#verità esistenziali
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chiamamiely · 6 months ago
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Sapevatelo :)
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laragazzafortesworld2 · 3 months ago
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24h di verità: accetterò e risponderò a qualsiasi tipo di domanda voi mi poniate, che siano in anonimo o senza. ✉
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abr · 4 months ago
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Tutti 'st'analisti del voto in Liguria: a Genova Bucci perde, FdI perde, Pd primo partito, m5s evaporato, l'astensionismo doppia il Pd ... tutto vero, come è vero che ha vinto il CDx, com'è vero il dito (medio) che st'analisti si rimirano al posto della luna che indica.
La verità primaria emergente del voto in Liguria che tutti fingono di scordare è l'ennesima SCONFITTA DEL PARTITO DELLE BURO-PROCURE. Perdente dai tempi di Mani Pulite, della Gioiosa Macchina da Guerra e Di Pietro.
Si, perde il partito togato che accoppiato al mainstream media e alla egemonia cul-turale degli ignoranti, dovrebbe risolvere a suon di indignaziò i problemi esistenziali delle Sinistre. Invece NADA. Molto consolatorio. Il problema è che i piddini non capendo 'na fava, insisteranno a cercar scorciatoie giustizialiste. Buon pro #perdenti.
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occhietti · 2 months ago
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... e poi ci sono quei giorni in cui vorresti disperatamente fuggire da te stessa, dai tuoi malesseri, dai tuoi mille pensieri, dallo stress quotidiano, dalla solita routine, dall'arrovellarti il cervello per tirarti fuori da determinate situazioni e la consapevolezza che da certe gabbie non si può uscire.
Il problema è che puoi fuggire dove vuoi, allontanarti da luoghi e persone per chilometri fino a toccare l'altra parte del mondo ma il tuo tutto, il tuo bagaglio di emozioni, crisi esistenziali, i tuoi stati d'animo sono sempre lì... non ti si allontanano neanche di un millimetro.
La verità è che non esiste distanza capace di cambiare il tuo modo di sentire le cose.
- Lorena Gatta
Foto di Flora Borsi
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acronimica · 2 months ago
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Certo che quando hai una vita di autentica e viscerale merda e qualcuno non se ne accorge, guarda oltre i tuoi sconquassi esistenziali e vede solo i pregi di chi eri prima che andasse tutto in vacca e fondamentalmente di chi sei ancora, dopotutto… non dico che potresti perdonargli l’omicidio, ma quasi. La lente della realtà si fa completamente distorta. O magari raccontarsi questo diventa una scusa per non voler affrontare la verità. In ogni caso, perché sento questo incontenibile bisogno di interagire con te? Mentre ho nuotato nei mari di merda più putridi non hai perso di vista la mia essenza, mi hai permesso di aggrapparmi a me stessa e, ad oggi, di farmi forte di questi ricordi diventati ormai inavvertitamente essenziali. Non siamo che bestiacce pulsionali, fere sempre impietosamente memori di chi ci ha assicurato la sopravvivenza anche solo per un giorno di più. Badiamo davvero a poco altro. Spero che ci ritroveremo, in qualunque modo possibile. Non avrò più una figura di riferimento del genere, nella mia vita, altrimenti.
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astra-zioni · 9 months ago
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Con gli anni si confermano le mie naturali certezze con le quali ho fatto a cazzotti pensando di essere sbagliata, intransigente, malata, non affidabile e quindi non lucida nelle mie reazioni.
Ma la verità è che mi accorgo che la mia incomunicabilità col prossimo si interrompe sempre nell’esatto momento in cui il prossimo non ha un vissuto particolarmente difficile.
