#consimili
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gregor-samsung · 4 months ago
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" «Con la cultura non si mangia» ha dichiarato […] Tremonti il 14 ottobre 2010. Poi, non contento, ha aggiunto: «Di cultura non si vive, vado alla buvette a farmi un panino alla cultura, e comincio dalla Divina Commedia». Che umorista. Che statista. Meno male che c’è gente come lui, che pensa ai sacrosanti danè. E infatti, con assoluta coerenza, Tremonti ha tagliato un miliardo e mezzo di euro alle università e otto miliardi alla scuola di primo e secondo livello, per non parlare del Fus, il Fondo unico per lo spettacolo e altre inutili istituzioni consimili. Meno male. Sennò, signora mia, dove saremmo andati a finire?
In questi ultimi anni, però, l’ex socialista Tremonti non è stato il solo uomo politico a pronunciarsi sui rapporti tra cultura ed economia. Per esempio, l’ex ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha sostenuto che per i laureati non c’è mercato e che la colpa della disoccupazione giovanile è dei genitori che vogliono i figli dottori invece che artigiani. Sapesse, contessa… E il filosofo estetico Stefano Zecchi, in servizio permanente effettivo nel centrodestra, ha chiuso in bellezza, come del resto gli compete per questioni professionali: ha detto che in Italia i laureati sono troppi. Insomma, non c’è dubbio che la destra italiana abbia sposato la cultura della non cultura e (chissà?) magari già immagina un ritorno al tempo dell'imperatore Costantino, quando la mobilità sociale fu bloccata per legge e ai figli era concesso fare solo il lavoro dei padri. (Non lo sapeva, professor Sacconi? Potrebbe essere un’idea…) E la sinistra o come diavolo si chiama adesso? Parole, parole, parole. Non c’è uno dei suoi esponenti che, dal governo o dall'opposizione, non abbia fatto intensi e pomposi proclami sull'importanza della cultura, dell'innovazione, dell'istruzione, della formazione, della ricerca e via di questo passo, ma poi, stringi stringi, non ce n’è stato uno (be’, non esageriamo: magari qualcuno c’è stato…) che non abbia tagliato i fondi alla cultura, all'innovazione, all'istruzione, alla formazione, alla ricerca e via di questo passo. Per esempio, nel programma di governo dell'Unione per il 2006 si diceva: «Il nostro Paese possiede un’inestimabile ricchezza culturale che in una società postindustriale può diventare la fonte primaria di una crescita sociale ed economica diffusa. La cultura è un fattore fondamentale di coesione e di integrazione sociale. Le attività culturali stimolano l’economia e le attività produttive: il loro indotto aumenta gli scambi, il reddito, l’occupazione. Un indotto che, per qualità e dimensioni, non è conseguibile con altre attività: la cultura è una fonte unica e irripetibile di sviluppo economico». Magnifico, no? Poi l’Unione (o come diavolo si chiamava allora) vinse le elezioni e andò al governo. La prima legge finanziaria, quella per il 2007, tagliò di trecento milioni i fondi per le università. Bel colpo. Ci furono minacce di dimissioni del ministro per l’Università e la Ricerca, Fabio Mussi. Ma le minacce non servirono. Tant’è che, nella successiva legge di bilancio, furono sottratti altri trenta milioni dal capitolo università a favore… degli autotrasportatori. E inoltre, come scrivono Francesco Sylos Labini e Stefano Zapperi, nel 2006 con il governo Prodi «c’è stato un calo del trenta per cento circa dei finanziamenti, cosicché il già non generoso sostegno alla ricerca di base è diminuito, da circa centotrenta a poco più di ottanta milioni di euro, proprio nel periodo in cui al governo si è insediato lo schieramento politico che, almeno a parole, ha sempre manifestato un grande interesse per la ricerca». Certo, dopo quanto avevano scritto nel programma, non sarebbe stato chic e «progressista» avere la faccia tosta di dire che bisognava sottrarre risorse alla scuola e all'università, e allora non l’hanno detto. Però l’hanno fatto, eccome. "
Bruno Arpaia e Pietro Greco, La cultura si mangia, Guanda (collana Le Fenici Rosse), 2013¹ [Libro elettronico]
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abatelunare · 5 months ago
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Un parere personale
Consulto un sito rigonfio di recensioni cinematograiche. Dice che The Well, di Federico Zampaglione, è un buon horror Sarà che non sono un esperto del settore. Ma a me è sembrata una noiosa scopiazzatura di altre pellicole consimili. La regia non è malvagia, lo ammetto. Qualche salto sulla sedia lo fai. Per il resto, rientra nel di già visto. Parere personale, eh.
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crazy-so-na-sega · 1 year ago
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Ho nostalgia di gente del mio stampo che sa e sente e respira il bello e l’arte, ansioso cerco congeneri di spirito e li trovo soltanto nelle ombre. Non ci sfiorano gli echi del mondo e incontrare vorrei i miei consimili.
Prigioniero - Ezra Pound
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-CriminiDem
la solitudine dei numeri uno
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pataguja61 · 2 years ago
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PICCOLA STORIA DI ARTIGLIO
Ogni volta che devo usare questa colla la mente torna indietro di molti anni.
Jadè era piccolina e abitavamo in una casa a pianterreno che affacciava su un parco pubblico, non molto grande, ma fornito di altissimi pini secolari. Sui pini erano stanziate colonie di pappagallini verdi, nati liberi, il cui capostipite era sicuramente fuggito dal vicino zoo.
In uno dei palazzi attorno al piccolo parco abitava una Signora dal nome importante, non ricordo esattamente perché fosse importante, ma il portiere mi parlava spesso di lei e delle sue " bizzarrie".
