#comportamenti violenti
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pier-carlo-universe · 28 days ago
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Violenza nei locali: denunciato due volte destinatario del Daspo "Willy" a Novi Ligure
I Carabinieri rafforzano le misure di sicurezza pubblica per contrastare comportamenti violenti
I Carabinieri rafforzano le misure di sicurezza pubblica per contrastare comportamenti violenti A Novi Ligure, un giovane di 29 anni, destinatario del Daspo “Willy”, è stato denunciato due volte nel giro di pochi giorni per aver violato le limitazioni imposte dalla misura. Questo provvedimento, introdotto con il decreto sicurezza del 2020, è stato applicato per prevenire situazioni di pericolo e…
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tizianacerralovetrainer · 1 year ago
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Risuonano forti le parole lette in chiesa durante l’ultimo saluto a Giulia dal suo papà, Gino Cecchettin.
“Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria.
Allegra, vivace, mai sazia di imparare.
Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma. Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente, un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà: il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti.
Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà prima di perdere anche la vita.
Come può accadere tutto questo?
Come è potuto accadere a Giulia?
Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere.
Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali.
Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne, e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto.
A chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possessoe all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro. Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente, a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all'esperienza di chi è più anziano di loro.
La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche. Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli.
Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza.
La prevenzione della violenza di gene e inizia nelle famiglie, ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti.
Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti.
Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere.
Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti.
Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo. Ma in questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento.
La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte, può anzi deve essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne.
Grazie a tutti per essere qui oggi: che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita.
Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere.
«Il vero amore non è ne fisico ne romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è,
è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia…»
Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma.
Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia.
Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta, impareremo a muovere passi di danza sotta questa pioggia.
Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano.
Io non so pregare, ma so sperare: ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma, voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti: voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare.
E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace.
Addio Giulia, amore mio”.
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noneun · 1 year ago
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Hanno ammazzato Amarena
L’orsa marsicana che passeggiava spesso in paese con i suoi cuccioli, senza mai creare problemi alle persone, è stata uccisa a fucilate da un uomo che si sarebbe giustificato dicendo che pensava fossero dei ladri…
Quando si diceva, durante la campagna d’odio in Trentino, che il problema sono gli esseri umani, è proprio questo che significava. Non importa come si comporta l’orso, il pericolo viene sempre dall’uomo e dai suoi comportamenti violenti, assurdi e disinformati. Quindi semplicemente andrebbero protetti tutti gli orsi, invece di pianificare abbattimenti di innocenti.
Per Amarena ormai è troppo tardi. E anche i suoi cuccioli ora rischiano di morire senza di lei.
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kon-igi · 1 year ago
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PENSIERI SPARSI SUL MOTIVO PER CUI PARLO POCO DI VIOLENZA SULLE DONNE
Perché è difficile.
Perché ho vissuto decenni senza rendermi conto della reale portata del problema.
Perché per quanto io non abbia mai tenuto comportamenti irrispettosi o prevaricanti, non sono mai riuscito a mettermi veramente nei panni di chi queste violenze le vive ogni giorno.
E ho sempre trovato complicato individuare il confine tra mentalità da macho e comportamenti predatori o violenti.
Perché dobbiamo poter distinguere, pur riconoscendo nel comportamento maleducato il segno di una certa mentalità maschilista tossica che poi può condurre - e a volte giustificare - comportamenti ben peggiori.
Ne parlo poco perché, come @nusta ha ben detto, la mia prima reazione viscerale sarebbe quella della risposta violenta - MOLTO violenta - ma adesso come adesso i media sono focalizzati dal trend ‘violenza sulle donne’ e per quanto sia il minimo sindacale che un problema ENORME come questo sia emerso, le notizie sono appositamente confezionate e sparate dritte nella pancia delle persone, imponendo una polarizzazione forzata dalla risposta emotiva forte.
Quindi cerco di capire.
Io reputo La Russa un individuo abietto dal pensiero razzista, classista, maschilista e decisamente fascista, quindi la sua boutade in difesa del figlio non poteva che seguire questo miserevole copione.
