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I bambini e la resilienza dell'innocenza: "Sanno trovare i fiori anche fra le bombe". Recensione di Alessandria today
Nel cuore di un film di Maigret con Bruno Cremer, una frase colpisce con la forza della verità: ��I bambini hanno il loro universo, sanno trovare i fiori anche fra le bombe.” Un’espressione di straordinaria profondità che racchiude in sé il potere della resilienza infantile, la capacità di trovare la bellezza anche nella distruzione, di sorridere nel dolore, di sognare in mezzo alle macerie. Da…
#Alessandria today#bambini e conflitti#bambini e creatività#bambini e futuro#bambini e guerra#citazioni sui bambini#educazione alla speranza#Ermanno Olmi.#Fabrizio de André#forza dei bambini#forza dell’infanzia#giochi in tempo di guerra#gioco e guerra#Girotondo#Google News#il potere dell&039;immaginazione.#infanzia e adattamento#infanzia e poesia#infanzia e speranza#innocenza e guerra#insegnamenti dai bambini#italianewsmedia.com#la vita che resiste#Lava#Maigret Bruno Cremer#memoria e infanzia#mondo dei bambini#parole di speranza#Pier Carlo#proteggere i bambini
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Transformers One: un film d’animazione per piccoli (e grandi) spettatori

Primo film animato del franchise, Transformers One racconta l'origin story degli amici-nemici Optimus Prime e Megatron.
L'animazione si sta rivelando una possibile reincarnazione (letteralmente) di franchise creduti morti e sepolti, tanto in tv quanto al cinema. Soprattutto perché si tratta di un linguaggio che oramai ha sdoganato il suo parlare solamente ai bambini. Ne è un chiaro esempio Transformers One. Primo adattamento interamente animato della saga - la CGI, in fondo, è animazione sotto mentite spoglie - la pellicola prova a reboottare la saga anche per i neofiti, svelando retroscena inediti ai fan della prima ora.
Storia di due fratelli

I transformers minatori
Il film d'animazione è prodotto tra gli altri da Michael Bay (regista dei primi live action del franchise) e Steven Spielberg, realizzato da Paramount Animation sempre ispirandosi ai celebri giocattoli Hasbro e diretto da Josh Cooley, già penna dietro il successo del primo Inside Out e del suo corto Il primo appuntamento di Riley oltre che del quarto Toy Story. Torniamo agli albori della storia su Cybertron, quando Optimus Prime e Megatron, nemici storici giurati nei film live action, erano in realtà amici quasi fraterni, sempre pronti a darsi un bullone e fidarsi l'uno dell'altro.
Qualcosa poi ad un certo punto è andato storto - ed è proprio qui in realtà che il lungometraggio fa cilecca, perché pur approfondendo i personaggi, mostra un cambio troppo repentino del loro rapporto. In questa origin story dei robot minatori che non possono trasformarsi: questo il destino di molti degli abitanti rispetto a coloro che stanno ai piani alti, in una società in cui il privilegio e la classe sociale contano molto, un po' uno specchio del sogno americano. Peccato che quel sogno si rivelerà presto un incubo pieno di false promesse e che l'origine di tutta Cybertron verrà messa in discussione.
Il primo film tutto in CGI del franchise
Come primo esperimento totalmente animato della saga, propone una qualità tecnica indubbiamente interessante ma non totalmente riuscita. Non è sempre fluida, sia sui personaggi che sui fondali, e non sempre riesce a tenere incollati allo schermo, pur proponendo una regia dinamica curata da Josh Cooley. Complice anche il ritmo del film, che prova ad essere scanzonato perché principalmente rivolto ai bambini - eppure, proprio la storia dei due protagonisti ha una svolta estremamente dark per quel tipo di pubblico - ma allo stesso tempo si perde in alcuni risvolti del racconto soprattutto nel terzo atto, finendo per essere un po' ridondante nonostante la durata canonica della pellicola (un'ora e mezza).

Il futuro Megatron
Non solo: in Transformers One ci sono varie citazioni ed easter egg che solo gli adulti potranno cogliere. Pregevole però il tentativo di parlare di temi maturi e attuali come il potere e ciò che rappresenta, il pericolo del suo accentramento su un'unica persona e la cecità della massa che spesso segue un leader senza farsi le giuste domande o metterne in discussione le fondamenta e le dichiarazioni.
Transformers One: presente o futuro della saga?

La mappa digitale che cercano i protagonisti
Non sappiamo se il film possa diventare il primo di una nuova trilogia - il finale strizza l'occhio a questa possibilità pur chiudendo le storyline - ma quello che ci sentiamo di dire è potrebbe risultare per molti una ventata d'aria fresca all'interno del franchise. Sicuramente il cast vocale messo insieme nella versione originale - Chris Hemsworth e Scarlett Johansson che si riuniscono dal Marvel Cinematic Universe, Brian Tyree Henry, Keegan-Michael Key, Steve Buscemi, Laurence Fishburne e Jon Hamm - contribuisce a creare quel lavoro di squadra fondamentale in questo tipo di progetti. Nel complesso, un film che intrattiene e strappa qualche sorriso, avvincente nella sua esposizione anche se non completamente riuscito.
Conclusioni
In conclusione Transformers One è il primo film completamente animato in computer grafica della saga nata dai giocattoli Hasbro che dopo la (s)fortunata vita in live action prova a reinventarsi per spettatori grandi e piccini. Buona (anche se non eccelsa) nel comparto tecnico, la pellicola ha qualche battuta d’arresto anche a livello narrativo nella seconda metà ma funziona nell'intento di voler raccontare un’origin story inedita e nell'affrontare temi maturi come l’accentramento di potere e l’amicizia che a volte può diventare l’esatto opposto in un battere d’occhio.
👍🏻
L’origin story di Optimus Prime e Megatron.
La caratterizzazione immediata dei personaggi.
Le tematiche mature…
👎🏻
…che però potrebbero confondere sul target a cui questo film sia effettivamente indirizzato.
L’animazione non è sempre fluida.
Il film è un po’ ridondante nella seconda parte e il plot twist centrale non funziona totalmente.
#transformers#transformers one#film#movie#transformers saga#megatron#optimus prime#recensione#review#recensione film
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(...) Judith Butler, studiosa femminista, esperta di questioni di genere e punta di diamante del pensiero «woke» statunitense, (...) diciassette anni fa durante un convegno all'università di Berkeley: «Hamas e Hezbollah sono movimenti sociali progressisti, parte integrante della sinistra globale». Una saldatura tra frange della sinistra radical e il fondamentalismo islamico (...) che porta alla diffusione di notizie non verificate o fake news anche da parte di quei giornalisti sempre attenti alla deontologia degli altri. Prendiamo il caso di Rula Jebreal, giornalista e scrittrice palestinese con cittadinanza israeliana e italiana (...). L'attivista attacca Israele in tv e dal suo seguitissimo profilo su X. Solo che la foga può fare brutti scherzi. (...) Venerdì Jebreal condivide un video in cui si vedono dei cittadini israeliani intonare cori che inneggerebbero alla distruzione di Gaza. Poi commenta indignata: «Fanatici di destra israeliani celebrano la carneficina a Gaza, esultano per l'uccisione di 4mila bambini palestinesi». (...) Solo che il video è del 2015. Un montaggio di filmati girati otto anni fa durante una manifestazione di un gruppetto di estrema destra contro i matrimoni misti. Ma la cosa più grave è che il video è stato preso dal profilo di Matteo Cocchi, un utente neofascista che twitta citazioni di Adolf Hitler.
E poi c'è la Lucarelli, opinionista del Fatto Quotidiano. Anche lei nell'impazienza di attaccare Israele rilancia una clip in cui si vedono dei civili morti su una strada. Poi scrive: «Sembrano le immagini di Bucha. Ma vedo meno pietà in giro». La fonte del video sostiene che l'esercito israeliano è il responsabile del massacro. Altri accusano Hamas. Lucarelli poi fa marcia indietro e spiega di non sapere chi abbia commesso il crimine. Sicuramente sarebbe stato opportuno evitare di diffondere un filmato non verificato. Ma sui social c'è di tutto. E impazzano giovanissimi tik toker con decine di migliaia di followers, invitati anche dalle tv nazionali, che accostano la Palestina e Hamas alla resistenza contro il nazifascismo. Non manca nemmeno chi si esalta davanti ai lanci di razzi da Gaza contro i civili israeliani. L'odio contro Israele è virale e si nutre di bufale.
Grazie a chiunque Lassù per avermi dato neuroni sufficientemente numerosi e attivi da evitare come la peste i carri in convoglio solidale delle Rula (pro Hamas) e delle Selvaggia (ch'illi so'tutti uguagli).
Ps.: Rula può dire fare girare e attaccare perché é musulmana araba israeliana, come tanti altri in Israele (la maggioranza degli abitanti di Haifa città ad esempio), col 100% dei diritti civili, caso unico per arabi mediorentali (*). Fosse cittadina di Hamas-land , uhmmm, mi viene qualche dubbio che potrebbe.
(*) Alla faccia di quelli che "no allo stato sionista", parificando di fatto Israele all'integralismo islamico (siamo al rovesciamento della realtà).
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Frasi sul Natale: Celebra la Magia delle Feste con Parole Incantevoli
Il Natale è un periodo magico dell'anno, pieno di gioia, amore e condivisione. Durante queste festività, le frasi sul Natale giocano un ruolo fondamentale nel trasmettere emozioni, augurare il meglio ai propri cari e decorare biglietti d'auguri con parole che scaldano il cuore. In questo articolo, esploreremo alcune delle frasi più belle e significative sul Natale che possono ispirare e rendere questo periodo ancora più speciale.
La Magia delle Parole Natalizie
Le frasi natalizie hanno il potere di trasformare un semplice augurio in un messaggio di amore e speranza. Ecco alcune frasi sul Natale che potresti usare per i tuoi auguri:
"Che la magia del Natale riempia la tua casa di gioia, amore e risate."
"Ti auguro un Natale pieno di serenità e momenti felici con i tuoi cari."
"Il Natale è quel momento dell'anno in cui si torna bambini, anche solo per un attimo."
"Che la luce del Natale illumini il tuo cammino verso un nuovo anno pieno di speranza e felicità."
"Buon Natale! Che ogni tuo desiderio si avveri e che tu possa trovare pace e amore in abbondanza."