Possiamo rigirarcela come vogliamo, e mi dispiace fare questo discorso perché non voglio far passare le “sfighe” esistenziali come un qualcosa che ti rende necessariamente superiore. Infatti qui non si tratta di sentirsi superiori, si tratta di non capirsi, si tratta del fatto che anche coloro che ti amano, se non hanno vissuto certe cose sulla loro pelle, non capiranno mai. C’è proprio un’incomunicabilità alla base. Per contro, tutte le persone (nessuna esclusa), con le quali ho interagito negli anni che hanno vissuto senza mezzi termini l’inferno in terra non c’è mai stato un momento in cui non mi sia sentita compresa o anche solo legittimata a reagire in un certo modo. Io penso che da qualche anno la narrazione che si fa sull’essere funzionali nella vita, sul trovare il lato positivo, sull’andate avanti in un modo o nell’altro, sul non fermarsi mai, siano dovute al fatto che la gente (non la società), ma le singole persone, ad oggi, non sono più disposte a soffrire per cinque minuti. Non reggono l’horror vacui, e quindi si nutrono di tutto quello che possono per evitare il problema, evitare i pensieri.
Purtroppo a me non è stata data questa attitudine, io non riesco a guardarmi in faccia se so che c’è qualcosa che non va in me o in coloro che mi circondano, non riesco a guardarmi Netflix se sono addolorata per un’amica, una relazione conclusa, non riesco ad avere quel piglio di chi ti dice “Esci e vai a fare una passeggiata!” Non ce l’ho, perché ho imparato, da qualche tempo, che il dolore, di qualsiasi natura, è parte integrante della vita di ciascuno, e quindi dobbiamo farci i conti e sentirlo, altrimenti vivremmo magari una vita felice e accomodante, ma non autentica, finta. In sostanza: avremmo davvero buttato la nostra esistenza attraverso lo sforzo di non pensare mai, non soffrire mai, non sentire mai; e che alla fine, per questo, riesce più facile sentirsi capiti da chi quel dolore lo prova ogni giorno. E forse è proprio così che si risale.
Io delle persone che mi dicono di pensare positivo, persone che stimo, che ho amato, persone a cui voglio un bene dell’anima, a questo punto della mia vita: non so che farmene. È legittimo che voi andiate via se la cosa comincia a essere pesante per voi, è legittimo però che io rimanga fedele a me stessa. E quando mi guardo allo specchio io mi riconosco. Voi, dubito.
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susieporta · 1 month ago
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Amiamo il nostro dolore.
Sembra la cosa più innaturale del mondo andare incontro al dolore.
Ma la sottile, inquietante verità, è proprio questa.
Se non ne abbiamo abbastanza, lo creiamo.
Ingigantiamo le nostre fantasie catastrofiche facendole diventare come enormi buchi neri che alla fine inghiottiscono pure noi.
Al dolore ontologico dell'esistenza, legato al non poter sapere perché siamo al mondo e al non aver scelto di esserci, sommiamo palate di dolore immaginario come se non ci bastasse già quello che la vita porta con sé.
Perché mettiamo in atto questo atteggiamento paradossale?
Perché la sofferenza ci getta nello stato di vittime, e ci permette di identificarci in questo ruolo a costo zero.
Infatti diventare protagonisti attivi della propria realtà, costa molto di più.
Rendersi responsabili di ciò che ci capita, chiedere cosa vogliamo dagli altri, dire quello che sentiamo nei loro confronti in modo diretto, assumersi il peso delle proprie scelte o non scelte, implica uno sforzo enorme.
Implica spesso il mettersi in discussione, e diventare umili e responsabili.
Questo ruolo invece (quello di vittime) ci permette di essere accuditi, riconosciuti, amati coccolati e difesi da chi, vedendoci già sofferenti, non ci torcerebbe un capello.
Chi può volere il male di qualcuno che già soffre?
Chi soffre può essere solo compatito, al massimo, impietosisce e fa tenerezza.
Ecco allora che ci carichiamo di pesi giganteschi pur di farci e di fare pena.
Diventiamo i diavoli che torturano le anime dannate nel proprio inferno personale.
Ci stracciamo le vesti di fronte al nostro povero, misero io, che nessuno vuole e nessuno ama: che tanto patisce e tanto si dispera.
Tra l'altro, cosa non secondaria, vittimizzarci ci permette di comunicare all'altro indirettamente manipolandolo con il senso di colpa.