Nessuno, però, conosce il figlio, anche se ovviamente alcuni giornali di un certo orientamento politico si sono subito prodigati a dipingerlo come un fascistello prepotente e viziato.
Può darsi... ma non è questo il punto.
Il problema è che molte di quelle persone che dicono di lasciare fare corso alla giustizia in realtà lo hanno già condannato e questo è molto pericoloso perché si risponde alla terribile pratica della colpevolizzazione della vittima ribaltando l’equazione e supponendo una colpevolezza automatica dell’uomo. 
D’altro canto, abbiamo finalmente capito che non è violenza sessuale solo quando la donna arriva in pronto soccorso coi vestiti strappati, malmenata e sanguinante.
Ma davvero questo processo sarà equo, per ambo le parti?
Io vedo un opinione pubblica divisa nettamente in due tra chi vorrebbe strappare le palle al figlio di La Russa (purtroppo non ci si sceglie il cognome... e se per quello neanche il nome, evidentemente) e chi pensa che la ragazza sia una poco di buono cocainomane che vuole fare il colpo grosso... e, mi spiace dirlo, se mettete il naso fuori dalla vostra bolla i primi sono decisamente meno dei secondi.
Dobbiamo per forza dire la nostra a ogni costo?
Sì, se volete... ma c’è da pensare bene e a lungo, fino a quel momento in cui può darsi ci si renda conto che si tratta di un discorso ben più grande della singola notizia. 
E allora magari preferiremo zittire le nostre pance e continuare a riflettere.
Io ci provo, poi chissà che sarà.
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foxpapa · 10 months ago
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NAPOLI
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ANCHE NOI UOMINI DOVREMMO DENUNCIARE I COMPORTAMENTI VIOLENTI VERSO DONNE E BAMBINI. IL SILENZIO È COMPLICITA'
foxpapa
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idettaglihere · 1 year ago
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Ciao Jess, scelgo te per esprimere una mia curiosità che si applica a tante ragazze giovani che vedo qua su Tumblr. Fate parte di una generazione che parla giustamente tanto degli abusi sulle donne e del maschilismo interiorizzato che esiste nella società. E giustamente esprimete paura e diffidenza verso gli uomini. Contemporaneamente postate molte cose che esprimono una gran voglia di dominazione sessuale ed affini. Fermo restando
che nella camera da letto con il consenso tutto è lecito e potenzialmente molto piacevole io credo che di uomini illuminati in tal senso ce ne siano veramente pochi. Credo che la stragrande maggioranza che desidera tali esperienze lo voglia fare per sentirsi il maschio alfa. Tanto quando ti sculaccia che quando ti accarezza. Ci sono sicuramente i rispettosi appassionati del genere ma credo siano molto pochi. Magari in futuro la mentalità finalmente sarà maschilismo-free ma al momento non è per niente così. Personalmente preferirei rinunciare ad un mio kink se il mio partner dovesse trarre soddisfazioni "diseducative" da una situazione alla quale sono partecipe. Cosa ne pensi?
È un argomento davvero difficile da sradicare. In parte dò ragione al tuo pensiero, anzi, è quello che credo anche io in generale, che sia un modo per far valere la loro virilità e superiorità. Di fatti la sfera sessuale è quella che mi spaventa maggiormente di una relazione proprio perché dovrei capire bene prima come può essere il mio partner - dato il fatto che io sono 99% sub - quindi capire se il comportamento dominante si limita solo a letto. D'altro canto proprio collegandomi a quest'ultimo pensiero, credo che nella società odierna bisogna avere l'accortezza di stare "attenti" a chi si sceglie nonostante sia un concetto sbagliato perché non si dovrebbe aver paura di possibili comportamenti altrui. Sul fatto di rinunciare al kink, io non lo farei mai, piuttosto rinuncio alla persona in sè se ho paura che possa avere comportamenti dominanti/violenti al di fuori della sfera sessuale, la elimino direttamente dalla mia vita.
