#che poi non me lo ha mica detto nessuno di farlo
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Non io che nel mio giorno libero tornata a Casa mi metto a leggere, studiare e sottolineare come al liceo L'orlando Furioso con prefazione , accenni storici e tutto ciò che ne deriva.
Na pazza.
#orlando furioso#non ha un motivo questa cosa#che poi non me lo ha mica detto nessuno di farlo#studio#senza senso#così a caso#boh#thegretchenimages#giovedi
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In Italia spesso si fa confusione su tante cose
In particolare riflettevo che si fa confusione tra "è una cosa sbagliata" e "io non lo farei" oppure "a me non piace/non la condivido"
Perché con il primo pensiero vuoi intendere che è qualcosa che nessuno dovrebbe fare oggettivamente, qualcosa da vietare, che riguardi te o un'altra persona
Con il secondo e terzo pensiero invece si intende qualcosa che tu non faresti, non approvi, non apprezzi ed eventualmente con il tuo corpo rifiuti questa cosa, ma gli altri che facciano quello che gli pare, fatti loro
Perché non puoi decidere sulle vite altrui, sul corpo altrui sui gusti altrui
Esempio stupido:
Non mi farei mai e poi mai dei tatuaggi sul mio corpo
Però li riconosco come forma d'arte a tutti gli effetti e vedere certi tatuaggi su certe persone mi emoziona, sono stupendi, buon per loro e bravi loro, non posso mica vietare a chiunque di farsi tatuare solo perché io non lo farei mai sul mio corpo
Purtroppo per altri argomenti non è così facile parlarne che basta un niente e scatta la polemica
Eppure, io sono un maschio etero, non sono una donna, non sono gay
Se fossi una donna, incinta, per i miei principi non abortirei mai, ma non posso negare agli altri questa libertà di scegliere, non posso comandare io sul corpo altrui
A maggior ragione se poi è una condizione derivante da situazioni spiacevoli come uno stupro, perché onestamente la donna ha la libertà di pensare "questo non è mio figlio, non lo volevo, è figlio di quel mostro"
Non mi metterei mai assieme a una persona dello stesso sesso e addirittura sposarmici, per quanto perfetta quella persona possa essere, ma non posso vietare a tutti gli altri di farlo, non posso decidere io sui loro sentimenti e le loro scelte di vita, non posso negargli di stare assieme, di essere riconosciuti ufficialmente come una coppia
Che poi, se una sconosciuta decide di abortire, se due tizi gay decidono di sposarsi, che differenza implica alla mia persona? Nessuna.
Io posso avere la libertà di non essere d'accordo, di non condividere, non posso essere condannato per questo, ma non devo avere neanche il potere di impedire determinate scelte intime e personali dell'individuo
È un po' come se gli altri decidessero cosa tu devi mangiare, nessuno vorrebbe questo, ognuno con la sua vita, entro certi limiti fa quello che vuole
Se ci fosse un referendum, io potrei dire, se fossi io, se fosse il mio corpo, direi di no, ma tutti gli altri? Fate ciò che vi pare perché non riguarda soltanto me e anzi nel mio caso specifico, sono situazioni che non mi capiteranno mai, detto in parole povere, che te frega di cosa fanno gli altri per i fatti loro?
"io non approvo l'aborto e allora nessuna donna al mondo dovrà mai abortire", "io non sono gay e allora nessun uomo può essere gay o nessuna coppia gay al mondo può sposarsi", non sono un po' estreme e "ridicole" queste frasi?
Addirittura in determinati paesi "sono gay" -> condannato a morte
Dai, non è qualcosa di assurdo?
Vi pio piacere o non piacere qualsiasi cosa, ma nessuno può comandare sulla vita e sul corpo altrui
#Zibaldone di pensieri#Aborto#Gay#Diritti#Vita#Corpo#Italia#Opinioni#Riflessioni#Opinione#Riflessione#Pensiero#Stupro#Stupri#Libertà#Diritto
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Perdonami ma se sei un hater dei live action la polemica canzoni mi sembra inutile😂 Se parti dal presupposto che i live action della Disney sono il male in ogni aspetto, le loro canzoni non potranno mai piacerti, anzi mi sembra inutile commentare sotto un post del genere. Parte del tuo mondo e Hakuna Matata sono superflue? Scusa, e quale canzone Disney non è superflua per te? Davvero, per capire. Oppure non ti sono mai piaciuti i film originali in primo luogo, ragion per cui mi chiedo perché ti preoccupi dei live action o delle canzoni nuove, se neanche quelle vecchie ti piacevano.
Certo la Disney può permettersi di girare una scena in più, ma mica a sbafo! Sono sempre costi! Specie se accompagnata da una canzone che dev’essere inquadrata, composta, provata, registrata e anche tradotta e doppiata per le colonne sonore delle varie lingue! In base a quello che dicevi tu prima, ovvero che lo fanno solo per allungare pigramente il film, ti assicuro che non si accollerebbero tutto questo fastidio per 2 miseri minuti😂 Aggiungerebbero battute a una scena già esistente. L’inserimento di una canzone è sempre ponderato. Può non piacere, questo sì! Ma non viene assolutamente fatto tanto per.
