tempo, un frate domenicano che si chiamava Egnazio (Ignazio) Danti. L'incarico che aveva il frate era di trovare con la massima precisione il giorno dell'equinozio di primavera.
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Fu scelta la chiesa di Santa Maria Novella con la sua meravigliosa facciata di Leon Battista Alberti per realizzare ed applicare tre strumenti astronomici che ancora oggi sono osservabile dal fiorentino curioso e dal turista pellegrino. Questi strumenti furono realizzati tra il 1572 e il 1575 e sono: un grande quadrante con orologi solari, un'armilla equinoziale, e un foro gnomonico per una meridiana a camera oscura. Con questi strumenti si contava di individuare con estrema precisione il momento dell’equinozio di primavera, quindi studiare nuovi calcoli astronomici per riformare il calendario giuliano e alla fine individuare incontestabilmente il giorno di Pasqua.
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Il grande orologio, o meglio quadrante astronomico serviva a calcolare l’inclinazione dell’asse terrestre e l’altezza del sole durante tutto l’anno. Attraverso questo si poteva disporre di tutte le ore di tutti i sistemi orari dell’epoca, questo ma per la massima distribuzione del sapere.
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L’armilla è invece uno strumento poliedrico in quanto ha più scopi. Primo era ovviamente l'individuazione esatta dell’equinozio. La struttura consta di due cerchi di bronzo con un diametro di 130 centimetri che sono posti perfettamente perpendicolari tra di loro. Con il cerchio verticale, quello meridiano, si individua il mezzogiorno solare, cioè quando il sole è alla sua massima altezza. Il cerchio proietta sulla facciata della chiesa l'ombra di se stesso e quando questa ombra sovrappone perfettamente i lati del cerchio allora siamo al mezzogiorno preciso. L'altro cerchio, quello orizzontale o equatoriale, farà la stessa cosa al momento dell'equinozio. Quindi nel giorno dell'equinozio, a mezzogiorno preciso, le due ombre si porranno sulla facciata perpendicolari l'una all'altra disegnando una croce.
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Infine furono realizzati due fori gnomici per una meridiana a camera oscura all'interno della chiesa. La luce passando dai fori avrebbe dovuto indicare l'ora e i solstizi, ma si presentarono due problemi. Il primo fu che uno altro foro sarebbe dovuto essere realizzato nella volta, creando un probabile danno strutturale e l'altro problema fu l'allontanamento del Danti da Firenze. Il Danti si trasferì a Bologna dove continuò i sui studi e poté mettere in atto il suo progetto nella cattedrale di San Petronio. Egnazio Danti riuscì comunque, grazie ai suoi strumenti di misura a calcolare la vera durata dell’anno solare commettendo un errore di soli 38 secondi e dimostrando come la riforma del calendario giuliano fosse imprescindibile. Nonostante il miglioramento ancora oggi necessitiamo di un anno bisestile ed infatti oggi è il 29 febbraio un giorno di più per recuperare il tempo perso.
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Jacopo Cioni Read the full article
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formlessing · 3 years ago
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Quotes from Rossellini’s L'età di Cosimo de Medici
Sermon by San Bernardino of Siena
The men of this century and of this city believe themselves to be the only masters and creators of everything. They seek knowledge in the writings of pagans and forget that living and reasoning are born of the spirit that God has given them.
They forget that nobility of spirit is more beautiful than the sun, than the moon, than the stars and the sky, and that none of the things created by God is superior to it, because he created it in his image.
Let man, then, retire to his room and let no one come between God and himself. Stand before the Lord God and think and think again and leave every other matter or occupation by the wayside. Because matters of conscience are more important than those of the world. Earning money, providing for your families, protecting yourself from your enemies, all of these things are important. But saving your soul is more important. The soul, in greatness and virtue, is above water, above fire, above air, above the entire earth, above the moon, Mercury and Venus, above the Sun and Mars, above Jupiter and Saturn and all the signs among them. The soul is above all 72 constellations. If there were as many empyreans as there are drops in the sea, as much sand in the desert or stars in the sky, all their beauty taken together could not be compared to the excellence of the human soul. But it is a most miserable thing when it strays from God.
Mothers, do you know who is the most miserable of men? Who is the poorest? A bird is born with feathers, a fish with scales. But man is by nature born naked. The puppy barks, the fish swims, the bird takes flight. Man, when he is born, knows only how to cry. We must all remember that man lives because he is mind incarnate, troubled soul, a container of brief duration, an ephemeral ghost of time. He is born, he scans the road ahead, consumes his life, is always on the move like a wanderer passing through, a guest where he is welcomed, a sIave to death. And where is his salvation? His salvation is in his faith in Christ which he fulfills by being true to himself, to his family, to his city. As for the faith that is our salvation, as an example I will tell you an ancient story.
A man had left his young son under an oak tree, guarded by a dog called Bonino. Upon returning from the fields, he found his son dead, with his throat bitten, and next to the body was the trembling dog. In a fit of rage, the man killed the dog with an ax and only then did he realize that under its belly the dog held in its paws a horrible snake, a snake it had killed to defend his son. In tears, the man regretted his ire, and buried the dog with a stone on which he inscribed this saying: “Here lies Bonino, faithful champion to the end, killed by the ire of an unjust man.''
The years went by and the pilgrims on their way to Jerusalem became accustomed to stopping to pray over this tomb, thinking it the resting place of a champion of their faith. One day, a man afflicted with a serious illness, after having prayed, was healed. Others prayed and the miracles continued to multiply. The men of the area then erected a chapel in order to give a more seemly burial to the body of the man they considered a saint. But when they devoutly opened the tomb to move the bones, they saw that they were the bones of a dog and were scandalized. An old and saintly monk then comforted them with these words: “Where there is faith, even by means of a dog, God can perform miracles and exhort men to repent. In prayer, our soul calls out to God and God answers the soul and gives it what it needs without giving weight to the words themselves.'' Masaccio WOMAN: You too are here to admire the work of Masaccio. I do not understand what people find in such paintings. God must not be depicted with the same dimensions as the saints, who are men. Only that arrogant young man would take such liberties.
CIRIACO: Masaccio's liberty is the liberty of man. His is a new form of expression. He has freed himself from the slavery of habit. If you don't understand this painting, it means you are still its slave.
ALBERTI: No, Ciriaco, that alone does not explain his painting of the Trinity. Here Masaccio, with great simplicity and great ability gives us the result of geometric laws that he has applied to the new science of perspective. And no one can ignore these rules, in this day and age, be he a painter, a sculptor or an architect.
WOMAN: Perspective, you say? I do not understand you, but I do not see the magnificence of Christ, I do not see divine power. The artisans have always depicted a glorious, immense and infinite God in accordance with a holy tradition. But Masaccio has painted the body of Christ like that of a man. There is nothing divine about it, it does not inspire devotion. 
ALBERTI: The figures of Masaccio dismay us, of course, we who have seen different images of divinity from childhood, solemn images, as rigid as the dogmas of faith, made to comfort human fragility. Masaccio, on the other hand, with great courage, has erased these ancient images and put the rules of geometry, the observation of reality at the service of his art.
CIRIACO: He looked at men as the center of human becoming. It is true. What a pity that he died at 27. This was his last work. It is like the representation of a long spiritual Journey starting from the death of man and taking us first toward Christ, the man God, and then higher still, to God the Father, who is the opposite of death.
WOMAN: What need was there to give Christ the dimensions of a man?
ALBERTI: But Christ made himself man and Masaccio looked at his humanity. And by means of this reality made flesh he helps us adore his divinity. This is why I say that he did, rightly, give the human figure its proper dimensions and rightly gave the same dimensions to the figure of Christ. Today one cannot be a good artist if one is not also a good scientist. Alberti, Toscanelli and Cusano TOSCANELLI: Well then, Mr. Alberti?
ALBERTI: Yes, you are right, Toscanelli. The text is too full of fantastic ideas, but the calculations seem precise. 
TOSCANELLI: The Arabs are still the greatest mathematicians in the worId. I went over the calculations again and again and I perfected them. Come and see my map. I have consulted all the known Arabic codices and questioned innumerable travelers and merchants who have crossed Africa and Asia and expert navigators who have sailed their ships beyond the Pillars of Hercules. I have deduced that the circumference of the Earth can be calculated at 28,000 miles.
ALBERTI: Your calculations are precise, it is a perfect hypothesis.
TOSCANELLI: Not perfect, I must still complete it. But I now know that I will be able to show navigators new routes to reach the most faraway lands. 
CUSANO: Not only does Toscanelli draw maps for the ships that sail the seas, he also traces the routes of the stars in the heavens. Have you seen this, Alberti?
TOSCANELLI: Cardinal Niccolo da Cusano must be exaggerating.
CUSANO: Look. He is trying to trace and foresee the path of a comet. This one is from 1433. According to Toscanelli, we will be able to see this same comet again in 1 445.
TOSCANELLI: I used the observation method of the Egyptians which I integrated with my calculations.
CUSANO: Each time I pay a visit to Toscanelli, the same thought comes to mind more and more clearly: that the universe is a multiple unity. It is difficult for us to understand it, but although the universe is composed of a thousand it has the same awesome Unity possessed by God, who lives in it. And it appears clearer and clearer to me that in this unity, opposites coincide. Hot and cold, light and darkness, high and low. Realities that in thought appear contradictory coexist in the universe and each one is the cause and continuation of the other. In the universe, as in God, opposites are reconciled by reason of their existing and their contrasting. The truth is this one, the one of the universe, something without limit. I believe we cannot deny the fact that all human knowledge is instead partial, manifold and limited and only an approximation, all science a conjecture. God and the universe are unknowable and for the man who loves the truth there is nothing but a knowledgeable ignorance, the organic and constant study of conjecture. It is only in God that the ultimate science is realized because its infinite simplicity contains within it the multiplicity of things. He is the eternal form in all things, which is the potential that wondrously gives each thing its essence.
TOSCANELLI: A scholastic could object: If God is the eternal form of all things, he lives in man as in all things, then God could not be distinct from man. Consequently, he could not be an absolute and eternal being. To affirm this is to affirm that God is not God, a heresy. 
