#PD Piemonte
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Il consigliere regionale Domenico Rossi commenta l'approvazione dell’emendamento su oneri estrattivi: un primo passo per giustizia fiscale e ambientale. Scopri di più su Alessandria today.
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Quindi ricapitolando
> Piemonte, Veneto e Lombardia vogliono l'autonomia
> Campania, Toscana, Puglia e Sardegna si stanno opponendo
> L'Emilia-Romagna sta tentennando, prima voleva fortemente l'autonomia, adesso è in standby, non so se per colpa del PD o perché la regione ha recentemente affrontato una catastrofe climatica e ha capito che gli aiuti statali fanno comodo
> La Calabria ha fatto capire chiaramente che non vuole l'autonomia, però ha comunque abbassato la testa su ordine della destra
> Non mi aspetto assolutamente niente da VDA, Liguria e FVG (e non credo che Trento e Bolzano abbiano voce in capitolo)
> Silenzio assordante da Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata e Sicilia, sono tutte regioni a cui l'autonomia differenziata farebbe male ma che tacciono perché sono schierate a destra
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Non solo Pd Puglia corrotto, anche nel resto del Profondo Sud: ad esempio a Torino.
(Q)uella "rete di relazioni (...) costruita per fidelizzare una folta schiera di persone, per poter poi utilizzarle per le proprie finalità politiche, implementando il consenso elettorale per i candidati vicini". Così si legge nel verbale che ha scoperchiato il cosiddetto "sistema Sasà" a Torino, basato sull'antico do ut des. All'interno del partito, come riferisce il Corriere della sera, lo chiamano "signore delle tessere e dei telepass gratis", che "non fa mai nulla per nulla".
Sono tanti i favori che Gallo senior riesce a fare per ottenere voti garantiti come contro favore, dalle visite mediche in barba alle liste d'attesa fino al telepass gratis, lavori nelle Municipalizzate, corsie di favore per le pratiche del 110% che altrimenti non verrebbero approvate.
Per il Pd sono giorni complicati. In Piemonte c'è grande fermento, perché la famiglia Gallo è uno dei maggiori apportatori di voti. Il figlio Raffaele Gallo (a) Torino per le prossime regionali, fino a pochi giorni fa sarebbe dovuto essere capolista di diritto.
Questo è reato associativo con finalità di terronismo.
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💚 Dr. Pamela Plowden 🍀
Parapsicologa, Veggente, Sensitiva metafonica, Cartomante ( le carte metafoniche, da me realizzate, sono solo uno strumento.. è la mia ghiandola pineale a compiere il vero lavoro ! ) Mentalista di stile Junghiana, Ciclomante, erede della psicomagia e studiosa di ciclomanzia del grande Maestro Frank Rudolph Young, del grande Gustavo Adolfo Rol e della più grande Medium di tutti i tempi Eusapia Palladino.
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CHI E' AUGUSTA MONTARULI
La condanna per peculato confermata a Domani da Fratelli d’Italia è di un anno e sei mesi, la ministra Anna Maria Bernini non commenta.
Ha acquistato con i soldi della regione borse, Swarovski e i libri Mia suocera beve e Sexploration, di cui però, riportavano le motivazioni della sentenza dell’appello «non si coglieva il nesso con l’evento letterario sulla violenza sulle donne»
Stefano Bonaccini, favorito nella corsa alla segreteria del Pd, chiede che lasci subito il suo incarico ministeriale. Si apre un enorme caso politico per la presidente del Consiglio che tiene la linea della fermezza su un anarchico al 41 bis nel nome della legalità e insegue i giornalisti nelle aule di tribunale.
La sottosegretaria del ministero dell’Università Augusta Montaruli, deputata vicinissima alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è stata definitivamente condannata per peculato a un anno e sei mesi per il caso dei rimborsi in Piemonte. I fatti risalgono a quando era consigliera regionale. La Cassazione sì è pronunciata giovedì notte: la notizia è stata riportata dalla stampa locale e confermata a Domani da Fratelli d’Italia. La ministra dell’Università Anna Maria Bernini (di Forza Italia) non commenta.
