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Corretto conferimento dei rifiuti, arrivano i "facilitatori ambientali"
Corretto conferimento dei rifiuti, arrivano i "facilitatori ambientali"
Livorno, 13 aprile 2023 – Livorno, 26 ottobre 2022 – Si chiamano “Facilitatori Ambientali” e, a partire da giovedì 13 aprile 2023, saranno quotidianamente presenti su tutto il territorio comunale per supportare i cittadini al corretto conferimento dei rifiuti. Coordinati dagli Ispettori Ambientali di Aamps/RetiAmbiente avranno il compito di verificare a campione le modalità con cui le utenze si…
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Ovosodo (1997, Paolo Virzì)
14/11/2024
#Ovosodo#film#1997#Paolo Virzì#comune#livorno#Gare remiere di Livorno#Barriera Fiorentina#united states#great expectations#charles dickens#Bébo's Girl#Carlo Cassola#andrea pazienza#amarcord#federico fellini#54th Venice International Film Festival#venice film festival#Grand Jury Prize#Premio Pasinetti#Edoardo Gabbriellini#Golden Lion#David di Donatello 1998#david di donatello#David di Donatello for Best Supporting Actress#Nicoletta Braschi#David di Donatello for Best Sound#Tullio Morganti
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"La pioggia è la più comune precipitazione atmosferica e si forma quando gocce separate di acqua cadono al suolo dalle nuvole..." ... gocce che si trasformano in pennellate di colori, bellissime. (Altre foto della serie "DROPS" le potete ammirare alla mia mostra presso la Biblioteca bottini dell'olio fino a domenica 5 marzo 2023 organizzata da @flem_fotografia_eventi ) #livorno #andreadani #livornogram #livornesity #livorno0586 #igerslivorno #volgotoscana #rain #drops #reflectionphotography #streetshotsinternational #street #photooftheday #livornotoday #iltirreno #urbanandstreet #gocce #raindrops #paesaggiitaliani #diariotricolore_livorno #citylandscape #streethunter #moodoftheday #winter #travelphotography #landscapes #volgolivorno (presso Livorno, Italy) https://www.instagram.com/p/CpQIiJkIWuC/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Un'isola
[ 1a parte ]
Un'isola...
Un'isola è, in ogni caso, una sfida.
Raggiungerla è una sfida a sè stessi.
Abitarci è voler sfidare l'abitudine e l'assuefazione alla comodità, i limiti, e la stessa concezione del tempo a cui ci hanno educato sulla terra ferma.
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Il porto è annidato in fondo ad una insenatura naturale, mentre il centro abitato, l'unico che ci sia, sta su in alto, su un promontorio dominato dalla Fortezza cinquecentesca. Si chiama Forte di San Giorgio ed è stato costruito dai genovesi nel 1540, dopo la liberazione dell'intera isola dal dominio del corsaro turco Dragut.
Il borgo ha case addossate le une alle altre, in un dedalo di viuzze, scale, rampe, cortili. Le vie attuali non rispecchiano di certo il concetto di ortogonalità, ma piuttosto paiono assecondare le pendenze e le irregolarità della rupe vulcanica sottostante. Ciò che colpisce fin da subito è che ogni casa ha le chiavi infilate sulla porta e molte porte restano aperte per tutto il giorno.
Il borgo antico è stato quasi del tutto recuperato, ma ancora ci sono piccoli cantieri aperti. Dalle loro aperture ancora senza infissi, proviene un profumo di cemento fresco e intelaiature di legno. Le ditte sono tutte toscane e sono qui in trasferta, per cui non ci sono giornate di interruzione. Si lavora sia la domenica che il 25 aprile.
Mi fermo a guardare il muratore che sta smontando le impalcature.
Capisco quanto dev'essere eroico un cantiere di questo tipo. Ogni attrezzo, ogni materiale, ogni utensile, occorre farlo arrivare tramite il traghetto da Livorno
Un'isola selvaggia come questa, più vicina alla Corsica che all'Italia ha proprio questo di speciale. Viene nutrita e tenuta in vita grazie ad un cordone ombelicale che la lega al resto del mondo.
Gli isolani questo legame, lo chiamano "la nave". "Oggi la nave non è partita.", "Oggi è partita ed è dovuta rientrata in porto", "il mare è grosso e se non cala il vento, per qualche giorno, non avremo rifornimenti"...
Siedo al bar sul porto e assorbo ogni colore, ogni voce, ogni vibrazione che la luce riverbera sulle pareti del locale. Fuori da stanotte c'è il Maestrale. Un dio invisibile che regna sul Tirreno ed è capace di monopolizzare ogni attività tu possa credere di iniziare. È un vento che ti entra in testa. Nelle ossa.
Scompiglia i piani, i programmi, strappa i panni dai fili, sbatte porte, vetri, tende.
Sulla terra, solleva polvere e inquietudine mentre pettina l'erba dei campi, ma è sul mare che imbianca di candide pennellate il blù cobalto, poco sotto l'orizzonte.
Più tardi arrivo al B&B, accompagnato dalla signora che mi è venuta a prendere al porto. Si chiama Azzurra e gestisce col marito dal 2015 questo affittacamere ricavato da una delle più grandi case del borgo. Al piano terra c'è un giardino meraviglioso, provvisto di tavoli e sedie, di un amaca e di tende che tuttavia il vento ha buttato a terra. Da lontano pare un compound arabo, ma le sorprese arrivano appena ci si avvicina all'ingresso dell'abitazione.
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L'ingresso è quello originario e da su un cortile condiviso con altre case. La porta di legno. È verde chiaro con disegni tono su tono, mentre le due finestre al piano superiore sono azzurre.
Sulla porta di legno a due ante, le chiavi che penzolano dalla serratura.
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L'interno è diviso su tre piani, con quello inferiore dove c'è l'ambiente comune per la colazione, a livello del giardino a cui si arriva scendendo ulteriori gradini.
Tutta la casa è stata recuperata e arredata con mobili antichi in stile "arte povera" adattati ai diversi ambienti.
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Molte delle porte interne sono in legno, dipinte e personalizzate con un motivo marino. Perfino i tovaglioli per la colazione mi ricordano gli Azulejos portoghesi.
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Bene. Prendo possesso della stanza, lascio il trolley e lo zaino e ritorno ad esplorare il borgo di Capraia.
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La rinascita di Leopold Bloom
Chiamata internazionale aperta agli artisti di tutto il mondo.