CUSANO: God is supremely simple and eternal unity, intelligence and mysterious perfection, a whole and not a part. He is the cause of everything. He is present in everything that is in the universe. And we can say that man, in his fashion, is himself a god, but not in absolute terms.  Man is a microcosm and in him lives the worId. A human god, a Unity within which potential and action, distinct moments of reality according to Aristotle and the thought of the scholastics, coincide perfectly. I am convinced that just as to the eye of man, if it looks through a red glass everything it sees will appear red, and if it looks through a green or a yellow glass everything it sees will appear green or yellow, so also to our mind, which is limited, God appears constrained by the limits within which the human mind lives. f the lion were to attribute a face to God, it would be a lion's face.The ox would give him an ox's face and the eagle an eagle's face. I say that the mysterious face of God must be wondrous indeed if the young man wishing to imagine it must imagine it young, the man, male, and the old man, old. All creatures can look upon God as having their own face, but he is one, one and unique, and above everything and everyone.
ALBERTI: What you say is fascinating and at the same time obscure, difficult to penetrate. In yourself, clarity and obscurity seem to meet, as you have said yourself, they are opposites that coincide.
CUSANO: To understand better what I have said you could read a text that I am sure is in the library of your friend Niccoli, The One by Plotinus.
ALBERTI: Reading is my greatest pleasure. You know, I have also read your De docta ignorantia, which you wrote during your mission in Constantinople when you earned the admiration and gratitude of the Pope. He likes those who, like him, work toward the unity of the Latin and Greek churches. And I have listened carefully to you. Your arguments are very subtle, but they take us farther than the clarity of Aristotelian logic. They are arguments that perhaps take us into the fog of a dream.
Note: The excerpts above were taken from the English subtitles for the Italian version of the film. The text from the English version is slightly different.
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marcogiovenale · 3 years ago
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editori di poesia, postpoesia? chi? dove? (una nota disordinata)
editori di poesia, postpoesia? chi? dove? (una nota disordinata)
Il panorama degli editori che si occupano di quelle scritture idiomatiche/singolari che intendono registrare in maniera imprevista e particolare il passaggio del senso; ossia il panorama degli editori di poesia (o postpoesia) è ormai da tempo in mutazione assai profonda. Garzanti ha quasi abbandonato il campo, parrebbe, o per anni è stata semi-muta; mentre va detto che sono solo motivi di…
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therepublicofletters · 4 years ago
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I’ve been meaning to make a masterpost with a list of books and articles for people interested in the Italian Renaissance - so, behold!  These are taken mostly from my own bookshelf, syllabi of classes I’ve taken, and bibliographies I’ve compiled for papers I’ve written.  I’ve tried to provide a broader overview of the Renaissance with more general topics, and not to give books that are too incredibly specific and not relevant unless you’re working specifically in topic.  I’ve also tried  to find PDFs or links for anything that you can access online.
I hope this is useful for anyone who’s interested in this period, and I will always be happy to answer questions or try to provide sources for more specific topics!
** indicates a primary source
General Reading.
The Renaissance in Europe by Margaret L. King
**The Civilization of the Italian Renaissance: A Sourcebook by Kenneth Bartlett
Florence and Beyond: Culture, Society and Politics in Renaissance Italy : Essays in Honour of John M. Najemy, ed. David S. Peterson and Daniel E. Bornstein | Google Books
The Renaissance: Italy and Abroad, ed. John Jeffries Martin | Google Books
Daily Life and Culture, Public and Private.
**The Book of the Courtier by Baldassare Castiglione | English PDF
Public Life in Renaissance Florence by Richard Trexler
Friendship, Love, and Trust in Renaissance Florence by Dale Kent | JSTOR
Dressing Renaissance Florence: Families, Fortune, and Fine Clothing by Carole Collier Frick | Google Books
Household and Lineage in Renaissance Florence: The Family Life of the Capponi, Ginori and Rucellai by Francis William Kent | JSTOR
“Did Women Have a Renaissance?” by Joan Kelly | PDF
Politics and Diplomacy.
**The Online Tratte (Election Records) of Office Holders, 1282-1532
Discourses on the First Decade of Titus Livy by Niccolò Machiavelli || English: PDF | Archive.org || Italian: PDF
The Prince by Niccolò Machiavelli || English: PDF | Archive.org | Audiobook || Italian: PDF | Project Gutenberg
Note: the Prince is not really representative of political ideology in the Italian Renaissance.  I would actually recommend the Discourses more highly because of how they explore the reality, rather than the possible or ideal, of Italian politics.  For Machiavelli’s works, I really like the Allan Gilbert translations, published as The Chief Works and Others
The Cambridge Companion to Machiavelli, ed. John Najemy
“The Dialogue of Power in Florentine Politics” by John Najemy, in The Renaissance: Italy and Abroad, ed. Martin| Google Books
The Florentine Magnates: Lineage and Faction in a Medieval Commune by Carol Lansing | JSTOR
Economics.
The Economy of Renaissance Florence by Richard Goldthwaite
Medici Money by Tim Parks
**The Online Catasto (Tax Records) of 1427-29
Classic Works.  Some of these are now considered out-of-date, but they have done a lot to inform the current work on the Italian Renaissance.
The Civilization of the Renaissance in Italy by Jacob Bruckhardt | PDF | Project Gutenberg
The Crisis of the Early Italian Renaissance by Hans Baron | Library Access
Paleography and Manuscript Studies.
Dictionary of Latin and Italian Abbreviations/Dizionario di Abbreviature Latine e Italiane/Lexicon Abbriviaturarum by Adriano Cappelli – an absolute must-have for the would-be paleographer!! | Archive.org 
Latin Paleography: Antiquity and the Middle Ages by Bernhard Bischoff
A Guide to Western Historical Scripts from Antiquity to 1600 by Michelle P. Brown
Introduction to Manuscript Studies by Raymond Clemens and Timothy Graham
Art History.
**The Lives of the Artists by Giorgio Vasari -  a must have the Renaissance art historian, but also just a pleasure to read
**On Painting/De pictura by Leon Battista Alberti | Latin | Italian | English Excerpts
There are a lot of great works on individual artists, topics, or works of art, so it would be too much to list them all here!  I didn’t use a single textbook to start my study of Italian art - it’s very easy to find things in this topic!
The Medici.
The House of Medici: Its Rise and Fall by Christopher Hibbert
The Lives of the Early Medici as Told Through Their Correspondence, ed. Janet Ross | Archive.org
Magnifico: The Brilliant Life and Violent Times of Lorenzo de’ Medici by Miles J. Unger
The Life of Lorenzo de’ Medici, Called the Magnificent by William Roscoe - Slightly outdated now, but a classic work, and includes some relevant primary sources | Archive.org
April Blood by Lauro Martines
The Montefeltro Conspiracy by Marcello Simonetta
Inventari medicei, 1417-1465 : Giovanni di Bicci, Cosimo e Lorenzo di Giovanni, Piero di Cosimo, ed. Marco Spallanzani
Libro d'inventario dei beni di Lorenzo il Magnifico, ed. Marco Spallanzani and Giovanna Gaeta Bertelà
Lorenzo de' Medici at Home: The Inventory of the Palazzo Medici in 1492, ed. Richard Stapleford
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dominastylorum · 3 years ago
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Leon Battista Alberti. L’Architettura di Leon Battista Alberti. Traducción al italiano florentino de Cosimo Bartoli. (Venecia: Francesco Franceschi, 1565), pp. 2.
Giorgio Vasari. Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori. (Florencia: Giunti, 1568), pp. 366.
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danzameccanica · 4 years ago
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Alla fine del Quattrocento, Piero di Cosimo dipinse per il fiorentino Francesco del Pugliese, ricco mercante di lana piuttosto anticonformista (tanto che nel 1513 fu bandito da Firenze da Lorenzo de’ Medici il giovane per aver detto «el Magnifico merda») una serie di tavole mitologiche che rappresentano il mondo antico in un’Arcadia non convenzionale, lontana e piena di rimpianti, ma pregna di simboli ambigui e allo stesso tempo perfettamente coerente alle fonti classiche.
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Questa narrazione inizia con Il Ritrovamento di Vulcano, acquisito nel 1932 dal Wadsworth Athenaeum di Hartford, Connecticut, dove era creduto inizialmente un Ila e le ninfe. Non compare nulla però del mito descritto nelle Argonautiche: non c’è acqua, non c’è l’eccitazione amorosa e assassina delle ninfe, non c’è Ercole. C’è una componente di sorpresa tale che alla donna più alla nostra destra cadono i fiori dal grembo e quella più alla nostra sinistra frena il passo sgranando lo sguardo. Qualcosa sembra essersi presentato all’improvviso, come caduto da un albero; o meglio ancora, caduto dal cielo. E infatti il fanciullo nudo al centro si sposa molto di più (secondo le fonti letterarie) con Vulcano/Efesto piuttosto che con Ila. A causa di una malformazione congenita alla gamba, egli fu scaraventato giù dall’Olimpo e destinato a crescere sull’isola di Lemno. Il nostro soggetto, in mezzo alle ninfe, è illeso ma, benché immortale, intontito.
Come mai compaiono solo delle belle ragazze e non «il popolo dell’isola nella sua interezza» lo dobbiamo alle classiche storpiature e/o interpretazioni delle traduzioni dal classico degli autori post-classici del Rinascimento. Servio traduce Virgilio con «qui [Vulcano] [...]ab Jove praecipitatus est in insulam Lemnum; Illic nutritus ab Sintiis». Termine ancora sconosciuto. Ma allora quel «ab Sintiis» è diventato absinthis, poi ab simiis e poi ab nimphis. Ovviamente scegliere fra Vulcano fu allevato con l’assenzio, Vulcano fu allevato dalle scimmie, oppure Vulcano fu allevato dalle ninfe, è stato facile fin dai tempi antichi. Giovanni Boccaccio scelse la variante delle scimmie, tanto che a Palazzo Schifanoia, nel mese di Settembre, i primati tirano il carro del dio-fabbro. E dice che come le scimmie imitano l’uomo, l’uomo imita la natura, e lo fa con l’ausilio della techné (τέχηνε) = «agire come agisce la natura» (Aristotele). Ma per praticare le arti e i mestieri, per raggiungere il primo stadio della tecnica, occorre il fuoco, e Vulcano è la personificazione del fuoco. Anche nell’errore o nell’ambiguità della traduzione, l’interpretazione di Boccaccio è magistrale. Il poeta dice che Vulcano è allevato dalle scimmie perché costituisce l’espressione allegorica per cui le scimmie sono lo stadio precedente, pre-umano dell’uomo prima della scoperta del fuoco, prima del suo saperlo mantenere vivo e prima della sua applicazione per forgiare metalli. Le scimmie nutrono Vulcano come l’uomo (ancora non completamente immaturo) nutrirà il fuoco. Boccaccio, che aveva lodato Vulcano come l’originatore della civiltà umana, gli aveva attribuito l’elemento per eccellenza attorno il quale nascono le aggregazioni, il linguaggio e addirittura la civitas: il fuoco. Questo lo ha fatto, ahimé, dimenticandosi di Adamo e della Bibbia ma ricorrendo a quello che Lucrezio spiegava nel De rerum natura, cioè che l’umanità non era controllata dal divino ma dallo sviluppo spontaneo e dal progresso. Lucrezio e poi Diodoro Siculo avevano narrato che la decisione di portare il fuoco fuori dai boschi in fiamme e di tenerlo in vita e sotto controllo avrebbe raccolto diverse persone, avrebbe creato l’invenzione del linguaggio, la mutua comprensione, l’elevazione di alloggi permanenti, la fondazione della vita familiare, l’addomesticamento degli animali e lo sviluppo delle arti e dei mestieri.
