#consapevolezza del respiro
Explore tagged Tumblr posts
pier-carlo-universe · 1 month ago
Text
Vivere nel presente: Come praticare la consapevolezza nel qui e ora. Di Alessandria today
Strategie per vivere pienamente il momento presente e affrontare la vita con maggiore serenità
Strategie per vivere pienamente il momento presente e affrontare la vita con maggiore serenità L’importanza di vivere nel presente. Vivere nel presente è un concetto semplice in teoria ma complesso nella pratica. Implica concentrarsi sul momento attuale, abbandonando i rimpianti del passato e le preoccupazioni per il futuro. Questa pratica, nota anche come mindfulness o consapevolezza, non solo…
0 notes
divulgatoriseriali · 3 months ago
Text
La mindfulness: un ponte tra scienza e benessere psicologico
Chi, negli ultimi anni, non ha sentito nominare almeno una volta la mindfulness? Ma cosa si intende esattamente con questo termine? E quali sono i suoi benefici psicologici? Continue reading La mindfulness: un ponte tra scienza e benessere psicologico
0 notes
francesco-nigri · 17 hours ago
Text
La Declamazione Poetica
La Declamazione Poetica: Arte, Tecnica e Impatto Emotivo La declamazione poetica è una pratica antica e nobile, che fonde l’arte della parola con l’espressione corporea e vocale. Si distingue dalla semplice lettura perché implica un’interpretazione emotiva e performativa del testo poetico, trasformandolo in un’esperienza sensoriale e comunicativa più intensa. Questa pratica ha attraversato i…
#allitterazioni assonanze per creare effetti sonori coinvolgenti#assimilazione significato dei versi#attraverso voce e corpo declamatore rende testo vivo#avvendto della stampa poesia sempre più verso la scrittura#combinare voce immagini suoni#connessione autentica tra esseri umani#considerare non solo significato delle parole ma anche suono musicalità impatto performativo#corretta gestione respiro controllo ritmo emissione vocale#declamazione come riscoperta della poesia#declamazione efficace suscita emozioni#declamazione poetica arte che richiede consapevolezza testo ritmo voce corpo#declamazione poetica arte che unisce parola voce corpo in esperienza emotiva comunicativa unica#declamazione poetica atto di resistenza e bellezza#declamazione poetica autentica coinvolgente#declamazione poetica contesti culturali artistici#declamazione poetica emozione elemento chiave#declamazione poetica esperienza sensoriale comunicativa più intensa#declamazione poetica espressione corporea#declamazione poetica fisicità#declamazione poetica forma di espressione viva significativa#declamazione poetica implica interpretazione emotiva performativa del testo poetico#declamazione poetica nella letteratuta orale nella performance teatrale poetry slam#declamazione poetica non semplice lettura ad alta voce#declamazione poetica non semplice lettura ad alta voce ma arte che richiede consapevolezza del testo ritmo voce corpo#declamazione poetica non solo recitazione ma atto performativo che coinvolgeva pubblico emotivamente intellettualmente#declamazione poetica nuove forme di comunicazione#declamazione poetica ponte tra poeta e pubblico#declamazione poetica pratica antica nobile#declamazione poetica si distingue dalla semplice lettura#declamazione poetica voce ritmo timbro intensità
0 notes
syntonylife · 1 year ago
Text
Giorno 3 - Respirazione Trascendentale: Sbloccare Emozioni in 8 Giorni - Il Mio Viaggio di Trasformazione
Breathing Lady Navigare attraverso le acque agitate delle emozioni represse può essere come trovarsi in un’imboscata emozionale, una sorta di sfida tra noi stessi e le nostre sensazioni sopite. Ma cosa possiamo fare quando il caos interiore sembra prendere il sopravvento? Beh, lasciatemi raccontarvi della mia ultima avventura: il viaggio attraverso la Respirazione Trascendentale. Guidata dal…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
angelap3 · 3 months ago
Text
Si siede accanto a me dentro un pullman buio che sfreccia. La saluto da sempre, ma forse non so dove abita,so o credo di sapere, ma non importa, tanto non ho voglia di parlare,ma a lei non interessa..... e intanto si siede accanto a me.
Qualcosa da due giorni mi stona dentro, ho pensieri che non so dire ,c'è un messaggio nell'aria che non sa come arrivarmi e questa donna ora si siede e non vorrebbe, ma dice che ha bisogno di dire.
Comincia il suo racconto, noto nel semi buio un brillante incastonato nella sua occhiaia destra e non scende,resta immobile per tutto il racconto.
Le sue parole sono una rondine ferita che torna a casa,quando nelle stanze camminava l'albero per le flebo,quando i figli crescevano con le lacrime fra i denti per non bagnare il letto della madre,quando l'ultimo respiro di questa si è rintanato nell'abbraccio del figlio.