La Corte d’Appello aveva già condannato Montaruli per essersi fatta rimborsare impropriamente spese per un totale di oltre 25mila euro: 20mila euro di bar e ristoranti, borse, Swarovski e altri beni fra cui i libri Mia suocera beve e Sexploration. Giochi proibiti per coppie, di cui però, riportavano le motivazioni, «non si coglieva il nesso con l’evento letterario sulla violenza sulle donne, stranamente organizzato in notturna».
La Cassazione nel 2019 aveva rimandato all’appello e il bis si è concluso nel 2021. Ancora colpevole. La condanna definitiva adesso è di un anno e sei mesi, un mese in meno rispetto a quanto stabilito dalla Corte d’Appello la seconda volta.
Il caso
Il caso risale quasi a dieci anni fa e riguarda le spese fatte tra il 2010 e il 2014. La procura di Torino aveva contestato una lunga serie di acquisti: cene, abiti di lusso, e, dettaglio entrato di prepotenza nell’immaginario dei media, le mutande verdi del governatore, il leghista Roberto Cota. Le spese contestate a Montaruli all’inizio erano 41.552 euro.
La difesa si basava sul fatto che avevano presentato gli scontrini, ma senza fare particolari pressioni per ottenere i rimborsi: «In merito alle spese attribuite ai miei assistiti – ha detto a questo proposito l’avvocato Guido Carlo Alleva, difensore di Cota e della parlamentare Montaruli (FdI) – non vi furono comunicazioni, discussioni o anche semplici conversazioni con i capigruppo». Non ci sono state «insistenze, proteste o pressioni per ottenere il rimborso, né verso le segretarie, né verso chiunque altro. Si tratta di semplice presentazione di scontrini».
Montaruli, classe 1983, prima di essere nominata sottosegretaria ha iniziato da giovanissima a fare politica. A partire dai pellegrinaggi a Predappio sulla tomba di Benito Mussolini, che ha definito «un errore di gioventù» a DiMartedì, trasmissione che il 1° novembre ha mostrato la foto dell’happening neofascista in onore del Duce a cui lei ha preso parte.
Rappresentante degli studenti universitari per il Fuan, Fronte universitario d’azione nazionale, ha trasformato il suo attivismo in presenza istituzionale.
Avvocata, Montaruli è stata militante nel Popolo della libertà prima e in FdI poi, consigliera comunale e assessora alla cultura a San Mauro Torinese dal 2007 al 2010. Dopo essere stata eletta consigliere regionale è diventata portavoce nazionale della Giovane Italia nel 2012. Candidata già nel 2013, è entrata a Montecitorio nel 2018, quando il caso dei rimborsi era già conclamato.
La lista dei guai di Fratelli d’Italia nelle aule giudiziarie si arricchise così di un caso inedito, quello di una pregiudicata in parlamento. Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia ed ex avvocato di Meloni, è indagato per rivelazione di segreto d’ufficio per aver passato al collega di partito Giovanni Donzelli intercettazioni tra l’anarchico Alfredo Cospito e i boss mafiosi al 41 bis.
Nicola Procaccini, europarlamentare e responsabile energia del partito (nonché amico fraterno di Meloni) è indagato con le accuse di turbativa d’asta e induzione indebita a dare o promettere utilità dalla procura di Latina. La legge Severino si applica solo per le pene superiori ai due anni, dunque Montaruli non decade automaticamente dal ruolo di parlamentare, come accaduto a Silvio Berlusconi nel 2013.
Stefano Bonaccini, favorito nella corsa alla segreteria del Pd, chiede che lasci subito il suo incarico ministeriale. Si apre un enorme caso politico per la presidente del Consiglio che tiene la linea della fermezza su un anarchico al 41 bis nel nome della legalità e insegue i giornalisti nelle aule di tribunale. Accetterà che una pregiudicata continui a sedere in parlamento?
Fabio Massarenti
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Quello che sta succedendo a Bari è di una gravità inaudita, il PD che dovrebbe essere l’erede del PCI (anche se mi viene da ridere solo a pensarci) non sa più cosa sia la “questione morale” senza la quale si smarrisce il senso stesso dello Stato e la fiducia nelle istituzioni.