Quello che ho detto non è sbagliato: certo Alan Menken non ha scritto la storia del film né quella originale (che conta relativamente… non mi sembra che i registi de La sirenetta abbiano basato il carattere di Ariel interamente sulla sirenetta di Andersen o che Quasimodo sia lo stesso del romanzo), ma i compositori e i parolieri della Disney collaborano sempre con gli sceneggiatori nella scrittura e, soprattutto all’inizio della produzione, spesso sono proprio le scene musicali a definire quella che sarà poi la caratterizzazione del personaggio (ad esempio con Elsa in Frozen, la caratterizzazione che i compositori hanno dato alla sua canzone ha spinto i registi a cambiare completamente il corso del personaggio e della storia). Quindi è un lavoro di squadra, ok forse la parola che ho usato prima (concepita) era un po’ forte ahahaha ma comunque sta di fatto che Alan Menken e chi lo affiancava all’epoca abbiano contribuito a definire questi personaggi (e lui ha continuato a farlo, visto che ha composto anche i musical di Broadway e ora i remake, per cui direi che li conosce abbastanza bene). E la psicologia di un personaggio in un musical non è da ricercarsi semplicemente nelle parole, ma anche e soprattutto nelle strumentali, perché sono quelle che tornano in tutto il film.
Non so a cosa ti riferisca con la “terribile” versione rap della canzone di Aladdin: quando il Genio la canta nel film è pressoché identica al cartone, c’è giusto 1 (contato) rigo rappato, se questo basta a renderla terribile. Poi se non sbaglio c’è una versione nei titoli di coda cantata da DJ Khaled, forse ti riferisci a quella? Premesso che è da vedere se l’ha riarrangiata e riscritta Alan Menken (opterei per un no😂), e comunque non ho mai visto nessuno dare peso alla canzone dei riconoscimenti di un film, tu per tutti i film che guardi aspetti la canzone dei riconoscimenti per dare un giudizio?😂 Se sì sono curioso di sapere quali sono per te quelle non terribili, ma sul serio!
Avevo capito che non avessi visto La sirenetta, ma a quanto pare sì perché sai per certo che la CGI è fatta male, peccato perché secondo me fissarti su quello ti ha impedito di vedere il resto, attori bravi, bei colori e musiche e belle aggiunte alla storia che a me hanno trascinato, evidentemente così tanto che non ho notato questa fantomatica CGI terribile. Onestamente quando guardo un film (specie se è una fiaba Disney perché poi ha il target che ha, quindi non lo guardo con la stessa ottica con cui guardo Avatar la via dell’acqua o un film di grande impegno sociale) se noto qualcosa lo noto, altrimenti se non mi salta all’occhio si vede che nella mia visione di quel film quella cosa non era importante… Di solito se vado a guardare un film Disney non parto dal presupposto che devo stare attento a contare sulle dita tutte le cose negative, se no 1 mi intossico il film e 2 diventa un’abitudine nella vita di tutti i giorni lol.
Figurati se mi faccio convincere… Ho cercato solo di rispondere alla tua critica secondo il mio parere personalissimo!
the category is. alan menken deep emotional solos in disney remakes sung by the love interest who had none in the original movie but definitely deserved one cause they have their own story to tell and it really puts them on the same level as the main character
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LA MIA SECONDA PRIMA VOLTA
Sono agitato? Forse.
Sì, credo di sì.
È passato così tanto tempo che non ricordo nemmeno più come ci si agita. Credo di esserlo un po', ma forse non abbastanza.
Non manca tanto allo spettacolo. Non so. Due ore, Forse tre. Credo quattro.
Le prove sono andate così così, nel senso che sono andate bene credo, ma anche quelle non mi ricordo più com'è che andavano una volta. Ricordo che non gli davo nemmeno peso "tanto lo so come si fa, figurati se mi servono le prove". Oggi non mi ricordo nemmeno più come si fanno le prove. Dovrei stare attento ai volumi? Mi sento troppo? Mi sento troppo poco? Ci sono le spie, ma io non canto più con le spie non so da quanto. Usavo gli in-ear. Gli in-ear mi hanno rammollito. Sono un viziatelo da in-ear. Sta a guardare. No, ora dimostro a me stesso che sono ancora quello tosto di una volta, che cantava nei rave sotto cassa, nelle serate d'n'b gonfio di droga o nelle dancehall in spiaggia ubriaco e fumato. Sono sempre io. Ce la facevo una volta, ce la faccio ancora. Spero.
"Pier mi puoi alzare solo un po' la voce in spia?"
"Purtroppo no, perché dalle spie esce quello che esce anche fuori e se alzo la voce a te la alzo anche al pubblico."
"Ah."
Sono fottuto.
Sono fottuto.
Sono in un mare di merda.
Già non so se mi ricordo i testi. Quanto tempo è passato dall'ultima volta? Credo fosse l'estate del 2018. Cristo è dal 2018 che non tengo un microfono in mano?! Ma com'è possibile?! Ma che sono stato criogenizzato per tutto questo tempo?!
