#coniuge
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bloglifereal · 11 months ago
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Mia moglie...brava buona tutta casa e chiesa..bisex mercenaria fino al midollo
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primepaginequotidiani · 5 months ago
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PRIMA PAGINA La Citta di Oggi mercoledì, 11 settembre 2024
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ginogirolimoni · 7 months ago
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In casi come questi bisogna sempre stare attenti a non scambiare giudizi morali con giudizi professionali, ma l’errore più grave è quello di scambiare giudizi personali, derivanti dalla propria forma mentis e dalla propria personale esperienza, con giudizi professionali.
Da questo articolo si ricava che l’esperta, dott.ssa Maria Claudia Biscione, psicologa, psicoterapeuta e sessuologa, pare ritenere sano il tradimento di lei perché avrebbe mostrato “una grande competenza emotiva”.
La “grande competenza emotiva” a mio parere sarebbe stata quella di riconoscere e manifestare opportunamente il suo disagio al marito, se questo non fosse stato in grado di comprenderlo lei avrebbe potuto decidere alla luce del sole e separandosi dal coniuge, che tipo di svolta dare alla propria vita.
Il tradimento e l’amore clandestino non sono mai una risposta opportuna, perché al tradimento del coniuge troppo preso dal suo lavoro lei contrappone un altro tipo di tradimento, con un altro uomo.
I legami clandestini non durano quasi mai a lungo, sono risposte di transizione che svaniscono nel nulla quando viene meno il motivo per cui ci si è aggrappati ad essi.
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scritti-di-aliantis · 8 days ago
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È la cosa che più ti piace, cara la mia suocera: offrirmi appena puoi e senza esitazioni o residui pudori, il tuo culo di femmina attualmente molto insoddisfatta, vogliosa e matura. Affinché te lo lavori opportunamente di lingua e poi te lo allarghi con la mano: sarà così pronto per accogliere il mio uccello. Dai: ci dobbiamo sbrigare, perché fra un po' tua figlia, che è anche la mia adorata moglie, tornerà dal lavoro. E io non voglio darle certo un dispiacere.
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Ci osserverai mentre con reale trasporto, appena rientrata, siccome la amo profondamente, lo sai, le infilerò la lingua in bocca. Dopo che abbia lavorato il tuo buco del culo a lungo, a leccartelo e insalivartelo a dovere. Dopo che abbia slinguato te dappertutto, collo e spalle, mentre ti fottevo e finalmente ti sborravo nell'intestino, strizzandoti i capezzoli fortissimo, fino a farti urlare di dolore, vacca infoiata. Con finale bacio in bocca appassionato tra noi, prima di staccarci. La bacerò perché sinceramente la amo tantissimo.
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Con tuo marito siete comunque molto felici, del vostro genero adorato. Tu in particolare, perché sei stata proprio tu a darmi dei segnali inequivocabili per farti scopare. In gioventù sei stata molto disinibita e hai regolarmente cornificato tutti i vari fidanzati che hanno creduto in te. Il tuo attuale coniuge sapeva tutto, all'epoca. Ma ti ha sposata comunque, perché era innamorato pazzo. E tu non te lo sei certo fatto scappare: un bell'uomo, molto più maturo di te e decisamente benestante. Gli hai giurato eterno amore e gli hai fatto provare emozioni irripetibili, per lui. Gli hai dato una figlia bellissima, che lui adora e vizia.
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Tra l'altro, egli da tempo pensa che, con l'età, il fuoco interiore che ti faceva bruciare la fica dalla necessità di prendere cazzi, sia definitivamente spento. E vive tranquillo. Mentre io ti sfondo dappertutto. Per parte mia infatti, percependo immediatamente la tua volontà e sapendo dei tuoi trascorsi di... apertura mentale, non mi sono fatto certo pregare: una bella manza come te, appetibile e molto esperta nel prendere e lavorare un cazzo maschile, non potevo lasciarmela scappare. Chi l'ha detto che le suocere "rompono?" Nel mio caso poi, sono io che ogni giorno ti rompo regolarmente il culo e la passera. Perché mio suocero non ti scopa più da anni. Bisogna essere altruisti, a questo mondo. Preparati, adesso: devo sborrare. Allargati, troia... e non ridere!
