#ciabattino
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" «Tu, vieni con me!», intimò una guardia di sicurezza in borghese a mia madre. «Perché?». «Lo sai benissimo perché!». La trascinò per il braccio facendola sfilare lungo la coda infinita delle casse, i pantaloni di tre taglie più grandi, su cui inciampava a ripetizione per tenere il passo dell'uomo. Ci spintonò dentro a quello che sembrava più uno sgabuzzino che un ufficio. Il capo della sicurezza era già lì a darci il benvenuto, le sue lenti da vista appoggiate pigramente sulla testa grassa e pelata. «Mia mamma non ha fatto nulla. Perché ci avete portato qui?». La guardia che ci aveva trascinato nel cubicolo strappò la borsa dalle mani di mia madre. Lei oppose resistenza, ma lui la lanciò immediatamente al capo. Senza mai toglierci lo sguardo di dosso, il ciccione ne estrasse un tubetto di fondotinta già parzialmente rimosso dalla confezione di plastica. Ce lo sventolò sotto gli occhi con fare derisorio e schioccò la lingua per esprimere disapprovazione. La donna che mi aveva predicato l’onestà fino a vomitare, a quanto pare era una ladra. Peggio, aveva scelto di rubare il fondotinta più economico del negozio, neanche lontanamente vicino al suo colore, perché in Italia cosmetici per neri non esistevano. Ma i veri ladri erano loro.
Il nuovo centro commerciale aveva già risucchiato la vita delle maggiori attività indipendenti della valle. Ci erano riusciti esibendo la crème de la crème della cucina italiana: risotti scotti e patate troppo unte, verdure bagnate di sale e spruzzate di pesticidi insieme a banane più verdi delle lattughe. La rete di consegna del pane caldo fatto a mano collassò quasi subito. Per risparmiare pochi spiccioli, papà fu uno dei primi traditori a surgelare lotti di pane dal centro commerciale, per poi scongelarli giorno per giorno. Prima ci avventuravamo fino a Celadina per comprare la carne direttamente dal macellaio di fiducia, col grembiule sempre macchiato di sangue. Adesso caricavamo nel carrello polpette ibride e bistecche impanate precotte. Fu poi il turno della pizza. Quella calda e filante sfornata dal forno a legna del nostro pizzaiolo fu sostituita da quella congelata e smunta di una nota marca. E quel poco che avevamo risparmiato nell'affare del diabolico centro commerciale, lo perdevamo ogni volta che c’impilavamo mozzarella e prosciutto, nel tentativo di imbellire la pizza precotta e di renderla mangiabile. Il colosso aziendale aveva fatto piazza pulita, distruggendo quei piccoli riti quotidiani che tessevano la rete di un’intera comunità. Famiglie che facevano giornalmente avanti e indietro dalla lattaia, dal panettiere, in merceria, dal sarto, dal ciabattino. Scambiando due chiacchiere con Giulio, mentre suo figlio ci metteva una vita a tagliarti una fetta di salame. O facendo gossip con Marino, il sarto che non osava sollevare un ago prima di metterti un bel bricco di caffè sul fornello. Adesso se n’erano andati tutti, un’intera generazione di disoccupati. Le strade del centro divennero un deserto. Al loro posto, estranei monitoravano il nuovo centro commerciale attraverso telecamere di sicurezza. "
Marilena Umuhoza Delli, Negretta. Baci razzisti, Red Star Press (collana Tutte le strade), 2020. [ Libro elettronico ]
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23 agosto 1927: Sacco e Vanzetti giustiziati da innocenti in America
Il 23 agosto del 1927 Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti furono fatti sedere sulla sedia elettrica e giustiziati per un duplice omicidio che non avevano commesso. I due italiani aderivano al movimento anarchico e sostenevano le battaglie operaie, solo dopo 50 anni fu ristabilita la verità
Il 23 agosto del 1927 la sedia elettrica poneva fine alle vite di questi emigrati italiani, un ciabattino e un pescivendolo, ingiustamente accusati di un duplice omicidio durante una rapina in un calzaturificio.
