#contrasto fenomeni mafiosi
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pier-carlo-universe · 18 days ago
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Rossi e Pentenero (PD): "La destra sostituisce i diritti con mance ideologiche". Critiche al bonus Vesta e alle politiche della Giunta Cirio: "Investire su scuola, sanità e uguaglianza per il futuro"
Il Partito Democratico piemontese, attraverso le dichiarazioni del segretario regionale Domenico Rossi e della presidente del gruppo regionale Gianna Pentenero, attacca duramente la Giunta guidata da Alberto Cirio per l’introduzione del bonus Vesta, un so
Il Partito Democratico piemontese, attraverso le dichiarazioni del segretario regionale Domenico Rossi e della presidente del gruppo regionale Gianna Pentenero, attacca duramente la Giunta guidata da Alberto Cirio per l’introduzione del bonus Vesta, un sostegno economico di 1.000 euro rivolto a poche famiglie per l’accesso a servizi per bambini da 0 a 6 anni. Un welfare che divide anziché…
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lamilanomagazine · 9 months ago
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Gallicano, celebrato il 32° anniversario della morte del maresciallo maggiore medaglia d'oro al valor civile Giuliano Guazzelli
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Gallicano, celebrato il 32° anniversario della morte del maresciallo maggiore medaglia d'oro al valor civile Giuliano Guazzelli.  È stato celebrato Venerdì, presso il cimitero di Gallicano (LU), il 32° anniversario della morte del Maresciallo Maggiore  M.O.V.C. Giuliano Guazzelli, gallicanese, barbaramente ucciso dalla mafia  nel 1992 in provincia di Agrigento, ove il sottufficiale dell’Arma viveva stabilmente e dove si era distinto per le pericolose  investigazioni dirette al  contrasto ed alla repressione della criminalità organizzata di stampo mafioso. Alla commemorazione, con l’immancabile presenza del figlio GUAZZELLI Riccardo,  che per l’occasione e come ogni  anno  ha raggiunto Gallicano dalla Sicilia ove risiede,  era presente il Prefetto della Provincia di Lucca Giusi Scaduto, il Comandante Provinciale dei Carabinieri Colonnello Arturo Sessa, il Questore di Lucca Edgardo Giobbi, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza Colonnello Marco Querqui, più ovviamente l’Arma locale, rappresentata dal Comandante della Compagnia Maggiore Biagio Oddo, dal Comandante della Stazione Davide Martinelli e dai componenti delle Associazioni Carabinieri in congedo. Nutrita anche la presenza Istituzionale e rappresentativa dell’Unione dei Comuni, di cittadini e parenti del sottufficiale caduto, nonché degli studenti della scuola media di Gallicano e  dei ragazzi frequentatori dell’ultimo anno dell’ISI di  Barga,  accompagnati dagli insegnanti. In omaggio al caduto una lapide “a ricordo” collocata vicina alla tomba dei genitori e una corona di fiori portata da militari in grande uniforme ed infine,  solennizzate dagli omaggi resi dal picchetto d’onore, prima l’intonazione delle note del silenzio e poi la lettura della motivazione  con la quale al militare fu tributata la medaglia d’oro al valor civile:  “Sottufficiale di elevatissime qualità professionali, impegnato in delicate attività investigative in aree caratterizzate da alta incidenza del fenomeno mafioso, operava con eccezionale perizia, sereno sprezzo del pericolo ed incondizionata dedizione al dovere e alle Istituzioni, fornendo costanti e determinanti contributi alla lotta contro la criminalità organizzata fino al supremo sacrificio della vita, stroncata da proditorio ed efferato agguato criminale. Eccelso esempio di preclare virtù civiche ed altissimo senso del dovere.” Grande commozione dei presenti durante l’intervento del Prefetto di Lucca che ha ricordato il sacrificio dell’uomo e del militare, quanto l’importanza della lotta al crimine organizzato di cui  Giuliano Guazzelli occupa un posto di primo piano al pari di altre figure prestigiose che hanno contrassegnato l’azione di contrasto alla mafia. Il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Col. Arturo Sessa, ha ripercorso tutte le tappe più significative della carriera di Guazzelli, sottolineando la dedizione al servizio e le straordinarie doti professionali e umane di un uomo, innamorato della divisa che indossava, che ha dedicato tutte le sue energie per difendere le Istituzioni e la gente comune dal potere mafioso. La commemorazione  è poi continuata presso la scuola Media di Gallicano,  dove gli studenti, anche grazie  un dibattito moderato dalla Preside Patrizia Farsetti e alimentato dalle domande degli alunni stessi,  hanno potuto ascoltare le parole del Prefetto dr.ssa Giusi Scaduto, che tanto si è soffermata sui concetti di Stato e legalità, ma anche la testimonianza di Riccardo Guazzelli, figlio di vittima del dovere, che fornendo una testimonianza diretta della terribile esperienza vissuta in quei giorni, ha messo in guardia i ragazzi verso il pericolo dell’indifferenza verso i fenomeni mafiosi e di illegalità.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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confrontodemocratico · 1 year ago
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Ponte sullo Stretto, scontro totale don Ciotti-Salvini: «Più che due coste unirà due cosche». «Che schifo, perché non lascia l’Italia?»