Lo stesso senso di colpa che ci infliggiamo noi quando sbagliamo, quando ci critichiamo e ci giudichiamo per niente, imprigionando il nostro bambino interiore in una nuvola di emozioni melmose, e annegando così la sua vitalità.
L'altra soddisfazione secondaria è data dal fatto che il dolore è il carburante a costo zero che fa diventare il nostro ego un supereroe ai suoi stessi occhi.
L'ego infatti si nutre di ferite, di passato, di paure, di conflitti.
E quindi se la vita non ci porta su queste tracce, gliele forniamo noi attraverso fantasie catastrofiche e drammi esistenziali.
Tutto va male e, se non va male ora, in futuro andrà sicuramente peggio.
Il passato non è foriero di insegnamenti per il futuro, ma di lacerazioni per il presente.
Il presente è un destino che ci da contro su tutti i fronti: nessuno ci capisce e nessuno ci ama.
Tutto questo trova un terreno fertile nel nostro cervello al quale, ai fini della sopravvivenza, è convenuto scambiare un bastone per un serpente piuttosto che il contrario.
Il nostro cervello è programmato per vivere nel dolore e per anticiparlo, sguazzando nella paura, nel risentimento e nelle aspettative illusorie che, inevitabilmente, verranno deluse (tutti meccanismi questi che spiego dettagliatamente nel mio nuovo libro).
Ma una volta scesi nella palude masochistica, si nuota con squali spietati come la rabbia e i sensi di colpa, e con piovre succhiasangue come la mancanza di vita e la fragilità, che ti fa torcere per un nonnulla come se camminassi sugli spilli ventiquattro ore al giorno.
Prendersi la responsabilità di ciò che si fa e di ciò che non si vuole fare, per pigrizia, per paura, per indecisione o per conflitti interni mai accettati né compresi; comprendere quanto e in che misura contribuiamo a rimanere nelle situazioni che odiamo, e agire di conseguenza; capire quanto e in che misura ciò che ci accade è anche causa nostra, e agire di conseguenza; esprimere i propri bisogni anche a costo di vederli rifiutati.
Questi atteggiamenti, sono per pochi.
Pochissimi.
Ma quei pochi, sono quelli che voglio tirarsi fuori dalla palude del vittimismo e cominciare a camminare in altri regni dello spirito.
Panorami del vivere, in cui non abbiamo bisogno di farci del male per sopravvivere alla meno peggio.
È in questo coraggioso bagno di luce che possiamo sentire l'energia che è in noi, scorrere liberamente nelle nostre vene, la passione farci battere il cuore all'impazzata, e le lacrime di gioia scendere sul nostro viso.
Tutto questo è possibile cambiando gli occhiali che utilizziamo per vedere noi stessi e il mondo circostante, e soprattutto entrando in sintonia con il sentire del proprio corpo.
© Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale
#armaturainvisibile #artedilasciarandare
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valentina-lauricella · 8 months ago
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Ora ho capito perché i miei pensieri di risentimento, rancore, invidia, ecc. per delle persone che mi hanno rifiutato, non si concretizzano in risultati paragonabili a quelli di malocchio e fatture: perché io sono uno spirito elevato. 😀 I due meravigliosi uomini che tengo d'occhio sui social e nel mio cuore, godono di successi esistenziali e sentimentali. Inoltre, non mi è mai salito alle labbra l'anatema "brucerai all'inferno", bensì l'ispirato augurio di "andare nel seno di Dio". Che i miei pensieri neri decadano, restino pensieri e non giungano al bersaglio, è un tipico indizio che il mio spirito non è affine agli spiriti inevoluti che si occupano di mandarli a segno. Concludo che la mia non è mancanza di potere, ma sintomo di elezione. Mi racconto questa favoletta per essere più felice, ma non è detto che, come tutte le favole, non contenga un fondo di verità morale.
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tiaspettoaltrove · 10 months ago
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Ricordare le vecchie dittature, per dimenticare le nuove.