Il bellissimo borgo antico di Sant'Ilario, nell’Isola d'Elba (Toscana), con le sue stradine di granito arrampicate sulle verdi colline, si era gradualmente spopolato negli ultimi anni a causa dell’abbandono delle attività agricole, perdendo il suo sapere antico, a causa dell’avvento del turismo di massa. Ultimamente questo borgo ha finalmente iniziato un lento processo di rinascita grazie soprattutto all'Arte. Nel 2022, nell’ambito di un più ampio progetto di riqualificazione, che comprende sia il recupero dei terreni ormai abbandonati ed invasi dai rovi, che il miglioramento dell'accoglienza turistica, diciannove artisti hanno infatti donato alla comunità che popola il borgo una loro opera d'arte. I dipinti, le opere grafiche e le sculture pervenuti fanno ora parte della collezione di una galleria civica sita nel centro di Sant'Ilario. Questo grande avvenimento ha preso il via il 25 agosto 2022 con l’evento “Voltine, una visione contemporanea”, con il patrocinio del comune di Campo nell’Elba (LI), una mostra a cura di Nico Carone e Federica Frati, in cui le opere donate a Sant'Ilario sono state allestite per una sera nei tipici elementi architettonici del paese, le Voltine appunto, nuovamente illuminate per l’occasione.
Questo evento ha restituito a Sant'Ilario l’antico splendore per una sera, amplificando l’enorme bellezza di questo luogo attraverso la cultura. In questa occasione si è formato il gruppo “Voltine”, con lo scopo di realizzare ulteriori eventi artistico-culturali nell’ambito del paese. Per l’estate 2023 stiamo creando un evento basato sulla Mail Art, stiamo per cui chiedendo ad artisti di tutto il mondo di inviare una o più immagini sul tema della Rinascita. Le opere pervenute saranno esposte nell’ambito della mostra “Voltine 2023”, nuovamente a cura di Nico Carone e Federica Frati, e gli artisti saranno menzionati in tutto il materiale promozionale dell’evento.
Crediamo che la Mail Art possa aiutarci a ricostruire un altro tassello della nuova vita di Sant'Ilario. L'arte è energia creativa, cambiamento, è la via per rinascere.
Regolamento:
1) Non è prevista alcuna tassa di iscrizione, non ci sarà una giuria. 2) Le opere non verranno restituite. 3) Scadenza 24 luglio 2023 – fa fede il timbro postale. 4) Tecnica libera. 5) Devono essere presentati solo lavori originali. 6) Sul retro della cartolina è necessario indicare: nome/cognome, data, titolo, indirizzo postale e indirizzo mail. 7) E’ possibile, anzi consigliato, inviare più di un’opera, con un massimo di 5 opere, cm 10x15 minimo ciascuna. 8) Le opere dovranno pervenire in forma cartacea via posta al seguente indirizzo: Gruppo Voltine c/o Elisabetta Pelleriti, via degli alberi 80, fraz. Sant’Ilario, 57034 Campo nell’Elba, Livorno. 9) Si lascia libera scelta se spedire le cartoline direttamente affrancate o affrancarle in busta chiusa. 10) Le opere non dovranno avere contenuti pubblicitari, immagini o testi che possano nuocere ai fruitori, trattare tematiche che offendano la moralità, presentare contenuti xenofobi, pornografici o lesivi della dignità pena l’esclusione. 11) Voltine si impegnerà a dare il massimo risalto all’evento con un’esposizione nel borgo di Sant’Ilario del materiale ricevuto nel mese di agosto 2023 (data da definire a breve) 12) Come in ogni progetto di Mail-Art le opere conformi alle regole di questo bando verranno tutte esposte. 13) Le opere non verranno restituite e si intendono donate per entrare a far parte della galleria civica del borgo di Sant’Ilario, libere di essere usate, così come la loro immagine, per promuovere e documentare il progetto. 14) I diritti d’autore sulle composizioni, le immagini delle opere, i testi inviati resteranno comunque di libero uso da parte degli autori per ogni ulteriore utilizzo. 15) Le/i partecipanti, spedendo le loro opere, acconsentono automaticamente all’utilizzo dei propri dati personali, dell’opera e delle immagini dell’opera, inviate ai sensi e per gli effetti degli artt. 13 e 23 del D.L.gs. n. 196/2003, per l’eventuale loro pubblicazione su catalogo, stampa, web, social e per ogni altra iniziativa ufficiale utile a promuovere l’evento ed eventi successivi. 16) L’invio delle opere implica l’accettazione del bando in ogni suo punto.
"RINASCITA" - LINK
#rinascita#Elba#Leopold Bloom#Voltine#Gruppo Voltine#Sant’Ilario#mailartproject#mailartcall#mailart#arte postale
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INCIDENTE.
VIA ROMA / VIA LIVORNO , INCIDENTE STRADALE PROCEDERE CON PRUDENZA. Read More VIA ROMA / VIA LIVORNO , INCIDENTE STRADALE PROCEDERE CON PRUDENZA. Feed RSS – Comune di Palermo Tweet PM
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Livorno: al Museo della Città venerdì 30 agosto si svolgerà una visita guidata in arabo all'interno della sezione d'arte contemporanea
Livorno: al Museo della Città venerdì 30 agosto si svolgerà una visita guidata in arabo all'interno della sezione d'arte contemporanea. Livorno, 28 agosto 2024 – Proseguono le iniziative del progetto Cultura accessibile: musei aperti ed inclusivi realizzato, grazie al bando PNRR del Ministero della Cultura "Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi", a cura di Comune di Livorno e coop.... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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Amedeo Modigliani. ARTISTA CONTROCORRENTE fece della femminilità dipinto.......pittore più originale nell'arte
Apic//Getty Images
Amedeo Modigliani (Livorno, 1884 - Parigi, 1920) rientra in una categoria di artisti che decisero di lasciare il paese natale per traferirsi in Francia. Parigi, all’inizio del Novecento, era la culla della cultura, della modernità, nonché luogo di scambio e aggiornamento per poeti, scultori, pittori, filosofi. In questo clima, vivace e florido, giungono artisti da tutta Europa, come il rumeno Constâtin Brâncuși (Pestisani, 1876 – Parigi, 1957), il russo Marc Chagall (Vitebsk, 1887 – Saint Paul de Vence, 1985), il russo Chaïm Soutine (Smiloviči, 1893 – Parigi, 1943) e l’italiano Amedeo Modigliani, che entrano in contatto con personalità già affermate quali Pablo Picasso (Malaga, 1881 – Mougins, 1973), Georges Braque (Argenteuil, 1882 – Parigi, 1963), Henri Matisse (Le Cateau-Cambrésis, 1869 – Nizza, 1954), il poeta Guillaume Apollinaire, André Derain e molti altri. Sempre a Parigi, negli stessi anni, soggiornano alternamente alcuni dei principali esponenti del futurismo, come Umberto Boccioni, Gino Severini, Carrà, Ardengo Soffici, a ulteriore dimostrazione della grande vitalità dell’ambiente in cui non necessariamente tutti entravano in contatto tra loro, ma potevano giovarsi della fervente temperie culturali.
Amedeo Modigliani nel suo studio
Modigliani all'interno della cornice degli artisti bohémien europei del primo '900. Centro nevralgico di questo movimento era Parigi, città in cui Modigliani visse e in cui venne a contatto con alcuni gruppi d'avanguardia, come ad esempio i fauves.