Queste frasi possono essere usate in vari contesti, dai biglietti d'auguri agli SMS, fino ai post sui social media. Ogni frase racchiude l'essenza del Natale, capace di toccare il cuore di chi la riceve.
Auguri di Natale: Un'Occasione per Essere Creativi
Il bello del Natale è anche la possibilità di esprimere la propria creatività. Creare un augurio personalizzato con una frase sul Natale può fare la differenza. Ecco alcune idee creative per i tuoi auguri:
Biglietti d'Auguri Fatti a Mano: Utilizza le frasi natalizie per decorare biglietti d'auguri fatti a mano. Puoi aggiungere disegni, glitter e altri elementi decorativi per rendere ogni biglietto unico.
Messaggi Vocali Personalizzati: Registra un messaggio vocale con una frase sul Natale e invialo ai tuoi cari. È un modo originale e personale per augurare buone feste.
Post sui Social Media: Condividi le frasi sul Natale sui tuoi profili social per diffondere lo spirito natalizio tra i tuoi amici e follower.
Scopri Altre Frasi sul Natale
Se sei alla ricerca di ulteriori ispirazioni per le tue frasi natalizie, visita frasiutili.com. Su questo sito, troverai una vasta raccolta di frasi, aforismi e citazioni sul Natale, perfette per ogni occasione. Che tu stia cercando qualcosa di divertente, commovente o riflessivo, frasiutili.com ha ciò di cui hai bisogno.
Conclusione
Le frasi sul Natale sono un modo meraviglioso per esprimere i propri sentimenti durante le festività. Sia che tu scelga di scrivere un biglietto d'auguri, inviare un messaggio o condividere un post sui social media, le parole giuste possono rendere il Natale ancora più speciale. Non dimenticare di visitare frasiutili.com per trovare tante altre idee e ispirazioni per le tue frasi natalizie. Buon Natale a tutti!
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/03/chiara-ferragni-abbandonata-da-fedez-i.html Chiara Ferragni abbandonata da Fedez? I sospetti social. «Le persone lasciano chi stanno usando» Chiara Ferragni è stata abbandonata da Fedez? C'è un indizio che porta a pensarlo. L’addio tra i due sta continuando a tenere banco tra gli appassionati di gossip. Sia l'uno che l'altra stanno evitando di rilasciare dichiarazioni ufficiali. E anche sui social non condividono nulla se non relativo al loro lavoro e famiglia. Hanno scelto la massima discrezione possibile. Ma alcuni dettagli sono ormai di dominio pubblico. Sonia Bruganelli rapinata, il Rolex strappato dal polso a due passi da casa: «Potevano farmi del male». Con Paolo Bonolis per la denuncia L'abbandono di Fedez Ci sono alcuni punti chiari. Il primo aspetto noto è che Fedez ha ormai lasciato il tetto coniugale e sta dormendo nella casa che condivideva un tempo con la sua ex Giulia Valentina. Il rapper starebbe anche cercando una casa in affitto. Sembra abbia fissato un tetto massimo di 17.000 Euro al mese per un’abitazione già ammobiliata nei pressi di City Life. Le frasi motivazionali Chiara Ferragni, invece, ha eliminato la foto profilo che comprendeva tutta la famiglia (compreso Fedez). L’ha sostituita con una in cui compaiono solo lei e i suoi due bambini. Ha poi cominciato a condividere frasi motivazionali e addirittura citazioni dell’Oroscopo. I sospetti C'è un sospetto su cosa sia realmente accaduto ai Ferragnez che emerge dai social. Come hanno segnalato i follower a Deianira Marzano, esperta di gossip, l'influencer ha messo un like a un post che parla della fine di una relazione di coppia. La frase, pubblicata da Simone Carponi, esperto di zodiaco, dice: «Il mio terapeuta una volta ha detto “Le persone non abbandonano chi amano, abbandonano chi stanno usando” e questa era tutta la verità di cui avevo bisogno”».
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Miraculous, les aventures de Ladybug et Chat Noir - Season 3: I Design & i Concept (Per Me) Più Belli [NonSoloAkumaAnzi]
Terza serie di Miraculous, terzo elenco dei design e dei concept che ho trovato più belli ✰
(Ovviamente, super spoileroni! - Stavolta più che mai.)
Akuma: Bei Design
Desperada
Coco ha fatto scoprire al mondo il Dia de Los Muertos e ML, pieno di citazioni, non poteva non tirare fuori un bell’akuma a tema. Questa è la sua screen più fAiga, in cui sembra abbia pure delle ali (invece è la custodia degli strumenti musicali). Impossibile non far notare il bellissimo gioco di parole tra lei e la situazione dell’episodio: “Yo soy desperada”. Uno degli episodi più belli di tutto ML non poteva che avere un akuma gran bello.
(E, confesso, fino alla rivelazione di questo qua sotto, era l’unico design di akuma di questa serie che ho trovato notevole-)
Chat Blanc
Tutti si aspettavano Chat Blanc, lo aspettavano bianco ma con gli occhi gialli, viola o rossi. E invece sono azzurri. Vuoti. L’intera palette della Parigi futura è opaca, sui toni di un azzurro etereo e di un bianco freddo. Lo aspettavano biondo, invece il bianco è anche sui suoi capelli.
Un design semplicissimo, eppure stupendo, se non addirittura uno dei migliori di tutte le serie. Era un design che si aspettavano tutti, ma è riuscito a colpire lo stesso.
Akuma: Bei Concept
Animaestro
A parte l’epic win di metterci l’autore effettivo di ML e consentirgli tante belle frecciate a Svariata Gente, mi è gran piaciuto tutto il suo potersi trasformare secondo varie forme di animazione e, soprattutto, trovo geniale il fatto che “se nessuno lo guarda, si ferma”.
Bakerix
... Cioè, guardatelo. Non si può non rimanere affascinati dalla meticolosità di questo design. Probabilmente uno degli akuma più curati in assoluto - e fatto da qualcuno che conosce bene tutti i tipi di pane esistenti. (!) (In effetti, questo akuma oscilla pure nella categoria “bei design”, ma vabbè.)
Bonus per tutte le citazioni ad Asterix, tra nome e Pozione Magica. (Questo post è stato scritto secoli orsono. Ora, pace all’autore di Asterix.)
Portatori di Miraculous
Multimouse
Marinette ci sta infinitamente meglio con gli odango che con le codine. (Ma con i capelli sciolti sta meglio-) e finalmente ha una tuta con più dettagli. *La muta da sub a pois di Ladybug non la fa proprio proprio proprio impazzire.*
Sono certa che le fan, poi, apprezzino Multimouse accanto a Chat Noir.
Dragonbug
In attesa di un power up di Ladybug che renda il suo costume un po’ più carino, Dragonbug le dà un po’ di fAighezza con tanti bei dettagli - soprattutto le ali sopra le orecchie. Peccato si sia vista gran poco.
Pegase
Max il nerd da parodia diventa Morpheus giovane e fAigo. Questo serve ad insegnare ai bambini che tutti - ma proprio tutti! - possono essere fAighi!
(Mi chiedo come agli autori sia venuto in mente questo design pensando a Max.)
Viperion

Vabbè, questo credo parli da solo *che scelta di parole meravigliosa*. Viperion è per il pubblico un po’ più grande e per le fans che preferiscono Multimouse con un altro suo noto predatore. O per quelle che vogliono vedere un felino e un rettile.
La mossetta fabulous a fine trasformazione mi ha fatta ribaltare.
Lady Noire & Mister Bug

Questa era una cosa dovuta e sono felice sia avvenuta. Mister Bug è la quintessenza della puccezza (e grazie per non avergli dato un tutone aderente monocolore a pois) e Lady Noire è bellissima - mille punti per la trecciona a fare da coda. Mi piacerebbe se ci fosse un altro swap - ma senza Marinette mestruatissima, grazie.
[ Design 1° serie | Design 2° serie ]
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Storia di una stanza.
Il solo pensiero di dovermi alzare dal letto mi fa stare male. Una fitta al cuore mi ricorda il sogno che mi ha fatta svegliare immersa nel sudore, nel dolore, riportandomi nella realtà sbagliata, quella nella quale vivo. Gli occhi faticano ad aprirsi del tutto, non voglio che lo facciano, mi rifiuto di guardare la stanza che mi ha resa prigioniera di me stessa per anni, prigioniera della mia sofferenza, sofferenza dovuta a tutta la violenza che il mio corpo e la mia mente hanno dovuto subìre per oltre 13 anni. Vorrei vivere una vita normale, vorrei non aver paura di nulla. Vorrei essere felice.
#sofferenza#dolore#vita#male#violenza#letto#stanza#chiudo gli occhi#pensieri#mia vita#basta#no alla violenza sulle donne#no alla violenza sui bambini#famiglia#falso#verità#mie citazioni
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Quali sono i migliori anime di tutti i tempi?
Difficile dirlo e probabilmente i più grandi appassionati avrebbero da ridire su qualunque scelta venisse fatta. Ma per chi non conosce molto il genere può essere utile sapere da cosa iniziare e poi, perché no, farsi una cultura e stilare la propria lista personale. E allora vediamo insieme qualche titolo cult:
Cominciamo con Ghost in the Shell (1995) di Mamoru Oshii. Tratto dall’omonimo manga di Masamune Shirow, ambientato in un Giappone futuristico (Port City 2029). La Sezione 9 della polizia indaga sui crimini informatici. Tra le sue fila spicca la figura del Maggiore Motoko Kusanagi, donna cyborg con corpo e cervello completamente cibernetici, che si confronterà con un’intelligenza artificiale (“Signore dei Pupazzi”) in grado di mettere in discussione la sua intera esistenza.
Nel 2017 ne è stato fatto un remake cinematografico con Scarlett Johansson nel ruolo del maggiore, che pare però non aver riscosso molti consensi tra gli appassionati del manga e dell’anime originale.
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Agli amanti di questo genere cyberpunk consigliamo anche: Appleseed e Appleseed Alpha di Shinji Aramaki sempre tratti da un manga di Masamune Shirow e Metropolis (2001) di Rintarō, sull’omonimo manga di Osamu Tezuka (1949), a sua volta liberamente ispirato al film di Fritz Lang (1927). Metropolis è una città su più livelli, dove i cittadini incolpano i robot di tutto quello che va male. Il film è molto esplicito, persino crudo, nel mostrare il rapporto tra uomini e macchine, ma soprattutto tra uomini e uomini, ancora più problematico e spietato.
