#mes meccanismo europeo di stabilità
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IL MES STRUMENTO PER CAMBIARE GOVERNO MA NON SISTEMA
di Redazione Il MES non passa. La maggioranza non tiene. La Camera dei deputati, ha respinto giovedì 21 dicembre la proposta di legge di ratifica della riforma del Meccanismo europeo di stabilità (MES), il fondo istituito nel 2012 per fornire assistenza alle banche degli Stati europei in difficoltà finanziaria. I voti a favore sono 72 Partito Democratico, Azione e Italia Viva, 184 i contrari…
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Il commissario Ue all'Economia Gentiloni fiducioso sulla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) anche dall'Italia: "È utile come strumento, poi si potrà decidere di non usarlo" #ANSA Grazie Gentiloni per averci spiegato, senza volerlo, che il MES è non è come un cacciavite che se è utile lo si usa; è più come un caxxo: strumento utile da appoggiare, poi si decide se infilarlo o meno nell'orifizio - dicono tutti così.
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Presidente dell'Eurogruppo: 'Tutti i Paesi ratifichino il Mes'
“L’Unione bancaria deve ancora essere completata” e “in questo contesto sottolineiamo la necessità di finalizzare la riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) attraverso la ratifica del Trattato in tutti gli Stati membri”. Lo scrive il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, in una lettera inviata al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in vista dell’Eurosummit in…
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Conte contro Meloni: interviene il giurì per le dichiarazioni della Premier
Il panorama politico italiano è stato scosso da una controversia alimentata dalle dichiarazioni di Giorgia Meloni nei confronti del suo predecessore Giuseppe Conte. La questione riguarda direttamente l’operato di Conte durante la sua carica di presidente del Consiglio dei ministri, suscitando un dibattito acceso e la richiesta di chiarimenti da parte del diretto interessato. L’accusa di Meloni Il punto focale di questa disputa è stato l’accusa mossa da Meloni durante un intervento in Aula riguardo al meccanismo europeo di stabilità (Mes). Le parole incisive della leader di FdI hanno sottolineato un presunto comportamento discutibile di Conte, accusandolo di aver agito nell’oscurità e in maniera sfavorevole attraverso un presunto fax inviato dall’ex ministro Di Maio, allegando informazioni erronee. La situazione ha portato Giuseppe Conte a richiedere l’istituzione di un giurì d’onore per valutare se le dichiarazioni di Meloni abbiano compromesso la sua onorabilità. La decisione è stata approvata dal presidente della Camera, Fontana, dando così il via a un’indagine ufficiale sull’argomento. Il giurì esaminerà le dichiarazioni Il giurì d’onore incaricato di questa delicata valutazione sarà presieduto dal vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè. La commissione avrà il compito di esaminare attentamente le dichiarazioni di Meloni, verificando la veridicità dei fatti e se questi abbiano inferto danni a Conte. Tuttavia, è importante sottolineare che il giurì d’onore non possiede poteri sanzionatori. Il suo compito primario sarà quello di redigere una relazione esaustiva da presentare all’Aula parlamentare, la quale poi deciderà eventuali azioni da intraprendere.