Aliantis
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raccontidialiantis · 16 days ago
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La vendetta può essere dolcissima (1 di 2)
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Due anni fa è morto mio marito. Un matrimonio che pensavo fosse stato perfetto, il nostro. Almeno sino a quel momento, pensavo. Quanto ci amavamo. Due figlie oggi entrambe sposate e fuori da casa, in una domenica di routinaria solitudine di tre mesi fa ho deciso di mettere nei sacchi tutte le cose di Marco, per buttare via vestiti vecchi e cose non più utili a nessuno. Tra le varie carte e gli estratti conto bancari, ricevute eccetera, ho trovato prove della frequentazione regolare e mensile di un alberghetto in una vicina frazione. Ricostruendo, la cosa avveniva guarda caso sempre in quel giovedì in cui egli mi diceva di dover andare a Milano per lavoro. Gira che ti rigira, ho trovato anche alcuni bigliettini molto espliciti e infine delle foto stampate inequivocabili: lui e la sua amante abbracciati e teneri. Porca miseria, che sorpresa terribile: Rina la mia collega nello studio in cui lavoriamo entrambe! Lei ha dieci anni meno di me, un marito giovane anche lui e un bel fusto.
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Choc totale, rabbia. Lacrime e infine anche una immediata, fredda determinazione. Con Rina siamo sempre state molto amiche, oltre che colleghe. In breve: ho subito invitato Sebastiano a casa un pomeriggio, con la scusa di montare un mobiletto per le scarpe. Mi sono fatta trovare da lui truccata, profumata e con atteggiamento da coniglietta smarrita; gli ho anche gettato le braccia al collo, in modo finto innocente, non appena finito il montaggio. Poi, sfacciata, gli ho chiesto scherzando se un giovane bello come lui avrebbe mai gradito montare anche una vecchietta orribile come me. Tra il serio e il faceto però, lo guardavo fisso negli occhi... lui è arrossito, ma non è fuggito. Anzi: comprensivo, mi ha chiesto che cosa mi passasse per la mente. E lì ho compiuto il mio capolavoro di recitazione: "sai, una donna ha le sue esigenze. Sono molto sola. Certo: la morale e bla bla... . Ma vorrei tanto instaurare un rapporto di amicizia diciamo... ecco... spinta. Però vorrei farlo con una persona molto discreta, un uomo che mi piace, che stimo e capace di tenere il segreto più assoluto... insomma: un gentiluomo come te"
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Dopo quel momento di totale, bellissima intimità tra noi, Sebastiano è diventato un toro. M'ha scopata con una furia incredibile. Non so quante volte sono venuta, quella prima volta. Né ho idea di quanta sborra m'abbia scaricato in corpo. In breve, da tre mesi finalmente scopiamo. Spesso lui ha dei rimorsi e io allora regolarmente gli dico di non preoccuparsi, che quando lui volesse potrebbe terminare immediatamente questa nostra cosa bellissima. Un rapporto tra noi puro e semplice, che a me porta grandissimi benefici psicologici. Che m'arrangerei da sola. Certo: sicuramente piangerei, mi dispiacerebbe. Ma capirei. Sicuramente. Non sarei mai un problema, per loro due. Allora egli, tranquillizzato, mi bacia con foga e mi scopa con dolcezza assoluta. Penso sia innamorato cotto, ormai. Io voglio che sia innamorato di me. Ce la metto tutta, per spostare il suo desiderio sul mio corpo e sulla mia persona. Poi gli dico anche che lui deve stare assolutamente tranquillo, perché io rimango sempre la migliore amica e addirittura intima confidente di Rina. E quindi so per certo che lei non sospetta assolutamente nulla. Le devo rovinare il matrimonio, a 'sta grande testa di cazzo. Anche se usciamo spesso insieme per lo shopping e ridiamo, spettegoliamo, ci consigliamo.
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Prendiamo un caffè, ci aiutiamo a vicenda quando serve. Semplicemente io le scopo il coniuge. Di continuo, ormai almeno una volta a settimana. Oh: che soddisfazione ogni volta che sento quel bel cazzo giovane di maritino amoroso entrare nel mio corpo di donna matura e oggettivamente molto puttana! Gli faccio fare cose che lei neppure si sognerebbe mai di consentirgli. Lui me l'ha confessato da subito. Sono diventata ormai il suo sfogo sessuale completo. Ah, l'ultima cosa: quando mi faccio sfondare, di dritto e di rovescio, mi assicuro prima che ci sia in giro la foto di quel cornuto a posteriori di mio marito. Con il suo sguardo ben rivolto verso il letto. E vengo alla faccia sua, mugolando come una vera troia professionista. Soprattutto, quando ingoio tutto quel seme che viene da quell'uccello giovane, prepotente e turgido ben ficcato nella mia gola, ingoio golosa; poi gli faccio l'occhietto e il gesto delle corna, con la mano poggiata sulla natica soda e nuda di Sebastiano. Poi con la lingua al mio stallone pulisco la sborra residua sull'asta e sui coglioni. Oh, quanto mi piace questo giovane, ingenuo, ignaro amante.