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klimt7 · 1 year ago
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Permesso, Parolisi.
L'intervista a Chi l'ha visto dell'assassino di Melania Rea
Il Caffè di Gramellini
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Ecco, se oggi c'è in Italia una persona in grado di riassumere in tutti i propri comportamenti e discorsi la mentalità tipica del MASCHIO ITALIANO MASCHILISTA frutto di secoli di becero Patriarcato, questo �� Salvatore Parolisi.
Un losco individuo, capace di mentire su tutto, perfino su se stesso fino ad autoconvincersi delle menzogne che dice.
È un FEMMINICIDA IRRIDUCIBILE.
Un individuo ignobile, prototipo di tutti gli uomini violenti e bugiardi del nostro Bel Paese, che continua ad avere il tristissimo record di Femminicidi nell'Europa Occidentale.
Se volete studiare il fenomeno "Femminicidi" in Italia, partite dallo studio di personalità come quella di Salvatore Parolisi.
C'è molto da imparare da una persona di questo tipo.
Lo dico soprattutto alle ragazze!
Studiatevi questo tipo di uomo,
(è una iperbole la mia - una parola davvero grossa per un verme del genere e me ne rendo ben conto! )
e poi quando incontrate un ragazzo con caratteristiche simili a questo soggetto, scappate a gambe levate.
Ne va della vostra incolumità fisica e mentale!
Io da uomo, lo confesso; provo un'enorme imbarazzo e vergogna ogni volta che ascolto parlare questi soggetti.
Perchè capisco che finchè nell'universo maschile non avverrà un cambio di paradigma e di modelli culturali, la piaga dei femminicidi continuerà a mietere centinaia e centinaia di altre vittime innocenti.
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susieporta · 2 years ago
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SEI UNA LUCE O UNA VITTIMA?
Ci sono due vie per reagire alle difficoltà della vita: prenderle come una forza e divenire una luce oppure subirle come una punizione e trasformarsi in vittime. In qualunque istante, siamo noi a decidere. Solamente noi.
Molte persone che ho incontrato in questi anni hanno avuto un destino tragico. Ne hanno fatto – per dirla con le splendide parole di Bert Hellinger – una forza. Sono divenute luci per gli altri, punti di riferimento e di sostegno; spesso sono persone vivaci, dotate di spirito, humour, esprimono un’allegria che è la migliore reazione agli eventi drammatici. Tengono le sciagure nel fondo del proprio cuore, lasciandole emergere solo a occhi attenti, in momenti di introversione.
Ho osservato che queste persone luminose non si lamentano mai (e ne avrebbero tutte le ragioni), al contrario, sono sempre positive e capaci di trovare soluzioni.
Non strumentalizzano i propri drammi e non usano il dolore come mezzo per ottenere attenzione, compassione o amore. Quando hanno bisogno di aiuto, lo chiedono con umiltà e rispetto: se hanno sofferto abbastanza, colgono la prima soluzione utile per trasformare il dolore e cambiare. Per questo brillano.
Le vittime sono tutto l’opposto. Diffondono nel mondo un continuo lamento, un urlo di strazio, si sentono perseguitate da un destino malvagio e si ritengono condannate all’espiazione. Non sono luci ma punti di buio. Notano sempre gli aspetti negativi in sé e negli altri. Ostentano senza pudore le proprie sofferenze con lo scopo di rimestarle per bene e incorrono nell’imperdonabile errore di ritenersi le uniche ad aver sofferto e dunque, si concedono l’alibi assoluto attraverso il quale si auto assolvono dai propri comportamenti aggressivi, sprezzanti e violenti. L’arroganza in genere non consente loro di cercare un aiuto e se ciò accade, è sempre in modo superbo, indisponente, sminuente.
Sono convinte in profondità che nessuno possa aiutarle e ciò è del tutto vero.
Poiché sono martiri e i martiri non possono che finire – dopo tutto questo inutile rumore e tutta la splendida energia sprecata – nel martirio, più degli altri che il proprio.