L'opera di Modigliani risentì inizialmente dell'influenza di Picasso e del cubismo novecentesco, di cui però non fece mai parte, e arrivò a sviluppare uno stile profondamente personale diverso dalla maggior parte delle correnti artistiche dell'epoca.
Amedeo Modigliani nel suo studio, fotografia del 1915 di Paul Guillaume
La libertà di stampa e di azione che la città di Parigi offriva, favorì l’avvicendarsi di quella scia di artisti non soddisfatta delle opportunità che il paese natale offriva loro. Nei manuali di storia dell’arte si trovano spesso classificati Brâncuși, Chagall, Soutine e Modigliani come appartenenti alla “Scuola di Parigi”, sebbene il loro fosse un modo comune di vivere e di pensare, più che una scuola. Un altro aspetto che li accomunava, oltre all’essere artisti forestieri in Francia, era il vivere nello stesso quartiere parigino, ossia Montparnasse, in un edificio soprannominato “l’alveare”, adibito a studio per gli artisti che non si erano arruolati in guerra; anche la partecipazione al Salon, famosa esposizione organizzata a Parigi già dal 1667, rappresentava un fattore di comune accordo.Un’esistenza, quella di Modigliani, non particolarmente fortunata: l’artista livornese di origini ebraiche fu infatti colpito, già in tenera età, da gravi problemi di salute. E la sua scelta di fare l’artista di professione fu rapida e senza ripensamenti.
Il 12 luglio 1884 , a Livorno , nasceva Amedeo Modigliani. Nella sua città , da giovanissimo, apprese la passione per la pittura grazie anche al primo insegnamento del maestro Giovanni Fattori. Ma fu a Parigi, dove andò nel 1906, che ampliò le sue vedute e formò il suo stile unico e rivoluzionario tra i quartieri di Montmartre e Montparnasse.
Fu dura la vita parigina di Modi', sempre al verde poiché spendeva tutto quanto aveva per droga e alcool e sempre a combattere contro la tubercolosi che lo affliggeva. Tanti lo ricordano come il pittore maledetto, ma tutti conoscono i suoi ritratti di donne languide dai lunghi e sinuosi colli , con gli occhi senza pupille e dagli intensi colori, di cui riusci' a cogliere la bellezza, rendendole immortali. Quelle donne che tanto lo amarono fra le quali, più di tutte, una giovane ragazza di nome Jeanne Hebuterne , anche lei pittrice, che per lui abbandonò la sua famiglia e lo sposo' contro il parere di ognuno.
Dalla loro unione, molto contrastata dai parenti di lei, nacque una bambina che fu chiamata Jeanne come la mamma .Ma la malattia non lascio' scampo a Modigliani, anche per la miseria in cui era costretto a vivere e il 24 gennaio 1920 , neanche a 36 anni, il pittore morì mentre la sua giovane moglie, di nuovo incinta, era al nono mese di gravidanza. Per il funerale del pittore gli amici fecero una colletta per pagarne le spese , la disperata Jeanne ,invece, non riuscendo a superare il suo dolore si suicidò
----gettandosi nel vuoto dal quinto piano uccidendo lei e il suo bambino in grembo.Fu seppellita con una frettolosa cerimonia dai suoi parenti che, neanche dopo la morte della figlia seppero esseri compassionevoli e non vollero riconoscere la nipotina.La piccola Jeanne fu adottata da una zia, sorella di Modigliani , e da grande sposò in prime nozze Mario Levi, fratello di Natalia Ginzburg.Jeanne Modigliani trascorse gran parte della sua vita a curare la memoria del padre, ricostruendone la biografia e provvedendo, anche se in ritardo ,a riunire i resti dei suoi genitori nello stesso cimitero di Pere-Lachaise , a ParigiL' epitaffio sulla tomba del padre recita : "Colpito dalla morte nel momento della gloria", quello sulla tomba della madre :"Devota compagna sino all'estremo sacrificio"...
Amedeo Modigliani, Ritratto di Paul Guillaume (1916; olio su tela, 81 x 54 cm; Milano, Museo del Novecento)
famoso per essere veloce, per cui chiudeva un'opera in massimo 1 o 2 sedute.
Amedeo Modigliani, Jeune fille rousse (Jeanne Hébuterne) (1918; olio su tela, 46 x 29 cm; collezione Jonas Netter)
Amedeo Modigliani, Nudo seduto (Beatrice Hastings?) (1916; olio su tela, 92 x 60 cm; Londra, Courtauld Gallery)
L’arte di Modigliani, dalla conoscenza di Brâncuși alle ultime opere
Modigliani comincia a dipingere nella sua Livorno in uno stile simile a quello dei macchiaioli, ma la sua arte cambierà radicalmente dopo il soggiorno a Parigi e in seguito, con la raggiunta maturità, si osserverà un ulteriore cambiamento a livello stilistico, dovuto all’assestamento delle scelte operative. La somma d’influenze che caratterizzeranno la sua produzione lo faranno giungere a una produzione che difficilmente si può incasellare in un genere preciso: la sua è un’arte caratterizzata da semplicità e purezza formale. Fondamentale per l’arte di Modigliani è la conoscenza di Constântin Brâncuși, che porta l’italiano a dedicarsi quasi totalmente alla scultura, sebbene sarà poi costretto dalla sua malattia a tornare sulla pittura, essendo la scultura un’attività molto più faticosa e debilitante per il fisico dell’artista. Della produzione scultorea sono inconfondibili le particolari figure allungate, ma anche la riduzione al minimo, in termini di semplicità delle linee e delle forme. Questi elementi di purezza formale sono desunti proprio dall’arte dello scultore rumeno.
Nella Testa del 1911-12 circa è ben evidente la volontà da parte dell’artista di deformare quello che dovrebbe essere un normale volto umano. Le proporzioni sono totalmente sconvolte, a favore un appiattimento o allungamento di naso, bocca, occhi. Tutto è teso verso la schematizzazione, senza alcun tipo di decorazione. Le sembianze che assumono le opere di Modigliani riecheggiano le maschere africane, l’arte primitiva già molto indagata dai fauves francesi, un gruppo di artisti attivi nel biennio 1905-07, ma anche dai cubisti, accomunati dalla geometrizzazione delle forme. Tuttavia, la sua pittura, fatta di grazia, contorni pronunciati, tendenza all’allungamento delle proporzioni, denota anche l’ispirazione che l’artista desume dal suo retroterra cultura, e in particolare dai grandi artisti toscani del passato come Simone Martini (Siena, 1284 – Avignone, 1344 c.a.), ma anche Filippo Lippi (Firenze, 1406 – Spoleto, 1469) e Sandro Botticelli (Firenze, 1445 – Firenze, 1510), autore della famosa Primavera conservata alla galleria degli Uffizi di Firenze.