Gli attacchi al governo del presidente di Libera e la risposta del leader della Lega Se don Luigi Ciotti riferisce di una correlazione tra Ponte sullo Stretto e rischi sul fronte della criminalità organizzata, le sue parole hanno un peso. Se non altro perché il presidente di Libera, impegnato da decenni nel contrasto alle cosche, è forse tra i massimi esperti di fenomeni mafiosi. Ma c’è anche…
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corallorosso · 3 years ago
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E così, mentre la scena politica nazionale non offre motivi per gioire, si apprende che per Nino Di Matteo Cosa Nostra "ha già dato la sentenza". Tuttavia, come hanno insegnato sia Falcone che Borsellino, si muore quando si viene lasciati soli, quando le battaglie per cui ci si sta sacrificando vengono puntualmente perse perché sono proprio i "tuoi", quelli che dovrebbero stare dalla tua parte, la parte dello Stato, a cedere. E così, fra una continua, voluta, disattenzione verso i fenomeni mafiosi, ed un dibattito capzioso sull'ergastolo ostativo e sul 41 bis, alcuni uomini particolarmente esposti nel contrasto alle mafie vengono di fatto dimenticati, lasciati soli, quasi fossero loro il problema. Nino Di Matteo è un uomo di questi, un magistrato che non ha abbandonato mai il fronte, un magistrato che qualcuno che lo conosce meglio di me ha definito un "monolite". Questi uomini hanno inferto colpi tremendi all'organizzazione mafiosa, e di questi uomini le mafie si devono preoccupare, non di quelli con cui è possibile ragionare sedendosi allo stesso tavolo. Per questo motivo Di Matteo, ma soprattutto la sua immagine, la sua autorevolezza, sono costantemente in pericolo: sta a noi ribadire con fermezza che al primo posto fra le priorità delle politiche pubbliche non vi è altro se non la lotta alle mafie, alla criminalità organizzata che vendendo morte colpisce diritti e conquiste sociali e politiche enormi. Ma con tanti politici che pensano a tutt'altro, non possiamo stupirci se poi qualcuno, perché impegnato con tutte le sue energie a fare rispettare l'ordinamento democratico, dovesse essere delegittimato, "mascariato", perché ora le mafie hanno cambiato strategia, senza più impiegare tritolo o kalashnikov, ma ricorrendo al sistema, ben più efficace nella società della comunicazione di massa, dei corvi, dei propalatori di mezze verità mischiate con la menzogna, che sono i veri killer di chi, da "monolite", combatte l'agire di Cosa Nostra e delle altre mafie. Nicola Morra
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italianaradio · 5 years ago
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Cigl aderisce alla manifestazione di Libera e propone Direzione europea dell’Antimafia
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/cigl-aderisce-alla-manifestazione-di-libera-e-propone-direzione-europea-dellantimafia/
Cigl aderisce alla manifestazione di Libera e propone Direzione europea dell’Antimafia
Cigl aderisce alla manifestazione di Libera e propone Direzione europea dell’Antimafia
La notizia della recente operazione Rinascita-Scott (QUI) rappresenta per la Cgil un ‘ulteriore barlume di speranza per poter contrastare e reprimere il fenomeno della illegalità diffusa ed allo stesso tempo costituisce uno spiraglio per il cambiamento, il rinnovamento ed il miglioramento dell’intero sistema sociale-istituzionale-politico che risulta devastato dall’infiltrazione malavitosa”. A tal fine la nota associazione sindacale ci tiene a precisare che “non è sfuggito l’appello lanciato dal Procuratore Nazionale Antimafia, Cafiero De Raho e né sottovalutiamo le ultime dichiarazioni del Procuratore Nicola Gratteri che invitano le forze buone della società calabrese ad occupare positivamente spazi sociali, politici ed istituzionali al fine di rivendicare e adoperarsi in favore della legalità e della regolarità. Un appello che non può e non deve essere eluso per chi come noi da tempo dispiega impegno nell’azione pragmatica dell’Antimafia (Sottoscrizione Protocolli di Legalità, Costituzione parte civile nei principali processi contro la Ndrangheta) e che comunque proseguirà in tale impegno, a partire dall’azione di accompagnamento sociale dell’attività repressiva messa in campo dalla magistratura, per costruire una funzionale architettura sociale-culturale-pedagogica”. Un’attività condivisa da Cisl e Uil, che insieme durante l’audizione in Commissione Nazionale Antimafia, hanno presentato un documento unitario di valutazione sull’applicazione del Codice Antimafia, quindi una prima analisi per la verifica della stessa norma e allo stesso tempo la necessità di avanzare proposte per rafforzare ed aggiornare gli strumenti di contrasto ai fenomeni mafiosi. “Siamo pronti ad inasprire l’azione di rivendicazione sociale – sostengono a gran voce le sigle – per l’affermazione della legalità e siamo determinati a sostenere la relativa lotta con un’azione di mobilitazione diffusa, di sostegno alla magistratura e alle istituzioni, aperta a tutti i soggetti della società civile e che possa rappresentare l’affermazione positiva ed il coinvolgimento di chi fino ad oggi ha dimostrato disinteresse per la vigilanza e la resistenza contro il fenomeno dell’illegalità. “ “In tale quadro la Cgil Calabria parteciperà attivamente alla manifestazione promossa da Libera a Vibo Valentia ed invita tutta la società civile alla massima adesione a tale appuntamento e a condividere, promuovere ed intensificare i necessari percorsi di mobilitazione a sostegno della legalità per una Calabria libera”. “Nell’ambito di tale strategia necessita – secondo il sindacato – la messa in campo di un confronto nel territorio, nel nostro caso quello calabrese, al