Mentre ascoltavo pensavo alla sostanza del tempo,a quanto quelle persone nei loro anni di dolore fossero lì con noi,fra le mie mani ,assieme alla fede del matrimonio di una nonnina che ho assistito 15 anni fa ,al suo nome inciso all'interno, Virginia,al fatto che da pochi giorni per una concomitanza di cose,ho avuto la necessità di portare,ho pensato al film che il giorno prima ho visto per caso,The Hours e mi ha lasciata stranita.
Ascoltavo e guardavo la donna,decisa a dire tutto e poi a scusarsi,come che non fosse stata lei a parlare, ho sentito che c'era dell'altro, non solo noi due dentro un bus che trapassava i tunnels.
Il viaggio stava finendo, lei si è alzata ed io finalmente ho avuto la consapevolezza di qualcosa da rivelare ad entrambe
Il tempo è un'illusione, la morte è un cambiamento di stato ,ma non di sostanza,noi che siamo nella carne siamo insieme a chi lo è stato,chi non è qui,vive con noi nella letizia dei nostri cuori pieni di nostalgia,che le cose belle in vita non passeranno mai,che le anime unite nella gioia e nel dolore sono destinate a cantare l'eternità insieme.
(Angela P.)
30 notes · View notes
worldofdarkmoods · 4 months ago
Text
L'amore non corrisposto
C’è un dolore che pochi riescono a capire davvero, un dolore che non lascia ferite visibili, ma ti scava dentro, lentamente, giorno dopo giorno. È l’amore non corrisposto. Di quel tipo di amore, io sono diventata una sorta di esperta. Non è un amore come gli altri, non è la favola di due persone che si innamorano l’una dell’altra e condividono sogni, passioni e paure. No, questo è un amore che ti lascia sola, in una stanza piena di pensieri che si rincorrono, domande senza risposta, speranze che si infrangono e dubbi che ti logorano l’anima.
Ho provato a capirlo, a capire cosa ci fosse di sbagliato in me, cosa mi portasse a fissarmi su qualcuno che non poteva, o non voleva, ricambiarmi. Ogni volta che lo vedevo, il cuore batteva più forte, le mani sudavano, la gola si stringeva fino a farmi mancare il respiro. Eppure, anche in quei momenti di pura emozione, una voce dentro di me continuava a ripetere che non c’era speranza. Lo sapevo, lo sentivo in ogni fibra del mio corpo, eppure non riuscivo a smettere. Mi odiavo per questo.
Odiavo quella parte di me che continuava a sperare. Odiavo come il mio corpo cercava involontariamente il suo, come ogni suo sguardo, ogni suo gesto, anche i più banali, diventavano per me un segnale da interpretare, una traccia di possibilità. E odiavo me stessa per permettermi di credere, anche solo per un attimo, che ci fosse una minima chance che lui potesse provare lo stesso.
Ma la parte peggiore è quando arriva quella la notizia. "ho sapute che si sente con lei." E lì, tutto si ferma. Il mondo crolla in un istante. Non capisco più niente. Mi sento stupida, fragile, inutile. Mi chiedo come ho potuto illudermi per tutto questo tempo. Il caos nella mia mente si trasformava in un silenzio assordante, e quel silenzio mi urlava dentro, ricordandomi che non ero mai stata abbastanza, che non lo sarei mai stata.
Eppure, c’era una parte di me che non riusciva a lasciar andare. Ogni volta che lui si avvicinava, ogni volta che accettava quel piccolo contatto fisico, era come se mi desse appena abbastanza per restare incatenata a quel sentimento. Bastava un tocco, uno sguardo, un sorriso, e io tornavo a credere che, forse, tutto non fosse stato solo un’illusione della mia mente. Che forse, in qualche angolo del suo cuore, ci fosse posto anche per me.
Ma era solo una trappola, una bugia che mi raccontavo per non affrontare la verità: lui non mi avrebbe mai amato. E questo mi distruggeva. Mi faceva sentire piccola, inutile, come se ogni mia emozione fosse sprecata, come se stessi dando tutto ciò che avevo per una battaglia che era già persa in partenza.
Mi sono chiesta tante volte perché continuiamo a farci questo. Perché continuiamo a innamorarci di persone che non ci ricambieranno mai, perché mettiamo il nostro cuore nelle mani di chi non lo custodirà con cura. Forse perché, in fondo, ci aggrappiamo a quel pizzico di speranza che, per quanto irrazionale, ci tiene vivi. O forse perché non sappiamo come fare a spegnere i sentimenti, anche quando sappiamo che ci stanno portando solo sofferenza.