Tutti abbiamo sofferto, ma non per tutti è stato invano. Le persone migliori, le più interessanti, interiormente ricche e piacevoli da frequentare, hanno vissuto gli episodi più gravi. La loro capacità di farne una forza ha consentito loro di superare tutte le tempeste e andare avanti, fino a divenire ispirazioni per gli altri. Le vittime, prima o poi, si fanno terra bruciata intorno. Siamo stati tutti vittime in molti momenti del nostro cammino. Nel crescere, abbiamo scoperto ogni giorno di più che conviene sorridere al cielo e al fato.
Ringraziare per il dolore.
Benedire i persecutori.
Ricucire le relazioni.
Farsi luci.
Con Amore e Luce
Gabriele Policardo
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telodogratis · 9 days ago
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Il ministro Valditara si scaglia contro i “videogiochi violenti” in cui si “impara ad ammazzare”
Il ministro Valditara si scaglia contro i “videogiochi violenti” in cui si “impara ad ammazzare” In un recente discorso del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, è riemerso il vecchio adagio dei videogiochi violenti che insegnano ad ammazzare, tra le cause di comportamenti non sani. Powered by WPeMatico In un recente discorso del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, è riemerso il…
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paoloferrario · 9 days ago
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Loredana Cirillo, Soffrire di adolescenza. Il dolore muto di una generazione, Raffaello Cortina, 2024
scheda dell’editore: https://www.raffaellocortina.it/scheda-libro/loredana-cirillo/soffrire-di-adolescenza-9788832856750-4314.html Oggi la sofferenza degli adolescenti ha caratteristiche inedite, è molto profonda e si accompagna spesso a gesti violenti e comportamenti autolesivi.  Gli attacchi al Sé riguardano sia il corpo (tagli, disturbi alimentari) sia la mente (ansia, depressione,…
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lamilanomagazine · 18 days ago
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Napoli: Pattuglia dell'Esercito h24 in piazza Mercato per garantire sicurezza. Il Prefetto di Napoli Michele di Bari, sentito il Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, ha disposto la presenza continuativa h24 di una pattuglia dell'Esercito in piazza Mercato, al fine di prevenire e contrastare scorribande di motorini e comportamenti violenti da parte dei giovani del quartiere.... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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dropsofsciencenews · 2 months ago
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Topi e strategie sociali: come una femmina può salvarti la pelliccia
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Quando gli animali si muovono nel loro ambiente, non lo fanno mai in modo casuale o disinteressato. Valutano costantemente i rischi, osservano attentamente ciò che accade intorno a loro, utilizzano indizi sensoriali e acquisiscono nuove informazioni per adottare comportamenti appropriati. Del resto, il pericolo è sempre dietro l'angolo, e sapere cosa fare è cruciale per la sopravvivenza. I roditori, ad esempio, adottano posture difensive quando percepiscono minacce, come odori di predatori o ombre sospette.
Anche all'interno dei gruppi sociali, gli animali sviluppano meccanismi cognitivi per rispondere agli stimoli sociali e ai cambiamenti ambientali. In comunità con gerarchie ben definite, devono costantemente osservare i comportamenti degli altri per capire se sta per scoppiare un conflitto o se il gruppo è in quiete. Quando si presenta una minaccia, la fuga è una risposta classica ed efficace. Ma scappare non è sempre la scelta migliore, perché implica perdere risorse e opportunità di accoppiamento. Come fare allora per ridurre i conflitti all'interno di un gruppo? Per i piccoli topi della specie Mus musculus, la risposta è ingegnosa: utilizzare le femmine come distrazione.
Un gruppo di ricercatori ha registrato le interazioni di gruppi composti da due maschi e due femmine per un periodo di cinque ore. Hanno utilizzato l'intelligenza artificiale per codificare in maniera oggettiva come i topi gestiscono i comportamenti aggressivi dei loro simili. Essendo animali gerarchici, nei gruppi c'è sempre un maschio più aggressivo degli altri. I ricercatori hanno registrato 3.000 incontri tra maschi, determinando le risposte più probabili all'aggressione e se queste azioni risolvessero o peggiorassero il conflitto.
