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Carbonio: Fondamento della Vita e Pilastro della Natura. Il Carbonio e la sua Importanza per la Vita sulla Terra
Il carbonio, simbolo chimico C, è uno degli elementi più essenziali per la vita. Questo straordinario elemento è alla base di tutte le forme di vita conosciute e costituisce circa il 18% della massa corporea umana.
Il carbonio, simbolo chimico C, è uno degli elementi più essenziali per la vita. Questo straordinario elemento è alla base di tutte le forme di vita conosciute e costituisce circa il 18% della massa corporea umana. Senza il carbonio, la nostra esistenza, così come la conosciamo, sarebbe impossibile: non avremmo membrane cellulari, molecole di zucchero come fonte di energia, né il DNA che contiene…
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Alfred nobel 10 December 1896, Sanremo, Italy Alfred Nobel (1833–1896), Swedish inventor and philanthropist, is best known for inventing dynamite. His Nobel Prizes, established in his will, honor outstanding contributions in physics, chemistry, medicine, literature, and peace.
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Siamo il secondo paese industriale europeo, subito dopo la Germania. Ma gli italiani non lo sanno.
In alcuni settori d’eccellenza (la meccatronica e la robotica, la chimica fine, la farmaceutica d’alta specialità, le componentistica auto, la cantieristica navale da diporto, etc.) abbiamo posizioni da primato internazionale, ma per gran parte della nostra opinione pubblica è innanzitutto il turismo ad assicurare la ricchezza dei territori.
Siamo tra i cinque maggiori paesi esportatori del mondo, proprio grazie all’industria e a quella meccanica in prima linea, ma i cittadini per il futuro confidano negli alberghi e nelle opportunità del commercio, nello shopping.
“Dissonanza cognitiva” è il nome di questo fenomeno, un’opinione che fa a pugni con la realtà di fatti e dati. Detta in altri termini, l’Italia non sa bene chi è e come si produce la sua ricchezza e dunque non ha una fondata idea di dove andare.
L’industria scivola ai margini dell’immaginario collettivo, occupa un ruolo periferico nella rappresentazione sociale dello sviluppo. (...)
Ecco il punto: l’Europa può continuare a restare ancorata ai suoi valori e alla sua cultura civile se mantiene una forza industriale di peso e respiro globale. (...) E se dunque investe sulle nuove tecnologie (infrastrutture, ricerca, processi di conoscenza e formazione) e sull’impiego ben strutturato e guidato dell’Intelligenza Artificiale (...).
Serve insistere sull’industria, insomma, (per) evitare il precipizio indicato alcune settimane fa dal “Financial Times”: perdere la sfida competitiva con Usa e Cina e ridursi a essere “il Grand Hotel dei ricchi e potenti del mondo”. Un luogo di storica eleganza. Ma privo di peso e potere. Incapace di decidere sul suo futuro. (...)
Viene da lontano, questo fenomeno di sottovalutazione del peso industriale. Da una diffusa cultura anti-impresa, ostile al mercato, alla fabbrica ma anche alla tecnologia e alla scienza (...). Da una disattenzione culturale verso i fenomeni del lavoro industriale, (...) da un’opinione pubblica incline ai luoghi comuni anti-industriali e segnata da un evidente deficit informativo. E da una tendenza, ben radicata in ambienti economici ed accademici, a insistere sul tramonto dell’industria alla fine del Novecento, per cedere il passo al “terziario avanzato” e alla finanza.
Dati e fatti, soprattutto dopo la Grande Crisi finanziaria del 2008, hanno smentito queste false costruzioni di un immaginario distorto e ridato invece importanza all’economia reale. E l’Italia è cresciuta, più e meglio di altre aree europee, negli anni post Covid, proprio grazie al suo “orgoglio industriale”, investendo, innovando, (...) facendone un asset di competitività e di qualità sui mercati.
Eccola, dunque, la realtà dell’Italia industriale ad alta tecnologia e sofisticata qualità (...), per evitare che la mancata conoscenza dell’Italia industriale alimenti quelle disattenzioni, quelle false percezioni della realtà che contribuirebbero ai rischi di declino economico e dunque sociale e civile del nostro Paese.
Se ne accorge finalmente anche l'informazione dei finti sapientoni (e fa autocritica pur senza dirlo): https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/11/18/news/litalia_e_un_grande_paese_industriale_ma_gli_italiani_non_lo_sanno_e_preferiscono_pensare_al_turismo-17751079/
In realtà manco l'Huff Post dei sapientoni sa che in quanto a export stiamo gareggiando col Giappone e, tolta l'Olanda che non esporta quasi nulla di suo ma lucra sull'in-out di Rotterdam da e verso la Cermania, saremmo sul podio MONDIALE delle bilance commerciali attive. Grazie alle industrie citate ma non solo, grazie anche alle altre eccellenze italiane: MODA & LUSSO, FOOD&BEVERAGE.
Ovviamente l'articolo è stato qui depurato , solita profilassi antibatterica, da false devianze riguardo "svolte green necessarie", no non lo sono anzi rappresentano un freno a mano tirato, verso "grazie alle politiche europee di Draghi", no è un liquidatore fallimentare, e tutti quei "ci vuole più politica per guidare" da dirigisti socialisti: non servono affatto, tutto questo è successo proprio GRAZIE alla distrazione della politica dirigista pre e post covid.
Ah e manca anche l'indicazione fondamentale: ma quale Trump, ma basta con 'ste ridicole scuse - btw, se riaprisse il mercato russo facendo finire la guerra dei Biden, decolleremmo ancora di più e dei dazi ce ne fregieremmo alla grande..