E così, continuo a camminare in questo limbo, tra la speranza e la disperazione, tra il desiderio e la consapevolezza. So che dovrei andare avanti, so che dovrei lasciar andare, ma qualcosa dentro di me si rifiuta. Qualcosa dentro di me spera ancora che un giorno lui si accorga di me, che veda in me ciò che io vedo in lui.
Ma la realtà è che, probabilmente, non succederà mai. E forse, in fondo, il vero problema non è lui, ma sono io. Sono io che non riesco a smettere di sperare, sono io che non riesco a proteggere il mio cuore da qualcuno che non lo merita. Sono io che, nonostante tutto, continuo a innamorarmi di chi non mi amerà mai.
E mi odio per questo. Mi odio per non riuscire a smettere. Mi odio per aver permesso a un sentimento unilaterale di definire così tanto chi sono, di determinare così tanto il mio valore. Eppure, per quanto provi a combatterlo, per quanto cerchi di liberarmi, torno sempre al punto di partenza: a quella sensazione di vuoto, di mancanza, di amore non corrisposto che mi tiene prigioniera di qualcosa che non esiste.
E così, mentre i giorni passano e lui continua a vivere la sua vita, io rimango qui, a raccogliere i pezzi di un cuore che si spezza ogni volta che lo vedo, ogni volta che sento parlare di lui con qualcun’altra. E mi chiedo se un giorno riuscirò mai a liberarmi di questo peso, o se sarò condannata a portarlo con me per sempre.
-Anonimo🖤
20 notes · View notes
patriziacavalleri · 1 month ago
Text
Tumblr media
Tempus fugit
Il tempo è veloce, subdolo, e già è volato un altro anno. Se non fosse per i botti e lo spumante, se non fosse per tutta questa forzata allegria, nemmeno te ne accorgeresti. Eppure ogni secondo che passa è un secondo in meno a disposizione. Un battito di ciglia, qualcosa che se ne va e non ritornerà più. Ciò che vivi accade una volta sola. Pensaci, ora, e afferra il momento. Potrebbe essere la peggiore tragedia o il miglior capolavoro. Non importa. Godi la vita, stringila e succhiala, ingoiala come un'ostrica e troverai la perla più preziosa. La consapevolezza del tempo che passa e del significato di questa folle corsa regala la bellezza di esistere, al di là di orizzonti e destini più o meno fortunati. Danza il tempo e avvolgiti in un tango, scuotiti, sorridi, agita i fianchi. Vivilo con coraggio e umiltà. Non ne sei padrone, non puoi aggiungere un solo istante a quelli che hai a disposizione, ma solo accogliere, grato, responsabile del miracolo di un respiro o di un'idea, di un'azione o di una scelta. Ama le persone che hai accanto, e quelle che non ci sono amale più forte, perché vivono in una dimensione di pace e di gioia, così lontane dai nostri guai ma così vicine a noi, in modo sottile e meraviglioso. Non smettere di sognare, di credere nell’incredibile, di tentare l’impossibile. Desidera, attendi, spera. Tre azioni per un unico scopo, tre tinte che insieme generano un colore capace di trasformarsi in magia. Sii responsabile di una speranza, come il contadino che semina e si prepara all’attesa, con la certezza che sarà la terra a prendersi cura del seme e a cullare il miracolo. Ama e impara la pazienza, rispetta i ritmi della tua felicità e di quella degli altri. Ogni cosa si rinnova solo se sei capace di attendere, solo se ne hai la forza e il coraggio. Non esiste paura o pigrizia, non c’è noncuranza nell’attesa. Nel silenzio più puro si accende il sorriso del saggio, quello di chi tace aspettando una musica che annienti il frastuono del mondo, sapendo che presto o tardi arriverà. A chi mi ha cercato, voluto, tenuto. A chi mi ha perduto e rimpianto. Buon 2025. Che sia un anno nuovo, ma nuovo davvero. Auguri.
