#cosa hanno fatto e come l'hanno fatto non ci si può credere
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Rischiato di strozzarmi con le tagliatelle per esultare quando è arrivato il punto della vittoria hashtag italianità
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"ANTIDOTO", il primo singolo di LENÙ
Da venerdì 18 ottobre 2024 sarà in rotazione radiofonica "ANTIDOTO", il primo singolo di LENÙ, già disponibile sulle piattaforme digitali dall'11 ottobre.
"Antidoto" è un brano che parla di un amore ormai finito da tempo ma che con il passare degli anni continua a lasciare il segno. Il testo parla di tirare fuori tutto il dolore e la rabbia che, sicuramente, fanno parte di ognuno di noi quando speriamo in qualcosa che in realtà non c'è. Il messaggio che vuole lanciare questa canzone è di avere la forza di volontà necessaria a raggiungere i propri obiettivi. Associare la felicità ad una persona è un evento che accade nella maggior parte dei casi, ed è proprio questo l'errore: non dobbiamo mai far dipendere la nostra felicità da qualcuno. Questo racconto è solo una metafora per far capire che non bisogna forzare qualcosa che non funziona. La vita, come i sentimenti, sono imprevedibili e tutto può succedere. Ogni cosa accade a suo tempo, l'importante è lasciare che la vita faccia il proprio corso.
Spiega l'artista a proposito del brano: «Mi sento soddisfatta e felicissima perché è il mio primo inedito. Mi sono impegnata tanto e senza l'aiuto della mia scuola di canto non ci sarei riuscita. Sono molto emozionata e aspettavo questo momento da tanto. Da RC VOCE PRODUZIONE ho imparato ad andare oltre la mia zona confort e sono riuscita a tirare fuori un brano molto interessante. Ho voluto usare il termine "catalettico" proprio perché il testo è nato così: sembravano parole in una nota del mio telefono che piano piano hanno preso forma.
Io ho delle cicatrici sul braccio, sono delle punture di zanzare che da piccola non smettevo mai di toccare e mia mamma mi diceva sempre: "Smettila di toccarle altrimenti ti rimarrà per sempre la cicatrice", eppure io continuavo imperterrita non volendo capire che aveva ragione e che se avessi smesso di togliere la crosticina ogni volta a quest'ora non soffrirei così tanto per queste cicatrici che si vedono Vorrei che questa canzone possa spingere ad una forza che spesso pensiamo di non avere o che sottovalutiamo: bisogna credere in se stessi e non smettere mai di credere in quello che ci fa stare bene.
Ho citato Seneca perché è un autore latino che mi ha colpito particolarmente, l'ho sentito molto vicino al modo per me giusto di affrontare le situazioni e la vita, mi aiuta in questo anche la filosofia ma il discorso del dolore di Seneca mi ha colpita particolarmente».
Biografia
Eleonora Ziccarelli, in arte Lenù, ha scelto questo nome perché un giorno alcuni amici hanno iniziato a chiamarla così, e lei ha apprezzato la loro creatività. Inoltre, questo soprannome le ricorda il nome di sua madre. Ha intrapreso gli studi universitari presso la facoltà di Lettere Moderne e studia pianoforte e violino in conservatorio sin da bambina. Il suo sogno più grande, fin da piccola, è sempre stato il canto. A tal punto che, come primo regalo a Babbo Natale, ha chiesto un microfono delle Winx, che conserva gelosamente insieme a un video ricordo. La persona che è oggi lo deve ai suoi genitori, che l'hanno sempre supportata e hanno fatto sacrifici per permetterle di realizzare, passo dopo passo, i suoi sogni.
A soli 3 anni ha iniziato a studiare canto e, dopo qualche tempo, è entrata a far parte del Piccolo Coro del Teatro A. Rendano, diretto da Maria Carmela Ranieri, con la quale ha avuto la fortuna di fare numerose esperienze, tra cui esibirsi sul palco dell'Ariston di Sanremo all'età di 12 anni. Successivamente ha incontrato Cecilia Cesario ed è riuscita a entrare nella sua scuola di canto, RC Voce Produzione, dove ha scoperto la sua identità artistica e una parte di sé che non immaginava: la scrittura. Ha sempre amato scrivere e comporre, ma non pensava che questo potesse diventare un elemento essenziale della sua musica. Lenù ama ascoltare diversi generi musicali, leggere, scrivere e, soprattutto, viaggiare con la fantasia.
"Antidoto" è il singolo d'esordio di Lenù disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dall' 11 ottobre 2024 e in rotazione radiofonica da venerdì 18 ottobre.
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"ANTIDOTO", il primo singolo di LENÙ
Da venerdì 18 ottobre 2024 sarà in rotazione radiofonica "ANTIDOTO", il primo singolo di LENÙ, già disponibile sulle piattaforme digitali dall'11 ottobre.
"Antidoto" è un brano che parla di un amore ormai finito da tempo ma che con il passare degli anni continua a lasciare il segno. Il testo parla di tirare fuori tutto il dolore e la rabbia che, sicuramente, fanno parte di ognuno di noi quando speriamo in qualcosa che in realtà non c'è. Il messaggio che vuole lanciare questa canzone è di avere la forza di volontà necessaria a raggiungere i propri obiettivi. Associare la felicità ad una persona è un evento che accade nella maggior parte dei casi, ed è proprio questo l'errore: non dobbiamo mai far dipendere la nostra felicità da qualcuno. Questo racconto è solo una metafora per far capire che non bisogna forzare qualcosa che non funziona. La vita, come i sentimenti, sono imprevedibili e tutto può succedere. Ogni cosa accade a suo tempo, l'importante è lasciare che la vita faccia il proprio corso.
Spiega l'artista a proposito del brano: «Mi sento soddisfatta e felicissima perché è il mio primo inedito. Mi sono impegnata tanto e senza l'aiuto della mia scuola di canto non ci sarei riuscita. Sono molto emozionata e aspettavo questo momento da tanto. Da RC VOCE PRODUZIONE ho imparato ad andare oltre la mia zona confort e sono riuscita a tirare fuori un brano molto interessante. Ho voluto usare il termine "catalettico" proprio perché il testo è nato così: sembravano parole in una nota del mio telefono che piano piano hanno preso forma.
Io ho delle cicatrici sul braccio, sono delle punture di zanzare che da piccola non smettevo mai di toccare e mia mamma mi diceva sempre: "Smettila di toccarle altrimenti ti rimarrà per sempre la cicatrice", eppure io continuavo imperterrita non volendo capire che aveva ragione e che se avessi smesso di togliere la crosticina ogni volta a quest'ora non soffrirei così tanto per queste cicatrici che si vedono Vorrei che questa canzone possa spingere ad una forza che spesso pensiamo di non avere o che sottovalutiamo: bisogna credere in se stessi e non smettere mai di credere in quello che ci fa stare bene.
Ho citato Seneca perché è un autore latino che mi ha colpito particolarmente, l'ho sentito molto vicino al modo per me giusto di affrontare le situazioni e la vita, mi aiuta in questo anche la filosofia ma il discorso del dolore di Seneca mi ha colpita particolarmente».
Biografia
Eleonora Ziccarelli, in arte Lenù, ha scelto questo nome perché un giorno alcuni amici hanno iniziato a chiamarla così, e lei ha apprezzato la loro creatività. Inoltre, questo soprannome le ricorda il nome di sua madre. Ha intrapreso gli studi universitari presso la facoltà di Lettere Moderne e studia pianoforte e violino in conservatorio sin da bambina. Il suo sogno più grande, fin da piccola, è sempre stato il canto. A tal punto che, come primo regalo a Babbo Natale, ha chiesto un microfono delle Winx, che conserva gelosamente insieme a un video ricordo. La persona che è oggi lo deve ai suoi genitori, che l'hanno sempre supportata e hanno fatto sacrifici per permetterle di realizzare, passo dopo passo, i suoi sogni.
A soli 3 anni ha iniziato a studiare canto e, dopo qualche tempo, è entrata a far parte del Piccolo Coro del Teatro A. Rendano, diretto da Maria Carmela Ranieri, con la quale ha avuto la fortuna di fare numerose esperienze, tra cui esibirsi sul palco dell'Ariston di Sanremo all'età di 12 anni. Successivamente ha incontrato Cecilia Cesario ed è riuscita a entrare nella sua scuola di canto, RC Voce Produzione, dove ha scoperto la sua identità artistica e una parte di sé che non immaginava: la scrittura. Ha sempre amato scrivere e comporre, ma non pensava che questo potesse diventare un elemento essenziale della sua musica. Lenù ama ascoltare diversi generi musicali, leggere, scrivere e, soprattutto, viaggiare con la fantasia.
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"ANTIDOTO", il primo singolo di LENÙ
Da venerdì 18 ottobre 2024 sarà in rotazione radiofonica "ANTIDOTO", il primo singolo di LENÙ, già disponibile sulle piattaforme digitali dall'11 ottobre.
"Antidoto" è un brano che parla di un amore ormai finito da tempo ma che con il passare degli anni continua a lasciare il segno. Il testo parla di tirare fuori tutto il dolore e la rabbia che, sicuramente, fanno parte di ognuno di noi quando speriamo in qualcosa che in realtà non c'è. Il messaggio che vuole lanciare questa canzone è di avere la forza di volontà necessaria a raggiungere i propri obiettivi. Associare la felicità ad una persona è un evento che accade nella maggior parte dei casi, ed è proprio questo l'errore: non dobbiamo mai far dipendere la nostra felicità da qualcuno. Questo racconto è solo una metafora per far capire che non bisogna forzare qualcosa che non funziona. La vita, come i sentimenti, sono imprevedibili e tutto può succedere. Ogni cosa accade a suo tempo, l'importante è lasciare che la vita faccia il proprio corso.
Spiega l'artista a proposito del brano: «Mi sento soddisfatta e felicissima perché è il mio primo inedito. Mi sono impegnata tanto e senza l'aiuto della mia scuola di canto non ci sarei riuscita. Sono molto emozionata e aspettavo questo momento da tanto. Da RC VOCE PRODUZIONE ho imparato ad andare oltre la mia zona confort e sono riuscita a tirare fuori un brano molto interessante. Ho voluto usare il termine "catalettico" proprio perché il testo è nato così: sembravano parole in una nota del mio telefono che piano piano hanno preso forma.
Io ho delle cicatrici sul braccio, sono delle punture di zanzare che da piccola non smettevo mai di toccare e mia mamma mi diceva sempre: "Smettila di toccarle altrimenti ti rimarrà per sempre la cicatrice", eppure io continuavo imperterrita non volendo capire che aveva ragione e che se avessi smesso di togliere la crosticina ogni volta a quest'ora non soffrirei così tanto per queste cicatrici che si vedono Vorrei che questa canzone possa spingere ad una forza che spesso pensiamo di non avere o che sottovalutiamo: bisogna credere in se stessi e non smettere mai di credere in quello che ci fa stare bene.
Ho citato Seneca perché è un autore latino che mi ha colpito particolarmente, l'ho sentito molto vicino al modo per me giusto di affrontare le situazioni e la vita, mi aiuta in questo anche la filosofia ma il discorso del dolore di Seneca mi ha colpita particolarmente».
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Eleonora Ziccarelli, in arte Lenù, ha scelto questo nome perché un giorno alcuni amici hanno iniziato a chiamarla così, e lei ha apprezzato la loro creatività. Inoltre, questo soprannome le ricorda il nome di sua madre. Ha intrapreso gli studi universitari presso la facoltà di Lettere Moderne e studia pianoforte e violino in conservatorio sin da bambina. Il suo sogno più grande, fin da piccola, è sempre stato il canto. A tal punto che, come primo regalo a Babbo Natale, ha chiesto un microfono delle Winx, che conserva gelosamente insieme a un video ricordo. La persona che è oggi lo deve ai suoi genitori, che l'hanno sempre supportata e hanno fatto sacrifici per permetterle di realizzare, passo dopo passo, i suoi sogni.
A soli 3 anni ha iniziato a studiare canto e, dopo qualche tempo, è entrata a far parte del Piccolo Coro del Teatro A. Rendano, diretto da Maria Carmela Ranieri, con la quale ha avuto la fortuna di fare numerose esperienze, tra cui esibirsi sul palco dell'Ariston di Sanremo all'età di 12 anni. Successivamente ha incontrato Cecilia Cesario ed è riuscita a entrare nella sua scuola di canto, RC Voce Produzione, dove ha scoperto la sua identità artistica e una parte di sé che non immaginava: la scrittura. Ha sempre amato scrivere e comporre, ma non pensava che questo potesse diventare un elemento essenziale della sua musica. Lenù ama ascoltare diversi generi musicali, leggere, scrivere e, soprattutto, viaggiare con la fantasia.
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Legalizzare l'erba?