Un giorno, mentre facevo ritorno dalla consueta passeggiata con la piccola Jadé, sento urla strazianti.
" AVTIGLIOOOOOO, AVTIGLIOOOO!!!" e vedo la Signora bizzarra ondeggiare, barcollando sul prato a testa in su facendo spola fra un pino e l' altro e gridando il nome di Artiglio.
Chiedo al portiere del mio palazzo cosa stesse succedendo.
!!ARTIGLIO È SCAPPATO. 😱!!
Artiglio era il pappagallo di una razza rara, sfuggito dalla gabbia della Signora.
Ho subito immaginato Artiglio nascosto fra le ali dei suoi consimili pappagallini verdi fare il gesto dell' ombrello con le sue alucce pregiate mentre pensava..." e quando me ricapita?"...
Mossa a pietà, mi avvicino alla Signora e le chiedo di poterla aiutare.
Mi descrive il suo Artiglio e dice che sicuramente sarebbe tornato da lei perché era molto affezionato.
Artiglio non è mai tornato, ma in compenso molti Artiglietti hanno da quel momento allietato le cime dei pini e le nostre orecchie.
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ma-come-mai · 1 year ago
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“Quando l'ho catturato era giustamente terrorizzato, lottava offrendomi uno o due tentacoli, sperando fossi una murena (amico mio, io e i miei consimili siamo assai peggio di qualsiasi murena).
Col pensiero gli dicevo "tranquillo, non voglio farti male ma solo spostarti da qui, ci passa troppa gente", che pensiero stupido..
Si è calmato, allora ho mollato la presa.
Si è spostato dietro il mio braccio e mi guardava.
Istintivamente sapeva che il pericolo viene dai miei occhi, e se ne teneva distante, ma non riusciva a non guardare.
Poi ha aderito totalmente alla mia pelle, leggerissimo, senza presa, ma ben ancorato con le ventose centrali.
I tentacoli mi toccavano appena ed ho capito che mi stava studiando, cercava di capire.
La sua colorazione, inizialmente bianca di terrore, poi rossa di lotta adesso era moderatamente mimetica, tranquilla.
Solo i due tentacoli frontali, più scuri, fiammeggiavano di coraggio e di curiosità. Il patagio tra i tentacoli si era allargato ad avvolgermi.
Cosa voleva prendere da me?
Un pensiero mi ha attraversato la mente, come se non fosse mio, come se venisse da fuori entrato dalla mia pelle.
Il calore!
Gli piaceva?
Gli interessava?
Lo voleva "capire"?
Senza mai smetterla di guardarmi negli occhi, mi percepiva con tutto il suo corpo.
Sentivo che comunicavamo ma senza parole, senza mente. Una sensazione devastante, per me, letteralmente insopportabile.
Una forma di vita, di intelligenza, sicuramente non inferiore alla mia, anzi sicuramente superiore alla mia e a quella di moltissimi dei miei conspecifici, mi voleva conoscere.
Non per mangiarmi, non per cacciarmi dal suo territorio (o qualcun'altra umana stronzata) ma per conoscermi, per sapere di me.
Un essere affamato di sensazioni che gli lampeggiano sulla cute, pure, mai filtrate, un esploratore.
L'ho indotto ad andare via, chi si avvicina agli umani muore e muore male.
E' diventato rosso cupo, il colore della fuga, e si è diretto verso uno spacco invincibile tra le rocce.
Dove volevo io.
Un attimo prima di tuffarsi nel buio si è fermato, è diventato di mille colori, poi è sparito.
Cosa mi hai detto, cosa hai provato??
Sono tornato a terra diverso, per sempre.
Queste parole gliele devo.
Magari qualcuno, leggendo questa poca cosa, inizia a voler capire.”
Grazie davvero #GiorgioPaesani
Parole che ci restituiscono in maniera perfetta un essere di un intelligenza superiore che noi umiliamo come pietanza come fosse un insalata .
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rexalqeldroma · 2 years ago
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Eremita socievole™: chi ama la propria solitudine, ma non disdegna l'interazione, anche profittevole o giocosa, con i consimili  o almeno quelli che il soggetto in questione ritiene tali.
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dominousworld · 4 months ago
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CONSIDERAZIONI SULL'ANARCA DI ERNST JÜNGER SECONDO IL PRIMORDIALISMO VISIONARIO
CONSIDERAZIONI SULL'ANARCA DI ERNST JÜNGER SECONDO IL PRIMORDIALISMO VISIONARIO
di Vincenzo Di Maio In qualità di ribelle singolo, l’Anarca è un individuo cosciente, consapevole e coerente con le sue idee che nel confronto con i consimili, genera dapprima una visione chiara dei fronti di lotta sociale e poi genera lo spontaneismo radiante verso l’alto verticale e la spontaneità radicale della lotta orizzontale. Questa alta vibrazione culturale dello spirito di una…
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alephsblog · 4 months ago
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L’elemento chiave in ogni simulazione è che tutto può essere il contrario di tutto, che l’apparenza può venir proposta come sostanza ed i fatti possono facilmente soccombere sotto le bizzarrie della volontà: “non m’importa di essere un pesce – dirà una scrittrice minimalista contemporanea – voglio ugualmente avere una bicicletta”. Qui avviene, allora, qualcosa di strano e particolare che ognuno può constatare nel momento in cui accende una televisione o apre certe gazzette: la realtà dei fatti collassa sotto l’interpretazione. Israele, da aggredito, viene dipinto come aggressore, da Paese democratico passa ad una nazione in stato di apartheid, quando prova a rispondere ad uno degli attacchi più sanguinosi della storia recente tentando di liberare i propri ostaggi, gli vengono rivolte accuse fantascientifiche alle quali non si darà, qui, neppure la dignità di ripeterle. In Italia i casi pietosi di antisemiti all’amatriciana mimano, a pappagallo, cifre e parole d’ordine dettate dai tagliagole di Hamas, fingendo che sia per empatia verso un popolo inventato a tavolino. Propongono la simulazione, fingono di crederci, e si aspettano pure che ci crediamo tutti. Secondo costoro, il loro Israele immaginario sarebbe persino uno Stato “colonizzatore” i cui reperti archeologici sul territorio “colonizzato” risalgono, però, a 3000 anni addietro, mentre un popolo come quello “palestinese”, inventato di sana pianta nello scorso secolo, avrebbe non solo presunti diritti territoriali millenari, ma anche licenza di terrorismo e revisionismo senza che alcuno possa batter ciglio.
