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Avviata ad Alessandria la produzione del corto “I Sognatori di Carta” per il Giffoni Film Festival. Un progetto tra giovani, fumetto e valorizzazione del territorio. Scopri di più su Alessandria today.
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Antonietta De Lillo

Quando da bambina mi accadde di vedere l’occhio di una gallina che si chiudeva al contrario, dal basso verso l’alto, fu uno shock: credevo di avere le allucinazioni. Capire che stavo solo imparando a osservare la realtà, per strana che potesse sembrare, mi ha liberato da tante paure. L’occhio della gallina è una buona scuola. Non solo per fare cinema, per vivere.
Antonietta De Lillo, regista, sceneggiatrice e produttrice.
Quarant’anni di carriera tra alti e bassi, caratterizzata dalla creazione di film liberi e indipendenti, un percorso fatto di premi e riconoscimenti, gioie e dolori, lavori low budget, un film bellissimo e travagliato che ha avuto un difficile epilogo e l’ultimo, autobiografico, sulla sua incredibile vicenda artistica e umana che l’ha vista, per la prima volta, al di là della camera.
Un lavoro tutto accomunato dall’inseguire, attraverso una padronanza e una multidisciplinarità di linguaggi, lo splendore del vero.
Nata a Napoli, il 6 marzo 1960, ha lasciato presto la sua città natale per spostarsi prima a studiare a Bologna, dove si è laureata in Spettacolo al DAMS, poi in giro per l’Italia come giornalista e fotografa per importanti quotidiani e settimanali, fino a Roma, dove ha iniziato la sua esperienza cinematografica come assistente operatrice.
Dopo un incidente in motorino, aveva pensato, col suo compagno dell’epoca, Giorgio Magliulo, di produrre il suo primo film coi soldi dell’assicurazione, sebbene quel denaro non sia mai arrivato, è riuscita comunque a dirigere il suo primo lungometraggio Una casa in bilico, del 1985, che ha vinto il premio speciale ai Nastri d’Argento ed è stato candidato ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento come migliore opera prima.
Nel 1990 ha realizzato il suo secondo film, Matilda.
Autrice di numerosi documentari e video ritratti, premiati in diversi festival internazionali, nel 1995 ha diretto I racconti di Vittoria, vincitore del Premio Fedic alla Mostra del Cinema di Venezia, Maruzzella, uno dei cinque episodi del film corale I vesuviani nel 1997 e Non è giusto, del 2001, presentato al Festival del Cinema di Locarno.
Il suo capolavoro è stato Il resto di niente, film del 2004 sulla rivoluzione partenopea del 1799 che ruota intorno al personaggio di Eleonora Pimentel Fonseca, mirabilmente interpretata da Maria de Medeiros.
Presentato fuori concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ha ricevuto diversi riconoscimenti e premi, tra cui un David di Donatello per i migliori costumi e le candidature per migliore attrice e migliore scenografia, cinque candidature ai Nastri d’argento e il Premio Flaiano per la sceneggiatura.
Grande protagonista del cinema italiano di fine millennio, mentre sembrava destinata a conquistare il meritato successo, la carriera di Antonietta De Lillo ha subito uno stop e non le è stato più permesso dirigere film di finzione, ma non si è di certo arresa nonostante le porte chiuse in faccia.
Nel 2008 ha diretto il cortometraggio Art. 20 del progetto All Human Rights for All (30 cortometraggi per i 30 articoli della Carta dei Diritti dell’Uomo).
Nel 2011, con la sua casa di produzione, la Marechiaro Film, ha co-prodotto Il pranzo di Natale.
Diversi suoi documentari sono stati presentati al Torino Film Festival, come La pazza della porta accanto – Conversazione con Alda Merini, del 2013, realizzato a partire da un’intervista del 1995 con la nostra più grande poeta, Let’s go dell’anno successivo, sulla storia di Luca Musella, fotografo, operatore, scrittore, esodato professionalmente ed emotivamente e anche il suo secondo film partecipato, Oggi insieme, domani anche, del 2015, uscito in concomitanza con i quarant’anni dal referendum abrogativo sul divorzio. La pellicola, uscita nel 2016 è stata premiata con un Nastro d’argento speciale alla regista.
Del 2017 è Il signor Rotpeter presentato fuori concorso alla 74ª Mostra del cinema di Venezia, ispirato al racconto di Franz Kafka Una relazione per un’Accademia che ha visto protagonista una straordinaria Marina Confalone, che per la sua interpretazione si è guadagnata il Premio speciale ai Nastri d’argento del 2018.
In settembre 2021, nell’ambito della 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ha realizzato un’esposizione fotografica celebrativa delle edizioni dirette da Carlo Lizzani, dal titolo Ritratti di cinema – Antonietta De Lillo fotografa la mostra.