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Questa interpretazione vitruviana di Vulcano mette in luce diversi dettagli di un’altra opera, Vulcano e Eolo, maestri dell’umanità, National Gallery of Ottawa, Canada. Il quadro è praticamente un pendant de Il Ritrovamento di Vulcano, hanno più o meno le stesse dimensioni e lo stesso stile e verosimilmente fanno parte di un unico gruppo. L’elemento chiave è sullo sfondo: ci sono degli uomini che stanno costruendo una casa primitiva, hanno gli attrezzi del mestiere in mano (martello, sega...) ma impiegano ancora tronchi non squadrati il che corrisponde esattamente a quello che Vitruvio chiama come «una primissima fase tecnologica della civiltà umana» («... e all’inizio elevarono rozze pertiche, vi interposero dei ramoscelli e intesserono le pareti col fango...»). In primo piano c’è Vulcano che brandisce il martello e sta creando un nuovo strumento: il ferro di cavallo. Ne ha già creato uno e il cavaliere al centro del dipinto è molto incuriosito da ciò. Il vecchio dietro al fuoco è Eolo che stringe in mano le otri piene di vento. Eolo e Vulcano vivono in un posto immaginario che è l’incrocio di due luoghi ben caratterizzati nell’epica, cioè fra l’Etna e le isole Lipari; il monte Etna, la residenza ignea dell’officina di Vulcano; le isole Lipari, meta ventosa dell’altro dio, dove per compiacere Ulisse, rinchiuse  i venti sfortunati dentro delle otri da vino.
Gli uomini presenti in questa tavola rappresentano una civiltà pacifica e autosufficiente perché ormai fondata sul principio della vita familiare; Vulcano opera prima ancora delle prime ore dell’alba, orario in cui la gente ordinaria dorme (e si vede un uomo raggomitolato in primo piano); la famiglia si sta svegliando in un nuovo giorno, che allo stesso tempo è l’alba della civiltà. I due quadri avrebbero dovuto comporre una triade della quale l’ultima parte è andata perduta e, stando a Vasari, doveva rappresentare «Marte e Venere coi suoi Amori e Vulcano». Vulcano, in accordo sempre con Boccaccio, rappresenterebbe il fuoco fisico che consentirebbe all’umanità di risolvere i propri problemi pratici (lavoro manuale, artigianale, riscaldamento...) mentre Prometeo (rappresentato in due allegorie sempre da Piero di Cosimo) rappresenterebbe la chiarezza della conoscenza infusa nel cuore dell’ignorante; una chiarezza che si manifesta a spese della felicità e della pace mentale.
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Altre tre tavole interessanti, che amplierebbero la lettura di questo ciclo, sono la Scena di caccia primitiva, Metropolitan, Il Ritorno dalla caccia, Metropolitan e, infine Vita umana nell’età della pietra, Ashmolean Museum, Oxford, una volta posseduto dal principe Paolo di Iugoslavia, ma sempre ideato per Francesco del Pugliese.
Queste tre tavole sono da leggersi in uno stadio temporale precedente alle due prima esaminate; raffigurano una fase della storia umana che precedette gli sviluppi tecnici e sociali indotti dall’insegnamento di Vulcano, in altre parole l’età della pietra contrapposta all’età del ferro. Tutte e tre non hanno le conquiste del fuoco e l’attenzione di Piero su diessi possiamo definirla quasi paleontologica. Nei dipinti non vi sono utensili o armi di metallo, i tronchi che servono per le barche de Il ritorno dalla caccia non sono squadrati e vi sono segni di rami ovunque; non ci sono materiali intessuti per le vesti, la gente va nuda o con pelliccia; non ci sono animali domestici e non veri edifici; manca la vita familiare e il principio dominante di questa condizione aborigena è l’ignoranza che l’umanità ha circa l’uso del fuoco. Il fuoco d’altronde è un leitmotiv che compare in tutti e tre i quadri, con un incendio in mezzo alla foresta perfettamente visibile in tutti i casi. La presenza del fuoco è visibile in tutte le illustrazioni a Vitruvio e, nel Rinascimento, significava l’età della pietra.
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Nella Scena di caccia non c’è separazione reale fra uomo e animali; tutti sono contro tutti, ci sono satiri e esseri semi-bestiali; l’orrore regna sovrano, tanto che c’è un cadavere in primo piano; umanoidi e cavernicoli combattono per la vita con clave, braccia e denti.
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Ne Il Ritorno dalla caccia vi è la stessa forma di esistenza ma in una luce poco più serena; le uccisioni sono terminate e gli umani portano a casa il bottino. Sulla zattera ci sono due teschi, uno di orso e uno di cinghiale (sia Leon Battista Alberti che Tacito scrivono che i teschi di animali posti su un palo sono amuleti protettivi e totem); accanto un uomo ne sta costruendo un’altra e una donna si sta accoppiando con un centauro. È una specie di ritorno all’ Isola di Citerea ma dell’età della pietra.
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Ne La vita umana nell’età della pietra, di Oxford, assistiamo a uno dei primi dipinti realmente paesaggistici di tutta l’età moderna; le passioni proto-umane si sono placate, una capannina è stata costruita. Questo mondo lontano non è dissimile dalle rappresentazioni del Paradiso del primo medioevo, dove per un’interpretazione troppo letterale della Genesi, attorno a Adamo ed Eva, compaiono sirene, satiri, centauri, esseri umani con teste di cane e cervo. Qui, in modo simile ma alla rovescia, compare una capra col volto di uomo e una scrofa col volto di donna. Sono gli animali, nella loro completezza, che ancora abitano la foresta, si accoppiano ancora in modo irrazionale fra loro e questo che sembra un «regno di pace» in realtà è il frutto della paura comune per l’incendio. Questi animali sono così pacifici perché stanchi e in fuga, tanto che l’omino in secondo piano (preso da S. Giuseppe ne L’Incarnazione di Cristo, Uffizi) coglie l’occasione per catturare delle vacche.
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Questo sistema di divisioni risponde alla logica della storia umana ante legem e l’era sub lege e infine l’era sub gratia. Queste ultime tre tavole rappresentano un’era ante Vulcanum mentre le prime due esaminate, un’era sub Vulcanum.
Il ritrovamento di Vulcano di Hartford e Vulcano e Eolo di Ottawa rappresenterebbero l’era sotto il dominio del fuoco e dei primi mestieri, mentre le due tavole del MET e quella di Oxford un’era ante Vulcanum priva di questa scoperta. Questo è un unico grande ciclo decorativo dove le tre tavole ante Vulcanum dovevano trovarsi verosimilmente in una stanza che avrebbe poi portato ad una sala con le altre due grandi tele (anzi, tre tele, se si considera anche quella perduta con Venere, Marte e Vulcano).
Piero di Cosimo era ad ogni modo attratto da sempre da queste passioni della vita primordiale e ci sarebbero altri due grandi quadri che si collocherebbero, idealmente, fra la serie di Vulcano e i due cassoni di Prometeo. Sono due quadri per il patrizio Giovanni Vespucci e rappresentano due scene della vita di Sileno: La scoperta del miele, Worcester Art Museum e Le disavventure di Sileno, Fogg Art Museum di Cambridge, Massachusetts.
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La lettura inizia da La scoperta del miele dove Bacco e Arianna compaiono a destra, lei vestita alla greca; essi sono accanto al dio Pan che tira fuori delle cipolle da uno zaino all’interno del quale c’è anche il suo flauto (le cipolle dovrebbero essere afrodisiache). Bacco è presente nel quadro perché nei fasti di Ovidio il suo nome latino è Liber, colui che permette di consumare focaccette dolci chiamati liba da cui derivano anche le libagioni e libatio per le offerte sacre. Fu Bacco che al ritorno dall’Asia insegnò agli uomini ad accendere i fuochi sugli altari e si accredita a lui la scoperta del miele.
Dall’altro lato, e sopra l’albero cavo, ci sono tutti satiri impegnati a far quanto più rumore possibile per scacciare le api e prendere il miele. 
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Ma l’ubriacone Sileno, e qui passiamo al successivo Le Disavventure di Sileno, vuole fare tutto da solo: conduce il suo asino verso un altro albero cavo, scopre un nido di api e vespe che lo pungono; cade, si sloga un ginocchio, chiama aiuto e a destra lo aiutano a rialzarsi (addirittura con una trave di legno che faccia leva sul suo corpo pesante); dall’altra parte poi (Sileno è rappresentato tre volte), alcuni satiretti lo prendono in giro ma gli trattano le punture di ape col fango.