La loro tragica vicenda ha inizio nel 1920, durante una manifestazione operaia, i due venivano fermati in possesso di pistole e degli appunti. Sacco e Vanzetti per le loro idee anarchiche, il loro status di emigrati appartenenti al movimento operaio, erano i perfetti “agnelli sacrificali” da immolare sull’altare della giustizia americana del tempo.
Inoltre con il loro arresto veniva lanciato un monito ai movimenti popolari dell’epoca, considerati un pericolo per la stabilità degli U.S.A. A nulla valse la confessione del gangster Celestino Madeiros che scagionava Sacco e Vanzetti, così come non contribuì alla loro scarcerazione la mobilitazione popolare a loro favore. Con un processo fazioso (il giudice più volte li definì bastardi), portato avanti con metodologie gravemente erronee e ingiuste, il foggiano e il cuneese, venivano condannati alla pena capitale.
Solo nel 1977 il Governatore del Massachussetts, Michael Kukakis, ammetteva l’errore giudiziario commesso cinquantanni prima, quando venivano uccisi nella giornata d’estate del 23 Agosto del 1927 due innocenti: Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti
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La storia delle persone è fatta di lacrime, qualche sorriso, piccole gioie e un grande dolore finale.
José Saramago, da Il ciabattino prodigioso
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Un mestiere per le mani (anzi, per i piedi)
Tutte le più grandi multinazionali sono partite da un garage, nel nostro garage c'erano le scarpe risuolate dal nonno che esercitava il mestiere di ciabattino (ma era anche calzolaio, si faceva le scarpe da solo), ad averci creduto di più potevamo diventare la Reebook o la Nike, vedi cosa significa non avere la mentalità? Il grosso del business erano i tacchi, erano i primi a consumarsi, di lato, a seconda del difetto di postura, nonno ritagliava una mezzaluna di gomma spessa mezzo centimetro, la pareggiava, la incollava con una colla gialla e gommosa e poi rivettava tutto attorno con i chiodini. I tacchetti a spillo erano i più insidiosi, spesso toccava cambiare non solo la gomma ma anche tutto il fusto del tacco perché il legno si era rovinato e non teneva più il chiodino. Sì, perché una volta i tacchi erano fatti di legno. Poi sono arrivate le scarpe di plastica e ti saluto business della risuolatura, lì non siamo stati abbastanza veloci noi, avremmo dovuto aprire un laboratorio in Vietnam e far lavorare i poveri per noi, come hanno fatto Nike e Apple. Se non fosse arrivata la globalizzazione è molto probabile che avrei seguito le orme di famiglia e adesso sarei qui a risuolare scarpe, che tutto sommato non è nemmeno un brutto mestiere, e invece sono diventato un disegnatore con manie filosofiche ormai inutile per tutti i mestieri. Se avessi deciso di fare scarpe sarebbe nata gente senza piedi.
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Canto d'Inverno./08
Non ne poteva davvero più. Non ne poteva più del ciabattino, del fornaio, dei banchieri… in particolar modo dei banchieri. Per non parlare di quella sera in cui aveva provato, e sul serio, ci aveva provato, ad inserirsi. Era una serata di giochi, di frivolezze, ma sarebbe avvenuta in un casupolo piuttosto distante. Nessuno, però, poteva chiedere al proprio genitore di passare a prenderlo col…
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7 ago 2023 18:45
DAGONOTA – PECCATO CHE JOHANN JOACHIM WINCKELMANN NON ABBIA AVUTO ANCH’EGLI UN PADRE BOIARDO DI STATO COME CHIARA GAMBERALE, CHE POTESSE SPEDIRE UNA LETTERA IN LATINO AL RE DELLE DUE SICILIE PER CHIEDERGLI DI CONSENTIRE AL FIGLIO DI IMBARCARSI SU UN VELIERO PER L’AMATA GRECIA – ADESSO ATTENDIAMO FREMENTI DA CHIARA UN “REISE NACH GRIECHENLAND” SU “SETTE” – CERTO, COME RACCONTO DELL’ESTATE IL VIAGGIO DELLA FIGLIA DI PAPÀ DOVRÀ SFIDARE L’INSUPERABILE “VIAGGIO A FOGGIA” DI ALAIN ELKAN… -
DAGONOTA
Peccato che Johann Joachim Winckelmann non abbia avuto anch’egli un padre boiardo di Stato come Chiara Gamberale, almeno un padre alto funzionario di corte che potesse spedire una lettera in latino al re delle Due Sicilie o a un barone inglese per chiedergli di consentire al figlio di imbarcarsi su un veliero per l’amata Grecia.