Per i più sognatori e amanti di un genere più fantasy, quasi fiabesco, suggeriamo invece Wolf Children (2012) di Mamoru Hosoda, un film in grado di commuovere chiunque per la tenerezza e la poesia con cui racconta una storia di puro amore, quello di Hana, che alleva tra mille difficoltà i suoi due bambini-lupo, Yuki (neve) data alla luce in un giorno nevoso e il minore Ame (pioggia) nato invece in una giornata uggiosa, trasferirsi in un piccolo villaggio rurale per proteggere il segreto del suo nucleo famigliare.
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O ancora La storia della principessa splendente (2013) di Isao Takahata è un vero capolavoro da maestro. Un film di estrema poesia, quasi un dipinto in cui nulla è lasciato al caso e che tiene attaccati allo schermo col groppo alla gola fino alla fine. Un anime che avrebbe meritato decisamente di vincere l’Oscar ma perse, nel 2015, contro Big Hero 6. La trama è ispirata a uno dei più popolari racconti giapponesi (Taketori monogatari, Il racconto di un tagliabambù), narra le vicende di Kaguya, minuscola creatura arrivata dalla Luna e trovata in una canna di bambù da un vecchio tagliatore. Accolta come una figlia dall’anziana coppia la bambina cresce velocemente fino a trasformarsi in una meravigliosa donna piena di pretendenti, ma nessuno è in grado di portarle ciò che davvero desidera, neppure l’imperatore…
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A questo punto se ancora vi rimane qualche lacrima da versare potete tentare la visione del meraviglioso Una tomba per le lucciole.
In questo filone ovviamente possiamo inserire anche tutti i capolavori di Hayao Miyazaki, ma è talmente conosciuto che mi è sembrato quasi superfluo consigliarlo. Chi non li conoscesse però deve assolutamente recuperare! La visione de La città incantata per me rimane imprescindibile!
Dulcis in fundo, cambiamo genere e passiamo a qualcosa di più psicologico: Perfect Blue (1997) di Satoshi Kon, è un thriller psicologico molto legato alla percezione del corpo e dell’identità femminile, con uno sguardo sulla società usa e getta. La storia riguarda Mima, ex cantante che si reinventa attrice, ma che viene stalkerizzata da un suo fan e ripudiata da altri fino a farle mettere in discussione sé stessa e sviluppare una seconda personalità in cerca di vendetta. Una storia che a tratti ricorda il Cigno nero di Darren Aronofsky che nel suo Requiem for a Dream aveva già fatto delle citazioni dell’anime giapponese. Su questa somiglianza uno youtuber spagnolo ha anche fatto un video:
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Vi auguriamo una buona visione e aspettiamo la vostra classifica.
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Abbiamo concluso giugno con una tappa bellissima
Un omaggio al Re di Fiabe fatto con gli ingredienti che probabilmente avrebbe apprezzato di più: la passione, il sogno e la spontaneità.
Grazie a GALLERIA PROgetto CITTÀ, Patrizia Donato e Andrea Cristelli per aver colto un fiore in ricordo di Matteo Abbate insieme a tanti bambini e bambine.
Dal post dellAssociazione galleriaProgettoCittà:
Report "A Spasso con i libri"_Laboratorio 1 in GALLERIA PROgetto CITTA’ con Patrizia Donato e Andrea Cristelli
Il 30 giugno 2021 dalle ore 18,00, come da programma, si è svolto il primo laboratorio dal titolo A passeggio tra le stelle con Matteo Abbate “Il re di fiabe” con Patrizia Donato e Andrea Cristelli. È il primo dei quattro incontri ideati da GALLERIA PROgetto CITTA’ per il progetto “A spasso con i Libri” e si è tenuto nello spazio esterno della sua sede espositiva, nella vecchia Stazione FF.SS. di Barcellona Pozzo di Gotto, all’interno del Parco Maggiore La Rosa. All’interno della sede espositiva di GALLERIA PROgetto CITTA’ contestualmente per l’occasione erano in mostra una selezione di opere grafiche dell’artista Patrizia Donato. Il laboratorio è iniziato con l’introduzione dell’architetto Cristelli, ideatore della sequenza laboratoriale che ha voluto rendere omaggio nel primo incontro a Matteo Abbate, il Re di Fiabe, giovane autore e amico recentemente scomparso. Si procedeva quindi con la lettura di Patrizia Donato della favola “I due calzini blu” intrattenendo i piccoli partecipanti. Anche i genitori presenti hanno manifestato vivo apprezzamento per la storia, la rivisitazione e l’analisi narrativa condotta abilmente dalla lettrice Patrizia Donato, sua amica e ormai studiosa dell’opera di Matteo Abbate. Un pomeriggio di socialità familiare in un clima ludico e informale che ha visto i bambini interagire sui contenuti allegri della favola e infine sulla morale della produzione del Re di Fiabe. Durante la lettura si arricchiva inoltre il muro usato come supporto con l’immagine dell’autore che è stato prima simbolicamente tempestato dall’applicazione di stelline di carta colorate e poi dall’accostamento di citazioni scelte e stampate per l’occasione. Infine i bambini sono stati invitati, a turno, ad esprimersi in maniera creativa, con un unico disegno. Un elaborato unico, composto da piccole parti intime di ogni piccolo partecipante, per arricchire il muro dedicato per un giorno a Matteo Abbate, il Re di Fiabe che difficilmente dimenticheremo, anzi, l’impegno è proprio quello di tenere viva la memoria, attraverso la sua arte, scritta per i bambini ma utile agli adulti che hanno voglia di riscoprire la gioia di sentirsi bambini attraverso la semplicità del racconto fantastico. Come ha ricordato Patrizia Donato “Perdersi tra le righe di una pagina scritta porta con sé già la promessa di una evasione, un viaggio, una conquista. Tra le righe di una fiaba l’evasione si amplifica; con la fantasia dell’autore il viaggio apre le vie a un mondo intero, la conquista si stende all’infinito. Cogliamo le sollecitazioni e, come per magia, troviamo tra i colori dell’arcobaleno i linguaggi per esprimere le nostre unicità.” A impreziosire la serata anche la presenza della sorella Annamaria Abbate, che ha voluto ringraziare personalmente gli organizzatori per aver dedicato questo primo incontro alla memoria del fratello, il Re di Fiabe.
#redifiabe #aspassoconilibri #laboratori #lettureadaltavoce #cepell #barcellonapozzodigottocittàchelegge #galleriaprogettocittà
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“La Chiesa dovrebbe essere il mattatoio dell’anima”. Cronache dalla fine: dialogo con Don Claudio, il sacerdote che lotta contro il Nemico (quello vero)
Don Claudio è un sacerdote di cinquantanove anni.
Ci incontriamo in un vecchio bar sull’Aurelia antica. Nessun altro a parte noi.
“Ti avrei invitato in parrocchia”, dice don Claudio, “ma non voglio che i miei fedeli possano identificarmi in questa intervista. Non dirò cose di comodo”.
Don Claudio non entra nei dettagli parlando della sua malattia. Lo vedo florido, in salute. Lui mi conferma che è solo un’impressione.
“Dentro sono un campo di battaglia senza più soldati”, dice sorseggiando una Red Bull.
Don Claudio: Ma c’è una questione che forse è più importante del morire. La nascita. Il percorso dal ventre di nostra madre alla luce. Ci hai mai pensato?
GG: Ti riferisci alle sensazioni della nascita?
Don Claudio: No, non così terra terra. Al problema di quel buio, al suo significato.
GG: Per ora non ti capisco; ma ti seguo.
Don Claudio: Ci si interroga tanto sulla morte, che è scontata, e non sul venire al mondo. La nostra Chiesa, ad esempio, è sempre stata elusiva su quello che precede la nascita. Si è parlato dell’Eterno Presente di Dio, una condizione che noi uomini, in quanto finiti, non possiamo concepire. Una dimensione in cui passato, presente e futuro accadono in maniera simultanea. Noi, questa dimensione, possiamo soltanto teorizzarla a parole. E allora si nasce forse dalle parole? Sarebbe bello pensarlo, Gabriele. In origine siamo lettere: caratteri vaganti nella Luce che a poco a poco Dio mette assieme in parole. Si nasce quando Dio finisce di scrivere la frase che ci spetta.
GG: E moriamo quando se la dimentica.
Don Claudio: O decide di riscriverla.
GG: L’idea, così, di una riscrittura divina e quindi di una volontà mobile, oscillante, mi fa pensare alla reincarnazione; ed è strano, considerando che tu sei un sacerdote della Chiesa Cattolica…
Don Claudio: Non è strano. In ambito teologico, senza clamore, è sempre rimasto vivo un dibattito sotterraneo sui vari sottintesi del termine “Resurrezione”. E uno di questi, a detta di alcuni, sarebbe proprio la metempsicosi. Ti posso dire che all’interno della Chiesa, oggi, ci sono più correnti di pensiero che ai tempi d’oro della patristica. Mesi fa ho conosciuto a Milano alcuni sacerdoti che, nella clandestinità di una parrocchia dell’hinterland, professavano il culto perenne delle statue e delle croci velate. Come il Venerdì Santo, ma sette giorni su sette. Tutto l’anno.
GG: Per quale motivo?
Don Claudio: Secondo loro è in questo modo che ci si avvicina al Signore: intuendolo. Li ho lasciati che volevano coprire anche le pitture sulle pareti. Non so se l’abbiano fatto. Ma il loro mi è sembrato, al di là di tutto, un discorso interessante. Posso dire una cosa, senza essere tacciato di eresia o di scandalo?
GG: Puoi dire tutto quello che vuoi. Siamo qui apposta.
Don Claudio: Ma, oggi come oggi, sinceramente, a che serve il volto dei santi? Di Gesù? Per me può bastare la Croce, il simbolo della Croce. Questi sono gli anni dell’Immagine. Gli anni in cui qualsiasi cosa viene sviscerata, anatomizzata, esposta a ogni luce. La Chiesa dovrebbe porsi controcorrente. Rifiutare l’esposizione, il volto. Il volto dell’amato, o dell’amata, è consolatorio – e di questi tempi la Chiesa tutto ha da essere tranne che consolatoria.