Oggi ho letto un articolo che espone, anche in modo maldestro (scritto male va), la cronaca della solita caccia alle streghe. Sappiamo che la cannabis (non marijuana che è un nome affibbiatole ai tempi del proibizionismo negli stati uniti che portò al bando di una pianta) è illegale, il perché si trova su internet e non sto qua a raccontarvelo, vi dico solo che è a sfondo economico. La notizia parla di un assemblea studentesca per parlare di legalizzarla per combattere le mafie, fin qui niente di particolare, solo che ad un certo punto è arrivata la pula e dopo aver contattato la preside, che non era in sede, per capire se l'assemblea era autorizzata, si lo era, hanno comunque identificato, che vuol dire preso nomi e cognomi dei ragazzi che hanno organizzato tale dibattito, i ragazzi sono appena maggiorenni. Ora sul fatto di come la polizia abbia saputo che in un liceo ci fosse una cosa del genere non è scritto, inoltre hanno fatto irruzione come se ci fosse una riunione di mafiosi, anche perché è successo in Sicilia a Piazza Armerina. Ora dico, non si può neanche parlarne? Che subito si viene la pula, magari chiamata da qualche bacchettone che inneggia alla droga, sicuramente qualche genitore. Partendo dal fatto che se fosse legale quella di fumarla è l'ultima pratica che una pianta multiuso ha, si possono fare centinaia di cose con la cannabis un esempio che porto sempre in discussioni del genere è la 'carta' anche per evitare di abbattere foreste, ma gli usi sono veramente tanti, documentatevi se non ci credere c'è internet. Il fattore del collegamento mafia-cannabis, come sostanza illegale, è perché le cosche detengono il monopolio e siccome c'è una domanda ci vuole che soddisfa il mercato, questo è un discorso business ed è così per ogni cosa, se si parla del fatto che si parte da una canna e si finisce all'eroina (che ti porta ad una morte lenta) è una cazzata, mai pensato neanche di provare altre cose e nessuno di quelli che conosco che fuma ha mai neanche minimamente pensato di usare altre sostanze in modo duraturo. Penso che in Italia si sbagli approccio, poi è una mia opinione, se invece si spingesse più sulla questione dei mille usi si potrebbe anche convincere il più scettico che non è una questione di droga, potrebbe anche creare posti di lavoro, negli USA da quando l'hanno messa legale sono nate milioni di compagnie nei più svariati settori dal tessile alla cosmetica tutto a base di cannabis, certo poi c'è l'uso ricreativo che copre una grossa fetta, ma per esempio gli olandesi non fumano, si qualcuno ci sarà, ma già questo cosa fa pensare perché uno nasce in un posto dove la può comprare ovunque e non ci pensa perché è una cosa normale, se invece la metti illegale subito parte la curiosità, giustamente.
So che quello che scriverò adesso non piacerà a molti, però anche l'alcol e il tabacco sono droghe e andrebbero messe nella tabella degli stupefacenti illegali, ma sappiamo che lo stato ci guadagna e quindi è logico che siano legali, poi l'alcol è diventato oramai un alimento quando in verità non lo è. Si ho smesso di bere 3 anni fa e devo dire che sono rinato fisicamente e mentalmente, perché l'alcol ti sconquassa il fisico e ti devasta la psiche; poi vivo in un posto (Estonia) dove bere è lo sport nazionale e qua la gente è piena di problemi fisici e mentali anche gravi. Se non mi credi cazzi tuoi, prova a cercare, sempre su google, notizie su siti scientifici di ricerca, come ho fatto io, e ti renderai conto che è meglio non bere, poi ognuno fa quello che vuole, che si traduce anche nello schifare chi non beve, mi è successo, mio cognato mi ha chiesto perché non bevevo più, io gli ho risposto così (è inutile spiegare ad un cieco che colore è il verde), per tutta risposta mi ha fatto il segno "ma sei impazzito" con la mano all'altezza della tempia; un tizio in un locale mi ha detto "che uomo sei se non bevi", risposta "un uomo che sa scegliere se essere libero o schiavo di una droga", il tizio è inorridito poi ha detto che droga? Gli ho detto di farsi un giro in rete anche se sono convinto che non gli frega niente. Beh qua sono sul troglodismo andante quindi fanno poco testo.
Concludo che ho altro da fare dicendo : se io ho smesso di bere ma non mi faccio problemi se gli altri bevono e non obbligo nessuno a non bere e nessuno mi può obbligare a bere, se l'erba fosse legale chi obbliga le persone a fumare, non vuoi fumare non fumi nessuno ti obbliga, ma vorrei che si potesse scegliere in questo "mondo civile e moderno" non c'è scelta o fai come ti si dice o sei messo al bordo, meglio al bordo di una società malata che farne parte.
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Quoto ogni parola.
Chi doveva capire, ha capito.
Chi non doveva capire, capirà nelle prossime incarnazioni. O forse no.
Non è un traguardo da raggiungere a tutti i costi, é soltanto una Possibilità.
E non tutti sono interessati a coglierla.
Il vaxxxyno é il "motivo principe" per cui è stata creata questa "panda non mia".
E lo ridico: creata. Per ben due volte: prima in laboratorio e poi nella rete mediatica.
L'obiettivo del vaxxxyno? Bloccare definitivamente l'espansione di coscienza. Sì, perché non è un comune vaxxxyno. Di certo non ha nulla a che fare con tutti quelli creati precedentemente. Ma è proprio questo il gioco: il vaxxxyno di per sé "non può far paura", perché è conosciuto come una normalissima prassi di prevenzione da sempre. Quindi, chi non vede più in là del proprio naso, non avrà mai nessun motivo per non aver fiducia in questa soluzione per salvarsi dal "vayrusss." Ovvio!
È psicologia inversa. É geniale.
Come lo è il fatto che non l'hanno reso obbligatorio fin da subito. ( ma non lo faranno per davvero, sono solo tentativi per vedere quanto siamo manipolabili ) Torniamo al fatto che non l'hanno reso obbligatorio, se avessero voluto lo avrebbero fatto subito, credetemi, avrebbero trovato il modo.
Ma anche qui c'è un motivo: Rendendolo una "scelta libera", è stata la mossa più geniale in assoluto. Perché così ci hanno messo gli uni contro gli altri. Hanno creato una guerra psicologica in cui non sono loro a combatterci. Loro non fanno fatica. Ci pensiamo noi a combatterci da soli.
Più semplice di così! Hanno creato una "campagna di informazione" in modo da additare come "delinquenti" chiunque osi farsi delle domande e non accettare tutto quello che dicono come scontato. Hanno fatto in modo che non fossero loro, bensì le persone comuni, a perseguitare altre persone comuni che non ritengono di potersi fidare del sistema.
Ora non c'è più l'inquisizione. Ma il popolo contro il popolo. Geniale.
Era quello che volevano.
Mancano soltanto le forche e i roghi. Ma tutto questo l'abbiamo già passato. Tutto questo è storia vecchia. Che però si ripropone in una versione moderna. É un copia incolla, e l'obiettivo é lo stesso: condannare la libertà di pensiero. Eliminare le persone libere, che pensano autonomamente, i ribelli, gli anti convenzionali, i ribelli. ( tutti quelli usciti dalla Matrix )
Prima era la chiesa, ora è la medicina. Cambia il palcoscenico. Prima era la fede, ora la salute.
E vogliono la stessa cosa: tantissimi credenti e fedeli alla loro verità ( verità religiosa e verità medica )
Ma sapete cosa vi dico? Quelli che hanno aperto gli occhi ( tutti e tre ) sono moltissimi. Davvero. Moltissimi. E anche senza fare nulla di speciale, anche "solo respirando" .... stanno creando un canale di risveglio e di espansione collettivo. ( Alla faccia di Internet e della TV. Perché molto più efficace e veloce.)
Questo per dire che ... siamo alla fine di questa truffa legalizzata.
Ma non tutti lo capiranno, anche quando sarà evidente, anche quando tutto sarà rivelato apertamente, moltissime persone non ci vorranno credere, e continueranno a vivere con le stesse paure di prima e con le stesse dinamiche della 3D.
Quindi, torniamo al fatto che chi non doveva capire, in questa incarnazione rimarrà in questa attuale situazione. E non "crescerà" di più.
E per chi invece ha capito o capirà… cambierà tutto.
#citazioni#marika moretto#matrix#illusioni#pandemia#coronavirus#popolo#società malata#società#zombie#svebliatevi#evoluzioni#risveglio#aprite gli occhi#truffe#manipolazioni#schiavi#liberazioni#vaccino#stato#vaticano#chiesa#mondo#consapevolezza
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Oh! My Emperor Commento
Beh, che dire... Ho voluto vedere questa serie solamente per Xiao Zhan - perché se non si fosse capito è l'amore della mia vita - e sapevo fin dall'inizio che non sarebbe stato un capolavoro, però pensavo di potermelo godere lo stesso e di farmi due risate.
Effettivamente qualche risata qua e là me la sono fatta, e un po' me lo sono goduto, ma non più di tanto. La serie in sé è carina, così come i personaggi, nulla di eccezionale o spettacolare, ma comunque carina.
La protagonista, la nostra Fei Fei, si ritrova teletrasportata nel tempo in un mondo fantastico chiamato Regno dello Zodiaco, in cui ogni persona - quelle importanti della corte, non i poveracci - ha un potere specifico: c'è chi si può sdoppiare, chi può spostare gli oggetti, chi si può muovere a massima velocità, chi può predire il futuro ecc ecc. Questa cosa l'ho trovata da subito molto figa. Dei superpoteri del genere sono sempre belli da vedere, ci sono anche alcune scenette divertenti al riguardo, e non ho potuto fare a meno di chiedermi incuriosita quale potere avrei voluto, o vorrei, io.
Dunque, la serie si divide in due stagioni da 21 episodi ciascuna, per un totale di 42 puntate. Può sembrare lunga, ma ogni episodio dura una ventina di minuti, quindi è abbastanza facile mangiarsela. Personalmente, posso anche dire di essermela "mangiata", ma non tanto perché fossi emotivamente presa e innamorata, ma piuttosto volevo solo arrivare alla fine.
Per quanto riguarda la trama, la prima parte è tenuta in piedi dal Principe Chen/Zio Imperiale, che a quanto pare è l'unico a fare qualcosa per venti puntate mettendo alla prova l'imperatore (Dio benedica Xiao Zhan, se non fosse stato per lui sarebbe stata una noia pazzesca). Mentre la seconda parte riesce a reggere grazie ai complotti del Regno nemico dei Cacciatori, che vogliono metterla in quel posto ai nostri, mentre il povero Xiao è occupato a essere friendzonato dalla protagonista.
Qui lo dico e qui NON lo nego: se fossero riusciti a sconfiggere il nostro imperatore a me non sarebbe importato nulla, non ho mai tifato per lui.
E qui veniamo a una delle più grandi pecche di questa serie: il protagonista, dotato del fascino di un tronco d'albero e dell'espressività di una marionetta. Ero convinta che il premio come Peggior Attore dell'anno sarebbe andato ad Arthur di Ever Night, ma questo qui lo batte. Arthur non riusciva a trasmettere nelle scene emotive, ma quando si trattava di combattere o di fare lo sbruffoncello, gli riusciva anche bene. Questo attore qui invece è carente in TUTTO.
Nel finale, quando Fei Fei si sacrifica per salvare tutti e piano piano gli scompare davanti, questa è la sua faccia:
Ora io voglio sapere... CHE CAZZAROLA DI FACCIA È QUESTA???!!!
E il ragazzo ha esattamente questa faccia SEMPRE, in ogni situazione, in ogni luogo, con ogni personaggio, indipendentemente da cosa sta succedendo.
HA QUESTA FACCIA PURE MENTRE STA ANDANDO ALL'ALTARE PER SPOSARSI CON LA DONNA CHE AMA. CIOÈ.......... Lì mi sono messa a ridere perché la cosa era diventata ridicola.
Più che andare a sposarsi sembrava che stesse andando a un funerale:
Io capisco che il personaggio è un impedito per quanto riguarda l'amore, ma pure il protagonista di Metti la testa sulla mia spalla era un completo caso umano, eppure era riuscito a conquistarmi in pochi episodi.
Questo personaggio è completamente privo di fascino, carisma, e anche sulla caratterizzazione è abbastanza piatto.
Fei Fei invece è stata meglio. Molto più espressiva rispetto al suo collega (in confronto lei è da Oscar), l'ho trovata carina e simpatica. Non è riuscita a conquistarmi perché l'ho trovata un po' troppo buffa a volte, però non è stata male. Ho apprezzato il suo lato pigro, la sua golosità, e il fatto che fosse una piccola arraffa soldi, piccoli dettagli che me l'hanno resa più umana.
Sulla loro storia d'amore, io non so davvero cosa dire. Non mi ha presa per niente. Lui pare innamorato quanto uno struzzo, e non sono mai riuscita a tifare per loro.
Per quanto riguarda il finale, ci hanno dato l'happy ending, cosa che mi aspettavo, ma il modo in cui ci sono arrivati è stato un vero bordello. Visto il genere e lo stile della serie, mi aspettavo un lieto fine molto banale, e quando negli ultimi tre episodi i personaggi hanno cominciato a cadere come mosche, per un momento ci sono rimasta di sasso.
Quando ho visto il corpo di Shang Yu mi è preso un colpo e non ci potevo credere, ma la cosa mi andava anche bene perché mi sono detta "ma non sarà che magari mi danno il lieto fine per la storia d'amore, ma con la perdita di alcuni personaggi per prendere un po' triste la cosa?" Se fosse stato così, avrei adorato.
Tuttavia non ci ho mai creduto fino in fondo, uno o due passi, ma non potevano davvero far fuori tutti quei personaggi. Sarebbe stato un finale davvero troppo tragico. Ed ecco che ho cominciato a pensare:
La fregatura è che arriva la protagonista insieme a quelli del suo Clan, e si mettono a guarire letteralmente decine di persone avvelenate, sacrificandosi. Dopo di che Fei Fei scompare, torna nel presente (nota di merito all'attrice per la scena sulla depressione), dove riesce a rincongiursi con il suo amato NON SI SA BENE COME.