-Guido Mazzolini-
12 notes · View notes
be-appy-71 · 9 months ago
Text
Entrare nella vita di qualcuno, è la cosa più bella, complicata e delicata che esista. È questione di saper bussare alla porta di un mondo nuovo per poi aprire il tuo, un po' alla volta. Un viaggio in una terra piacevole e sconosciuta, il "Mosca cieca" più bello del mondo, un tuffo negli abissi, un giro in giostra che ti lascia senza respiro e i capelli spettinati. Dovrai bilanciare peso e leggerezza, esperienza e consapevolezza del nuovo, coraggio e timori, parole e silenzi. Dovrai abbracciare come se dicessi "sei a casa" e mollare la presa come a dire "non ti lego così forte". Guardare come se non avessi visto niente di più bello e saper distogliere lo sguardo come se tutto il resto potesse distrarti. Chiedere "come va?" con interesse ma senza invadenza. Dovrai saper affrontare e rispettare le farfalle, i battiti, lo stomaco, i periodi no, i periodi sì, gli alti e i bassi, i più o i meno, i "non so", i "sono qui", i "mi fido di te", i capelli tra le dita, la tenerezza, la curiosità, il vento. In punta di piedi, ma con il battito cardiaco a tutto volume. Un concerto rock dove si può trovare la pace. Pronti a togliersi tutto, indossando il sorriso più bello... ♠️🔥
Tumblr media
Nadia Crisci
52 notes · View notes
lunamagicablu · 5 months ago
Text
Tumblr media
“ Da qualche parte, ai margini, la notte Sta girando e le onde dell'oscurità Iniziano a illuminare la riva dell'alba L'oscurità pesante ricade sulla terra E l'aria liberata impazzisce di luce, Il cuore si riempie di respiro fresco e luminoso E i pensieri si agitano per dare vita al colore. Io sorgo oggi Nel nome del Silenzio Grembo della Parola, Nel nome della Quiete Casa dell'Appartenenza, Nel nome della Solitudine Dell'Anima e della Terra. Io sorgo oggi Benedetto da tutte le cose, Ali del respiro, Delizia degli occhi, Meraviglia del sussurro, Intimità del tocco, Eternità dell'anima, Urgenza del pensiero, Miracolo di salute, Abbraccio di Dio. Possa io vivere questo giorno Compassionevole di cuore, Chiaro nella parola, Grazioso nella consapevolezza, Coraggioso nel pensiero, Generoso nell'amore.” John O'Donohue by Sub-AIRTist ********************* “Somewhere on the edge the night Is turning and the waves of darkness Begin to light the shore of dawn The heavy darkness falls back to the earth And the liberated air is mad with light, The heart fills with fresh and bright breath And thoughts stir to give life to color. I arise today In the name of Silence Womb of the Word, In the name of Quiet Home of Belonging, In the name of Solitude Of Soul and Earth. I arise today Blessed by all things, Wings of breath, Delight of the eye, Wonder of the whisper, Intimacy of touch, Eternity of soul, Urgency of thought, Miracle of health, Embrace of God. May I live this day Compassionate of heart, Clear of speech, Gracious of awareness, Courageous of thought, Generous of love.” John O'Donohue by Sub-AIRTist 
18 notes · View notes
smokingago · 2 years ago
Text
Tumblr media
🍀
Entrare nella vita di qualcuno, è la cosa più bella, complicata e delicata che esista. È questione di saper bussare alla porta di un mondo nuovo per poi aprire il tuo, un po' alla volta. Un viaggio in una terra piacevole e sconosciuta, il "Mosca cieca" più bello del mondo, un tuffo negli abissi, un giro in giostra che ti lascia senza respiro e i capelli spettinati. Dovrai bilanciare peso e leggerezza, esperienza e consapevolezza del nuovo, coraggio e timori, parole e silenzi. Dovrai abbracciare come se dicessi "sei a casa" e mollare la presa come a dire "non ti lego così forte". Guardare come se non avessi visto niente di più bello e saper distogliere lo sguardo come se tutto il resto potesse distrarti. Chiedere "come va?" con interesse ma senza invadenza. Dovrai saper affrontare e rispettare le farfalle, i battiti, lo stomaco, i periodi no, i periodi sì, gli alti e i bassi, i più o i meno, i "non so", i "sono qui", i "mi fido di te", i capelli tra le dita, la tenerezza, la curiosità, il vento. In punta di piedi, ma con il battito cardiaco a tutto volume. Un concerto rock dove si può trovare la pace. Pronti a togliersi tutto, indossando il sorriso più bello.
Nadia Crisci
#smokingago
138 notes · View notes
volumesilenzioso · 5 months ago
Text
non vedo la psichiatra da inizio giugno per mia scelta, la psicoterapia con lo psicologo l’ho interrotta mesi prima, ad aprile forse. ieri ho preso il telefono, ho digitato il numero, ho fatto un respiro profondo e ho chiamato la psichiatra per prendere appuntamento, mi ero detta che a settembre l’avrei fatto, sperando settembre non arrivasse mai. ma è arrivato e ho mantenuto la promessa che mi ero fatta mesi prima. non voglio tornare in quel posto, in quella stanza vuota dove devo parlare di me di fronte ad un’altra persona che neanche mi va poi così a genio. la cosa che mi spaventa di più è che tornare dalla psichiatra è solo il primo passo, ed è un passo davvero minuscolo in proporzione a tutti quelli che dovrò fare. il secondo passo sarà trovare uno psicologo, uno nuovo, perché con gli altri che ho provato non mi sono trovata benissimo, anche se, devo ammetterlo, ci mettevo del mio per far in modo che il percorso non andasse bene. so che devo trovarne uno, ma non mi sono data un limite di tempo per farlo, mi sono solo detta che prima o poi, che io lo voglia o no, dovrò affrontare anche questo.