E poi io la maggior parte delle canzoni che canterò stasera non le ho mai cantate proprio se non quando le ho registrare, due anni fa. Sono fottuto, lo sento.
Sono due settimane che le canto tutti i giorni e tutti i giorni sbaglio qualcosa. Le ho cantante anche un paio d'ore fa, in camera. Stavolta mi sono anche mosso un po' per vedere se mi reggeva anche il fiato mentre mi muovevo. Risultato? Sono in un mare di merda. Avrei dovuto farmela qualche corsetta. Non sono più il ghepardo di una volta. Fottuto divano. Fottuto lockdown. Fottuto io più che altro.
E poi sono un po' preoccupato per i testi. Perché questo non è il mio pubblico. A proposito:
"Ste ma che tipo di pubblico c'è stasera?"
"Vario."
"Ah."
Che cazzo vuol dire vario? Sicuro che al primo "troia" che dico mi arriva una shitstorm di proporzioni bibliche. Però con Gio abbiamo rivisto la scaletta. Credo che così qualche speranza di salvarmi ce l'ho. Iniziare con Ballo era decisamente troppo hardcore. La mia idea era entrare a gamba tesa, ma non sapevo che prima di me ci sarebbe stato uno spettacolo di burlesque. Entrare in scena dopo due ore di burlesque con un "Tra te e la tua amica non so chi è più troia. Girate in due tu succhi lei ingoia." a un non so che di terroristico. Io non faccio musica per questo. Meglio entrare con Il mago. Così mi scambiano per un bravo ragazzo.
Quanto manca?
Un'ora.
Diciamo un'ora.
Bello il burlesque, non l'avevo mai visto.
Sono agitato? Non capisco se sono agitato o meno. Sta a guardare che cinque minuti prima di salire sul palco mi viene il cagotto. Sicuro. Matematico.
Però ho voglia di salire sul palco. Sì, mi sa che ho voglia. Vorrei salire ora. Però ora sul palco c'è Gonzalo completamente nudo con palle e pisello in un sacchetto tempestato di paillettes. Forse aspetto a salire.
Ma non manca molto.
Sento che da un momento all'altro inizio ad agitarmi. Che tra l'altro avrei anche ragione a farlo. Mi agitavo prima quando ero in tour da tre anni, provavo in continuazione le mie canzoni, cantavo con gli in-ear, avevo un...microfono radio! Cazzo non hanno il microfono radio! Glielo avevo anche chiesto! È l'unica cosa che avevo chiesto. Non canto con il microfono a filo dal 2013. Sicuro che con quel filo mi lego per le caviglie come un agnellino. Sicuro. Una volta l'ho strappato con i piedi mentre saltavo sul palco. Che giovane. Che energia. Ok devo ricordarmi di muovermi poco per due motivi: il fiato e il cavo. Ok. Ma se non mi muovo che cazzo faccio? Magari canto.
"Mudimbi!"
Che è?! Ah devo salire. Cazzo, mi sono scordato di agitarmi. Merda. Partiamo male.
Ecco il microfono col cavo. Che bello, mi ci posso impiccare. Ora dico qualcosa di simpatico.
Fatto.
Vabbè cantiamo.
Il mago la so abbastanza dai. Sarà che l'ho cantata sul peggiore, nel senso di ansia, dei palchi. Direi che su questa sono a prova di bomba. Dai sto andando bene, anche il fiato regge. Si alla fine ho fatto bene a cambiare la scaletta. Ballo è complicata anche a livello di fiato, oltre al fatto che non l'ho mai cantata prima in pubblico. Il mago è il migliore dei rodaggi. Ah ok, questo è il buco strumentale dopo il secondo ritornello. Faccio il balletto. Mi sento un coglione. Madonna mi sembro un ciocco di legno. Che schifo. Mi dispiace che sta gente abbia pagato per vedere sta roba. Vabbè. Devo cantare lo special adesso. Comunque dai, è quasi finita. Intendo questa canzone. Alla fine la prima ce la siamo quasi tolta.
"...il mago, c'est moi!"
Finita.
Mo che cazzo dico?
Improvviso.
Meglio se improvviso che quando mi preparo le cose sembro ancora più legnoso di quanto già non mi senta.
Comunque gli devo far capire che le cose che dico non vanno prese alla lettera. Per forza, glielo devo far capire, che sennò entro domani finisco a testa in giù su una croce. Simpatia. La butto sulla simpatia e sul non prendermi troppo sul serio che io sto qua a cantare canzoni mica a fare un comizio.
Simpatia...simpatia...
Chissà se gli sto rimanendo simpatico? Secondo me invece gli sto andando più sul cazzo che altro. Fammi cantare va.
"Muoviti muoviti come se nessuno qui guardasse te."
Cazzo questa è tosta. Parte in extra-beat. E io non so manco se mi basta la saliva che c'ho in bocca. Alla fine de Il mago mi si stava attaccando il labbro superiore alla gengiva tanto mi si era seccata la bocca dall'agitazione. Devo ricordarmi di bere.