Dopo l’abbandono della scultura, gli elementi “scultorei” della sua produzione passano alla pittura, tanto che i soggetti dei suoi dipinti cominceranno ben presto a riflettere le ricerche di purezza formale che Modigliani andava seguendo nella scultura. È quanto si nota anche nei suoi numerosi ritratti, dove i soggetti vengono resi con forme schematiche e secondo una geometrizzazione tesa a trasmettere al riguardante gli elementi più riconoscibili dei connotati del soggetto, ma sono anche caratterizzati da una straordinaria acutezza nella loro penetrazione psicologica. Con altre opere, come i suoi famosi nudi, Amedeo Modigliani riuscirà anche a ottenere risultati straordinariamente intensi e liberi, oltre che sensuali.
Modigliani non appartiene, di fatto, a una corrente precisa, né egli stesso ha mai dichiarato di essersi rifatto ai grandi maestri. Al contrario sceglie esplicitamente di non volersi avvicinare né all’avanguardia futurista, tantomeno a quella francese. Ma è indubbio lo sguardo e l’attenzione alle tendenze che allora circolavano nella Parigi metropolita all’inizio del Novecento. Il suo lavoro risulta di fatto isolato rispetto alle varie tendenze. La critica si è tuttavia sempre divisa sul suo conto: leggi anche un approfondimento sull’importanza storica dell’arte di Amedeo Modigliani.
Amedeo Modigliani, Cariatide (1911-1912; olio su tela, 77,5 x 50 cm; Düsseldorf, Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen)
medeo Modigliani, Testa (1911-12; pietra calcarea, 89 cm; Londra, Tate Modern)
Amedeo Modigliani, Nudo sdraiato (1917; olio su tela, 60,6 x 92,7 cm)
Dove vedere le opere di Modigliani
Diversi musei in molte città italiane ospitano opere di Amedeo Modigliani. Dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (dove si trova un suo famoso ritratto di Anna Zborowska, moglie di Léopold), si arriva a Milano dove è possibile vedere qualche suo dipinto sia presso la Pinacoteca di Brera, sia nel Museo del Novecento, e poi ancora alla Galleria d’Arte Moderna. Molte opere di Modigliani si trovano in Francia, in ragione del fatto che qui l’artista lavorò per la maggior parte della sua carriera: solo al museo LaM di Lille si trovano sei opere di Modigliani, che sono state di recente oggetto di una campagna d’indagini. Cinque importanti ritratti, tra cui quello di Paul Guillaume, si trovano invece a Parigi, al Musée de l’Orangerie. I nudi più famosi sono invece quelli conservati nelle raccolte statunitensi, in particolare il Reclining Nude del Metropolitan Museum of Art e il nudo del Guggenheim di New York.
MODIGLIANI, LE DONNE
Modigliani nella sua vita ebbe numerose amanti e due figli, mai riconosciuti. Beatrice Hastings fu una delle sue prime amanti, che ritrasse anche in un dipinto. La donna da cui, a quanto pare, ebbe il primo figlio fu Simone Thiroux, ma la vera donna della sua vita fu senza dubbio Jeanne Hébuterne, anche lei pittrice e modella, soprannominata “noix de coco” cioè noce di cocco, per la bellezza del suo viso e i lunghi capelli castani.
Ritratto di Jeanne Hébuterne di Amedeo Modigliani, 1919
La vita di Modigliani non fu semplice: la tubercolosi non gli lasciava tregua, e faceva uso frequente di alcool e sostanze, come molti facevano nella Parigi dell'epoca. Questo aspetto ha contribuito a creare la figura del Modigliani "maledetto".
Per cosa è famoso Modigliani?
Nell'immaginario comune, per cosa è famoso Modigliani? I tratti iconici dei soggetti dipinti dall'artista sono i nudi e i ritratti riconoscibili per i colli lunghi e gli occhi. Questi ultimi, in genere, hanno una forma allungata, sono scuri oppure addirittura senza pupille. Per l’artista gli occhi non possono essere rappresentati perché sente di non poter dipingere ciò di cui non è a conoscenza, ossia l'anima di chi ha davanti e sta posando per lui. Dispensatore di numerosi aforismi, una sua frase celebre recita: «Con un occhio cerca nel mondo esterno, mentre con l'altro cerchi dentro di te». Un fatto per cui il pittore è singolarmente celebre tutt'oggi sta nell'essere uno degli artisti le cui opere sono maggiormente falsificate.
Nella produzione di Modigliani i quadri di nudo ne rappresentano una consistente fetta. Sono opere in cui si legge la stessa purezza delle forme che l'artista applica alle sculture. Ciò avviene anche nei suoi famosi ritratti: schematici e sintetici, al contempo non dimenticano di sviscerare una profonda analisi psicologica dei soggetti rappresentati.
In "Nudo rosso", opera del 1917 conservata oggi presso una collezione privata milanese, si nota la capacità del pittore di rendere essenziali le forme. Una donna distesa taglia in obliquo la superficie della tela, mentre le sue braccia, il ventre e i seni sono definiti da un accenno minimo di chiaroscuro. Ciò che rende la plasticità della figura al meglio è la sinuosa linea di contorno. I colori vengono stesi in maniera densa: sono presenti soprattutto tre grandi campiture di giallo chiaro, rosso e blu. Ciò che trasmette l'opera è un senso di carnalità e serenità. Il discorso è valido anche per "Nudo sdraiato", dello stesso periodo, anch'esso presente in una collezione privata cinese.
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2 lug 2024 11:54
IL MONDO DEL CALCIO PIANGE COMUNARDO NICCOLAI – L’EX DIFENSORE DEL CAGLIARI SCUDETTATO AVEVA 77 ANNI – FATALE UN MALORE MENTRE ERA IN OSPEDALE A PISTOIA – PASSO’ ALLA STORIA PER GLI AUTOGOL ANCHE SE DI RETI SBAGLIATE COMUNARDO NE MISE A SEGNO SEI, DUE IN MENO DI RICCARDO FERRI. SOLO CHE LE SUE ERANO OPERE D’ARTE, MICA SVARIONI - NICCOLAI SE NE VA POCHI MESI DOPO GIGI RIVA. INSIEME VINSERO UNO STORICO SCUDETTO A CAGLIARI: “AVEVAMO FATTO ANCHE IL MILITARE INSIEME, ALLA CECCHIGNOLA DI ROMA. QUANTE NE ABBIAMO COMBINATE. GLI ANNI PIÙ BELLI DELLA NOSTRA VITA” -
Carlo Baroni per corriere.it - Estratti
È morto oggi, martedì 2 luglio, a Pistoia, Comunardo Niccolai, che vinse lo scudetto con il Cagliari nel 1970.
Ci sono nomi che non si dimenticano. Ricciotti, per esempio. O magari Comunardo. Se poi li trovi nella stessa squadra capisci che sei davanti a qualcosa di magico e irripetibile. Come era Comunardo Niccolai ( a proposito Ricciotti era Greatti, suo compagno nel Cagliari). Niccolai ha segnato il suo ultimo autogol. A tutti quelli che gli volevano bene. Uscendo dal campo della vita.