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RDA
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kon-igi · 10 days ago
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Buongiorno ser, sarei curiosa sul perché la contenzione provocherebbe le cadute? Mi esprimo in forma dubitativa perché non ho modo di verificare di prima mano le informazioni, non per sfiducia ideologica o altro, ma solo perché non essendo del settore avrò maggiore difficoltà nel valutare le informazioni che volesse darmi.
Uso il tuo ask perché sei persona 'neutra' ma citerò alcuni addetti ai lavori che hanno espresso dubbi e curiosità (lasciando anonimi quelli che mi hanno scritto in privato).
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(frontespizio del corso che tengo... esagerato IRL come su tumblr)
Per entrare nello specifico LA CONTENZIONE (o in modo più corretto e in base alle varie asl di varie regioni 'mezzo di salvaguardia dell'integrità psicofisica' o 'mezzo di tutela fisica') è un atto
A VALUTAZIONE MULTIDISCIPLINARE
A PRESCRIZIONE MEDICA
La valutazione è fatta variabilmente da un team di professionisti (infermierə, raa, fisioterapistə, oss, terapista occupazionale etc) che valutano i pro e i contro dell'intervento, mentre il benestare e la prescrizione è sempre a carico del medico (atto sanitario) che conferma o revisiona i mezzi, i tempi e i modi.
La contenzione non è solo legare ma LIMITARE LA LIBERTA' DI MOVIMENTO E DI AZIONE DI UNA PERSONA e infatti gli addetti ai lavori sanno che esistono quattro tipi di contenzione:
fisica (polsiere, cinture pelviche, cavigliere, cinture inguinali, guanti, sponde a letto, tute chiuse etc)
chimica (tutti gli psicofarmaci)
ambientale (porte chiuse, allarmi, sensori, gps etc)
psicologica (la peggiore, poi vi dirò)
Il problema nasce tutto quando LA ROUTINE fa perdere di vista all'addetto ai lavori il fatto che limitare la libertà di una persona con una contenzione è UN ATTO GRAVE E SEMPRE PERSEGUIBILE A NORMA DI LEGGE COME REATO PENALE (è a questo punto che il brusio dei partecipanti ai miei corsi di formazione si trasforma in urla di panico misto a odio).
SEQUESTRO DI PERSONA Articolo 605 Codice Penale
Il delitto di sequestro di persona consiste nella privazione o restrizione volontaria della libertà personale fisica di una persona, quale illegittimo impedimento posto volontariamente ad una persona al fine di privarla delle sue possibilità di locomozione e movimento. Chiunque priva taluno della libertà personale è punito con la reclusione da sei mesi a otto anni. La pena è della reclusione da uno a dieci anni, se il fatto è commesso: 1) in danno di un ascendente, di un discendente, o del coniuge; 2) da un pubblico ufficiale, con abuso dei poteri inerenti alle sue funzioni.
... però...
STATO DI NECESSITA’ Art 54 del Codice Penale
Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo.
Mi pregio, però, di dirvi che lo stato di necessità non lo decidete voi ma il collegio giudicante al vostro processo per sequestro di persona. Punto.
@blackmammaaa mi starà già sputando attraverso l'internet perché in quanto OSS (intuisco) è quella che si prende:
le botte dai pazienti
le denunce dai parenti
e infatti quando tengo i miei corsi premetto sempre che i maggiori sforzi per la decontenzione devono essere fatti da chi ha più potere decisionale, organizzativo e finanziario e non ricadere obtorto collo sugli operatori (è a quel punto che tutti ridono e purtroppo io sono costretto a ridere con loro perché Italia sì/Italia no/la terradeicachi).
Ma io non chiedo fiducia epistemica cioè che accettiate in modo acritico la mia parola divina, bensì cerco di portare tutti gli interessati ad arrivare a una conclusione ragionata sul rischio della contenzione e sul vantaggio della decontenzione.
Per quello faccio un piccolo passetto indietro e coinvolgo anonimamente una tamblera che più addetta ai lavori di così non si può (medico specialista che prescrive contenzioni) la quale, giustamente, mi dice che vive questo atto in modo contrastato, lacerata tra il desiderio di lasciare libertà di movimento e il terrore di un'emorragia cerebrale da trauma cranico per caduta in paziente scoagulato.
Allora io tiro fuori la carta PEG cioè la Percutaneous Endoscopic Gastrotomy...
il buco nella pancia che fanno alla gente che smette di mangiare dove poi inseriscono un tubo per l'alimentazione forzata
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Che c'entra? Che una volta, appena un anziano smetteva di mangiare e bere in modo funzionale alla sopravvivenza, facevano un buco e poi ci pompavano dentro ogni giorno un litro di beverone iperproteico, ipervitaminico e iperschifoso. Se non che un giorno a qualcuno è venuto in mente di fare un bello studio peer reviewed mettendo a confronto la sopravvivenza con nutrizione enterale via PEG con tentativi di nutrizione classica per os.