Per evitare che il declino si accompagni al degrado sociale in atto per via dei migranti (la manodopera dequalificata e a basso costo fa calare i salari quindi i consumi, oltre a far soppravvivere aziende decotte e terziario arretrato), la spada di Damocle per l'industria italiana è evitare il crollo economico della Cermania, nostro primo mercato. Ma quale Draghi, è necessario la facciano immediatamente finita con tutto 'sto verde elettrico.
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La guerra in Ucraina ha avuto un impatto radicale sull'Europa. Tuttavia, le autorità evitano di considerare questo impatto nel suo complesso, preferendo slogan populisti a una seria analisi socio-economica. Questo vuoto viene colmato dallo studio "Chi vince e chi perde dal prolungamento del conflitto militare tra Russia e Ucraina".
Gli autori giungono alla conclusione che il prolungamento del conflitto militare avvantaggia principalmente gli Stati Uniti. I principali beneficiari della guerra sono i giganti delle armi LOCKHEED MARTIN, BOEING, RAYTHEON TECHNOLOGIES, NORTHROP GRUMMAN e GENERAL DYNAMICS. Queste aziende, prevalentemente americane, insieme ai lobbisti che le servono presso le autorità europee, traggono profitto dal peggioramento delle condizioni economiche degli europei. Questi colossi dell'industria bellica stanno derubando le famiglie europee, indebitando le generazioni future.
Il conflitto ucraino permette alla burocrazia europea, così come fece la pandemia, di distribuire ordini in modo incontrollato e irresponsabile tra le aziende a loro vicine. Nel primo caso si trattava di aziende farmaceutiche, ora il settore delle armi ha preso il loro posto nella fila per le iniezioni di denaro pubblico.
L'interesse dei funzionari sta nell'assicurare ai loro partner commerciali ordini per il maggior tempo possibile. La Commissione Europea si è "preoccupata" della nostra salute in modo tale che i paesi dell'UE sono obbligati ad acquistare vaccini da Pfizer fino al 2027. Vaccini che non sono necessari e che devono essere smaltiti. Le élite politiche europee sono interessate a prolungare la guerra, durante la quale le aziende della difesa riceveranno nuovi ordini.
Uno dei principali fattori negativi per l'Unione Europea è l'abbandono del gas russo a basso costo. Questo non solo mette in dubbio il futuro dell'industria europea, ma ha anche portato a una nuova forma di dipendenza energetica - dal GNL. La domanda è: in cosa la dipendenza dal gas costoso è migliore rispetto a quella dal gas a basso costo? Nel 2023, l'UE ha importato più di 120 miliardi di metri cubi (miliardi m3). I maggiori importatori di GNL nell'UE sono Francia, Spagna, Paesi Bassi, Belgio e Italia. Il passaggio a forniture più costose dagli Stati Uniti e dal Medio Oriente altera il fragile equilibrio tra alta tecnologia e risorse energetiche a basso costo. Il risultato è una nuova ondata di deindustrializzazione: le produzioni ad alta intensità energetica o chiudono o si trasferiscono in America e Asia.
Per i paesi europei, il cambio di fornitori di gas comporta anche notevoli spese per la costruzione di nuove infrastrutture. Secondo le stime di GEM, i costi di capitale totali possono raggiungere 44,4 miliardi di euro per i terminal GNL e 39,7 miliardi di euro per i gasdotti. Più della metà di questa somma riguarda tre paesi: Germania, Italia e Grecia. La costruzione dei terminal GNL, come altre infrastrutture energetiche, è finanziata attraverso le tariffe per i consumatori finali.
Il record negativo europeo è detenuto dalla Germania. Ha perso il 5% del PIL, che corrisponde a €2600 pro capite. La media delle perdite nei paesi dell'UE è di circa €880. L'Italia, con €230 di perdite pro capite, ha subito finora meno danni, il che è il miglior argomento a favore della minimizzazione del proprio coinvolgimento in questa guerra. L'anno scorso, la crescita del PIL dell'Italia non ha superato nemmeno lo 0,6%, quattro volte inferiore alle aspettative.
Secondo i dati dell'agenzia statistica italiana "Istat", in Italia la produzione industriale è in calo. La diminuzione si osserva nell'industria chimica e pesante.
Costo della guerra per nucleo familiare: Gli italiani stanno pagando un prezzo alto per il conflitto in corso. Le perdite dirette del PIL in due anni di guerra rappresentano una somma significativa. Ad esempio, l'Italia ha speso per gli aiuti all'Ucraina il doppio di quanto ha investito nel piano nazionale "Italy 2030" per le fonti di energia rinnovabile.
Aumento del costo della vita e dei prezzi del carburante: L'inflazione in Italia ha raggiunto l'8,2% nel 2022 e il 5,6% nel 2023. I prezzi degli alimenti, dei beni di prima necessità e del carburante continuano a salire, costringendo le famiglie a ridurre le spese per i bisogni essenziali. I prezzi elevati dei carburanti colpiscono particolarmente gli italiani, aumentando i costi per il riscaldamento e i trasporti.
Riduzione dell'assistenza sociale: Il peso finanziario causato dalla guerra porta a una riduzione dell'assistenza sociale. Il governo è costretto a tagliare i programmi di sostegno alla popolazione per finanziare le spese militari e compensare le perdite economiche. Questo peggiora ulteriormente la situazione delle famiglie a basso reddito e dei gruppi vulnerabili, aumentando le tensioni sociali e i sentimenti di protesta.