Rien à faire, malheureusement, faceva di mestiere il ciabattino a Stendal e non aveva neanche potuto far studiare il figlio che, grazie ai preti e al suo talento divenne l’erudito più colto dei suoi tempi e il fondatore della storia dell’arte antica e il cantore del primato della cultura greca a partire dai “Gedanken über die Nachahmung der griechischen Werke”.
Ma nessun problema: a distanza di due secoli e mezzo ci potrà pensare la “scrittrice e giornalista” dalla carta d’identità strappata, Chiara Gamberale, a colmare la lacuna sulla conoscenza dell’antichità dovuta al mancato viaggio dello studioso tedesco.
Potendo godere di un papà ex boiardo che chiama per chiedere lumi sul mancato decollo della figlia causa ritardo del volo (una novità mai sentita), Chiara senza la figlia (ndr dopo averci smammolato nei precedenti libri sulla maternità) ha raggiunto l’amata Grecia e adesso attendiamo frementi un “Reise nach Griechenland” su “Sette”, il supplemento del “Corriere della Sera” diretto dalla femminista in borsetta Prada Barbara Stefanelli.
Certo, come racconto dell’estate il viaggio della figlia di papà dovrà sfidare niente po' po' di meno che l’insuperabile “Viaggio a Foggia” di Alain Elkan, pubblicato sul giornale del figlio. Insomma, siamo ai massimi sistemi dell’itinerario familistico, una periegesi tra cognomi e portafogli, un viaggio in treno o in aereo come allegoria del viaggio interiore o, meglio, anteriore, cioè ringraziando il papà boiardo o il papà rabbino. Solo il figlio del ciabattino non è riuscito a salpare… e poi non dite che i tempi sono cambiati.
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CHIESE DEL TERRITORIO DEDICATE ALLA MADONNA DEL CARMINE
La Cappella di Santa Maria del Carmine e del Monte Libano, anche nota come "Tempietto del Carmelo", era un piccolo luogo di culto cattolico della città di Roma (RM) nel rione Sant'Angelo, in piazza Costaguti. Si tratta di un antico e modesto luogo di culto che nel corso dei secoli ha mantenuto intatto il suo fascino e la sua autenticità. La Cappella venne costruita nel 1759 per interessamento dei devoti della Vergine Maria che abitavano nell'area e a protezione di un'icona di Santa Maria del Carmelo o del Monte Libano. Fu restaurata nel 1825, come ricorda l'iscrizione in parte leggibile sull'architrave: "Gloria Libani data est ei decor Carmeli et Saron / Ædificatum piorum elemosynis anno Domini MDCCLIX / iterum restaurata sumptibus ff. Fratellini an. sub. MDCCCXXV. (A lei è data la gloria del Libano e la bellezza del Carmelo e di Saron. Edificato con le elemosine dei pii nell'anno 1759 e successivamente restaurata accollandosene la spesa i Fratellini nel 1825)". Una lapide all'interno ricorda anche i restauri successivi, il primo a carico dei fedeli nel 1862 e il secondo nel 1876. Successivamente profanata, venne ristrutturata e restituita al culto nel 1892. Per lungo tempo, nel corso del XX secolo, il piccolo ambiente, oggi sconsacrato, fu occupato da un ciabattino, per poi cadere in abbandono. Venne poi recuperato dalla Sovrintendenza Archeologica e sottoposto a restauro conservativo nel 2005, su progetto di Arianna Cajano (funzionaria della Soprintendenza di Roma). Presso questa Cappella, sulla pubblica piazza, nelle prime ore della sera, si svolgevano le prediche forzate per gli ebrei del vicino ghetto. Il tempietto si presenta a pianta circolare, come un'edicola monumentale addossata alla facciata del retrostante edificio storico (il palazzo di Lorenzo Manilio), con pianta costituita dalla metà di un ovale; esso è coperto con semi cupola poggiante su sei colonne e due semicolonne tuscaniche in travertino, ornata internamente con stucchi che incorniciano la Colomba dello Spirito Santo e che proseguono anche sulla faccia inferiore dell'architrave. Non vi sono più tracce né dell'immagine mariana, né dell'altare. Per saperne di più: https://edicoladelcarmine.suasa.it/Roma4.html Per aggiungere informazioni: [email protected]