La verità del dolore non può esser compresa da coloro i quali sono solo fumo, da quelli che non sentono l’assassinio insensato e lo stupro come ferite che sono state inflitte anche a loro ma immaginano, invece, vittime surreali proprio per cancellare quelle reali. Questo è il mondo della simulazione in cui ogni parola ne significa sempre un’altra: quando fingono d’indignarsi e perdono il loro tempo inutile accanendosi a scrivere articoli alla stricnina contro le vittime massacrate, stuprate o ancora in ostaggio ad un anno da quell’orrore, stanno solo ripetendo a se stessi ed al mondo: “sappiamo solo odiare perché siamo incapaci di capire e sentire”. Costoro, come altri loro consimili del passato, si ergono sul podio del finto moralismo con cui si arringano le folle credule o i compari sciocchi. Non indossano, quantomeno non in pubblico, camicie brune perché è in essi che abita la tenebra la quale si palesa anche dalla foga cieca con cui vilipendono le vittime, Israele ed il popolo ebraico di cui sono debitori ingrati. Non si parla, qui, solo dell’immenso contributo culturale e spirituale del popolo ebraico e di Israele al mondo, ma anche di quello direttamente ed immediatamente politico poiché, senza la diga d’Israele, i tagliagole di Hamas, Hezbollah ed i loro emuli, brandirebbero già i loro lunghi coltelli sotto le case di quelli che, ottusamente e balordamente, fanno il tifo per loro.
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ilcovodelbikersgrunf · 1 year ago
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Ho nostalgia di gente del mio stampo che sa e sente e respira il bello e l’arte, ansioso cerco congeneri di spirito e li trovo soltanto nelle ombre. Non ci sfiorano gli echi del mondo e incontrare vorrei i miei consimili.
Prigioniero - Ezra Pound
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marino222 · 2 years ago
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Coloro che frequentiamo tendono a plasmarci a loro immagine e somiglianza; è una constatazione formulata/espressa dalla saggezza popolare nel proverbio: “Chi va con lo zoppo impara a zoppicare” e in altri consimili. Eppure dice il Lubbock, “noi ci diamo ogni cura per esaminare il cane o il cavallo che desideriamo acquistare, ci informiamo della sua genealogia, del suo addestramento, del suo carattere, mentre troppo spesso lasciamo quasi del tutto al caso la scelta dei nostri amici, ... scelta dalla quale l’intera nostra vita può essere influenzata in bene o in male”. Conviene quindi osservare bene l’effetto che hanno su di noi le varie persone che pratichiamo; proteggerci con fermezza da quelle che ci sono dannose sia evitandole, sia, quando questo non è possibile, restando vigili e positivi in loro presenza in modo da non lasciarci trascinare o assorbire da loro. Si noti bene che per far ciò non occorre affatto assumere un contegno antagonistico; è un atteggiamento tutto interiore che permette rapporti non solo cortesi, ma pure benevoli. Tale serena fermezza costituisce un ottimo esercizio di ginnastica della volontà, e in questo senso la persona che poteva esserci tanto nociva diventa un istrumento di bene. É ben vero che la volontà è una bacchetta magica che cambia in oro tutto quello che tocca. D’altra parte consigliamo vivamente di cercare con cura e di coltivare con amore le buone amicizie. L’amicizia è una vera arte, direi un’arte bella, che in passato era giustamente tenuta assai in onore e che ora è invece trascurata, mentre dà alcune delle gioie più dolci e degli aiuti più preziosi che si possono avere nella vita. E il miglior modo per farsi dei buoni amici bisogna cominciare per esser tali da noi stessi.
Roberto Assagioli
Citazione Psicoenergetica
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t-annhauser · 2 years ago
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Ho deciso di raggruppare in un blog satellite tutti i miei disegnini. Comincio con le macchine perché da ragazzo compravo tutti i mesi Quattroruote solo per disegnare il frontale delle Alfasud e delle Renault 5, che trovavo superfantastiche, dei veri modelli all'avanguardia. Ho anche una collezione di nudi più o meno pornografici che però l'attuale policy di tumblr e di altri siti consimili ritengono sconvenienti e passibili di chiusura immediata del blog, questo perché viviamo nel 2023 nell'occidente libero e avanzato. Se questo vi può consolare comunque la Giulia è puro sesso, converrete con me. (la tecnica è un misto di paziente ricalco con tavoletta grafica e vent'anni di Photoshop). Firmato "t-".