Aveva 77 anni. Molti spesi a spiegare perché facesse sempre gol nella porta sbagliata. La sua. Una nomea esagerata, come tutti i pregiudizi. Di reti sbagliate Comunardo ne mise a segno sei, due in meno, giusto per dire, di Riccardo Ferri. Solo che le sue erano opere d’arte, mica svarioni. Colpi di testa all’incrocio che neanche Zamora poteva parare.
Si perse la partita del secolo
Solo che Niccolai era molto di più. Un difensore coi fiocchi di quelli che le caviglie degli attaccanti non vorrebbero mai incontrare. Anche le sue erano fragili. Se le doveva fasciare sempre prima di giocare. L’unica volta che si dimenticò si fece male sul serio. Solo che scelse la partita sbagliata: Italia-Svezia, il debutto ai Mondiali del 1970. Entrò Rosato e lui non giocò più. Si perse la partita del secolo con la Germania e la finale contro Pelé. Un altro autogol dei suoi.
Niccolai e il Cagliari che vinse tutto
Toscano di Uzzano nel Pistoiese si fece largo a fatica nel mondo del pallone dove non sempre i migliori fanno strada. Sarà anche per questo che il calcio è la metafora della vita. Fatto sta che finì nella squadra più improbabile per alzare qualche trofeo. Invece quel Cagliari vinse tutto. Perché uno scudetto in Sardegna valeva almeno tre Champions vinte altrove. C’era tutto un sistema da dribblare, arbitri compresi. E non era qualunquismo.
Niccolai con la sua faccia di chi le ha viste tutte e non si stupisce di niente, con un riporto sulla testa che lo portava avanti negli anni, era un baluardo per quelli davanti. I Domenghini, i Gori e soprattutto i Riva.
Su di lui potevano contare. Di lì non si passava. Al limite era lui a decidere il quando e soprattutto il come prendere un gol. Una garanzia per gli attaccanti, un incubo per i portieri, anche se si chiamavano Ricky Albertosi. Ma anche in questo caso si sconfina con la leggenda, peggio con l’esagerazione. La difesa dei sardi era praticamente imperforabile. Nell’anno dello scudetto subirono solo undici reti. Un primato. La retroguardia un mix perfetto tra la classe di Cera e l’andare per le spicce di Martiradonna.
Dicono che Scopigno, l’allenatore del Cagliari, davanti a Niccolai con la maglia della Nazionale commentò: «Niccolai in mondovisione. Adesso le ho viste tutte». A dimostrare una sfiducia che di sicuro non esisteva. Scopigno amava le battute mordaci, poi la sostanza diceva altro.
(...)
Da dove arriva il nome Comunardo
Il nome Comunardo veniva dal padre, ex portiere del Livorno e convinto anti fascista, che voleva ispirarsi alla Comune di Parigi di fine Ottocento. Un idealista come suo figlio sul campo.
Fa pensare che l’addio alla vita di Niccolai sia avvenuto pochi mesi dopo quello di Gigi Riva (a gennaio, al Corriere, Comunardo ricordava Riva così: «Ci conoscevamo da sempre. Avevamo fatto anche il militare insieme, alla Cecchignola di Roma. Quante ne abbiamo combinate. Gli anni più belli della nostra vita»). Due, che in modo diverso, i gol li sapevano fare. E qualcosa vorrà pur dire. Grazie Comunardo che il calcio con quelli come te non sarà mai un gioco come gli altri.
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Provincie e Compartimenti, Distretti e comunità: 1° parte
PROVINCIE Durante il Granducato Lorenese, al tempo, di Leopoldo II° il Governo della Toscana decretò di dividere il territorio granducale, in Compartimenti e Distretti. In un primo momento furono create tre Province: Fiorentina, Pisana e Senese. Successivamente con Motu proprio del Granduca, il I° novembre 1825, venne creta una nuova suddivisione con il nome di Compartimenti: Compartimento di Firenze composto dalle città di; Firenze, Fiesole, Pescia, Pistoia, Prato, San Miniato e Volterra. Compartimento di Pisa: Pisa, Livorno, Pontremoli, Piombino e Portoferraio. Compartimento di Siena: Siena, Colle Val d'Esa, Montalcino, Pienza. Compartimento di Arezzo: Arezzo, Chiusi, Cortona, Montepulciano e Sansepolcro. Compartimento di Grosseto: Grosseto, Massa Marittima,, Orbetello e Sovana. Con legge del 2 agosto 1838 venne varata una nuova suddivisione del territorio granducale, suddividendolo in cinque "Governi": Firenze, Livorno, Pisa, Siena, Isola d'Elba. Un'altra modifica si ebbe quando Carlo Ludovico figlio di Maria Luigia di Borbone Parma, cedette al Granduca Leopoldo 2° il ducato di Lucca. Con legge del 9 marzo 1848, furono riesumati i vecchi Compartimenti: Firenze, Pisa, Siena, Grosseto, Arezzo, Pistoia e la nuova acquisizione Lucca. DISTRETTI Per l'amministrazione e per le lezioni, i Compartimenti furono sostituiti dai Distretti formati dalle Comunità. (Nel medio Evo, il Distretto era la circoscrizione territoriale sulla quale il signore fondiario e poi feudale aveva facoltà di coazione su i suoi vassalli e su coloro che vi abitarono e gli erano soggetti. Nel Rinascimento il Distretto era sottoposto all'autorità dei Comuni e delle Signorie. Nel Corteo della Repubblica Fiorentina, vi è rappresentato il Capitano di Guardia del Contado e del Distretto). Mentre agli effetti Governativi e giudiziari furono costituiti i Circondari comprendenti varie Prefetture. Nei Compartimenti vi risedeva un Prefetto, nel Circondario un sotto Prefetto. Il Compartimento fiorentino nel 1848, ai fini governativi e giudiziari comprendeva tre Circondari con 35 Preture. Mentre per il profilo amministrativo e elettorale era suddiviso nei Distretti di: Borgo San Lorenzo, Empoli, San Miniato, Fiesole, Firenze, Figline, Campi Bisenzio, Prato, Rocca San Casciano e San Casciano.
