Tumgik
#chi lo dice
alexjcrowley · 2 months
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Comunque ho terrorizzato almeno un paio di amici con questa informazione quindi la condivideró anche qui.
Sebastian Vettel ha solo un anno in più di Yotobi.
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chiamamiely · 1 month
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Sapevatelo :)
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ragazzoarcano · 2 years
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“Non limitatevi a chiedere
“Come stai?” a chi amate sul serio, perché chi sta male
non lo dice.”
— A. Dikele Distefano
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omarfor-orchestra · 2 years
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Commento di una mia amica laureata al conservatorio di Milano su Ultimo
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kachoobu · 9 months
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Leggere le dichiarazioni del pelato la mattina dopo mi irrita di più che leggere libero o il giornale
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elipsi · 11 months
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now i have to complain a bit about inconsequential shit
#allora. nella nuova residenza mi sono fatta questo gruppetto di amiche (che erano già amiche tra di loro da tanto) e mi trovo anche bene#con un paio non ho tantissima confidenza ma vabbè#una di queste quando a ottobre si era laureata mi aveva invitato all' ultimo alla sua festa di laurea#aveva fatto tipo il gruppo whatsapp con tutti gli invitati due settimane prima mettendo tutte quelle delle gruppetto tranne me#e sinceramente chissene è la sua festa invita chi vuole#ok. due o tre giorni prima mette anche me senza dirmi niente#io ci sono pure andata e ed è stata una bella serata anche perché lei adesso se ne va per la magistrale e non la vedrò più#e quindi ci siamo commossi un po' tutti#durante io le faccio ''ma dai almeno per la mia laurea ci ritroviamo'' e lei tutta commossa che dice ''ah quindi vuoi invitare pure me?''#perché vabbè sa anche lei che non siamo vicinissime#quindi adesso che è ora della mia laurea io le mando un messaggio per chiederle se riesce a venire#e lei lo legge e non mi risponde per tre giorni di fila 😐#ieri sera me ne sono un po' lamentata con le altre del gruppetto che mi hanno detto che fa sempre così si dimentica di rispondere#e stamattina ho visto che mi ha risposto con un tripudio di emoji carine#e adesso mi sta venendo il dubbio che le altre le abbiano detto qualcosa?#e in tutto questo. se non vuole venire per qualsiasi motivo me lo può dire in faccia#così evito pagare 13€ in più al bar per la sua presenza#invece di fare sti giochini di merda.#thoughts? mi sto facendo film mentali?
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galloberardi · 1 year
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pgfone · 9 months
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STORIA LUNGA E TRISTE
Un po' di tempo fa mi telefona un signore del mio paese che faceva il fabbro, mi dice che gli affari gli sono andati male per svariati motivi e che sia l'oliveto di sua proprietà che il capannone andranno presto all'asta, mi dice "ho pensato che magari ti poteva interessare visto che ci confini" e così io li per li spiazzato e lusingato per aver pensato a me gli dico SI! di getto, senza pensarci troppo. L'accordo consisteva in questo: visto che avevamo pochi soldi entrambi e che a lui interessava riprendersi il capannone e a me l'oliveto (che lui aveva già abbandonato da tempo) mettevamo un po' di soldi per uno e così non lasciavamo che gli sciacalli si aggiudicassero l'asta. Bene, inizia una trafila burocratica abbastanza lunga che non sto a raccontarvi dove come al solito metto tutto me stesso, arriviamo quindi a una ventina di giorni dall'asta, è tutto pronto ma il signore inizia a gohstarmi, non mi risponde al telefono, fa finta di non vedermi quando passo in mezzo al paese, si nega al citofono; non riesco proprio a comprendere questo comportamento e intanto passano i giorni, quando a 3 giorni dall' asta mi telefona e mi dice che non se ne fa più niente, che vuole riprendere tutto la moglie (da cui è separato) che è la prima creditrice e così è tutto più semplice. Mi assicura che però il nostro accordo non si cambia, appena acquisito tutto poi per la stessa cifra mi venderà l'oliveto senza nemmeno pagare le spese notarili. La cosa mi puzza ma lascio perdere, avete presente quando proprio non avete energie per lottare? E poi lottare per cosa? Per un oliveto abbandonato? Bene, passano i mesi e il silenzio è tombale, do quest'affare per perso ormai fino a che oggi, porto l'olio a un mio nuovo cliente, iniziamo a chiacchierare e mi racconta che nella zona dove opero voleva prendere un oliveto molto bello, me lo descrive e somiglia proprio tanto a quello del fabbro, mi racconta che il proprietario se lo voleva riprendere insieme a un ragazzo agricoltore ma alla fine la moglie si è fatta prestare i soldi da due tizi e si è presa tutto lei e adesso ha messo in vendita il tutto per il quadruplo del prezzo.