Io sono del Sud, anche se vivo al Nord, so molto bene cosa avviene durante una tornata elettorale, se volete ridere vi racconto un aneddoto accaduto nel mio paese di origine: un candidato sindaco accusò il suo rivale di brogli elettorali perché aveva saputo che avevano “convinto” gli ospiti di una casa di riposo a votare per lui, il rivale a sua volta accusò lui perché alcuni medici compiacenti rilasciavano ad anziani dei certificati perché votassero con l’accompagnatore (che entrava in cabina), per potersi così garantire la certezza del loro voto.
Quando sentite Totò Cuffaro che dice di controllare 140 mila voti, non potete avere dubbi sul fatto che, a parte l’esagerazione, lui )o chi per lui) tiene per le palle 140 mila (quasi certamente meno) che o sono rassegnati a guadagnare qualcosa maledetta e subito o sono in uno stato di bisogno impellente.
C’è una certa quota di popolazione che non è libera di votare come le pare, perché la stessa sopravvivenza in quel luogo dipende dai rapporti di “amicizia” instaurati; c’è un’altra quota che non crede più a nulla e non va nemmeno a votare; ce ne sono altri che sono male informati e che decidono in base ad informazioni false di mettere la loro croce da una parte o da un’altra e, infine, ci sono i furbi che puntano su quello che secondo loro sarà il vincitore sperando di guadagnarci qualcosa anche loro.
Se state pensando che è un problema che riguarda solo il Sud vi sbagliate e vi sbagliate anche se pensate che si tratti solo del PD; in Lombardia, in Piemonte, in Emilia, in Toscana, nel Lazio, …, le elezioni ormai si svolgono non cercando di convincere gli elettori ma creando legioni di bisognosi a cui elargire briciole, mantenendo inalterato però o stato di soggezione e di bisogno.
Conte che fa saltare il banco a Bari sbaglia due volte: la prima perché sta solo cercando di erodere qualche voto al PD per le Europee, la seconda perché non ha alcuna vera visione politica, perché in questo caso è evidente che la Schlein è vittima dei cacicchi e dei capibastone (cosa credeva che fosse la fata turchina che in un istante li facesse sparire tutti con la bacchetta magica?) e invece di aiutarla la lasci da sola? Visti i miseri risultati del M5S alle regionali sarde e abruzzesi, Conte pensa di perdere tutte le rimanenti elezioni regionali o comunali in cui si vota da solo, oppure pensa di poter costruire qualcosa col PD e con la Sinistra (tagliando fuori la pseudo opposizione di Calenda e di Renzi, infidi come crotali entrambi)?
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Il certificato penale anche per i candidati del Piemonte? «Ben venga»
Curriculum, casellario giudiziario e certificato penale di tutti i candidati in lista. È il “Codice Misiani”, dal nome del commissario del Pd della Campania Antonio Misiani. Un progetto di autoregolamentazione che parte dalla Campania e ora sembra pronto a essere applicato anche in Piemonte. In realtà qualcosa di molto simile nella nostra regione già esiste dal 2008, ma riguardava in modo…

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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/01/la-guerra-delle-influencer-e-la-mossa.html La guerra delle influencer e la mossa di Giorgia: via libera al “decreto Ferragni” “L’influencer in capo di questo paese” vara la stretta contro gli influencer. Il Consiglio dei ministri approva il cosiddetto ddl Beneficenza, già ribattezzato “decreto Ferragni”. Come Chiara, una delle avversarie che Giorgia Meloni si è scelta come controparte politica. Insieme alla segretaria del Pd Elly Schlein, che la premier sfiderà in un dibattito