Il suo ultimo docufilm, L’occhio della Gallina è stato presentato alle Giornate degli Autori della Biennale di Venezia 2024. Un autoritratto cinematografico e la sua storia di artista dalla quarantennale carriera relegata ai margini dell’industria cinematografica dopo un contenzioso giudiziario legato alla distribuzione del suo film di maggior successo. Il racconto della sua vita pubblica e privata, attraverso interviste, ricostruzioni e archivi personali, cinematografici e televisivi, che mostra le difficoltà di chi va controcorrente e la creatività e la resistenza necessarie per reinventarsi con i suoi soli mezzi. Un racconto che suggerisce metodi per superare l’isolamento celebrando il cinema nel suo ruolo comunitario, culturale e politico.
Il paradosso di questa storia è rappresentato dal capovolgimento che è insito nel funzionamento dell’occhio della gallina che si chiude al contrario, dal basso verso l’alto. Allo stesso modo, mentre il cinema le viene negato, lei, ostinatamente, remando contro corrente, ne riafferma le doti culturali e artistiche, raccontandolo anche come strumento di cura e antidoto contro l’ingiusto isolamento.
Antonietta De Lillo è una donna ostinata, colta e determinata, che merita un ruolo di rilievo nella storia del cinema italiano. Nonostante ostracismo e difficoltà, non si è mai fermata e non ha mai smesso di lottare, con la sua poetica, il suo sguardo impegnato, fiero e indipendente.
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#AlessandraGonnella#AmericanUniversityofRichmond#BeComedyUk#Flaminia#GinaLyon#GiorgiaCecconi#MichelaGiraud#PaulMcNeilly#RebekahLouisaSmith#SimoneGiampaolo#VirginActive#WestLondonFilmFestival#XhulianoDule
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Peter Weir compie 80 anni Il grande regista e sceneggiatore austr... #peterweir https://agrpress.it/peter-weir-compie-80-anni/?feed_id=6470&_unique_id=66c5fa92b7967
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GIPSY FIORUCCI PREMIATA AL FESTIVAL “PRIMO PIANO SULL’AUTORE PIANETA DONNA” INSIEME A TANTE PERSONALITA’ DEL CINEMA E DELLO SPETTACOLO
Importante riconoscimento per l’artista umbra durante la cerimonia finale di premiazione della storica rassegna cinematografica, che si aggiudica la vittoria per la sezione musica e videoclip con il singolo “L’Anima Grida”

A dicembre a Perugia, presso il Cinematografo Comunale Sant’Angelo, si erano tenute le proiezioni dei film, cortometraggi e videoclip in concorso votati successivamente da una qualificata giuria presieduta da Elizabeth Missland.
La cerimonia finale, con la conduzione della giornalista Carola Proto, si è svolta a Roma presso un’affollatissima sala del cinema Caravaggio, che ha celebrato in ricordo di Sandra Milo la premiazione conclusiva alla presenza di numerose personalità del cinema e dello spettacolo, tra cui Fabrizio M. Cortese, Wilma Labate, Silvia D’Amico, Roberta Torre, Alba Rohrwacher (premio attrice dell’anno) e Maria Grazia Cucinotta (premio speciale per la brillante e prolifica attività di attrice e produttrice).
Momento quindi di grande rilevanza e riconoscimenti per la cantautrice tifernate, impegnata proprio in questi giorni nella città dei fiori per la partecipazione a molteplici importanti eventi e per la promozione del nuovo singolo “Il Pianto Che Trattengo” da dicembre in radio e su tutte le piattaforme digitali.
“La cosa che mi rende più felice e orgogliosa – dichiara Gipsy - è l’essere stata premiata non solo per il brano e il videoclip de “L’Anima Grida” ma anche e soprattutto per l’essenza stessa che incarna la canzone e del messaggio profondo di rinascita e speranza che porta dentro di sé”;
Il videoclip de L’Anima Grida, girato presso l’elegante e sontuosa location nobiliare tardo rinascimentale “Villa Magherini Graziani” a San Giustino umbro (Pg), è stato realizzato in collaborazione con la casa di produzione cinematografica “Whiterose Pictures”, regia di Lorenzo Lombardi e direttore alla fotografia Nicola Santi Amantini.
Dui seguito la motivazione letta durante la cerimonia: “Per l’impattante look dell’artista, calata in una fiaba di esoteriche essenze, attraversando i luoghi oscuri dell’anima, dove è sempre possibile accendere la luce della propria ricchezza interiore, fatta di ritrovate consapevolezze e nuove energie che conducono al cambiamento e alla vera rinascita”.
La prestigiosa kermesse “Primo Piano sull’Autore – Festival Pianeta Donna”, si è aperta con un incontro-dibattito “la donna nel cinema: emancipazione e riscossa”, tema di quest’anno, condotto da Laura Delli Colli, presidente del SNGCI, che ha rivolto ai presenti la domanda se questa emancipazione e riscossa potesse oggi veramente definirsi tale.