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Alfa Romeo Giulia Nuova Super 2.0 L (1978)
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spiltcandycoatedpunkblood · 5 years ago
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okay i spoke about this with @gaysonlyocean and applying consimili to the groundhog day au has really made me think about it in detail.
so like, if nauls gets infected with it, it’s irreversible and he has to figure out a way of how this is happening so other people don’t get it. which sucks because the symptoms don’t really show until it’s far too late, but in a way, nauls has the benefit of the loops (to a degree, it’s absolute misery having to endure it, but he also wonders if he can figure out by seeing what happens to others in the loops and what they have in common and what to avoid).
so i mentioned it doesn’t actually kill a person per se, rather it’s more about a fate worse than death as your body slowly adjusts into a zombie like form and it spreads to your brain last, allowing up until the very last moment where you lose all functioning and consciousness as a human being to be able to comprehend how screwed you are in not being able to stop this.
so with nauls (i can’t believe it took me this long to realise a loop is a week long) he develops it and so by the next loop there’s some damage and it’s still kinda there which makes it easier for the infection to spread faster (alongside the fact that your immune system is broken down, so your body is also attacking itself too) and so eventually it spreads faster with each loop (also, depending on how prone you are physiologically to infection, the process can be longer or shorter, but here it doesn’t help with each time the loop resets, because now you’re weaker thanks to the previous loops and a lot more susceptible to a quicker infection process).
so it doesn’t actually kill you, but your whole body and brain slowly adjusts itself to a complete zombie like form and even when you’re aware, you can’t do shit. and the loops reset every time he’s killed, so just like the assimilated version of Nauls, the consimili version of Nauls has to be killed off to start the loops again uninfected.
it’s amazing how your ideas can develop when you apply them to different scenarios. i understand this a lot better now. i love what i’ve got going, based on inspiration from both him and @exorcised-coffee. it means a lot, honestly!!
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it-stheaulifeforme · 5 years ago
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more consimilli information, hand it over
wefkhrkgjheruih, hELL YEAH I WILL
i named consimili through translating ‘walking corpse’ into Latin because that’s how you effectively are by the end and i thought, my original name is Latin and i felt i would like how it would sound translated to that language. i also did it because ‘walking corpse syndrome’ was a bit of a mouthful and also happened to be the name of an existing disease that revolved around the person thinking they were actually dead, so it still made sense to use that term but in Latin as an interesting parallel where in a way a person with consimili is actually a corpse by the end of it, akhfejkdhggrjkgh i gUESS
okay so since developing it a few days ago i’ve adjusted it, so there’s still four stages that can go sort of smoothly from one to the one whilst having symptoms to be able to distinctly tell the stages apart like
stage 1: literally invisible. you are not aware of this stage. anything that does appear can be attributed to anything else, especially since your immune system is getting broken down and making you more susceptible to other kinds of infection. known as the incubation stage, before any symptoms appear. lasts usually for a couple of weeks.
stage 2: symptoms begin to appear, but usually non specifically. this is what i call the prodromal stage, because that is the time between when symptoms first appear and more of the full blown specific characteristics of the disease. the early part of this stage is the equivalent of the flu, with aches, coughing, fatigue, nausea, blurred vision and loss of appetite. this is possibly due to the fact that the immune system is weakened and there’s generally little damage internally, although this will make it easier for the infection to creep up before attacking.
- late stage 2 the infection has really attacked the organs and begun to break them down and starting to turn you into something else, effectively chipping away at your personhood. here, the symptoms are more specific, such as death of skin tissue, vomiting blood (ruptured organs), migraines and lower sensitivity to light (y’know that glazed over look of zombies’ eyes?? y e a h, this is when it really starts). lasts at least a few days, at most a week.
stage 3: the majority of the decomposition of the organs takes place here, but what borders late stage 2/early stage 3 is the involvement of infrequent jerky movements and uncontrollable moments of aggression. this is when the infection has approached and started attacking the brain. this stage does continue on the decomposition from the previous stage but it is separated by the fact that when the previous one ends and this begins, the infection has reached the brain.
- this stage is when things start getting aggressive and more specific. however, it is not the most dangerous stage. that’s stage 4. nonetheless, it is to prepare you for it, especially as the aggression becomes more frequent and stuff like migraines become more intense. the infection is already changing you on a cellular level, but your brain is pretty much at the centre of all this, this is who you are. you were already being stripped of your personhood late stage 2/early stage 3, but as you make your way towards stage 4, things become a lot more intense as your brain is invaded and the whole chemistry of it gets altered for the full frontal assault that is the next stage. it’s even quicker, generally all taking place within 24 hours, especially when your brain is even more vulnerable.
(you’ll also know when stage 4 is approaching, because there are multiple prodromes that warn you beforehand, such as when you stop vomiting blood near the end of the decomposition in the late stage, pain across the whole body, moments of sudden energy that easily tire you out and the general drying up of previous symptoms except intense jerky movements, intense aggression, decaying skin and pretty much completely glazed over vision)
stage 4: woah booyyyyy. i call this the brain death stage for a reason. your brain is having a full on assault to finish the process of changing you entirely into a zombie where you don’t retain any human functioning. it’s also sending your whole body pain signals because of how overloaded it is and you are in the process of intense seizures as a result. this stage is recognised when you start having them alongside a whole bunch of agony happening in your system. your body isn’t helping because it’s trying to win a losing battle by effectively fighting itself. since this is a complete assault to finish the process, you will officially be completely turned in about an hour once this stage starts. of course, when you’re in pain, an hour feels like an eternity.