dovrei fare, poi, altre mille cose. prima fra tutte, trovare un lavoro. lo sto cercando da un po’ ma non trovo niente che faccia per me o che abbia una paga decente e adeguata, non ne trovo uno che sia abbastanza vicino a casa mia da non rendere stressante anche il viaggio. devo anche considerare il fatto che le mie opzioni, al momento, sono estremamente limitate poiché esistono centinaia di lavori abbastanza comuni che si possono fare senza una laurea, ma io, per come sono fatta e per come sto mentalmente, non riuscirei a fare. mi fa stare male la consapevolezza di non essere in grado di fare una marea di cose che alle persone intorno a me risultano più semplici, mi fa stare male essere un limite per me stessa e mi fa stare male non riuscire a gestire niente di tutto ciò che è “normale”.
sto tentando di nascondermi dagli altri, di non far notare a nessuno quanto io stia ancora male, ma diventa ogni giorno più difficile far finta di niente. d’altra parte, però, è difficile anche mostrare il proprio dolore sapendo che gli altri non possono fare nulla di concreto per aiutarti, perché la tua risalita deve partire da te, altrimenti non sarà mai permanente.
le giornate sono tutte uguali, l’unica cosa che mi rende un minimo viva e meno vuota è trascorrerle con il mio cane. il tempo si è perso, scorre, so che continuerà a farlo indipendentemente da me, ma il mio orologio interno si è fermato a una tale ora di un tale giorno di tantissimi anni fa, e da allora ogni giornata è uguale alla precedente e alla successiva, ogni giornata è la stessa, ed è come se la mia vita fosse costituita da un’unica lunghissima giornata, infinita. sono mentalmente esausta, non reggo il peso di esistere.
sono sola in tutto questo. ogni tanto avrei bisogno di un abbraccio, di una carezza, di essere ascoltata e di essere amata propriamente. ma nel momento del bisogno non c’è mai stato nessuno di tutti quelli che dicevano ci sarebbero stati, nessuno ha mai mantenuto quella promessa. ora, quando mi trovo nel momento del bisogno, non spreco più le energie per chiamare qualcuno, perché ho imparato che è inutile, che la loro assenza non farà altro che alimentare il mio malessere, e così rimango sola e non ricevo quell’abbraccio di cui tanto ho bisogno. e mi pesa, mi pesa il cuore nel petto ogni volta che succede. tutta questa pesantezza mi stanca e mi fa venir voglia di scappare, ma dove? come?
7 notes · View notes
susieporta · 9 months ago
Text
SENZIENZA
(POST LUNGHISSIMO, PER POCHI)
Prima dei due anni l'ippocampo, sede (anche) della memoria narrativa, non è ancora del tutto formato.
Durante questo periodo, è il corpo stesso che si incarica di memorizzare tutto:
eventi, relazioni, reazioni, bisogni soddisfatti e insoddisfatti, presenze, assenze, sotto forma di reazioni neurofisiologiche ripetute, le quali si cristallizzano in tensioni muscolari e blocchi psicoenergetici, oppure in programmi autonomici stabili.
Mauro Mancia chiama queste forme neuro-psico-corporee inconsapevoli "inconscio non rimosso", per indicare il fatto che vi è un inconscio il quale, a differenza di quello di Freud, non ha avuto il tempo di essere ricordato per poi essere spazzato via nel dimenticatoio della mente.
Eppure, quell'inconscio non rimosso, è drammaticamente presente nel corpo, come dicevo.
È presente nel respiro, nella postura, nei gesti che abbiamo quando tocchiamo qualcuno, quando ci facciamo toccare, oppure quando ci ritiriamo in noi se qualcuno ci si avvicina troppo, sia fisicamente che emotivamente.
Ma anche bell'eccitazione o nella inibizione del desiderio, nella nostra capacità o incapacità di emozionarci, di aprirci agli altri o di chiuderci ad essi, così come alla vita in generale.
L'inconscio non rimosso è il corpo che, volenti o nolenti, parla della nostra origine e della nostra storia.
Di una storia che ci riguarda ma che non conosciamo, perché, non avendola mai potuta raccontare a noi stessi, non l'abbiamo mai potuta ricordare.
Eppure questa storia determina, in larga parte, chi siamo, nel nostro presente.