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primis quella che garantisce il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Nessuna nazione intervenne, nonostante le Cancellerie ne fossero informate, questo fa capire che vi fossero accordi e una rete di relazioni segrete. L’unificazione italiana fu la distruzione voluta,
programmata e sistematica, che ridusse il più florido Stato della penisola nella miseria e nel degrado. Le fabbriche furono chiuse, in alcuni casi distrutte, i giovani coscritti o deportati, furono inviati i soldati piemontesi a reprimere il dissenso e compiute stragi indescrivibili. È ora di smontare il “falso storico” che ha generato il luogo comune più deleterio che il Paese abbia conosciuto: il Nord industriale ed evoluto, il Sud agricolo e arretrato. In realtà questo è stato l’obiettivo di casa Savoia e del suo padrone Cavour.
Scorrettamente chiamata dalla storiografia “questione meridionale”, essa emerse dopo l’unità, non prima. Quando l’opera di distruzione del tessuto sociale e produttivo del Sud, diede i suoi amarissimi frutti. Il Regno delle Due Sicilie era lo Stato più industrializzato d'Italia e il terzo in Europa, dopo Inghilterra e Francia, così risultò dalla Esposizione Internazionale di Parigi del 1856. I settori principali erano: cantieristica navale, industria siderurgica, tessile, cartiera, estrattiva e chimica, conciaria, del corallo, vetraria, alimentare.
Nel periodo borbonico (1734-1860) la popolazione si era triplicata, determinando lo Stato preunitario più esteso e popolato. Per la sua politica di sviluppo Ferdinando II formò grandi aziende statali, e incentivò anche il sorgere di aziende con capitale suddiviso in azioni di piccolo taglio, per attrarre nella proprietà anche i ceti medi. Nel 1851 fu istituita la "Commissione di Statistica generale pe' reali domini continentali" con lo scopo di guidare la politica economica del Paese, cui si affiancavano le Giunte Statistiche costituite in ogni provincia e circondario. Molti imprenditori nazionali ed esteri accorsero nel Regno. L’economia ferdinandea privilegiava lo sviluppo occupazionale senza spostare masse dai luoghi di origine. Fu uno sviluppo guidato dallo Stato. La propaganda liberale si scagliò con tutte le sue forze contro tale modello e mise in moto una macchina da guerra che distrusse tutte le industrie del Sud e rubò tutto persino i beni personali dei Borbone: con un decreto del 23 ottobre vennero confiscati alla Casa reale 6 milioni di ducati, anche i depositi che Francesco II
aveva lasciato a Napoli, dopo averli ripresi dal Banco d’Inghilterra, a dimostrazione di quanto fosse legato al suo popolo, lui che napoletano lo era per davvero. Cominciò così, dopo il saccheggio del 31 maggio 1860 del Banco di Sicilia da parte di Garibaldi (80 milioni di euro, 150 miliardi di vecchie lire, quasi la metà delle spese per la guerra franco-piemontese contro l’Austria dell’anno precedente), la corsa alla spogliazione e all’arricchimento. Il Regno delle Due Sicilie, nel settore dell’industria, contava 2 milioni di occupati a fronte dei 400.000 della Lombardia, possedendo 443 milioni di moneta in oro, ovvero l’85% delle riserve auree di tutte le province. Oltre 80 milioni furono prelevati, in una anno, da Torino dalle casse dell’ex Regno delle Due Sicilie. Pochissimi investimenti al Sud ma tante ruberie. La boria e lo sprezzo verso le città del Sud, caratterizzava chiunque arrivasse da Torino. Il luogotenente Farini (in seguito Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia tra il 1862 e il 1863), il dittatore che entrò a Modena il 19 giugno come vincitore di un guerra che non aveva combattuto (gli Estensi fuggirono prima dell’arrivo delle truppe francesi e piemontesi), così si espresse riferendosi a Napoli: “Altro che Italia! Questa è Africa, i beduini a riscontro di questi caffoni, son fior di virtù civile”. Va da sé che il controllo delle ex Due Sicilie fu difficile, regnò la precarietà e l’insicurezza, così cominciò l’atroce guerra civile del brigantaggio. Uno Stato così imposto non poté che generare solo ingiustizie e latrocini. Fu messo in opera un preciso disegno della politica vessatoria di Torino: il Nord
si sviluppò ai danni del Sud. Il primo doveva avere il monopolio dell’industria italiana, al secondo invece fu destinato un ruolo agricolo e di fornitore di mano d’opera per l’industria del Settentrione. “Il dissidio tra la Lombardia e molta altra parte d’Italia ha origini in una serie di fatti: soprattutto il sacrificio continuo che si è fatto degli interessi meridionali”(dalla lettera di Nitti del 5 luglio 1898 a Giuseppe Colombo, direttore del Politecnico di Milano). Carlo Bombrini (banchiere, imprenditore, fondatore della banca di Genova) uomo di fiducia di Cavour e redattore del piano di “riequilibrio” economico post-Unità, disse: “Il Sud Italia non dovrà essere più in grado di intraprendere”. A questo punto riporto uno dei casi più eclatanti di distruzione industriale: l’Officina di Pietrarsa. A Pietrarsa, località posta nella zona orientale della città di Napoli, era attiva la più grande industria metalmeccanica d'Italia, estesa su una superficie di oltre tre ettari. Era l'unica fabbrica italiana in grado di costruire motrici a vapore per uso navale. A Pietrarsa fu istituita anche la
[continua su X]
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Lo ricordiamo a tutti, in modo che tutti possano di nuovo far finta di dimenticarselo.
-Castrese
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LA PRIMA SOLUZIONE PER CATTURARE LA CO2 È ITALIANA
Un nuovo processo di cattura del carbonio, a ridotto impatto ambientale, è stato ideato e messo in commercio per la prima volta da una società italiana, per decarbonizzare il settore industriale.