Seriamente, da dove cavolo è spuntato? Ha viaggiato pure lui nel tempo? Ma come ha fatto? E che fine hanno fatto tutti gli altri personaggi?
Domande che mai avranno risposta.
Un altro difetto della serie è a livello tecnico: a quanto pare in Cina fanno fatica a fare degli effetti speciali come si deve, le scene di combattimento sono ridicole, quando vanno a cavallo si vede lontano sei chilometri che fanno finta, e il doppiaggio è fatto male in più punti.
Carini i costumi e le scenografie. Carina anche la colonna sonora, anche se la canzone della protagonista l'hanno messa su tante di quelle volte che alla fine mi è uscita dalle orecchie.
Le cose che mi sono piaciute di più di questa serie sono stati i personaggi (alcuni), e tutti i complotti orditi dal Regno dei Cacciatori che hanno dato un po' di pepe alla serie.
Partendo da questi ultimi, il villain numero uno (non ho idea di come si chiami) non mi è piaciuto perché l'ho trovato molto piatto e banale: un cattivo che vuole conquistare il mondo. Mi sono piaciute molto di più la Grande Imperatrice Vedova o come si chiama, mossa dalla vendetta ma anche arrabbiata con lo stesso villain suo complice per aver ucciso parte della sua famiglia, e la principessa Xia Bing, disposta a seguire i piani del cattivo ma con sensi di colpa, scontata nel suo innamorarsi di Tang Tang ma tuttavia umana e sfaccettata.
(Anche se continuo a pensare che sia stata anche un po' stupida nel chiedere di risparmiare la vita del suo amato: come puoi pensare che possa ancora amarti od essere felice se hai contribuito a fargli ammazzare la famiglia? Ma su questa serie non voglio farmi troppe domande).
Tutti i personaggi di contorno sono carini e simpatici, i miei preferiti sono stati:
- il principe Chen/Zio Imperiale. Vabbe, ovvio, un personaggio interpretato da Xiao Zhan non può non essere bello. Lui che è Mister Espressività, ha facilmente rubato la scena al suo collega il protagonista, e in generale si vede che il suo lavoro è molto più attento e studiato degli altri. Non mi stupisce che abbia fatto strada.
Xiao mi ha conquistata fin dal primo momento in cui ha messo piede in scena: Fei Fei è caduta nella piscina dell'Imperatore e si sta decidendo di condannarla a morte credendola una spia, ma arriva il principe Chen che in tutta la sua magnificenza capovolge la situazione.
XZ riesce a mettere in scena un personaggio che da solo manda avanti la storia, un personaggio che non ha paura a sfidare l'imperatore arrivando addirittura a sedersi sul suo trono, un giovane uomo freddo e determinato su cui sono ricadute tante responsabilità, ma tuttavia leale, fedele e coraggioso.
Wei Wuxian rimane il suo personaggio più caratteristico, ma anche qui Xiao non è stato assolutamente una delusione, e tutte le sue espressioni camaleotiche sono state una gioia per gli occhi.
Essendo il second lead della situazione, sapevo che prima o poi avrebbe avuto il cuore spezzato, così come sapevo che avrebbe poi volto lo sguardo verso la second lead da sempre innamorata di lui. Questa parte era molto scontata, quindi riguardo il personaggio di Xiao è la cosa che mi è piaciuta di meno.
- Shang Yu. Lui è stato il mio personaggio preferito insieme allo Zio Imperiale. Non ho assolutamente notato la sua esistenza fino a poco prima di metà serie, perché Shang Yu è un ragazzo con un viso da bambino che passa inosservato, ma quando gli hanno dato un po' di spazio, mi sono innamorata. È stato la mia gioia.
Ingenuo e inesperto come un bambino, ma allo stesso tempo un fedele amico disposto a rischiare tutto. Ho fatto il tifo per lui quando si è messo in gioco per salvare Xi Feng Lie, mi ha fatto sorridere, mi ha fatto tenerezza, mi ha stupito mostrandosi anche sveglio e intelligente.
Insomma, questo personaggio è stato la luce di questa serie.
- molto carino anche il personaggio di Su Xun Xian e la sua bromance con XZ (in realtà sono convinta che Xun Xian fosse proprio innamorato del principe Chen).
- Tang Tang è stato un personaggio carino e simpatico, ma che alla lunga mi ha un po' stancata, perché è rimasto così dall'inizio alla fine, senza mai avere una vera evoluzione o profondità nella caratterizzazione.
- molto carina la bromance al femminile tra Fei Fei e la fidanzata dell'imperatore Xie Yu Ran. Quest'ultima l'ho trovata un po' "lagnosa" come personaggio, ma mi ha fatto piacere vedere le due ragazze diventare addirittura "sorelle" piuttosto che vederle una contro l'altra.
Vorrei parlare anche della coppietta della guerriera e del tizio col dono della psicocinesi, ma la loro storia non mi ha mai preso, e alla fine sono semplicemente caduti nell'assurdo quando hanno annunciato davanti ai membri della corte che si sarebbero sposati dopo la nascita del bambino, diventando la coppia più emancipata che abbia mai visto in un drama storico, al che io:
(Grazie Bonolis per queste gif trash).
Detto questo, non mi vengono in mente altre cose importanti da dire. È una serie carina, a tratti divertente e interessante, che risulta un po' lunga nonostante la brevità degli episodi perché in alcune parti è davvero poco interessante e risulta noiosa. Per fortuna nell'ultima decina di episodi si riprende un po' e si lascia vedere fino alla fine.
Punteggio: 6.4
#oh! my emperor#c drama#xiao zhan#chinese drama#costume drama#fantasy drama#mo ran#luo fei#fei fei#zhao lusi#bei tang yi#bei tang tang#tang tang#wu jiacheng#su xun xian#bai wu chen#yan xujia#shang yu#chinese actors#asian actress#asian actor#xia bing#zodiac#fantasy#viki
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Avevo costantemente la coscienza di tutte le mie contraddizioni. Me le sentivo rodermi dentro, queste contraddizioni. Sapevo che da sempre non facevano che rodermi e tentavano di uscire alla superficie, ma io le trattenevo, apposta me le trattenevo dentro. Esse mi hanno tormentato fino all'indecenza; mi hanno trascinato alle convulsioni e alla fine mi sono venute a noia, ah, come mi sono venute a noia! Ma non vi parrà, signori, che io mi penta di alcunché di fronte a voi, che voglia chiedervi perdono di qualcosa? Sono sicuro che a voi sembra... Del resto, vi garantisco che mi è indifferente anche se vi sembra... Io non solo non ho saputo diventare cattivo, ma non ho saputo diventare niente: né cattivo né buono, né furfante né onesto, né eroe né insetto. E ora vivo nella mia tana facendomi beffe di me stesso, con la maligna e vana consolazione che d'altronde un uomo intelligente non può diventare sul serio "qualcosa", solo uno stupido diventa qualcosa. È proprio così: l'uomo intelligente del diciannovesimo secolo dev'essere, ed è moralmente tenuto ad essere, un uomo senza carattere. Un uomo di carattere, invece, un uomo d'azione, è un essere prevalentemente limitato. _____________________ Vi giuro, signori, che aver troppa consapevolezza è una malattia, un'autentica, seria malattia. Per l'uso comune dell'individuo sarebbe più che mai sufficiente la consueta coscienza umana, cioè metà, un quarto di quanto tocca ad ogni persona abbastanza evoluta del nostro disgraziato diciannovesimo secolo che, per di più, abbia anche la sventura di abitare a Pietroburgo, la città più astratta e più premeditata del pianeta. [...] Arrivavo al punto di gustare un misterioso, morboso, ignobile piacere a tornare nella mia tana in una delle schifose notti pietroburghesi, e di rendermi conto che anche quella volta avevo commesso una schifoseria, e quel che è fatto è fatto, non ci puoi rimediare, e intimamente, misteriosamente mi struggevo per quello che avevo fatto, mi dilaniavo e mi consumavo fino a che l'amarezza si trasformava in una sorta di vergognosa, maledetta dolcezza, e alla fine in un'indubbia, autentica ebbrezza. Sì, ebbrezza, ebbrezza! Lo ripeto. Ecco perché ne ho parlato, perché ho sempre voglia di sapere se anche gli altri provano simili ebbrezze. Vi spiego. Il piacere derivava dalla fin troppo chiara coscienza della tua umiliazione; dal fatto che tu stesso senti di aver toccato il fondo dell'abisso; che è abietto ma non puoi farci niente; che ormai non hai alcuna via d'uscita, che mai potrai diventare un altro uomo; che se pure avessi ancora tempo e fede per mutare, probabilmente non vorresti mutare, e se anche lo volessi ci rinunceresti perché in effetti non c'è niente per cui valga la pena di trasformarsi. ______________________ Il povero topo, oltre alla propria iniziale laidezza, è riuscito ad ammassare intorno a sé, grazie alla sua vigorosa coscienza, una quantità di altre laidezze: a un problema riconduce un'infinità di problemi irrisolti tanto che gli si raccoglie intorno senza che lo voglia un mortifero brago, una fetida melma fatta dei suoi dubbi, delle sue esitazioni, e degli sputi che gli tirano addosso gli uomini spontanei e attivi, che lo accerchiano solennemente, travestiti da giudici e da dittatori, che sghignazzano di lui a squarciagola. Chiaramente a lui non resta che infischiarsene di tutto, con un gesto della zampa e con un largo sorriso di disprezzo cui è il primo a non credere, e strisciare indecorosamente nella sua tana. Lì, nel suo schifoso, fetido sottosuolo il nostro topo offeso, bastonato e deriso si immerge in una gelida, velenosa e, quel che è peggio, inestinguibile rabbia. ______________________ Perché il diretto, conseguente, immediato frutto della consapevolezza è l'inerzia, cioè l'inoperosità consapevole. Ne ho già accennato prima. Lo ripeto, lo ripeto con forza: tutte le persone spontanee e attive sono attive perché sono ottuse e limitate. Come spiegare questo fatto? Ecco come: a causa della loro limitatezza scambiano le cause più immediate e secondarie per cause primarie così si convincono prima e più facilmente degli altri d'aver trovato una indiscutibile fondatezza alla loro azione e si tranquillizzano; e questa è la cosa più importante. Perché per cominciare ad agire bisogna aver raggiunto una perfetta tranquillità anche perché non rimangano dubbi. Ma io, per esempio, come riuscirò a raggiungere la tranquillità? Dove stanno, per me, le cause primarie per le quali ardere, dove stanno le ragioni? Dove le trovo? Io mi esercito nella riflessione e di conseguenza, per me, ogni causa primaria se ne trascina dietro subito un'altra, ancora più primaria, e così all'infinito. Sta proprio qui l'essenza di ogni consapevolezza e di ogni riflessione. _______________________ La propria personale, libera, indipendente volontà, il proprio capriccio foss'anche il più grossolano, la propria fantasia a volte esasperata fino ai limiti della pazzia, ecco cos'è quel vantaggio più vantaggioso, trascurato, che non rientra in alcuna classificazione e per il quale tutti i sistemi e le teorie se ne vanno costantemente al diavolo. Da dove l'hanno dedotti questi saggi che l'uomo deva volere la normalità e la virtù? Da che cosa nasce la loro supposizione che l'uomo deva necessariamente volere ciò che è sensatamente vantaggioso? L'uomo ha bisogno soltanto di essere indipendente nella sua volontà di scelta, qualunque prezzo abbia la sua indipendenza e ovunque lo conduca. _______________________ L'uomo ama creare e costruire strade, è indiscutibile. Ma come mai ama anche la follia la distruzione e il caos? Ecco, provate a dirmelo! Ma su ciò ho voglia anch'io di dire due parole. Non sarà che egli ami la distruzione e il caos (e non c'è dubbio che qualche volta li ami molto) perché teme istintivamente di raggiungere lo scopo e di terminare l'opera in costruzione? [...] E chi lo sa (garantirlo è impossibile), magari tutto lo scopo dell'esistenza cui l'umanità aspira si racchiude nell'inestinguibilità del perseguimento dello scopo, o per dirla in altro modo, nella vita e non nello scopo, [...] Perché sente che quando avrà trovato non avrà più niente da cercare. [...] Non si sbaglierà la ragione a stabilire quali sono i vantaggi? E se l'uomo non amasse solo il benessere? Chissà, forse ama in ugual misura la sofferenza. Forse la sofferenza gli è altrettanto vantaggiosa del benessere. L'uomo a volte ama disperatamente la sofferenza fino all'ebbrezza; è un fatto. [...] Fra l'altro io sono convinto che alla vera sofferenza, cioè alla distruzione e al caos, l'uomo non rinuncia mai. La sofferenza è l'unica fonte di consapevolezza.
Fëdor Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo
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2022/03/08
Rincorriamo il vuoto della felicità di altri,
Abbiamo obbiettivi contrastanti,
L'essere vero lo abbiamo perso da anni,
Ed ora immobili contiamo i danni.
In una gabbia negli schemi,
Sguardo distante ci danno degli scemi,
Il sogno è sentirci vivi,
Ma solo piangiamo come uomini vili.
Preso conoscenza, lo sappiamo,
Ed alla speranza lo lasciamo,
Il pensiero libero adoriamo,
Ma senza istruzioni invano vagiamo.