La strategia della politica (e della propaganda in generale) è molto semplice: ricordare (ipocritamente peraltro) un passato remoto, e al contempo disinteressarsi completamente del passato prossimo, del presente, e del futuro. Lo vediamo ogni anno con questa storia del 25 Aprile: tutti a mettersi in bocca “la resistenza”, l’antifascismo e bla bla bla, eppure a me sembra che il mondo vada in una direzione completamente opposta. Mi chiedo, più che altro: dove ha vissuto questa gente nel triennio italiano 2020-2022? Ma voi non vi ricordate che cosa è stato quel periodo storico? Vi siete davvero già dimenticati tutto? Non passava giorno senza che, in un mezzo di comunicazione qualsiasi, non venissero proferiti i peggiori insulti nei confronti di una (abbastanza consistente, peraltro) fetta della popolazione. Ma veramente avete le fette di prosciutto davanti agli occhi a questi livelli? Si è sempre avversati per la propria fede, la propria religione, le proprie idee politiche o anche solo esistenziali. Sempre, se tali idee non corrispondono a quelle della massa. Le discriminazioni sono sempre avvenute, e purtroppo sempre avverranno. Ma non si nota il cortocircuito mentale? Non si nota come, fino a poco tempo fa, non si potesse nemmeno esprimere la propria opinione riguardo a determinati argomenti, senza essere come conseguenza ricoperti dei più infami epiteti? Che memoria corta, in questo paese. E probabilmente non solo in questo. Però evitatemi la sceneggiata. Evitatemi la (finta) apertura all’accoglienza, alla diversità, all’inclusività. Perché sono tutte baggianate ragazzi, e lo avete ampiamente dimostrato. Accogliete solo ciò che volete accogliere voi, rispettate solo ciò che volete rispettare voi. Vi ergete a detentori unici dell’etica e della morale, fallendo clamorosamente agli occhi di chi ha un minimo di spirito d’osservazione, d’intelletto, di sagacia. Ma non lo vedete quello che sta succedendo in Palestina, dannazione? È così da decenni. Non da mesi, non da anni, ma da decenni. Ora se ne parla un po’ di più, sempre troppo poco, ma nulla cambia. Sta bene a tutti. Sta bene a quelli del governo (ma sarebbe stato così per qualsiasi colore politico, purtroppo), sta bene a quelli che urlavano o urlano, sta bene a chi rivendica questa sorta di resistenza (di quasi un secolo fa) sui social network. Roba che noi neanche c’eravamo, ci affidiamo a libri di Storia scritti dai vincitori, ché perfino i racconti dei nostri nonni sono discordanti tra loro. A dimostrazione che la Verità non è sempre così lampante a tutti, anzi. Che ognuno, volente o nolente, la interpreta con la propria luce nel quadro più generale della realtà. Vi dichiarate antifascisti, e siete più irruenti dei mafiosi nel calpestare le letture dell’esistenza diverse dalla vostra. Pensate davvero di essere credibili? Di contare qualcosa? Abbiate la decenza di tacere. Io sono contro tutte le dittature, anche contro quelle che in pochi vedono. Che strisciano, insidiose, giorno dopo giorno.
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ambrenoir · 10 months ago
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Soffriamo, quando perdiamo una persona che amiamo, perché crediamo davvero di averla persa.
In realtà abbiamo perso solo il suo involucro.
Quella persona è diventata altro, e la nostra vita dopo la sua morte può diventare un’avventurosa caccia al tesoro:
dove si cela, ora?
Dentro un soffio di vento invernale?
In una foglia che cade d’autunno?
Oppure in una nuvola nel cielo di primavera?
O in un tramonto sul mare di fine estate?
La persona non è scomparsa.
Siamo noi a non vederla più.
Non è la verità a doversi rivelare.
Siamo noi a doverla cercare con occhi diversi, più consapevoli.
Con un ascolto che non riguarda le orecchie, ma il cuore.
Con una mente vuota di domande senza risposta, dubbi esistenziali e scetticismo.
La mente di bambino sa qual è la verità pur senza saperla spiegare.