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Nessun meccanismo di supporto per le banche italiane
No MES Meloni: impatto su banche, BTP ex Bce, spread. No MES dall’Italia di Meloni: l’ironia della sorte è che la bocciatura della ratifica della riforma del Meccanismo europeo di stabilità da parte della Camera potrebbe secondo qualcuno mettere in difficoltà proprio quelle banche che fonti di Palazzo Chigi hanno citato, ieri, a commento del voto dell’Aula. Non solo: esperti ed economisti parlano anche dell’effetto che quel no potrebbe avere sui titoli di stato italiani, dunque sui BTP e sullo spread. Riforma MES: il no di Meloni al backstop del Fondo di risoluzione unico All’indomani del voto della Camera, che ha spiazzato in primis chi credeva che alla fine la maggioranza avrebbe comunque ratificato la riforma del MES, nonostante l’opposizione manifestata più volte dal governo Meloni e dalla maggioranza, diverse sono le analisi su cosa potrebbe accadere ora all’Italia. Nel dire no al MES, l’Italia si conferma tuttora unico paese dell’Europa a non aver ratificato una riforma che viene considerata cruciale per mettere in sicurezza il sistema bancario europeo. A rimetterci, dunque, con quel voto alla Camera, è tutta l’Europa. Lo dice espressamente Bankitalia nella pagina dedicata a fugare tutti i dubbi su questo strumento, contro cui gli esponenti del governo Meloni, da tempo, hanno lanciato una vera e propria crociata: “La riforma attribuirebbe al MES una nuova funzione, quella di fornire una rete di sicurezza finanziaria (backstop) al Fondo di risoluzione unico (Single Resolution Fund, SRF) nell’ambito del sistema di gestione delle crisi bancarie”, spiega Palazzo Koch. L’Italia intanto si spacca tra chi plaude al voto della Camera e chi, invece, mette in evidenza una scelta suicida, che avrà gravi conseguenze per il paese, le sue banche e il suo debito. Per ora buy BTP, il sostegno dalle scommesse su tassi Bce Per ora, va detto, non c’è nessun effetto sui BTP e sullo spread BTP-Bund a 10 anni. La prospettiva di imminenti tagli dei tassi da parte della Bce di Christine Lagarde continua a sostenere i titoli di stato dell’area euro, che continuano a essere inondati di buy. Nella giornata di ieri, i tassi dei BTP a 10 anni sono scesi fino al 3,55%, al livello minimo dalla fine di agosto del 2022. Il risultato degli ultimi buy sui BTP (con contestuale discesa dei rendimenti), stando a quanto riporta Reuters, è che i titoli di stato a 10 anni si apprestano a terminare il mese di dicembre con il tonfo mensile dei tassi più forte dal 2013, pari a ben 64 punti base. Buy anche sui Bund tedeschi, con i rendimenti decennali che, nella sessione di ieri, sono capitolati al valore pià basso degli ultimi nove mesi, scendendo fino all’1,94%. Reuters ha ricordato che le aspettative di tassi di interesse più bassi, con l’arrivo di tagli da parte della Bce, si stanno “confermando un balsamo per l’Italia, alle prese con una mole di debito pubblico che si aggira attorno al 140% del Pil”. No MES e l’effetto su banche, ABI: ‘Con crisi useremo risorse nazionali’ Detto questo, cosa succederà ai BTP ma anche alle banche italiane con la decisione della Camera di dire no alla ratifica della riforma del MES? Antonio Patuelli, numero uno dell’ABI, ha spiegato che la conseguenza è che “senza il nuovo MES useremo le risorse nazionali per affrontare le crisi bancarie“. Cosa che tra l’altro è successo fino a oggi: “La questione non è entrare o meno nel Mes. Anche con il voto della Camera l’Italia continua a rimanere nel vecchio MES con tutti gli altri Paesi”, ha ricordato il numero uno dell’Associazione bancaria italiana. Patuelli ha fatto notare che il dibattito sul Meccanismo europeo di stabilità, in Italia, “si è caricato di eccessivi significati politici ed è per questo che non ci siamo mai pronunciati sul tema, nemmeno in occasione della nostra assemblea annuale”. In ogni caso, ha continuato il numero uno dell’ABI, “tutte le crisi bancarie dal 2015 a oggi sono state affrontate con risorse nazionali. Quella del Montepaschi con risorse di Stato e le altre con risorse delle banche concorrenti. Per fortuna adesso nessuno paventa più crisi bancarie, ma nei momenti più difficili, e in vigenza del vecchio MES, abbiamo fatto da noi. Abbiamo persino salvato la Popolare di Bari, che poi è andata allo Stato”. La frase fa capire dunque che, allo stato attuale delle cose, in caso di crisi bancarie l’Italia continuerà a far uso di risorse nazionali. E certo non si può dire che questa sia una buona notizia per i contribuenti italiani, che hanno già salvato il Monte di Stato Mps Monte dei Paschi di Siena, esempio citato tra l’altro proprio da Patuelli. No MES: scelta in vista