Tra questi incontri, i ricercatori hanno osservato un comportamento molto costante: il maschio aggredito spesso correva verso una delle femmine, riuscendo così a de-escalare l'aggressione. Dopo un confronto aggressivo, il maschio vittima interagiva brevemente con una femmina prima di allontanarsi rapidamente, poiché l'attenzione dell'aggressore si spostava su di lei. Questa sequenza comportamentale era l'unica che non portava ad ulteriori scontri violenti. In pratica, il maschio aggredito distraeva l'aggressore con la presenza della femmina, evitando così ulteriori conflitti senza dover fuggire lontano. Geniale, no?
Nonostante questi risultati, lo studio presenta alcune limitazioni. È stato condotto in un ambiente controllato con piccoli gruppi bilanciati per sesso, che potrebbero non rappresentare fedelmente le condizioni naturali. Inoltre, l'assenza di una gerarchia sociale ben definita tra i topi osservati potrebbe aver influenzato i comportamenti registrati. Future ricerche dovrebbero variare il numero e la composizione degli animali per comprendere meglio come questa strategia si applichi in contesti più naturali, ma una cosa è chiara, in alcuni casi basta affidarsi ad una femmina per uscire da una situazione difficile.
A Presto e Buona Scienza! fonte
fonte foto: George Shuklin (talk) - Opera propria, CC BY-SA 1.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5521043
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kon-igi · 1 year ago
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Buon pomeriggio, Kon. Spero, con questo messaggio, di non violare la regola numero 7. La salute di mia madre è in peggioramento da quando, un anno fa, ha perso sua madre. Non si occupa più di sé stessa, non c'è modo di portarla da un dottore per un controllo o le cure di cui necessita. Ho parlato con il suo medico di base e mi pare abbia liquidato la situazione: non è un pericolo, lasciala fare. So che esiste il libero arbitrio e non la posso portare di forza, però vederla in queste condizioni è sfinente sia perché è mia madre (nonostante mi odi mi sento responsabile di restituire le cure che ha avuto per me) sia perché alcuni suoi comportamenti sono verbalmente violenti ed alla lunga difficili. Però ho l'impressione di aver percorso ogni strada possibile, e mi sembra che l'unica opzione, quello che dicono tutti con i quali ho parlato, sia di lasciarla in balia di sé stessa e che essendo sua figlia troverò il modo di farmi ascoltare e farla stare meglio. Mi sono giocata il lupo nero, quello bianco, tutto il pack, mi sento come Gandalf bloccato davanti all'ingresso delle miniere perché non sa come entrare. Sono biologicamente sua figlia (sentimentalmente no) ma questo non basta, non ho i mezzi per farla stare meglio. Mi chiedo se dovrei rispettare il suo desiderio e lasciarla così, come dicono tutti.
Grazie.
Se senti di aver percorso tutte le strade possibili, allora... siici senza esserci.
Non conosco tua madre né la sua e le vostre storie, però lasciarle vivere la sua vita non esclude che tu non possa far sentire la tua presenza in modo discreto.
A volte le persone hanno bisogno di non avere bisogno di qualcuno che sia lì fremente e pronto a intervenire... molto spesso hanno la necessità di un loro spazio privato per sentirsi miserabili e inutili, forse anche buttarsi via ma sono sicuro che nel momento del vero bisogno - che non è quello che presuppongono e prevedono gli altri - tua madre possa accorciare le distanze e farti rientrare nella sua vita.
E intanto comincia a elaborare il distacco, quello definitivo, che prima o poi si verificherà.
Non lasciare nulla di intentato ma colma i vuoti che non ti permettono di lasciarla andare in modo sereno, perché sentire di dovere qualcosa a qualcuno non è il pagamento della cambiale di un prestito affettivo ma tenere per un po' il passo accanto a quella persona dalla quale hai avuto e restituirle in cambio la tua presenza, anche silenziosa, finché le strade non si separeranno perché i passi diventeranno troppo diversi per poter continuare assieme.