La quarantunesima edizione del Festival fondato e diretto da Franco Mariotti è stata organizzata dall’associazione culturale AmaRcorD con il contributo del ministero della cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo con la collaborazione della Regione Umbria; il coordinamento artistico è stato affidato a Francesca Piggianelli.
www.gipsyfiorucci.com
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Deserto particular
Una nuova CLIP del film “Deserto particular” di Aly Muritiba, nelle sale italiane dall’11 gennaio grazie soprattutto a Cineclub Internazionale. Storia di un amore, tra il virtuale e il reale, che si dipana attraverso un intenso road movie dal sud al nord del Brasile, il film è stato presentato alla 78. Mostra del Cinema di Venezia all’interno delle Giornate degli Autori, dove ha vinto il Premio del Pubblico BNL Gruppo BNP Paribas. Deserto particular, la trama Al centro della vicenda Daniel, un poliziotto sospeso dal servizio per un'aggressione violenta, e il suo amore per Sara, una giovane donna di Bahia conosciuta in chat che non ha mai incontrato. Dopo un lungo silenzio da parte di lei, Daniel decide di partire verso nord per poterla finalmente conoscere. Durante questo viaggio dall'altra parte del Paese, l'uomo rimetterà in discussione tutte le sue certezze, fino a riconciliarsi con se stesso e con i propri sentimenti. Le parole della regista «Deserto Particular è un film di incontri - ha dichiarato il regista Aly Muritiba - Dal 2016, con il colpo di stato che ha rimosso il presidente democraticamente eletto in Brasile, la mia generazione, che si è formata dopo la dittatura, sta vivendo il momento più drammatico della sua esistenza. All'indomani del colpo di stato, il paese è sprofondato in una spirale di odio che è culminata con l'ascesa di un fascista alla presidenza. Con l'elezione di Jair Bolsonaro, tutte le minoranze, le donne, gli indigeni, la comunità LGBTQI+, i neri, sono perseguitate in modo sistematico e il paese è diviso tra il sud conservatore e il nord / nord-est progressista. Molte volte si è giunti sull'orlo dello scontro armato. Proprio quest'odio si è rivelato fondamentale per decidere quale sarebbe stato il mio prossimo film. Ho capito che avrei fatto un film su un incontro. In un'epoca di violenze ho voluto fare un film d'amore». La regista Nato in una piccola città del nord-est del Brasile, Aly Muritiba ha lavorato come agente di polizia penitenziaria mentre finiva gli studi. Da questa esperienza ha tratto spunto per realizzare due cortometraggi e un documentario: “A fábrica” candidato agli Oscar®; “Pátio”, selezionato alla Semaine de la Critique di Cannes, e “A gente”, documentario che ha per protagonista proprio Muritiba e il suo lavoro nel sistema carcerario. Nel 2015 ha presentato “Tarantula” alla Mostra di Venezia nella sezione Orizzonti. Nello stesso anno ha diretto la sua opera prima “Para minha amada morta” (Global Filmmaking Award/Sundance Institute 2013) proiettato, tra gli altri, al Festival di San Sebastian. Nel 2018 è stata la volta di “Ferrugem”, mostrato anche in anteprima al Sundance. Molto intensa anche la carriera televisiva, con serie realizzate per conto di HBO, Globo, Netflix e GloboPlay. Read the full article
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Torino Film Festival 2023

La 41esima edizione del Torino Film Festival si terrà nella città dei Savoia da venerdì 24 novembre a sabato 2 dicembre sotto l’egida del Museo Nazionale del Cinema, presieduto da Enzo Ghigo e diretto da Domenico De Gaetano, con la direzione artistica di Steve Della Casa. Nel solco della scorsa edizione, l’immagine guida è stata affidata all’artista di fama internazionale Ugo Nespolo che si è ispirato ad uno dei più celebri fotogrammi di Sentieri selvaggi di John Ford in cui John Wayne tiene tra le braccia Natalie Wood, celebrando l’omaggio che quest’anno il TFF dedicherà al popolare attore, simbolo del cinema americano classico. A conferma della vocazione al dialogo con le eccellenze culturali del territorio, l’inaugurazione della 41esima edizione si terrà quest’anno alla Reggia di Venaria, uno dei siti culturali più visitati d’Italia, con ospite d’eccezione il maestro Pupi Avati e madrina della cerimonia sarà Catrinel Marlon. Si moltiplicano le occasioni di incontro e dialogo dei protagonisti del cinema con il pubblico, che vanno da Oliver Stone, che riceverà dal Museo Nazionale del Cinema il Premio Stella della Mole, a Fabrizio Gifuni, da Christian Petzold a Caterina Caselli e Paolo Conte, da Kyle Eastwood a Drusilla Foer, da Mario Martone a Barbara Ronchi, da Baloji a Thomas Cailley, da Roberto Faenza a Laura Morante. Il festival presenta o una selezione estremamente ricca che riflette sullo stato della produzione cinematografica contemporanea, tra cinema di ricerca e scritture di genere, maestri internazionali e giovani promesse, nelle diverse sezioni del festival, da quelle competitive (Concorso Lungometraggi, Documentario internazionale e italiano, Spazio Italia, Crazies) a quelle fuori concorso (Nuovimondi, Ritratti e paesaggi, TFLab, Il gioco della finzione. Nuovi sguardi argentini). Uno