E indovinate un po'... la qualità di vita, la misurazione del dolore e della depressione ma anche il tasso di sopravvivenza erano sovrapponibili, cioè l'anziano con PEG non campava di più o meglio di quello che si 'spegneva' mangiando sempre meno e infine morendo NON DI FAME O DI SETE ma di marasma cachettico cioè di azzeramento delle funzioni multiorgano.
E la contenzione?
IDEM
Studi recenti (che poi vi linko se volete approfondire) hanno controintuitivamente dimostrato che l'applicazione di contenzione fa
aumentare l'ansia e i disturbi depressivi
diminuire la fissazione di calcio sulle ossa
peggiorare lo stato cognitivo
affaticare il circolo ematico e respiratorio
peggiorare il rischio di insorgenza LDD (lesioni da decubito)
deprimere l'equilibrio statico e dinamico
accelerare la sarcopenia
quindi se una persona è a rischio cadute molto meglio 'ecologizzare l'ambiente' (una serie enorme di accortezze architettoniche che permettono il wandering in sicurezza), attuare strategie distrattive e devianti, monitorare in modo non oppressivo e poi la cosa più importante e la più controintuitiva di tutte:
LASCIARLI CADERE
mi spiace... sembra crudele, menefreghista e contrario a ogni tipo di accudimento ma se la contenzione ha senso in una persona giovane in delirium che altrimenti si ferirebbe, nella prospettiva di una restituzione delle autonomie, quando oramai si instaura la frailty (funzioni organiche al minimo e quando una scende sotto, tutte le altre crollano assieme) molto meglio affidarsi alla loro capacità di sopravvivere senza medicalizzazione forzata, piuttosto che lavarci la coscienza e la fedina penale tenendoli tutti bloccati e immobili in un limbo che non è vita.
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I dati parlano chiaro:
l'anziano contenuto cade e si ferisce gravemente molto più che un anziano lasciato libero di muoversi
Se non avessi avuto i dati a disposizione, me ne sarei accorto lo stesso in modo empirico perché avevo notato che man mano che procedeva la decontenzione nella mia vecchia struttura, di pari passo diminuivano anche gli invii in pronto soccorso, le ferite lacero-contuse e le fratture.
Non diamo solo la colpa alla Chiesa se in Italia si cerca di far sopravvivere tutti a tutti i costi...
A volte siamo proprio noi che abbiamo disimparato il valore e l'importanza della morte che è quello di far concludere degnamente una vita vissuta in libertà e non nella mera sopravvivenza di un purgatorio fatto di decadimento della carne e spegnimento dello spirito.
Ok... basta così ché poi mi arrabbio.
Vi saluto sempre nel solito modo <3
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P.S.
In calce link non troppo gonadofrangenti sull'argomento
https://associazionegeriatri.it/wp-content/uploads/2017/10/bonati_2017-modena-convegno-ottobre.pdf
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rivoluzionaria · 2 years ago
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Jorge Luis Borges sosteneva che gli antichi greci furono i primi a pensare, ci hanno dato la poesia, la scienza, la filosofia razionale, che tutta la cultura a noi pervenuta nel corso dei secoli derivi dai greci.
I filosofi greci distinguevano l’amore in 12 tipologie diverse a seconda delle diverse emozioni umane e sfumature del sentimento:
Agape (αγάπη)
Agape è l’amore incondizionato, anche non ricambiato. Va al di là delle forze umane, è un amore puro e senza alcuna aspettativa. Viene utilizzato nei vangeli e nella religione.
Eros (έρως)
Eros è la tipologia di amore più conosciuta. Dio greco della fertilità, il suo tipo di amore rappresenta quello passionale, il desiderio carnale. Veniva definito in termini di irrazionalità, perché il desiderio ardente avrebbe potuto portare alla follia.
Philia (φιλία)
Philia indica un tipo di amicizia profonda. Amicizia come vincolo di fiducia e lealtà, come fondamenta di un rapporto solido e suggellato dalla bellezza della condivisione. Amare ed essere amati.
Storge (στοργή)
Storge è l’amore nei confronti della famiglia o dei parenti, tipico dei consanguinei, deriva da “stergo” che significa amare teneramente.
Philautia (φιλαυτία)
Philautia è l’amore per sé stessi, l’amor proprio, fonte di perfezionamento e benevolenza è definito come forma di egoismo positivo.
Mania (μανία)
Mania associato all’amore è il desiderio incondizionato di amare e possedere, l’amore tossico che vive (apparentemente) solo attraverso il possesso di ciò che brama, il partner come oggetto del desiderio. Distruttivo.
Charis (χάρις)
Charis è forse la tipologia d’amore più ambita tanto quanto appagante: idilliaco. Entrambi i partner si amano allo stesso modo, sia fisicamente che spiritualmente.