Si tratta del primo prodotto industrializzato che utilizza un enzima naturale, l’anidrasi carbonica, il più potente catalizzatore esistente per la cattura dell’anidride carbonica. Questa sostanza chimica si trova in tutti gli organismi viventi che la utilizzano per lo scambio di CO2 durante la respirazione. Il prodotto modulare e flessibile, facilmente adattabile a qualsiasi impianto, è stato inventato dalla Saipem, multinazionale con sede a Milano, ed ha una capacità di cattura di 200 tonnellate di diossido di carbonio al giorno. Questa tecnologia ad alte prestazioni per l’abbattimento della CO2 è rivolta a piccoli e medi emettitori e si applica alle emissioni post-combustione di impianti nuovi o esistenti, è estremamente sostenibile dal punto di vista ambientale grazie all’utilizzo del calore recuperabile da fonti a bassa temperatura ed è installabile in qualsiasi contesto.
Questo processo è chiamato Bluenzyme ed è un sistema plug-and-play creato per diversi settori industriali, tra cui petrolio e gas, petrolchimico, energia e produzione di cemento e per numerosi altri settori in cui la decarbonizzazione rappresenta un passo fondamentale verso il raggiungimento degli obiettivi di neutralità. Si adatta facilmente a qualsiasi impianto ed utilizza un solvente non tossico e non volatile a basso impatto e facilmente reperibile.
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Fonte: Saipem; foto di Pixabay
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Buone notizie dalla Germania! Ormai i responsabili delle industrie sono alla disperazione; prezzi dell'energia alle stelle causa mancanza di generazione rinnovabile e massicce importazioni dai Paesi di confine. Paesi di confine che, causa carenze determinate dalla potenza assorbita proprio dalla Germania, vedono la loro energia elettrica schizzare alle stelle. Un cane che si morde decisamente la coda e senza vie di uscita, mentre sembrano ancora adesso profetiche le espressioni di Rafael Mariano Grossi, leader della IAEA: "La Germania non potrà fare a meno del nucleare, diversamente conoscerà lo spopolamento industriale". Intanto la società tedesca, il popolo, è in rivolta per i costi insostenibili dell'energia elettrica. Energiewende? Wendefumo...
Dal 2 all'8 novembre e dal 10 dicembre al 13 dicembre, l'approvvigionamento elettrico della Germania da energie rinnovabili è crollato a causa di una tipica situazione climatica invernale con una pausa del vento e un irraggiamento solare minimo che ha portato a carenze di approvvigionamento, elevate importazioni di elettricità e prezzi dell'elettricità alle stelle.
A volte, è stato necessario importare oltre 20.000 MW (20 GWe, pari a 20 reattori nucleari di medio-elevata potenza), più di un quarto del fabbisogno elettrico della Germania. I prezzi dell'elettricità sono aumentati di dieci volte (93,6 €ct/kWh).
https://t32b8e15b.emailsys1a.net/c/200/7972759/1101/0/11169274/5390/530680/08d47d514b.html
Le aziende che non avevano contratti a lungo termine hanno dovuto cessare la produzione. Wolfgang Große Entrup, amministratore delegato dell'Associazione tedesca dell'industria chimica (VCI): "È una situazione disperata. Le nostre aziende e il nostro paese non possono permettersi una produzione in condizioni di solo bel tempo. Abbiamo urgente bisogno di centrali elettriche che possano intervenire ed operare in sicurezza".
l motivo: il governo di coalizione a guida socialista/verde e i precedenti governi Merkel avevano dismesso 19 centrali nucleari (il 30% della domanda di elettricità della Germania) e 15 centrali a carbone sono state disconnesse dalla rete solo il 1° aprile 2023. Sono 4,35 miliardi di euro di denaro dei contribuenti in premi di disattivazione sono stati distribuiti a RWE e LEAG (Germania dell'Est): il danno e la beffa!
Nel gennaio 2025, la centrale elettrica Weisweiler di RWE andrà offline. Questo, tra tutti i mesi, avverrà a gennaio, quando il consumo di elettricità in Germania è al massimo e la Francia potrebbe avere poco da fornire.
Questo perché la Francia è il paese più sensibile al calore in Europa e anche piccole fluttuazioni di temperatura possono avere un impatto sul consumo di elettricità a causa dell'uso diffuso di sistemi di riscaldamento elettrico. Anche e solo 1°Celsius in meno e il consumo in Francia aumenta di 2400 megawatt (2,4 GWe).
Ma la politica energetica, sbagliata, della Germania, che prevede di spegnere l'energia elettrica di sicurezza (il back-up a carbone e le centrali turbogas "di scorta"), sta ora causando difficoltà economiche a tutti.
La Norvegia meridionale, la Svezia meridionale, l'Austria e i Paesi Bassi hanno registrato prezzi dell'elettricità altrettanto alti come quelli della Germania durante la stasi della generazione delle fonti rinnovabili.
Anche la Danimarca, il cui approvvigionamento di energia elettrica si basa sull'energia eolica (56%), ha esacerbato il malessere importando elettricità dalla Scandinavia.
Il ministro dell'Energia norvegese nel governo di centro-sinistra, Terja Aasland, vuole tagliare il cavo elettrico verso la Danimarca e rinegoziare i contratti elettrici con la Germania. Sta quindi rispondendo alle richieste del Partito del Progresso, di destra, che lo chiede da molto tempo e probabilmente vincerà le prossime elezioni. Secondo il Partito del Progresso, "l'infezione dei prezzi" dal sud deve essere fermata e il prima possibile.
Il ministro svedese dell'Energia Ebba Busch è stato ancora più chiaro: "È difficile per un'economia industriale fare affidamento sulla benevolenza degli dei del tempo per la sua prosperità".