dei tratti distintivi della selezione è il ritorno della commedia, popolare e d’autore,. L’Italia si ritaglia uno spazio, con la presenza di ospiti prestigiosi impegnati anche in masterclass, il concorso documentari italiani allargato a 10 titoli per festeggiare un'annata particolarmente ricca, quello dei cortometraggi e dunque del cinema del futuro e due sottosezioni fuori concorso La prima volta e Ritratti e paesaggi, dedicate ad alcune tra le più interessanti opere prime della stagione e ad una serie di documentari per il grande pubblico. La 41esima edizione del Torino Film Festival presenta la prima retrospettiva integrale dedicata a Sergio Citti, che a si inserisce nella tradizione delle grandi retrospettive, e si rinnovano anche quest’anno le collaborazioni con Film Commission Torino Piemonte, Torinofilmlab e Torino Film Industry. In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre) e della Giornata Mondiale contro l’AIDS (1 dicembre), il Torino Film Festival dedicherà due momenti di riflessione a questi temi attraverso gli interventi di Monica Guerritore, protagonista de I girasoli, esordio alla regia di Catrinel Marlon, e di Laura Morante, attrice ospite del Festival con il film Folle d’amore - Alda Merini di Roberto Faenza. Read the full article
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Alice nella città, una location per i corti e donne al centro
Una nuova location rivolta al mondo dei cortometraggi, gli incontri di WomenLands per valorizzare le eccellenze femminili e l’anteprima del film To Leslie con l’attrice rivelazione degli Oscar 2023 Andrea Riseboroug e primo titolo di una linea interamente dedicata a uno storytelling al femminile. Sono le prime novità della prossima edizione di Alice nella Città, la sezione autonoma e…
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“ Noi uscivamo con le biciclette a percorrere il bianco ottovolante delle strade su e giù per le colline, in discesa vincevo io la gara col trenino singhiozzo. Almeno mezza giornata passava così. Avevamo fanali con la dinamo e portapacchi d’alluminio. Abbiamo imparato il francese e l’inglese scendendo in città ogni lunedì mercoledì e venerdì dopo colazione, per anni, io e Mira e tanti fratellini e sorelline e altri piccoli da raggiungere il numero di nove. Mademoiselle Pinoteau ci scaglionava a gruppetti di due o tre nel corso del pomeriggio, e in quelle lezioni facevamo soltanto chiacchiere, indifferentemente nell’una o nell’altra lingua, però con proibizione di usare anche una sola parola italiana, non avevamo compiti a casa di nessun genere, per non sovraccaricarci oltre a quelli di scuola, però lavoravamo secondo il tempo e la voglia, riassumendo per iscritto i più piccoli Perce-Neige o Petit Poucet capitolo per capitolo, io invece traducevo in prosa nell’altra lingua le liriche di Shelley o Les Fleurs du Mal. Mira andava cercando cotoni per sua madre, io dopo scovato un banjo in un negozio musicale avevo pure qualche lezione per imparare a suonarlo, la sorella di Mira che era più vecchia di lei aveva la bicicletta più bella, con specchietto retrovisivo sul manubrio, e andava a comprare la carne di frodo, al ritorno si fermava nel caffè di Leone a bere frappè sotto il tendone di tela e a raccontarsi storie col professor Bo e col dottor Piovene, e non la si vedeva più. Tutti, prima e dopo la lezione di lingue, ci asserragliavamo nell’unico cinema pomeridiano polverosissimo a vedere due film e parecchi cortometraggi; a tardissima ora una gara di inseguimento ci riportava a casa attaccati ai camion sotto gli occhi pieni di terrore delle madri che ci sorpassavano in autobus. “
Brano tratto da Distesa estate, dalla raccolta di racconti:
Alberto Arbasino, Le piccole vacanze, Einaudi (collana Nuovi Coralli n° 5), 1971² [1ª ed.ne 1957]; pp. 14-15.
#Alberto Arbasino#Le piccole vacanze#citazioni letterarie#letteratura italiana del XX secolo#letteratura italiana del '900#narrativa italiana del '900#raccolte di racconti#letture#libri#letteratura degli anni '50#Distesa estate#scrittori lombardi#raccolta di racconti#bicicletta#giovinezza#infanzia#allegria#Nuovi Coralli#Einaudi
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Germaine Krull

Spero di aver contribuito a far conoscere la fotografia come l’arte del nostro secolo.
Germaine Krull, tra le più importanti fotografe del ventesimo secolo, è stata pioniera della fotografia d’avanguardia e del fotogiornalismo moderno.
Ha trattato, con stile documentaristico e dal suo punto di vista di donna, politica e disuguaglianze sociali. Ha sperimentato una varietà di tecniche tra cui la doppia esposizione, il fotomontaggio e lo scatto da angolazioni estreme.
Nata il 20 novembre 1897 a Poznan, nell’attuale Polonia da una famiglia tedesca, ha viaggiato per l’Europa fin dalla più tenera età a causa del lavoro del padre, ingegnere itinerante e libero pensatore.
Cresciuta in un ambiente estremamente libero, anticonformista e politicamente attivo, si è diplomata in fotografia a Monaco, dove aveva aperto uno studio come ritrattista e fatto parte del fermento intellettuale, artistico e politico della città.