delle elezioni europee 2024 Su Il Sole 24 Ore, nell’articolo “MES e Patto di stabilità: miopia istituzionale e incroci pericolosi“ Francesco Renne, commercialista e revisore, faculty member CUOA Business School, formatore in materie finanziarie e fiscali, commenta il no al MES mettendo in rilievo che “la partita ‘vera’, sotto il piano tecnico, non può che spostarsi dunque sul cd. MES ‘bancario’, cioè la vera novità del trattato in questione, che prevederebbe la possibilità di attivare i fondi in caso di crisi sistemiche bancarie, affiancandosi ai metodi ordinari europei (i.e. ‘bail in’) di risoluzione delle crisi bancarie stesse”. “In tal caso, in linea teorica, potrebbe ravvisarsi un segnale di ‘impossibilità finanziaria’ del singolo Paese nell’intervenire autonomamente, causando un rialzo del rischio percepito sul proprio debito pubblico”. Ma Renne scrive nella sua analisi, anche, che con il NO al MES “ci si dimentica che l’implementazione di un meccanismo ‘salva-banche’ europeo era una necessità (europea) per il completamento del quadro delle regole cd. di ‘unione bancaria’, teso alla definitiva creazione di un framework regolamentare finanziario comune (e condiviso) e, in tal senso, necessario anche alle nostre Banche nella competizione europea stessa”. Insomma, “il MES ‘condivisibile’ sacrificato sull’altare delle elezioni”, ha fatto notare l’esperto. Con No MES attenti a doom loop banche-BTP Il pericolo No MES per i BTP e dunque il rischio che senza lo strumento pensato per sostenere il Fondo di risoluzione unico i titoli di stato italiani finiscano sotto attacco è stato messo in evidenza in un articolo pubblicato su Domani anche dall‘economista Alessandro Penati. Penati ha ricordato il fenomeno del doom loop, ovvero l’abbraccio mortale tra i BTP e le banche. Queste ultime, per chi non lo ricordasse, detengono infatti in pancia una bella mole del debito pubblico italiano. “A chi ha votato in Parlamento rammento che le nostre banche detengono 665 miliardi di debito pubblico, a fronte di un patrimonio netto complessivo di 358 miliardi”, scrive Penati nell’articolo pubblicato su Domani “L’azzardo dei sovranisti fa crescere i rischi sui Btp”. Un fattore che rende le banche italiane vulnerabili a eventuali crisi del debito italiano. Penati spiega di fatto che, “in caso di crisi del nostro debito, il suo valore crollerebbe e trascinerebbe le banche italiane”. La crisi del debito infetterebbe le banche italiane, proprio a causa di quell’abbraccio mortale o anche relazione tossica, che esiste tra i BTP e gli istituti di credito. Relazione tossica ormai storica, che ha fatto scattare più volte sull’attenti il mondo degli investitori internazionali. Ma se una eventuale crisi del debito pubblico finisse per travolgere gli istituti di credito italiani, si chiede l’economista, “senza il MES, chi ricapitalizzerebbe le banche in crisi?��� Niente crisi del debito pubblico, per ora, così sembra. Ma, nel caso dell’Italia con casse dello Stato perennemente in affanno, Penati ha ricordato che gli investitori stranieri detengono 763 dei 2.844 miliardi di debito pubblico. E che, nel caso in cui l’area euro finisse per scivolare in recessione, questi investitori potrebbero orientare i loro buy su asset più sicuri, a fronte del riemergere del “problema della sostenibilità del debito pubblico dell’Italia”. Che dire inoltre di quegli istituzionali italiani, che detengono 345 miliardi di euro di debito pubblico? Come si può pensare che, in caso di crisi, la loro priorità sarebbe quella di blindare i BTP? Penati ricorda a tal proposito che “loro dovere è salvaguardare il risparmio dei clienti, non dare l’oro alla patria”. Stessa cosa le banche, con i loro bilanci intasati da 665 miliardi di debito, che, più che tutelare le casse dello Stato, devono “tutelare gli interessi degli azionisti, in prevalenza stranieri”. Dunque? In caso di crisi chi farebbe davvero da scudo ai BTP (e di conseguenza, a causa del doom loop), alle banche italiane? D’altronde i BTP, dunque i titoli di stato italiani, sono stati mollati ulteriormente dalla Bce di Christine Lagarde che, nel suo ultimo atto del 2023, ha annunciato la tempistica con cui manderà definitivamente in soffitta il PEPP, ovvero QE pandemico, dopo avere staccato già la spina al QE tradizionale. Read the full article
#AntonioPatuelli#Bancad'Italia#BTPexBce#Bundtedeschi#ChristineLagarde#GiancarloGiorgetti#GiorgiaMeloni#Mes#PalazzoKoch#SPREAD#spreadBTP-Bund
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Il MES - Meccanismo Europeo di stabilità: definizione, approvazioni, effetti, 24 dicembre 2023
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Quali potranno essere le conseguenze della non ratifica del MES?