Himeros (ἵμερος)
Himeros è l’amore che arde di desiderio fisico, impulsivo, irrefrenabile, l’amore folle. Desiderio carnale, non ascolta ragioni e va appagato nell’immediato.
Anteros (αντέρως)
Anteros, fratello di Eros (si narra fossero inseparabili) è l’amore corrisposto con il rispettivo coniuge/compagno e indica la stabilità sentimentale.
Pragma (πρᾶγμα)
Pragma è associato all’amore maturo di lunga data, ma anche al compromesso e alla pazienza. Fare uno sforzo per dare amore piuttosto che solo per riceverlo.
Pothos (Πόθος)
Pothos è la personificazione del rimpianto e del senso di nostalgia che si prova quando una persona amata è lontana. È anche identificato con l’amore adolescenziale, l’infatuazione, il desiderio prima dell’incontro.
Thelema (θέλημα)
Thelema è l’amore nei confronti di ciò che si fa, il proprio lavoro, il piacere di fare qualcosa, il desiderio voler fare e non è rivolto quindi ad una persona.
— manuela g.
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ambrenoir · 5 months ago
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Ho chiesto a un mio amico che sta invecchiando: "Quali cambiamenti stai notando?" Mi ha inviato queste riflessioni davvero interessanti che vorrei condividere con voi:
Dopo aver amato i miei genitori, fratelli, coniuge, figli e amici, ho iniziato ad amare me stesso.
Ho capito che non sono "Atlante": il mondo non pesa sulle mie spalle.
Non contratto più con i venditori di frutta e verdura. Qualche soldo in più non mi cambia la vita, ma potrebbe aiutare il venditore a pagare la scuola di sua figlia.
Pago il tassista senza aspettare il resto. Quel piccolo extra potrebbe farlo sorridere, e sta sicuramente lavorando più duramente di me.
Non correggo più gli anziani che ripetono le stesse storie. Quelle storie li riportano a momenti felici del loro passato.
Ho imparato a non correggere le persone, anche quando so che sbagliano. La pace è più preziosa della perfezione.
Elogio le persone generosamente. Non solo migliora il loro umore, ma anche il mio.
Non mi preoccupo più per una macchia sui vestiti. La personalità conta più delle apparenze.
Mi allontano dalle persone che non mi apprezzano. Conosco il mio valore, anche se loro no.
Non mi vergogno delle mie emozioni. Sono proprio le emozioni a rendermi umano.
Ho capito che è meglio mettere da parte l’ego piuttosto che rompere una relazione.
Vivo ogni giorno come se fosse l’ultimo, perché potrebbe esserlo davvero.
Faccio ciò che mi rende felice. La mia felicità dipende da me.
Valorizzo i miei amici, perché ogni giorno ne perdo alcuni: non perché litighiamo, ma perché sono passati oltre.
Valorizzo ciò che ho, piuttosto che ciò che desidero, perché ciò che ho è mio: la mia vita, la mia famiglia, i miei amici.
Ho deciso di condividere questo perché mi sono chiesto: perché aspettare così tanto tempo per cercare la felicità? Non dobbiamo essere anziani per praticare questi insegnamenti!
Autore sconosciuto
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gregor-samsung · 9 months ago
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" Educare all'ozio significa insegnare a scegliere un film, uno spettacolo teatrale, un libro. Insegnare a sbrigare le attività domestiche e a far da sé molte cose che fin qui abbiamo comprato. Insegnare la convivialità, l'introspezione, il gioco. Anche la pedagogia dell'ozio ha una sua etica, una sua estetica, una sua dinamica, delle sue tecniche. E tutto questo va insegnato. L'ozio richiede luoghi adatti per riposarsi, per distrarsi, per divertirsi. Ai giovani perciò bisogna insegnare a districarsi non solo nei meandri del lavoro, ma anche nei meandri delle varie offerte di loisirs. Significa educare a fare il genitore e a fare il coniuge, ai rapporti con l'altro sesso, al volontariato, cioè ad attività socialmente utili da svolgere nel tempo libero che avremo in abbondanza. Ce n'è da insegnare! La massa della gente non sa scegliere neppure un luogo di vacanze: va in un'agenzia e si fa rifilare quello che capita. La massa della gente non sa come distrarsi e come riposarsi. Bisogna educare alla notte: la nostra cultura è tutta diurna, vede la notte come uno spazio privatissimo, peccaminoso. E poi bisogna educare alla cultura post-moderna: molte espressioni della nostra cultura non sono godibili immediatamente com'era per la pittura classica o per la musica tradizionale. Siano architettura, scultura o design, spesso possiamo apprezzarle solo se ne conosciamo storia, senso e scopo. Posso rimanere istantaneamente colpito di fronte alla Gioconda o a una statua di Canova, ma per capire Mondrian devo sapere cos'è stato il movimento De Stijl, e per ammirare davvero Van Gogh devo sapere cos'è stato l'Impressionismo. Educare significa insegnare ad arricchire le cose di significato, come diceva Dewey. Più educato sei, più significati cogli nelle cose e conferisci alle cose. "
Domenico De Masi, Ozio creativo. Conversazione con Maria Serena Palieri, Ediesse (collana Interventi), Roma, 1997¹; pp. 141-142.