Oh ce l'ho fatta. Ho fatto l'extra-beat. E non è stato manco na merda dopotutto. Dai che un po' ho capito come regolarmi con queste spie. Però mi sento sempre un ciocco di legno. Ma com'è che facevo prima? Mi ricordo che ero così agile, così sciolto. Bò.
È già finita?
Cazzo.
Quindi adesso Ballo.
Faccio una premessa? Non la faccio? La faccio breve che le premesse mi stanno sempre sul cazzo, sembra che ti stai a giustificà quando nessuno t'ha ancora detto niente. E che c'hai la coda di paglia?
Ok vado. La canto.
"..........................troia..........................."
Nessuna m'ha tirato una scarpa.
Forse non l'hanno sentito.
Effettivamente l'ho detto veloce.
Vabbè mejo così.
"......ma non è colpa mia se sei una vacca quella non è una vulva è una baracca..."
Aridaje.
Ma che c'avevo quando ho scritto sta canzone? Perché io lo so il significato che sta dietro alle parole che uso, ma davanti a un pubblico che non conosco, dopo quasi tre anni, un po' di ansia che all'improvviso parta un plotone della morte per asfaltarmi mi viene.
".......mi avvicino alla vecchia puttana..."
Ho finito!
Basta. Ce la siamo tolta dal cazzo.
Madonna.
Però sono vivo. Senza segni di percosse. E la gente? La gente era presa bene. Non li vedo tutti perché c'ho i fari puntati al centro delle pupille che anche se mi muovo mi seguono, ma ho percepito della presa a bene.
Dai.
Dove sono quei due ragazzi che mi sono venuti a salutare prima? Mi sa che mi avevano detto dove si sarebbero seduti ma forse l'ho dimenticato. Vabbè, meglio quello che i testi delle canzoni. Comunque mi ha fatto troppo piacere vedere che almeno due stronzi si ricordano di me e si sono fatti la sbatta di venirmi a vedere stasera. Chissà se l'hanno capito che ero veramente felice e anche un po' imbarazzato? Magari avranno pensato che recitassi, il finto cordiale. Sono contento che almeno loro due siano venuti per me stasera.
"Supercalifrigida!"
Questa me la canto davvero da Dio. Bé la canto da quando avevo diciott'anni, se non canto bene questa non canto bene niente. Il fiato c'è. Non mi devo nemmeno muovere troppo, perché questa mi piace cantarla stando abbastanza sul posto. Granitico. La canto da paura. Quanto gli voglio bene a questa canzone. È stata la mia croce e la mia fortuna. Al mio funerale suonate questa per favore. Ma poi, posso dirlo? La canto molto meglio adesso che quando l'ho registrata. Senti che voce che ho adesso. Riesco a tenere un timbro molto più basso, senti come vibra. Quando l'ho registrata c'avevo na voce di uno a cui non sono ancora scese le palle. Forse la devo ri-registrare va.
"...ma siccome tutte le cose belle finisco, siamo già arrivati all'ultima canzone."
Ammazza, già è l'ultima.
Qua mi devo impegnare. El Matador è complicata. Devo fa un sacco di voci diverse. Non so se me le ricorde tutte. Vabbè mo qualcosa m'invento. Oh, comunque alla fine sbaglio sbaglio, mica ho sbagliato così tanto. Sì giusto 2 parole mangiate, ma tanto la gente mica sta a sentì a me, figurati.
Ok vado.
"Sono il più amato dai poveri. Apro ricoveri. Regalo vestiti Coveri."
Dinamicità fratello, dinamicità. Qua ti devi muovere. Ma non mi ricordo come si fa cazzo. Quando torno a casa mi guardo due tutorial di danza.
Aspetta, qui mi ero preparato un passo.
Eccolo.
No.
Non lo sto facendo come me l'ero preparato.
Vaffanculo Michel.
Ok, tra un po' c'è un altro momento identico. Ci posso riprovare.
Eccolo.
Vai.
Lo sto a fa uguale a prima porca di una troia puttana.
Vabbè a casa me lo provo.
Tanto loro non lo sanno che volevo fare un'altra cosa, quindi tranquillo.
Finito.
Non ci sto a capì un cazzo.
Ma com'è andata?
Già che non ho sentito un vaffanculo per me è stato un successo.
"Bis!"
Che ha detto?
"Bis!"
Ma sai che ti dico? Ma chi cazzo se ne frega, stasera vale tutto. So arrivato vivo fino a qua. Famo il primo bis della mia vita.
Supercalifrigida.
Che bellezza. Non avevo mai fatto un bis. È una bella sensazione. È bello vedere che la gente non vuole farti scendere dal palco. Forse non ho fatto così schifo come penso. Che poi non penso di aver fatto schifo. Sicuramente sono stato sottotono per i miei standard. Ma è pure passato del tempo. E c'ho pure n'età.
"Grazie!"
E adesso che succede?
Devo scendere dal palco, ok. Ma dopo?
Mi spaventa questa parte.
Scendere dal palco è sempre un momento decisivo. Più che salirci. Parlo per me almeno.