GG: Cosa pensi dovrebbe essere la Chiesa, oggi?
Don Claudio: Uno scannatoio.
GG: Spiegati.
Don Claudio: Il mattatoio dell’anima. Un’esperienza dolorosa, ma trasformante.
GG: Questo allontanerebbe ancora di più i fedeli.
Don Claudio: Rimarrebbero i coraggiosi. Quelli che non si piegano. Temiamo l’esperienza del dolore. E così perdoniamo il Nemico ancora prima che ci rechi danno. Io, come posso, cerco di scuotere i miei parrocchiani. Non voglio sbilanciarmi, ma sembra che la cosa stia dando i suoi frutti. Soprattutto tra i giovani. Con loro ho parlato apertamente della mia malattia. Durante gli ultimi sabato sera non stiamo parlando d’altro. Descrivo i sintomi, leggo stralci del mio diario. È inevitabile una certa commozione. Ma è bello, stiamo bene tutti. Si deve parlare della morte. Più ne parli, più il Nemico si allontana. Attenzione! La morte non è il Nemico. Il Nemico sappiamo tutti chi è e come si manifesta. Ama le pietose bugie, il Nemico. Le consolazioni carezzevoli. Il Nemico è un parassita sul corpo della Morte: e, infatti, fa leva sulla paura che noi finiti e conclusi abbiamo del grande momento, del trapasso. Così ci cattura. La Morte è santa, invece. Diretta emanazione del Signore. Parliamone così come parliamo del bene. Non ce n’è mai abbastanza.
GG: Torniamo un attimo sul discorso dello scannatoio.
Don Claudio: La Chiesa dovrebbe ritornare nelle catacombe. Il rito dovrebbe essere ancora un passaggio iniziatico, un momento di estasi e di trascendenza. Non un compito da assolvere la domenica mattina, dopo una ricca colazione. Il Vangelo può fare malissimo – solo che ce lo siamo dimenticati. E ci siamo pure dimenticati che senza male, senza passare attraverso l’estremo dolore, giungere al bene proprio non si può.
GG: E cos’è per te il bene?
Don Claudio: Tu mi chiedi di teorizzare il bene, circoscriverlo entro una definizione precisa. Non posso. Nessuno può. Vuoi che mi aggrappi alle citazioni bibliche? Alle esperienze personali? Alle prediche memorabili del mio maestro? Le ricordo tutte a memoria, ogni giorno ne ripeto tra me e me dei passi. Ma nemmeno quelle parole di luce darebbero forma al bene. Il bene lo capisci. Solo che non potrai mai spiegarlo.
GG: La migliore risposta che potessi darmi.
Don Claudio: L’unica sensata, più che altro. Tu sapresti dirmi cos’è il male?
GG: No.
Don Claudio: Nemmeno io.
GG: E il tuo male, invece? Da uomo di salda fede come lo vivi nella quotidianità?
Don Claudio: Mi curo. O meglio: rallento il corso delle cose, per quanto sia possibile un rallentamento nei piani di Dio.
GG: Rallentamento nei piani di Dio. Spiegami.
Don Claudio: Curando l’incurabile si offende il Signore. Ma io sono debole – e cerco di aggrapparmi come posso alla vita. Dio mi perdonerà questa offesa. Che poi, a rifletterci, è offesa solo in parte. Perché io mi tengo stretta la vita che Lui mi ha donato. E come potrebbe prendersela a male, quindi, se il suo regalo è per me tanto importante? Mi aspetto uno scappellotto, ma niente di più, un “mascalzone” come avrebbe potuto dirmi mio padre terreno.
GG: L’idea dell’aldilà?
Don Claudio: Per noi del clero c’è il Paradiso sicuro. Già lo so. Un angoletto recintato, come le aree giochi nei centri commerciali. Scivoli, altalene, tubi per l’acqua e piccole piscine. Staff angelico a sorvegliarci continuamente. Schermi televisivi per i cartoni animati. E noi che non sappiamo più parlare, solo fare enghé enghé enghé. Qualcuno cammina, qualcuno si trascina carponi. È questo. In Paradiso rimaniamo bambini per tutto il tempo che Dio vuole, noi preti. Poi, che sia bello o brutto, come si dice, è un altro paio di maniche.
GG: Hai mai parlato a qualche altro sacerdote delle tue idee sulla Chiesa?
Don Claudio: Me ne guardo bene. Ho molti discorsi, certo, ma poche risorse pratiche eccezion fatta per i giovani che mi seguono. Immagina l’ostracismo che subirei se divulgassi apertamente queste idee. Traviserebbero tutto. Il fedele medio, il cristiano tiepido, ancora non è pronto per un’esperienza religiosa radicale e senza compromessi: un Verbo che ti sbatta in faccia, pur con tutto l’amore del mondo, la finitezza e l’irrimediabilità della tua condizione. Solo così può crescere l’uomo. Per ora si agisce come i fiumi sotterranei che si scavano la via tra le rocce del sottosuolo. Una fatica immensa. Ma prima o poi l’acqua arriverà in superficie – con o senza di me.
GG: Hai qualche paura nello specifico?
Don Claudio: Una, ma forse è una sciocchezza.
GG: Racconta.
Don Claudio: Che una volta morto io rimanga senziente fino alla chiamata del Giudizio. E che, fino ad allora, io avverta la pelle sfaldarsi, i vermi mangiare il mangiabile – lo sgretolio delle ossa e l’umidità degli umori dispersi sul cuscino, nell’imbottitura della bara. Come macchie d’unto, impossibili da asciugare.
Gabriele Galloni
L'articolo “La Chiesa dovrebbe essere il mattatoio dell’anima”. Cronache dalla fine: dialogo con Don Claudio, il sacerdote che lotta contro il Nemico (quello vero) proviene da Pangea.
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Gravity e il paradigma della sopravvienza
Le citazioni sono state prese dal seguente sito: http://www.ondacinema.it/film/recensione/gravity_cuaron.html

Trama
Gravity è una storia di vita, fantascientifica eppure al tempo stesso non impossibile. La scienziata Ryan Stone (Sandra Bullock), il comandante Matt Kowalsky (George Clooney) ed altri astronauti in missione su una stazione spaziale americana vengono colpiti da una tempesta di detriti metallici, al seguito della quale quasi tutti i membri dell’equipaggio perdono la vita. Ryan e Matt sono gli unici a sopravviere, ma prima di poter raggiungere la Terra dovranno superare molti altri ostacoli, che porteranno alla morte di uno dei due.
!! DA QUI IN POI L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER

Delizia di sognatori e bambini
Gravity è ambientato quasi per intero al di fuori del nostro pianeta, reso da Cuaron con così grande abilità da farlo sembrare reale. Il racconto inizia direttamente nello spazio, in una condizione pacifica: gli astronauti lavorano canticchiando e ascoltando musica, e la Terra li sovrasta e li osserva, bellissima e irraggiungibile nella sua perfezione. E’ il classico inizio di un racconto: incipit tranquillo ma improvvisamente sconvolto da un pericolo imminente, che ucciderà in pochi attimi tutto l’equipaggio. Questo ribaltamento della trama offre continue panoramiche delle stazioni spaziali e dei macchinari. La tecnologia, esaltata all’ennesima potenza, è anch’essa personaggio della storia, sebbene di sfondo, presente talvolta come nemica (i detriti e i malfunzionamenti) talvolta come aiutante. Si impone costantemente nelle scene, avvolgendo anche claustrofobicamente i personaggi, riflettendosi come luce di ogni colore sui loro caschi, lampeggiando di rosso, giallo e verde sui monitor e i tasti delle sale di controllo. La scienza trionfa in questo film: eppure la scienza è fallace, poichè creata dall’uomo, anch’esso limitato e soggetto ai propri errori, di cui spesso non può controllare le conseguenze.

La perizia tecnica di Cuarón
Molte cose possono essere dette sulla realizzazione tecnica di questo film. Partendo dalla musica, si può dire che essa segua uno schema piuttosto classico: lieve sottofondo, che progressivamente cresce con suoni inquietanti nelle scene di maggiore tensione, al fine di esasperarla ulteriormente. È sicuramente interessante notare la contrapposizione tra scene musicali e brevi momenti di assoluto silenzio, quello che dovrebbe circondare un ipotetico astronauta alla deriva. Sono proprio quegli istanti senza suono a rendere l’angoscia provata da Ryan. Ma ci sono altri elementi tecnici che concorrono alla realizzazione di un senso di oppressione claustrofobica: le riprese in primissimo piano, soprattutto all’inizio del film, che chiudono la mente dello spettatore in uno spazio minuscolo e con pochissimo ossigeno; a queste immagini molto ravvicinate si contrappongono scene improvvisamente apmlissime, che rendono un’idea dell’immensità dell’universo, per questo motivo ancora più spaventoso e opprimente. “Assistiamo al silenzio dello Spazio infinito in un alternarsi di claustrofobia/ agorafobia continua per tutta la durata filmica”. Terzo elemento da considerare, che è strettamente connesso con le tecniche di ripresa, è l’uso costante dello zoom per passare dai primi piani a scene ampie, e di conseguenza da una scena all’altra: in questa maniera, il continuum narrativo non viene disturbato. Ci sono poi molti elementi che ruotano fino alla nausea (Ryan,la scialuppa, gli oggetti,...), che ci fanno capire come nello spazio ci sia una mancanza totale dei punti di riferimento.
Altri osservazioni: l’alternarsi degli stessi colori (rosso, bianco, blu, nero e in parte giallo e verde), rende la scena estremamente complessa e profonda all’occhio. La grande presenza di colori scuri connota lo spazio della storia come un luogo quasi surreale, che si contrappone con un forte contrasto ai colori pastello e cristallini del lago in cui atterra Ryan alla fine del film). Nonostante la preponderanza di toni scuri, ogni scena è sempre illuminata da una luce forte, solitamente bianca, che sottolinea il soggetto della ripresa.