Un fiocco di neve diventa acqua.
Poi diventa vapore acqueo.
Quindi nuvola.
Da nuvola diventa una goccia di pioggia.
E cadendo in un fiume diventa fiume.
Da fiume diventa mare.
E poi oceano.
Questa è la vita.
♥️☀️🌹💙🌸🫂🩷✨💋💏🍀
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conigli-letterari · 2 years ago
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"Niebla" di Miguel de Unamuno: uno dei libri più iconici del '900 spagnolo.
Iniziamo dal suo non-genere di appartenenza: la Nivola. La parola "nivola" (storpiatura di "novela") è stata provocatoriamente inventata dallo stesso Unamuno per indicare un genere letterario nuovo, slegato dalle convenzioni dei romanzi realisti di quel periodo.
Troviamo infatti personaggi un po' bizzarri, situazioni non sempre realistiche, moltissimo dialogo e lunghi monologhi dal timbro esistenziale. La forma è semplice, il contenuto profondo. Non mancano punte di ironia, a volte anche taglienti.
Ma ciò che rende davvero particolare questo titolo è e la sua natura metaletteraria: qui l'Autore stesso s'inserisce tra i personaggi della storia... e non ne esce bene. Unamuno si caratterizza come un arrogante che impone il proprio volere al suo personaggio, anche quando quest'ultimo cerca di ribellarsi al destino scritto per lui.
Uno dei simboli più ricorrenti è proprio la nebbia: rappresenta il dubbio, la mancanza di scopi, le mancate verità. La Nebbia incombe sul povero Augusto, protagonista logorato da dilemmi esistenziali... Solo che a un certo punto la foschia si fa strada oltre gli stretti confini del libro. I dubbi di Augusto diventano i nostri e anche il lettore si accorge di essere avvolto da una sottile coltre di nebbia.
[ ig conigli_letterari ]
[ Credit dipinto: Joaquin Sorolla (Soroya) ]
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laragazzafortesworld2 · 10 months ago
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24h di verità: accetterò e risponderò a qualsiasi domanda voi mi poniate, in anonimo o senza
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stilouniverse · 4 months ago
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Carmelo Sardo "Le notti della memoria", Bibliotheka Edizioni
Il nuovo romanzo di Carmelo Sardo è una storia d’amore sospesa tra eros, fantasmi del passato e inquietudini esistenziali. Un vorticoso intreccio di segreti inconfessabili e scomode verità, condotto con sopraffino scandaglio psicologico. in libreria dal 4 ottobre Bibliotheka Edizioni Nell’ultimo segmento della sua vita tormentata, Carlo ripercorre l’amore folle e delirante per Nora, conosciuta…
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subconciousdump · 7 months ago
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In realtà è molto più accattivante, e plausibile, l'idea che noi tutti si viva costantemente immersi in un flusso di infiniti universi possibili.
Sfogliati pagina dopo pagina dopo pagina.
In quale delle infinite pagine, che non sono altro che possibilità parallele, ti trovi nel qui ed ora?
Il problema non può essere "come faccio a spostarmi in un universo parallelo leggermente migliore del solito" ma deve anzi essere: "come faccio a mettere il dito sulla pagina per evitare che si sfogli via velocemente, proprio ora (qui ed ora) che sono capitat3 in uno spaziotempo leggermente migliore del solito?"
Non devi avere nessun imbarazzo nel constatare che discorrendo di una cosa così tautologicamente universale come sono gli universi paralleli, il punto di partenza sia una una soggettività particolare.
La mia soggettività:
Non ho fatto studi scientifici e quindi sono al sicuro, protetta dal pericolo di finire trascinata in macchinosi ragionamenti sulle implicazioni logico-matematiche della faccenda.
Sono interessata ai risvolti filosofici o esistenziali, io. Posso quindi, ad esempio, benissimo non curarmi del problema di che fine farebbe l'altra me stessa dell'universo parallelo leggermente migliore o peggiore del momento, una volta invaso il campo. Tanto per dirne una.