Scendo pieno d'adrenalina. Pieno di entusiasmo. Pieno di speranza.
Speranza in cosa? In qualcuno che mi dica "Cazzo sei stato bravissimo! Hai spaccato!". Perché io sono il primo a dire che dei complimenti non me ne frega niente, ma solo finché me li fanno.
Comunque ora vedremo.
Spero che vado bene.
Spero davvero che vada bene.
Sono agitato? Forse.
Sì, credo di sì.
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Comunque dicevano che la prima regola era non parlare del club (09/04)
Mani appoggiate sul bordo del banco, e testina alta con un bel ghignetto stampato in volto. « Non tutti sanno il motivo di questa convocazione » e ora gli occhietti guizzano in particolare su CECI, EMILE e NICO « Ho avuto un’idea » oh no « e lo sto proponendo solo a voi perché mi fido » e quindi non potete deluderla (!), e qui lo sguardo cade inevitabilmente sulla BFF, per ovvie ragioni. « Non voglio girarci troppo intorno » e quindi niente chiacchiere inutili sulle caramelle oggi « Ma dovete giurarmi che non direte niente a nessuno, e dimostrarmi quindi che ho fatto bene a scegliere solo voi » e qui ora lo sguardo cade su TUTTI quanti. Manco stesse mettendo su l’Esercito di Silente sotto la Umbridge (…). Però è davvero seria, e gli occhietti passano su TUTTI, nessuno escluso, con un sopracciglio un po’ alzato in attesa del loro giuramento solenne.
Emile: Non dice nulla, ma annuisce. E poi, visto il tono con cui MAEGAN ha parlato della cosa, diciamocelo, bara anche un poco. O ci PROVA. Magari sfrutta anche il silenzio, o il fatto che benché siano in tanti, sono sicuro meno che a lezione. Ma cerca con gli occhi la figura della CORVONERO mentre, invece, a livello empatico, sembra PROVARE a sondare le emozioni altrui. E` inpratico, ancora, e ignorante su quello che sa fare, soprattutto. Ma lo ha fatto, oramai, abbastanza volte da capire come concentrarsi. CERCA di abbassare quello sputo di barriera empatica che giusto i mesi ad Hogwarts gli hanno concesso, in favore della singola emozione maggiore che MAEGAN prova. Perché se sotto quel tono serio c`è da preoccuparsi, almeno si preoccupa subito, oh. Che stia pensando di andare in guerra praticamente lo si evince da due cose: la rigidità muscolare, e il fatto che miracolosamente se ne sia pure stato zitto.
Nico: Lui è uno di quelli che non sa il motivo, sì… infatti all’ “ho avuto un’idea” va subito a muovere la mano destra col palmo in alto in direzione della CORVONERO, come a dirle di proseguire e pure spedita che mica abbiamo tutto il giorno. « Ma se ti fidi » e qui la situazione cambia. « non devo dimostrare proprio niente. » Poi dai Meg… lui, con i segreti… ha l’accesso vip. Per stavolta si abbasserà a queste quisquilie. « Ti giuro che sarò una tomba. » Magari non letteralmente, ecco. « Poi appunto tu devi fidarti della mia parola. » Quindi siamo da capo a dodici, cara MEG. « Spara. Chi dobbiamo seppellire? »
B: Quando arriva la richiesta di un giuramento solenne (?) non perde tempo, staccandosi dal banco e facendo un paio di passetti avanti mentre la mano destra va a posarsi contro il petto – lì dove sotto la pelle c’è il cuoricino giallonero. « Giuro solennemente » di non avere buone intenzioni « Di non rivelare o parlare con nessuno a parte i presenti di quello che faremo » gli angoli delle labbra vanno a piegarsi spontaneamente verso l’alto, quasi non resistesse alla tentazione di ghignarsela « O vedremo. Va abbastanza bene o vuoi che mi inchino anche? Sai, per effetto » apposto « Comunque sai che non dico niente a nessuno. » lo sai, vero? Se l’�� fatto il Silencio, pure se metaforico.
Bly: « Non così tanto formali, su » guardando l`altra BLYTHE « Nessuno di noi vuole essere beccato, è già un buon motivo per tenere il becco chiuso.» si stringe nelle spalle alzando le sopracciglia, una certa ovvietà nel tono di voce « Però potremmo comunque decidere cosa succede alle spie, così, per precauzione » un sorrisetto malizioso le incurva le labbra, mentre squadra i compagni uno a uno. Che kattivah.
Yara: Fa eco a NICO nella sua risposta quando MEG finisce di parlare aggiungendo a voce alta « Puoi fidarti » mentre fa cenno affermativo con la testa come per dare forza alle sue parole « Non siamo mica JONAS o BRAN che andiamo a raccontare tutto ai professori » e no, la frecciatina ai due infami non poteva mancare.
Ceci: « Giuro di stare zitta molto zitta. » … « Solennemente. » la parola le piaceva, la sta rubando all’altra TASSA. Con una manina che si porta al petto, per dimostrare estrema sincerità, proprio. Però è vero, è sincera. « E’ morto qualcuno? » prioritario. Perché ha sentito NICO parlare di sepolture. Un’occhiata più lunga a EMILE, dato che lo vede zitto – e una alla WARTON, visto che parla di spie. Curiosità, eh, che vuole sapere anche lei cosa succede. Continua a starsene molto accigliata e addocchiare MAEGAN, manco avesse paura di perdersi la spiegazione principale.