Buona fortuna e non temere, alla fine ricorderà e ti riconoscerà.
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scarlettcharitybaker · 3 months ago
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Dolores
Io non sono la tua dolce Lolita
E io non ti appartengo
'Perché tu non mi possiedi
E io non sono la tua bambolina
Io non sono la tua dolce Lolita
Tu lo chiamerai amore
Quando tu mi hai ferito
E tu mi usi
Tu dici che tu mi ami
Ma tu sai che non è vero
Tu non onori me né il mio consenso
Quando tu mi violenti
E tu mi hai rubato l'innocenza
Tu lo chiamerai amore
Ma tu sai che non è così
Io non sono il tuo tesoro
E tu non sei il mio papà
Io non sono il tuo amante
E tu non sei mio
Quando io non ti appartengo
E io non sono la tua piccola ninfetta
'Perché io sono uno bambino
Io ho solo dodici anni
Ed è sbagliato
Quindi non sessualizzarmi
E non chiamarmi tuo
Io non sono la tua Lolita
Non è amore
Quando tu mi maltratti
Per il tuo piacere
E la tua soddisfazione
Il mio consenso non conta niente per te
E io non sono altro che una tua bambola
'Perché tu mi stai toccando
E violentarmi
Ma tu farai finta che sia consensuale
Anche se io ho solo dodici anni
Io sono solo uno bambino
E dovrebbe farti star male
Cosa tu mi stai facendo
Ma tu non sei assolutamente disturbato
Mentre tu mi usi
E senza tenere conto del mio consenso
Ma tu diresti semplicemente che è amore
Anche se non è amore
È malato
E tu sei un fottuto mostro nell'armadio
Io non sono il tuo tesoro
E tu non sei il mio papà
Io non sono il tuo amante
E tu non sei mio
Quando io non ti appartengo
E io non sono la tua piccola ninfetta
'Perché io sono uno bambino
Io ho solo dodici anni
Ed è sbagliato
Quindi non sessualizzarmi
E non chiamarmi tuo
Io non sono la tua Lolita
Non sono io la colpa
E io non ho torto
Quando sei tu che mi fai male
Quindi smettila di definirti la vittima
Quando tu non lo sei
Tu sei l'autore
E non sono io la colpa
Quando tu mi maltratti
E tu mi stai violentando
Finché non io sarò distrutto ed esausto
Tu hai detto che tu mi amavi
Ma ora io so che tu non lo fai
E tu mi stavi facendo il lavaggio del cervello
Facendomi credere al tuo inganno
'Perché è falso
Non è amore
E questo non è il consenso
Quando tu non hai mai avuto il mio consenso
E tu non sei la vittima
Tu sei l'autore
Quindi smettila di tradirlo
E tutti intorno a te
Quando non sono io quello che dovrebbe essere incolpato
E ti sbagli
Io non sono il tuo tesoro
E tu non sei il mio papà
Io non sono il tuo amante
E tu non sei mio
Quando io non ti appartengo
E io non sono la tua piccola ninfetta
'Perché io sono uno bambino
Io ho solo dodici anni
Ed è sbagliato
Quindi non sessualizzarmi
E non chiamarmi tuo
Io non sono la tua Lolita
Tu sei così contorto
Ed è malato
Quando tu dici che è amore
E tu mi ami
Ma io non ti amo
Quando tu mi hai ferito
Tu mi maltratti
E io non ti appartengo
Io non sono tuo
Tu sei così contorto e malato
È tutto nella tua mente
Io non sono il tuo tesoro
E tu non sono il mio papà
Io non sono il tuo amante
E tu non sei mio
Quando io non ti appartengo
E io non sono la tua piccola ninfetta
'Perché io sono uno bambino
Io ho solo dodici anni
Ed è sbagliato
Quindi non sessualizzarmi
E non chiamarmi tuo
Io non sono la tua Lolita
Tu non mi possiedi
E io non ti appartengo
'Perché io sono solo uno ragazzino
E tu sei maggiorenne
È così sbagliato
Quando tu lo saprai meglio
'Perché io so che io non mérito questo