by the end of it, you’re a stumbling, decayed figure with glazed over eyes with violent tendencies and considerably enhanced strength (nearer the end of the infection, you are not able to comprehend your own strength as your body takes on a new form - this can never be predicted when it comes to restraining a person since there is the potential to break free of them the closer to the final form they get). as far as is aware, there is no proper cure and you retain all awareness up until the point you turn - your brain is attacked last for a reason - whilst you can’t do anything about what is happening to you, leaving you terrified up until you ‘die’ (F U N !!!),
(the important thing to remember about this infection is that it’s not killing you, it’s slowly transforming your body internally and externally into something else. the whole infection is basically preparing you for the resulting form you will take, which is why you don’t drop dead. it’s ensuring your survival in your zombie like state by the end by adjusting your whole physiology, which will explain a lot of future symptoms as well)
i feel like i’ve been inspired by multiple sources due to the presentation of the infection and the fact that the main transference is water and water based substances like saliva. and although the infection from beginning to end takes about 3-4 weeks, it is dependent on physiology and age. someone who has a stronger immune system would take longer, whilst those who have weaker ones or are considerably young are more prone to a faster and perhaps more vicious strain of the infection. however, it also doesn’t help when people are in their teens which can be a confusing and emotional time, so here the infection would play absolute havoc in them.
like, for example, i use it in my Thing AUs to see how it manifests and how the characters would act in these situations. this is exactly what i fling at Dad Mac and either the tiny or teen bros, since there’s a clear difference when the bros reach their teens to a degree. Mac would be able to handle it better, though i feel like he doesn’t have the greatest immune system and it would still be just as agonising in the later stages. the poor tiny kids would have a hell of a bad time because they are so vulnerable to infection at that age and with the teens, their bodies are going through an emotional rollercoaster especially as they reach puberty.
it’s also important to remember since the infection gets more aggressive later on that there is the potential to infect and hurt others, especially when stage 3 hits. in my AUs this has resulted in the bros and Mac having to be quarantined and even restrained. this really sucks because all of them need that comfort in some way but for other people’s safety this has to happen. they can’t see and end up in a lot of pain and they just want to know if the others are alright or that they’re nearby for the comfort. it especially hurts because up until the point of turning, there is always a sense of awareness of what is happening but no way to stop it as any semblance of them as a person becomes lost amidst all the pain and loss of vision. it’s a very isolating infection for the person involved.
i’ve almost finished a document outlining all of this but i’m always happy to rant and ramble about this hyperfixation in particular. especially since i want to outline a particular AU involving dad mac and the bros, whether tiny or teen, as well as involving them in the groundhog day AU i love to talk about with others like you and @gaysonlyocean!! in fact i ended up understanding more about how i want the infection to go because i applied it to this AU and it making a lot of sense as a result.
it’s also interesting adding that much more emotional angst as usual as well as inflicting physical pain, like i’ve always been morbidly fascinated by stuff like this but i’ve never really unleashed my knowledge with infodumps like these. so it weirdly makes me excited to hyperfixate on this. INFECTIOUS DISEASES, YEAH!!! especially coming up with your own ones and designing them how you see fit.
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diceriadelluntore · 2 years ago
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Lutti
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Funerale ed esequie, sebbene sinonimi, non sono usabili indistintamente: funerale, (da funus, fune, con probabile aggancio alle funi con cui si depongono le salme alle sepolture) indica il complesso di riti e cerimonie che si fanno per l’accompagnamento di un defunto alla sepoltura o in commemorazione della sua morte; le esequie (dal lat. exsequiae -arum, der. di exsĕqui «andar dietro») indica in particolare il rito funebre che si compie in chiesa secondo gli usi liturgici, prima del trasporto della salma al cimitero. Per dire, un funerale può essere laico, ateo, civile, le esequie sono per definizione religiose.
Linneo definì homo un genere di primati della famiglia degli ominidi, la cui unica sottospecie vivente è l'Homo sapiens, cioè l'uomo moderno. Linneo era un creazionista (ricordo che visse nel XVIII secolo) e credeva ciecamente al disegno divino, la sua tassonomia è il più grande tentativo di organizzare il disegno divino della natura. I paleontologi moderni invece tendono ad affiancare una caratteristica culturale per la definizione di homo, cioè la capacità di creare manufatti attraverso altri manufatti: uno scimpanzé abilissimo a prendere un bastoncino per farne una sorta di “canna da pesca” per raccogliere le formiche non è un homo dato che non saprebbe come fabbricare una canna da pesca da un albero. Alcuni aggiungono un’altra caratteristica: il rapporto con i consimili defunti.
In questi giorni, due personaggi illustri sono morti, creando un sentimento, parallelo e diverso, di commozione e di emozione: Pelè, leggenda del calcio, e Joseph Ratzinger, papa emerito della Chiesa cattolica, figura storicamente importante dato che è la prima volta che in Vaticano si celebrano le esequie per una figura simile, tanto da definire un cerimoniale specifico.
Eppure molte cose sono simili: la fila ordinata per il saluto alla salma, la visita delle autorità più disparate, le reazioni, gli elogi funebri e le critiche, lo spirito “diverso” dal lutto propriamente familiare, ma allo stesso tempo una partecipazione sentita a volte persino in modo inaspettato, da annullare certe volte le distanze, fisiche e culturali, più disparate
In città, un funerale è solo un’interruzione del traffico. In un paese è una forma d’intrattenimento. George Ade
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anja-anja · 2 years ago
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Da qualche anno, mio figlio si è sposato.Purtroppo non abita vicino a casa mia.Per fortuna, inizio dell’anno si è trasferito nel mio paese per lavoro.La situazione di cui vado orgogliosa, è il rapporto che ho con mia nuora.Mia nuora Silvia, con i suoi trentanni, un caratterino piccante e un corpo bellissimo.Tra noi è scattato subito il feeling, e col passare del tempo abbiamo consolidato un rapporto tra nuora e suocera, a sorella maggiore e sorella minore.Abbiamo venticinque anni di differenza, ma ho un corpo molto giovanile che mi permette di sembrare molto giovane, questo ci fa sembrare due sorelle.Perché la complicità in tutto è nata quasi immediatamente.Ci siamo raccontate la nostra vita prima del matrimonio, cose belle, tristi.Delle attese, dei dolori, di tutto.Ebbene anche del sesso, vissuto prima del matrimonio e dopo.Delle nostre fantasie e dei nostri sogni nel cassetto.Una cosa che ci accomuna ulteriormente da inizio anno, sia mio marito e figlio lavora in una società petrolifera, per cui 6-7 mesi l’anno sono costretti fuori di casa.Ci consideriamo belle vedove bianche.Siamo in contatto con i rispettivi coniugi, mediante telefono o mail.Lei principalmente con i PC.