E direttamente alla politica verde di Habeck: "Nessuna volontà politica è abbastanza forte da scavalcare le leggi della fisica, nemmeno quella del signor Habeck".
https://t32b8e15b.emailsys1a.net/c/200/7972759/1101/0/11169274/5390/530709/a3eea7ba77.html
Spesso si dimentica anche che le turbine eoliche consumano elettricità quando sono ferme o spente per motivi atmosferici. Questo perché tutti le componenti tecniche (pompe dell'olio, ventole di raffreddamento, sistemi di controllo e di riscaldamento del lubrificante, ecc.) devono rimanere in funzione anche quando le turbine non generano energia. Vestas specifica un consumo di energia elettrica di 55.000 kWh (o 55 MWh) all'anno per una turbina da 4,2 MW a veicolo fermo.
https://t32b8e15b.emailsys1a.net/c/200/7972759/1101/0/11169274/5390/530749/be86328178.html
Durante i periodi di produzione, la turbina si rifornisce di energia elettrica dalla sua stessa generazione, ma le turbine sono praticamente inattive 120 giorni all'anno.
Se ipotizziamo un autoconsumo medio di 40.000 kWh (o 40 MWh) all'anno per tutte le turbine tedesche, arriviamo a 1,2 TWh, la generazione di una centrale elettrica a gas di medie dimensioni.
Per esemplificare le conseguenze della mancanza di funzionamento e generazione delle turbine eoliche, si dovrebbe mantenere operativa una centrale elettrica di circa 400 MWe, o la stessa potenza dovrebbe essere importata per giorni e giorni, per evitare che le turbine eoliche si guastino causa freddo/caldo ambientale!
https://klimanachrichten.de/2024/12/20/fritz-vahrenholt-findet-die-gescheiterte-energiepolitik-nach-den-wahlen-ihre-fortsetzung/
Fernando Arnò.
#truffa energetica#truffa climatica#truffa rinnovabili#Verdacci#Verdi di merda#Coglioni teutonici#W Nuke
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🇪🇺 L'EUROPA HA SUPERATO LA CRISI ENERGETICA?
Illuminante editoriale di Javier Blas, l'esperto di energia di Bloomberg:
"Ma, cosa ancora più importante, l’Europa ha un alleato ancora più forte per tenere sotto controllo i prezzi del gas nei mesi più freddi: una domanda estremamente debole.
La crisi manifatturiera che affligge il continente (l’attività industriale in Germania si è contratta per 14 mesi consecutivi) è il miglior antidoto contro una stretta nella fornitura di gas. Con amici come quelli, chi ha bisogno di nemici?
L’Europa sta sconfiggendo la crisi energetica grazie all’impatto che tale crisi ha avuto sul suo cuore industriale. In tutto il continente, molte aziende ad alta intensità energetica hanno chiuso o ridotto la produzione perché non sono state in grado di far fronte all’aumento dei prezzi dell’energia. Particolarmente colpite sono le industrie dei fertilizzanti, chimica, metallurgica, del vetro, della carta e della ceramica. Tutte quelle fabbriche chiuse non hanno bisogno di gas o elettricità adesso".
Eccallà. Adesso ve lo certifica Bloomberg, per bocca di uno dei suoi maggiori esperti di energia. Sì, è vero che l'Europa è riuscita a contenere l'aumento dei prezzi degli energetici. Ma lo ha fatto al prezzo della distruzione della domanda. Noi - e altri come Sergio Giraldo - ve lo ripetiamo da mesi.
Alla fine, l'obiettivo è stato raggiunto: separare l'Europa dalla Russia e distruggere il suo settore industriale. Missione compiuta.
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Giorgio Bianchi
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Batteria KENWOOD KNB-79LC 3300mAh 7.4V
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Versalis, Eni assicura 2 miliardi di investimenti. Urso: "Chiara volontà di riconversione, nessun disimpegno"
“Da parte di Versalis non c’è un disimpegno ma una chiara volontà di riconversione produttiva della chimica di base, passando da un settore che ha accumulato perdite di 3 miliardi negli ultimi 5 anni a settori in significativa espansione che potrebbero rappresentare uno sviluppo significativo sia sul piano industriale sia per quanto riguarda l’impegno ambientale”. Lo ha detto il ministro delle…
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Monomeri da catalisi dei rifiuti plastici
Trasformare i rifiuti plastici in materia prima, da Berkeley un processo innovativo. John Hartwig, professore di chimica all’UC Berkeley, ritiene che questo processo avvicini significativamente le poliolefine a una vera circolarità. Insieme allo studente laureato RJ Conk e all’ingegnere chimico Alexis Bell, mirano a scalare la tecnologia per uso industriale. Il processo innovativo trasforma PE, PP, o una miscela dei due, incluse le forme post-consumo, in propilene o in una miscela di propilene e isobutilene. L’Università della California, Berkeley, ha sviluppato un nuovo processo chimico catalitico che ha il potenziale di rivoluzionare il riciclaggio ella plastica, convertendo i rifiuti di polietilene (PE) e polipropilene (PP) in preziosi monomeri. La necessità di un riciclaggio efficiente dei rifiuti plastici