Ogni riflessione esistenziale che si rispetti deve trarre origine da una domanda. Una Domanda.
La domanda potrebbe essere: cosa voglio io?
In un discorso in cui non ci sono punti di riferimento spaziali o temporali non è necessario stare a preoccuparsi se la risposta sia effettivamente quella sempre vera e verificabile da un tecnico di laboratorio, eternamente ontologicamente vera per sempre. È sufficiente che sia vera nel qui ed ora.
Che cosa è che voglio io in questa specifica, sottilissima pagina in cui, inerme, sono capitata?
E dunque mi rispondo:
Tutto ciò che voglio è -- ----- -----.
Ma -- ----- ----- non ottengo.
E allora, come la volpe con l'uva (favolosa!).
Dico: non mi serve, non ne ho bisogno, non mi interessa.
Dico: a me interessano solo le abissali profondità e non la superficie, così tanto superficiale.
Osservo -- ----- ----- riflesso sulla lama di luce.
Per non vedere rivolgo lo sguardo altrove (in fondo, nell'abisso).
Grido: non ti sopporto più, mondo dei fenomeni, non sopporto più neanche te, mio corpo che abito!
Grido: io voglio la Verità, solo la Verità, nient' altro che la Verità!
La Verità è che l'insofferenza verso il mondo dei fenomeni e questo mio corpo che abito è solo una bugia.
Sono solo io che, da questo abisso senza fine che è la mia interiorità, sbircio tra le sagome sulla luce trasudante dalla crepa dimensionale e intuisco il peso, schiacciante, delle infinite possibilità, potenzialmente leggermente migliori se non addirittura esageratamente migliori (ma non ha senso spingersi a tanto).
Come faccio a mettere il dito sulla pagina?
È tutta una questione di superficie. Ammesso che abbia senso parlare di superficie e di abisso, di spazio, di dimensioni o direzioni... così come dello scorrere del tempo, in un discorso sugli universi paralleli.
Per questo, vedi, dico che è tutta una questione di superficie.
Sotto la superficie, nell'abisso, si perdono i punti di riferimento e le connessioni logiche.
Sogno spesso di essere nelle cantine di un edificio, sono stanze e corridoi, stretti passaggi, porte e scalini, tutti immersi nell' oscurità.
Io procedo a tentoni, a volte strisciando (ma non perché gli spazi non mi permettano di stare in piedi quanto piuttosto perché laggiù dove mi trovo non c'è più alto o basso e destra o sinistra) e il mio corpo, i cui confini non percepisco con altrettanta sicurezza come quando sono sveglia, riesce sempre a ritrovare l'uscita.
Penso che all'uscita ci sia questo mondo dei fenomeni che così tanto, dico, mi affligge. O perlomeno mi irrita.
27-07-24
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antennaweb · 7 months ago
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susieporta · 1 month ago
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Cavaliere di Coppe
"La preparazione al Passaggio di Coscienza".
Gennaio ci porta in viaggio con la nostra tanto temuta "incoerenza energetica".
Ci invita ad integrare la Verità in ogni aspetto della nostra Esistenza.
Con noi stessi in primis, ma non di meno nell'interazione con chi incontriamo nel nostro cammino.
Ci invita a "salire di livello".
Ad adattare il nostro nuovo Sistema di Struttura alla realtà che ci circonda, a radicare nella Materia la "vision" che sentiamo espandersi dentro, a costruire un Mondo Esteriore compatibile con la nostra nuova Connessione affettiva ed emotiva.
E' un mese chiave per le chiusure. Ma anche per le aperture.
C'è di nuovo Spazio interiore per le opportunità, per i progetti di realizzazione, per lo stupore, per le imprevedibili e miracolose espressioni della Vita materiale.
E' un mese "brillante".
E' ricco di "balzi vibrazionali" e di "trasformazioni esistenziali", di prese di coscienza e di sblocchi di rigidità comportamentali.
Gennaio è inesorabilmente lento. E poi improvvisamente fulmineo.