Liù: Il suo giuramento si limita ad un cenno del mento, anche se è la punizione per le spie proposta dalla WHARTON che le fa offrire a quest’ultima un lieve incurvamento di un angolo delle labbra, fino a che la testa ruota verso YARA quando apre bocca e quel mezzo sorriso si spegne « Tu piuttosto. Sei una cornacchia con il becco largo. » sbuffa pure, gentilissima proprio eh.
Quello sguardo serio, infatti, cade al primo giuramento solenne che arriva proprio da CANARINO, per lasciare spazio al solito ghigno malandrino. Di quelli che non promette niente di buono, ma tant’è. « Se vuoi » fare l’inchino, è ben accetto, e un guizzo di sopracciglia testimonia il suo divertimento alla cosa. « Ma vi ho detto che mi fido » e questo è per rispondere a NICO chiaramente, « voglio che siate convinti e che non vi tiriate indietro – o se lo fate » e fa anche una piccola pausa ad effetto « che rispettiate il segreto » questo è il succo, anche se qui non facciamo nessuna fatica a contare ciecamente su TUTTI i presenti in stanza. Un sorriso a chi ha promesso cieca fiducia, e anche a LIU’ nonostante il solo cenno di testa. « Sapete che c’è il club di duello per i grandi, no? » e fa anche una pausa in attesa di cenni e assensi vari « Ecco, io non penso sia giusto che noi veniamo esclusi » e lo pensa solo lei sulla base del niente, ma okay. (...) « Non voglio litigi » categorica, un’altra volta « Se avete qualcosa contro l’altro avrete modo di sfidarvi come dei veri maghi e streghe » e quindi senza insulti « usando la vostra bacchetta e un po’ di fantasia ». (...) « Appuntiamoci tutte le idee » quindi sia i nomi, sia i loghi sia tutte le cose bellissime che vengono proposte e che aumentano l’entusiasmo della piccoletti. « SIII, il nome in codice! » necessario diremmo qui, e ora lo sguardo divertito cade su YARA (sempre che l’incanto abbia fatto effetto) e « potremmo chiamarci Languelingua » lo dice divertita, ma insomma lei la proposta la fa. Anche se la regia dice che sono accette idee migliori. « Per il simbolo mi fido ciecamente di voi » e guarda chiaramente CECI e LIU’ « fatene uno grinzafichissimo!!!! » perché loro devono essere i più bellissimi. L’attenzione viene spostata su CANARINO e « Non ammetterei » al torneo « tutti coloro che pensano che un Impulsus sia magia nera » e fuori quindi i moralisti vari « e coloro che potrebbero fare da spioni » ciao team serpeverde.
Nico: E anche sul nome ha da ridire, sbuffando nel sentire il “Languelingua”. « O Mangialumache magari. » È ironico ovviamente, è per far capire quanto non apprezzi l’altro nome (?) « L’idea dei colori delle 4 case è bella. I nastrini non so… forse è eccessivo » o da femmine.
B: « Piace anche a me l’idea dei quattro colori. Però i nastrini » occhiata verso NICO « Sono un tocco di classe, mica possiamo tenerci uno stemma noioso con scie colorate e basta » insomma go big or go home. La proposta di MEG le fa scappare una mezza risata, portandola a spostare lo sguardo su di lei « Non male come nome. Però non pensate sarebbe un po’ sospetto? Immaginate dire tipo davanti ad un professore, “ehi, più tardi ci troviamo per il Languelìngua?” » poi sguardo veloce verso il GRIFONDORO « O Mangialumache » annuisce nel dargli ragione, per bocciare il nome – senza cattiveria MEG, ti amiamo sempre – ovviamente. « Però ammetto di non avere idee migliori quindi… possiamo pensarci su, senza fretta » prova a proporre con un sorriso di default.
Bly: « Non possiamo lanciarci incantesimi senza senso, un duello ha un certo... Ordine, di solito » contesta con l`aria offesa, ma non va oltre. È d`accordo sul nome, annuisce distrattamente « Per me va bene tutto » scrolla le spalle « Anche il simbolo sì, fate come volete. » e liquida la questione con un gesto della mano, lei vuole solo punire i traditori.
Ceci: Lo sguardo è verso LIU’ « Siii » approva, l’enfasi sulle i aggiuntive segnala l’entusiasmo annesso. « Potremmo tenere le scie – e magari i nastri fanno tipo – non so. Stendardi? Cioè, non proprio nastrini, più nastri grossi. Da stendardo. » ah, chiarissimo. « E secondo me le scie dovrebbero essere con i glitter, ma perché brillano e perché sono carini, capito. » no. Però è per il go big or go home, anche se sta cercando di mediare tra le idee che ha sentito. Cosa medi, non si sa. « Però basterebbe dire che vogliamo incontrarci per esercitare il – Mangialumache, e sarebbe meno sospetto? Se dovessero sentirci. Anche se non dovrebbero sentirci. » come risolvere il problema alla base, perché non sembra avere problemi.