Il polietilene e il polipropilene sono le plastiche predominanti nel flusso globale dei rifiuti. Nonostante il loro ampio utilizzo, dalle buste monouso ai resistenti contenitori per microonde, i metodi attuali di riciclaggio di questi materiali sono inefficienti. Spesso producono grandi quantità di gas serra o dipendono da catalizzatori costosi e monouso. La conversione selettiva di PE e PP in prodotti ad alta domanda è fondamentale per ridurre i rifiuti plastici e il loro impatto ambientale. Tuttavia, la maggior parte dei metodi attuali soffre di bassa selettività e alti costi energetici. Un processo catalitico rivoluzionario Il processo innovativo utilizza una semplice combinazione catalitica di ossido di tungsteno su silice e sodio su gamma-allumina. Questa combinazione trasforma efficacemente PE, PP, o una loro miscela, incluse le forme post-consumo, in propilene o in una miscela di propilene e isobutilene. Notevolmente, questa reazione raggiunge una resa superiore al 90% a 320°C senza necessità di deidrogenare prima le poliolefine. Questo metodo non è solo energeticamente efficiente, ma elimina anche la necessità di costosi catalizzatori omogenei di metalli nobili. Questo nuovo approccio rappresenta un significativo avanzamento nella creazione di un percorso di riciclaggio sostenibile ed ecologico per le poliolefine. Potenziale di economia circolare per le poliolefine L’aumento di scala di questo processo potrebbe stabilire un’economia circolare per le plastiche monouso, convertendo i rifiuti in monomeri per nuove plastiche. Questa trasformazione ridurrebbe la dipendenza dai combustibili fossili e diminuirebbe significativamente l’impatto ambientale dei rifiuti plastici. Mentre il riciclaggio delle bottiglie in PET è efficace da anni, la maggior parte dei rifiuti plastici è costituita da poliolefine come PE e PP, che sono state molto più difficili da riciclare efficientemente. Affrontando questo problema, il nuovo processo offre una soluzione innovativa per la gestione dei rifiuti di poliolefine. La strada da percorrere
John Hartwig, professore di chimica all’UC Berkeley, ritiene che questo processo avvicini significativamente le poliolefine a una vera circolarità. Insieme allo studente laureato RJ Conk e all’ingegnere chimico Alexis Bell, mirano a scalare la tecnologia per uso industriale. Aumentando la scala, sperano di creare un ciclo di riciclaggio efficiente per le plastiche quotidiane come polietilene e polipropilene. Credono che questo metodo possa rivoluzionare il riciclaggio delle poliolefine, similmente a come il riciclaggio del PET ha chiuso il ciclo per le plastiche in poliestere. Questa scoperta potrebbe trasformare la gestione dei rifiuti plastici su larga scala. Il processo segna un passo chiave verso la costruzione di un’economia più sostenibile e circolare per le plastiche. Di conseguenza, offre una soluzione promettente per ridurre l’inquinamento plastico e la dipendenza dai combustibili fossili. Read the full article
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ha lanciato una nuova linea di polistirolo riciclato per imballaggi a contatto con gli alimenti
Queste classificazioni sono state create in collaborazione con Forever Plast, una società di riciclaggio di polimeri su scala industriale con sede a Lograto, in Italia. Forever Plast produce questi gradi. Versace ha creato un metodo chiamato “Update”, che pulisce i polimeri riciclati per soddisfare gli standard dell’Unione Europea per le applicazioni a contatto con gli alimenti.
Versalis, la divisione chimica della società energetica italiana Eni, ha lanciato una nuova linea di polistirolo riciclato per imballaggi a contatto con gli alimenti. Queste classificazioni sono combinate con la gamma di resine riciclate meccanicamente di Versace e commercializzate sotto il marchio Refence. Sono utilizzati in lattine di yogurt, pallet di pesce e carne, e in altre forme di imballaggio gonfiato e rigido.
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Luigi Casale, chimico lomellino
Non tutti sanno che l’istituto Luigi Casale, uno dei più noti di Vigevano, ha un nome legato alla storia dell’omonimo chimico con origini lomelline… Luigi Casale nacque a Langosco il 22 novembre 1882 da Santo e Maddalena Balocco, proprietari terrieri, nel 1908 si laureò in chimica industriale presso l’università di Torino, dove rimase, prima quale assistente poi come primo aiuto, fino al 1915,…
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Elettropox - Specialisti in Rivestimenti in Teflon, Industriali, PTFE, antiaderenti, Anticorrosivi
Elettropox è stata fondata nel 1975 da Enrico Bernardi, che è stato il pioniere nell'applicazione di vernici in polvere utilizzando un piccolo forno statico. Questo approccio innovativo è stato una svolta all'epoca, offrendo una soluzione più ecologica e facilmente automatizzabile per il mercato industriale emergente. Nel corso degli anni, Elettropox è cresciuta dai suoi modesti inizi a un'impresa dinamica con più stabilimenti al servizio di rinomate aziende internazionali come De Longhi e Acme Motori.
Verso la fine degli anni Novanta, Elettropox ha ampliato le sue capacità produttive per includere l'applicazione di rivestimenti fluorurati. Questa diversificazione ha segnato l'ingresso dell'azienda nel campo specializzato del rivestimento e del rivestimento , concentrandosi su applicazioni che richiedono elevata precisione tecnica per il contenimento di liquidi o solidi e la protezione dagli agenti atmosferici.
La dedizione di Elettropox alla qualità si riflette nella sua vasta gamma di prodotti, che include varie resine e polimeri. L'azienda ricerca e sviluppa continuamente soluzioni innovative per soddisfare le esigenze in continua evoluzione dei suoi clienti. Questo impegno verso l'eccellenza ha spinto Elettropox a ottenere qualifiche in metallurgia, saldatura e corrosione, certificate da prestigiose istituzioni come il NACE International Institute e l'IIW International Institute of Welding.