LE COMUNITÀ Nel 1849 Firenze faceva Distretto a se. I confini di allora corrispondevano a quelli attuali. C'erano Altre Comunità non facenti parte del Distretto fiorentino Cioè: Rovezzano appartenente al distretto di Fiesole; Pellegrino appartenente al Distretto di Fiesole; Galluzzo appartenente al Distretto di Fiesole; Brozzi appartenente al Distretto di Campi. Questo assetto amministrativo rimase invariato dal 27 aprile 1859, abdicazione di Leopoldo II°, non subendo modifiche fino al 1865, anno in cui Firenze divenne la capitale provvisoria del Regno d'Italia. Nello stesso anno nel mese di aprile il giorno 27, veniva promulgata una legge con la quale il Comune fiorentino poteva ampliare i suoi confini oltre le mura cittadine inglobando le pendici di Montughi, della Pietra, di Coverciano, verso Varlungo, il Galluzzo, la piana di Legnaia. Segue seconda parte
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Bilancio Comunale, M5S: "Troppi tagli, è il peggior bilancio dell'Amministrazione Salvetti"
SLIDES M5S BILANCIO 2023 Livorno 5 gennaio 2022 – Bilancio Comunale, M5S: “Troppi tagli, è il peggior bilancio dell’Amministrazione Salvetti” In una conferenza stampa nella sede di piazza XX Settembre del movimento 5 stelle, Stella Sorgente e Lucia Grassi hanno illustrato i dati numeri del bilancio comunale. Sono altri numeri diversi da quelli annunciati dalla giunta, sono numeri molto critici…
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Corruzione in Liguria: serie di arresti tra cui quello del Presidente Toti
Una serie di arresti ha scosso la politica ligure e nazionale. Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è stato arrestato con l'accusa di corruzione nell’ambito di un’inchiesta della procura di Genova condotta dalla Guardia di finanza. Quali sono i reati commessi da Toti secondo la Procura? Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il suo capo di Gabinetto Matteo Cozzani, sono accusati dalla Dda di Genova di aver accettato la promessa di Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, di un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo per la campagna elettorale comunale del giugno 2022 a fronte dell’impegno di sbloccare due pratiche di Esselunga pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona. Nell’ambito dell’inchiesta della procura di Genova condotta dalla Gdf al presidente della Regione Liguria Toti la procura di Genova contesta di avere accettato da Aldo Spinelli e Roberto Spinelli promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro, erogati tra dicembre 2021 e marzo 2023, per ‘trovare una soluzione’ per la trasformazione della spiaggia libera di Punta Dell’Olmo da “libera” a “privata”, agevolare l’ter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli e pendente presso gli uffici regionali, velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova srl (controllata al 55% dalla Spinelli srl) pendente al Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e approvata nel dicembre 2021. Toti si sarebbe inoltre mosso per assegnare a Spinelli gli spazi portuali ex Carbonile Itar e Carbonile Levante (assegnazione avvenuta nel giugno e dicembre 2022, per assegnare a Spinelli un’area demaniale in uso al concessionario Società Autostrade (Aspi). Fra le accuse, inoltre, anche quella di voler agevolare l’imprenditore nella pratica del ‘tombamento’ di Calata Concenter, approvata dal Comitato di Gestione nel luglio 2022. Corruzione in Liguria, chi è stato arrestato? Arresti domiciliari anche per Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti, accusato di ‘corruzione elettorale’ aggravata dall’agevolazione mafiosa, in particolare al clan Cammarata del Mandamento di Riesi. Stessa accusa per Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, rappresentanti della comunità riesina di Genova, per i quali è disposto l’obbligo di dimora nel Comune di Boltiere, e per Venanzio Maurici, per i quali il gip ha disposto l’obbligo di firma. Misure anche nei confronti di Paolo Emilio Signorini, già presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, in carcere con l’accusa di corruzione. Ai domiciliari anche Aldo Spinelli, imprenditore nel settore logistico ed ex presidente del Livorno Calcio, accusato di corruzione nei confronti di Signorini e del presidente Toti. Le misure interdittive Per Roberto Spinelli, imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, anche lui accusato di corruzione nei confronti del governatore della Liguria, il gip ha disposto la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale. Misure interdittive anche per gli imprenditori Mauro Vianello, del Porto di Genova, accusato di corruzione nei confronti di Signorini e per Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, accusato di corruzione nei confronti del presidente della Regione Liguria. Nei confronti di Signorini e di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli il gip ha inoltre disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per un importo complessivo di oltre 570 mila euro, ritenuti profitto dei reati di corruzione contestati. L'intervento della Commissione parlamentare Antimafia La Commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Chiara Colosimo, ha chiesto gli atti dell’inchiesta di Genova. Una prassi ormai comune visto che nelle ultime settimane la Commissione si è mossa nello stesso modo anche per altre inchieste su presunta corruzione o presunto voto di scambio. Foto di copertina concessa da Adnkronos Read the full article
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I CAMPI ROM DI PISA E LA NASCITA DELLA “BIGATTIERA”
Dal documento L'esclusione scolastica tra il diritto d'istruzione e il diritto di sicurezza. Il caso dei minori rom del campo "La Bigattiera" di Pisa. (pagine 68-73)
IL CAMPO ROM DELLA “BIGATTIERA”
2.2. UNO SGUARDO D’INSIEME: IL PASSATO E IL PRESENTE DELLA “BIGATTIERA”
2.2.1. I CAMPI ROM DI PISA E LA NASCITA DELLA “BIGATTIERA”
Grazie a una piccola cronistoria effettuata dalla Fondazione Michelucci nel rapporto “Case Casette Baracche e Roulotte”124, è possibile ricostruire la parte “storiografica” della situazione abitativa dei rom a Pisa.
I primi campi sosta a Pisa sorsero a metà degli anni Ottanta. In quel periodo su tutto il territorio comunale, vivevano due tipi di comunità diverse: una sinta e una di rom macedoni, serbi, bosniaci e croati.
La comunità di romanì provenienti dall’Est Europa diede vita al primo insediamento sul territorio di Pisa, più precisamente nella località di “I mortellini”, in via Aurelia. Lo spazio utilizzato per il campo era molto vasto ma mancante di corrente elettrica, acqua e servizi. Nel 1988, grazie alla legge emanata lo stesso anno a tutela delle comunità [romanì], il Comune diede l’avvio al trasporto scolastico per i minori del campo, attraverso una convenzione con la Pubblica Assistenza. I disagi interni alla vita del villaggio però non si estinsero, perché a causa del carattere abusivo del campo, gli abitanti erano sottoposti a continui controlli da parte delle forze dell’ordine. Tutto questo portò pian piano allo spostamento di piccoli gruppi rom, verso case abbandonate su terreni comunali o demaniali in aree più periferiche, per rendersi meno visibili. Nel 1989 furono presentati due progetti per la costruzione di altri due campi sosta, uno a sud di Ospedaletto per i sinti italiani e uno a La Vettola per i nomadi dell’Europa orientale.
Un anno più tardi vennero ordinati degli sgomberi a tutti gli insediamenti rom abusivi presenti nel territorio pisano, con eccezione per quello sito a I Mortellini. Sette mesi dopo la Regione Toscana offre un contributo al comune di Pisa per la costruzione di almeno uno dei campi.
124 Cfr. Fondazione Michelucci, rapporto, Case, casette, baracche e roulotte. Le politiche per l’abitare dei gruppi Rom e Sinti in Toscana oltre i campi nomadi, Toscana, gennaio 2006.
Nel frattempo, i cittadini della zona di La Vettola, cominciarono a protestare contro l’apertura del campo e causando la scelta da parte dell’amministrazione comunale, di spostare la costruzione del villaggio in zona Paduletto e a rinunciare all’istituzione di quello a Ospedaletto.