« Va bene ci penseremo! » ecco, tutti quanti! « Se a qualcuno viene in mente lo dice » ma a chi? E dove? e quando? Panico. (...) « Dobbiamo decidere un giorno preciso » sì, ecco. Necessario « E magari possiamo fare dei gruppi ? » proposta avanzata proprio a caso eh, date tutte quelle antipatie scomode nel gruppo. « Sto ancora calcolando tutto. » stratega proprio « Dobbiamo trovare anche un modo per comunicare in fretta fra di noi » e ora guarda NICO affinchè lo segni. Galeoni magici? Ah no. « E poooi, sì, qualcuno si deve occupare di capire quando incastrare gli incontri » e guarda EMILE, che aveva avanzato al proposta e magari vuole farlo lui (!).
Nico: « Gli stendardi sono meglio dei nastri » ammette, molto tranquillamente proprio. « È meglio così secondo me » risponde a LIU stavolta. « Devono essere persone di cui possiamo fidarci! Dovremo anche esporre gli altri studenti per questa cosa, e se finissero per fare la spia e mettere nei guai non solo noi, ma pure i più grandi? » Potrebbe essere un problema, quindi meglio mantenere il cerchio ristretto, che è anche più facile per gli incontri.
B: Uno scrollare di spalle segue invece la risposta di CECI su cui sposta sugli occhi, arricciando il naso « Oppure possiamo seguire il consiglio di quel vecchio film babbano su un… club segreto di botte? Comunque dicevano che la prima regola era non parlare del club » un bacio a chi la capisce, con tutto il cuore.
Bly: « Perfetto allora, quando sarai certa aggiornarci » con un piccolo cenno del capo, che qua se ci muoviamo troppo esplodiamo. Stringe le labbra « Per gli incastri potrei pensarci anche io, se non lo vuole fare EMILE » propone così, almeno fa qualcosa, lancia uno sguardo al tassorosso « O potremmo farlo insieme, comunque un modo si trova. » annuisce convinta.
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Campioni d'Europa🇮🇹
Premessa: so che nessuno leggerà queste parole ma non è per questo che le scrivo. Voglio fissare da qualche parte queste emozioni per tornare a rileggerle ogni volta che vorrò.
È il 12 luglio 2021 e sono le 15:56
Ho appena terminato di rivedere le battute finali della partita di ieri sera. La FINALE DEGLI EUROPEI DI CALCIO.
A mente fredda (ma manco tanto) voglio spendere due parole su questa vittoria: innanzitutto bisogna ringraziare sinceramente il Mancio, Luca Vialli, DDR e tutto lo staff perché senza di loro, senza quell'ambiente, quell'armonia, quell'amore fraterno, famigliare, non ci sarebbe stata una base solida su cui costruire un GRUPPO anzi una vera e propria FAMIGLIA e questo ha influito parecchio in questo cammino. Non bisogna mai sottovalutare l'importanza di una coesione forte e del senso di appartenenza alla maglia, alla squadra, al gruppo, perché è ciò che può (e fa!!) la differenza.
Altro ringraziamento, ovviamente doveroso, va ai ragazzi. Ragazzi che davvero ci tengono, ragazzi pronti al sacrificio, ragazzi seri, ragazzi con entusiasmo, voglia, grinta, speranza, ragazzi che non si arrendono, duri da battere, duri a morire, che hanno dato tutto e anche più per la maglia in questo mese.
Quando abbiamo vinto con la Spagna dopo una partita soffertissima fino ai rigori, mi ero quasi messa l'anima in pace, sono sincera. Ho pensato "bene, ora in finale facciano quello che vogliono, non potrei essere più orgogliosa di loro dopo questo cammino". Ma dannazione. DANNAZIONE. Sono riusciti non a rendermi orgogliosa, a farmi proprio VOLARE. VO-LA-RE.
Voglio essere chiara: era da un pezzo ormai che non provavo così tanta felicità, era da un pezzo che non piangevo di gioia così tanto, era da un pezzo che volevo essere felice e loro mi hanno fatto un regalo enorme, non lo sanno. Mi sono sentita più viva in questo mese che in 20 anni.
Questa vittoria è importantissima. In realtà anche arrivare ai quarti già la consideravo una vittoria, ma essere riusciti a portarla a casa è ancora più bello. È bello per tante ragioni, ma soprattutto per il momento di estrema difficoltà che abbiamo passato lo scorso anno e che ancora stiamo affrontando a causa della pandemia. Questo Europeo, questa vittoria, ha riportato positività, spensieratezza, voglia di tornare come prima e di rialzarsi. È il tornare in piazza a fare casino, ad abbracciarsi a volersi bene e stringersi e gioire insieme dopo più di un anno di sacrificio. E poi è importante, fondamentale, per il movimento calcistico italiano. La mancata qualificazione ai Mondiali russi del 2018 ci aveva letteralmente ammazzati. Feriti nell'orgoglio, spazzati via, delusi, amareggiati, la peggiore sconfitta degli ultimi non so quanti anni.