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duke-of-breadsgrouse · 5 months ago
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Ho chiesto a un mio amico che ha superato i 60 anni e si avvicina ai 70: "Quali cambiamenti stai notando?" Mi ha inviato queste riflessioni davvero interessanti che vorrei condividere con voi:
Dopo aver amato i miei genitori, fratelli, coniuge, figli e amici, ho iniziato ad amare me stesso.
Ho capito che non sono "Atlante": il mondo non pesa sulle mie spalle.
Non contratto più con i venditori di frutta e verdura. Qualche soldo in più non mi cambia la vita, ma potrebbe aiutare il venditore a pagare la scuola di sua figlia.
Pago il tassista senza aspettare il resto. Quel piccolo extra potrebbe farlo sorridere, e sta sicuramente lavorando più duramente di me.
Non correggo più gli anziani che ripetono le stesse storie. Quelle storie li riportano a momenti felici del loro passato.
Ho imparato a non correggere le persone, anche quando so che sbagliano. La pace è più preziosa della perfezione.
Elogio le persone generosamente. Non solo migliora il loro umore, ma anche il mio.
Non mi preoccupo più per una macchia sui vestiti. La personalità conta più delle apparenze.
Mi allontano dalle persone che non mi apprezzano. Conosco il mio valore, anche se loro no.
Non mi vergogno delle mie emozioni. Sono proprio le emozioni a rendermi umano.
Ho capito che è meglio mettere da parte l’ego piuttosto che rompere una relazione.
Vivo ogni giorno come se fosse l’ultimo, perché potrebbe esserlo davvero.
Faccio ciò che mi rende felice. La mia felicità dipende da me.
Valorizzo i miei amici, perché ogni giorno ne perdo alcuni: non perché litighiamo, ma perché sono passati oltre.
Valorizzo ciò che ho, piuttosto che ciò che desidero, perché ciò che ho è mio: la mia vita, la mia famiglia, i miei amici.
Ho deciso di condividere questo perché mi sono chiesto: perché aspettare così tanto tempo per cercare la felicità? Non dobbiamo essere anziani per praticare questi insegnamenti!
Autore sconosciuto
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bloglifereal · 11 months ago
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chez-mimich · 3 months ago
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PARTHENOPE
Così come per la pasticceria, se non si ama la Sacher Torte credo sia inutile andare da Demel, allo stesso modo se non si ama Sorrentino inutile andare a vedere “Parthenope”, poiché il film ripropone, diversamente coniugate, tutte le figure retoriche, tutte le visioni del mondo, tutti gli stilemi che si ritrovano in quasi tutti gli altri film del grande regista napoletano. Non vi racconterò la trama del film, perché credo sia la cosa meno interessante, sempre ammesso che esista nel senso tradizionale del termine. Potremmo dire che sono presenti delle vicende e che queste, piccole o grandi che siano, si sviluppano secondo la triade husserliana di spazio-tempo-causalità. Le cose accadono sempre in uno spazio, che qui è principalmente Napoli (ma anche Capri e Trento), accadono in un tempo che va dagli anni Cinquanta ad oggi e, infine, accadono per una causalità dettata dalle scelte di Parthenope e di chi le sta intorno (ma principalmente dalle sue). Parthenope è una ragazza bellissima partorita nelle acque del golfo di Napoli che, contrariamente alla sirena che, non essendo riuscita ad ammaliare Ulisse, nel golfo di Napoli approdò. Una donna che opera scelte sentimentali ed emozionali che punteggeranno la sua vita, comprendendo poi che solo in età matura le cose sembrano divenire intellegibili. Del resto lo stesso Sorrentino in una intervista dichiarava: “Più vai avanti negli anni, meno ti innamori, meno ti diverti, e diminuisce anche la tua capacità di meravigliarti. Però riesci a vedere le cose, a vederle in profondità”. Un po’ quello che accade alla divina Parthenope, santa e peccatrice, carnale e spirituale, creatura misteriosa ed ingenua. “Abbandonati ad una estate perfetta siamo stati bellissimi ed infelici”, dirà Parthenope ricordando i beati anni della gioventù. Forse, come dice la protagonista, il desiderio è pieno di mistero e il sesso è il suo funerale. Il film di Sorrentino è prevedibilmente barocco e ridondante, ma lo è con cognizione di causa, ambientato in una città che difficilmente potrebbe essere raccontata meglio, una città che contiene al suo interno il dramma e la derisione, l’abnorme e la misura, la saggezza e la follia, il sacro e il profano, solo che a Napoli gli opposti non sono realmente opposti: Napoli contiene tutto, ma tutto insieme e forse questo ne fa una città unica (che non significa necessariamente bella). Filmone impegnativo, conturbante, intenso e non per tutti i palati.