Tra il settembre e novembre del ’91 il campo sito a I Mortellini fu sgomberato in seguito a dopo diverse segnalazioni effettuate dall’USL, sulla precarietà delle condizioni igieniche presenti nell’area. In compenso viene approvata dalla Giunta Municipale la realizzazione del villaggio rom a Tombolo (zona Pauletto), in una zona non visibile dalla via Aurelia. La costruzione di questo campo però ha sollevato diverse critiche da parte dei cittadini gagè che sfociarono in alcuni atti vandalici (scritte provocatorie e svastiche) nell’area in costruzione.
Dei piccoli insediamenti, sorti dagli sgomberi effettuati durante quel periodo, si formarono in diverse zone sparse nel territorio: sotto un tratto autostradale sopraelevato in località “Biscottino”, alle porte di Stagno, all’estrema periferia di Livorno, in prossimità di raccordi autostradali e in altre aree periferiche e distanti dalla città e i suoi servizi.
Sempre durante l’anno 1991 e nell’anno 1992, la Regione toscana ha stanziato diversi contributi al comune di Pisa per la realizzazione o il completamento dei campi rom, tra cui quelli di sola sosta destinati ai giostrai e quello di Coltano.
Tra l’inizio e la metà degli anni Novanta, il numero dei rom a Pisa subì un forte aumento. Ciò accadde soprattutto a causa dello scoppio della guerra nell’Ex Jugoslavia e delle persecuzioni perpetuate nei confronti dei rom su tutto il territorio Balcanico, che condizionarono l’immigrazione di circa 189 sfollati a Pisa.125
I maggiori Paesi di provenienza erano: Slovenia, Croazia, Bosnia e Macedonia. Nel ’94, il dirigente del servizio Anagrafe annunciò di non voler concedere la residenza ai profughi arrivati, in quanto dichiarati tali dalla Questura e non in carico, per legge, al Comune.
Intanto, nell’aprile dell’anno successivo, la Regione Toscana approva la Legge Regionale n. 73, con cui viene proposta l’istituzione di un’accoglienza per i rom, che ipotizza anche vere e proprie soluzioni residenziali, attraverso interventi di recupero abitativo e di ristrutturazione di edifici pubblici e privati.126
125 Il numero dichiarato, è frutto dei censimenti fatti durante quegli anni, ma è incerto in quanto, si sono riscontrate diverse difficoltà nell’effettuare le stime.
Allo stesso tempo, viene ufficialmente aperto l’unico campo autorizzato del periodo, ancora oggi identificato come il “campo di Coltano” e finanziato con i fondi della Legge dell’88, ormai superata.127
La legge in questione raccomandava ai Comuni di realizzare dei campi rom in aree non isolate, e che non fossero situate a diretto contatto con arterie di grande traffico, ma si può osservare come il campo non risponda a questa caratteristica perché si trova presso un crocevia di strade di grande comunicazione, molto lontano dal centro urbano e dai servizi.128
Nel frattempo cominciarono anche le attività di sgomberi di tutti gli altri insediamenti dichiarati abusivi, attuate attraverso l’emissione da parte del Comune, di diverse ordinanze per la tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico del territorio.
Negli anni compresi tra il ’95 e il ’98 furono effettuati interventi e controlli in tutti i villaggi o nelle aree in cui venivano segnalati postazioni di camper o roulotte: nel campo abusivo di Tombolo, nell’area ex Genovali (presenza di nomadi non autorizzata), a Ospedaletto (presenza di nomadi in area non autorizzata), in Via Maggiore (insediamento non autorizzato), in Via Emilia (segnalazione roulotte), in Via Meucci (segnalazione roulotte e camper), a La Tabaccaia (segnalazione roulotte), a Paduletto (campo abusivo) e a Pian degli Ontani (campo abusivo).129
Data la situazione molto precaria dei rom e sinti già presenti sul territorio pisano in quel periodo, il Comune ha preso la decisione di procedere anche con la politica del “numero chiuso” con cui si stabilisce un tetto massimo di presenze rom considerate “tollerabili” per il territorio.
Gli sgomberi dei vari campi costrinsero coloro che li subirono a trasferirsi negli altri campi siti nel territorio, andando a causare situazioni di sovraffollamento.
Uno degli sgomberi più incisivi fu stato quello di Pian degli Ontani, i cui abitanti (circa un centinaio) andarono a rifugiarsi da parenti e amici stabilizzatisi nel campo di Coltano. Il degrado del sovraffollamento in questo campo, determinò una successiva presa di decisione da parte del Comune nel 1999, che decise di ordinare lo sgombero anche in questo luogo. Ne seguono manifestazioni e opposizioni da parte dei rom che vi abitano e che, grazie alle loro proteste, riuscirono a far sospendere l’ordinanza.
126 Manca C., Il paese dei campi. La presenza rom a Pisa e il progetto “Città sottili”, tesi di laurea, Facoltà di Scienze per la Pace, Pisa, 2012-2013, p. 57.
127 Ibidem. 128 Ivi, p. 58. 129 Fondazione Michelucci, rapporto, Case, casette, baracche e roulotte. Le politiche per l’abitare dei gruppi Rom e Sinti in Toscana oltre i campi nomadi, Toscana, gennaio 2006, p. 16.
Nell’anno 2000, la Regione Toscana ha approvato la Legge regionale n. 2 “Interventi popoli rom e sinti” che si propone di trovare soluzioni abitative stabili. Gli interventi da attuare per riformare la situazione alloggiativa dei rom sono:
«a) aree attrezzate per la residenza con i requisiti indicati agli artt. 3 e 4; b) interventi di recupero abitativo di edifici pubblici e privati previsti dall'art. 5; c) l'utilizzo degli alloggi sociali come previsti dalla Legge 6 marzo 1998, n. 40 "Disciplina dell'Immigrazione e norme sulla condizione dello straniero";
d) il sostegno per la messa a norma e/o la manutenzione straordinaria di strutture abitative autonomamente reperite o realizzate da rom e sinti;
e) la realizzazione di spazi di servizio ad attività lavorative di carattere artigianale.».130
L’art 3. della legge indica alcune condizioni da attuare sui nuovi sistemi abitativi:
«[…] b) collocazione delle aree attrezzate, preferibilmente su terreni di proprietà comunale o di altri enti pubblici, al fine di contenere i costi e accelerare la realizzazione delle opere;
c) la localizzazione deve garantire l'inserimento in contesti di vita attiva dotati degli elementi essenziali per rendere l'esistenza quotidiana degli abitanti organizzata e interrelata con il tessuto abitativo e sociale circostante, con l'organizzazione dei servizi socio-sanitari di zona e con la rete degli istituti scolastici.
3. Le aree attrezzate per la residenza, in ragione delle famiglie destinatarie, del loro stile di vita, delle risorse disponibili, del contesto urbano, possono essere composte da strutture abitative integrate in uno spazio comune o da attrezzature fisse di servizio a roulotte, case mobili o strutture prefabbricate.