Chi sono i due tizi? I miei zii.
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ilpianistasultetto · 3 months
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Camminando tra i banchi del mercato, sento un ambulante che dice al suo vicino di banco: "Ao..e per fortuna la gente ha preso lo stipendio da qualche giorno. Nun se vende nemmeno 'na capoccia d'aglio".
Eh.... pero', se dai il tuo voto a chi ha promesso di difendere la tua licenza di ambulante ma se ne frega dei poveri che diventano piu'poveri, poi non e' che puoi lamentarti se i poveri non ti comprano nemmeno l'aglio. E se dai il tuo voto a chi ha promesso di difendere la tua licenza ma poi da concessioni agli "amici" di esselunga per aprire decine di nuovi supermercati nelle citta' italiane, allora te la sei cercata. @ilpianistasultetto
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omarfor-orchestra · 2 years
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La mia psicologa ha detto che c'ho la sfiga AAA cercasi nonna per togliere il malocchio
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Portata moto dal meccanico, figlio junior all'allenamento e adesso si attende la cena per le nove. Bianco sul tavolo come sempre. Qualche giorno fa mi arriva una foto, un bel tramonto. Chiedo a cosa devo questo omaggio. Risponde che ha visto alcune foto che ho fatto e allora me ne ha spedita una fatta da lei. Ok. Mi dice che non ho poi tanta pancia (certo che lo so, me lo vedo ancora bene quando vado in bagno). Chiede quanti hanno ho (ho scritto che sono del 1969, facci i conti o te li devo fare io?). Guardo il blog, paesaggi, citazioni ecc. Scrivo che ho dato una occhiata al suo blog e non traspare molto di lei. L'avessi mai scritto. Pippone galattico che non mi devo permettere di criticare il suo blog e lei non l'ha mai fatto e cazzi a mazzi. Mi scuso, saluto cortesemente e chi si è visto si è visto. Oggi ha disattivato. Boh.
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falcemartello · 4 months
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Non esistono solo persone con due braccia e due gambe.
Esistono anche persone con un braccio o con una gamba o senza braccia e senza gambe.
Alcuni nascono così, altri se le fanno tagliare perché si identificano con persone senza un braccio.
Quindi dire che avere due braccia e due gambe "è normale" non è vero.
Anzi dirlo è discriminante.
Anzi chi lo dice deve andare in galera.
Anzi bisogna fare delle leggi che consentano a chi non ha due gambe di vincere i cento metri piani anche gareggiando con chi ha due gambe.
Anzi chi ha due gambe andrebbe escluso perché sta esercitando un privilegio.
E tutto questo lo dico io che sono invisibile ma riesco ad influenzare l'agenda politica dell'Occidente.
E me ne vanto. E chi non è d'accordo è un fascista al quale vanno imposte sanzioni.
Anzi bisogna mettergli dei missili in casa per convincerlo.
Ed è così per ogni tema che io ritengo giusto.
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lady--vixen · 3 months
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2.00 am
caldo, sudore, testa che frulla. contratti? ma sarò capace? se l'ho fatto una volta, non è detto che riesca una seconda. giudizio oggettivo, dici tu. e mi pare di prendere il volo. chi crede in te, ti fa esistere. esisto. r-esisto. mi bruciano le palpebre.
chiedo al dottore cos'è questa cosa che sento di lato, tra la tetta finta e lo sterno. le ondulazioni della protesi, dice, e mi punta l'ecografo per farmi vedere. le vedo, vedo le ondine. sorrido e dico che schifo. lui ride. ho sempre paura che si giri qualcosa lì dentro, dico. cosa vuoi che si giri, le palle girano, risponde. ora sono io a ridere. lo vedo che è felice quando mi dice che è tutto ok. io sollevo le braccia al cielo e dico siiiiiiiiiiii. sticazzi se sono nuda (nella categoria dei "ti ammazzo" rientrano anche i dottori?)