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Sacha Naspini "Villa del seminario", presentazione
“Maremma toscana, novembre ’43. Le Case è un borgo lontano da tutto. René è il ciabattino del paese. Tutti lo chiamano Settebello, nomignolo che si è tirato addosso in tenera età, dopo aver lasciato tre dita sul tornio. Oggi ha cinquant’anni – schivo, solitario, taciturno. Niente famiglia. Ma c’è Anna, l’amica di sempre, che forse avrebbe potuto essere qualcosa di più… René non ha mai avuto il…
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The film isnt even out in my country yet but the hype is high so heres my favourite character alteady
#the thief and th cobbler#cobbler#the thief and the cobbler fanart#il ladro e il ciabattino#ciabattino#fanart#traditional drawing
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[Reading order; left to right, occidental] Back in september there was an art contest on 151eg’s instagram account for the official italian release of The Thief and The Cobbler on his youtube channel, and I’m happy to say I was among the winners with this lil comic ;___; Hope you like it disgvnfiodssfmierafs
#the thief and the cobbler#tack the cobbler#princess yum yum#shipping#otp#i simp so hard#il ladro e il ciabattino#fanart#movie fanart#richard williams#i miss them#although I've watched the movie like three times already#the third time in theaters and it was so worth it#fan comic#doujinshi#manga#comic#comic page
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Hey guys, I don't usually do this but I just want to let other Italians know that there is going to be an adapted version in Italian of " The Thief and the Cobbler"!!! Completely free on YouTube!!!! This Saturday!!
For who doesn't know, it's an animated film created by Richard Williams that took him most of his life to create. Because of Richard's death last year, the film is not completely animated (just 15 minutes or so) but it's totally worth watching!!
The YouTube channel that will air the film is this (I hope it's the right link) and everything about it is explained in this video by 151eg (the person behind the italian adaptation)
Anyway this is the trailer so if you like cinema/animation or are just curious check it out!
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#the thief and the cobbler#il ladro e il ciabattino#richard williams#just italian things#animation#animated film#Youtube
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Guarda "The Entire "Il Ladro e il Ciabattino" movie but only Marco Merrino speaks" su YouTube
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#my post#il ladro e il ciabattino#the thief and the cobbler#italian dub#marco merrino#italian pride#Youtube
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Genuine Leather Handmade Shoes With Quality And Comfort
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Guarda "LA STORIA DEL FILM CHE LA DISNEY HA RUBATO" su YouTube
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#Il ladro e il ciabattino#151eg#Movie#Richard Williams#Doppiaggio italiano#Youtube#Disney#animetion#The Thief and the Cobbler
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È un vero peccato che stiano sparendo i mestieri di una volta:
- Il ciabattino.
- L'arrotino.
- Il vinaio.
- Quello che si faceva i cazzi propri.
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