La Madre Terra
Cuarón, che viene dall’ormai affermato contesto della “Scuola Messicana” del cinema contemporaneo, adopera un “ribaltamento del canone della missione spaziale dove l'estensione ontologica allo Spazio, verso l'esterno e l'approdo a un nuovo mondo, viene sostituito da un ritorno alla Madre Terra”. Il pianeta è un altro dei personaggi del film: sempre presente sullo sfondo ma immutabile, non incide in alcun modo sul viaggio dei personaggi, se non per la forza di gravità con cui attrae verso di sè la scialuppa della scienziata. Il mondo è un Eden, una terra promessa ed irraggiungibile, percepita come ancora più lontana proprio perché ad un passo dai personaggi, eppure inafferrabile. E’ una certezza nella mutevolezza dello spazio che circonda l’avventura dei personaggi, ma il ritorno ad essa non è più una promessa.

Religiosità e spiritualità
Proprio il desiderio di tornare a casa diventa la forza motrice che spinge la protagonista a superare le difficoltà che la ostacolano. Dopo una prima fase del film, caratterizzata dal terrore e dalla debolezza, Ryan arriva alla stazione Russa, e nel momento in cui ci entra avviene la sua prima rinascita: toltasi la tuta, la scienziata si avvolge su se stessa in posizione fetale, e così illuminata dalla luce dell’oblò sembra un embrione, l’embrione di una stazione spaziale.

Nonostante, paradossalmente, sia stato l’essere umano ad aver creato la tecnologia, e non il contrario. In questa scena, scienza e natura si fondono e si completano in un tutt’uno circolare, e grazie ai colori tenui il contrasto tra metallo e pelle umano si sublima. Poco dopo, si profila la seconda rinascita, questa volta non più fisica ma spirituale, annunciata dalla presenza di una statuetta di Buddha, all quale Ryan rivolge con lo sguardo una preghiera silenziosa: le frequenze radio che giungono dalla Terra trasmettono parole di spensieratezza. E’ come se gli angeli del Paradiso (la Terra) le parlassero. In questo momento si realizza la connessione spirituale col suo pianeta, che si fa esso stesso divinità. E’ qui che avviene un momento immaginato, ma che potrebbe essere anche metafora di un momento trascendentale: l’anima di Matt entra in contatto con una persona ancora in vita.

Il contatto con l’aldilà, la vicinanza con la morte, la connessione con la Terra danno a Ryan l’occasione di riflettere su un trauma del suo passato, e di superarlo per trovare la forza di andare avanti. Matt le chiede infatti: “Che senso ha vivere? [...]Se decidi di vivere dovrai mettercela tutta. Mettiti comoda, goditi il viaggio. Devi piantare i piedi bene a terra e cominciare a vivere la tua vita.” Da quel momento Ryan ritrova se stessa, e afferma ciò che costituisce la maggiore forza degli uomini: il coraggio di provarci. Ed è infine sulla Terra, da cui trae energia, che si alza sulle sue gambe, anche se a fatica, e si erge, ripresa dal basso, contro il cielo azzurro. “"Gravity" di Alfonso Cuarón è un'opera sull'uomo e sulla sua caducità, di intensa emotività e di nitida bellezza”.
#gravity#sandra bullock#george clooney#universe#space#shuttle#nasa#mission#survival#survivor#adventure#science fiction
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amar demais tvi ep 36
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Il calcio è un gioco che non ha bisogno di citazioni, soprattutto quando si parla di calcio in Europa. La partita non si gioca tra due squadre in campo ma si gioca nel cuore delle persone. Quando c'è una partita di calcio la folla impazzisce. Gli uomini lasciano il lavoro, gli studenti saltano le lezioni per essere solo allo stadio e sostenere la loro squadra. A volte questa follia diventa sanguinosa quando i tifosi di due squadre si scontrano tra loro.
I documenti rivelano che il calcio ha avuto origine in Cina, dove si giocava come un calcio di un pallone di cuoio attraverso un piccolo foro in un panno di seta che veniva fissato in canne di bambù. Successivamente questo gioco si è diffuso in altre parti del mondo. La follia per il gioco del calcio ha raggiunto il suo apice in Inghilterra. Furono fatti diversi tentativi per bandire il calcio vista la sua popolarità.
Più tardi il gioco del calcio acquisì la forma commerciale e furono formate diverse squadre di calcio come il Manchester United, l'Arsenal, il Chelsea, l'Aston villa, il Liver Pool e molti altri. Diversi giocatori leggendari si sono evoluti da questi club e si sono fatti un nome e una fama nel mondo. Se sei un appassionato di calcio, allora saresti quello che ama vedere suo figlio giocare nei panni di David Beckham, Cristiano Ronaldo o del leggendario Pelé. Il gioco del calcio non riguarda solo i ragazzi.
Anche le partite di calcio delle ragazze vengono giocate e apprezzate. Il calcio è diventato un gioco di massa. La cosa fondamentale che devi organizzare per tuo figlio è un allenatore di calcio adatto. Incoraggiatelo a prendere parte a diversi tornei di calcio per bambini. Semina in lui il seme del calcio. E se tuo figlio stesso vuole diventare un giocatore di football, aiutalo. Aiutalo a essere il campione. Il futuro di tuo figlio è fantastico. Scegli un allenatore di calcio con grande precisione.
L'allenatore di calcio nel Regno Unito ha subito enormi cambiamenti negli ultimi anni. C'è stato molto incremento con i ragazzi che partecipavano alle partite di calcio. Sono organizzati programmi di Football Coaching di diversi livelli per insegnare loro come difendere la palla, come colpire e passare la palla e come segnare un gol. Non solo il Kids Football Coaching, anche il Adult Football Coaching è stato modernizzato. Di solito si vede che gli allenatori di calcio preparano le loro squadre di calcio e analizzano le loro prestazioni attraverso grafici e classifiche e preparano il piano di gioco sui tabelloni. Ma la tecnologia ha anche modificato i modi di strategizzare i piani di gioco.
C'è un sito web chiamato Can You Play Football che fornisce una struttura unica per gli allenatori di calcio. Il sito fornisce gli strumenti che aiutano gli Allenatori di Calcio nella gestione del tempo tra le due partite consecutive. Questo lascia la squadra di calcio con un vantaggio sull'avversario poiché è più sistematicamente preparata a gestire la partita per quanto riguarda le controparti. Se sei un allenatore di calcio e desideri avere maggiori informazioni su questa struttura unica, puoi accedere a noi su: https://ift.tt/3mj5ft9
Alex Steve ha preso parte a diversi tornei di calcio. È stato anche coinvolto in diverse sessioni di allenatori di calcio. Ora sta servendo la nostra azienda con i suoi scritti intellettuali su varie questioni relative all'allenatore di calcio.
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5 ott 2020 19:10 1. DOPO AVER STRAZIATO IL PAESE CON IL SUO EGO, MATTEO RENZI DÀ IL COLPO DI GRAZIA ALLA GIUSTIZIA INTASANDO I TRIBUNALI CON LE CAUSE CIVILI A CHIUNQUE ABBIA OSATO CRITICARLO 2. A DAGOSPIA HA CHIESTO UN MILIONE DI EURO (BUM!) MA LUI STESSO SI VANTA CON BURIONI DI AVER PRESENTATO ALTRE 84 AZIONI CIVILI. CI SONO PELÙ, TELESE, VISSANI, D'EUSANIO, TRENTA, PORRO, BECCHI, SARZANINI, MURGIA, BELPIETRO, AMADORI. E UNA VENTINA SOLO A TRAVAGLIO, TRA CUI UNA PERCHÉ AVEVA IN CASA UN ROTOLO DI CARTA IGIENICA CON LA SUA FACCIA! 3. ITALIA VIVA HA BLOCCATO LA PROPOSTA DI LEGGE CONTRO LE LITI TEMERARIE. TE CREDO!
DAGONOTA - Matteo Renzi, come annunciato oltre un anno fa, ha presentato un'azione civile contro Dagospia, per ''campagna diffamatoria'', chiedendo un milione di euro di risarcimento. Inutile dedicare tempo a questa notizia, siamo in buona compagnia (sarebbero oltre cento le cause civili intentate nell'ultimo periodo).
1.LE "LITI TEMERARIE" CHE MINACCIANO LA LIBERTÀ DI STAMPA
Giovanni Valentini (ex ''Repubblica'') sul ''Fatto Quotidiano'' raccontava che Primo Di Nicola (ex ''Espresso'', ora senatore 5 Stelle) insieme ad alcuni colleghi aveva presentato un disegno di legge sulle liti temerarie, ovvero quelle cause e denunce presentate senza basi concrete ma con il solo obiettivo di usare la giustizia pubblica per ottenere vendette private. Era stato approvato dalla Commissione Giustizia del Senato e messo in calendario a gennaio per la ratifica definitiva ma, nonostante fosse stato raggiunto un accordo politico di maggioranza, dopo quasi un anno non è ancora arrivato in aula. ''A quanto pare, le resistenze di Italia Viva hanno frenato l' iter parlamentare e si sospetta che all' origine ci siano le numerose vicende giudiziarie che coinvolgono l' ex premier Matteo Renzi'', scriveva Valentini.
Il disegno di legge prevede una semplice aggiunta all' articolo 96 del Codice di procedura civile. Nei casi di diffamazione a mezzo stampa, "in cui risulta la malafede o la colpa grave di chi agisce in sede di giudizio civile per il risarcimento del danno", il testo stabilisce che quando la domanda viene respinta dal tribunale l' attore è condannato a pagare al convenuto una somma non inferiore a un quarto di quella richiesta (in origine, si prevedeva la metà).
Una sorta di deterrente, insomma, contro le liti temerarie che diventano in pratica una forma di intimidazione, di bavaglio o di censura preventiva nei confronti dei giornalisti e delle aziende editoriali: secondo i dati del ministero della Giustizia, raccolti da Ossigeno per l' informazione, nel 2015 le querele infondate sono state 5.125 (quasi il 90%) e 911 le citazioni per 45,6 milioni di euro di richieste per risarcimento danni'', aggiungeva Valentini.
Io 84, Prof! Onorato di essere tuo amico #ColpoSuColpo https://t.co/UaFQdqMv68
2.LE MILLE (ASSURDE) CAUSE DI RENZI CONTRO CHI OSA CRITICARLO: L’ULTIMA A TPI. MA NOI ANDIAMO AVANTI
Selvaggia Lucarelli per www.tpi.it del 15 agosto 2020
Qualche settimana fa, è arrivata a TPI una convocazione per una mediazione civile da parte dello studio legale che assiste Matteo Renzi. L’editoriale incriminato non è mio ma di Luca Telese, per cui sono andata a cercare l’articolo che non ricordavo così terribile da scatenare un’azione civile (ricordo che le azioni civili mirano a un risarcimento dei danni subiti). L’ho riletto e non ho compreso su quali basi Matteo Renzi chieda un risarcimento, quale sia l’offesa insanabile, cosa rivendichi Matteo Renzi.