A vent’anni aveva aderito al Partito Comunista Tedesco, imprigionata. è stata costretta a fuggire prima in Austria e poi in Russia.
Il suo studio era diventato il luogo di incontro di militanti anarchici, comunisti russi e socialdemocratici.
Nel novembre 1918 ha preso parte al raduno di massa sul Theresienwiese per chiedere la fine della guerra, il punto di partenza della Rivoluzione di novembre e l’avvento dello Stato Libero di Baviera. L’anno seguente ha preso parte alla Repubblica Bavarese dei Consigli e nel 1921 partecipato al Terzo Congresso dell’Internazionale Comunista a Mosca, da dove è stata espulsa come controrivoluzionaria per le sue posizioni radicali.
Dopo queste esperienze si è allontanata dall’attivismo politico per dedicarsi esclusivamente alla fotografia, parte integrante della sua vita e potente forma di espressione.
Nel 1922 si è trasferita a Berlino dove ha preso a frequentare gli ambienti dadaisti ed espressionisti.
L’ambiente culturale della capitale tedesca e gli stimoli delle avanguardie hanno modellato la sua fotografia in modo irreversibile e contribuito a plasmare il suo stile fotografico, aprendolo a suggestioni provenienti dal teatro, dal cinema, dalla letteratura e da altri media.
Tra i vari soggetti, ha realizzato una serie di ritratti di nudi poi catalogati come “satire di pornografia lesbica”, immagini sovversive attraverso le quali ha sfidato le esperienze visive convenzionali.
Servendosi dell’immaginario pornografico ha sovvertito la purezza dello stile pittorialista e, giocando con le rappresentazioni di genere, ha mostrato donne che guardano altre donne, sostituendo “una collaborazione attiva, allo sguardo maschile convenzionale che controlla un nudo docile“.
L’amore lesbico è stata anche un’esperienza personale che ha riportato nella sua autobiografia.
Dopo aver sposato il documentarista olandese Joris Ivens, tra i fondatori del collettivo di artisti d’avanguardia Filmliga si era trasferita con lui a Amsterdam. Un matrimonio di convenienza grazie al quale avrebbe ottenuto un passaporto olandese e una condizione di “rispettabilità” senza dover rinunciare alla sua autonomia e alla sua carriera. Insieme hanno realizzato diversi cortometraggi.
Gli stimoli provenienti dai circoli intellettuali olandesi, dove si confrontavano i teorici del cinema russo, olandese, tedesco, la portarono a sviluppare le sue grandi opere di montaggio e la serie di fotografie industriali iniziata in Olanda e poi proseguita in Francia che è alla base della sua opera più famosa, Métal. Una raccolta di 64 foto in bianco e nero di ponti e strutture industriali di Rotterdam, Amsterdam, Marsiglia e della Torre Eiffel di Parigi, una metafora del mondo moderno letta attraverso l’estetica della Nuova Visione e trasformata in materia d’arte.
Ancora oggi è considerato uno dei più importanti libri fotografici della storia.
Nella seconda metà degli anni venti del secolo scorso, si è spostata in una Parigi intrisa dell’avanguardia più stimolante.
Ha lavorato come fotografa di moda per grandi stilisti come Paul Poiret, Lucien Lelong e Sonia Delaunay, pubblicando un gran numero di fotografie in riviste femminili, tra cui il supplemento di Frankfurter Zeitung, Für die Frau. Nell’ambiente artistico parigino ha conosciuto e ritratto personaggi come André Malraux, Colette, Jean Cocteau, André Gide.
Nel 1928 era considerata una delle fotografe più importanti e richieste, capace di muoversi con destrezza dalla fotografia più impegnata ai nudi.
Il riconoscimento ottenuto da Métal nell’ambiente delle avanguardie artistiche le aveva procurato numerosi incarichi da parte della nuova rivista VU, il primo grande settimanale illustrato francese che poneva la fotografia al centro del suo progetto editoriale.
In seguito all’occupazione nazista della Francia ha aderito al Fronte per la Liberazione e diretto per due anni il Servizio fotografico della Francia Libera.
Nel 1945 è stata inviata come corrispondente in Indocina. Successivamente è stata in Brasile, passando dalla Martinica e dalla Guyana, per poi raggiungere il Congo francese. Una vita costantemente in viaggio e alla ricerca di nuove esperienze. È stata corrispondente in Indocina e poi a Bangkok dove per vent’anni è stata proprietaria del celebre Hotel Oriental.
Negli anni Sessanta si è ritirata a vivere coi rifugiati tibetani nel Nord dell’India, sposandone la causa. Lì ha realizzato il libro Tibetans in India.
È tornata definitivamente in Europa nel 1983, per trascorrere gli ultimi anni accanto alla sorella Berthe.
È morta a Wetzlar in Germania il 31 luglio 1985.
Il suo archivio è depositato a Essen, al Museo Folkwang.
Curiosa e instancabile, ha avuto mille vite, ha spaziato dall’impegno politico ai ritratti delle celebrità, dalla fotografia di guerra alle foto della gente comune, passando per la fotografia di moda, l’archeologia industriale, i nudi e molto altro ancora.