Non siamo nessuno, non siamo niente, forse solo l'immaginazione può portarci ad uno stato apparente di tranquillità, ci droghiamo di sogni per dimenticarci che essi non sono realizzabili, facciamo finta, cristo dio se fingiamo in continuazione.
E per cosa? Assolutamente per niente... anzi si ora lo so, per l'orgoglio umano del far vedere che stia andando tutto bene, nel far finta che in realtà siamo felici, nel far credere alle altre persone che sei meglio di loro, non si sa neache perché.... e se tu gli chiedessi " ma perché lo fai?"; te lo dico io cosa succede... non saprebbero risponderti ed il perche è racchiuso nel semplice fatto che siamo stati istruiti e cresciuti solo per questo, solo in questo, non sappiamo altro e sopratutto non abbiamo altro.... assolutamente niente.
Ti faccio io una vera domanda... che certezze hai nella vita? Cosa stai veramente facendo? Cosa stai veramente cercando? Perché vivi ogni giorno? Per quali battaglie stai combattendo?
E la risposta è: "Non lo so", "niente", "quello che mi hanno detto, di fare"....
Bhe ti aggiorno su una cosa: stai seguendo uno schema, montato in anni e anni, consuetudini e regole non scritte, dispiaceri ed infelicità nascosta.... solo per darti l'apparenza di una pace e felicità non veritiera .
Chiedo scusa a chiunque legga tutto questo, io ti chiedo scusa, ma a me non l'hanno fatta e sono incredibilmente persa e triste e combatto ogni giorno con questo.
Ma lo voglio dire e lo dico a chi...è come me, è diverso e si è reso conto che qualcosa non va, a chi si sente solo, a chi è uscito dallo schema e si è reso conto della grande fregatura....
Lo scrivo a te per non farti sentire così solo e so che anche questo non aiuta di molto ma almeno è una piccola consolazione in tutto questo.
E lo dirò e proverò a non far sentire nessuno da solo come è successo a me... o almeno lo farò fino a quando, anche io, diventerò come tutti gli altri e mollerò e smetterò di combattere e mi lascierò andare e non avrò piu le forze...
Lascerò che mi prendano, e smetterò di pensare e di credere e di essere diversa, e sarò come tutti e farò finta che mi vada bene così... comincerò a fingere fino a quando la menzogna diventerà la mia verità, e di me non resterà più niente.
GV
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. ─ ᴄᴜʀʀᴇɴᴛ ᴍᴏᴏᴅ #sᴛᴀʏᴛᴜɴᴇᴅ @ cameronboyle ⟡ dialogue w/ ᴀʟɪsᴛᴀɪʀ : “Hai la guerra dentro, Alistair.” Quante volte me l'hanno detto? Mia madre, mio padre, le donne che ho avuto e tu, tu hai sempre avuto un giudizio. Pungente, realista e dannatamente sbagliato ai miei occhi. È difficile accettarlo. È difficile fare i conti con questa lotta senza fine contro un nemico imbattibile: me stesso. Settimane fa mi hai detto che neanche la marina è riuscita a temperare il mio carattere, non hai tutti i torti. Ora come ora mi rendo conto di poter scattare con niente. Mi rendo conto di poter ancora aggredire uno dei tuoi uomini sapendo – anche in minima parte – di avere la ragione dalla mia. Parlano di instabilità. Io dico che è difesa personale, è l'impossibilità di credere al lato più innocente di un'azione compiuta. È questa continua ansia che avverto, la paura di essere tradito, a farmi agire in un certo modo. Non ci sono amici che ti guardano le spalle. Io non ne ho. I miei sono morti in una guerra silenziosa che nessuna nuova squadra riuscirà a placare e sai perché? Perché è questo l'uomo, cerca un pretesto per uccidere e accumulare potere, una giustificazione alla propria natura. Siamo animali, inutile credere che la ragione possa sempre avere la meglio sull'istinto e la percezione. ᴄᴀᴍᴇʀᴏɴ : I tuoi amici – i tuoi fratelli – hanno scelto questa vita, abbracciando la causa con tutti i pro e i contro. Si sapeva a cosa stavano andando incontro e non si sono tirati indietro, non hanno temuto il loro destino. E molto probabilmente oggi – a parti inverse – la stessa ansia, la stessa paura, attraverserebbe loro nel sapere te ormai perso in mare. Qualsiasi cosa che tu abbia visto o vissuto, Al non può e non deve condizionarti a tal punto. Tu hai smesso di vivere e non di lottare. Doveva essere il contrario. Tu hai bisogno di aiuto. Stai arrancando nel buio. ᴀʟɪsᴛᴀɪʀ : Quindi mi reputi pericoloso. Posso fare del male a me stesso e a chi mi circonda. Ormai è chiaro, abbiamo affrontato la tematica più volte, no? E dimmi: questo mio bisogno di aiuto secondo te giustifica l'azione di mia sorella? ᴄᴀᴍᴇʀᴏɴ : A cosa ti riferisci? ᴀʟɪsᴛᴀɪʀ : Indovina un po'. Puoi arrivarci da solo. Ci avete lavorato nelle ultime settimane. Tu stesso mi hai confidato di aver fatto delle ricerche. ᴄᴀᴍᴇʀᴏɴ : Cristo. ᴀʟɪsᴛᴀɪʀ : Come avrebbe dovuto reagire una ragazzina di quattordici anni nel sapere che suo padre esiste, ha un nome e un cognome? ᴄᴀᴍᴇʀᴏɴ : Non mi giustificherò. Forse ci siamo spinti oltre. Ho capito tardi di non doverle coinvolgere ma a quanto pare Deana non era dello stesso parere. Vuole solo aiutarti Alistair. ᴀʟɪsᴛᴀɪʀ : Lo sta facendo nel modo sbagliato, l'ha fatto nel modo sbagliato. Io non ho niente da raccontare a questa ragazzina. Vieni qui aspettandosi cosa? ᴄᴀᴍᴇʀᴏɴ : Molto probabilmente niente. È certo che ti condannerà – prima o poi – per la tua assenza. È sicuro che avrà da ridire su tante cose. Ma a anche vero che non ti sta voltando le spalle. Nella sua rabbia ti sta offrendo una possibilità e tu non puoi permetterti di mandarla a 'fanculo. ᴀʟɪsᴛᴀɪʀ : Ho troppe cose da fare, da scrivere— ᴄᴀᴍᴇʀᴏɴ : Potrai farlo tra un insulto e l'altro, se ti somiglia caratterialmente.
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Un dialogo
Un'interessante discussione, in privato, in cui non c'è un reale disaccordo anche se così sembra. Tutto nasce da una mia seguente affermazione. Prendiamo del Cloro e del Sodio. Uniti in certe proporzioni si formerà Cloruro di Sodio. E' un fatto stupefacente; da due cose dissimili se ne forma una terza con proprietà completamente diverse dai due elementi che l'hanno generata: un fatto magico. "No." Dice la scienza "è una reazione chimica regolata da leggi ben precise." Già, ma cosa sono queste leggi? La scienza non lo spiega e non lo potrà mai fare perchè esse travalicano l'indagine prettamente scientifica. Entrano di fatto nella categoria dell'esoterico, del non sondabile se non con un atteggiamento che, pur riconoscendo la scienza, ne vede anche i limiti. Qui aiuta la filosofia e tutte quelle ipotesi che non hanno nessun laboratorio; aiuta l'intuizione che è il lampo di un momento irripetibile; serve l'idea della trascendenza che appoggia l'intuizione e allarga la visione d'insieme. Così l'osservatore scopre la realtà per quello che pensa e non per quello che crede.
**************************************************** Mi spiace Cartofolo, ma questa volta l'assunto di partenza e' del tutto errato. "E' un fatto stupefacente; da due cose dissimili se ne forma una terza con proprietà completamente diverse dai due elementi che l'hanno generata: un fatto magico.
"No." Dice la scienza "è una reazione chimica regolata da leggi ben precise." Già, ma cosa sono queste leggi? La scienza non lo spiega e non lo potrà mai fare perchè esse travalicano l'indagine prettamente scientifica." MI spiace ma non ci siamo proprio. La scienza spiega perfettamente quali siano le leggi della natura in gioco in una reazione chimica: il meccanismo con cui si formano i composti chimici e' conosciuto e' noto da secoli oramai: sono i legami chimici tra elementi con diversi elettroni "liberi" che, per motivi energetici, si legano tra loro. In questo caso l'assunto e' totalmente errato e fuorviante. Si vuole contrapporre un argomento all'apparenza scientifico (una reazione chimica) ad un qualcosa di "fideistico", di "spirituale" negando che la scienza possa spiegare questi fenomeni. In realta' l'approccio positivista (come quello a cui fa riferimento l'articolo) e' stato ampiamente superato dalla ricerca scientifica. Semmai e' credere che l'esoterismo sia un campo di indagine fuori dalla portatadel metodo scientifico, ma appannaggio sono di quello fideistico (credere in qualcosa che va al di la di ogni spiegazione logica, creder ein qualcosa di "soprannaturale" ovvero in un qualcosa al di fuori della natura stessa, cio' che non porta mai a spiegazioni ma, per l'appunto, a prendere posizioni dogmatiche e indomostrabili. Proprio quelle posizioni dogmatiche che, l'articolo, erroneamente, attribuisce alla "scienza". ****************************************************
Non ho detto che la scienza non spieghi il meccanismo di queste leggi, L... . La chimica e la fisica quantistica le spiegano in molti loro aspetti. Ma non spiegano "cosa" siano queste leggi. Esse sono nate con il Big Bang? Erano in potenza nella singolarità che lo ha preceduto? Si sono formate successivamente? E quale processo le ha indirizzate in questo modo e non in altri? Quello che ho voluto significare è che l'indagine scientifica può spiegare solo i fenomeni e non la loro origine. Questa origine fa parte di un indagine che appartiene alla filosofia e, se si vuole, all'esoterismo. La magia della vita non potrà mai essere ridotta in un laboratorio e camuffata dal sistema scientifico. ***************************************
Mi spiace davvero Cartofolo, ma non e' cosi'. Negli ultimi decenni, proprio grazie alla nuova fisica delle particelle, si e' arrivati a spiegare il motivo e le ragioni profonde delle perche' le leggi fisiche dell'universo sono esattamente quelle che conosciamo e non altre. Queste leggi sono il risultato dell'evoluzione dell'universo primordiale scaturito dal big-bang. Ti invito a leggere ad es, il libro "Oltre la particella di Dio" del premio nobel M. Lederman in collaborazione con Chirstofer Hill (Bollati Boringhieri editore). Il punto focale e' che l'approccio scientifico e' valido sia per quelli che tu chiami "fenomeni" sia per le "origini" . Anzi ! E' proprio dallo studio dei fenomeni fisici (ad esempio le nuove scoperte sulle particelle sub-atomiche, come ad esempio il Bosone di Higgs) che si risale alla spiegazione dell'origine (e quindi della natura profonda) del fenomeno stesso. Mi spiego meglio: la scoperta del Bosone di Higgs (la famigerata particella di Dio appunto) e' stata importantissima in quanto la sua scoperta ha confermato che le teorie circa le leggi della natura (Modello Standard) sono corrette perche' ne prevedevano l'esistenza ma finora non si era ancora riusciti a documentarla. Il fenomi sono appunto le evidenze scientifiche, le origini dei fenomeni sono le leggi profonde della natura ed e' proprio nell'indagine di queste leggi che la scienza si sta' dirigendo. Per quanto riguarda la magia ti dico anche che, in passato, essa era chiamata non magia, ma FIlosofia Naturale che, a mio avviso termine molto piu' azzeccato e significativo..." la vera storia scientifica del nostro retaggio e' piu' ricca di tutte le favole e, nella sua realta', e' piu' misteriosa e bizzarra di tutti i miti" *************************************
Questa volta sono io che non mi trovo d'accordo con te. Jules Henri Poincaré (matematico, fisico e filosofo francese del secolo scorso) ha affermato che "la scienza è costruita di fatti, come una casa è costruita di mattoni; ma un accumulo di fatti non è una scienza di più che un mucchio di mattoni". Non sono un fisico, ma da quello che leggo nelle varie riviste e libri divulgativi, ancora oggi siamo lontani dal poter intravedere una sintesi armonica di questi "fatti". Essi rimangono sparsi, appannaggio delle varie discipline, anche se fondamentalmente si possono racchiudere nella quattro forze fondamentali della natura: - La forza gravitazionale (sappiamo tutti quale sia) - La forza elettromagnetica (tutte le cariche elettriche) - La forza nucleare debole (lavora all'interno degli atomi) - La forza nucleare forte (è quella che tiene insieme protoni e neutroni) Nonostante tutti i tentativi nessuno è ancora riuscito a riunificare queste forze e perciò nessuno è riuscito a fare intravedere il disegno nella sua concretezza. Forse la quantistica ci si sta avvicinando, ma anch'essa è legata a un empirismo che, secondo me, limita eccessivamente il senso di quello che ha scoperto o ipotizzato. Sono convinto che se un giorno si riuscisse in questa unificazione , non solo si unificherebbero le forze fondamentali, ma anche la scienza con la filosofia ed entrambe con il senso della religiosità, insita in ogni uomo. Qualcuno dice che si scoprirebbe Dio. Non credo sia proprio così; piuttosto si aprirebbero dei dibattiti che finalmente potrebbero portare la fisica e la scienza in generale, in direzioni che, oggi, sono impensabili. ******************************************
Cartofolo, perdonami ma il problema e' esattamente questo: tu continui a considerare la scienza (la ricerca scientifica in realta') con un approccio postivista. Lo stesso Poincare' da te citato e' vissunto, appunto, il secolo scorso. Da allora non solo l'approccio della ricerca scientifica e' cambiato, e' molta acqua e' passata sotti i ponti, tanto che lo stesso Pincare' faticherebbe a riconoscere la scienza attuale da quella dei suoi tempi. Infine permettini un altro appunto: la riunificazione delle Leggi fondamentali non e' ancora avvenuta solo perche' in realta', non si riesce ancora a confermare o smentire una delle numerose teorie elaborate in proposito. Ovvero non si e' ancora riusciti (a causa dei limiti dello sviluppo tecnologico dei mezzi di indagine) a trovare un "fenomeno" fisico (ovvero una scoperta) che confermi o smentisca cio'; che gli scienziati hanno esplorato. E dato che la scienz anon e' dogmatica, la famosa Teoria del Tutto e' appunto, ancora allo stadio di ipotesi sperimentale. La scoperta del bosone di Higgs e' un paso importante, ad esempio, verso la comprensione delle leggi profonde della natura **************************************************
Se lo studio scientifico si basa sulle osservazioni sperimentali per risalire alle cause, queste ultime sono ancora solo ipotesi, L... (come hai giustamente scritto). Dunque non sono dati scientifici. Infatti nessuno è riuscito ancora a unificare le quattro leggi fondamentali della fisica. Siamo ancora nella filosofia. ******************************************
Esattamente Cartofolo. Siamo nella filosofia, o se vogliamo chiamarla correttamente, siamo ancora come ho detto nel campo delle ipotesi di lavoro da confermare o smentire, ma questo non vuol dire assolutamente che tali ipotesi siano indimistrabili a priori o che non ci si arrivera' mai e allora bisogna abbandonare l'approccio scientifico per utilizzare quello fideistico ("e' cosi' perche' ci credo !"). Lo stesso Einstein non riteneva corretta la teoria dei quanti (la famosa frase di "Dio che non gioca a dadi") eppure nonostante cio', la teoria dei quanti e' quella che si e' dimostrata corretta e che ci sta' spingendo verso conoscenze e osservazioni di fenomeni che, soltanto pochi decenni fa erano impensabili. Magia? No, Filosofia Naturale appunto.