La Camera mette la parola fine al tormentato percorso del Mes. Dopo mesi di dibattiti e rinvii a sorpresa la proposta di ratifica della riforma del Meccanismo europeo di stabilità presentata dalle opposizioni arriva al voto in Aula e viene bocciata da una parte della maggioranza che si divide, con Fdi e Lega che votano contro e Forza Italia che si astiene. Ma anche l'opposizione si divide, con Pd, Iv, Azione e +Europa che votano a favore, Alleanza Verdi Sinistra che si astiene e i Cinque Stelle, come ampiamente annunciato da Giuseppe Conte, che votano contro. La non ratifica del Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes) da parte dell'Italia potrebbe avere una serie di conseguenze, sia pratiche che politiche? Conseguenze pratiche della non ratificazione del MES La più immediata conseguenza è la fine del periodo transitorio durante il quale il Fondo di Risoluzione Unica (FRU), che ha il compito di gestire le crisi bancarie nell'area euro, è stato sostenuto attraverso linee di credito dei Paesi membri. A partire dal 31 dicembre 2023, il FRU dovrà essere interamente alimentato dai contributi delle banche europee. Questo potrebbe portare a una maggiore incertezza sul mercato finanziario, in quanto gli investitori potrebbero essere meno propensi a investire in banche europee con un livello di capitale insufficiente. In particolare, le banche italiane potrebbero essere le più colpite, in quanto il loro livello di capitale è già inferiore alla media europea. Una stima dell'Istituto per l'economia dei trasporti (Isfort) ha calcolato che la mancata ratifica del Mes potrebbe costare alle banche italiane fino a 30 miliardi di euro in termini di minore accesso al credito. Un'altra conseguenza pratica è che l'Italia non potrà accedere ai prestiti del MES in caso di crisi finanziaria. Il MES è un fondo di salvataggio che può fornire prestiti a Paesi membri dell'area euro in difficoltà. La mancata ratifica del MES significa che l'Italia non potrà contare su questo strumento di sicurezza in caso di necessità. In particolare, l'Italia potrebbe essere costretta a richiedere assistenza finanziaria al Fondo Monetario Internazionale (FMI), come avvenuto nel 2011. Tuttavia, i prestiti del FMI sono generalmente più costosi e impongono condizioni più stringenti rispetto a quelli del MES. Conseguenze politiche La mancata ratifica del Mes ha anche una serie di conseguenze politiche. In primo luogo, rappresenta un segnale di disaccordo dell'Italia con le politiche economiche dell'Unione Europea. In particolare, l'Italia ha criticato il MES per le sue condizioni stringenti, che impongono ai Paesi beneficiari tagli alla spesa e riforme strutturali. La mancata ratifica del Mes potrebbe quindi portare a un aumento delle tensioni tra l'Italia e l'Unione Europea. In secondo luogo, la mancata ratifica del MES potrebbe danneggiare la posizione dell'Italia all'interno dell'Unione Europea. L'Italia è uno dei Paesi fondatori dell'Unione Europea e ha sempre svolto un ruolo importante nelle sue istituzioni. La mancata ratifica del MES potrebbe essere interpretata come un segnale di debolezza dell'Italia e potrebbe rendere più difficile per il Paese ottenere i risultati che desidera nelle politiche europee. Possibili soluzioni Per evitare le conseguenze negative della non ratifica del Mes, l'Italia potrebbe tentare di raggiungere un accordo con gli altri Paesi membri dell'Unione Europea per modificare il testo del Mes. In particolare, l'Italia potrebbe chiedere di attenuare le condizioni stringenti imposte ai Paesi beneficiari, in modo da renderle più accettabili. Foto di angelo luca iannaccone da Pixabay Read the full article
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Secondo giorno del Consiglio europeo a Bruxelles: le dichiarazioni della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Secondo giorno del Consiglio europeo a Bruxelles: le dichiarazioni della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni La Presidente del Consiglio ha risposto ad alcune dichiarazioni dopo il secondo giorno del Consiglio europeo a Bruxelles, in merito ad alcune questioni sulla politica interna. “Non si è parlato di Mes, non è stato oggetto di questo dibattito. Non si può affrontare il tema di questo strumento se non si conosce la cornice. Il Mes richiama ai vecchi parametri del patto di stabilità. Non è utile da parte di nessuno porre questa questione adesso, non si può discutere finché non sappiamo qual è il quadro”, ha dichiarato la Presidente Giorgia Meloni in merito al Meccanismo Europeo di Stabilità. Sulla situazione del conflitto in Medio Oriente, la Premier Giorgia Meloni ha dichiarato che "Dobbiamo fare il nostro meglio per evitare un'escalation del conflitto e andare verso una soluzione strutturale