Telefonicamente, io ci vado a nozze.Bene anche quest’anno l’8 marzo è arrivato e noi sole non sapeva cosa fare.Restare a casa a deprimerci, pensando alle consimili che escono sballandosi.Non non è il nostro mondo.Ciò che cerchiamo, era una serata diversa, pazza bè perché no?
Mia nuora si attacca a internet e dopo breve ricerca scova nella città poco distante alcuni locali che propongono cene con strip man.Cene rosa con finali particolari.Questo non è ciò che vogliamo, troppo classico e scontato.Quest’anno essendo il primo insieme, volevamo trasgredire, uscendo dagli schemi, che qualsiasi donna può immaginare.  Silvia manda una mail al marito, mio figlio, in cui spiega la cosa …Pochi minuti e la risposta e unanime, padre e figlio concordano per la vostra festa.
Uscite.
Rispondiamo che andremo a cena fuori con strip maschile finale.Risposta, dei nostri mariti, divertitevi ma toccate poco.Seguono le faccine di parecchi baci.Mi apparto e con il cellulare chiamo mio marito e anch’io spiego la cosa, spiegandogli che sarebbe comunque stata una festa tra nuora e suocera che controlla.Mio marito mi augura una buona serata, sapendo che e in buone mani, il resto sa che ho testa.
Felice 8 marzo, mi augura.
Chiusa questa parte, mia nuora Silvia, propose un ristorante con strip.Io consigliai di andare da Lorenzo, ristorantino tranquillo, e si mangia bene e in certe situazioni ha una cura dei particolari.Si balla, poi anche lì c’è lo strip.
Silvia concorda.
Silvia, parte va a casa per prendere i vestiti per cambiarsi a casa mia, cosi non dovranno fare due viaggi.Sono le diciassette sento suonare, Silvia sale, posa il borsone e mi spiega che voleva pazzie per la serata.Silvia prese il borsone e si dirige in stanza da letto, sparpagliano sul lettone il contenuto diverse gonne calze camicette vari slip mini di forma e dimensione, alcuni veramente micro.Si spoglia e va in bagno a farsi la doccia, ne esce venti minuti dopo.Lasciandomi sbigottita quando usci.Era completamente liscia senza peluria, mostrando una figa rasata, un seno da invidia, non per le dimensioni che sarà una terza, ma per i capezzoli che puntano in alto.M’invita a entrare in doccia, lasciandomi il posto.Sotto la doccia, vedo la lametta, che ha usato, in un attimo ho pensato di eliminare la peluria come aveva fatto Silvia.Uscita dalla doccia Silvia esclama un gridolino di entusiasmo per il mio corpo liscio come lei.Sono le 19.30, pulite e profumate manca solo il vestiario io indosso un paio di pantaloni.
NOOOOO fa Silvia, scusa cambia un po’ dai mettiti questa gonna (abbiamo quasi la stessa taglia, lei quarantaquattro io 46) scampanata che mi arriva a meta coscia con elastico alla vita quindi indossabilissima per me.Mi fa cambiare gli slip con un tanghino (a chiamarli slip è un’utopia, sento l’aria sulle chiappe) beige e reggiseno coordinato (non abbiamo mai avuto problema a metterci nude).Calze nere autoreggenti e infine i miei decolleté nere lucide, con tacco da 12 cm..
Camicia bianca un pochino trasparente.Si guardandomi allo specchio a cinquantacinque anni, posso ancora dire che sono piacente.Silvia indossa una mini di jeans un tanghino che è solo un’idea di capo intimo, un paio di calze chiassose ma che le valorizza le gambe.Ho notato che non indossa reggiseno, ha la grande fortuna di avere una terza, turgida e dura con due bei capezzoli all’insù, beata lei …Sopra un maglioncino traforato che se non sta attenta le spuntano i capezzoli, per cui la rimprovero, forse sono esagerati questi indumenti.Serata pazza ma sì, divertiamoci a stuzzicare sti maschi, che ci vedono solo come donne da monta.Rido divertita, e mi accodo all’idea.
Ore 20.30 siamo davanti al Ristorante, c’è la coda.Quando esce il ragazzo del Ristorante tavolo da quattro persone? Noi siamo in due, dietro di noi una voce maschile, con le signore siamo in quattro.Ci giriamo due maschi sulla quarantina soli, che con gentilezza ci spingono all’ingresso e invitandoci a seguire il cameriere, i quali ci indicano il posto lasciandoci il tempo di accomodarci.
Allibite.
Silvia sta per partire a inveire contro gli sconosciuti.
Quando (lo chiamerò Franco uno e Marco l’altro).
Franco, subito si giustifica, eravamo in due come voi, la coda bhé la vedete, perché non approfittare della situazione, poi a farci perdonare offriamo noi la cena.
Anche in omaggio dell’8 marzo se non vi offendete, e qui si presentano.
Silvia si calma pur senza dire la sua, accettiamo ben volentieri premettendo che la serata terminerà col caffè.
Si ordina, ci si scambia le nostre opinioni, Marco fa presente che lui e Franco sono fratelli.
Sono seduti Franco, Elisabetta, Marco, e Silvia.