intanto mi faccio film. ho tutta la vita da vivere sei mesi alla volta. un giorno è già passato
thor, daje un po' di temporale
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francescosatanassi · 5 months
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OGGI COME ALLORA
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Che il fascismo sia tornato è innegabile e chi dice il contrario o è fascista o mente. Nessuno ti picchierá per strada se non ti togli il cappello al passaggio di una divisa, né ti costringerà a bere intrugli nauseabondi (almeno per ora), ma le manovre del governo non sono più soltanto caratterizzate da tagli all'istruzione, alla sanità e alla cultura, ma sono apertamente indirizzate alla repressione e al soffocamento del dissenso. Iniziano a essere minate le libertà fondamentali: gli scioperi vengono vietati, gli antiabortisti entrano nei consultorio, le università vengono militarizzate, l'informazione è censurata o manipolata al fine di creare consenso. Se non ti allinei vieni licenziato, multato, arrestato, picchiato. A suon di leggi, decreti e ordinanze aumentano le restrizioni e il controllo per darci la sensazione di sentirci in pericolo e farci credere di aver bisogno di protezione dal nemico di turno: lo straniero, la femminista, l'ecologista, il "comunista". Ci vogliono buoni e servili per sfruttarci come hanno sempre tentato di fare. Questo 2024 non è così distante dagli anni '20 del secolo scorso, ma oggi come allora i fuochi di Resistenza esistono e riprendono vigore. Gli studenti che scendono in piazza a schivare i manganelli dimostrano di conoscere la storia meglio di chi li vuole zittire. Che fare, dunque? La verità è che il fascismo c'è sempre stato, oggi sta soltanto prendendosi il palcoscenico, ma se lo spettacolo, pagato da noi, è di bassa qualità, lo spettatore ha il diritto di fischiare, alzarsi e buttare gli attori principali giù da palco.
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luluemarlene · 8 months
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Sta sera incontro l'uomo del deserto, chiamato così perché l'ho conosciuto quando era in missione in Afghanistan, bloccato là un anno, a causa del covid
È un soldato infatti , e sì ho un debole per le divise 😅 e non solo perché sono eccitanti ma perché volevo fare il soldato e per una serie di ragioni..
niente, sono un civile.
Comunque, torniamo a noi
Ci siamo scritti per anni e divenuti amanti per qualche mese, poi finita per mio volere
Nessuna mira godereccia mi ha pervasa per questa serata perché siamo rimasti buoni amici, o almeno così me la racconto
Il soldato ha fatto tutto il normale percorso per l'elaborazione del lutto/rottura/separazione :
negazione, rabbia, elaborazione , depressione e accettazione
Da manuale proprio!
Ricordo ogni singolo passaggio e se non fosse che capisco e conosco a memoria sto merdoso travaglio, credo che avrei organizzato una spedizione punitiva con tutti i peggiori ceffi che conosco, per fracassare ogni suo singolo ossicino.
E io qualcuno lo conosco eh!
Mi ha fatto paura in un paio di occasioni e infinita tenerezza in altre, ma ho avuto ragione ad attendere pazientemente : era solo chiacchiere e distintivo e adesso è nella fase in cui dice "... come ero scemo eh, mi redo conto di aver esagerato, ma sai la mente umana..." E attacca con dei soliloqui che ascolta solo lui, appunto, dove cita nomi di pensatori sepolti da anni.
Da Eraclito a Kant fino ad arrivare a Galimberti, che si starà toccando le palle visto che è vivo 😅
Ha una laurea in filosofia che mi fa venire il mal di testa..
Bla bla bla..
Comunque, nonostante tutto io voglio bene all'uomo del deserto, si era innamorato e mi aveva fatto sentire speciale o ricordato come ci si sente quando lo si è per qualcuno
Vabbè, provo a non divagare eh!!
E quindi, tutta sta manfrina?
Perché sta notte, tanto per cambiare non dormivo, e ho pensato, non al soldatino e a come sarà rivederlo dopo 2 anni,
ma a Lui
Lui, chi?
Lui Lui
l'Oreste, dal nome inventato più brutto del mondo, se pur nome mitologico, figlio di Clitennestra e Agamennone ( ma andrò a controllare, potrebbe essere una gran cazzata )
Ok, ok, adesso le divagazioni sono davvero insopportabili
Cazzo c'entra Lui? Eeeh c'entra! perché ho pensato/sognato che sarebbe stato fico scrivergli e chiedergli di vederci nel parcheggio sotto il suo ufficio, dove una delle tante volte gli ho succhiato il cazzo così poeticamente che quando ho alzato la testa dalle sue gambe ero Beatrice e lui Dante ❤️
Lo so, cazzata pure questa , infatti mai succhiato un cazzo poeticamente, anzi, i versi che gli piaceva farmi fare sembravano piu quelli dell'Idraulico Liquido dentro allo scarico intasato
Presente?