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Infatti, L... . La natura ha un'unica origine. I piani diversi sono aspetti di un'indagine che tende all'unificazione. Quando l'avremo trovata potremo dire che la scienza ha scoperto la causa. Per ora non è così. Quindi il mio assunto rimane valido: la scienza non sa cosa sono queste leggi. ****************************************
Mi spiace Cartofolo, ma continui a confondere l'assenza di prove con la certezza dell'inconoscibilita' delle leggi. Come giustamente affermi, la natura e' unica e unica e' la sua origine. Origine che stiamo esplorando e arrivando a conoscere appunto, tramite l'approccio scientifico. "Io so di non sapere" . E' questo che spinge alla conoscenza e all'evoluzione. *********************************
Non ho detto che la legge non è conoscibile, L... . Dico che non lo può essere con il sistema scientifico che attualmente viene usato. Così come il sistema della meccanica classica non poteva trovare quello che è stato scoperto con la fisica quantistica. Per ora rimaniamo nel campo delle ipotesi e quindi nella filosofia.
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Vedi Cartofolo secondo me e' proprio questo il problema: usare in modo dogmatico un "approccio" anziche' l'altro. Quindi stiamo parlando di un problema metodologico, che pero' e' un "falso" problema. Il metodo scientifico e' basato sull'ipotesi che non c'e' nulla di inconoscibile e che tutto puo' essere oggetto di ricerca. Si potrebbe dire che l'oggetto e l'obiettivo dell'indagine scientifica sia la Conoscenza delle Leggi della Natura e la loro spiegazione. Quindi fin qui nulla di diverso dalle metodologie chiamiamole "esoteriche". Non a caso l'origine dei due metodi e' la stessa, ma continuiamo il discorso. Come giungere a questa Conoscenza? Il metodo scientifico prevede che si debba iniziare dall'osservazione della natura e dei suoi fenomeni. Indagando la natura e i suoi fenomi appunto, si puo' giungere alla sua spiegazione e quindi al "perche' " delle cose. E anche fin qui nulla di diverso rispetto alle metodologie "esoteriche" (alchimia, magia (intesa nel senso di Filosofia Naturale appunto, etc etc). Il metodo scientifico poi procede con la verifica delle ipotesi e delle possibili spiegazioni dei fenomeni osservati. Ovvero cerca di confermare o smentire una data possibile "teoria" scientifica. E fin qui ancora nessuna ddifferenza con i metodi tradizionali (prendete per esempio la meditazione. Non e' forse cercare di confermare gli assunti esoterici dedotti dall'indagine sulla spiritualita' dell'uomo? La differenza tra il metodo scientifico e quello, diciamo a grandi linee (ma non in modo corretto) "esoterico" sta' nel fatto che il metodo scientifico se non trova evidenze sperimentali a favore di una teoria, o meglio ancora, se ne trova altre che ne smentiscano gli assunti fondamentali, abbandona quella teoria per cercarne un'altra migliore. Ecco quindi che la scienza e' a-dogmatica. Purtroppo (e lo dico con profondo rammarico) molte delle scuole "esoteriche" (di nuovo uso il temrine esoterico nello stesso modo in cui uso quello di scienza, ovvero a livello generale diciamo) e' quello di non riuscire ad andare oltre la propria infallibilita'. Ecco quindi che l'esoterismo scivola nel dogmatismo ("deve essere per forza cosi', non c'e' altro verso") che imbriglia la spontanea ricerca delle "risposte fondamentali" in un apparato rigido e fossilizzato, che ne tempo degenera nelle religioni. In realta' il metodo scientifico (che era anche quello esoterico) e' quello corretto perche', basandosi sul dubbio e sulla voglia continua di dar risposte alle domande su cio' che non conosciamo. l "Io so di non sapere" appunto che genera Conoscenza e che permette all'uomo di trovare le risposte alle domande fondamentali dell'esistenza. La Conoscenza genera Consapevolezza. Il dogmatismo genera ignoranza.
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In fondo siamo d'accordo anche se non sembra. ;)
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L’industria dello sconforto. E chi ci guadagna
Tutti i bicchieri saranno sempre in parte pieni e in parte vuoti. Ma se siamo continuamente bombardati da foto, video, comizi e convegni sulla parte vuota dei bicchieri, quante chances abbiamo di vedere la parte piena? Nessuna.
Il risultato è che moriamo di sete.
Di recente Claudio Cerasa (che può stare simpatico o meno: a me sta simpatico) ha invitato in un articolo a ribellarsi al mercato del malumore. "Siamo davvero un paese corrotto, depresso, condannato alla paralisi eterna? Col cavolo!" Appello a cui sul suo giornale hanno fatto seguito altri pezzi che riportano numeri e dati davvero incoraggianti.
Non è che abbia tutti i torti. Provate a negare che una folta schiera di giornalisti, politici, conduttori e intellettuali stia alimentando ad arte, da decenni, un racconto avvilente sull'Italia e sugli italiani, dove tutto è perduto e non rimane più speranza per nessuno.
Una vera e propria industria dello sconforto e della paura, portata avanti con tecniche ben collaudate (selezione faziosa delle notizie, generalizzazione di casi singoli, tagliacuci delle interviste, inviti mirati ai talk show, citazione delle cifre assente o parziale) sui vari mezzi di comunicazione.
Fino al recente episodio che ha visto diffusa ai quattro venti la lettera di un suicida. Un'azione che ha passato ogni segno, una cosa agghiacciante. Anzitutto perché la prospettiva di un'amplificazione mediatica così forte è un elemento di rivalsa narcisistica che ben si presta a favorire futuri suicidi. Ma poi perché il dramma di una persona in grave depressione è stato usato come clava per le polemiche da bar, come un normale tweet inviato in un normale pomeriggio.
Insomma, le esigenze dei venditori di sconforto hanno ucciso persino la pietà.
Ora, quando si mette in piedi un'industria, c'è per forza dietro qualcuno che ci guadagna. La mia domanda quindi è: a chi conviene che gli italiani abbiano una visione disperata del loro Paese?
Prima risposta: nel breve termine, ai media. Perché noi spettatori siamo molto più sensibili agli eventi negativi e spaventosi che a quelli positivi. La preoccupazione ci tiene incollati a uno schermo meglio di ogni altro sentimento.
Una volta un'allieva mi ha chiesto: "Perché mi rimangono impressi i pochi momenti di crisi col mio ragazzo, e non i tanti momenti belli?"
Le ho risposto che tutti gli animali si sono evoluti con l'urgenza prioritaria di sopravvivere, e quindi di evitare i pericoli: per questo le esperienze dolorose si fissano più a fondo nella nostra memoria, di maniera che stiamo bene attenti a non ripeterle.
Se un mezzo d'informazione che "ti mette in guardia dai pericoli" riscuote più successo, è chiaro che tutti i mezzi d'informazione faranno a gara per esaltare i pericoli che ci sono, e persino per inventarsene dove non ci sono. L'esempio classico è quello della delinquenza. Furti, rapine e omicidi sono in calo continuo dal 1992, ma proprio per questo fanno più notizia, se ne parla più spesso. Così, il mio portiere e il mio barbiere sono convintissimi che Roma sia meno sicura di 25 anni fa. E non c'è grafico che li smuova.
Seconda risposta: nel breve termine, conviene al pubblico.
Prendiamo una persona che, per una ragione o per l'altra, non è riuscita a realizzare un desiderio (fare certi studi, un certo lavoro, con un certo salario, eccetera). Se gli altri le trasmettono il messaggio "In questo Paese saremo infelici, sempre e comunque, e non possiamo fare nulla per cambiare", almeno si sente consolata. Non si sente sola. Sa che altri soffrono come lei, che soffrire è la condizione normale, che questa terra è una valle di lacrime e tutto è vanità. Se poi, per caso, le venisse il dubbio che sui suoi insuccessi qualche responsabilità l'abbia pure lei (di tanto in tanto capita, eh, non ce lo nascondiamo), subito si sentirebbe dire "Ma no, ma cosa vai a pensare! Anche persone più ricche e intelligenti di te non ce l'hanno fatta a realizzare certi loro desideri. Tu che cosa c'entri?" e si sente, in qualche modo, giustificata. (Come se sbagliare fosse qualcosa di cui vergognarsi...ma non apro questo capitolo).
Pensate, invece, se le arrivasse dall'esterno il messaggio opposto: "In questo Paese c'è un sacco di gente che ha realizzato cose stupende, e con immensi sacrifici lo sta migliorando". Lì per lì le girerebbero i rognoni. "Cioè: non solo io, che sto male, devo sorbirmi la storia di qualcuno che sta bene....ma mi dite pure che è dipeso da me? Ma andate alla malora!"
Insomma, come difesa freudiana non c'è dubbio che la valle di lacrime funzioni egregiamente. Al contrario, troppo spesso gli esempi positivi suscitano solo invidia.
Consideriamo, poi, che essere scettici su ogni progresso ci mette in una situazione win-win, dove in ogni caso guadagniamo qualcosa. Finire la Salerno-Reggio Calabria? "Ahaha, impossibile". Ovvio, no? Così, se non verrà finita, potremo dire "Visto che avevo ragione?". Se invece verrà finita, beh, poco male: nessuno ci impedirà di viaggiarci!
Sembra un paradosso, ma scommettere contro il proprio stesso Paese e criticare tutto a prescindere è la scelta più conveniente sul piano dialettico.
Ma allora dov'è il problema? Da questa breve analisi, sembra che il pessimismo italico sia una trovata geniale. Per citare Voltaire: "Se il pessimismo non ci fosse, bisognerebbe inventarlo..."
Peccato che abbia un piccolo inconveniente: sul lungo termine è controproducente.
È vero, il pessimismo può consolare chi ha fallito un tentativo. Ma che effetto ha su chi sta per farlo, un tentativo?
Immaginate un allenatore che nello spogliatoio tenga questo discorso: "Vabbè, ragazzi, lo sapete che perderete per forza, tanto l'arbitro è venduto, il vostro campo è controsole..."
"Mister, ma allora tanto vale non giocare proprio!" sbotterebbero gli atleti, e giustamente.
Nel mondo dello sport, una scena del genere è impensabile. Perché ogni Mister conosce tre regole base della pedagogia:
1) credere che un obiettivo sia raggiungibile migliora la nostra prestazione,
2) le sconfitte non sono una vergogna ma un'occasione per individuare i nostri errori,
3) l'esempio del maestro è tutto.
Regole violate ogni minuto dalle agenzie educative (media, genitori, professori) che ubriacate dal pessimismo italico fanno l'esatto contrario, e ripetono ai ragazzi: "Per voi non c'è speranza, ma tranquilli, la colpa non è vostra!"
In sintesi, uomini più grandi e più ricchi di loro approfittano della propria posizione di forza per demoralizzarli e indebolirli (un'ingiustizia odiosa!) invece di incoraggiarli e di porsi come esempi positivi. Perché è troppo più importante ripetere a pappagallo che tutto fa schifo.
È chiaro che allora i ragazzi non credono in sé stessi, rinunciano ai loro progetti o li portano avanti con poca convinzione. Giocano svogliati la loro partita, o non la giocano affatto.
È un crimine educativo, quello che stiamo perpetrando in omaggio al pessimismo!