130
6. Le aree attrezzate per la residenza possono essere ricomprese nei piani di zona per l'edilizia economica popolare di cui alla legge 18 aprile 1962, n. 167 "Disposizioni per favorire l'acquisizione di aree fabbricabili per l'edilizia economica e popolare". […].».131
Per attuare la normativa, nello stesso anno e con il finanziamento della Regione, il Comune diede l’avvio all’ambizioso progetto di “Città Sottili”. Il progetto prese vita definitivamente nel 2002 ed era destinato ai rom censiti “in quanto presenti” nella Provincia di Pisa. Lo scopo principale del progetto consisteva nel superamento delle precarie condizioni d’abitazione nei campi e la ricerca d’inserimento dei rom in soluzioni abitative alternative. Quattro anni dopo l’avvio del progetto, un dossier di “Africa Insieme” rileva che:
«circa un quinto delle persone censite nei campi nomadi nel 2002 è stata alloggiata in casa: si tratta di un risultato non trascurabile, che ha consentito, per esempio, di smantellare il campo nomadi di Via S. Biagio, di sottrarre alla baraccopoli di Coltano quasi la metà dei suoi abitanti, e di ridurre del 20% le presenze nell’insediamento di Calambrone. Certo, sono passati quattro anni ed era forse lecito aspettarsi qualcosa di più: eppure, chi conosce le enormi difficoltà di accesso al mercato abitativo per i Rom sa che si tratta di risultati non scontati. Oggi, più di 40 famiglie dei campi hanno trovato una casa, pagano un affitto e possono legittimamente sperare di inserirsi nel mercato del lavoro».132
In effetti, il progetto “Città sottili” ha colto nelle sue fasi iniziali, il carattere innovativo della Legge regionale che ha sottolineato alcune caratteristiche importanti che le aree attrezzate devono possedere. Una delle innovazioni più importanti che vennero attuate, fu quella di decidere di porre gli alloggi rom in prossimità dei centri abitati, al fine di rendere l’esistenza quotidiana delle comunità romanì con il tessuto abitativo e sociale circostante, correlata con l’organizzazione dei servizi socio-sanitari di zona e con la rete degli istituti scolastici.
131 Ivi, art. 3. punto 2. 132 Associazione Africa Insieme, Vite di scarto. Marginalità sociale e marginalità abitativa dei migranti a Pisa, Bozza, 4 giugno 2006, p. 25.
Quando il progetto è cominciato, il campo della Bigattiera ancora non esisteva. La sua nascita avvenne nel dicembre del 2004 a causa degli spostamenti delle famiglie sgomberate dagli insediamenti di Calambrone e San Biagio. In tali località abitavano diverse persone che avevano ottenuto la casa dal Comune intorno al 2000. Nelle abitazioni composte da ex colonie italiane, si contavano circa una cinquantina di persone e 15 famiglie. Questa gente è poi stata spostata al campo, dove il numero è progressivamente aumentato133.
La Bigattiera nacque in quel preciso momento, con lo scopo di divenire una semplice area di transizione. La chiusura di “Città Sottili” ha però condizionato la sua principale caratteristica transitoria, rendendola una soluzione definitiva.
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"Leonardo da Vinci Bellezza e Invenzione"
La meraviglia continua di uno straordinario genio…… “Leonardo da Vinci Bellezza e Invenzione”è il titolo della bellissima Mostra, a cura di Sara Taglialagamba, è stata presentata alla stampa martedì 19 dicembre 2023 al Museo della Città di Livorno.La Mostra, promossa e organizzata dal Comune di Livorno insieme a Metamorfosi Eventi, è curata da Sara Taglialagamba Storica dell’Arte, laureata in…
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Rosignano Marittimo: centrale dello spaccio in casa, arrestata una casalinga 35enne
Rosignano Marittimo: centrale dello spaccio in casa, arrestata una casalinga 35enne. I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Cecina hanno tratto in arresto in flagranza di reato una donna di 35 anni originaria dell’Est Europa residente in area rosignanese, ritenuta responsabile del reato di spaccio di stupefacenti. Nell’ambito delle attività di controllo e monitoraggio del territorio, operato su input del Comando Provinciale dei Carabinieri di Livorno su tutta la provincia labronica, si inserisce anche l’odierna operazione di polizia giudiziaria. Detti interventi dei carabinieri sono improntati a disarticolare a poco a poco tutte le fiorenti e redditizie centrali di spaccio che, grazie all’attenta osservazione dei rispettivi territori operata dai comandi competenti, vengono individuate attraverso una meticolosa osservazione delle varie dinamiche di interesse operativo. Ne costituiscono precedenti di rilievo, nonché i diversi pezzi di un unico puzzle, le recenti operazioni condotte sempre dall’Arma labronica ma dai Comandi di Livorno, operazione del Nucleo Operativo e Radiomobile di Livorno risalente a di giorni fa in cui è stata individuata una centrale di spaccio in casa di un giovane pregiudicato nel centro città e quella più recente della scorsa settimana eseguita dai carabinieri Piombino, Stazione di Venturina Terme, in cui anche qui è stata disvelata l’esistenza e l’operatività di un’altra centrale di spaccio domestica fornita di tutto il necessario per la preparazione confezionamento e vendita delle dosi di droga. Nell’attività ad insospettire i carabinieri sono stati dei movimenti insoliti di persone di varie età nei pressi di un’abitazione nell’area di Vada in cui vive la donna, una casalinga, e che sono stati rilevati a seguito di mirati servizi di osservazione e controllo. Proprio nel corso di uno di questi dispositivi, una pattuglia con i colori d’istituto, attivata da una condotta sospetta, ha inteso fermare e controllare un giovane, il quale era uscito poco prima dall’abitazione attenzionata con al seguito un plico sospetto che peraltro prima di entrare non aveva, poi si allontanava a bordo di motorino. È stata questa ormai rituale dinamica che ha fatto scattare il controllo dei carabinieri all’interno dell’abitazione. Al suo interno è stata fermata proprio una donna nella cui disponibilità i carabinieri hanno rinvenuto da subito due zaini, con all’interno circa un etto e mezzo di cocaina già suddivisa in circa una cinquantina di dosi contenute in bustine di cellophane termosaldato, nonché anche da un “sasso” anch’esso rivestito in cellophane, due bilancini digitali di precisione, una macchina per termosaldare in sottovuoto e materiale plastico predisposto per confezionare le dosi di droga. Sempre in esito alla perquisizione nell’appartamento della donna, sono stati recuperati in banconote di vario taglio circa duecento euro, che non si esclude possano essere il provento in quel momento delle attività di cessione della sostanza. Tutto quanto rinvenuto è stato sottoposto a sequestro e la donna è stata dichiarata in arresto in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti e, su disposizione dell’AG labronica competente, è stata associata presso il carcere “Don Bosco” di Pisa. L’arresto è stato convalidato nella giornata di ieri dal Tribunale di Livorno che a seguito di udienza ha emesso la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di Rosignano Marittimo, e l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria ogni giorno (cd. obbligo di firma).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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