Secondo i suoi legali, il valore della controversia è di 100.000 euro perché Luca Telese, oltre ad aver scritto che è prigioniero di se stesso, narcisismo e cupidigia, ha affermato che Renzi percepisce denaro illecitamente. Ora, capite bene che la questione, posta così, è piuttosto grave. Io, se qualcuno scrivesse che mi intasco illecitamente del denaro, riterrei che il valore della pretesa dovesse essere di almeno 1 milione di euro. Il problema è che in nessun passaggio dell’articolo Luca Telese sostiene, scrive, neppure insinua che Renzi si intaschi del denaro in maniera illecita.
Il passaggio incriminato è: “Il Matteo Renzi di oggi è uno che, mentre in Italia mandava il suo esercito allo sbaraglio, se ne stava a fare foto posate sull’Himalaya per intascare un generoso gettone da conferenziere delle piste di sci”. Ora, ho riletto più volte il passaggio ma non mi è chiaro dov’è che Telese alluderebbe a ciò per cui Renzi ha avviato un’azione civile contro TPI.
Matteo Renzi fa il conferenziere internazionale ben pagato da tempo (attività interrotta per il Covid), la definizione “gettone” è lecita e non è certo sinonimo di “bustarella”, non si capisce in quale passaggio si adombrerebbe che ci sia qualcosa di illecito nell’andare a sciare tra una foto e una conferenza pagata. L’articolo allude ad una questione di opportunità, al limite, ed è un tema che si è a lungo dibattuto in quei giorni, ma questa è un’altra storia. Ed è una storia che rientra nel diritto di critica, per cui forse non si scomodano i tribunali.
Ora, quando qualcuno avvia una causa civile, per la controparte non c’è modo di scampare all’iter giudiziario. Non è come per le azioni penali, in cui un giudice può archiviare perché la querela è debole, fessa o pretestuosa, come spesso capita in sorte ai giornalisti, senza avviare alcun processo. Nel civile la mediazione (obbligatoria) ha un costo di soldi e di energie. Se la mediazione non va in porto (si media se si crede di aver torto o se comunque non si vuole andare in causa), si passa al processo civile. Che dura anni. Che è dispendioso. Se vinci, chi ti ha fatto causa deve pagarti le spese, è vero, ma intanto hai avuto una grana per anni.
Matteo Renzi questo lo sa. E da anni ha iniziato la sua personale (e legittima, per carità) battaglia nei confronti dei suoi detrattori o presunti detrattori a colpi di azioni civili che ha denominato “colpo su colpo” con tanto di hashtag roboante e comunicati trionfali quando fa causa a qualcuno. Proprio ieri è tornato sul tema. Il Pd ha annunciato di aver ritirato le cause da lui intentate contro Grillo e lui ha commentato: “Prendo atto che il Pd ritira le cause contro Beppe Grillo. Rispetto la scelta, anche se mi dispiace per i militanti: querelando Grillo – a nome del Pd – intendevo difendere l’onorabilità dei volontari, volgarmente accusati non solo sui social. Per quello che invece mi riguarda personalmente non intendo ritirare nessuna azione civile avanzata contro Beppe Grillo e contro Il Fatto Quotidiano”.
Le sue cause non c’entravano nulla, ma le ha ricordate, come a dire che la scure incombe sulla testa di chi, secondo lui, lo diffama. A fine luglio, Matteo Renzi e il consigliere regionale del Lazio ex Cinque Stelle Davide Barillari avevano fatto una strana pace su Twitter. Barillari aveva chiesto scusa a Renzi per aver esagerato nei suoi confronti con un tweet, Renzi aveva scritto “Prendo atto delle scuse”. Anche questo happy end era frutto non di una telefonata di chiarimenti, ma di una transazione legale. A quanto pare, a Barillari il tweet in cui aveva criticato Renzi è costato una somma da dare in beneficenza e le scuse pubbliche. Insomma, ha preferito risparmiarsi una causa civile lunga e dispendiosa.
Ma Matteo Renzi ha avviato azioni civili anche nei confronti de l’Espresso per l’inchiesta sulla sua villa, contro Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera per la questione della Fondazione Open, contro Michela Murgia per aver commentato la vicenda della villa su Radio Capital e in quest’ultimo caso tenendo però stranamente fuori il gruppo Gedi. Ha querelato anche La Verità di Belpietro per rivelazione di segreto bancario.
Riguardo le cause civili, lui stesso ha ammesso candidamente di non ricordare più quante ne ha fatte, ma in un post su Facebook del 2019 ne cita qualcuna: “I primi dieci atti formalmente predisposti oggi -sono contro: 1) Piero Pelù per avermi definito in diretta TV al concertone ‘boy-scout di Licio Gelli’; 2) Marco Travaglio per le immagini offensive in uno studio TV; 3) Il Fatto Quotidiano per avermi attribuito la realizzazione di leggi ‘ad cognatum’; 4) la giornalista Rai Costanza Miriano per aver sostenuto che i bambini morti in mare sono morti per colpa ‘di un porto aperto da Renzi’; 5) lo chef Vissani per avermi definito ‘peggio di Hitler’; 6) la giornalista D’Eusanio, per avermi insultato in TV; 7) il ministro Trenta e la senatrice Lupo, per le dichiarazioni sull’aereo di Stato; 8) Il Corriere di Caserta per un editoriale ancora sull’aereo di stato; 9) Panorama, sulla vicenda Paita – alluvione di Genova; 10) chi mi ha accusato di essere un ladro per la vicenda banche”.
Ha poi querelato Nicola Porro e naturalmente, un numero impressionante di volte, il suo più grande nemico, il Fatto Quotidiano. Addirittura, è già iniziata la causa civile per due oggetti che Marco Travaglio aveva alle sue spalle, sulla libreria, durante un collegamento con il programma tv Tagadà: la carta igienica con la faccia di Renzi stampata sopra e una cartolina con l’immagine di Renzi, un segnale di pericolo e delle feci (il padre Tiziano ne ha vinte due col Fatto e perse 4). E di cause, al Fatto, Renzi-figlio ne avrebbe fatte 16 in 8 mesi. Nessuna giunta a sentenza.
Insomma, un lavoro mostruoso per gli avvocati e per i tribunali, e non solo. Un lavoro che non sappiamo ancora cosa frutterà, perché se, come nel caso del padre di Renzi, per quattro volte i giudici dicono che i giornali hanno svolto con correttezza il proprio lavoro e vieni condannato a risarcire le spese legali, vuol dire che per quattro volte hai scomodato tribunali per nulla, hai sottoposto i giornalisti a pressioni enormi e in maniera ingiusta. Il brutto vizio di Renzi, in fondo, è questo. Quello di parlare di “cause” che deve ancora vincere o che al limite ha vinto qualcun altro con il tono della vendetta.
“Il tempo è galantuomo”, “Colpo su colpo”, “L’assegno lo incornicio” e così via, mentre siamo in attesa di sapere come comunicherà, e con che registro, le cause che eventualmente non vincerà. Ma soprattutto, quello che non sfugge, è che in questo enorme mappazzone di mediazioni, lettere, buste verdi e post su Facebook, tutto è legittimo, molto è discutibile. Discutibile la causa per un rotolo di carta igienica con la sua faccia (io tantissimi anni fa avevo quella con la faccia di Einstein e giuro che non era una presa di posizione contro la fisica), e quella forse fa parte di un pacchetto più ampio di rese dei conti contro Il Fatto, ma ancora più discutibile quella nei confronti di TPI.
Che va a colpire, comunque vada, una testata online che non ha finanziatori dichiarati o occulti, che a Matteo Renzi ha sempre dedicato ampio spazio con equilibrio, interviste e pareri diversi, non solo sferzanti, che se dovesse affrontare tutti i giorni cause civili come questa, in cui neppure si è scritto quel che si è accusati di aver scritto, morirebbe in breve tempo. E se morisse, a pagare sarebbero i giovani giornalisti che a TPI lavorano.
E proprio “giovane” è una parola molto cara a Matteo Renzi. Ha detto che voleva insegnare a fare politica ai giovani, e poi il bonus giovani, la Leopolda per i giovani, il gruppo Millennials e così via, perché scomodare la parola “giovani” quando si fa politica, è sempre utile alla propaganda. Quando invece si intraprende la strada del colpo su colpo e la politica è ormai sullo sfondo, può capitare di sparare un colpo anche su quei giovani che un tempo erano linfa e opportunità.
È con questo spirito che TPI si batterà in tribunale. Non solo per difendersi da un’accusa ingiusta e da una richiesta danni altrettanto ingiusta, ma per permettere a quei giovani che compongono la redazione di TPI di imparare una lezione importante, e cioè che, quando si sbaglia, si paga e si fa un passo indietro. Quando si fa il proprio lavoro con correttezza, non si indietreggia. Neppure se dall’altra parte c’è Matteo Renzi con il suo stuolo di avvocati e l’hashtag ringhioso #colposucolpo.
RENZI HA CHIESTO 100MILA EURO ANCHE A PAOLO BECCHI
Da https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/come-si-salva-salvini-becchi-39-39-basta-puntare-solo-vecchio-tema-244075.htm
(…) Renzi ha strappato quello che voleva e ha pagato pegno votando per mandare a processo Salvini. Spero che per questa battuta Renzi non mi chieda altri centomila euro di risarcimento del danno per aver messo in discussione la sua immagine. Ma non è di lui che mi occupo. Politicamente Renzi è un uomo finito (…)
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Guida alle alternative etiche su Twitter: Come (e perché) evitare Twitter

le alternative a twitter
Non importa quanto attentamente curate la vostra esperienza, molte persone concordano sul fatto che Twitter può essere malsano per la maggior parte delle persone coinvolte. È probabilmente il posto più facile da trovare online, nonostante sia visto come un’alternativa più tranquilla a Facebook quando è stato rilasciato per la prima volta nel 2006.
I loro introiti pubblicitari continuano a salire e nel primo trimestre del 2019 hanno registrato 330 milioni di utenti in tutto il mondo.