La straordinaria fantasia di Piero di Cosimo ha fatto trasformare quella che nelle fonti classiche era un corteo fastoso e una processione bacchica, con miriadi di devoti estatici (avete presente gli analoghi trionfi di Tiziano e di Bellini ?!), in una fantastica tribù nomade. Ovidio immagina un corteo di coribanti il cui rumore frenetico (che è lo stesso delle baccanti di Euripide) attira per caso le api; Piero immagina un gruppo casuale di persone, parte del quale si dedica all’apicoltura. Gli strumenti del rito bacchico si trasformano in maniera comica in cucchiai, stoviglie e pentole di legno, tazze e mestoli da caminetto, ossa e zoccoli di cervo. L’ottica è discostarsi da una condizione dionisiaca per approdare ad una più pastorale. Il suo Vulcano è un omino rozzo, Eolo un viandante dai capelli brizzolati, Bacco un ragazzotto di campagna col sorrisone un po’ da ebete e Arianna una ragazza sempliciotta che ancora sta esaminando la ghirlanda dell’amato. La comicità di Piero di Cosimo è diversa da quella, ad esempio del Roman de la rose, egli non è naïf e il suo humor è privo di malizia. Piero era perfettamente conscio della differenza fra il presente ed il mitico passato. Nelle utili attività di Vulcano e di Eolo, nella muta disperazione di un grosso cane che piange la morte della sua compagna (Morte di Procri, National Gallery) egli scopre una serie di valori fondamentali che rendono i personaggi mitologici accessibili ad una affettuosa comprensione da parte di tutti.
Come Lucrezio, Piero concepiva l’evoluzione umana come un processo dovuto alle innate facoltà e talenti della razza. La vita privata di Piero a stretto contatto con la natura; egli non voleva che gli si potassero le piante in giardino, i fichi dovevano continuare a crescere sui suoi alberi; preferiva a volte la carne cruda e mangiava fino a cinquanta uova sode al giorno. Non per una questione di economia, ma perché inconsciamente si discostava ed evitava quell’elemento che lo affascinava e allo stesso tempo lo atterriva, perché sancì il momento del distacco dell’uomo dallo stato di Natura: il fuoco. I suoi quadri glorificano gli dèi e i semidei classici che non erano creatori, come il biblico Geovah, ma incarnavano e rivestivano i principî naturali e indispensabili al progresso dell’umanità. Piero di Cosimo simpatizzava lietamente con l’elevarsi dell’umanità al di sopra della bestiale durezza dell’età della pietra, ma si rammaricava di ogni passo che andasse al di là di quella fase innocente, che egli avrebbe definito il regno di Vulcano e Dioniso. Per lui la civiltà significava un regno di bellezza e di felicità, finché l’uomo restasse in stretto contatto con la Natura; ma un incubo di oppressione, bruttezza e miseria non appena l’uomo se ne fosse estraniato.
Assemblato da Preistoria Umana in due cicli pittorici di Piero di Cosimo e Rinascimento e Rinascenze di Erwin Panofsky e Le Vite di Giorgio Vasari.
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italian-malmostoso · 5 years ago
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Così, tanto per fare il punto ed evitare qualsiasi fraintendimento   
   Disegni di legge                                                             
Atto Senato n. 3240          XVI Legislatura            
Ratifica ed esecuzione del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (MES), con Allegati, fatto a Bruxelles il 2 febbraio 2012                  
         Titolo breve: Ratifica Trattato Meccanismo europeo di stabilità          
Seduta n. 764 del 12 luglio 2012 - Votazione elettronica
            Oggetto: Votazione finale            
L'Assemblea del Senato «vota normalmente per alzata di mano». È quanto detta l'articolo 113 (secondo comma) del Regolamento del Senato. Come specificato nel titolo, le votazioni elencate in questa pagina sono quelle avvenute mediante il dispositivo elettronico. Per tutte le informazioni sui sistemi di voto in vigore in Senato, vedi gli articoli del Regolamento dal 107 al 120 (Capo XIII)
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Presidente: Emma BONINO
Presenti: 229
In congedo o in missione: 13                
Numero legale: 154                
Maggioranza: 114
Votanti: 227                
Favorevoli: 191
Contrari: 21
Astenuti: 15
Esito: Approvato
Hanno votato a favore:
(elenco)
   ADAMO Marilena,    PD
   AGOSTINI Mauro,    PD
   ALBERTI CASELLATI Maria Elisabetta,    PdL
   ALICATA Bruno,    PdL
   AMATI Silvana,    PD
   AMORUSO Francesco Maria,    PdL
   ANDRIA Alfonso,    PD
   ANTEZZA Maria,    PD
   ARMATO Teresa,    PD
   ASTORE Giuseppe,    Misto
   AUGELLO Andrea,    PdL
   AZZOLLINI Antonio,    PdL
   BAIO Emanuela,    Per il Terzo Polo:ApI-FLI
   BALBONI Alberto,    PdL
   BALDINI Massimo,    PdL
   BARBOLINI Giuliano,    PD
   BARELLI Paolo,    PdL
   BASSOLI Fiorenza,    PD
   BASTICO Mariangela,    PD
   BENEDETTI VALENTINI Domenico,    PdL
   BERTUZZI Maria Teresa,    PD
   BETTAMIO Giampaolo,    PdL
   BIANCO Enzo,    PD
   BIANCONI Laura,    PdL
   BIONDELLI Franca,    PD
   BLAZINA Tamara,    PD
   BODEGA Lorenzo,    Misto
   BONFRISCO Anna Cinzia,    PdL
   BOSCETTO Gabriele,    PdL
   BOSONE Daniele,    PD
   BRUNO Franco,    Per il Terzo Polo:ApI-FLI
   BUBBICO Filippo,    PD
   BURGARETTA APARO Sebastiano,    PdL
   BUTTI Alessio,    PdL
   CABRAS Antonello,    PD
   CALIENDO Giacomo,    PdL
   CALIGIURI Battista,    PdL
   CARDIELLO Franco,    PdL
   CARLONI Anna Maria,    PD
   CARRARA Valerio,    CN:GS-SI-PID-IB-FI
   CASOLI Francesco,    PdL
   CASSON Felice,    PD
   CASTRO Maurizio,    PdL
   CECCANTI Stefano,    PD
   CERUTI Mauro,    PD
   CHIURAZZI Carlo,    PD
   COLOMBO Emilio,    UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI
   COMPAGNA Luigi,    PdL
   CONTI Riccardo,    PdL
   CONTINI Barbara,    Per il Terzo Polo:ApI-FLI
   COSENTINO Lionello,    PD
   D'ALI' Antonio,    PdL
   D'ALIA Gianpiero,    UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI
   D'AMBROSIO LETTIERI Luigi,    PdL
   DE ANGELIS Candido,    Per il Terzo Polo:ApI-FLI
   DE ECCHER Cristano,    PdL
   DE FEO Diana,    PdL
   DE LILLO Stefano,    PdL
   DE LUCA Cristina,    Per il Terzo Polo:ApI-FLI
   DE LUCA Vincenzo,    PD
   DE SENA Luigi,    PD
   DEL VECCHIO Mauro,    PD
   DELLA SETA Roberto,    PD
   DI GIACOMO Ulisse,    PdL
   DI GIOVAN PAOLO Roberto,    PD
   DI STEFANO Fabrizio,    PdL
   DIGILIO Egidio,    Per il Terzo Polo:ApI-FLI
   DINI Lamberto,    PdL
   DONAGGIO Cecilia,    PD
   D'UBALDO Lucio Alessio,    PD
   ESPOSITO Giuseppe,    PdL
   FASANO Enzo,    PdL
   FAZZONE Claudio,    PdL
   FERRANTE Francesco,    PD
   FERRARA Mario,    CN:GS-SI-PID-IB-FI
   FINOCCHIARO Anna,    PD
   FLERES Salvo,    CN:GS-SI-PID-IB-FI
   FOLLINI Marco,    PD
   FONTANA Cinzia Maria,    PD
   FOSSON Antonio,    UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI
   FRANCO Vittoria,    PD
   GALIOTO Vincenzo,    UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI
   GALPERTI Guido,    PD
   GARAVAGLIA Mariapia,    PD
   GARRAFFA Costantino,    PD
   GASPARRI Maurizio,    PdL
   GENTILE Antonio,    PdL
   GERMONTANI Maria Ida,    Per il Terzo Polo:ApI-FLI
   GHEDINI Rita,    PD
   GIAI Mirella,    UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI
   GIARETTA Paolo,    PD
   GIORDANO Basilio,    PdL
   GRAMAZIO Domenico,    PdL
   GUSTAVINO Claudio,    UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI
   ICHINO Pietro,    PD
   INCOSTANTE Maria Fortuna,    PD
   IZZO Cosimo,    PdL
   LADU Silvestro,    PdL
   LATORRE Nicola,    PD
   LATRONICO Cosimo,    PdL
   LAURO Raffaele,    PdL
   LEDDI Maria,    PD
   LEGNINI Giovanni,    PD
   LENNA Vanni,    PdL
   LICASTRO SCARDINO Simonetta,    PdL
   LIVI BACCI Massimo,    PD
   LUMIA Giuseppe,    PD
   MAGISTRELLI Marina,    PD
   MARCENARO Pietro,    PD
   MARCUCCI Andrea,    PD
   MARINARO Francesca Maria,    PD
   MARINO Mauro Maria,    PD
   MAZZARACCHIO Salvatore,    PdL
   MAZZUCONI Daniela,    PD
   MENARDI Giuseppe,    CN:GS-SI-PID-IB-FI
   MERCATALI Vidmer,    PD
   MICHELONI Claudio,    PD
   MILANA Riccardo,    Per il Terzo Polo:ApI-FLI
   MILONE Giuseppe,    PdL
   MOLINARI Claudio,    Per il Terzo Polo:ApI-FLI
   MONACO Francesco,    PD
   MONGIELLO Colomba,    PD
   MORANDO Enrico,    PD
   MORRI Fabrizio,    PD
   MUSI Adriano,    PD
   MUSSO Enrico,    UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI
   NEGRI Magda,    PD
   NEROZZI Paolo,    PD
   NESPOLI Vincenzo,    PdL
   NESSA Pasquale,    PdL
   ORSI Franco,    PdL