Nonché, ripeto, un atto di sopraffazione, compiuto da persone più anziane e potenti contro persone più giovani e indifese.
Se le prime possono illudersi di lucrare sull'industria dello sconforto, le seconde hanno solo da perderci. Perciò mi affretto a ridare la parola a Voltaire, ma per fargli dire la frase opposta:
"Se l'ottimismo non ci fosse, dovremmo inventarlo!"
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Vorrei tanto che la vita fosse come Word, avere un tasto che mi permetta di tornare indietro se commetto errori. Di sbagli ne faccio continuamente e forse ciò di cui ho bisogno sarebbe tornare indietro e ricominciare da capo, so per certo che il mio vecchio stile di vita mi mancherebbe ma so per certo che avere questa opportunità sarebbe meglio. Purtroppo so che la vita non si mette a disposizione di tutti per aiutarli a cambiare e magari avere una vita felice, magari aiuta chi davvero lo merita e io, purtroppo, non sono nella lista. So che dovrei riscattarmi e ricominciare a lottare ma la vita è fottutamente difficile: sembra che a ogni passo avanti ne conseguano venti indietro e sono stanca di questo. Vorrei avere una vita migliore, magari con la mia famiglia ma che mi capisca un pochino di più, una vita senza essere costantemente additata o presa per la persona bisognosa di aiuto e attenzioni, una vita in cui non mi tocchi essere la strana che non può uscire "perché ha una seduta", una vita in cui tutto sia meglio e questo non vuol dire che la desidero stile pubblicità della Kinder o fiaba Disney. Semplicemente desidero che tutte le cose cattive che accadono dentro e fuori dalla mia testa scompaiano, che non debba guardarmi allo specchio e vedermi carina per poi osservare altre ragazze e pensare che rispetto a loro sono veramente uno schifo, non avere a ogni fallimento un istinto suicida, che non debba tagliarmi così solo perché ho voglia. Vorrei inoltre poter essere me stessa senza essere continuamente criticata, non sentirmi la sbagliata, la malata e purtroppo ovunque vada mi fanno vedere che è vera questa cosa. Me l'hanno fatto credere persino i miei genitori, seriamente? Una famiglia non dovrebbe far sembrare la figlia uno sbaglio, una che deve essere assolutamente curata e rimessa a posto perché sennò non può andare. Lo fanno anche gli educatori dicendo che sono solo una patetica stereotipata, mi fanno capire che per stare bene devo essere per forza un personaggio della Disney e forse non si accorgono che il mondo mi sta letteralmente crollando addosso. Continuano a dire che sarebbe il caso che io la smetta di fare la malata d'attenzioni e inizi a vivere, ma quella che ho io non è vita, so che molti altri hanno la mia stessa situazione e quindi non mi sento tanto quella che deve lamentarsi per forza, ma io non ce la faccio più; è dannatamente frustrante vedere tutte le famigliole felici in giro mentre a te tocca vederli solo otto ore la settimana, vedere un padre e la sua bambina camminare insieme mano nella mano e pensare "Cazzo, io questo non l'ho mai avuto.", vedere le tue amiche lamentarsi perché dopo un litigio i loro genitori non hanno accettato di mandarle a una determinata festa mentre io pagherei per riavere una discussione con i miei. Mi danno l'impressione di essere un soggetto incurabile ammettendo che non sto facendo alcun progresso e "è meglio stendere un velo pietoso". Già io ho tutti i miei complessi, ci si mettono pure loro a farmelo notare e poi dicono che in quel posto io dovrei stare semplicemente meglio?! Io mi sento già un errore di fabbrica che non potrà mai essere sistemato, ci si mettono pure loro a farmi sentire una merda?! Io non ce la faccio più, che cazzo ho fatto di male per meritarmi questo?!
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Domenica maledetta domenica di covid-19 29 marzo 2020
Ieri mi sono guardata con calma uno dei video che gira sugli italiani. Orgogliosi di essere italiani, forse uno dei meglio fatti.
Un prodotto molto ben confezionato, accattivante e molto coinvolgente. Quasi quasi ci casco... Fatto probabilmente per stimolare un' identità nazionale in un momento come questo... Ma ragazzi!
Mi appello allo spirito critico, dotto e dissacrante della massa! E anche di chi massa non fu... Ma voi ci credete?
Sapete a che punto ho avuto dei dubbi? Alla storia della croce donata, copiata dalla repubblica marinara di Genova sulla bandiera inglese perché "la corona inglese potesse difendersi contro i pirati "... Questa non me la bevo! Ma la croce è un simbolo universale e trasversale a tutte le culture, Novelli docet.. (ha fatto qualche anno fa una ricerca sui sigilli del pane uguali da Sardegna a Tunisia a Irlanda, a forma di croce perché così il pane lievitando non si spacca) Ma i pirati inglesi non erano al soldo della corona inglese contro gli odiati spagnoli?
E per quanto riguarda l'espansione romana, che ha portato cultura e civiltà dappertutto, Tacito storico ufficiale dell'impero non aveva scritto ne i Germani: ubi vastitatem fecere, ibi pacem appellavere? Dustruggevano tutto, schiavizzavano, deportavano (prassi utilizzata anche in tempi piu recenti) intere popolazioni a loro ostili, vedi i Liguri (anche ai Liguri possiamo dare il titolo di italiani, o no?) . Va beh, si potrà dire che erano le ragioni della guerra, allora come adesso, ma come la mettiamo col video?
Di guerra ne sapeva anche Enea, venuto in Italia su un barcone come un profugo qualsiasi (a ben vedere) per sfuggire dalle fiamne e dalla distruzione della sua città di origine in uno scenario tipo Isis...
Non sono stati gli autoctoni a fondare Roma, volendo mettere i puntini sulle i come fa il video, ma Enea, capostipite della gens Iulia.
E della cultura romana? Il video dimentica che fu fortemente permeata e interconnessa con la cultura greca... Non ci si può esimere da ciò...
Inoltre i poeti e gli scrittori "romani" che abbiamo studiato a scuola non erano proprio tutti di area "italiana " per usare le parole del video. Seneca e Quintiliano sono nati in Spagna, Terenzio è nato a Cartagine.. E se fate una ricerca, ne troverete anche degli altri. Uno, non mi ricordo il nome, mi sembra nato a Marsiglia .
E i re, gli imperatori, i generali? Tre re su sette erano etruschi, e gli etruschi non erano propriamente italiani , ancora adesso le loro origini sono misteriose .. Asia? India?
Costantino nacque in Serbia, e sua madre Elena era nata in Bitinia (attuale Turchia) sul mar Nero. Diocleziano mi sembra nato in Croazia o giù di lì... Sono solo quelli che mi vengono in nente..
Cioè, non è che io voglia criticare la storia e la cultura romana, voglio dire che era più complessa la cosa di come la fa il video. Secondo me era una specie di melting pot come la New York di Walt Whitman.
Sì, diamo atto che hanno costruito strade e ponti, alcuni dei quali (anche senza manutenzione) sono ancora in piedi. Ma Tacito ne I Germani così descrive l'espansione e la pax romana: ubi vastitatem fecere, ibi pacem apoellavere. La dice lunga.
Riguardo al periodo buio dopo la caduta dell'impero romano, chi ha fatto il video non è informato che il medioevo è stato rivalutato dagli storici, e non è più considerato da mo' un periodo di regressione e oscurantismo .
E, riguardo agli scienziati, non è informato che sì, Fermi è un italiano che ci rende orgogliosi di essere italiani, ma i suoi studi è dovuto andare a continuare a farli fuori dall'Italia ... In USA. E quando? Nel 1938. Vi dice qualcosa questa data? E Galilei, non l'hanno messo nel video? Un altro scienziato italiano che ci rende orgogliosi di essere italiani, condannato però ad un iorestoacasa fino alla morte per avere osato dire.. Condannato da chi? Da altri italiani...va beh era il papato, ma erano italiani anche quelli...
E cosa diciamo del patrimonio artistico? Sono belle le parole nel video. Ma io ho visto un villaggio turistico, costruito non so se negli anni '80 o' 90, con concessione edilizia data da un sindaco - italiano - (da non mettere nel video perche non ci rende orgogliosi ) - su un parco archeologico di domus de janas. Le domus de janas, scavate nella pietra, sono difficilissime da distruggere... Erano riciclate come barbecue nei prati all'inglese delle villette! Costruite da italiani, ben inteso da non metterli nel video. Visto coi miei occhi a Villasimius, sud della Sardegna. A pochi chilometri da Alessandria c'è il Forum Fulvii ed il centro studi omonimo. Volete andare a vedere? Il Forum Fulvii è oggi un campo di erbacce incolte alte due metri circondato da una rete metallica squinternata. Il Centro Studi... lasciamo perdere. E la chiesa di Santa Maria dei Francesi a Roma? L'anno scorso è crollato il tetto. Nella chiesa c'è un grande dipinto di Caravaggio, la tentazione di Matteo. Manutenzione non fatta. Chi la doveva fare? Il comune, il papa , il parroco?
Ma ci sono tanti altri esempi di questa "gestione del patrimonio artistico italiano " gestione fatta da italiani, si intende, che non mi rende orgogliosa di essere italiana. Ho in mente due musei che hanno raddoppiato gli ingressi e migliorato l'accesso con iniziative varie dall'insediamento dei nuovi direttori, vincitori di un concorso europeo. Uffizi e Reggia di Caserta. Ora i due direttori non sono italiani, si è parlato di non rinnovare loro il contratto, forse la cosa è rientrata.
Qui siamo a una altra cosa di cui siamo specislisti noi italiani , da non mettere nel video, cosa che tutti quelli che hanno lavorato nel pubblico impiego o ne hanno avuto contatti possono confermare: che quando una cosa funziona, che sia un reparto ospedaliero, un team impiegatizio di 5 persone, un ente magari in attivo, un museino qualsiasi , prima o poi verrà soppresso, accorpato, smantellato, o per ristrutturare, o per risparmiare, o magari solo perché è cambiato il dirigente del settore...
Ma torniamo agli antichi Romani costruttori di strade e di ponti, buono che il video ce lo ricordi, ma col ponte Morandi come la mettiamo nel video? Nel video possiamo mettere l'ingegnere o il tecnico che ebbe il coraggio di fare la relazione sullo stato reale dei tiranti e sulla necessità di fare urgente manutenzione, ma certo non possiamo mettere il funzionario - italiano - che l'ha chiusa in un cassetto, o i funzionari del ministero che si sono tappati occhi e orecchie....
E che dire delle strutture sportive, tipo la piscina comunale di Alessandria , che era una piscina olimpica , la più bella di tutta la provincia, nonché un polmone verde per la città ? Al vento le lotte del comitato per riuscire a sbloccarla.. Il muschio cresce nella vasca grande da ormai 4 o 5 anni.
E il teatro comunale, portatore di valori e cultura italiani? Da anni in attesa di definitiva bonifica dall''amianto.. Da mettere nel video Adelio Ferrero che donò la sua biblioteca di opere prime autografate dagli autori - italiani - alla Fondazione Teatro. Da non mettere chi chiuse la donazione in un armadio in attesa di tempi migliori, e chi la tirò fuori in blocco e la buttò via durante una delle varie bonifiche...
Forse l' identità di orgoglio italiano deve essere costruita un po' meglio perché uno ci possa credere veramente... O dovrebbe portare altri esempi... Forse adesso qualcosa di buono sta venendo fuori... Scusate lo sproloquio e lo sfogo ma mi sono fatta un po' prendere la mano ... . Ah, ho dimenticato la Cittadella ...