fine di rintracciare sbocchi operativi e concreti, coinvolgendo più aggregazioni sociali… ci impegniamo fin da subito a promuovere eventuali proposte di Legge di iniziativa popolare che garantiscano sostegno alla stessa Magistratura e che aprano nei confronti di tale problematica una normativa comunitaria che assuma la necessità di istituire una Direzione Antimafia Europea con funzioni e poteri che mirino ad una sorta di coordinamento investigativo tra le Procure europee, con una sinergica attività di contrasto che, vada ben oltre alla presa d’atto dei provvedimenti della magistratura italiana rispetto all’esecuzione del mandato di arresto europeo a cura delle rispettive forze dell’ordine dei vari paesi”. “Siamo pronti ad inasprire l’azione di rivendicazione sociale per l’affermazione della legalità e siamo determinati a sostenere la relativa lotta con un’azione di mobilitazione diffusa, di sostegno alla magistratura e alle istituzioni, aperta a tutti i soggetti della società civile e che possa rappresentare l’affermazione positiva ed il coinvolgimento di chi fino ad oggi ha dimostrato disinteresse per la vigilanza e la resistenza contro il fenomeno dell’illegalità”. In tale quadro la Cgil Calabria parteciperà attivamente alla manifestazione promossa da Libera a Vibo Valentia per il prossimo 24 dicembre ed invita tutta la società civile alla “massima adesione a tale appuntamento e a condividere, promuovere ed intensificare i necessari percorsi di mobilitazione a sostegno della legalità per una Calabria libera”.
La notizia della recente operazione Rinascita-Scott (QUI) rappresenta per la Cgil un ‘ulteriore barlume di speranza per poter contrastare e reprimere il fenomeno della illegalità diffusa ed allo stesso tempo costituisce uno spiraglio per il cambiamento, il rinnovamento ed il miglioramento dell’intero sistema sociale-istituzionale-politico che risulta devastato dall’infiltrazione malavitosa”. A tal fine la nota associazione sindacale ci tiene a precisare che “non è sfuggito l’appello lanciato dal Procuratore Nazionale Antimafia, Cafiero De Raho e né sottovalutiamo le ultime dichiarazioni del Procuratore Nicola Gratteri che invitano le forze buone della società calabrese ad occupare positivamente spazi sociali, politici ed istituzionali al fine di rivendicare e adoperarsi in favore della legalità e della regolarità. Un appello che non può e non deve essere eluso per chi come noi da tempo dispiega impegno nell’azione pragmatica dell’Antimafia (Sottoscrizione Protocolli di Legalità, Costituzione parte civile nei principali processi contro la Ndrangheta) e che comunque proseguirà in tale impegno, a partire dall’azione di accompagnamento sociale dell’attività repressiva messa in campo dalla magistratura, per costruire una funzionale architettura sociale-culturale-pedagogica”. Un’attività condivisa da Cisl e Uil, che insieme durante l’audizione in Commissione Nazionale Antimafia, hanno presentato un documento unitario di valutazione sull’applicazione del Codice Antimafia, quindi una prima analisi per la verifica della stessa norma e allo stesso tempo la necessità di avanzare proposte per rafforzare ed aggiornare gli strumenti di contrasto ai fenomeni mafiosi. “Siamo pronti ad inasprire l’azione di rivendicazione sociale – sostengono a gran voce le sigle – per l’affermazione della legalità e siamo determinati a sostenere la relativa lotta con un’azione di mobilitazione diffusa, di sostegno alla magistratura e alle istituzioni, aperta a tutti i soggetti della società civile e che possa rappresentare l’affermazione positiva ed il coinvolgimento di chi fino ad oggi ha dimostrato disinteresse per la vigilanza e la resistenza contro il fenomeno dell’illegalità. “ “In tale quadro la Cgil Calabria parteciperà attivamente alla manifestazione promossa da Libera a Vibo Valentia ed invita tutta la società civile alla massima adesione a tale appuntamento e a condividere, promuovere ed intensificare i necessari percorsi di mobilitazione a sostegno della legalità per una Calabria libera”. “Nell’ambito di tale strategia necessita – secondo il sindacato – la messa in campo di un confronto nel territorio, nel nostro caso quello calabrese, al fine di rintracciare sbocchi operativi e concreti, coinvolgendo più aggregazioni sociali… ci impegniamo fin da subito a promuovere eventuali proposte di Legge di iniziativa popolare che garantiscano sostegno alla stessa Magistratura e che aprano nei confronti di tale problematica una normativa comunitaria che assuma la necessità di istituire una Direzione Antimafia Europea con funzioni e poteri che mirino ad una sorta di coordinamento investigativo tra le Procure europee, con una sinergica attività di contrasto che, vada ben oltre alla presa d’atto dei provvedimenti della magistratura italiana rispetto all’esecuzione del mandato di arresto europeo a cura delle rispettive forze dell’ordine dei vari paesi”. “Siamo pronti ad inasprire l’azione di rivendicazione sociale per l’affermazione della legalità e siamo determinati a sostenere la relativa lotta con un’azione di mobilitazione diffusa, di sostegno alla magistratura e alle istituzioni, aperta a tutti i soggetti della società civile e che possa rappresentare l’affermazione positiva ed il coinvolgimento di chi fino ad oggi ha dimostrato disinteresse per la vigilanza e la resistenza contro il fenomeno dell’illegalità”. In tale quadro la Cgil Calabria parteciperà attivamente alla manifestazione promossa da Libera a Vibo Valentia per il prossimo 24 dicembre ed invita tutta la società civile alla “massima adesione a tale appuntamento e a condividere, promuovere ed intensificare i necessari percorsi di mobilitazione a sostegno della legalità per una Calabria libera”.