Altro che poesia!
Comunque! L'idea era quella di vederlo un po' prima dell'incontro , ma solo per fagli strofinare il cazzo in mezzo alle mie cosce, frugando tra il pelo, senza nemmeno entrare, solo sfregarlo, sul pube, sul clitoride, con il rischio di incendiare tutto e guardargli mettere la bocca a forma di piccola "o", come fa ogni volta che sta godendo ( magari è uno dei falsi ricordi che ho, ma chiessenefrega, è il mio sogno lucido, ci faccio un po' che cazzo mi pare )
Il membro turgido infilato lì al calduccio, con le mutandine leggermente abbassate e poi guardarlo godere ed esplodere sulla stoffa interna, e lasciare una bella macchia biancastra e appiccicaticcia
Madonna, mi bagno come una puttanella
Poi risistemo le mutande e dall'esterno schiaccio bene il tutto sul pelo nero
Piccoli movimento circolari per fare in modo che la sua essenza arrivi alla mia pelle e gli odori si mischino a creare la fragranza che mi accompagnerá tutta la sera.
Lui sarà con me, sentirò le mutandine bagnate, l'umido ad ogni movimento, e penserò
"perché nn mi sono fatta sborrare in culo che così mi colava tutto giù per le cosce ad ogni passo... " e cristodio, adesso vado a prendere vibrox e me lo pianto anche nelle orecchie perché con sti pensieri, all'uomo del deserto, gli tocca buttarmelo e non si può, che poi mi devo sorbire altri 2 anni di colpe e angoscia con Heidegger e compagnia bella!
Dai, vado.. Sarà una giornata faticosa
Cià.
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mccek · 1 year
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Molti dei Millennial sono cresciuti sotto l’effetto di strategie fallimentari di educazione famigliare.
Per esempio, è sempre stato detto loro che erano speciali, che potevano avere tutto quello che volevano dalla vita solo perché lo volevano.
Quindi qualcuno ha avuto un posto nella squadra dei pulcini non perché fosse un talento, ma solo perché i genitori hanno insistito con l’allenatore.
Oppure sono entrati in classi avanzate non perché se lo meritassero ma perché i genitori si erano lamentati con la scuola, per non parlare di coloro che hanno passato gli esami non perché se lo meritassero ma perché gli insegnanti erano stanchi di avere rogne dai genitori.
Ad alcuni hanno dato medaglie di partecipazione per essere arrivati ultimi, una bella medaglia affinché nessuno si dispiaccia.
La scienza comportamentale non ha dubbi: è una svalutazione della medaglia e dei riconoscimenti di chi lavora duramente per ottenere un buon risultato, inoltre fa sentire anche in imbarazzo chi arriva ultimo perché, se ha un minimo di dignità, sa che non se l’è davvero meritata quella medaglia.
Così queste persone sono cresciute con l’illusione che, anche senza sforzarsi troppo, è possibile farcela in qualunque settore.
Allora finiscono l’università, magari a pieni voti e pretendono immediatamente che un tappeto rosso si srotoli sotto i loro piedi, invece sono gettati nel mondo reale e in un istante scoprono che non sono per niente speciali voto o non voto, che i genitori non gli possono fare avere un buon posto di lavoro e figuriamoci una promozione, che se arrivi ultimo non ti danno niente, anzi rischi il licenziamento e, guarda un po’, non ottieni qualcosa solo perché semplicemente lo vuoi.
Non voglio fare ironia, credetemi, né tanto meno sorridere, la faccenda è davvero delicata poiché quando questa persona prende coscienza reale dalla situazione in cui si trova è un momento cruciale perché in un attimo, nell’istante preciso in cui concepisce la verità, l’idea che ha di se stessa va letteralmente in frantumi.
È questo anche il momento in cui si attacca alla sua fonte primaria di dopamina: i social network.
Ciò ci porta ad un altro problema : la tecnologia.
I Millennial sono cresciuti in un mondo fatto di Tik Tok, di Instagram ed altri social, dove siamo bravi a mettere filtri alle cose.
In cui siamo un po’ tutti fuoriclasse a mostrare alla gente che la nostra vita è magnifica: tutti in viaggio ad Ibiza, tutti al ristorante stellato, tutti felici e pimpanti anche se invece siamo tristi e depressi.