Nelle nostre reazioni attuali agli eventi, nei nostri stili di attaccamento, nei nostri pattern emotivi che si attivano di fronte al dolore di una perdita, di una sfida o al tentativo di difenderci da qualcosa che temiamo, è il passato del nostro corpo che si fa presente.
Qui ed ora.
Ecco perché da questo punto di vista il cosiddetto qui ed ora, come dicono le neuroscienze, è un presente ricordato.
Così, ci sembra di essere liberi e di vivere al di là dei nostri copioni, quando invece sono i nostri copioni, i blocchi energetico-emotivi, a determinare le nostre reazioni e scelte attuali.
Ma anche la nostra visione del mondo, di noi stessi e degli altri.
Sono i nostri copioni somatici a scrivere il nostro destino, sotto forma di un'illusione di scelta.
Solo che non ce ne rendiamo conto, perché il cervello copre questo gap con una sorta di anestesia cognitiva.
Ecco perché è solo il lavoro sul corpo e con il corpo che, proprio per questo, può sbloccare le convinzione limitanti che sono alla base dei nostri modi di essere.
Il lavoro di consapevolezza corporea viene chiamato "senzienza", per distinguere le sensazioni sentite (selfsense) dalle sensazioni consapevolizzate solo a livello cognitivo, o intellettualmente, se volete.
Pensare le emozioni e sentirle, difatti, sono due cose diverse.
Pensare le emozioni, sentirle e entrarci dentro fino a farsene trasformare, sono 3 cose diverse.
E non è assolutamente vero che per comprendere che qualcosa non mi piace, o viceversa mi piace, che mi fa stare bene oppure male, a partire da una sensazione di peso sul petto o di mal di stomaco, devo darle un nome.
La sensazione è, a volte, già autoevidente di per sé.
Non c'�� bisogno di alcuna cognizione, di alcuna parola, di alcun linguaggio verbale o concetto per esprimerla.
Ciò che mi occorre, è sentire quello che sento pienamente: ecco la senzienza.
La consapevolezza del corpo a partire dal corpo.
Vi è uno stato dell'essere precognitivo e preverbale che non può essere ignorato.
Quando ti chiedono come fai a sapere che...
E tu rispondi "perché lo sento", ecco: quella è la senzienza.
Aperta e chiusa parentesi: non è assolutamente vero, ulteriormente, che siamo storie che camminano (come dice qualche ex formatore di PNL incazzato che cerca di tirare l'acqua al proprio mulino), e che basta cambiare la storia che ci raccontiamo per cambiare il passato.
Chiusa parentesi.
A volte le parole non bastano per modificare quel nucleo emotivo inconscio radicato nel corpo, che continua ad agire sulle nostre reazioni emotive e relazionali, sui nostri impulsi e schemi difensivi, dalle profondità del nostro sistema nervoso autonomo, proprio perché esso è al di là delle parole che ci diciamo.
Infatti, possiamo raccontarcela come vogliamo, a volte; possiamo sovrascrivere il nastro della nostra narrazione interiore fino allo sfinimento.
Ma non cambia nulla.
Gli schemi si ripetono, le modalità di compenso e di difesa si ripresentano inesorabilmente, gli agiti e i copioni comportamentali ritornano in modo implacabile.
In questi casi, occorre certamente dare un nome a ciò che si sente: ma solo dopo aver lavorato sui nuclei emotivi a partire dalla dimensione preverbale che li ospita.
Da quella terra di confine polimorfa, plastica e ancestrale, che è il corpo.
Il quale soltanto rappresenta, se curato, una base stabile per la nostra identità.
Ecco perché il 1 settembre cominceremo da qui.
Da un approccio Botton Up: dal basso verso l'alto.
Dal sentire, fino in fondo, il nostro sentire: dalla senzienza.
Perché chi non mette radici, non può volare.