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CONFISCATO UN MILIARDO E 300 MILIONI DI EURO A 1.000 GRANDI EVASORI FISCALI: SCHIVAVANO IL FISCO CON FATTURE FALSE E SOLDI ALL’ESTERO. CACCIA ANCHE A CORROTTI E CORRUTTORI: 644 IN MANETTE. APPALTI “TRUCCATI” PER 3 MILIARDI DI EURO. TRAFFICI: ARRESTATI IN 751 TRA NARCOTRAFFICANTI E SCAFISTI CHE SFRUTTAVANO IL BUSINESS DELLA MIGRAZIONE. 2 MILIARDI DI CONFISCHE ALLE “MAFIE”. 3 MILIARDI DI EURO INTERCETTATI DALLE FIAMME GIALLE COME RICICLAGGIO DI DENARO SPORCO DI EVASORI, CORROTTI E MAFIOSI. TUTTI I NUMERI DELL’ULTIMO ANNO E MEZZO DI ATTIVITÀ DELLA GUARDIA DI FINANZA, CHE OGGI FESTEGGIA I 244 ANNI DI VITA. LOTTA ALL’EVASIONE, ALL’ELUSIONE E ALLE FRODI FISCALI LA DISFATTA DEI 1000 GRANDI EVASORI FISCALI
Non si tratta di piccoli commercianti, artigiani e imprenditori, che rappresentano l’ossatura economica del Paese – sempre da tutelare – e che magari hanno omesso di rilasciare uno scontrino 2 Nella “categoria” dei grandi evasori non rientra soltanto chi si avvale delle fatture false. Ci sono anche quelli delle frodi cosiddette “carosello”, quelli che costituiscono crediti IVA fittizi o che ottengono indebite compensazioni di imposte e contributi: sono 3.188 i casi di società “cartiere” o “fantasma”, create ad hoc per la realizzazione di frodi all’IVA, la costituzione di crediti fittizi e l’ottenimento di indebite compensazioni (vgs. punto 2 allegata scheda). Vi sono poi coloro che, più intraprendenti, si spingono oltreconfine trasferendo all’estero i propri profitti e, per finire, quelle imprese straniere che operano in Italia, ma non dichiarano nel nostro Paese i redditi su cui hanno l’obbligo di pagare imposte nazionali. Nel settore della fiscalità internazionale i casi di evasione scoperti nel 2017 e nei primi 5 mesi del 2018 sono stati 2.120 (vgs. punto 3 allegata scheda). COMBATTERE LE INSIDIOSE FRODI FISCALI ANCHE INTERNAZIONALI Interventi sempre più mirati per contrastare le frodi fiscali: 128.000 in tutto, tra verifiche e controlli, avviati nei confronti delle persone e delle imprese considerate maggiormente a rischio di evasione fiscale. Sfiorano i 23.000 i reati fiscali denunciati in un anno e mezzo di attività. Il 67% di questi sono rappresentati dagli illeciti più insidiosi e pericolosi per la stabilità economico-finanziaria del Paese e per la libera concorrenza tra imprese: l’emissione di fatture false, la dichiarazione fraudolenta, l’occultamento di documentazione contabile. 17.000 i responsabili individuati, 378 dei quali finiti in manette. I sequestri di disponibilità patrimoniali e finanziarie ai responsabili di frodi fiscali ammontano a 1,1 miliardi di euro, cui si aggiungono le ulteriori proposte di sequestro già avanzate, per 5,7 miliardi di euro. L’ECONOMIA “INVISIBILE”, LE ACCISE, I GIOCHI E LE SCOMMESSE CLANDESTINE Sono 12.824 le persone del tutto sconosciute al fisco (evasori totali) responsabili di aver evaso, in un anno e mezzo, 5,8 miliardi di IVA. Nello stesso periodo sono stati verbalizzati 6.361 datori di lavoro per aver impiegato 30.819 lavoratori in “nero” o irregolari. Nel settore delle accise, i 5.300 interventi conclusi dalle Fiamme Gialle hanno portato al sequestro di oltre 18.400 tonnellate di prodotti energetici oggetto di frode. A questi si aggiunge un consumato in frode pari a circa 225.000 tonnellate (vgs. punto 4 allegata scheda). Nel comparto del gioco e delle scommesse, eseguiti oltre 6.000 controlli e concluse 352 indagini di polizia giudiziaria (vgs. punto 5 allegata scheda). 3 CONTRASTO AGLI ILLECITI NEL SETTORE DELLA TUTELA DELLA SPESA PUBBLICA AL BANDO CORRUZIONE E SPRECHI Altra fenomenologia illecita contro cui, dopo l’evasione, il Corpo riversa le proprie migliori risorse, è la corruzione, campo nel quale, sempre nell’ultimo anno e mezzo, sono state denunciate, per reati in materia di appalti e altri delitti contro la Pubblica Amministrazione, oltre 6.000 persone, il 10% delle quali è finito in manette (644). Anche i sequestri eseguiti per 800 milioni di euro in tutto il comparto della tutela della spesa pubblica danno il senso dell’efficacia delle misure intraprese se si pensa che 600 milioni sono i sequestri nel solo settore degli appalti e del contrasto alla corruzione. Sequestri che consentono, almeno in parte, di ristorare lo Stato dai fenomeni di malaffare e di cattiva amministrazione scoperti dalla Guardia di Finanza. Il valore degli