televisivo prima delle elezioni europee. Meloni ha attaccato Ferragni dal palco di Atreju, festa di Fratelli d’Italia, poi ha rilanciato la sfida durante la conferenza stampa di inizio anno e nell’intervista concessa lunedì a Nicola Porro a Quarta Repubblica, su Rete 4. E adesso gli influencer arrivano anche in Consiglio dei Ministri. Infatti il decreto che mira a regolamentare le attività di destinazione a scopo benefico di proventi derivanti dalla vendita di prodotti è stato uno dei piatti forti del Cdm convocato ieri. Un via libera al testo da parte del governo che giunge in concomitanza con le polemiche e le inchieste sulle sponsorizzazioni benefiche di Chiara Ferragni. Ma cosa prevede il ddl Beneficenza? Innanzitutto si parla di multe da 5mila a 50mila euro, fino alla sospensione dell’attività da parte dell’Antitrust, per professionisti e produttori che non rispettino le regole volute dal governo Meloni. Con la previsione che le sanzioni vengano pubblicate anche sui siti web delle aziende e degli influencer coinvolti. Dal testo emerge l’obbligo di indicare sui prodotti le finalità dei proventi e il destinatario della beneficenza, nonché l’importo o la quota destinati a quel fine, che devono essere anche comunicati all’Antitrust prima della commercializzazione. Produttori e testimonial dovranno anche indicare all’Antitrust il termine entro cui sarà versato l’importo da destinare in beneficenza. Poi, entro tre mesi dalla scadenza del termine, va comunicato all’Autorità garante della concorrenza e del mercato l’effettivo e avvenuto “versamento dell’importo destinato alla beneficenza”. L’entità delle sanzioni, che possono arrivare fino a 50mila euro, sarà stabilita tenendo in conto il prezzo di listino del prodotto e il numero delle unità messe in vendita. Al netto del caso Ferragni e dell’indubbia esigenza di trasparenza, resta il dato politico di un governo e di una presidente del Consiglio che cavalcano la vicenda mediatica e giudiziaria che coinvolge la più celebre influencer italiana, già indicata dalla premier come un’avversaria. Come la “Che Guevara” della sinistra. Lo fa notare il capogruppo di Italia Viva al Senato Enrico Borghi, intervenendo alla Sala Nassirya del Senato alla conferenza stampa sul premio di dottorato Socint – G-Research in materie quantitative: “Lasciamo fare ad altri il gioco delle influencer, e concentriamoci sul futuro che arriva se non vogliamo esserne sbalzati fuori”. Intanto Ferragni non si scompone: “Il governo colma un vuoto legislativo”. Bocciano il provvedimento anti-influencer perfino il Codacons e l’Unione Consumatori. Meloni, l’influencer in capo, decide anche di concentrare la massima attenzione mediatica sugli appuntamenti elettorali previsti nel 2024. Sabato e domenica 8 e 9 giugno si voterà per le elezioni europee in abbinamento con le amministrative e le regionali di Piemonte, Basilicata e Umbria. Nello stesso decreto Elezioni spunta il contentino alla Lega: via libera al terzo mandato per i sindaci dei comuni tra 5mila e 15mila abitanti, sotto i 5mila viene eliminato ogni limite di mandato. Approvato anche il decreto legislativo sull’accertamento, con il concordato preventivo biennale per le partite Iva. Passano il dlgs per l’applicazione di una legge delega a favore degli anziani e una stretta sulla cybersecurity. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in conferenza stampa, paventa un possibile rinvio dei cortei pro-Palestina convocati sabato, in coincidenza con le commemorazioni per la Giornata della Memoria delle vittime della Shoah: “Ci sono valutazioni in corso per motivi di ordine pubblico”.