Se state pensando di lasciare il sito, abbiamo preparato una guida con alcune delle migliori alternative etiche a Twitter, così come le ragioni per cui è intelligente limitare il suo utilizzo.
Le origini di Twitter
Sembra che Twitter sia in circolazione da sempre, ma la maggior parte delle persone di età superiore ai 30 anni si ricorderà di averlo visto a metà degli anni 2000. Inizialmente era visto come un luogo di chat e aggiornamenti senza senso, e si potrebbe sostenere che poco è cambiato nel decennio successivo.
Il co-fondatore di Twitter Jack Dorsey ha infine spostato il servizio online da una piattaforma basata su SMS, da dove proviene il limite originale di 140 caratteri. La base di utenti ha continuato a crescere, pur non riuscendo a realizzare un profitto trimestrale fino alla fine del 2017. Vale la pena notare che hanno deciso di smettere di condividere mensilmente il numero di utenti attivi, il che potrebbe indicare un graduale declino.
La fase di sviluppo è stata piuttosto oscura, dato che nel 2005 è stato formato un team per lavorare sull’app Odeo incentrata sui podcast. Apple ha posto fine a tutto questo grazie ad iTunes che compete nello spazio podcast, quindi è stato necessario un nuovo prodotto in tempi brevi.
Dorsey ha ideato l’idea per Twitter, e il CEO di Odeo Evan Williams ha riacquistato azioni dagli investitori originali dopo avergli inviato una lettera in cui si diceva:
“A quasi due mesi dal lancio, Twitter ha meno di 5.000 utenti registrati. Continuerò a investire in Twitter, ma è difficile dire che questo giustifica l’investimento di rischio — soprattutto perché quell’investimento era per un mercato completamente diverso”.
Dopo cinque anni, l’azienda valeva mille volte l’investimento iniziale di 5 milioni di dollari. Anche se gli utenti continuano a pubblicare barzellette e video per gatti, ora è un terreno fertile per più argomenti.
Può ancora essere una piattaforma utile, con la capacità di risolvere problemi in tempi di emergenza, o semplicemente di comunicare con persone in tutto il mondo. L’ottantacinque per cento degli utenti di piccole e medie imprese si affidano a Twitter per fornire un servizio clienti, evidenziando il potenziale che ha quando viene utilizzato in modo significativo.
7 motivi per evitare Twitter Ci sono un mucchio di ragioni per cui è meglio evitare Twitter, se possibile. Qui ci sono sette degli argomenti più convincenti per cui vale almeno la pena di ridurre il tempo che trascorrete sul sito:
1. Trolling e frasi di odio
Tanto vale cominciare da uno dei maggiori problemi sui social media. Il trolling può colpire chiunque, dalle celebrità ai bambini, ed è solo peggiorato con la crescita della piattaforma. Discuteremo di trolling sponsorizzato dallo stato qui sotto, ma anche i singoli individui che parlano di odio sono un problema per il sito. Le donne sono particolarmente colpite, mentre la razza e la sessualità sono anche fattori.
Amnesty International e Element AI hanno scoperto che le donne di colore sono state prese di mira in modo sproporzionato, un tweet su dieci che menzionano donne nere è abusivo o problematico, rispetto a uno su quindici per le donne bianche.
Il dieci per cento potrebbe non sembrare tanto, ma diventa moltissimo quando viene scalato fino a corrispondere alle dimensioni attuali di Twitter. Ciò che è ancora peggio è che il sito stima che meno dell’1% di tutti gli account sono segnalati per abuso. Sicuramente questo rende l’esperienza peggiore per l’altro 99% degli utenti.
Tutto, dal razzismo casuale alle minacce di morte e sembra impossibile per Twitter fermare tutto.
Nonostante l’annuncio di utilizzare una combinazione di strumenti, politiche e processi non specificati per arginare l’abuso, questo ha portato a un calo complessivo delle segnalazioni solo dell’8%. È chiaramente un passo nella giusta direzione, ma questa è una scarsa consolazione.
Le piattaforme di social media alternativi non consentono alcun discorso di odio e possono essere curate attentamente per rimuovere i troll.
2. Spam e account falsi
Twitter è sinonimo di spam, da account per adulti a risposte confuse e senza senso. Non appena ti iscrivi puoi aspettarti di essere inondato di followers e richieste da parte di account fasulli che stanno cercando di vendere qualcosa o altro, e lo stesso vale per le risposte ai tweet. Per ora, la risposta migliore è quella di bloccare e segnalare il mittente, o utilizzare filtri sul feed principale.
Non è difficile identificare la maggior parte degli account falsi, ma stanno cominciando a diventare più sofisticati a causa del tempo e dello sforzo speso per affinare i loro metodi nel corso degli anni. Tuttavia, il sito ha fatto uno sforzo per arginare la marea di falsificazione.
Twitter ha risposto limitando il numero di account che è possibile seguire ogni giorno, da 1000 a 400. All’inizio del 2018, hanno anche limitato “la capacità degli utenti di eseguire azioni coordinate su più account”. Twitter ha vietato l’uso di “qualsiasi forma di automazione per pubblicare contenuti identici o sostanzialmente simili”, il che aiuta a impedire che le stesse cose appaiano sulla vostra linea temporale. Indipendentemente da ciò, gli account falsi abbondano ancora sulla piattaforma.
3. Fake News
Notizie finte. La maggior parte di noi non ha quasi mai abbastanza tempo per cliccare sui link, e la natura sensazionalizzata della vita reale rende facile credere a quasi tutto.
Le notizie false vanno bene sui social media perchè facilmente fruibili. Infografiche, immagini e citazioni sono ampiamente condivise, e ci vogliono solo due secondi per ritweettare qualcosa se si adatta alla tua visione del mondo.
Uno studio del 2018 condotto da un trio di studiosi del MIT ha studiato la velocità con cui le notizie false si diffondono su Twitter. Hanno scoperto che le notizie false viaggiano più rapidamente delle notizie reali, fino a sei volte più velocemente. Piuttosto che i bot, hanno scoperto che sono stati gli account unici che hanno fatto la maggior parte della condivisione e del retweeting, specialmente quando si trattava di argomenti politici. Hanno scoperto che “le notizie false hanno il 70% di probabilità in più di essere ritweeted rispetto alle storie vere”.
In altre parole, la maggior parte di noi condivide e ritweeta ciò che vogliamo sentire. Una citazione erroneamente attribuita a Mark Twain afferma: “Una bugia può viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta mettendo le scarpe”. Questo sembra certamente vero per i social media.
La diffusione di notizie false è spesso fatta da individui, e vale la pena ricordare che gran parte di ciò che vediamo sui social media rappresenta estremi, pubblicati da persone con programmi chiari. Sta accadendo anche su una scala più ampia, con i governi che cercano di influenzare l’opinione pubblica sui fatti di attualità. Twitter ha recentemente rivelato “un’importante operazione di informazione sostenuta dallo Stato, incentrata sulla situazione a Hong Kong, in particolare il movimento di protesta e le loro richieste di cambiamento politico”.
Hanno scoperto che 936 testimonianze dalla Cina “stavano deliberatamente e specificamente cercando di seminare discordia politica a Hong Kong, anche minando la legittimità e le posizioni politiche del movimento di protesta sul campo”.
Twitter è un terreno di coltura ideale per molti tipi di disinformazione, e la piattaforma stessa riconosce il lavoro degli agenti sostenuti dallo Stato. Questo può anche diffondersi al di là della politica, alimentando cospirazioni e altre teorie ai margini. Uno studio del 2018 sull’American Journal of Public Health ha esaminato l’impatto di “Twitter bots and Russian trolls” sul dibattito dei vaccini. Hanno concluso:
“Mentre i bot che diffondono malware e contenuti non richiesti diffondono messaggi anti-vacino, i troll russi promuovono la discordia. Gli account che si mascherano da utenti legittimi erodendo il consenso pubblico sulla vaccinazione”.
È facile collegare le cose insieme su Twitter, creando una falsa narrazione nonostante le misure che la piattaforma di social media è riuscita a mettere in atto. Il modo più semplice per evitarlo è quello di allontanarsi completamente da Twitter, e potreste rimanere sorpresi dalla differenza di umore.
4. Scarsa visibilità ed effetto “urla al vento”
Da una prospettiva di marketing, gli annunci pubblicitari tendono ad avere scarsa visibilità rispetto ad altre alternative di social media. Si tratta di un problema in quanto i contenuti possono perdersi tra il flusso infinito di aggiornamenti, il che non porta ad altrettanti click e acquisti da parte dei clienti a meno che non si sappia realmente cosa si sta facendo. Molti marchi hanno ora una “personalità”, usando i memi per attirare l’attenzione sui loro prodotti.
La piattaforma è ideale per fornire un servizio clienti istantaneo e ogni azienda dovrebbe avere una qualche forma di presenza sui social media. Tuttavia, come utente, si ha la sensazione di essere costantemente attrato a comprare qualcosa mentre si scorre verso il basso, e gli annunci sono diventati sempre più presenti.
La maggior parte delle persone non hanno il gran numero di seguaci delle aziende, portando a un minor numero di risposte medie ai tweet. Può sembrare di urlare al vento, difficile trovare un coinvolgmento o essere costantemente divertenti o scioccanti. Per la maggioranza, i tweet passano per lo più inosservti, quindi è spesso come un diario online che nessuno si preoccupa di leggere.
5. Dipendenza e visione col paraocchi
I social media creano dipendenza e Twitter non fa eccezione. Ogni like o retweet dà all’utente una ricompensa piacevole, una dose di dopamina che riceverai da qualsiasi ricompensa, e il nostro stile di vita può cambiare quando iniziamo a rafforzare il comportamento con un uso prolungato. Ecco perché un numero significativo di utenti sembra essere su Twitter 24 ore su 24, 7 giorni su 7 giorni su 7, rispondendo costantemente a una raffica di tweet. Questo può portare a un sovraccarico di informazioni e l’utente può essere desensibilizzato al contenuto che sta consumando così rapidamente.
Una ricerca di Anxiety UK suggerisce che i giovani che trascorrono più di due ore al giorno su siti di social network come Facebook, Twitter o Instagram hanno maggiori probabilità di segnalare una cattiva salute mentale, compreso il “disagio psicologico”. Se vi sentite giù, potrebbe essere meglio allontanarsi per almeno una settimana o giù di lì.