appalti in cui sono state riscontrate irregolarità è di 2,9 miliardi di euro su un totale di gare sottoposte a controllo pari a 7,3 miliardi di euro: il che si traduce nel 40% di irregolarità nell’aggiudicazione delle gare oggetto di indagine (vgs. punto 6 allegata scheda). Ma la corruzione è solo la punta dell’iceberg di un insieme di inefficienze e sprechi di risorse di cui si rendono colpevoli persone che, operando nel pubblico, procurano danni all’erario: nell’ultimo anno e mezzo le Fiamme Gialle ne hanno individuate 8.400, responsabili di un danno erariale da 5 miliardi di euro (vgs. punto 7 allegata scheda). LE FRODI AL BILANCIO NAZIONALE E COMUNITARIO, DEL “TICKET SANITARIO” E DELLE PRESTAZIONI SOCIALI AGEVOLATE Le frodi scoperte in danno del bilancio nazionale e comunitario sono state pari a oltre 1,5 miliardi di euro, mentre si attestano a 175 milioni quelle nel settore della spesa previdenziale e sanitaria. I soggetti nel complesso denunciati sono stati 12.741 (vgs. 8 punto allegata scheda), con l’esecuzione di oltre 40.000 interventi a tutela dei principali flussi di spesa pubblica. Proseguendo in ambito sanitario, ci sono poi i “furbetti” del ticket, settore nel quale i controlli mirati hanno consentito di individuare “sacche” di irregolarità nel 90% dei casi: in pratica, ogni 10 persone controllate, almeno 9 si sarebbero fatte curare gratis, in ospedali pubblici o in altre strutture private convenzionate senza averne diritto. Altro settore particolarmente a rischio è quello delle assistenze domiciliari, dei pasti a domicilio, degli assegni per il nucleo familiare e di quelli di maternità, degli assegni per le mense scolastiche, delle borse di studio, ecc.; insomma di tutti quegli aiuti economici e servizi sociali di assistenza spettanti ai cittadini che versano in particolari e delicate condizioni economiche e sociali. I controlli svolti in tale ambito dalla Guardia di Finanza – polizia economico-finanziaria a forte vocazione sociale – mirano proprio a evitare che delle “prestazioni sociali agevolate” – questa la definizione tecnica degli aiuti in argomento – possa beneficiare chi non ne abbia diritto, a danno dei più bisognosi. I risultati ottenuti sono significativi: il 39% dei controlli svolti ha evidenziato irregolarità. 4 LOTTA ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA ED ECONOMICOFINANZIARIA CONTRASTO PATRIMONIALE ALLE MAFIE, LOTTA AL RICICLAGGIO E AL FINANZIAMENTO DEL TERRORISMO Le indagini patrimoniali contro le mafie, volte a sottrarre le risorse finanziarie e patrimoniali dalle quali le consorterie criminali traggono sostento, hanno portato alla confisca (e ristabilito il possesso da parte dello Stato) di beni e valori per 2 miliardi di euro. Ulteriori 3 miliardi sono stati, inoltre, sequestrati, mentre le richieste di sequestro in corso ammontano a 4,6 miliardi di euro (vgs. punto 9 allegata scheda). Il denaro illecitamente accumulato dalle “mafie”, dagli evasori seriali, dai corrotti e corruttori e dagli altri criminali, per poter essere “lavato” della sua provenienza “sporca”, deve essere riciclato in attività o in investimenti apparentemente “puliti”. Ecco che seguire i flussi finanziari diventa fondamentale in ogni tipologia di contrasto agli illeciti. Il valore del riciclaggio accertato dalla Guardia di Finanza nell’ultimo anno e mezzo si è attestato attorno ai 3 miliardi di euro. Un fiume di soldi intercettato grazie alle circa 1.300 indagini di polizia giudiziaria avviate, da cui sono “scattate” denunce per riciclaggio e autoriciclaggio nei confronti di 2.508 persone (di queste 284 agli arresti) (vgs. punto 10 allegata scheda). I sequestri effettuati su ordine della Magistratura ammontano a 769 milioni di euro. La lotta al fenomeno del riciclaggio non si fa però solo con la repressione. Per contrastarlo al meglio è necessaria anche una seria azione preventiva attraverso le analisi del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria delle segnalazioni di operazioni sospette. Delle oltre 131.600 S.O.S. esaminate, 38.600 sono state sottoposte a indagini più approfondite. Di queste, 756 sono risultate attinenti al finanziamento del terrorismo internazionale (vgs. punto 11 allegata scheda). Il controllo dei movimenti di soldi presso i confini terrestri e navali, compresi porti e aeroporti e sedi doganali, ha portato alla scoperta di 14 milioni di euro illecitamente trasportati al seguito