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Sette scrittori racconteranno le bellezze nascoste di alcuni borghi del Veneto, dove vivranno per una settimana, restituendo poi la loro personale visione ed esperienza. E’ il progetto "Luoghi Letterari in Veneto", presentato a Venezia, sostenuto dalla Regione Veneto e realizzato in collaborazione con l’Associazione Culturale Mediterranea. Gli autori che hanno aderito al progetto sono Carlo Martigli, Elisa Guidelli (in arte Eliselle), Anna Martellato, Meo Ponte, Valeria Gargiullo, Stefania Crepaldi e Daniele Furia, che soggiorneranno nei comuni di Sarmede (TV), Arquà Petrarca (PD), Cibiana di Cadore (BL), Malcesine (VR), Fratta Polesine (RO), Noale (VE) e Foza-Enego (Provincia di Vicenza). Un viaggio all’interno dei borghi più nascosti, che celano al loro interno tesori inaspettati. Ogni autore scriverà un racconto ambientato nel borgo che li ha ospitati, i racconti poi saranno raccolti nel libro Luoghi letterari in Veneto 2023, che sarà pubblicato dalla casa editrice Arkadia. Alla conferenza stampa veneziana hanno partecipato oltre agli scrittori e ai rappresentanti dei comuni coinvolti, l’Assessore alla cultura della Regione Veneto Carlo Corazzari. “La regione del Veneto sostiene questo progetto che racchiude due anime distinte ma intrecciate: da un lato la valorizzazione di borghi che caratterizzano la realtà del Veneto con l’obiettivo di raccontarli attraverso la loro bellezza, storia e tradizioni, e dall’altro, un nuovo investimento nella letteratura, incentivando una produzione di qualità. Il Veneto è terra di grandi scrittori e nelle loro pagine da sempre il paesaggio è elemento fondante, un protagonista che affianca i personaggi che animano romanzi e racconti. I dati ci dicono anche che ai veneti piace leggere: è la regione che ha più patti di lettura locali a livello nazionale e da poco si si è svolta conclusa la settima edizione della Maratona di Lettura “Il Veneto legge” che ha superato il record di partecipanti con 1.332 eventi che si sono svolti in tutto il Veneto”. Soddisfatti gli organizzatori Gianmarco Murru, Presidente di Luoghi letterari e il Direttore artistico Giulio Pisano, che dopo le prime edizioni del progetto in Sardegna e Piemonte, sono pronti a sbarcare in terra veneta. “Questo progetto è nato con diversi obiettivi - ha sottolineato il Presidente Murru -, il primo è quello di far conoscere i territori della sconfinata provincia italiana attraverso la letteratura, far nascere la passione per la lettura, far incontrare le amministrazioni dei piccoli paesi tra di loro e creare una rete di "paesi letterari”. Il progetto Luoghi Letterari in Veneto ha ottenuto la collaborazione dell’Ufficio di Rappresentanza del Parlamento Europeo in Italia. Le parole di Maurizio Molinari, capo dell'Ufficio del Parlamento Europeo a Milano. “Il rapporto con i territori è fondamentale per il Parlamento europeo e, come ufficio di Milano, siamo entusiasti di promuovere questo progetto, orientato a valorizzare i piccoli comuni attraverso la letteratura. L’Europa è da sempre attenta a sostenere nuovi modelli di turismo sostenibili, che favoriscono contatti tra diverse aree e i relativi attori locali. In questo contesto si inserisce sicuramente “Luoghi Letterari”, che nelle sue diverse edizioni sta toccando varie regioni coinvolgendone le comunità e le realtà locali. In questo modo l'iniziativa contribuisce a creare una sorta di rete, che arricchisce ulteriormente il panorama culturale europeo".
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Nicola Porro: Stretta su Euro 4 e 5 in Piemonte: anche il centrodestra in pieno delirio green
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Rossi (PD) attacca Riboldi per la mancata risposta su ferie e straordinari non pagati in sanità. «Serve rispetto e un piano concreto». Scopri di più su Alessandria today.