Lei mi guarda negli occhi e se ne esce.
Io sono Silvia e lei Elisabetta la mia sorellona.
I nostri genitori dopo anni si sono sbagliati ed è arrivata lei.
La fulmino, ma che cazzate spara? Lei mi tocca un piede.
Reggi il gioco dai.
Sembra, che voglia dire cosi, vabbè tanto siamo distanti da casa e non li conosciamo.
Poi dopo ogni uno per casa sua.
E sì la mia sorellina PICCOLINA questa sera è in vena di pazzie.
Quando rientreremo a casa, mi sentirà.
Loro ridono dello scambio di battute e introducono il discorso dell’8 marzo.
Siamo al caffè . compare anche il limoncello, gli animi sono allegri, e arriva la fatidica domanda che io non avrei voluto che arrivasse.
Franco, con un sussurro di voce. Allora ragazze che fate, vi buttate anche voi in un posto a vedere uno strip maschile?
Silvia perché non possiamo noi donne.
Marco ma scusate.
Perche andare a pagare per uno strip quando potreste averlo gratis, fatto addirittura da due fratelli?
E qui casca l’asino, accenno a rientrare dicendo a Silvia dei bambini, lei è intenta a parlare con Marco, e non mi ascolta.
Franco, guarda che non è una richiesta, è una proposta buttata li.Senza secondi fini, venite, con la vostra macchina, se poi qualcosa non va o se non vi sentite a vostro agio siete libere di andare, nessun limite alla vostra liberta.
Silvia mi guarda … due biglie blu che luccicano stanno lanciando segnali ……… buttiamoci, buttiamoci, buttiamoci……
Franco chiede il conto, paga, e sul retro del biglietto scrive indirizzo e numero di cellulare.
Ci alziamo e usciamo, fuori scambio di baci sulle guance.
A te sorellona che hai più testa, qui ci sono indirizzo e numero, è a un quarto d’ora da qui.
Noi andiamo se sarete sotto chiamate che apriamo.
A dopo spero.
Ci lasciano nel parcheggio Silvia guarda il biglietto e mi guarda.
Che facciamo.
Andiamo, tanta mica può succedere.
No dai ci vediamo due maschietti che si spogliano poi, li lasciamo lì col cazzo duro e ce ne andiamo. – Silvia non sarà pericoloso?
E se poi ci provano?
Dai ma se ci provano, diremmo di no e basta.
Silvia mi chiama sempre ma quando ci sono argomenti scottanti, per avere la mia approvazione.
Ok fa come vuoi, ma sappi che è sbagliato.
Effettivamente quindici minuti ed eravamo sotto casa loro.
Silvia li chiama, tutto ok saliamo da loro.
Hai inviato
Un grazioso appartamento, pulito e ordinato, la musica soft ci accoglie come l’intenso profumo pathciuly, il classico profumo degli anni 70, ci fanno accomodare su un divano basso mentre loro vanno in camera a cambiarsi.
Rientrano e al suono della musica iniziano lo spogliarello.
Marco in pantaloni e torso nudo, non è niente male, prende dei vassoi con due bicchieri una bottiglia di limoncello e versa il liquore freddo, che al contatto con le nostre bocche si scalda.
Scaldando anche lo stomaco.
Lo strip prosegue lento, accattivante onestamente.
Franco mi chiede di slacciare la cintura e sfilarla, poi m’invita ad aprire la patta.
Imbarazzata e rossa, ma nella penombra non si vede, lo faccio con un leggero tremolio.
Idem per Marco con Silvia lei pero più deciso e con mano ferma.
I pantaloni volano, restano in boxer, e il rigonfiamento racchiuso è abbastanza notevole.
Sono ormai solo in boxer quando Franco m’invita a ballare lì sul tappeto, subito imitato da Marco, mi lascio trascinare al centro e abbracciare.
Franco lo fa dolcemente, senza stringere troppo, il suo profumo muschiato mi arriva alle narici, mi piace, e abbandono la testa sulla sua spalla, il contatto si fa più ravvicinato ora sento il cazzo premere contro la pancia e le budella ritorcermi.
Il lento continua, poi con Silvia ci troviamo a schiena a schiena, sento che si gira, e mi accarezza la schiena, mi giro e la osservo, è senza maglioncino, il seno gli svetta duro verso l’alto, abbasso lo sguardo e non vedo più la sua gonna, solo le calze.
Mio dio la cosa sta precipitando Lei mi guarda fissa negli occhi mi pare di leggere ….
Che cazzo di serata sta venendo fuori lei mi mette le mani sulle spalle mi si avvicina e sempre fissandomi mi bacia sulla Bocca.
La lingua cerca di forzare le labbra, resisto, ma lei insiste, sino a che per forza mi tocca cedere.
La sua lingua incontra la mia la stuzzica, me la fa girare in bocca, ora ha iniziato ad accarezzarmi il seno.
Mi piace la cosa, ormai non posso più tirarmi indietro.
Lentamente Franco inizia a spogliarmi, pochi gesti e mi ritrovo in mutande.
Silvia scende con la mano e la insinua nello slip, il micro slip, raggiungendo il taglio ormai umido e inizia a stuzzicare il clitoride …
Lo slip si tende e come per magia si rompe (carogna lo sapeva e me lo ha fatto indossare apposta) scendono i baci di Franco, partono dai polpacci per salire al culo.
Poi alla schiena e al collo, il cazzo duro e nudo struscia sulle natiche.
Silvia oramai ha la lingua che mi gira tra le labbra.
Il limonare di Silvia ora e convulso e contraccambiato da me ormai in preda a forti emozioni.
Le mani di Franco iniziano a stuzzicare le mie tette, mi strizza gentilmente i capezzoli, la libidine sale mie malgrado e la risposta è nella mano di Silvia, un primo schizzo di voglia.