dalle persone che entravano in Italia o ne uscivano. Accertate 8.500 violazioni (vgs. punto 12 allegata scheda). Scoperti infine reati fallimentari con il sequestro di beni per 725 milioni di euro su un totale di patrimoni risultati distratti di oltre 6 miliardi di euro (vgs. punto 13 allegata scheda). IL MERCATO DEL “FALSO” Anche la contraffazione fa male al Paese perchéè danneggia il made in Italy, svilendo il prestigio del marchio italiano nel mondo. Rientrano negli oltre 264 milioni di articoli sequestrati dalle Fiamme Gialle nell’ultimo anno e mezzo quelli propriamente contraffatti o con falsa indicazione del made in Italy, quelli non sicuri e i prodotti alimentari recanti marchi industriali falsificati o indicazioni non veritiere circa l’origine e la qualità. Praticamente è come se ogni italiano avesse fatto esperienza – dal 1° gennaio 2017 a oggi – di prodotti con marchio falso per ben 4 volte. In questo settore, i Reparti operativi del Corpo hanno eseguito oltre 15.600 interventi, svolgendo più di 4.500 deleghe dell’Autorità giudiziaria. Di pari passo, le Fiamme Gialle hanno oscurato o sequestrato 521 siti internet, utilizzati per commercializzare on line merce contraffatta. 5 OCCHIO ALLE BANCONOTE La contraffazione non risparmia alcun settore: ne sono testimonianza le banconote, le monete, i titoli, i certificati e i valori bollati falsi sequestrati dal Corpo dal 1° gennaio 2017, per un valore complessivo di 12 milioni di euro. Denunciate 366 persone, 65 delle quali agli arresti (vgs. punto 14 allegata scheda). CACCIA AI TRAFFICI ILLECITI VIA TERRA, MARE E CIELO Non tende sicuramente a rallentare l’azione a contrasto dei traffici di droga. Con il tempo diventano semmai più efficaci i modi e i mezzi usati per combatterli. Significativo il fatto che il 50% delle oltre 100 tonnellate di stupefacenti, sequestrate dal 2017 a oggi, sia stato intercettato grazie a grandi operazioni aeronavali condotte dalla GdF quale Polizia Economico-Finanziaria e del Mare (vgs. punto 15 allegata scheda). E sempre in termini di tonnellate deve ragionarsi quando si fa riferimento ai risultati ottenuti dal Corpo nel settore del contrasto al contrabbando di sigarette: 370 sono state, infatti, le tonnellate di tabacco sequestrato nel corso di oltre 7.600 interventi (vgs. punto 16 allegata scheda). In mare caccia aperta ai narcotrafficanti quindi, ma anche agli scafisti e a tutti coloro che sfruttano il fenomeno della migrazione. 751 gli arresti e 382 i mezzi sequestrati dalla Guardia di Finanza nelle nostre acque. SOSTEGNO ALLE PERSONE IN DIFFICOLTÀ In termini di diretto intervento a favore dei cittadini, soprattutto di quelli che si trovano in difficoltà, ha operato nell’ultimo anno e mezzo il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, meglio noto come S.A.G.F., che ha eseguito 2.624 interventi in montagna, prestando aiuto a 2.873 persone. CAMPAGNA ESTIVA Per l’intero periodo estivo i Reparti Aeronavali del Corpo continueranno a garantire una costante presenza sul mare e nello spazio aereo sovrastante a favore dei villeggianti e delle imprese che operano lungo le coste italiane. Un piano straordinario di rafforzamento del dispositivo di sicurezza economico-finanziario nazionale è già in campo da parte della Guardia di Finanza per prevenire e contrastare fenomeni di illegalità diffusa, a tutela degli operatori nei settori economici che, proprio nel periodo estivo, vedono incrementare il proprio fatturato nonché per garantire una costante presenza del Corpo sul mare e nello spazio aereo sovrastante. Quest’estate saranno anche potenziate le attività della Guardia di Finanza connesse all’esercizio delle funzioni di controllo doganale in materia di commercio della fauna e della flora tutelate dalla Convenzione di Washington (c.d. C.I.T.ES.) per contrastare i traffici illeciti di specie animali e vegetali in pericolo di estinzione. Il controllo economico del territorio, infine, contribuirà al presidio di strade, aree urbane, porti, aeroporti, frontiere marittime e terrestri per la ricerca di fenomeni di sommerso d’azienda e di lavoro nonché per la prevenzione ed il contrasto di tutte le tipologie di traffici illeciti ROMA. LA GUARDIA DI FINANZA FESTEGGI I 244 ANNI. TUTTI I NUMERI DELL’ULTIMO ANNO E MEZZO DI ATTIVITA’. CONFISCATO UN MILIARDO E 300 MILIONI DI EURO A 1.000 GRANDI EVASORI FISCALI: SCHIVAVANO IL FISCO CON FATTURE FALSE E SOLDI ALL’ESTERO.