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Yuletide New York 21.12.19 Dancing Fire's home. La giornata in negozio era terminata ma c'era ancora molto da fare, soprattutto per una persona come lui. Quest'anno il lavoro si era duplicato per la presenza di Kimberly nella sua vita. Lo sciamano aveva avuto in mente per tutto il giorno quello che stava per fare ed era sempre più convinto che fosse la cosa più giusta per lei. Era giunto il momento che affrontasse il buio che ancora stava oscurando la stella brillante del suo io interiore. E quale festa migliore di quella per cominciare il lavoro che sarebbe stato lungo e, soprattutto, difficile? Per lui le cose erano differenti. Anche lui aveva questioni irrisolte. Alcune dipendevano da lui o, meglio, da una sua vita precedente, altre meno. Aveva scelto di trarre energia dai cristalli e di chiedere a Madre Terra come avrebbe potuto affrontare al meglio quello che stava capitando nella sua vita. Inoltre non voleva che questo guastasse la sua storia con Alice. Non era una persona infelice, non si lasciava travolgere dalle intemperie. Era molto fuoco in questo. Tendeva a prendere di petto le situazioni, quando gli era possibile. Nonna Vianne molte volte gli aveva detto che avrebbe dovuto imparare la dote della pazienza. C'erano momenti della sua vita in cui sentiva che aveva ancora molto da imparare sulla questione. Aveva intenzione di chiedere aiuto alla Madre anche per questo. Preparò con cura la spirale di candele in modo che non fossero pericolose, anche senza la sua supervisione. Non poteva fare due lavori in contemporanea e allestì anche l'ultima candela. "Allora, Alice. Tu mi hai chiesto di partecipare alla festa e di spiegarti. Siamo nel momento più oscuro dell'anno. La notte più lunga. E proprio perché ci troviamo in questo preciso istante, uno dei modi migliori per celebrarlo è quello di affermare che la nostra luce non sarà mai spenta. Qualsiasi cosa accada. Ho pensato per te una cosa semplice e allo stesso tempo complessa ma non troppo rischiosa. E' ora che cominci a liberarti del peso della tua esistenza, amore. Hai fatto molti passi avanti ma manca ancora tanto." Le mostra la spirale. "Voglio che ti concentri su tutte le cose che ti hanno ferito e quando sei pronta a lasciarle andare, accendi la candela. Prenditi tutto il tempo che ti serve. Non avere fretta nel farlo, d'accordo?" Indico l'ultima candela. O le due. "Quella è per tutti e due. Quando sentiremo di aver finito verrà accesa e... e ti augurerò un felice solstizio." disse sorridendo. La sua coscienza stava già cominciando a entrare in connessione con il lavoro che avrebbe dovuto fare. Il mondo stava perdendo consistenza per lui. Era un buon segno? Non sapeva dirlo con certezza. Kimberly " La giornata è finita e finalmente hanno chiuso negozio ma...per loro no. Si è offerta, o meglio ha chiesto a Jack di partecipare a Yule, o solstizio d'inverno. Ne ha sentito parlare così tanto che è davvero davvero curiosa e vuole capire bene il suo mondo* La nostra luce? * Riflette e annuisce alle s parole. È vero ha fatto passi avanti ma sa anche che il passato torna spesso a mangiarla, ma sta migliorando* Quindi mi posso sedere vicino a ogni candela, pensare a tutto ciò che porto dentro e le soffio via? E a quel punto accendo la candela? * Chiede fissando quella spirale di candele e le due finali* Come una coppia unita nello spirito... * Fissa la coroncina* E questa? * Chiede tra il curioso e il confuso* Con un gesto lieve della testa le dice di si. "Puoi pensare a tutto ciò che ti fa male, presente o passato, e quando sei pronta la mandi via e accendi la candela. La coroncina la puoi indossare. E' vischio, una delle piante più sacre per questo tipo di festa. Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere sentirti più... più in tema con la festa. Come un piccolo elfo di Yule o... quello che a te piace di più. Per me il lavoro è diverso. Io chiederò aiuto a Madre Terra attraverso i cristalli. In un rituale che non sarà molto diverso dal tuo. Sceglierò quello che mi servirà di più e costruirò la mia spirale. Ho bisogno di forza. Per me. Per te. Per noi amore. Quando sei pronta inizia pure. Io farò altrettanto." Kimberly Posso anche parlare o devo stare in silenzio? * Mormora e prende la coroncina posandola sulla testa* È bella comunque, la terrò come memento di questo momento...sono la tua elfa di Yule * Ride appena e annuisce ascoltando quello che ha da dire. D'impulso quando dice che lo fa per loro, lo bacia sulle labbra e lo stringe* Ti amo ...Anche io lotterò per noi, promesso * Si siede a terra e sorride* Ok.. Iniziamo La voce di Jacob è distante. "Fai quello che senti. E' l'unico modo. Kim... io non sarò ancora cosciente e presente su questo piano per molto. Quindi per un po' sarai da sola con te stessa e i tuoi pensieri oscuri. Io dovrò pensare per me e... ecco... no. Non voglio guastarmi le cose prima del tempo. Non so nemmeno se accadranno. Voglio essere positivo e pensare che per me andrà tutto bene. Non aver paura. Non aver paura di ciò che sei. E, soprattutto, non aver paura del buio. La tua luce è più forte. Sempre." *Kim ascolta le sue parole e annuisce, credendoci. Lui ha il potere di farle capire bene cosa è, il problema è metterlo in pratica e crederci lei stessa. Se spronata ok, ma quando deve pensare da sola...Quello diventa difficile. Si siede bene e prende un respiro chiudendo gli occhi, cercando di visualizzare tutte le cose brutte, tutte le cose che l'hanno ferita, in quell'anno e nella sua vita. Tutto ciò che la rende fragile e un pò instabile. Prende un respiro ancora più grosso e visualizza tutti i suoi amici..piano comincia a eliminarne qualcuno: Quella che dopo averla usata è svanita, quello che voleva solo provarci e poi l'ha umiliata, la ragazza che si fingeva amica per rubarle il ragazzo, quella che invece si faceva già il suo fidanzato mentre la consolava. Le ultime amicizie andate male, quelle che Kim ha sperato con tutto il cuore funzionassero ma che alla fine...NOn sono andate ..Perchè, perchè nemmeno lei lo sa, ma hanno deciso di abbandonarla. Fa male, rivivere quelle emozioni fa male, ma bisogna farlo.* Andatevene tutti..Via lontani da me! Mormora, ma non le basta.. Ha bisogno di urlare, di sentirlo più forte* Via!!!!!!! *urla forte cercando anche con le mani il gesto di allontanare tutto ciò che di male le hanno fatto e solo dopo apre gli occhi. Wow...Non è male come gesto liberatorio..Forse non si sarà ripulita per bene, ma si sente un pò più leggera e accende la prima candelina. Si sposta un poco e guarda la seconda e chiude gli occhi... Stavolta pensa ai suoi ex, a quelli che l'hanno veramente usata, coinvolta, e abbandonata. Sedotta, riempita di promesse, di gioie , di speranze e poi? Poi mollata come un sacchetto dell'immondizia nel cassonetto: Lei era un rifiuto! Qui Kim non riesce ad essere presente a se stessa e una lacrima scivola via, anche più di una..Il suo cuore rimane fragile, molto fragile su certi tipi di argomenti. Respira più a fondo, pensa a Jack, a ogni volta che le dice di essere forte, che dentro ha il potere di farlo: ha ragione. Respira ancora e ancora, visualizza tutti i loro visi, visualizza quelle facce schifose, quei sorrisi falsi, quelle mani vogliose che volevano solo sesso, si forse qualcuno era semi serio, ma poi ha preferito abbandonarla per cose più importanti. Lei non è mai stata il primo pensiero di nessuno. La rabbia monta, è tanta, davvero tanta...Le lacrime salgono, comincia a tremare Kim e a urlare, urla forte, un urlo di liberazione, di sfogo, di agonia mentre grida con tutta se stessa quel dolore fuori..Quella voglia di spaccare il mondo , quella forza che l'ha resa quello che è. Urla fino a rimanere senza voce prima di aprire gli occhi e fissarsi intorno...Sembra quasi passato un uragano dentro di lei, un uragano che sembra quasi aver spazzato via un pò di quel dolore che porta dentro da troppi anni. Si asciuga gli occhi e fiera accende altre due candeline; sì, stavolta è stata più brava, merita quel passaggio. Ora per, viene la cosa più difficile..La sua famiglia. Sì, vuole liberarsi anche di quelle colpe, di quel dolore...Smetterla di pensare che è stata lei la causa di tutto, e vuole provare non a perdonare, non sa bene se riuscirà mai a farlo..Ma vuole provare a dimenticare, a vivere più serena, chiudendo quella porta così dolorosa nel suo cuore, cercando di sigillare bene quella cosa e lasciando aperta invece una nuova porta per un nuovo inizio. Stavolta è molto molto più complicato, vuole visualizzare nuovamente la sua infanzia, i momenti più felici e subito dopo quelli tristi. Stavolta è dura, Kim trema, ma trema davvero, non di freddo, ma di dolore, un dolore dilaniante, un dolore che annulla tutto il resto, tutto il bello che ha costruito, perchè è da lì che Kimberly ha perso tutto: la fiducia in se stessa, la sua voglia di mettersi in gioco, la sua volontà di credere in una famiglia sana, l'idea di poter fare dei figli e sapere che il compagno resterà. Piange, Kim piange tantissimo, tira su con il naso, si pulisce, ma non vuole smettere, vuole provare a stare meglio , almeno un pò. Visualizza l'immagine di suo padre, le spalle che si voltano, lui che va via e Kimberly prova una voglia ifinita di corrergli dietro, di urlargli che è un bastardo, che non si fa così, non si lascia una bambina sola, una bambina che deve ancora crescere, che deve ancora credere a Babbo Natale, che ancora non ha imparato a pattinare sul ghiaccio e che...Che non può diventare grande per stare dietro a sua madre, solo perchè lui ha scelto di vivere un'altra vita.* Sei una merda..Mi fai schifo..Uomo piccolo e senza palle... Tu non sei degno di essere chiamato padre, tu non sei degno di essere... Di essere uomo.. Tu hai rovinato la mia infanzia, hai rovinato tutto ciò che sono.. Ma non mi rovinerai il futuro..No, non lo farai Schifoso di merda..Non lo farai...Ora io mi alzo sulle mie gambe e mi riprendo la mia felicità Mi hai rovinato il passato? Da oggi per me sarai chiuso..In un angolo lontano della mente, e quando ti riaffaccerai, prometto che ripenserò a questo momento, prometto che mi guarderò in accia e mi ripeterò che non me lo merito e che io sono migliore.. Ora sparisci stronzo..Sparisci anche dalla mia testa..Io sarò migliore, il padre di mio figlio se arriverà sarà migliore.. E se anche dovessimo lasciarci mio figlio non subirà nulla.. Perchè tu sei la causa di tutto anche che mia madre mi odi. Sono sola al mondo..Ma ora so che sono migliore di voi, di te e di lei Vaffanculo a tutti *Stavolta Kim lancia viaa tutto, lancia oggetti che nemmeno sa da dove li ha presi, erano intorno a lei? Non lo sa...Ma sa che si ritrova in mezzo alla stanza..sa che è di fronte alle candele più grandi..Sa che ha camminato e non solo per la stanza, ma anche dentro di lei e per un attimo si sente svuotata, vuota, stanca..Ma più libera. Si siede e con cura accende l'ultima candelina, fiera del suo percorso, mentre un flebile sorriso di vittoria si accende sul suo volto. Ora attende Jack, sperando che con quel nuovo inizio, sia per entrambi qualcosa di davvero speciale*
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When the camellia blooms
"Siamo tutti plasmati dalle nostre esperienze passate."
Avevo delle buone aspettative riguardo questo drama, perché a parte la lentezza non avevo sentito parlare di altri difetti, ma comunque pensavo che fosse solo una storia romantica contornata da qualche riflessione profonda, e invece When the camellia blooms mi ha stupita.
Intanto ignoravo completamente l'esistenza di una parte thriller all'interno della storia, e questo ha solo reso il tutto più intrigante ed inquietante, e poi lungi da me aspettarmi uno scenario realistico così triste, crudo, eppure carico di calore e di speranza.
A livello emotivo, questa serie mi ha dato moltissimo. Sarà di certo una delle mie serie preferite dell'anno.
Inoltre, ad essere sincera, questa lentezza di cui avevo sentito parlare io personalmente l'ho percepita davvero poco. Forse perché mi sono maratonata il drama divorando un episodio dietro l'altro. Ma comunque non penso che sia lenta, penso che si sia presa il suo tempo per dare il meritato spazio alle tematiche affrontate.
Questa serie dà voce a dei personaggi complessi e meravigliosi, protagonisti di vite tragiche e travagliate, e trovo giusto che abbiano ricevuto tutto lo spazio per raccontare al meglio le loro storie.
La protagonista di questa serie è Dong Baek, una madre single di un bambino di otto anni che deve affrontare i pregiudizi e le malelingue della gente. Io ero convinta che la serie parlasse solo di lei e del lead che si incontrano e si innamorano, sfidando la società, punto. Non avevo nemmeno preso in considerazione, ad esempio, la presenza del padre del bambino. E oltre a lui la serie mette in scena alcuni personaggi sì secondari, ma caratterizzati bene, con una buona evoluzione o introspezione.
Le storyline raccontate sono uno dei punti forti della serie: storie tristi, umane, tragiche e realistiche. I personaggi sono umani nel bene e nel male, forti e deboli, determinati e vulnerabili.
La protagonista è stata un ottimo personaggio ben caratterizzato e approfondito, che compie un'evoluzione ma che rimane umana nei suoi momenti di crollo. Adorabile e sfaccettata, mi è piaciuta un sacco.
E come non adorare il lead? Anche se più semplice come personaggio rispetto a lei, tra la forte scrittura del personaggio e una genuina recitazione, Yong Shik non è affatto rimasto nell'ombra.
Tra i personaggi secondari vincono il podio la madre della lead, il bambino, e la cameriera del bar Hyang Mi, tre personaggi che mi hanno spezzato il cuore in più momenti per motivi diversi.
Questi sono quelli che ho preferito io, ma cito anche Kang Jong Ryul e Noh Gyu Tae per le loro belle evoluzioni.
Bella e commovente la bromance al femminile tra Dong Baek e Hyang Mi (un personaggio a cui non avrei dato due lire, e invece... wow!).
La recitazione è ottima (un applauso al bambino!!), così come la chimica tra i due protagonisti, che hanno dato vita a una bella e difficile storia d'amore, scritta e costruita molto bene. Belle anche le ost.
When the camellia blooms dedica molto spazio alla figura della madre: Dong Baek, sua madre, la madre del lead, Hyang Mi (praticamente una madre per il fratello), sono tutte donne che hanno compiuto grossi sacrifici, che sono "morte dentro", per i loro figli. La serie ci mostra, raccontando il tutto in modo realistico e convincente, che nel momento in cui hanno figli, queste donne diventano innanzitutto delle madri, l'essere donna viene dopo. A volte smettono di essere donna, smettono di essere Dong Baek, Jung Sook o Duk Soon, e sono solo delle madri che non si fermano mai, non si stancano mai, non si ammalano mai. Diventano le "avengers" dei loro figli.