Ho letto un’interessante ricerca scientifica, che in sintesi dice che ogni qual volta che riceviamo una notifica sullo smartphone, un messaggio o quant’altro, nel nostro cervello viene rilasciata una bella scarica di dopamina (una sostanza che dà piacere).
Ecco perché quando riceviamo un messaggio è una bella sensazione oppure se da qualche ora non si illumina il cellulare, alcuna notifica, né un messaggio, iniziamo a vedere se per caso non è accaduto qualcosa di catastrofico.
Allo stesso modo andiamo tutti in stress se sentiamo il suono di una notifica e passano più di tre minuti senza che riusciamo a vedere di cosa si tratta.
È successo a tutti, ti senti un po’ giù, un po’ solo, e allora mandi messaggi a gente che forse nemmeno sapevi di avere in rubrica.
Perché è una bella sensazione quando ti rispondono, vero?
È per questo che amiamo così tanto i like, i fan, i follower.
Ho conosciuto un ragazzo che aveva sui 15 anni che mi spiegava quanto tra loro si discriminassero le persone in base ai follower su Instagram!
Così se il tuo Instagram cresce poco vai nel panico e ti chiedi: “Cosa è successo, ho fatto qualcosa di sbagliato?
Non piaccio più?”
Pensa che trauma per questi ragazzi quando qualcuno gli toglie l’amicizia o smette di seguirli!
La verità, e questa cosa riguarda tutti noi, è che quando arriva un messaggio/notifica riceviamo una bella botta di dopamina.
Ecco perché, come dicono le statistiche, ognuno di noi consulta più di 200 volte al giorno il proprio cellulare.
La dopamina è la stessa identica sostanza che ci fa stare bene e crea dipendenza quando si fuma, quando si beve o quando si scommette.
Il paradosso è che abbiamo veri limiti di età per fumare, per scommettere e per bere alcolici, ma niente limiti di età per i cellulari che regaliamo a ragazzini di pochi anni di età (già a 7 o 8 anni se non a meno).
È come aprire lo scaffale dei liquori e dire ai nostri figli adolescenti: “Ehi, se ti senti giù per questo tuo essere adolescente, fatti un bel sorso di vodka!
In sostanza, se ci pensate, è proprio questo che succede: un’intera generazione che ha accesso, durante un periodo di alto stress come l’adolescenza, ad un intorpidimento che crea dipendenza da sostanze chimiche attraverso i cellulari.
I cellulari, da cosa utile, diventano facilmente, con i social network, una vera e propria dipendenza, così forte che non riguarda solo i Millennials ma ormai tutti noi.
Quando si è molto giovani l’unica approvazione che serve è quella dei genitori, ma durante l’adolescenza passiamo ad aver bisogno dell’approvazione dei nostri pari.
Molto frustrante per i nostri genitori, molto importante per noi, perché ci permette di acculturarci fuori dal circolo famigliare e in un contesto più ampio.
È un periodo molto stressante e ansioso e dovremmo imparare a fidarci dei nostri amici.
È proprio in questo delicato periodo che alcuni scoprono l’alcol o il fumo o peggio le droghe, e sono queste botte di dopamina che li aiutano ad affrontare lo stress e l’ansia dell’adolescenza.
Purtroppo questo crea un condizionamento nel loro cervello e per il resto della loro vita quando saranno sottoposti a stress, non si rivolgeranno ad una persona, ma alla bottiglia, alla sigaretta o peggio, alle droghe.
Ciò che sta succedendo è che lasciando ai ragazzi, anche più piccoli, accesso incontrollato a smartphone e social network, spacciatori tecnologici di dopamina, il loro cervello rimane condizionato, ed invecchiando troppi di essi non sanno come creare relazioni profonde e significative.
In diverse interviste questi ragazzi hanno apertamente dichiarato che molte delle loro amicizie sono solo superficiali, ammettendo di non fidarsi abbastanza dei loro amici.
Ci si divertono, ma sanno che i loro amici spariranno se arriva qualcosa di meglio.
Per questo non ci sono vere e proprie relazioni profonde poiché queste persone non allenano le capacità necessarie, e ancora peggio, non hanno i meccanismi di difesa dallo stress.
Questo è il problema più grave perché quando nelle loro vite sono sottoposti a stress non si rivolgono a delle persone ma ad un dispositivo.
Ora, attenzione, non voglio minimamente demonizzare né gli smartphone né tantomeno i social network, che ritengo essere una grande opportunità, ma queste cose vanno bilanciate.