   PALMA Nitto Francesco,    PdL
   PALMIZIO Elio Massimo,    CN:GS-SI-PID-IB-FI
   PARAVIA Antonio,    PdL
   PASSONI Achille,    PD
   PASTORE Andrea,    PdL
   PEGORER Carlo,    PD
   PERDUCA Marco,    PD
   PERTOLDI Flavio,    PD
   PETERLINI Oskar,    UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI
   PICCIONI Lorenzo,    PdL
   PICHETTO FRATIN Gilberto,    PdL
   PIGNEDOLI Leana,    PD
   PISCITELLI Salvatore,    CN:GS-SI-PID-IB-FI
   PONTONE Francesco,    PdL
   PORETTI Donatella,    PD
   POSSA Guido,    PdL
   PROCACCI Giovanni,    PD
   RANDAZZO Nino,    PD
   RIZZOTTI Maria,    PdL
   ROILO Giorgio,    PD
   ROSSI Paolo,    PD
   RUSCONI Antonio,    PD
   RUSSO Giacinto,    Per il Terzo Polo:ApI-FLI
   RUTELLI Francesco,    Per il Terzo Polo:ApI-FLI
   SACCOMANNO Michele,    PdL
   SACCONI Maurizio,    PdL
   SAIA Maurizio,    CN:GS-SI-PID-IB-FI
   SALTAMARTINI Filippo,    PdL
   SANCIU Fedele,    PdL
   SANNA Francesco,    PD
   SANTINI Giacomo,    PdL
   SARO Giuseppe,    PdL
   SARRO Carlo,    PdL
   SCANU Gian Piero,    PD
   SCARPA BONAZZA BUORA Paolo,    PdL
   SERAFINI Anna Maria,    PD
   SERAFINI Giancarlo,    PdL
   SERRA Achille,    UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI
   SIBILIA Cosimo,    PdL
   SIRCANA Silvio Emilio,    PD
   SOLIANI Albertina,    PD
   SPADONI URBANI Ada,    PdL
   SPEZIALI Vincenzo,    PdL
   STRADIOTTO Marco,    PD
   TANCREDI Paolo,    PdL
   TEDESCO Alberto,    Misto
   TOFANI Oreste,    PdL
   TOMASELLI Salvatore,    PD
   TONINI Giorgio,    PD
   TOTARO Achille,    PdL
   VALDITARA Giuseppe,    Per il Terzo Polo:ApI-FLI
   VALENTINO Giuseppe,    PdL
   VICECONTE Guido,    PdL
   VIESPOLI Pasquale,    CN:GS-SI-PID-IB-FI
   VILLARI Riccardo,    CN:GS-SI-PID-IB-FI
   VIMERCATI Luigi,    PD
   VITALI Walter,    PD
   VIZZINI Carlo,    UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI
   ZANDA Luigi,    PD
   ZANOLETTI Tomaso,    PdL
Hanno votato contro:
(elenco)
   ADERENTI Irene,    LNP
   BRICOLO Federico,    LNP
   CALDEROLI Roberto,    LNP
   CARUSO Antonino,    PdL
   CASTELLI Roberto,    LNP
   DAVICO Michelino,    LNP
   DIVINA Sergio,    LNP
   FRANCO Paolo,    LNP
   GARAVAGLIA Massimo,    LNP
   LANNUTTI Elio,    IdV
   LEONI Giuseppe,    LNP
   MARAVENTANO Angela,    LNP
   MAZZATORTA Sandro,    LNP
   MONTANI Enrico,    LNP
   MURA Roberto,    LNP
   PITTONI Mario,    LNP
   RIZZI Fabio,    LNP
   TORRI Giovanni,    LNP
   VACCARI Gianvittore,    LNP
   VALLARDI Gianpaolo,    LNP
   VALLI Armando,    LNP
Si sono astenuti:
(elenco)
   ALLEGRINI Laura,    PdL
   ASCIUTTI Franco,    PdL
   BORNACIN Giorgio,    PdL
   CAFORIO Giuseppe,    IdV
   CAMBER Giulio,    PdL
   CARLINO Giuliana,    IdV
   DE TONI Gianpiero,    IdV
   LI GOTTI Luigi,    IdV
   MALAN Lucio,    PdL
   MASCITELLI Alfonso,    IdV
   MESSINA Alfredo,    PdL
   PEDICA Stefano,    IdV
   PINZGER Manfred,    UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI
   PISTORIO Giovanni,    Misto
   THALER AUSSERHOFER Helga,    UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI
In congedo o in missione:
(elenco)
   BERSELLI Filippo,    PdL
   CHITI Vannino,    PD
   CIAMPI Carlo Azeglio,    Misto
   CIARRAPICO Giuseppe,    PdL
   DELL'UTRI Marcello,    PdL
   GAMBA Pierfrancesco Emilio Romano,    PdL
   MONTI Mario,    Misto
   MORRA Carmelo,    PdL
   MUGNAI Franco,    PdL
   OLIVA Vincenzo,    Misto
   PERA Marcello,    PdL
   SANGALLI Gian Carlo,    PD
   SCIASCIA Salvatore,    PdL
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inarteziogio · 2 years ago
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djs-party-edm-italia · 2 years ago
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Il 2 settembre 2022 Gué @ Molo - Brescia
Guè, ovvero il celeberrimo rapper italiano Guè Pequeno, il 2 settembre 2022 è sul palco del Molo - Brescia. E' un grande evento, per un'estate a cinque stelle per il locale bresciano, capace di far divertire i giovani di Brescia e non solo 3 notti a settimana, da giugno a settembre. Sul palco a Brescia anche Jay K (dj) ed altri artisti. Parte dell'evento anche il collettivo Rehab in Town. Il party è in collaborazione con Italian Optic Brescia.
Su Instagram Guè ha 2.1 milioni di follower, ma la quantità di fan e seguito non racconta bene quanto Cosimo Fini, questo il suo vero nome, classe 1980, sia unico nello scenario del rap italiano. Fa parte senz'altro della 'old school' di questo genere musicale per la sua attività solista e con Sacre Scuole e Club Dogo, ma resta totalmente attuale con i suoi brani e album come "Gvesvs", ascoltato milioni e milioni di volte su Spotify e non solo.  Su Spotify "Chico", il brano più ascoltato di questo artista, interpretato con Luchè e Rose Villain, è stato ascoltato ben 75 milioni di volte ed ha un ritmo decisamente latin... 
Gué su Instagram 
https://www.instagram.com/therealgue/
Gué su Spotify
https://open.spotify.com/artist/7F2utINZ6tSokSiZTQBE27?si=IGAsJKCpRr2Q88fCWcKNBQ
Molo - Brescia
via Sorbanella 23 Brescia A4: Brescia Ovest
https://www.instagram.com/molo_brescia/
https://www.facebook.com/molo.brescia/
info: 333 210 5400
Ingresso con consumazione: 15 euro venerdì e sabato, 10 euro il giovedì
E' un'estate magica, tutta da vivere con gli amici con il sorriso sulle labbra, quella che è iniziata venerdì 13 e sabato 14 maggio al Molo di Brescia. Lo slogan è il titolo di una scanzonata hit anni '90 degli italianissimi Playahitty: The Summer is magic! In realtà, in inglese, si dovrebbe dire Summer is magic, senza the... ma chi se ne importa. Il ritmo è alto, fa finalmente e ci si può divertire.... fino a settembre '22 inoltrato, si balla per oltre 60 serate tutte da vivere. In città, senza fare chilometri e chilometri per poter ballare bene e/o bere qualcosa di nuovo in un grande e curato giardino. Ogni giovedì, venerdì e sabato... e spesso anche la domenica sera.
Gran parte del Molo - Brescia è stata appena rinnovata: l'impianto luci ed il grande ledwall, i banchi bar, i servizi... tutta la struttura è quindi perfetta per far passare serate da sogno ai ragazzi di Brescia e non solo. Nel corso dell'estate al Molo si esibiscono artisti italiani ed internazionali che verranno annunciati via via nel corso della stagione, nomi davvero importanti... 
Il weekend del Molo - Brescia inizia già il giovedì sera, con il party Frìo. E' forse l'appuntamento più "up" della settimana. E' una festa dedicata a chi vuol iniziare il fine settimana con qualche ora d'anticipo e continuare a diversi anche dopo l'aperitivo o la cena in città con i propri amici. Si balla e ci si diverte, già dalle 21:30 e fino alle 02:30. 
Ogni venerdì invece al Molo - Brescia ecco Friday Format, una festa decisamente scatenata che propone i migliori party format in circolazione: ad esempio, spesso al Molo arriverà lo crew di Vida Loca, lo scatenato evento pop che mette sul palco un vero corpo di ballo ed ottimi dj come Tommy Luciani e Giulia Alberti. Non è tutto: ecco infatti appuntamenti come Random, 90 in Wonderland, TRL e tanti dj internazionali. 
Il sabato del Molo - Brescia è dedicato anche ai più giovani (dai 16 anni in su) e mette in console, accanto ai resident, super dj come Botteghi, Stefano Pain e tanti altri. I sabati da ballare sono tanti, per fortuna. Si balla fino al 24 settembre.
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tarditardi · 2 years ago
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2/9 Gué sul palco del Molo - Brescia
Guè, ovvero il celeberrimo rapper italiano Guè Pequeno, il 2 settembre 2022 è sul palco del Molo - Brescia. E' un grande evento, per un'estate a cinque stelle per il locale bresciano, capace di far divertire i giovani di Brescia e non solo 3 notti a settimana, da giugno a settembre. Sul palco a Brescia anche Jay K (dj) ed altri artisti. Parte dell'evento anche il collettivo Rehab in Town. Il party è in collaborazione con Italian Optic Brescia.
Su Instagram Guè ha 2.1 milioni di follower, ma la quantità di fan e seguito non racconta bene quanto Cosimo Fini, questo il suo vero nome, classe 1980, sia unico nello scenario del rap italiano. Fa parte senz'altro della 'old school' di questo genere musicale per la sua attività solista e con Sacre Scuole e Club Dogo, ma resta totalmente attuale con i suoi brani e album come "Gvesvs", ascoltato milioni e milioni di volte su Spotify e non solo.  Su Spotify "Chico", il brano più ascoltato di questo artista, interpretato con Luchè e Rose Villain, è stato ascoltato ben 75 milioni di volte ed ha un ritmo decisamente latin... 