Il suo lavoro, che ha attraversato quasi un secolo, ha espresso tutta la forza e il coraggio di una donna che non ha mai seguito le regole e si è sempre lasciata guidare solo dall’istinto e dall’obiettivo della sua macchina fotografica.
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Doppio anniversario per il nostro poeta nazionale
Giorgio Vasari, Ritratto di sei poeti toscani (1544)
Tutta Italia quest’anno ricorda i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri e celebra, il 25 marzo, il secondo Dantedì, giornata istituita nel 2020 (ne abbiamo parlato nel nostro blog) dal Consiglio dei Ministri. Le numerose iniziative sono state organizzate in modo da consentire sia una visita sul posto, sia tour virtuali che allargano in modo esponenziale le possibilità di vedere e conoscere. Se, prima di partire alla riscoperta del grande Durante, sentite l’esigenza di ripassare la sua biografia, vi consigliamo un classico, Vita di Dante di Giorgio Petrocchi, una biografia recente di Giorgio Inglese e una fiction televisiva in cui Dante è magistralmente interpretato da Giorgio Albertazzi.
Sono veramente innumerevoli le manifestazioni che si svolgeranno in Italia (la più curiosa è forse quella di un liutaio che ha raffigurato i 33 canti dell’Inferno su altrettanti violini), e in particolare a Firenze e nelle altre città in cui il padre della lingua del sì ha soggiornato. Per la gran parte rimandiamo ai link relativi, ma ci piace ricordare in primo luogo la brillante iniziativa dell’Accademia della Crusca che, per ogni giorno del 2021, farà apparire nel proprio sito ufficiale una diversa parola o espressione di Dante arricchita da un breve commento.
Raffaello, Stanza della Segnatura, Città del Vaticano (1509)
Piazza Dante. #Festivalinrete è un progetto di 41 festival di approfondimento culturale uniti per celebrare il sommo poeta. “Piazza Dante sarà una piazza virtuale in cui contenuti multimediali (video, interviste agli autori, scritti inediti) daranno la possibilità a tutti di vivere le iniziative realizzate via via dai Festival”. Per quanto riguarda Milano, anticipiamo che gli eventi, curati da Elisabetta Sgarbi, si svolgeranno durante la tradizionale manifestazione La Milanesiana (giugno-luglio 2021).
Agnolo Bronzino, Ritratto di Dante (1532-33)
“Molto interessante il progetto UniBg per Dante 2021, sviluppato dall’Università di Bergamo. Su un canale dedicato è in continuo aggiornamento la serie di cortometraggi 5 minuti con Dante: brevi conferenze-video di critica e di esegesi tenute da più di 50 studiosi italiani e stranieri del mondo della letteratura e di scienze affini all’italianistica”.
Per la serie infinita “l’arte ispira l’arte”, la Comedìa ha esercitato un ruolo importante anche come fonte creativa non solo per la letteratura e le arti figurative, ma anche per la musica: questa antologia musicale comprende autori come Monteverdi, Liszt, Rossini, Puccini, Ponchielli e molti altri.
La nave di Teseo ha appena dato alle stampe l’ultima fatica del celebre dantista Giulio Ferroni L’Italia di Dante. Viaggio nel paese della Commedia. “Seguendo la traccia della Divina Commedia, e quasi ripetendone il percorso, Giulio Ferroni compie un vero e proprio viaggio all’interno della letteratura e della storia italiane: una mappa del nostro paese illuminata dai luoghi che Dante racconta in poesia”. Questo cammino critico-letterario ha dato lo spunto alla realizzazione del progetto L’Italia di Dante, che prevede una piattaforma digitale, in cui le località visitate dal Poeta o da lui citate saranno proposte in veri e propri itinerari virtuali.
Un altro tour virtuale è quello che permette di ammirare gli scatti di Massimo Sestini per Dante 700, “un racconto del mondo lirico, politico e biografico di Dante attraverso venti fotografie che ritraggono il volto del poeta in luoghi che ne conservano memoria e ispirazione”.
Anche Verona, che ospitò Dante fra il 1313 e il 1318, ha preparato un programma molto ricco, tra cui segnaliamo La Verona di Dante: un viaggio in video per scoprire i luoghi del Poeta nella città veneta, con la collaborazione di Claudio Santamaria. Per quanto riguarda le arti figurative, il Museo di Castelvecchio ospiterà due mostre ispirate ai canti dell’Inferno: una dell’illustratore americano Michael Mazur e una di Gabriele Dell’Otto, noto per i disegni dei supereroi della Marvel, le cui immagini troviamo nelle nostre biblioteche nell’edizione dell’Inferno curata da Franco Nembrini. Fra gli spettacoli, Dante Project di Paolo Fresu e La figura femminile nella Divina Commedia a cura di Lella Costa.