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Non dobbiamo dimenticare. Dobbiamo imparare e prendere esempio. #giustizia #legalità #diritti #nomafie #nocamorra #ig #italia #novara #partitodemocratico #partito #democrazia #costituzione #vercelli #torino #piemonte #lavoro #pd #igbiella #biella #asti (presso Asti) https://www.instagram.com/p/CFexyrPBN40/?igshid=1dwh8ip24mvqn
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Gli stop alle macchine adottano il medesimo meccanismo del green pass. Vengono dalla UE. Riguardano una minoranza. La minoranza è toccata nel vivo quindi reagisce. Però è minoranza. La maggioranza non toccata dai divieti è così divisa: - Favorevoli (inquinano, cazzo vogliono?). Sono la maggior parte, tutto il PD, tutti i conformisti, tutti i farisei che non mancano mai. - Indifferenti (cazzomene, io c'ho il Porsche benzina, cazzomene, io manco ho la patente ecc. ecc.) Sono appena inferiori come numero alla prima categoria: qui troviamo i molto ricchi, i molto poveri, i molto indaffarati... - Contrari (eh però queste limitazioni non sono giuste, i crediti cinesi, la finestra di Overton) Quattro gatti: intellettuali controcorrente, ribelli, gente che ha capito il gioco, ecc. ecc... Rimane quindi la minoranza dei toccati dal provvedimento più quattro gatti idealisti fra cui io (ho una (...) euro 6, potrei tranquillamente essere nella categoria dei cazzomene). Scene già viste. Risultato? Il solito: il piddino mette i limiti prima di tutti (Beppe Sala, area B, 2018) e nessuno fiata, anzi lo rieleggono di corsa. Il centrodestra si divide in entusiasti (la maggioranza dei miei cittadini lo vuole!!!) e prudenti. I prudenti traccheggiano finché non arrivano le sentenze, allora cedono. Cedendo perdono voti perché la minoranza impattata dai divieti di sente tradita. Alle elezioni dopo vince il PD e mette le limitazioni triple. Quindi suggerimento mio alle amministrazioni locali prudenti: la prudenza non vi salverà, o vi omologate e sperate che il vostro elettorato vi consideri un piddino ma un po' meglio del piddino doc salvandovi (succede raramente ma succede) o prendete eroicamente posizione contro tutte le limitazioni e provate a vedere se sposare una battaglia giusta se pur minoritaria vi porterà bene, pur sapendo che le conseguenze, anche giudiziarie, non tarderanno ad arrivare. Tutto qui.
sintesi perfetta di Claudio Borghi: il problema è SISTEMICO, sta nell'esser provinciali dentro (non per caso il Piemont è il primo, dopo Milan ovviamente), via https://twitter.com/borghi_claudio/status/1694131481940013153
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Per mesi ha girato l’Italia senza indossare la mascherina, senza rispettare le distanze. Ha creato assembramenti, si è opposto alle misure anti contagio del Governo. Oggi, invece, chiede il rinvio del suo processo per vilipendio alla magistratura perché in Piemonte ci sono troppi contagi. Il solito Salvini, la solita strumentalizzazione del Covid per fini puramente personali. Salvini, quanta menzogna. Quanta incoerenza! Deputati PD
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Il 15 luglio ci fu un fortissimo temporale a Palermo. Allagamenti, alberi caduti, tetti divelti e cosa più grave, 2 morti. Dopo 5 min dalle prime notizie di quel disastro, sul profilo fb di Salvini un post feroce contro l'incapacita' del sindaco PD, Leonluca Orlando, uomo incapace di amministrare, incapace di tenere efficienti strade e tombini, incapace di tutelare la salute dei suoi cittadini. Tantissimi simpatizzanti di Capitan Schettino commentarono quel post in modo sarcastico, qualcuno anche su tumblr si divertì a puntare il dito contro quel sindaco con quella sguaiatezza tipica degli sciocchi senza testa..Quel tipo di gente che schiuma rancore un tanto al chilo. Due giorni fa stessi eventi atmosferici in Liguria e Piemonte con danni inimmaginabili e un bilancio di vite umane triplo, 6 morti. Stavolta Salvini fa il distratto, fa lo struzzo. Stavolta e' così invertebrato da non fare nemmeno le condoglianze alle famiglie delle persone morte pur di non metterci la faccia. Si, perche' quello che è successo in Piemonte e in Liguria porta la sua firma, dei suoi uomini, della sua politica. Almeno e' così se usiamo il metro di giudizio che usa lui. Un demagogo, un populista che passa il suo tempo a postare ogni cosa che lascia scendere dentro il suo gargarozzo, dalle ciliegie alla pizza,dalla nutella agli arancini. Un Neanderthal-foodman che metà degli italiani vorrebbe addirittura come capo del governo. Una volta la povera gente si accontentava di poco, adesso la gente ricca vuole farsi governare dal niente..
@ilpianistasultetto
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