Riguardo il villain, qui si entra nella parte thriller, cosa che mi ha ricordato molto Strong Woman, ma questo penso che sia stato approfondito un po' meglio rispetto al killer di Strong Woman. Comunque non lo vedo nemmeno come il vero villain della storia, il vero villain è la crudeltà della vita.
Grossi difetti non riesco a trovarne. Il finale è un po' favolistico (ma super commovente, ho pianto un sacco), ma dopo perdite e tragedie direi che ci stava.
Ho anche notato (e non so se è una mia impressione), che negli ultimi episodi ci sono stacchi troppo repentini tra una scena e un'altra: più di una volta ho visto una scena molto intensa ed emotiva, e un secondo dopo - letteralmente un secondo dopo che i personaggi avevano finito di parlare - partiva la scena successiva, con io magari ancora in lacrime che dovevo processare e riflettere su quanto appena detto.
E poi ci sono certamente quelle assurdità o forzature di trama presenti in tutte le serie di questo mondo (tipo il lead che conduce le indagini praticamente da solo mentre il resto della polizia pare idiota), ma in questo caso sono cose piccole e preferisco guardare al quadro generale e a cosa la serie ha voluto raccontare.
Punteggio: 8.5
Spoiler
3
2
1
Dong Baek e Yong Shik
"Si può diventare il miracolo di qualcuno?"
Li ho amati entrambi, sia come singoli sia come coppia.
Tra i due, lei è di certo quella caratterizzata meglio, perché è più sfaccettata, approfondita, complessa. È stata un personaggio per me molto particolare fin dall'inizio. Timida, ferita e perdente, ma capace di travolgere con la sua schiettezza. Non è una badass alla Jang Man-wol di Hotel del Luna, ma trova comunque il coraggio di rispondere a modo suo, e nel corso del tempo acquista forza e sicurezza, trova l'amore, diventa più sciolta, matura e combattiva.
È di certo uno dei personaggi più sfigati che abbia mai visto:
- padre morto
- povera in canna
- abbandonata a sette anni dalla madre
- cresciuta in orfanotrofio
- mal vista da tutti
- le sue due uniche amiche uccise dal serial killer
- perseguitata dal serial killer
- la madre del suo amato contraria alla relazione
Ero pronta ad aggiungere alla lista "madre con demenza senile", o "madre malata in punto di morte", ma per fortuna la prima si è rivelata una bugia e la seconda si è risolta per il meglio.
La scrittura di un personaggio così sfortunato può piacere o meno, ma è innegabile che Dong Baek sia un personaggio con una psicologia realistica e sfaccettata.
Dong Baek è stata abbandonata da sua madre quando era piccola, e questo l'ha influenzata per tutta la vita. Si è sempre sentita una perdente, ha vissuto una vita da miserabile. Anche quando stava con Kang Jong Ryul, viveva una vita triste, come se fosse annullata: mentre lui andava avanti con la sua vita e conquistava il successo, la vita di Dong Baek rimaneva ferma, priva di interessi o sogni personali.
Poi ha incontrato Yong Shik, ed è poetico pensare che questo incontro sia stato il miracolo che l'ha salvata, ma mi è piaciuto molto quando nel finale Dong Baek afferma di credere in se stessa più che nel destino.
Ma Yong Shik è stato davvero una benedizione per lei, che per tutta la vita si è sentita sminuita e umiliata, con lui si è sentita importante e preziosa per la prima volta. Tutte le attenzioni e i complimenti di lui, l'hanno in parte aiutata a cambiare.
Dong Baek compie un'evoluzione - davvero bella - sia come persona, come figlia e come madre, e adoro come nel corso della serie abbia comunque i suoi momenti di crisi, questo la rende molto umana e realistica.
Una parte che mi è piaciuta un sacco - e che mi ha anche spezzato il cuore - è quando si "vendica" con la madre abbandonandola, esattamente come aveva fatto con lei. La sua rabbia è legittima e realistica, e mi piace come si sia vendicata con la madre con la stessa moneta. Invece di fare la santa, ha dato sfogo al suo rancore, per poi sentirsi in colpa, e anche questo è umano.
Yong Shik è invece un personaggio semplice e divertente, quello che mi ha scaldato il cuore e fatto sorridere per tutta la serie. Incapace di voltare le spalle di fronte a un'ingiustizia, ha finito per fare il poliziotto sempre a caccia dei cattivi.
Non compie una particolare evoluzione come la sua collega, e la sua personalità è decisamente un po' sopra le righe, ma non ho potuto fare a meno di adorarlo per tutto il tempo.
Penso che Dong Baek e Yong Shik siano una coppia ben equilibrata. Mentre guardavo la serie, ho paragonato questa coppia con le coppie di Hotel del Luna e Graceful Family: in questi due casi le protagoniste sono state dei personaggi talmente potenti che le controparti maschili sono finite nell'ombra. O forse erano i lead ad essere troppo deboli.
Qui abbiamo una protagonista profonda, sfaccettata, a tratti cazzuta, che si evolve; eppure Yong Shik è stato talmente adorabile che è riuscito a conquistarmi e non ho mai avuto la sensazione che fosse finito in un angolo.
Riguardo la storia d'amore, l'ho amata.
Tra una storia d'amore che parte con un colpo di fulmine, e una storia d'amore in cui i personaggi si innamorano nel corso del tempo conoscendosi, preferisco la seconda opzione, ma è solo il mio gusto personale. Qui tutto nasce da un colpo di fulmine, ma la relazione va avanti per gradi ed è costruita bene.
La scena della proposta mi ha fatta commuovere come una scema, ed è la mia preferita della serie. Non me l'aspettavo, ero pronta a una rottura, ma sono stata stupida perché dovevo fidarmi di Yong Shik e del suo amore per Dong Baek. Mi è piaciuta molto perché è stata una proposta semplice, naturale e improvvisata, fatta su un letto d'ospedale tra visi stanchi e mani fasciate: l'ultimo contesto al mondo in cui penserei di fare o ricevere una proposta di matrimonio. E quel bacio dato tra malati e feriti, mi ha riempita di gioia e di calore.
Comunque diciamocelo: il vero miracolo sarebbe incontrare un uomo come Yong Shik nella vita reale. Mission impossible.
GLI ALTRI PERSONAGGI
Pil Goo
"Credi che i bambini dormano sempre bene?"
Questo bambino mi ha conquistato il cuore e me l'ha spezzato in diversi momenti. È un delizioso personaggio che mi è piaciuto fin dall'inizio: furbo e simpatico, infantile e intelligente, un piccolo ometto che si preoccupa dei soldi di casa e che cresce proteggendo la madre.
Ho adorato il rapporto tra lui e Dong Baek. Entrambi sono tutto il mondo dell'altro, per otto anni hanno vissuto insieme loro due da soli, Dong Baek lavorando e Pil Goo proteggendola. Questo ha reso lei una bambina bisognosa di protezione, e lui un piccolo adulto costretto a farsi forza.
Quando nella loro vita entrano altre persone, tutto si sfalda e Pil Goo va in crisi: perché la mamma può sposarsi con qualcuno e lui deve crescere senza un padre? Perché non ha chiesto la sua opinione? Mi ha davvero fatta piangere nei suoi momenti di sfogo, perché tra i vari intrecci degli adulti, lui è l'unica vittima innocente che può soltanto risentirne.
Ricordiamoci che i bambini non sono degli animaletti stupidi che non capiscono le cose perché sono piccoli. Sono più intelligenti di quanto crediamo. Sentono, ascoltano, percepiscono, pensano, soffrono. Credo che soffrano molto di più di quello che immaginiamo.
Ho anche adorato il rapporto sia con Yong Shik sia con il vero padre, che frequenta solo per i giochi e i regali (questo bambino ha capito tutto).
La scena del "l'eroe arriva all'ultimo minuto" è stata semplicemente epica.
Hyang Mi
"Non dimenticarmi"
Di certo non la dimenticherò. Come potrei dopo che mi ha fatta versare calde lacrime amare?
Come ho detto prima, io a questo personaggio davvero non avrei dato due lire inizialmente. Pensavo fosse superficiale e approfittatrice, e scoprire nuovi lati di lei e la sua storia, mi ha davvero commossa.
Una ragazza abbandonata, ferita, costretta a fare il lavoro sporco per mantenere la nonna in ospedale e permettere al fratello di avere una vita all'estero. Mai stata amata, trova accoglienza, amicizia e comprensione nel grande cuore di Dong Baek, che la prende con sé senza giudicarla e trattandola come una di famiglia.
Una bromance femminile davvero triste per come è andata a finire. Hyang Mi meritava di meglio.
Kang Jong Ryul
"Le persone mostrano il loro vero volto all'ultimo momento."
All'inizio non capivo cosa avesse fatto di male quest'uomo. Tutti lo odiavano, e io non capivo. Ho compreso continuando a vedere le puntate, quando mi si è presentato un quadro più completo davanti.
All'inizio mi sono chiesta perché Dong Baek fosse sparita senza dirgli del bambino, sparendo dalla sua vita senza una parola. La cosa mi aveva anche dato fastidio. Ma se Dong Baek è stata egoista, Jong Ryul è stato stupido. Perché se la tua ragazza ti presenta un test di gravidanza negativo e il giorno dopo sparisce, come puoi non farti due domande? Come puoi lasciarla andare senza cercarla?
Jong Ryul non era cattivo o un violento, era semplicemente un cazzone troppo concentrato su se stesso, pieno di buone intenzioni e immaturità. Non sa fare il padre, deve imparare. Compie errori e le cose all'inizio non vanno bene con Pil Goo, ma ci tiene davvero ad essere presente e a tenerlo al sicuro.
Bello anche il personaggio di Jessica, una ragazza mai stata amata dal padre e che cerca l'attenzione sui social, creando con essi un rapporto malato. Credo che questo personaggio rispecchi molto la realtà di oggi.
Bella l'evoluzione del rapporto tra lei e Jong Ryul.
Jung Sook (mamma di Dong Baek)
"Quando abbandoni tuo figlio perché sei senza soldi, muori dentro."
Uno dei personaggi più commoventi della serie, una delle storyline più tragiche.
Abbandona la figlia, finge di avere la demenza senile, le serve un rene. Sono tutti motivi per odiarla ma non sono mai riuscita a farlo. Prima di tutto perché non mi sembrava una persona cattiva, mi stava proprio simpatica e mi faceva tenerezza, e poi ogni cosa si scopre avere una motivazione.
Non ha mai davvero abbandonato la figlia, l'ha sempre portata nel cuore e per anni le è stata vicina anche se Dong Baek non lo sapeva. La demenza senile è stato solo un mezzo per avvicinarsi a lei. Non ha mai voluto chiederle un rene, ha lavorato come una serva per tutta la vita per poterle dare dei soldi.
Non oso neanche immaginare che cosa deve aver passato questa donna. È la vera eroina di questa serie. Alla fine tutti i suoi sforzi sono stati ripagati in quello che è il miracolo della serie.
Qui mi collego a:
Gli abitanti gli Ongsan
"E la sincerità di tutti è stata così forte da separare il Mar Rosso".
Gli abitanti di Ongsan possono sembrare persone antipatiche e piene di pregiudizi a una prima occhiata, specialmente quel gruppo di comari che sa sempre tutto di tutti. Le vicine di Dong Baek non sono davvero state molto amichevoli all'inizio, ma dopo sei anni passati lì, Dong Baek è finita per diventare parte integrante del paese. È diventata una di loro, ed ecco che gli "avengers" di Ongsan si sono messi in moto per proteggerla.
E come dimenticare l'esilarante scena del linciaggio del killer?
Tutte le brutte occhiate e i maltrattamenti subite da Dong Baek in quanto madre single, mi hanno fatto pensare (in realtà non è la prima volta) a quanto la Corea sia un paese buffo: tecnologia ad altissimi livelli e internet più veloce del mondo, e molto tradizionalista e conservatrice sugli aspetti di carattere umano. L'ho trovata una riflessione molto interessante.
La parte finale della corsa in ospedale per operare la madre di Dong Baek, l'ho trovata piena di calore e di speranza, poetica, emozionante, da favola, struggente e commovente.
SE MI METTETE LE CANZONI DI NATALE IO PIANGO DI DEFAULT, BASTARDI!!!!!!!
Il killer
"Voi fate pure i buffoni, noi saremo sempre in maggioranza"
Come ho detto prima, rispetto al serial killer di Strong Woman credo che questo sia stato caratterizzato meglio, anche grazie alla presenza del padre.
Mi è piaciuto molto il discorso del "fare i buffoni": il killer per tutta la serie intima alle sue vittime di smetterla di essere buffoni, ma Yong Shik vince su tutto quando alla fine gli fa notare che l'unico buffone è lui, e che i buoni avranno sempre la meglio perché saranno sempre di più dei cattivi (forse un discorso da favola, ma dopo tutte le tragedie della serie un po' di speranza ci stava).
Gyu Tae e Ja Young
"Era come se vivessimo insieme perché non si ordina una sola porzione a domicilio."
Non posso chiudere senza dire anche solo due parole su questa coppia. Una maestrina che fa la finta dura e un coglione che ha bisogno di crescere, mi hanno fatta sorridere. Non era l'amore ad essere finito, dovevano solo ritrovarsi.
Bella l'evoluzione di lui, che compie un arco di consapevolezza e maturazione.
Chiudo con questa perla, ammirare lo stile di quest'uomo:
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