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wonder-worker · 3 months ago
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"The second half of the 860s saw [...] a change in Angelberga’s status, as well as the introduction of several queenly titles, which were used more frequently for her than other queens before her.
During the period which Louis II spent in the south the empress received a considerable number of royal grants. The first one, which was mentioned at the beginning of this chapter, was issued in May 866, probably in Capua, and granted to Angelberga the “corticellam nostram Ibernam sitam non longe a corte Olonna”. For the first time, Angelberga was presented as consors imperii: “dilectam coniugem nostram atque consortem imperii nostri” […] In July 866 Louis II issued another charter for Angelberga. This time she was granted three properties in north-eastern Italy, Sesto in the comitatus of Cremona, Locarno in the comitatus of Stazzona (Como) and Aticianum in the area of Diano (Liguria). In this document Angelberga is not defined consors imperii, but rather “dilectae coniugi nostrae, clarissimae scilicet augustae Angilbergae” [...] Gauginus recognized another charter, on 28th April 868 in Venosa, granting San Salvatore to Angelberga, and in case of her death, to her daughter Ermengarda. Based on the 861 diploma, this charter was issued following the death of Gisla, who until then had directed the nunnery. This charter explicitly stresses Angelberga’s political role as “consors et adiutrix regni pariter dilectissime coniuge nostrae, clarissimae scilicet augustae Angilbergae”. Expressions such as adiutrix regni and augusta seem to suggest an increasing stress on the empress' political role, which cannot be found in the previous donation of 861 […] A diploma issued in Venosa on 25th May 869, granted to Angelberga five curtes situated in the northeast of Italy. The document presents Angelberga as “amantissimam coniugem nostram Angilbergam imperatricem augustam”; and requesting the grant of the curtes: “eiusdem dulcissimae coniugis nostrae petitioni serenitatis aurem libentissime accomodantes praescriptas res”.
What needs to be underlined is the introduction of several queenly titles, which were not particularly common before Angelberga. This must be related to the new situation of the chancery: to the freedom chancellors had to invent – or reinvent – the diplomatic lexicon. Secondly, these titles echoed imperial authority. Their use was related to the historical moment in which they were employed, a moment of complex negotiations with the Byzantine empire. The expedition in southern Italy intensified the relations between the two empires, as the Byzantines also had interests in that area. In 871 Louis II sent a letter, probably written by Anastasius Bibliothecarius, to Basil I, replying to a previous missive of the Byzantine emperor, which has not survived. Louis’ letter discusses various matters, namely the military campaign and the patriarchate. However, its core is represented by Louis II’s claim legitimately to call himself emperor, which the basileus was questioning. Louis argued that he had the right to be called emperor, as his father and grandfather were emperors, and most importantly, as he had been consecrated by the pope. The letter shows that Basil did not want to recognize the legitimacy of Louis’ imperial title and hence that the language of authority was a very significant issue in these years. The language we find in Louis II’s charters in this period – also with regard to his wife’s titles - can be related to these discussions. The use of consors imperii – a solemn title, both because of its Roman origin and its use in Carolingian diplomatics – and of other titles that echoed political significance can be seen as an attempt to use a more formalized political language. This language would have stressed imperial authority in a period in which the relations with the Byzantine empire were extremely significant for Louis II."
Roberta Cimino, Italian Queens in the Ninth and Tenth Centuries (PHD Thesis, University of St Andrews, 2014)
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ilpianistasultetto · 2 years ago
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Lo Stato delle cose..
Da una parte abbiamo una politica che ritiene giusto che un lavorarore guadagni 4-5 euro l'ora. E dall'altra abbiamo la coniuge del PATRIOTA IGNAZIO BENITO GRAZIANO BALBO LA RUSSA, e il compagno della PATRIOTA Daniela Garnero in Santanche' in Mazzaro in Sallusti, che in 58 min guadagnano un milione di euro acquistando una casa a 2,5 milioni di euro e dopo 58min, appunto, rivendendola a 3,5 milioni di euro.
Tutto regolare? Gia' moralmente e' una schifezza cosmica ma al Presidente del Senato e alla Ministra una cosa va chiesta..