Se non si seguono persone con una varietà di punti di vista politici, è facile avere una visione col paraocchi quando si tratta di certi problemi. Twitter è particolarmente colpevole in questo. Ci sono piattaforme migliori se si vuole effettivamente avere una discussione, elencheremo di seguito alcune delle migliori piattaforme etiche.
6. Privacy
Twitter ammette liberamente di raccogliere tutti i tipi di dati dall’utente medio, ed è probabile che sia più di quanto ci si possa aspettare. Utilizzano i DM per “mostrare contenuti più rilevanti”, e raccolgono dati esterni aggiuntivi da società terze e siti web con integrazione di Twitter per profilare ulteriormente gli utenti a fini pubblicitari.
È possibile disattivare alcune raccolte di dati nel menu Privacy e sicurezza quando si è connessi. Nella pagina Personalizzazione e dati è meglio disattivare tutto.
In passato hanno anche avuto problemi con la protezione dei dati. Le password sono state trovate per essere state memorizzate in forma di testo normale a causa di un bug nel maggio 2018, mentre un altro bug ha permesso agli sviluppatori di leggere i messaggi diretti privati degli utenti nel settembre dello stesso anno. I difetti sono sconvolgenti se si considera la dimensione dell’azienda e l’impegno a mantenere i dati per sé stessi.
Anche Twitter in passato non è stato in grado di rispettare le linee guida del General Data Protection Regulation (GDPR), rifiutando di consegnare le informazioni al ricercatore sulla privacy Michael Veale dopo aver chiesto tutti i dati che avevano su di lui nel 2018. Questa è stata la prima indagine che hanno affrontato sul rispetto delle norme sulla privacy di GDPR.
7. Deplatforming
Rilasciato nel 2016, il “filtro di qualità” di Twitter ha lavorato per rimuovere contenuti come “Tweet duplicati o contenuti che sembrano essere automatizzati” dalle linee temporali. In maniera tipica, non hanno mai rilasciato dettagli su come hanno determinato il valore del contenuto, o su cosa avrebbe causato la segnalazione. Nel luglio 2019, il sito ha deciso di rimuovere la funzione Filtro di qualità in quanto “confusa” per molti utenti.
Recentemente hanno rimosso un certo numero di personalità estreme e testate giornalistiche, ma solo dopo aver violato i termini e le condizioni in qualche forma. Dorsey ha negato che la sua piattaforma era politicamente selettiva. Le società di social media stanno censurando i punti di vista e cancellando gli account in modo casuale, spesso in risposta alle maree politiche piuttosto che alle violazioni delle regole, giocando efficacemente il ruolo di giudice e giuria con i nostri diritti.
Alternative etiche a Twitter:
E’ difficile eguagliare le dimensioni dell’audience di Twitter. Quasi tutti hanno un account, anche se poco utilizzato, con molte persone obbligate a mantenerne uno aperto per lavoro o per impegni sociali.
Abbiamo stilato una lista di alternative etiche su Twitter se si è pronti a fare lo switch, anche se nessuna si avvicina per dimensioni. Potrebbero avere un aumento del numero di utenti, quindi provate a portare con un amico o più amici!
Mastodon
mastodon — alternativa a twitter
Questa è la prima alternativa etica nella nostra lista. Mastodon è cresciuto a un ritmo incredibile dopo il suo rilascio nel 2016, promettendo di essere un social network più amichevole rispetto a quello a cui siamo abituati. È open-source e decentralizzato, e a prima vista assomiglia molto a Twitter. Mastodon è diviso tra migliaia di siti web, ognuno dei quali serve al proprio scopo per una comunità dedicata. Non vendono dati utente e il limite di caratteri è di solito di 500 per post, che sono chiamati “toots”.
Movin
mivim, un twitter alternativo
Movim (My Open Virtual Identity Manager) è un’altra opzione open-source, con l’aggiunta del bonus di utilizzare XMPP per la comunicazione. Questo significa che puoi chattare con altri utenti XMPP, che non dovranno necessariamente usare Movim. È cresciuta rapidamente con la scomparsa di Google+, quando gli utenti si sono accorsi all’applicazione incentrata sulla privacy.
Disponibile su dispositivi iOS, Android e desktop, con molte buone caratteristiche. È decentrata e non ci sono annunci sulla piattaforma. Puoi parlare con gli amici, controllare le ultime notizie o trovare una comunità a cui aderire. Hanno anche un piccolo account Twitter.
Micro.blog
Micro.blog è visivamente simile a Twitter, anche se manca di alcune delle caratteristiche appariscenti che ci aspettiamo dal gigante dei social media. Ha ancora una strada da percorrere, ms Micro.blog ti permette di pubblicare brevi messaggi simili a Tweet e offre risposte, conversazioni e una linea temporale per seguire i tuoi amici.
La piattaforma è stata progettata, fin dall’inizio, per prevenire abusi e molestie e puoi controllare le linee guida della community per saperne di più sulla funzione Safe Reply che funziona per prevenire messaggi abusivi da parte di persone che non segui.
Aether
l’ alternativa aether, un twitter alternativo
Simile nello stile a Reddit, Aether è ottimo se si desidera connettersi con persone che la pensano allo stesso modo. A differenza di Reddit o Twitter, i contenuti scompaiono dopo sei mesi e le comunità sono libere di eleggere i propri mods e leader. Si tratta di un progetto più piccolo, sono ancora da rilasciare le applicazioni mobili, attualmente gira su Windows, Mac e Linux. Le azioni dei moderatori sono anche trasparenti e aperte a tutti gli utenti, il che dovrebbe aiutare a rendere felice la comunità. Viene fornito con la modalità scura come opzione predefinita, ed è possibile unirsi (o creare) nuovi gruppi facilmente. Non ci sono molti difetti, e migliorerà solo con il tempo.
Scuttlebutt
Scuttlebutt
Scuttlebutt è “una piattaforma sicura”, che richiede un po’ di tempo per abituarsi. Il nome deriva da un vecchio termine di navigazione per pettegolezzi, dandovi un’idea più precisa di ciò per cui è generalmente utilizzato.
E’ open-source, e usa applicazioni esterne per leggere i messaggi. Il più popolare è Patchwork, che può essere utilizzato sia off- che online. Una FAQ aiuta a spiegare la sua terminologia, così come il suo funzionamento in termini profani.
Come fermare il tracciamento che fa Twitter su di te
E ‘un dato di fatto che Twitter tiene traccia di tutto, dai tweet, retweet, posizione, lingua e seguaci per costruire un profilo utente per la vendita di annunci pubblicitari. L’Informativa sulla privacy di Twitter afferma anche che essi controllano il tuo indirizzo IP e il tipo di dispositivo, i contenuti che hai letto, “e altre informazioni per determinare quali argomenti ti interessano, la tua età, le lingue che parli e altri segnali per mostrarti contenuti più rilevanti”.
Se non l’hai indovinato, raccolgono molti dati personali e non devi nemmeno essere su Twitter per essere compromesso. Ricevono determinate informazioni quando si utilizzano i nostri servizi o altri siti web o applicazioni mobili che includono i nostri contenuti, e da terzi, compresi gli inserzionisti”. Questo include i moltissimi siti web che si sono integrati con Twitter.
Il sito di social media è stato in grado di realizzare un profitto grazie alla sua capacità di vendere spazi pubblicitari, considerando la quantità di dati che accumulano. Negli ultimi anni stanno facendo più soldi con meno utenti attivi, il che dà un’indicazione di quanto bene tracciano le persone e di come monetizzare i dati risultanti. Dovrai evitare completamente la piattaforma per ottenere i migliori risultati, ma, che tu sia connesso o meno, essi raccoglieranno comunque i dati mentre il tuo account è attivo.
Vale anche la pena di provre un’estensione del browser come Privacy Badger per tenere a bada alcuni dei tracker.
Cancellare il tuo account è solo il passo successivo, e se non sei sicuro di cosa fare, abbiamo fornito una guida rapida qui sotto.
Chiudere il tuo account Twitter
Non è così difficile come Facebook, ma dovrete comunque aspettare se volete chiudere definitivamente il vostro account Twitter. Ecco una rapida guida passo dopo passo per l’eliminazione dell’account sul sito desktop.
Accedi e clicca su Impostazioni e privacy nel menu a discesa sotto il tuo profilo.
Vai alla scheda Account e clicca su Disattiva il tuo account.
Clicca su Disattiva @nomeutente e inserisci la tua password.
Confermare facendo clic su Disattivare l’account un’ultima volta.
Se sei in ansia per la cancellazione di Twitter, gli account disattivati possono essere riattivati entro trenta giorni accedendo al servizio con le tue credenziali. Non sarai in grado di farlo dopo che il periodo è scaduto, in quanto inizieranno a cancellare i tuoi dati, ma sperano che tu cambierai idea prima di allora.
from https://medium.com/@twitter_italia/guida-alle-alternative-etiche-su-twitter-come-e-perch%C3%A9-evitare-twitter-ce88ac50cb36?source=rss-ec3739ae0f6b------2 via Twitter Italia
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Oggi verrà presentato il film “La paranza dei bambini” tratto dal bel romanzo di Roberto Saviano. Lui ha stesso ha sottolineato in maniera come provocatoria investa sui giovani. Ieri un altro uomo che investiva sui giovani, El Chapo Guzman, capo del cartello criminale di Sinaloa in Messico, ritenuto peggiore anche del più famoso Pablo Escobar, è stato condannato al carcere a vita a New York. Tutte le organizzazioni criminali hanno sempre puntato sui giovani. Corrado Alvaro, l’autore di Gente in Aspromonte, ha scritto una cosa molto importante: “La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile.” Io ci vedo un legame fra queste due cose. Forse perché penso e spero che queste due bambine possano “prendere la luna” senza rubarla a qualcun altro e rispettando se stesse. Forse mi illudo e magari sono stato troppo pesante. Quindi #buongiorno e scusate #ildisturbo #storytelling #blogger #saviano #citazioni #laparanzadeibambini #cinema #instagood #bambini #giovani #youth #children #moon #luna #dream #quotes #alvaro #instagram #elchapo #narcos #instalike #instagram https://www.instagram.com/p/Btz24tyhMaC/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=qmxvq91b3rf1
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