"Le emozioni possono anche gridare in te, posarsi sulla tua pelle, nella tua dermatite, o agitare le pareti del tuo colon, possono arrivare nei sogni notturni o nei disagi dei tuoi figli, ma se ti chiedi perché con l'intento di farle passare, senza ascoltarle, se sai tutto su di esse ma non permetti che si incarnino, se le pensi e ne parli ma non sei disposto a rischiare nulla, nulla muterà". (Erica Francesca Poli)
©Omar Montecchiani
7 notes · View notes
myandale31 · 4 months ago
Text
Tumblr media
"LA CONSAPEVOLEZZA EMOTIVA"Consiste nella capacità di riconoscere le proprie emozioni nel momento in cui hanno inizio. E' conosciuta anche come consapevolezza di sé o autoconsapevolezza e va concepita come una forma di attenzione non reattiva e non critica verso i propri stati interiori. La possediamo quando riusciamo a guardare i nostri stati interni come se stessimo guardando il contenuto di un vaso trasparente.La presenza di buoni livelli di consapevolezza emotiva si traduce in buon dialogo con se stessi che rappresenta il primo passo per rispettare le proprie esigenze e i propri bisogni quando si compiono le scelte quotidiane anche piuttosto importanti. Gli individui dotati di buona consapevolezza di sé non tendono a reprimere i loro vissuti emotivi, che continuerebbero ugualmente a produrre i loro effetti ma, al contrario, fanno il primo passo verso la gestione efficace delle proprie emozioni mediante un'attribuzione di significato a ciò che gli accade, resa possibile dalla mediazione operata dal linguaggio con cui definiamo quello che proviamo. Questa condotta è positiva perché rispetta il bisogno naturale presente in tutti noi di dare un senso alle nostre esperienze e ai nostri vissuti.L'autoconsapevolezza inoltre, comportando la capacità di riconoscere precocemente i segnali fisiologici che accompagnano un'emozione, risulta fondamentale soprattutto per far fronte a condizioni emotive più intense, come ad esempio l'ansia, in quanto permette di imparare il ricorso precoce a tecniche di rilassamento come il controllo del respiro e il biofeedback . Essa è inoltre determinante per prevenire disturbi psicosomatici di varia natura, come mal di testa, tensioni muscolari, tachicardia, che spesso affidano al corpo il compito di dire le emozioni non espresse utilizzando il sintomo. La carenza estrema in questa area emotiva coincide con la negazione delle proprie emozioni che può essere la base della tendenza stabile al silenzio emotivo, noto in psichiatria con il nome di alessitimia, che letteralmente vuol dire mancanza di parole per definire le emozioni. Diversi studi hanno mostrato come essa sia una caratteristica che contraddistingue soprattutto i pazienti psicosomatici, i tossicodipendenti, in cui l'azione sostituisce la riflessione su se stessi, nonché soggetti che hanno subito gravi traumi, che adottano massicci meccanismi di difesa verso la propria realtà interiore che è fonte di sofferenza.
5 notes · View notes
verso-sera · 1 year ago
Text
Tumblr media
Ho imparato molto dal lungo isolamento a causa della mia malattia, la lezione più importante é stata imparare a non procrastinare, a non dire più poi ma a dire e fare adesso! A partire appena posso, senza pensare troppo alla destinazione, perché la destinazione, veramente, sono io. Affronto ogni giorno una piccola o grande cosa che fino a quel momento mi ha creato timore. Ho imparato a deviare la mia routine e ad ascoltare i segnali del mio corpo. Finalmente cammino, la riabilitazione in acqua ha lasciato fluire anche le parole di chi diceva che sarebbe stato impossibile rimettermi completamente in piedi. La psicoterapia ha fatto il resto. Stamattina, in un giorno che per me é qualunque, zaino in spalla ho messo in moto la mia libertà di essere viv* esercitando, prima di tutto, la gratitudine e la riconoscenza. A tutti coloro che affrontano una lunga malattia dico: tenete pulita la casa dei pensieri, ostinatevi a restare lucidi, non siamo la nostra malattia, esercitate il vostro diritto alla fragilità non dovete essere sempre forti. Un giorno alla volta, un pensiero alla volta, un respiro alla volta, una consapevolezza alla volta. ♥️🎈
Vi abbraccio.
11 notes · View notes
canesenzafissadimora · 1 year ago
Text
All’inizio le dissi: – Tu sei la mia scommessa d’amore.
Si prova questo a sentire nuovamente
e finalmente qualcosa dopo tanto tempo.
Se l’abbiamo persa o vinta alla fine
io non lo saprò mai.
Eppure il tempo è un assassino.
A volte ci dispiace persino accorgerci
che è la vita stessa a permetterci di dimenticare, di sopravvivere ai dolori,
a metterci davanti l’estrema consapevolezza che prima o poi tutto passa, che tutto finisce esattamente come noi.
Tutto o quasi, direi.
Perché sa anche regalarci quei pochissimi attimi che non se ne vanno, restano ricordi indelebili.
Sono quelli così diversi dal resto, quelli che, anche se non ti volti indietro a guardarli, tornano a specchiarsi dentro di te, ogni tanto. Insomma quei pochi attimi che non riesci a strappare e buttare, piccole ombre che ti seguono, di cui non ti liberi.
Certi attimi valgono anni d’attesa.
Di lei mi ricorderò sempre un momento di desiderio infinito.
Un momento di quelli che a descriverli con le parole non ci riesci mai fino in fondo.