E io mérito di meglio
Più meglio del tuo cosiddetto amore
Quando tu mi sessualizzi
Chiedi a tutti
Io sono venuto da te
E io ho consentito
Ma tu sei falso
Io non ho mai acconsentito
E io ho sempre detto di no
Io non sono il tuo tesoro
E tu non sei il mio papà
Io non sono il tuo amante
E tu non sei mio
Quando io non ti appartengo
E io non sono la tua piccola ninfetta
'Perché io sono uno bambino
Io ho solo dodici anni
Ed è sbagliato
Quindi non sessualizzarmi
E non chiamarmi tuo
Io non sono la tua Lolita
Tu sei così deluso
Quando tu avevi torto
E ti sei costretto distorcere la verità e a comprare il tuo inganno
Io ti amo
Tanto quando "tu mi ami"
Come se qualcuno potesse considerare quell'amore
E non adottare comportamenti predatori
Io ho dodici anni cazzo! E io non sono il tuo amante
Io non ti ho mai incontrato
Come da te richiesto
Tu stai distorcendo la verità
Ed è tutto nella tua testa
'Perché tu sei così deluso
E dannatamente malato
Quindi vaffanculo, io ho solo dodici anni!
Io non sono il tuo tesoro
E tu non sei il mio papà
Io non sono il tuo amante
E tu non sei mio
Quando io non ti appartengo
E io non sono la tua piccola ninfetta
'Perché io sono uno bambino
Io ho solo dodici anni
Ed è sbagliato
Quindi non sessualizzarmi
E non chiamarmi tuo
Io non sono la tua Lolita
Io non sono la tua bambolina
Da usare e con cui giocare
E io non sono merce danneggiata
Quando sei tu ad avere torto
Non sono io la colpa
Io non sono la tua bambola
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agrpress-blog · 4 months ago
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I Beatles e la cronaca nera: l'impatto involontario della musica sui crimini I Beatles, pionieri della musica modern... #beatles #CharlesManson #JohnLennon #MarkDavidChapman #TheBeatles https://agrpress.it/i-beatles-e-la-cronaca-nera-limpatto-involontario-della-musica-sui-crimini/?feed_id=6649&_unique_id=66d6fbe2cf5e0
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sounds-right · 4 months ago
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Arcade Boyz: da settembre "Rifiuto Radicale" ospita psicologi per parlare di disagio giovanile
Gli Arcade Boyz, sul loro canale YouTube da 550.000 iscritti, raccontano a modo loro, la musica degli artisti più amati da ragazze e ragazzi. I video con le loro reaction dedicati soprattutto alle hit  dei protagonisti della scena hip hop di casa nostra (ma non solo) divertono. E soprattutto, i loro video sono una bella occasione per capire canzoni che troppo spesso chi ha più vent'anni giudica senza averle mai ascoltate davvero. 
Ma Fada e Barlow, gli Arcade Boyz, tra l'altro appena intervistati dal quotidiano La Stampa, non fanno solo questo. Spesso si esprimono senza peli sulla lingua su temi importanti come la depressione o la dipendenza dai social. Lo fanno a modo loro, a volte andando sopra le righe, senza mai però pretendere di avere facili soluzioni. 
"Le nostre opinioni a volte sono un po' troppo 'granitiche', lo sappiamo, ma ascoltiamo anche le le vostre", dicono. E soprattutto i due streamer, che su YouTube e sui social sono davvero molto seguiti, non giustificano mai comportamenti violenti o autodistruttivi, quei comportamenti che a volte invece le canzoni delle star dell'hip hop celebrano. Più che altro, per poca fantasia. "I testi di tanti pezzi hip hop potremmo riassumerli con la frase 'piango sulla Lambo' ", riassumono scherzando. 