Gué su Instagram 
https://www.instagram.com/therealgue/
Gué su Spotify
https://open.spotify.com/artist/7F2utINZ6tSokSiZTQBE27?si=IGAsJKCpRr2Q88fCWcKNBQ
Molo - Brescia
via Sorbanella 23 Brescia A4: Brescia Ovest
https://www.instagram.com/molo_brescia/
https://www.facebook.com/molo.brescia/
info: 333 210 5400
Ingresso con consumazione: 15 euro venerdì e sabato, 10 euro il giovedì
E' un'estate magica, tutta da vivere con gli amici con il sorriso sulle labbra, quella che è iniziata venerdì 13 e sabato 14 maggio al Molo di Brescia. Lo slogan è il titolo di una scanzonata hit anni '90 degli italianissimi Playahitty: The Summer is magic! In realtà, in inglese, si dovrebbe dire Summer is magic, senza the... ma chi se ne importa. Il ritmo è alto, fa finalmente e ci si può divertire.... fino a settembre '22 inoltrato, si balla per oltre 60 serate tutte da vivere. In città, senza fare chilometri e chilometri per poter ballare bene e/o bere qualcosa di nuovo in un grande e curato giardino. Ogni giovedì, venerdì e sabato... e spesso anche la domenica sera.
Gran parte del Molo - Brescia è stata appena rinnovata: l'impianto luci ed il grande ledwall, i banchi bar, i servizi... tutta la struttura è quindi perfetta per far passare serate da sogno ai ragazzi di Brescia e non solo. Nel corso dell'estate al Molo si esibiscono artisti italiani ed internazionali che verranno annunciati via via nel corso della stagione, nomi davvero importanti... 
Il weekend del Molo - Brescia inizia già il giovedì sera, con il party Frìo. E' forse l'appuntamento più "up" della settimana. E' una festa dedicata a chi vuol iniziare il fine settimana con qualche ora d'anticipo e continuare a diversi anche dopo l'aperitivo o la cena in città con i propri amici. Si balla e ci si diverte, già dalle 21:30 e fino alle 02:30. 
Ogni venerdì invece al Molo - Brescia ecco Friday Format, una festa decisamente scatenata che propone i migliori party format in circolazione: ad esempio, spesso al Molo arriverà lo crew di Vida Loca, lo scatenato evento pop che mette sul palco un vero corpo di ballo ed ottimi dj come Tommy Luciani e Giulia Alberti. Non è tutto: ecco infatti appuntamenti come Random, 90 in Wonderland, TRL e tanti dj internazionali. 
Il sabato del Molo - Brescia è dedicato anche ai più giovani (dai 16 anni in su) e mette in console, accanto ai resident, super dj come Botteghi, Stefano Pain e tanti altri. I sabati da ballare sono tanti, per fortuna. Si balla fino al 24 settembre.
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storiarte · 2 years ago
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Il Rinascimento italiano
Firenze, Urbino, Padova, Mantova e Venezia
Firenze
Dal 1434 Cosimo de Medici governa la città con un regime di compromesso, che dà una svolta nettamente aristocratica alla cultura e ai gusti artistici cittadini: quella medicea diventa una vera e propria corte, dalla cultura elitaria neoplatonica. Ma anche la committenza privata prende nuovo slancio e la città diventa un grande laboratorio di proposte pittoriche, che si esercitano sui generi religiosi e profani più vari.
I più importanti artisti furono:
Beato Angelico (1395-1455)
Filippo Lippi (1406-1469)
Domenico Veneziano (1410-1461)
Leon Battista Alberti (1404-1472)
Di seguito sono riportate alcune delle loro più importanti opere
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L' Annunciazione è un'opera di fra Giovanni da Fiesole detto Beato Angelico (tempera su tavola, 154x194 cm il pannello centrale, 194x194 compresa la predella) conservata nel Museo del Prado a Madrid e databile alla metà degli anni trenta del Quattrocento. L'opera è probabilmente la terza di una serie di tre grandi tavole dell'Annunciazione dipinte dall'Angelico negli anni trenta del Quattrocento; le altre due sono l'Annunciazione di Cortona e l'Annunciazione di San Giovanni Valdarno. La datazione non è però concorde ed alcuni storici dell'arte invertono la serie, proponendo la tavola del Prado come la prima.
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Madonna col Bambino e due angeli, di Filippo Lippi (Firenze 1406 c. – Spoleto 1469). E’ l’opera più celebre di Filippo Lippi, caratterizzata dalla straordinaria spontaneità della rappresentazione. La Madonna siede su un trono di cui si intravede solo il morbido cuscino ricamato e il bracciolo intagliato, intenta a contemplare il figlio verso il quale rivolge un gesto di preghiera. L’espressione è dolce e indulgente, ma quasi malinconica, come se la madre presagisse il doloroso destino del figlio. Il piccolo Gesù, coperto solo dalle fasce, risponde allo sguardo di Maria e protende le braccia verso di lei, sostenuto da due angeli. Quello in primo piano rivolge lo sguardo all’esterno, a coinvolgere lo spettatore, con volto sorridente. Il taglio ravvicinato, con le figure poco più che a mezzo busto raccolte nell’esiguo spazio delimitato dalla cornice in pietra serena, rende la composizione simile a numerosi rilievi scultorei eseguiti dagli scultori fiorentini coevi di Filippo Lippi. La finestra si apre davanti a un vasto e vario paesaggio affacciato sul mare, con rocce, vegetazione, edifici. L’immagine sacra è tradotta con profonda umanità, conferita sia dall’espressione degli affetti che dalla scelta delle vesti e delle acconciature, ispirate alla moda coeva: raffinatissima quella della Vergine, con una coroncina di perle e veli intrecciati ai capelli, come le nobildonne fiorentine del secondo Quattrocento. Le aureole sono appena accennate, sottili cerchi e raggi di luce che non coprono il paesaggio retrostante. Non ha finora trovato conferma l’ipotesi che il volto della Vergine sia quella di Lucrezia Buti, la giovane monaca pratese che divenne moglie di Filippo Lippi. La composizione ebbe fin da subito grande successo e fu presa a modello da molti artisti, fra i quali il giovane Botticelli, allievo del frate pittore. Non sappiamo tuttavia quale fosse l’originaria destinazione di questa immagine sacra; le prime notizie note risalgono alla fine del XVIII secolo, quando si trovava nella Villa medicea del Poggio Imperiale a Firenze.
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“Polittico dell’Annunciazione della Chiesa di San Lorenzo” di Filippo Lippi
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Madonna col Bambino e storie della vita di sant’Anna di Filippo Lippi (Firenze 1406 ca. – Spoleto 1469), realizzato nel 1452-1453 c.
Tra le composizioni di tema sacro più originali del primo Rinascimento, il dipinto presenta in primo piano la Vergine in trono con il Bambino seduto sulle sue ginocchia, in atto di staccare chicchi dalla melagrana che la madre gli porge, simbolo di fertilità e premonizione della Passione. Alle spalle del tradizionale gruppo della Vergine col Bambino, all’interno di un palazzo, sono ambientati due episodi della vita di sant’Anna, madre di Maria. A destra sulla scala, è narrato l’incontro di Anna con il marito Gioacchino, mentre a sinistra è illustrata la nascita della Vergine, con la puerpera nel letto circondata da donne affaccendate che la accudiscono, si prendono cura della neonata e recano doni: è uno scorcio veritiero sulla vita quotidiana femminile dei ceti più abbienti nel XV secolo. Le diverse grandezze delle figure (più piccole quelle di Gioacchino e Anna nell’episodio dell’incontro, intermedie quelle dei personaggi che partecipano alla nascita di Maria e poi grandi quelle della Madonna col Bambino poste in primo piano) misurano, oltre alla profondità spaziale, la distanza temporale che separa i tre momenti. Filippo Lippi riesce ad armonizzare le singole parti della storia, narrata con straordinaria sintesi narrativa e unificata dalla complessa architettura di gusto rinascimentale. Si tende a porre in rapporto l’opera con alcuni documenti del 1452-1453 in cui Filippo Lippi risulta incaricato di eseguire un tondo per Leonardo Bartolini Salimbeni (1404-1479), verosimilmente destinato alla sua residenza: la forma circolare caratterizzava spesso le immagini sacre di destinazione domestica nel corso del Quattrocento e anche i temi rappresentati bene si addicono ad un ambito familiare. Sul retro della tavola è presente l’abbozzo di uno stemma raffigurante un grifo, finora non identificato.      
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L’Annunciazione di Domenico Veneziano è la parte centrale della predella, ora smembrata, della Pala di Santa Lucia de’ Magnoli. Domenico Veneziano, Annunciazione, 1442-48, tempera su tavola, 27 x 54 cm, Fitzwilliam Museum, Cambridge.
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La basilica di Santa Maria Novella, la cui facciata venne restaurata da Leon Battista Alberti, è una delle più importanti chiese di Firenze e sorge sull'omonima piazza. Se Santa Croce era ed è un centro antichissimo di cultura francescana e Santo Spirito ospitava l'ordine agostiniano, Santa Maria Novella era per Firenze il punto di riferimento per un altro importante ordine mendicante, i domenicani.
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Il palazzo Rucellai è uno dei migliori esempi di architettura quattrocentesca a Firenze, posto in via della Vigna Nuova 18. La sua facciata venne progettata da Leon Battista Alberti e fu il primo di una serie di importanti interventi architettonici che l'architetto e teorico del Rinascimento eseguì per la famiglia Rucellai.
Il palazzo, commissionato dal ricco mercante Giovanni Rucellai, fu costruito tra il 1446 e il 1451 da Bernardo Rossellino, su disegno di Leon Battista Alberti, che era legato al Rucellai da amicizia e da affinità culturale. L'Alberti curò solo un intervento parziale, con gli ambienti interni composti da edifici diversi e irregolari, che richiesero una concentrazione, anziché sul volume, sulla facciata, completata verso il 1465.
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Palazzo Medici Riccardi si trova a Firenze al numero 3 di quella che per la sua ampiezza si chiamava Via Larga, oggi via Cavour, ed è l'attuale sede del Consiglio metropolitano. Il palazzo è un'opera del Michelozzo, commissionata dal patriarca delle fortune dei Medici, Cosimo il Vecchio. In un primo momento Cosimo aveva chiesto un progetto a Brunelleschi, ma, essendo un fine uomo politico, lo scartò per la sua troppa magnificenza che avrebbe senz'altro scatenato le invidie dei concittadini.