Eravamo sul mio divano e la mia mano era andata a cercarla nel suo posto più intimo. Da molto sognavo, desideravo quel momento, così tanto da sentire la passione smisurata di un uomo che vuole amare la sua donna senza potersi trattenere nemmeno un minuto di più.
Eppure d’improvviso, seguendo il contorno delle sue labbra, incrociando i suoi occhi, la mia mano si è fermata, rimanendo immobile fra le sue gambe.
Forse in quell’istante era lei ad aver penetrato con i suoi occhi la mia mente.
Mi sembrava quasi di profanare il suo corpo, avvolto da una luce eterea, da una purezza estrema, disarmante.
Lei era la perfezione in miniatura, così fragile, così bella, così indifesa, con le sue piccole mani che avevo cercato di stringere in ogni momento possibile per tutta la sera.
La guardavo: il suo volto era così sereno, abbandonato.
Lei dipendeva dai miei movimenti ed io dalla mia commozione mentale.
Mi sembrava di guardarla come lei non era riuscita a vedersi mai.
Mi sembrava potesse pensarsi ancora più bella di quel che sapeva di essere in quell’istante, attraverso il mio sguardo.
E se lei avesse potuto guardarsi coi miei occhi si sarebbe innamorata del mio desiderio, perché era dentro quel desiderio, fermo così, come d’incanto , che avevo capito di provare ancor più di ciò che credevo.
Ci siamo guardati a lungo e forse si fa l’amore anche così, con gli occhi negli occhi,
i pensieri nei pensieri.
Tutto ciò che ricordo era questo infinito, pazzesco, irrefrenabile desiderio di starle addosso e non per sesso.
Per annusarla, per sprofondare nel suo odore, per fissarmelo come una seconda pelle.
Poi l’enfasi era ripresa, facemmo fatica
ad uscire di casa.
Nel viaggio di ritorno per riaccompagnarla
io le tenevo la mano nella mia, avevamo in sottofondo solo la musica
e quella pace interiore di un silenzio che non spaventa, racconta.
Racconta quel punto in cui le parole si fermano a riposare.
Resterà eternamente quella notte di pace immensa.
Poi la vita spesso divide, sottrae, liquida precocemente eppure chissà, forse questa
è una piccola illusione a cui noi umani non smetteremo mai di credere.
Voglio credere che ovunque saremo e in qualsiasi modo andranno le nostre vite, ogni tanto, in un piccolissimo angolino del cuore, quella sensazione tornerà a scaldarci dal freddo.
Lei sorriderà e io lo avvertirò, perché il suo sorriso toglieva il fiato agli alberi.
In quel piccolissimo angolino del cuore non entrerà mai nessun altro, lo abiteremo solo noi.
Io mi ci rifugerò, quando avrò bisogno di assaporare ancora la pace, l’aria di quella notte, un respiro ultraterreno.
Lei mi ripenserà, quando la vita l’avrà consumata, succhiata, vissuta fino
al midollo.
Ma non avrà mai nessun rimpianto
e nemmeno io.
Perché continueremo ad abitarci ogni tanto
e nel ricordo dei nostri passi sulle foglie
dei viali autunnali, quelle che calpestate
per amore trasformano in suono il rumore,
la ritroverò sempre un po’...
Tumblr media
Massimo Bisotti
7 notes · View notes
madrugada70 · 5 months ago
Text
Tumblr media
Destino e  casualità insieme, intrecciano le vite umane in un intricato ruolo.
 La fortuna, quella forza invisibile che spesso ci sfugge, si manifesta nei dettagli più impercettibili,
 nei momenti in cui il filo sottile della possibilità si intreccia con la realtà.
Nella vastità del mondo, dove miliardi di storie si intrecciano e si separano,
è davvero raro che due anime affini si incontrino.
Eppure, quando accade, sembra che l’universo stesso si pieghi per farlo avvenire.
Come se le stelle, i pianeti e le farfalle stessero segretamente tessendo una trama invisibile,
guidando le nostre scelte e i nostri passi verso l’altro.
Ma cosa rende un incontro così speciale?
 Forse è la fragilità del momento, la consapevolezza che tutto avrebbe potuto essere diverso.
Un risveglio un’ora prima o dopo, una scelta di scarpe, una telefonata inattesa: ogni dettaglio
 può alterare il corso delle cose.
 Forse la fortuna è proprio questo: il respiro leggero di una farfalla che ci guida verso l’altro,
 il filo sottile che tiene insieme le nostre vite.
E mentre il mondo continua a girare, noi continueremo a vivere consapevoli che ogni passo,
 ogni scelta, ogni incontro è un dono prezioso.
Mistero.Vintage
4 notes · View notes