Grazie ad un atteggiamento scanzonato ma niente affatto superficiale, in un modo o nell'altro, gli Arcade Boyz sono diventati una sorta di fratelli maggiori per tante ragazze e ragazzi. Per questo da settembre 2024 nel loro podcast Rifiuto Radicale ospiteranno alcuni psicologi, per parlare insieme dei troppi problemi di chi le segue. 
Ad esempio, in questo video YouTube - https://bit.ly/3SLkj5s - raccontano di un ragazzo che ha cercato troppo insistentemente di contattarli tramite i social. Non aveva scritto direttamente agli Arcade Boyz: si era convinto che non avrebbero mai risposto, per cui ha tempestato di telefonate e messaggi tutti i loro partner e contatti sui social, creando un certo disagio. Non è stato un episodio di stalking, ma poteva sembrarlo e ha fatto capire Fada e Barlow come possa sentirsi chi ha problemi di questo tipo.
Più in generale, giovani e giovanissimi, sembrano spesso insicuri e hanno bisogno di punti di riferimento, anche online. Ecco perché in Rifiuto Radicale gli Arcade Boyz parleranno di disagio con chi si occupa di questi temi per professione.  "Quelli in cui ospiteranno psicologi saranno live e video divertenti e non noiosi, come sempre per noi, ma importanti", spiegano gli Arcade Boyz. "Se avete voglia di scriverci per farci sapere cosa c'è che non va, fatelo. Come sempre, nel tempo, rispondiamo a tutti".
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CHI SONO GLI ARCADE BOYZ?
Gli Arcade Boyz nascono su YouTube come intrattenitori nel 2016. Di se stessi dicono:  "passiamo ore a discutere di musica e attualità , ci diverte scoprire nuovi artisti e a dare il nostro verdetto, su cosa pensiamo dell'industria musicale e la società di oggi. Non saremo mai politically correct o falsamente entusiasti solo perché è 'di moda'. Potremmo sembrare cattivi, ma siamo solo molto, molto sinceri".
Dagli esordi della strada ai numeri sempre in crescita di oggi, su YouTube  e non solo (oggi solo questo canale hanno oltre 560.000 iscritti, mentre su Instagram i follower sono oltre 145.000), Fada e Barlow, ovvero gli Arcade Boyz, giorno dopo giorno crescono e maturano. 
E con loro, crescono i loro contenuti, perfetti non solo per i teen ager ma tutti coloro che vogliono capire le passioni dei giovani. Tra videogame, musica, problemi e tendenze, sui loro canali si parla di tutto l'universo di ragazze e ragazzi.  La loro è una fanbase entusiasta, che li segue, ad esempio per le loro ormai celebri reaction ai dischi rap, ma anche per video in cui raccontano problemi sociali e vita quotidiana.
Tra gli artisti che gli Arcade Boyz hanno intervistato  per il loro canale YouTube ci sono Fedez, che non ha certo bisogno di presentazioni, Rancore e pure Niky Savage, rapper milanese d'origine campana da oltre 2 milioni di ascoltatori mensili solo su Spotify. Recentemente è stata loro ospite anche Chadia Rodriguez, sfrontata rapper tra le protagoniste della scena italiana. 
Gli Arcade Boyz sono content creator e streamer, ovvero creano e diffondono contenuti online. E a differenza di molti, quando hanno un'idea, la esprimono senza peli sulla lingua. Si rinnovano continuamente, rimanendo fedeli al loro motto: "politicamente scorretti, moralmente integri". 
Il loro format "Fallitones never die" è uno dei più seguiti in Italia e ha permesso agli Arcade Boyz di scoprire talenti come Madame, ETT, Jeremy Denver e tanti altri. Poliedrici, con la loro energia e la loro comicità graffiante, passano da un argomento all'altro senza problemi: musica, cultura pop, passioni e problemi di tutti i giorni. Vantano presenze anche in TV, come ad esempio nel programma "All Together Now" e sono brand ambassador ufficiali Monster Energy Drink.
https://www.instagram.com/arcadeboyzofficial/
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