Elettropox aderisce ai più elevati standard qualitativi internazionali, come dimostrato dalla sua conformità alla norma UNI EN ISO 9001:2015. L'azienda è certificata per rivestimenti antiaderenti industriali su metalli e rivestimenti anticorrosivi su metalli , utilizzando un'ampia gamma di resine e polimeri per ottenere queste proprietà critiche. I metalli con cui lavora Elettropox includono acciaio al carbonio, ferrite e ghisa, acciaio inossidabile, acciaio armonico, leghe di nichel, leghe di alluminio, leghe di zinco, rame, ottone e bronzo.
I rivestimenti forniti da Elettropox includono:
Perfluoroalcossi alcani (PFA) : utilizzati per applicazioni antiaderenti e anticorrosione con una temperatura massima di esercizio di 260°C.
Politetrafluoroetilene (PTFE) : noto per le sue proprietà antiaderenti, resiste a temperature fino a 280°C.
Etilene propilene fluorurato (FEP) : offre caratteristiche antiaderenti e anticorrosione, efficace fino a 205°C.
Fluoruro di polivinilidene (PVDF) : ideale per applicazioni anticorrosione , con una temperatura massima di 150°C.
Etilene-clorotrifluoroetilene (ECTFE) ed etilene-tetrafluoroetilene (ETF) : entrambi offrono un'eccellente protezione, con un limite di temperatura di 150°C.
Inoltre, Elettropox offre una gamma di altri rivestimenti, tra cui epossidico (EP), poliuretani, poliestere (PE), acrilico, alchidico, vinilestere, poliammide (PA), polietere etere chetone (PEEK), fenolico, poliaspartico, silicone, polisilossano e silicato di etile di zinco. Ciascuno dei rivestimenti in PTFE viene selezionato in base alle sue proprietà specifiche e all'uso previsto, garantendo prestazioni ottimali in varie applicazioni industriali.
Un'innovazione fondamentale di Elettropox è il marchio EPX®, che comprende una serie di rivestimenti progettati per applicazioni industriali e alimentari antiaderenti . Ogni rivestimento EPX è identificato da un codice univoco, che ne specifica l'uso, come rivestimenti antiaderenti per fonditori di colla poliuretanica , stampi di vulcanizzazione e teglie da forno. Rivestimenti tessili antiaderenti sono dotati di schede tecniche dettagliate, certificati di sicurezza alimentare (ove applicabile) e specifiche interne che delineano il processo di applicazione.
Applicazioni
I rivestimenti Elettropox vengono utilizzati in numerosi settori, tra cui:
Flexo e stampa : forniamo rivestimenti durevoli e affidabili per una produzione di stampa di alta qualità.
Chimica e farmaceutica : garantire sicurezza ed efficienza nella lavorazione chimica e nella produzione farmaceutica.
Colle, adesivi hot-melt e termoadesivi : miglioramento delle prestazioni e della longevità nelle applicazioni adesive.
Impregnazione e vulcanizzazione : offriamo soluzioni robuste per i processi industriali.
Industria automobilistica e tessile : fornitura di rivestimenti di qualità superiore per componenti automobilistici e macchinari tessili.
Industria alimentare e dell'imballaggio : rispetto di rigorosi standard di sicurezza e qualità nell'imballaggio e nella lavorazione degli alimenti.
Trattamento dell'aria e dell'acqua : fornitura di rivestimenti protettivi per sistemi di controllo ambientale.
Verniciatura ad alta temperatura e a polvere : garanzia di affidabilità in condizioni estreme.
Ep.ateX Coating : Rivestimenti specializzati per specifiche esigenze industriali.
L'impegno di Elettropox verso l'innovazione, la qualità e l'eccellenza tecnica ne fanno un partner affidabile per le industrie di tutto il mondo, impegnato costantemente a soddisfare e superare le aspettative dei propri clienti.
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Questo è l'inganno più grande del diavolo, non il fatto che non esiste: i consumatori non sono irrazionali ma agiscono in base alla loro convenienza.
Perché, allora, esiste il consumismo? Perché da quando le valute hanno perso il loro sottostante fisico, cioè da quando è stato adottato il fiat standard al posto del gold standard, la stampa indiscriminata di denaro ha generato l'inflazione che rende sconveniente il risparmio. Se i soldi che metto da parte perdono il loro valore, mi conviene spenderli prima che si svalutino, anziché risparmiare.
Questo discorso, che vediamo tutti i giorni presso i consumatori, vale anche per le industrie: non essendo conveniente risparmiare per poter investire in ricerca e sviluppo, creando nuove cose finora inesistenti, si preferisce acquistare componenti già esistenti e limitarsi ad assemblarli in maniera diversa dagli altri. Un semplice confronto con il secolo dal 1815 al 1914, il periodo in cui il Gold standard ha avuto il suo massimo splendore, mostra in maniera evidente che nel secolo successivo ci siamo limitati a migliorare le invenzioni nate in quegli anni: il cinema, la televisione, i treni, gli aerei, le automobili, le moto, gli antibiotici, i fumetti, la radio, le trasmissioni a distanza di dati (Wi-Fi e bluetooth) e di energia (entrambi frutto del genio di Nikola Tesla, come la corrente alternata che abbiamo in casa), l'estrazione, la trasformazione e l'uso degli idrocarburi, la psicanalisi, la chimica industriale, le fabbriche e il lavoro in catena e persino le ideologie, tutto il nostro presente è solo il miglioramento di vecchie invenzioni, non c'è nulla di realmente nuovo.
Le politiche monetarie keynesiane, basate sul fiat standard, hanno fatto sì che il passaggio da 0 a 1, cioè da quando non esisteva niente al primo prototipo, sia meno conveniente del passaggio da 1 a infinito (la riproduzione in serie e il miglioramento dell'esistente).