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giuliocavalli · 7 years ago
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Una riflessione (seria) su Mafia Capitale. Di Gian Carlo Caselli. (una riflessione da leggere, di Gian Carlo Caselli) Mafia Capitale dimezzata. Perché il tribunale di Roma ha inflitto a Carminati, Buzzi, e soci la metà delle pene chieste dall’accusa. E poi perché quelle due parole (che esprimevano l’essenza stessa del processo) dopo la decisione del Tribunale si sono ridotte ad una soltanto. “Capitale” rimane perché Roma è il teatro delle attività criminali contestate. Ma viene cancellata la parola “mafia”. Nel senso che il tribunale ha escluso l’associazione mafiosa e l’aggravante di mafia. Ovviamente la sentenza va rispettata e la sua motivazione andrà letta con attenzione. Ci stanno peraltro alcune considerazioni di carattere generale che possono aiutare ad inquadrare il problema. Irrigidirsi negli schemi tradizionali può essere fuorviante. L’impegno continuo della magistratura e delle forze dell’ordine racconta quotidianamente nuovi intrecci e nuove vocazioni delle mafie, in particolare le loro capacità imprenditoriali e la lungimiranza nell’individuare nuovi campi di attività e nuovi affari cui dedicarsi. Via via le mafie abbandonano l’ambito “militare” per vestire – come si usa dire – il “doppiopetto” e il “colletto bianco”, allo scopo di cogliere e meglio gestire le opportunità e i vantaggi offerti dallo specifico ambiente in cui operano e per tessere in maniera più efficace e produttiva, dal punto di vista economico, la rete di interessi che è il loro obiettivo principale. Un contesto nel quale sono decisivi i rapporti con pezzi della politica, dell’amministrazione e dell’imprenditoria. La “zona grigia”. Senza di cui non di mafia si tratterà, ma di “semplice” gangsterismo, cioè criminalità di strada. Viceversa, se queste relazioni esterne sono provate, l’associazione mafiosa diviene più facilmente configurabile. Ora, nello specifico caso di “Mafia (ex) Capitale”, il principale imputato Massimo Carminati, stando a una intercettazione, aveva descritto l’attività propria e dei suoi sodali parlando di un “mondo di mezzo”, dove si incontrano “quello di sopra” (personaggi eccellenti) e “quello di sotto” (criminali “comuni”). Parole che traducono in linguaggio corrente, a suo modo persino suggestivo, fior di studi e ricerche dei maggiori esperti di mafie: quelli che individuano appunto, nei rapporti torbidi con pezzi della legalità, il Dna delle mafie. La filosofia di Carminati (sempre stando ad una intercettazione) era tenere pronti vari progetti da sottoporre a coloro – politici o amministratori – cui spettava decidere. Chiedendo “che te serve? come posso guadagnare?”; con l’avvertimento finale: “te lo faccio io” quel lavoro, ma “se poi vengo a sapere che te lo fa un altro, è ’na cosa sgradevole”. Una evocazione delle possibili conseguenze nel caso di una possibile mancata intesa. Per situazioni del genere, una sentenza della Cassazione del 2015 ha stabilito questo principio: mafia è anche quel sodalizio criminale che adopera il metodo mafioso “in forma silente, senza ricorrere e forme eclatanti, avvalendosi di quella forma di intimidazione, per certi aspetti ancora più temibile, che deriva dal non detto, dall’accennato, dal sussurrato”. Se si aggiunge che nel processo contro Carminati & C. sono stati condannati a pene consistenti vari uomini di destra come di sinistra, sarà davvero interessante studiare la motivazione del tribunale di Roma. Voglio infine precisare come occorra seguire i percorsi, le evoluzioni, i collegamenti, le modalità e le capacità di adattamento del sistema criminale nonché dei mondi ad esso volta a volta contigui ma funzionali. Come si deve prendere atto della progressiva trasformazione non solo del modus operandi, ma – per certi profili – della stessa identità delle organizzazioni mafiose. Valutando conseguentemente l’opportunità di adeguare i nostri modelli di lettura dei fenomeni criminali, allo scopo di migliorare in chiave preventiva e repressiva il contrasto delle mafie in ogni loro articolazione. Senza che nel nostro subconscio si annidino stereotipi sbagliati. Tipo quello che per essere mafiosi bisogna essere del Sud. (fonte) (una riflessione da leggere, di Gian Carlo Caselli) Mafia Capitale dimezzata. Perché il tribunale di Roma 
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Domenico Rossi (PD): "Interrompere l'isolamento di Pino Masciari e garantire piena sicurezza alla sua famiglia"