Per quanto riguarda Ravenna, dove Dante passò gli ultimi anni, ricordiamo in special modo una “mostra della mostra”, ovvero un percorso di documentazione storica allestito al Museo d’arte, che descrive le celebrazioni nazionali per il VI centenario dantesco del 1921, inaugurate dall’allora Ministro della Pubblica Istruzione Benedetto Croce. “Già aperta Dante nell’arte dell’Ottocento. Un’esposizione degli Uffizi a Ravenna allestita negli Antichi Chiostri francescani, limitrofi alla Tomba di Dante. Frutto di una collaborazione con gli Uffizi, prevede un prestito di un nucleo di opere a cominciare dal Dante in esilio di Annibale Gatti. Nell’opera il poeta è ritratto in un momento di intima riflessione, in compagnia del figlio, nella pineta di Classe, citata nel Purgatorio”. Estremamente interessante, infine, la mostra Le arti al tempo dell’esilio presso la chiesa di S. Romualdo, che espone le opere che il poeta stesso poté vedere durante le sue peregrinazioni, come il Polittico di Badia di Giotto, il San Paolo di Jacopo Torriti e il preziosissimo Offiziolo, un manoscritto miniato, per la prima volta esposto, appartenuto al poeta Francesco da Barberino, amico di Dante.
Polittico di Badia, Giotto
Forse il Poeta, esule, bandito dalla sua amata Firenze, ramingo per l’altrui scale, pensava proprio a se stesso quando, in Pg XXII 67-69, fa pronunciare da Stazio questi versi rivolti a Virgilio:
Facesti come quei che va di notte, che porta il lume dietro e sé non giova, ma dopo sé fa le persone dotte.
#Dante Alighieri#dantedì#giulio ferroni#la divina comedia#accademia della crusca#giorgio petrocchi#lamilanesiana
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Da Venezia a Londra, dall'8 al 12 torna il festival del cinema italiano

Di Pietro Nigro Si tiene dall'8 al 12 febbraio a Londra la terza edizione di From Venice to London, selezione di film italiani curata da Biennale di Venezia, Istituto di Cultura e Curzon. Torna a Londra la rassegna di bellissimi film italiani From Venice to London Direttamente dal Festival del Cinema di Venezia, arriva, anzi torna a Londra il grande cinema italiano, che sarà al centro della erza edizione della rassegna From Venice to London. Il festival, che si tiene a Londra dall'8 al 12 febbraio prossimi, nasce dalla collaborazione tra Festival del Cinema di Venezia, Istituto Italiano di Cultura di Londra e Curzon e propone, a Curzon Mayfair e Curzon Soho una speciale selezione di film selezionati dall'80esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. In programma, sette anteprime per il Regno Unito, in genere proposte con la formula della proiezione seguita dal Q&A, la sessione di domande e risposte con i registi. Ecco i film in programma. - Io Capitano di Matteo Garrone, Giovedì 8 febbraio, ore 18, Curzon Mayfair. Il film propone Un'odissea contemporanea attraverso i pericoli del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e le insidie del mare. - Felicità di Micaela Ramazzotti, Venerdì 9 febbraio, 18:20, Curzon Soho. La storia di una famiglia distrutta, di genitori egoisti e manipolatori, di un mostro a due teste che divora ogni speranza di libertà da parte dei figli. - Lubo di Giorgio Diritti, Sabato 10 febbraio, ore 14, Curzon Soho. Franz Rogowski interpreta Lubo, un nomade e artista di strada che nel 1939 viene arruolato nell'esercito svizzero. - Il documentario Lion's Share e il film Il salumiere di Baptiste Etchegaray, Giuseppe Bucchi, Margherita Giusti, Domenica 11 febbraio, ore 15, Curzon Soho. Due cortometraggi dal programma della Biennale di Venezia: un documentario sulla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, il festival cinematografico più antico del mondo; e un film d'animazione su Selinna Ajamikoko, una giovane donna nigeriana che sogna di diventare una venditrice di carne come sua madre. - Una sterminata domenica di Alain Parroni, Domenica 11 febbraio, ore 17.30, Curzon Soho. Brenda è incinta. Alex sta per diventare padre. Kevin sta riempiendo la città con il suo nome. Ognuno di loro sta cercando di lasciare il proprio segno nel mondo. - Enea di Pietro Castellitto, Lunedì 12 febbraio, ore 18, Curzon Soho. Enea, Enea, insegue il mito che porta il suo nome. Lo fa per sentirsi vivo in un'epoca morta e decadente. Lo fa in compagnia di Valentino, aviatore appena battezzato. ... Continua a leggere su Read the full article
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Il Caltagirone Short FilmFest annuncia i cortometraggi fuori concorso Rewind di Giulia Galati ... #adelmotogliani #alessandrobenvenuti #angelafailla #biancaguaccero #bobandweave #caltagirone #emanueleblandamura #evabasteirobertolì #gianniquinto #giuliagalati #regionesicilia #rewind #robertomanieri #santaponsa #shortfilmfest #simonecasanica https://agrpress.it/il-caltagirone-short-filmfest-annuncia-i-cortometraggi-fuori-concorso/?feed_id=5927&_unique_id=66786cca8770d
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Cannes 2023: la Croisette accoglie Almodovar e Steve McQueen