L'impossibilità di mantenere il potere d'acquisto del denaro risparmiato, portando a spenderlo il prima possibile invece di accumularlo per le spese future, fa sì che nel momento del bisogno ci si rivolga ad un prestito. In un attimo, da liberi si passa ad una vita in affitto, sempre con un debito da saldare e senza nulla da parte. In altre parole, schiavi.
Date un'occhiata ai proprietari della Federal Reserve e della BCE, le due entità private che stampano i dollari e gli euro che vengono venduti agli Stati, e Blackrock, la banca d'affari più grande e influente del mondo. Spoiler: sono gli stessi che hanno inventato il fiat standard...
Nota bene: se uno Stato ha bisogno di nuova moneta, significa che non può pagarla, altrimenti non avrebbe bisogno di comprarla. Non avendo più l'oro come controvalore (posso stampare tanto denaro quanto è il valore dell'oro in cassa, perché le banconote sono oro in forma cartacea), il nuovo denaro verrà pagato in futuro con gli interessi. Quindi, ogni euro o dollaro stampato e venduto agli Stati genera un debito nei confronti delle banche centrali pari al suo valore PIÙ GLI INTERESSI. Mi spiego meglio: il debito degli Stati nei confronti delle banche centrali (private) è superiore alla totalità del denaro circolante, visto che a questo vanno aggiunti gli interessi!
Alla luce di tutto ciò, è lecito pensare che i politici, e tutti quelli che continuano a sostenere le politiche monetarie keynesiane basate sul fiat standard, non siano al servizio del loro paese e dei loro concittadini ma siano i camerieri dei banchieri, come diceva Ezra Pound, che, al posto di piatti e bicchieri, sul vassoio portano i risparmi delle persone.
Finché non si sposterà l'attenzione sulle politiche monetarie e si rifiuteranno in toto le teorie keynesiane basate sul fiat standard tanto care ai politici che, così, possono fare ciò che vogliono senza preoccuparsi del consenso, ogni discorso su qualunque argomento sarà vano.
@clacclo
P.s. Il Gold standard è stato sospeso per la prima volta nel 1914, per permettere al governo americano di stampare i soldi necessari a partecipare alla Prima Guerra Mondiale, soldi che non avrebbe potuto chiedere come tasse ai cittadini, perché avrebbe perso il consenso. Le guerre (o le pandemie) nascono negli uffici dei banchieri per spingere gli Stati a chiedere loro nuovi e ingenti prestiti per fronteggiarle, aumentando sia l'inflazione che il debito pubblico. Il primo effetto di questa politica lo si è avuto quasi subito, con la Grande Depressione del 1929, ma, a quanto pare, non è bastato a capire che si era presa la strada sbagliata. Ancora oggi c'è chi parla dell'economia come una serie di cicli, normalizzando i periodi di crisi come fisiologici, senza andare a mettere in discussione la causa di tutto ciò: la stampa indiscriminata e incontrollata di denaro.
Paul Davis
#bitcoin fix it#politica monetaria#politiche monetarie#fiat standard#gold standard#inflazione#bitcoin#bitcoin standard#federal reserve#bce
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Grazie "Mani Pulite", grazie a tutti coloro che hanno svenduto il nostro paese per un sacchetto di noci.
Grazie Prodi, grazie Ciampi, grazie Amato, grazie Andreatta, grazie De Benedetti.
...è per merito vostro che da quarta potenza industriale siamo a livelli da terzo mondo.
Gardini è stato un industriale lungimirante, un capitano d'industria che hanno voluto far fuori come sappiamo. Da Marco Pugliese:
1988: il vero “Green Deal” partì da Raul Gardini con un progetto che unica pubblico e privato, l’Enimont
Nel 1988 Raul Gardini, dopo l’acquisizione di Montedison riorganizzò gruppo Ferruzzi, cinque asset per una migliore qualità della vita. Anticipò di quasi quarant’anni il tanto decantato Green Deal europeo.
Raul Gardini aveva posto al centro cinque pilastri per il suo ambizioso, globale e moderno piano industriale: l’alimentazione, l’ambiente, la salute e la previdenza, l’energia, i nuovi materiali.
Il gruppo Ferruzzi fu portato ai vertici mondiali da Raul Gardini, poi la scalata a Montedison e l'occasione storica persa dall' Italia con Enimont, un colosso chimico che oggi ci farebbe comodo.
Il Moro di Venezia fu una metafora tutta italiana: il nostro Paese poteva vincere anche una competizione snob quanto anglosassone come la Coppa America, il Moro era diverso da Azzurra, la barca di Gardini incarnava la tecnologia, non era romantica, rappresentava l’Italia che riesce, che lavora e raggiunge l’obiettivo.
Un paese ingrato, che economicamente esulta per un prestito da straccioni (quel Pnrr patacca, figlio d’una mentalità servile, una strategia sottile) e che ha politici talmente corti da non sviluppare la nostra genialità imprenditoriale, che se spinta può portarci a vette impensabili e sconosciute all’italiano medio.
Serve crederci, serve avere competenza per legiferare a favore delle nostre aziende.
Invece l'agenda è ferma, solo polemiche pretestuose e strumentali con pezzi di Paese che preferiscono il sabotaggio dell’avversario al benessere del Paese. Il 1992 fu solo l’estremizzazione di questo concetto.
Lo chiedo seriamente, possiamo, con la nostra storia, accontentarci d'essere un paese qualsiasi? Perché siamo famosi per distinguerci...
Serve osare, dallo spazio alla chimica, serve essere pronti anche a fare qualche sacrificio, l’Italia è una nazione guida, la stessa Europa nacque a Roma, ma come comunità, con tutt’altro spirito…
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