Il Consiglio Regionale del Piemonte si mobilita per la protezione del testimone di giustizia Pino Masciari, simbolo della lotta alla 'ndrangheta
Il Consiglio Regionale del Piemonte si mobilita per la protezione del testimone di giustizia Pino Masciari, simbolo della lotta alla ‘ndrangheta. Domenico Rossi, Presidente della Commissione per la promozione della cultura della legalità e il contrasto ai fenomeni mafiosi del Consiglio Regionale del Piemonte, ha lanciato un appello urgente per interrompere l’isolamento e garantire la piena…
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corallorosso · 4 years ago
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Italia Viva è in malafede su Bonafede: ecco i tanti meriti del Ministro
di Gian Carlo Caselli | 2 FEBBRAIO 2021 Nessuno è insostituibile. D’accordo. Ma neppure si può condizionare la formazione di un governo alla sostituzione di un ministro considerato inadeguato se invece a essere inadeguato è proprio questo giudizio. Mi riferisco ad Alfonso Bonafede, tornato al centro della bagarre dopo la minaccia di Italia Viva e del centrodestra di votare contro la sua relazione annuale sulla giustizia, prevista per mercoledì scorso prima che Conte si dimettesse. Va da sé che in ogni vicenda umana si alternano luci e ombre. Così è anche nel bilancio dell’attività ministeriale di Bonafede. Per il quale però i profili positivi mi sembrano nettamente prevalenti. Ne ricordo alcuni. Per cominciare cito un magistrato certamente senza “simpatie” a sinistra. Il procuratore generale di Torino Saluzzo, che inaugurando l’anno giudiziario 2021 ha dato atto al ministro di “una forte accelerazione sul fronte delle strutture e dell’innovazione, con ‘salti’ nel futuro che in condizioni normali avrebbero richiesto anni” (il riferimento è al processo telematico); e di “una poderosa politica assunzionale, che non si vedeva da oltre 20 anni, continuata e gestita anche nel periodo peggiore della crisi sanitaria”. Non è poco, anzi! (...) La legge “Spazzacorrotti” l’ha fortemente voluta proprio Bonafede ed è persino troppo facile ricordare che era dai tempi di Tangentopoli (preannunziata dagli scandali Italcasse, Lockheed e Petroli) che l’estensione della corruzione gridava vendetta, cioè postulava una legge di contrasto davvero efficace: arrivata solo nel 2019, appunto con la “Spazzacorrotti”, che non a caso ha ottenuto significativi apprezzamenti anche in Europa. Con la ministra Bellanova, Bonafede ha fatto approvare dal Cdm un progetto di riforma dei reati agroalimentari (ora in Parlamento), utile a fronteggiare i nuovi complessi fenomeni di frode alimentare, ben lontani ormai dal caso dell’oste che mescola acqua con il vino. Un progetto per garantire cibo sano, territori salubri e cittadini consapevoli, garantendo benessere alla collettività e distintività alle produzioni. C’è poi il tema della riforma della prescrizione, anch’essa “targata” Bonafede. Punto di partenza imprescindibile è che la percentuale italiana di prescrizioni – del 10-11% contro lo 0,1-2% degli altri Paesi europei – era per la nostra giustizia una vergognosa bancarotta, dovuta al fatto che solo da noi la prescrizione non si interrompeva mai. Con un effetto ancor più grave: la coesistenza di due distinti codici: uno per i “galantuomini” (cioè le persone considerate “per bene” a prescindere…); l’altro per i cittadini “comuni”. Perché la prescrizione giocava sempre a vantaggio dei primi, mentre i secondi ne “godevano” assai meno. Una asimmetria fonte di ingiustizia e disuguaglianze. Un sistema dove in realtà era la prescrizione infinita (senza mai uno stop definitivo) che contribuiva fortemente a far durare all’infinito certi processi. Un cortocircuito. Cui Bonafede ha cercato di rimediare. Infine ricordo la gestione del delicato problema dei mafiosi che, per paura del Covid, venivano generosamente scarcerati e restituiti coi domiciliari ai loro territori, un punto obiettivamente a favore della mafia che lo sfruttava in funzione anti-Stato. Un pericolo che Bonafede ha coraggiosamente limitato.
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La Commissione Pari opportunità di Torino in visita al campo Rom canta Io Vagabondo – VIDEO
Un video che farà discutere parecchio. Le commissioni Pari opportunità e Contrasto dei fenomeni mafiosi stanno andando in visita al campo nomadi di corso Tazzoli a Torino ma nel pulmino che li trasporta il clima sembra più quello della gita scolastica. E infatti l’allegra combriccola si lascia andare al tipico canto da gita. Solo che […] Per il contenuto completo visitate il sito http://ift.tt/1tIiUMZ
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