Una domanda. Quando si acquista un immobile, il notaio certifica il passaggio di denaro a saldo dell'acquisto. In genere sempre un assegno circolare. Si sta dicendo che la moglie del Presidente del senato aveva in quel momento 1 milione e 250mila euro sul conto corrente? E il finto nobile, compagno della Santanche', in quel momento amministratore di una societa' fallita, quindi con fornitori e dipendenti con crediti non onorati, aveva anche lui 1milione e 250mila euro sul suo conto personale?
A diversi miei clienti di studio, agenzia entrate a volte ha mandato lettere di compliance, finche' venisse chiarita la provenienza di soldi usati per acquistare quella loro casa. Certi chiarimenti verranno richiesti anche ai due "volponi"? E perche' agenzia entrate non ha pignorato il conto corrente del finto nobile essendo lui amministratore di una societa' fallita? Certa gente andrebbe menata e invece noi la votiamo (e molti la invidiano pure)..
@ilpianistasultetto
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raccontidialiantis · 22 days ago
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Oggi ho bisogno di te
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Erano anni che non degnavi neppure di uno sguardo il mio bellissimo culo. Oggi mi ci hai pure dato una pacca ben assestata. La mia fica, di contro, non ti dedicava più alcuna voglia, marito mio. Oggi però sta iniziando ad aprirsi ed emanare l’odore della voglia più oscena ogni volta che ti passo vicino. E tu te ne stai accorgendo. Si, ti confermo ciò che già sai: ho l’amante. Un mio coetaneo molto muscoloso, che è quello che mi serve.
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Ma tu hai la tua segretaria giovane, no? Che per la carriera e la busta paga è capace di farti di tutto. Lei è molto troia. Lo so da anni; per favore, non restare a bocca aperta e non fare il coniuge innocente e ferito, che di me da un punto di vista sessuale non ti frega più nulla da tempo. Ma grazie al DPCM per il virus, dover stare chiusi in casa tutto il giorno, per settimane, fa crescere la mia voglia insoddisfatta di sesso.
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Dopo i quaranta, in una donna crollano gli scrupoli e cresce enormemente e comprensibilmente la voglia di soddisfare la bricconcella che è in lei, senza tanti preamboli. Dunque, eccomi a te. I ragazzi sono rimasti nel loro appartamento all’Università a trecento chilometri da casa. Siamo soli tu e io, qui e adesso. Il mio corpo lo conosci bene, sai come mi piace essere presa e quanta voglia abbia di essere dominata.
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Datti da fare. Scopami. Poi ti farò anche quelle cosine speciali che ti fa lei, credi che non me ne sia mai accorta? Quella stupida, tutta giuliva e vanesia, dopo che ha scopato con te, il giorno dopo regolarmente si confida con la tua socia in affari. Che poi, essendo mia ottima amica, puntualmente mi racconta tutto. Allora, ti muovi o no? Mi scopi? Dai, vieni qui: intanto che ci pensi ti faccio un pompino...
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RDA
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turuin · 5 months ago
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Andiamo dal pediatra senza appuntamento per farci fare i certificati medici per attività extrascolastica non agonistica, ma quando apre la porta tra una paziente e l'altra ci dice "eh però senza appuntamento come facciamo? Io stamattina ne ho tanti, dovete prendere l'appuntamento". Intercettando la possibile reazione inconsulta di coniuge, lo guardo e mi scuso per aver dimenticato l'appuntamento, chiedendogli la cortesia di fissarmelo subito così possiamo tornarci come si deve.
Una volta dentro, mentre prende l'agenda, mi chiede "Ma è urgente?" E io gli spiego che i ragazzi comunque iniziano la prossima settimana, scusandomi di nuovo per l'improvvisata e chiarendo che non c'è problema ; me lo fa lo stesso al volo per tutti e due, glielo pago e mi dice "mi raccomando però, bisogna comunque che io li visiti" e mi fissa subito data ed ora per la visita. Lo ringrazio profusamente per la cortesia e la disponibilità.
A volte basta essere gentili ed ammettere di aver sbagliato perché le persone ci tendano una mano; invece, spesso è la tendenza a "scornarsi" per questioni di principio a vincere. Ovviamente mia moglie mi ha commentato "io non ci sarei riuscita, anche perché glielo avevo chiesto per messaggio e mi aveva detto di essere disponibile a partire dallo scorso lunedì, non mi aveva detto di prendere l'appuntamento". E questo è il motivo per cui odia andare dal pediatra da sola: non è abituata alla mediazione, e lui non è per nulla un tipo facile. Non è semplice per lei, e lo capisco, cresciuta come è cresciuta e soprattutto dove è cresciuta, nel luogo dove la gentilezza è sempre sottomessa al guadagno pratico.
Io dal canto mio le ho semplicemente detto: non è un caso che io scelga sempre il bardo, come classe, quando gioco a D&D. Non è un caso per niente.
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