Urbino
Il Rinascimento a Urbino fu una delle declinazioni fondamentali del primo Rinascimento italiano. Durante la signoria di Federico da Montefeltro, dal 1444 al 1482, si sviluppò a corte un clima artistico fertile e vitale, grazie agli scambi culturali con numerosi centri della penisola e anche esteri, soprattutto fiamminghi. Il movimento culturale a Urbino si esauriva all'interno della corte, attorno al suo raffinatissimo principe, e pur elaborando soluzioni avanzatissime e d'avanguardia, non generò una vera e propria scuola locale, anche per il ricorso soprattutto ad artisti stranieri[1]. Nonostante ciò il linguaggio urbinate, in virtù proprio della circolazione degli artisti, conobbe un'ampia diffusione, che ne fece una delle declinazioni chiave del Rinascimento italiano. Tra le caratteristiche base della sua cultura umanistica ci furono il tono inconfondibile fatto di misura e rigore, che ebbe protagonisti come Piero della Francesca, Luciano Laurana, Giusto di Gand, Pedro Berruguete, Francesco di Giorgio Martini, Fra Diamante.
Di seguito sono riportate alcune delle più importanti opere di questi autori:
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Il Palazzo Ducale di Urbino è uno dei più interessanti esempi architettonici ed artistici dell'intero Rinascimento italiano. È sede della Galleria nazionale delle Marche e del Museo Archeologico Lapidario. Infatti, il progetto più ambizioso di Federico da Montefeltro, uomo coltissimo e raffinato, fu la costruzione del Palazzo Ducale e di pari passo, la sistemazione urbanistica di Urbino, facendone la città "del principe". Prima degli interventi di Federico, la residenza ducale era un semplice palazzo sul colle meridionale, al quale si aggiungeva un vicino castellare, sull'orlo del dirupo verso la Porta Valbona.
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Lo Studiolo di Federico da Montefeltro è uno degli ambienti più celebri del Palazzo Ducale di Urbino, poiché oltre che essere un capolavoro di per sé, è l'unico ambiente interno del palazzo ad essere rimasto pressoché integro, permettendo di ammirare il gusto fastoso della corte urbinate di Federico. Venne realizzato tra il 1473 e il 1476, da artisti fiamminghi (Pedro Berreguete) appositamente chiamati a corte dal Duca. Con loro operarono vari artisti italiani, tra cui forse anche il celebre Melozzo da Forlì.
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franko09-sc-blog · 3 years ago
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Examen 2: Fase 1 Fichas
Obras y Artistas mencionados en la lectura 
Giorgio Vasari
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 Nació en Arezzo, actual Italia,en 1511, fue Arquitecto, pintor y teórico del arte italiano. Considerado uno de los primeros historiadores del arte, es célebre por sus biografías de artistas italianos, colección de datos, anécdotas, leyendas y curiosidades recogidas en su libro Las vidas de los más excelentes pintores, escultores y arquitectos. Como arquitecto, su obra principal fue el palacio de los Uffizi, en Florencia. Se le deben los frescos del gran salón del palacio de la Cancillería, en Roma (exaltación de la vida del papa Paulo III) y algunos de los frescos decorativos del Palazzo Vecchio de Florencia. Muere en 1574 en Florencia.
Miguel Ángel Buonarroti
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Fue un arquitecto, escultor y pintor italiano renacentista, nace en Caprese,provincia de Arezzo en 1475, su padre ingresa a Miguel Ángel a los 13 años en el taller del pintor Domenico Ghirlandaio, con dieciséis años  ya había realizado al menos dos esculturas en relieve, el Combate de los lapitas y los centauros y la Virgen de la Escalera. Años después, viajó a Roma, donde estudió las ruinas y estatuas de la antigüedad clásica que por entonces se estaban descubriendo.
Su estilo de juventud viene marcado por la gigantesca (4,34 metros) escultura en mármol del David (Academia, Florencia), realizada entre 1501 y 1504, tras su regreso a Florencia.
Paralelamente a su trabajo como escultor, Miguel Ángel tuvo la oportunidad de demostrar su pericia como pintor al encomendársele un fresco para el Salón de los Quinientos del Palazzo Vecchio, la Batalla de Cascina.
En 1505 interrumpió su trabajo en Florencia al ser llamado a Roma por el papa Julio II para realizar dos encargos. El más importante de ellos fue la decoración al fresco de la bóveda de la Capilla Sixtina, que le tuvo ocupado entre 1508 y 1512, veinticuatro años antes de comenzar, en 1536, el Juicio Final.
Como arquitecto no comenzó hasta 1519, cuando diseñó la fachada (no realizada) de la Iglesia de San Lorenzo en Florencia. Durante la década de 1520 diseñó también la Biblioteca Laurenciana, anexa a la citada iglesia.Su obra cumbre como arquitecto fue la Basílica de San Pedro. La dirección de las obras, iniciadas por Donato Bramante y continuadas, entre otros, por Antonio da Sangallo y Rafael, le fueron encomendadas por el Papa en 1546. Muere el 18 de febrero de 1564 a los 88 años.
Giulio Romano
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 Giulio Pippi más conocido como Giulio Romano nace en Roma, en 1499, fue un pintor, arquitecto y decorador italiano del siglo XVI, prominente alumno de Rafael, cuyas innovaciones en relación al clasicismo del alto Renacimiento ayudaron a definir el estilo definido como manierismo. En su juventud, como joven asistente en el estudio de Rafael, Giulio Romano trabajó en muchos frescos de las logias del Palacio Apostólico Vaticano, diseñados por su maestro, Tras la muerte de Rafael en 1520, Romano ayudó a completar los frescos sobre la vida de Constantino en el Palacio Apostólico, así como obras inconclusas de Rafael.Sus primeras obras arquitectónicas señalables fueron realizadas en Roma: la Villa Lante (1518-1521) edificada sobre la colina del Janículo para Baldasarre Tunni da Pescia, y el Palacio Stati-Maccarani. Su obra maestra de arquitectura y pintura de frescos es la residencia de verano de los duques de Mantua, el Palazzo Tè .
Donato d'Angelo Bramante
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Fue un Arquitecto y pintor italiano, nacio en Monte Asdruvaldo en 1444, heredero de Filippo Brunelleschi y Leon Battista Alberti e inspirador de muchas de las grandes figuras de la arquitectura posterior, de Sansovino a Antonio da Sangallo el Joven.Aprendió de Filippo Brunelleschi y Leon Battista Alberti el arte de la creación de espacios armoniosos y proporcionados, y añadió al estilo de aquéllos un interés nuevo por la perspectiva que le llevó a crear singulares efectos de profundidad y espacio en sus obras. En 1499, tras la caída de Ludovico Sforza, se trasladó a Roma, donde trabajó principalmente al servicio del papa Julio II. En 1503 proyectó el patio del Belvedere y en 1506 se hizo cargo del proyecto de la nueva basílica de San Pedro. Ninguna de las dos obras se llevó a cabo tal como Bramante había previsto. Donato Bramante intervino también en la sistematización de algunos barrios de Roma, ofreciendo con su palacio Caprini un nuevo prototipo de residencia urbana.Otra de sus Obras son:
1482–1486: Iglesia de Santa Maria presso San Satiro, Milán;
1492–1498: Santa Maria delle Grazie (claustro y ábside); Milán;
1501–1502: Palacio Caprini, Roma
1502 : San Pietro in Montorio, Roma
1504 : Santa Maria della Pace (claustro); Roma
Obras: 
Patio de los Uffizi y Columnata
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Demolido uno de los más antiguos barrios de la ciudad, Vasari realizó un monumental edificio con columnata en U, Para impedir el efecto desagradable de una fachada demasiado larga y monótona, Vasari la subdividió con un motivo recurrente, que le permitió resolver con elegancia la conexión de los dos extremos con el Palacio Viejo y con la Galería de los Lanzi, así como realizar la sensata solución del puente con arcadas en el fondo, enfrentado al Arno.Completada, con un notable esfuerzo financiero, la mayor parte de la construcción, Cosimo hizo que Vasari realizara otra obra ambiciosa: una vía de comunicación sobreelevada que empalmara Palacio Viejo y Palacio Pitti, su residencia oficial. Se trata del célebre Corredor Vasariano, un recorrido que, desde Palacio Viejo, atraviesa los Uffizi, bordea el río Arno sobre un pórtico, lo atraviesa sobre Puente Viejo y sigue hasta Palacio Pitti y los jardines de Boboli.
Biblioteca Laurenziana
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Arquitecto: Miguel Ángel
Construcción: 1524-1571
La Biblioteca Laurenciana o Medicea fue promovida por Julio de Médicis, posteriormente Papa con el nombre de Clemente VII, con la intención de albergar la colección literaria y manuscritos de la familia. es una de las bibliotecas más importantes de Florencia y de toda Italia. Es famosa por conservar aproximadamente 11.000 manuscritos.La biblioteca se situaba en el claustro de la basílica familiar de San Lorenzo, por lo que su espacio ya estaba delimitado. Miguel Ángel planteó un recorrido que transportarse al lector desde la tranquilidad del patio renacentista hasta la imponente Sala de Lecturas. La escalera proyectada por Miguel Ángel es la verdadera protagonista del vestíbulo de entrada ocupando casi dos tercios del espacio; es una escalera de tres tramos distintos que se encuentran en un pequeño descansillo para volver a arrancar unificados hasta la sala de lectura.
 Palazzo Farnese
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Construido por Antonio de Sangallo el Joven desde 1540 para el cardenal Alejandro Farnesio. Todavía hereda de los palacios florentinos del Quattrocento la horizontalidad de la fachada, remarcada por la prominente cornisa, y el cuadrado patio interior, pero únicamente en las cadenas de las esquinas se emplea el almohadillado y en las jambas de la portada.Miguel Ángel es responsable del balcón, el gran escudo de armas , las ventanas del piso superior y la cornisa de la fachada principal, así como del piso superior del cortile o patio principal, que es más manierista que alto renacentista. de moda. El interior está decorado con frescos de Annibale Carracci . El palacio ahora alberga la embajada de Francia.
Palazzo Te
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Ubicado en Mantua
Arquitecto: Giulio Romano
Construido entre 1524 y 1534 por encargo de Federico II Gonzaga
Es un edificio cuadrado con un gran patio cuadrado en el centro, una vez también decorado con un laberinto, con cuatro entradas en los cuatro lados,El sitio elegido fue el de los establos de la familia en Isola Del Te,  El nombre proviene de tejeto, la arboleda que una vez creció en lo que entonces era un islote en los pantanos alrededor del núcleo de la ciudad.