L'attesa è finita! Il Festival di Cannes 2023, dopo un anno, sta scatenando la sua magia cinematografica sulla prestigiosa Croisette. Il red carpet ha accolto le prime star internazionali che rendono Cannes l'evento più atteso dell'anno per gli amanti del cinema. La seconda giornata del festival ha visto come protagonisti due grandi del cinema mondiale come Almodovar e Steve McQueen. L'apertura del Festival di Cannes 2023 tra Depp e Michael Douglas Con alle spalle la serata di apertura con protagonisti Johnny Depp e Michael Douglas, il Festival di Cannes 2023 ha vissuto la sua seconda giornata. Due i film proiettati ed entrambi in concorso in questa 76esima edizione di Cannes ma anche ben due cortometraggi fuori concorso. Quattro proiezioni di altissimo valore. Partiamo dai due film in concorso ovvero Monster di Hirokazu Kore-Eda e Le retour di Catherine Corsini. Per il regista giapponese questo è un grande ritorno in quel di Cannes dopo la sua vittoria nel 2018 con il film Un affare di famiglia (vincitore poi quell'anno anche del Premio Oscar come miglior film in lingua straniera). Hirokazu Kore-Eda approda sulla Croisette con il suo nuovo film pronto a fare un bis storico. Le retour di Catherine Corsini, invece, si candida subito come una delle pellicole più discusse in concorso a Cannes 2023. L'opinione pubblica francese si è letteralmente divisa in due a causa di un’attrice minorenne (15 anni) protagonista di una scena dall’esplicito carattere sessuale. Concludiamo con i fuori concorso sarà la volta di Occupied City di Steve McQueen: il regista parla della sua città d’azione, Amsterdam: un luogo di cui parla tra passato e presente in cui è “come vivere con i fantasmi“. L’ispirazione arriva dal libro di sua moglie Blanca Stigler. Il film si concentra sull’occupazione nazista offrendo allo spettatore un viaggio attraverso gli ultimi anni di pandemia e proteste. È stato anche il momento di Pedro Almodovar, che ha presentato il suo mediometraggio Strange way of life, che racconta una storia omosessuale tra due cowboy. La storia del prestigioso festival cinematografico Il Festival del cinema di Cannes è nato nel 1946 ed è diventato uno dei più prestigiosi e influenti festival cinematografici al mondo. La sua creazione è stata ispirata dal desiderio di promuovere la cultura cinematografica e la collaborazione internazionale nel settore. La storia del festival ebbe inizio durante la Seconda Guerra Mondiale, quando Jean Zay, Ministro dell'Istruzione Nazionale e delle Belle Arti francese, propose l'idea di un evento cinematografico internazionale che avrebbe contribuito a riunire le nazioni attraverso il linguaggio universale del cinema. Il primo Festival del cinema di Cannes si tenne nel settembre del 1946, ma fu interrotto dopo solo un giorno a causa di alcune complicazioni organizzative e di un disaccordo tra gli organizzatori. Tuttavia, l'anno successivo, nel 1947, il festival venne ripreso con successo e si trasformò in un appuntamento annuale. L'Italia a Cannes Saranno ben tre i film in concorso per questa 76esima edizione del festival di Cannes. Scopriamo le tre pellicole italiane presenti a Cannes andando in ordine di programma: - 23 Maggio: il primo film nostrano in concorso a Cannes sarà "Rapito" di Marco Bellocchio. Oltre al regista saranno presenti sul red carpet Fabrizio Gifuni, Barbara Ronchi e Filippo Timi. Il film, che tratta il caso Edgardo Mortara, arriva in Francia in anteprima e sarà poi distribuito nelle sale italiane a partire dal 25 Maggio. - 24 Maggio: 24 ore dopo Marco Bellocchio toccherà a Nanni Moretti "calpestare" il tappeto rosso di Cannes. Il regista di Brunico torna un anno dopo in Francia per presentare il suo nuovo film dal titolo "il Sol dell'Avvenire" che proprio in questi giorni è possibile vedere al cinema. Con Nanni Moretti saranno presenti Margherita Buy, Silvio Orlando e Barbora Bobulova. - 26 Maggio: a chiudere il terzetto di film italiani a Cannes sarà "La Chimera". Regista della pellicola è la toscana Alice Rohrwacher che racconterà la storia di un giovane archeologo inglese. Appuntamenti da non perdere Il festival sarà, inoltre, l'occasione per poter vedere alcuni dei film più attesi del momento. La giornata del 23 Maggio non sarà solo per Marco Bellocchio ma anche per uno dei film più quotati all'ambita "Palma d'oro": Asteroid City. Questo film ha la firma di Wes Anderson e nel suo cast conta attori ed attrici del calibro di Tom Hanks, Scarlett Johansson, Margot Robbie, Tilda Swinton, Edward Norton, Adrien Brody, Bryan Cranston, Matt Dillon, Willem Dafoe e Jeff Goldblum. Se vogliamo dare uno sguardo ai film fuori concorso, oltre a quello con protagonista Johnny Depp dell'apertura, uno dei più interessanti è sicuramente Hypnotic di Robert Rodriguez. Il film avrà come protagonista Ben Affleck che sarà presente a Cannes il 26 Maggio per la proiezione. Read the full article
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