D’altro canto un bicchiere di vino non fa male a nessuno, troppo alcol invece sì.
Anche scommettere è divertente, ma scommettere troppo è pericoloso.
Allo stesso modo non c’è niente di male nei social media e nei cellulari, il problema è sempre nello squilibrio.
Cosa vuol dire squilibrio?
Ecco un esempio: se sei a cena con i tuoi amici e stai inviando messaggi a qualcuno, stai controllando le notifiche Instagram, hai un problema, questo è un palese sintomo di una dipendenza, e come tutte le dipendenze col tempo può farti male peggiorare la tua vita.
Il problema è che lotti contro l’impazienza di sapere se là fuori è successo qualcosa e questa cosa ci porta inevitabilmente ad un altro problema.
Siamo cresciuti in un mondo di gratificazioni istantanee.
Vuoi comprare qualcosa?
Vai su Amazon e il giorno dopo arriva.
Vuoi vedere un film?
Ti logghi e lo guardi, non devi aspettare la sera o un giorno preciso.
Tutto ciò che vuoi lo puoi avere subito, ma di certo non puoi avere subito cose come le gratificazioni sul lavoro o la stabilità di una relazione, per queste non c’è una bella App, anche se alcune delle più gettonate te lo fanno pensare!
Sono invece processi lenti, a volte oscuri ed incasinati.
Anche io ho spesso a che fare con questi coetanei idealisti, volenterosi ed intelligenti, magari da poco laureati, sono al lavoro, mi avvicino e chiedo:
“Come va?”
e loro: “Credo che mi licenzierò!”
ed io: “E perché mai?”
e loro: “Non sto lasciando un segno…”
ed io: “Ma sei qui da soli otto mesi!”
È come se fossero ai piedi di una montagna, concentrati così tanto sulla cima da non vedere la montagna stessa!
Quello che questa generazione deve imparare è la pazienza, che le cose che sono davvero importanti come l’amore, la gratificazione sul lavoro, la felicità, le relazioni, la sicurezza in se stessi, per tutte queste cose ci vuole tempo, il percorso completo è arduo e lungo.
Qualche volta devi imparare a chiedere aiuto per poi imparare quelle abilità fondamentali affinché tu possa farcela, altrimenti inevitabilmente cadrai dalla montagna.
Per questo sempre più ragazzi lasciano la scuola o la abbandonano per depressione, oppure, come vedo spesso accadere, si accontenteranno di una mediocre sufficienza.
Come va il tuo lavoro? Abbastanza bene…
Come va con la ragazza? Abbastanza bene.
Ad aggravare tutto questo ci si mette anche l’ambiente, di cui tutti noi ne facciamo parte.
Prendiamo questo gruppo di giovani ragazzi i cui genitori, la tecnologia e l’impazienza li hanno illusi che la vita fosse banalmente semplice e di conseguenza gliel’hanno resa inutilmente difficile!
Prendiamoli e mettiamoli in un ambiente di lavoro nel quale si dà più importanza ai numeri che alle persone, alle performance invece che alle relazioni interpersonali.
Ambienti aziendali che non aiutano questi ragazzi a sviluppare e migliorare la fiducia in se stessi e la capacità di cooperazione, che non li aiuta a superare le sfide.
Un ambiente che non li aiuta neanche a superare il bisogno di gratificazione immediata poiché, spesso, sono proprio i datori di lavoro a volere risultati immediati da chi ha appena iniziato.
Nessuno insegna loro la gioia per la soddisfazione che ottieni quando lavori duramente e non per un mese o due, ma per un lungo periodo di tempo per raggiungere il tuo obiettivo.
Questi ragazzi hanno avuto sfortuna ad avere genitori troppo accondiscendenti, la sfortuna di non capire che c’è il tempo della semina e poi quello del raccolto.
Ragazzi che sono cresciuti con l’aberrazione delle gratificazioni immediate, e quando vanno all’università e si laureano continuano a pensare che tutto gli sia loro dovuto solo perché si sono laureati a pieni voti.
Cosicché quando entrano nel mondo del lavoro dopo poco dobbiamo raccoglierne i cocci.
In tutta questa storia, sono convinto che tutti abbiamo una colpa, ma che soprattutto tutti noi possiamo fare qualcosa di più impegnandoci a capire come aiutare queste persone a costruire oggi la loro sicurezza e le loro abilità sociali, la cui mancanza rende la vita di questi giovani inutilmente infelice e inutilmente complicata.
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