Marco ci afferra per mano e ci fa sdraiare sul piumino che ha appena steso sul tappeto.
Silvia ed io continuiamo a baciarci mentre Franco inizia a lapparmi la fica ormai fradicia di umori.
Marco insinua il cazzo tra le bocche nostre ed entrambe iniziamo a leccare la punta poi Silvia lo ingoia sino alla radice e dopo averlo voluttuosamente risucchiato, me lo passa per ripetere l’operazione che compio con l’ausilio della sua mano che mi spinge da dietro la nuca.
Mi arriva in gola, quasi soffoco ma resisto anche per dimostrare che non sono da meno, poi mi sta venendo su nuovamente la voglia di godere quella lingua.
Silvia si stacca e scende con la lingua piano piano sino all’inguine e inizia a giocare con le grandi labbra mordicchiandole e passando sopra la clito con la punta delicatamente.
Sento due dita introdursi nell’orifizio strappandomi gemiti di piacere.
Ti piace è sorellona ?
Questo è solo l’inizio, Franco ora mi sta baciando il collo mentre sento la punta del suo cazzo molto vicino alla fica lingua e cazzo mi sta facendo impazzire …
Poi Silvia estrae le dita sento che armeggia la punta del cazzo di Franco è sull’incavo della fica.
Silvia mi apre le gambe mentre Franco affonda fino alle palle un gridolino di piacere.
Soffocato dal cazzo di Marco che mi entra in Bocca.
Succhio avidamente, sin che si toglie si stende sul tappeto mentre Silvia gli sale impalandosi con forza grugnendo di piacere.
Lo spettacolo è forte e mi lascio andare a un altro orgasmo contenuto, non voglio sembrare una troia da letto, la lenta scopata continua per lunghi minuti nei quali vengo a raffica sento Silvia godere poi gridare.
Hai inviato
Mi raccomando non venirmi dentro per carità.
Marco allora si toglie prima del peggiore, Silvia gli prende il cazzo e lo stringe alla base bloccando il meato nell’uscita, stimolando cosi il prolungamento dell’erezione.
Dopo alcuni minuti mi viene vicino e ricomincia a baciarmi in bocca toccandomi seno e fica, poi mi fa mettere carponi e scendendo sotto mi lappa violentemente la fica, mentre Franco mi pompa sempre più furiosamente.
Lo sento sino in pancia, la bocca dell’utero è schiacciata dai colpi poderosi mentre gli orgasmi si susseguono.
Due dita mi frugano il buco del culo.
Silvia non ci provare, lascia stare, mmmm.
Le mani di Silvia mi prendono le chiappe e le aprono lasciando a bella mostra il buco del culo, ormai anch’esso in preda a spasimi di godimento.
Franco estrae il cazzo e senza darmi il tempo di reagire me lo pianta brutalmente dentro.
Mentre Silvia mi tiene ferma.
Il lancinante dolore della penetrazione mi toglie il fiato mentre mordo il piumone, Franco lo estrae e lo riaffonda ..una, due, tre, dal dolore al piacere il passo e breve e mi ritrovo ad incitarlo a dare più forte sino a.
Dai sfondami il culo porcone fammelo grande per la mia sorellina.
Il ritmo aumenta, come aumenta la forza dei colpi, ormai è aperta rotta sfondata …
Franco inizia a rantolare e lo sento irrigidirsi nello sfintere mentre la cappella pulsando emette il seme caldo con forza facendomelo salire dentro il colon sinché mi cade sulla schiena stremata
Marco mi entra sotto e mentre Franco è ancora dentro il culo me lo caccia in fica, un po’ di bordate ed anche lui si scarica inondandomi la fica di sborra, calda e appiccicosa, Silvia torna a limonarmi sorridendo furbescamente, ed alitandomi all’orecchio.
Non prendo niente al momento e non volevo rischiare.
Tu sei protetta?
Di rimando.
Bastardina l’hai fatto apposta cosi se ….
Dopo facciamo i conti.
Intanto gli ricambio la limonata con forza e voluttà.
Ormai esausti ci ricomponiamo, Silvia ed Io ci rivestiamo e ci accingiamo a lasciare i nostri due torelli dell’8 marzo.
Franco ci lascia il cellulare se per caso ne avessimo ancora voglia, cosa che Silvia strizzandogli l’occhio lascia intendere fattibile.
Credo valga anche per me.
Poi nel corridoio Franco ci ferma.
Dobbiamo farvi una confessione Marco ed io non siamo fratelli spero non vi spiaccia.
Sulla porta mentre usciamo Silvia afferra per il collo Marco baciando e guardando Franco.
Anche noi abbiamo una cosa da confessarvi.
Elisabetta è mia suocera.
Impossibile descrivere la faccia di entrambi.
Un Bacio al volo ….
Ciao ragazzi ….
Alla prossima io esco sempre con Elisabetta.
Ci avviamo alla macchina, apre, auto e mi guarda, mi bacia con un bacio passionale, infilando la lingua in fondo, Elisabetta andiamo c’è un favoloso letto che ci attende
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abatelunare · 2 years ago
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Strategie di lettura
Ho scelto di leggere i testi religiosi (tipo la Bibbia e altri consimili) come fossero opere letterarie. Ignorandone cioè il loro essere espressione di una fede, qualunque essa sia. Mi interessano più che altro lo stile e la citabilità di alcune frasi che magari trovo stimolanti. Il contenuto lo metto sullo sfondo. Per me non sono “manuali di vita”, se si possono definire così (non mi vengono in mente termini più appropriati), ma libri. Anche se non proprio come gli altri.
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