La caida de los Gigantes 
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El fresco de la Caída de los Gigantes fue pintado entre 1532 y 1535, cubriendo la sala desde las paredes hasta el techo con la representación ilusionista de la batalla entre los Gigantes que intentaban escalar al Olimpo y Zeus. La Sala dei Giganti es una de las salas con frescos más famosas del Palazzo Te, diseñada en Mantua por Giulio Romano.Es la sala principal del edificio. La característica más destacada de la sala es que la pintura cubre completa y continuamente todas las superficies disponibles: un solo fresco que coloca al espectador en el centro del evento narrado en la pintura. La habitación tiene una base cuadrada coronada por un techo abovedado. En la cúpula está representado Zeus quien, con un rayo, derrota a los Gigantes, retratados comenzando desde el piso mientras intentan ascender al Olimpo.
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giancarlonicoli · 4 years ago
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27 apr 2021 16:27
"MI VORREBBERO RAMINGO COI CAMPANELLI COME I LEBBROSI DEL MEDIO EVO" - LA LETTERA DEL 1973 CON CUI MONTANELLI RACCONTO' A SPADOLINI LA SUA CACCIATA DAL "CORRIERE" - PARLANDO DI PIERO OTTONE CHE LO SILURO' IN TANDEM CON GIULIA MARIA CRESPI SCRISSE: "QUANDO MI VOLTO È GIÀ SPROFONDATO IN UNA POLTRONA COL VISO INONDATO DI LACRIME (VERE!) MI DICE: 'SE AVESSI SAPUTO DI DOVER AFFRONTARE UN GIORNO COME QUESTO, NON AVREI ACCETTATO LA DIREZIONE DEL CORRIERE'" - LA TELEFONATA DI GIANNI AGNELLI, L'APPRODO A "LA STAMPA" E IL DESIDERIO DI VENDETTA CHE PORTO' ALLA FONDAZIONE DE "IL GIORNALE"
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Francesco Specchia per "Libero quotidiano"
«Soltanto un giornalista». Quando mio figlio Gregorio Indro (sì l'ho chiamato così, e appena ha cominciato a leggere, gli ho fornito la mia copia autografata de «Il generale Della Rovere») mi chiese per la prima volta chi fosse Indro Montanelli risposi con l'incisione che il Maestro invocava, vezzosamente, sopra la sua lapide. Soltanto un giornalista.
Credo sia un dovere morale richiamare, a intervalli regolari, come un mantra, il Vecchio Cilindro. Il suo ricordo dev'essere un fuoco in grado di ardere in ogni occasione, un memento professionale, una botta etica che arriva quando l'abisso italiano di questo mestiere cerca d'ingoiarti. Diciamo che per me è un rito.
Ogni volta che esce un libro sul vecchio Cilindro occorre porgerlo alle generazioni future, anche se non si è Shakespeare, Foscolo o E.L. Master, pensando al fatto che qualcosa resterà. Mio figlio, di anni nove, mi odia. Perché ora ci sono due scuse per perpetuare la liturgia. Una lettera e un libro.
La prima è una missiva inedita di Montanelli datata 30 ottobre 1973, indirizzata all'amico Giovanni Spadolini e pubblicata ora dal Giorno (ripresa a sua volta dalla rivista Nuova Antologia, diretta dallo storico Cosimo Ceccuti). Si tratta di un foglio in cui il giornalista ricostruisce in maniera minuziosa gli eventi e i passaggi dell'interruzione del suo lungo rapporto, avvenuto il 17 dello stesso mese, con il Corriere della Sera, protrattosi per quarant' anni.
«Caro Giovanni, mi vorrebbero ramingo coi campanelli come i lebbrosi del Medio Evo», scrive Montanelli (1909-2001) citando il suo direttore Piero Ottone in procinto di licenziarlo. «Quando mi volto è già sprofondato in una poltrona col viso inondato di lacrime (vere!) mi dice: "Se avessi saputo di dover affrontare un giorno come questo, non avrei accettato la direzione del Corriere, è il giorno più amaro della mia vita"».
VERITÀ AMARA
Poi Indro scoprirà che era stato proprio Ottone, in accordo con Giulia Maria Crespi, proprietaria del Corrierone, dai salotti della sinistra radical chic vicina agli ambienti eversivi, a volerlo metaforicamente morto. Infatti, non gli concesse nemmeno l'onore delle armi dell'articolo di commiato ai lettori. Il giorno dopo - resoconta sempre Montanelli a Spadolini - chiama Arrigo Levi, direttore de La Stampa, per invitare Indro a collaborare al quotidiano torinese.
Montanelli dubita che la proprietà de La Stampa (Agnelli, appunto) veda con favore l'offerta del direttore: «Gli dico che fa un passo falso perché ho tutti i motivi di ritenere che il suo padrone non approverà. Mi risponde che, come direttore, è lui che assume e licenzia, ma che comunque accerterà».
Dopo solo mezz' ora arriva da Levi la conferma: l'Avvocato è ben lieto dell'invito e pochi minuti dopo egli stesso chiama al telefono Montanelli per dargli il benvenuto a La Stampa. Aggiunge Indro: «Ci fu un diverbio fra Ottone e Levi». Il primo si lamentò che l'assunzione «fosse un atto sleale. Levi rispose: non ve l'ho portato via, siete voi che l'avete buttato sul lastrico. Dovevo lasciarcelo un giornalista come Montanelli?».
Nella lettera - conservata nelle carte personali di Spadolini- trapela per la prima volta il retroscena dettagliato di una storia nota; Montanelli con la sua «insolente capacità di scrittura» descrive gli sguardi dei colleghi che lo tengono vilmente a distanza di sicurezza; cita la coraggiosa solidarietà del caporedattore Di Bella, che poi diverrà anch'egli direttore dopo Ottone; fotografa il suo arrivo alla Stampa, sul tappetino rosso.
E fu proprio in quest' interregno da esiliato che Indro progettò la sua vendetta: la fondazione del Giornale Nuovo. E qui subentra il secondo atto della liturgia. Ossia l'uscita di Montanelli e il suo Giornale (Albatros, pp 233, euro 14,90 con prefazioni di Barbara Alberti e Francesco Giubilei) saggio a firma di Federico Bini che ripercorre una straordinaria stagione italiana iniziata il 25 giugno 1974, quella del Giornale. Partendo, quindi, sempre dalla figura di Montanelli, Bini ricostruisce la storia del quotidiano nato dalla vendetta attraverso le vite dei protagonisti.
Dalle pagine emergono testimonianze di grandi giornalisti ognuno interprete di un montanellismo di ritorno. Tra di essi Livio Caputo, Pasolini Zanelli, Tiziana Abate, Giancarlo Mazzuca, Roberto Crespi, Fedele Confalonieri, Roberto Gervaso, Vittorio Feltri, Maurizio Belpietro, Paolo Guzzanti, Giancarlo Perna, Pietrangelo Buttafuoco, Marcello Veneziani, Alessandro Sallusti.
Bini è giovane ma possiede un gusto per i talenti antichi. Ed è in grado di far riemergere ricordi leggendari per noi lettori della prim' ora. Gian Galeazzo Biazzi Vergani che ricorda Indro correggere i pezzi di Guido Piovene; Enzo Bettiza che faceva fuoriuscire diversi intellettuali da via Solferino per riversali nel nuovo giornale; Egisto Corradi che parlava il parmigiano per non farsi intercettare dai tedeschi in guerra. Dice Feltri: «Ho sempre cercato di leggere quelli bravi per tentare di rubare qualcosa. Montanelli è il numero uno. Mentre quella che ho stimato più di tutti è stata Oriana Fallaci». Soltanto un giornalista.
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toritravisowh · 5 years ago
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The Basilica of Santa Croce
The original structure is from 1212 when Saint Francis of Assisi visited Florence and chose this location to build a church. In 1294 Arnolfo di Cambio rebuilt Santa Croce for the Franciscan order. It is the largest Franciscan church in the world. To represent Saint Francis,the floorplan makes into his symbol: the Egyptian or Tau cross. What is so special about this basilica is that it is the burial place for the great and good in Florence. Michelangelo, Foscolo, Rossini, Machiavelli, and Galileo Galilei are buried there. A memorial to Dante is there, but it is actually empty because he was exiled from Florence. This gained it the name the Temple of the Italian Glories. There are also paintings done by Giotto in the Bardi chapel and other chapels, which shows scenes of Saint Francis and Saint John. The Annunciation by Donatello is on the south nave wall. The wealthy families of Florence had chapels built and decorated in their family's honor and would then dedicate it to a saint of their choosing. There are sixteen family chapels. Some of the chapels are from the Medici, the Bardi, the Castellani, the Baroncelli, the Peruzzi, the Alberti, the Rinuccini and the Pazzi families. The Chapel of the Noviciate was built by Michelozzo around 1445 for Cosimo de Medici. It was and is a great place of art and a memorial of the greats in Florence, which they knew during their time and is why they wanted to be a part of it in any way they could. Honestly what connection does Santa Croce not have to our course? The connections are endless, from Saint Francis, the Franciscan order, Michelangelo, Giotto, the Medicis, the Pazzis, and all the way to the Baroncellis (their son stabbed and killed one of the Medicis).
My choice matters today because look at all the people that are buried there and all the people who contributed to building a whole bunch of the church. Humans like me go there to see the burial place of the great Michelangelo and Galileo. We want to go see all the beautiful work done by Giotto and Donatello specifically for this basilica. All of these things make it so important to us because it is one of the many homes of great art.
It matters to me because I almost didn’t even get to go to this place. Two of my friends and I just happened to meet someone on our last full free day in Florence who told us about this place. I would not have even known this place was here without meeting those people and getting to go in and just being amazed by its quietness and beauty. There were just a handful of people there and at the time my group and I had no idea how much this place would tie into our class. We were just in awe. I know I wish that I knew all of these things when I went there so we could have appreciated it more. I also wish it would have been required for all of us to go there because my group was the only one from our main group that went there. But now after these lessons, I’m so thankful for the day where we had no idea what to do and just happened to get to go here. I appreciate this place so much more.
From this picture you can see how happy we were to be at such an awesome place and me just looking at the beautiful green grass and wondering how many dead people were standing on top of (underneath us there was a whole hallway of tombs).
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