sulla soluzione 'Due popoli, due Stati.” Nelle dichiarazioni espresse dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stato affrontato anche il tema della manovra fiscale, portata a Palazzo Chigi dal ministero dell’Economia. “Non ci sono stati ostacoli particolari” ed ha aggiunto che “nelle prossime ore arriverà in Parlamento”. Focus importante, secondo la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sul tema migrazioni e il potenziale rischio del terrorismo. “Si è parlato molto di economia a partire dalla Revisione di medio termine del bilancio pluriennale, nelle conclusioni del consiglio entrano due questioni molto care all'Italia: immaginare di trovare una soluzione entro la fine dell'anno e lavorare su una logica di pacchetto. In quel pacchetto per noi c'è una priorità che è quella della migrazione. Devo dire che è una priorità condivisa del Consiglio europeo, tutti sono d'accordo sul fatto che nuove risorse devono essere messe su questo capitolo", ha affermato la Premier. “Importante è stata tutta la parte che si è concentrata sulle migrazioni, dal tema dei rischi legati al terrorismo, ma entra nelle conclusioni la lettera che Von der Leyen ha inviato a tutti gli Stati sullo stato di attuazione pratica di una strategia promossa dall'Italia", ha dichiarato la Giorgia Meloni.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Il Mes for dummies: cos'è, le ragioni del sì e del no e perché Giorgia Meloni non lo vuole ratificare
(di Andrea Muratore – mowmag.com) – Nelle ultime settimane ha fatto molto discutere il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) e la sua riforma che l’Italia resta l’unica nazione a non aver ancora ratificato nell’Unione Europea. Giorgia Meloni ha messo in campo tutto il capitale politico del governo per bloccare il processo di ratifica di una riforma già duramente contestata quando,…
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Cos’è il Mes, come funziona e la posizione dell’Italia sul Meccanismo europeo di stabilità
DIRETTA TV 26 Giugno 2023 Il Mes, o Meccanismo europeo di stabilità, è un’organizzazione intergovernativa che gestisce un fondo, noto anche come fondo salva-Stati. Nel 2021 il suo regolamento è stato riformato, con l’approvazione anche dell’Italia. Ora, però, il governo italiano è l’ultimo rimasto a non aver ratificato quella riforma. 26 CONDIVISIONI Il Meccanismo europeo di stabilità, più…
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Si fa "stretta" la riforma del Mes - di Daniele Ciravegna
Il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità; in lingua franca, European Stability Mechanism – ESM) istituito (senza alcun rilievo nel dibattito politico italiano) nell’ottobre 2012, quale strumento per neutralizzare gli effetti di crisi finanziarie, sorte all’interno o importate, coinvolgenti i paesi dell’Eurozona, è di nuovo alla ribalta, come era stato, nella seconda parte del 2019, con riferimento…
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Donohoe, avanti con la ratifica del Mes - Europa
“E’ molto importante che andiamo avanti con la piena ratifica della riforma del Meccanismo europeo di stabilità”. Lo ha detto il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, al suo arrivo al Consiglio europeo per l’Euro Summit, che si svolge nel formato inclusivo con la presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde e Donohoe. L’unico Paese che non ha ratificato il trattato di riforma…
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Mes, Salvini difende Giorgetti: "Non è indebolito". Le opposizioni: "Riferisca in Parlamento"
Parlando con i cronisti all’indomani della bocciatura della ratifica del Mes da parte della Camera, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha spiegato che l’approvazione della riforma del trattato del Meccanismo Europeo di Stabilità sarebbe stata di suo interesse, ma ha aggiunto che negli ultimi giorni non c’erano le condizioni giuste e non soltanto per questioni strettamente economiche:…
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Il punto di vista della Lega sugli Eurobond
#italia#mes#mes meccanismo europeo di stabilità#meccanismo europeo di stabilità#banca centrale europea
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Erano 300, erano forti, ancor prima di partire son morti...!!!
😜😜😜
-kseenefrega-
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Deutschebank 43 mila miliardi di derivati in pancia e chi la dovrebbe salvare? La risposta arriva direttamente dal vice amministratore delegato di Deutsche Bank, Karl von Rohr: “Per noi, il consolidamento sarà più a livello europeo”.
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Come è noto a tutti è chiaro cosa è il MES.
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