Lavora nei "bassifondi" della psiche, per poi riemergere repentinamente e "risolvere" il tanto temuto, nonché l'ennesimo, dramma emozionale.
Gennaio si attiva dalle profondità per sciogliere la reiterata e stridente contraddizione tra "sentito, essenza e azione".
A tratti ci toglie l'equilibrio, con vertigini e senso di "nebbia interiore".
Potremo percepirci sopraffatti, ma calmi. E poi nervosi e al contempo equlibrati.
Potrebbe apparirci in determinati frangenti tutto confuso e disarticolato. Ma solo qualche istante dopo, assolutamente molto "chiaro" e "risolto".
A molti non piacerà Gennaio.
E' estroso.
E' imprendibile, inafferrabile.
Un cavallo imbizzarrito, ma potente. Uno "stallone indomabile dell'esperienza evolutiva".
Incorruttibile e irriverente, ma mansueto. Passionale, ma integro.
In questa vertiginosa e psichedelica altalena interiore e contraddittoria tra il "dentro" e il "fuori", vedremo e sentiremo, verso la fine del mese, apparire davanti a noi "la porta del Secondo Varco".
Insperata. E quasi inattesa oramai.
E lì ci sarà da raccogliere e manifestare tutto il Coraggio, la Forza e la Fede dell'Umana Incarnazione, affinché si possa affrontare con determinazione il più enorme e potente salto Evolutivo mai immaginato prima d'ora.
Restando ben ancorati con i piedi alla Terra, ma permettendo a se stessi di toccare con un dito il Firmamento stellato, di lasciarsi rapire e guidare dall'ultra-potenziato movimento sacro del Cuore Cristallino, alla scoperta della "Vita oltre la Morte", della Rinascita dopo il "decesso fisico e psichico".
Lì verrà posto il nuovo Sigillo, verrà decretata la "Fine" ad un'intera generazione di "frequenze del Passato" e verrà spento l'interruttore del precedente vibrato di Coscienza nelle strutture dell'Umano.
Con conseguenze all'oggi ancora poco scrutabili dall'immaginazione della Mente, ma molto chiare e definite per i Cuori delle "Anime della Visione".
Non preoccupatevi di "ciò che è" e "di cosa sarà".
Mantenete pulito il vostro Cuore. Lavorate sulle vostre Emozioni. Smantellate le ultime Credenze, disattivate gli ultimi automatismi di Passato, ri-accordate le ultime note stonate del vostro Strumento interiore.
Affinate il Campo Affettivo. Dedicategli ampio spazio nella vostra quotidiana esperienza materiale.
Allenate la vostra Integrità e Coerenza emozionale. Senza timore. Senza arretrare davanti alle ultime Ferite. Senza più fornire benzina a dinamiche di disfunzione del Passato. Senza foraggiare comportamenti lesivi e auto-lesivi.
Siate i più passionali Amanti e Sostenitori del vostro "Dono".
Non svendetelo, non danneggiatelo, non date adito a distorsioni.
Non rinnegatelo.
Non lo portate a "competere" con nessuno ed in nessun luogo fisico del vostro piano di Manifestazione.
Esso è unico e irripetibile. Ed ha una "funzione" specifica, originale e irrinunciabile.
Siate onesti con voi stessi e con l'Altro. Sempre.
Non mentite.
L'onestà vi ripagherà di ogni singolo momento di difficoltà, di sperimentazione di autenticità e di sudore tremante vi possa attendere nelle prossime prove di "purezza".
Siate sempre coerenti con il vostro Sentito Interiore. Non lo tradite. Non lo ingabbiate. Non lo zittite.
Ma non per "bisogno di riconoscimento", non per rabbia, non per rivendicazione, non per prevaricazione e non per ribellione.
Ma per "identificazione con la Verità di chi siete", per la connessione profonda con il vostro Cuore Cristallino, per la Purezza interiore di cui siete fieri portatori dentro ad ogni vostro gesto ed espressione umana.
Siate Fede. Pura Fede nel vostro atto Creativo.
Buon Gennaio a tutti.
Forte. Ma straordinariamente Brillante!
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