Mancini (e ora facciamo i nomi) è stato in grado di risollevare il movimento. Gli ha dato una nuova vita, nuova linfa, nuova energia. È stato il miglior "muratore" che potessimo incontrare. Ha rimesso a posto le macerie di quell'Italia-Svezia del 13/11/2017. Da lì è partita la ricostruzione. Con dedizione, con passione, con determinazione e circondato da persone che per lui sono come una famiglia, ha cominciato una graduale ed efficace operazione di rinascita. Pezzo dopo pezzo, mattone dopo mattone, con materiali nuovi e materiali che ce l'avevano sempre fatta e potevano farlo ancora.
Quel tragico 13 novembre 2017 è stato vendicato.
Grazie all'instancabile e straordinario lavoro del Mancio.
E per la serie di "ora facciamo i nomi", mi scuso in anticipo per il fatto che, quando si parla della Nazionale, non si dovrebbero fare preferenze o altro. Non farò preferenze. Ma voglio dire grazie ad alcuni ragazzi che mi hanno veramente fatta sognare.
-Leonardo Spinazzola: esce contro il Belgio ai quarti di finale. Siamo tutti in lacrime quando lo vediamo uscire dal campo in barella devastato e consapevole che per lui il torneo finiva lì e che sarebbe stato un lungo recupero. Leonardo, anzi, "Spina", è stato incredibile. Ammiro tanti calciatori ma pochi mi entrano così nel cuore. Quella fascia apparteneva a lui, che per 90 ma anche 120 minuti non faceva altro che andare avanti e indietro in continuazione, recuperando palloni, creando azioni, senza mai mollare e soprattutto senza fermarsi un attimo e sempre con la stessa intensità. Instancabile, pronto, pericoloso, necessario. Si è sentita la sua mancanza nelle due partite successive, lo sappiamo tutti e lo sa anche lui. Ha dato un contributo davvero troppo importante e se siamo riusciti ad arrivare in fondo, molto del merito in campo è suo. No cap🚫🧢.
-Federico Chiesa: che dire, le mie esperienze al Fantacalcio parlano da sè. Amo questo giocatore fin dal primo momento in cui l'ho visto entrare in campo. E no, non agli Europei. Alla Fiorentina. Mi è piaciuto subito, la grinta e la volontà (oltre che la qualità!!) che lo contraddistinguono, me l'hanno fatto apprezzare fin dai primi passi. Federico ha disputato un Europeo superlativo ed è entrato nel cuore di tutti (soprattutto delle ragazze.. i motivi sono chiari!). Un ragazzo d'oro, figlio d'arte con grandi qualità e tanta tanta voglia. È uscito anche lui ieri sera infortunato (niente a che vedere con Spina però fortunatamente) ed è dispiaciuto a tutti. Giocatore che può e ha fatto la differenza, un vero e proprio asso nella manica. Grazie Fede! Non ho fede nella Chiesa ma ho fede in Fede Chiesa.
-Gigio Donnarumma: non dico che l'ho visto esordire ma l'ho visto esordire. Ricordo quando Miha l'ha buttato nella mischia a soli 16 anni. Mai gesto fu più azzeccato. Gigio è giovanissimo ma con un talento veramente incredibile, un fuoriclasse nel suo ruolo. Ieri sera para due rigori e ne indirizza uno sul palo col pensiero. Anche lui, così come Chiesa e Barella, li conosco da tempo e mi sento come una madre orgogliosa dei suoi figli. Sebbene io continui a tirargli le orecchie per i battibecchi con il Milan, la sua casa, non posso fare a meno di essere fiera di lui. Me lo ricordo quando era un ragazzino alle prime partite con il Milan. Il tempo sembra volato e lui ieri sera, a soli 22 anni, ha alzato una coppa prestigiosa e bellissima, giocando un Europeo veramente coi fiocchi. Senza di lui ieri sera non avremmo vinto. Para il rigore a Saka e noi siamo Campioni d'Europa per la seconda volta nella storia. Immenso Gigione, sai che in fondo ti voglio bene.
-Jorginho: dal Napoli di Sarri al Chelsea. Vince la Champions League e alza la coppa dell'Europeo nello stesso anno. Un delitto non dargli il pallone d'oro, spero vivamente che la mia profezia (no la profezia l'ho fatta dopo il Belgio, mica ieri sera! Troppo facile) si avveri. Si merita anche quel trofeo dopo una stagione piena di soddisfazioni. In campo recupera palloni su palloni e sbaglia pochissimo, veramente niente. Europeo, anche per lui, da incorniciare, giocatore fondamentale a centrocampo. Il professore ♡.
-Bonucci&Chiellini: sisi, la Juve non la sopporto e nemmeno loro in campionato perché sono troppo difficili da aggirare. Ma che Europeo ragazzi. Un'altra volta. Vorrei che potessero giocare a calcio per sempre perché non passa manco l'aria se ci sono loro a difendere. Il prossimo anno ci sono i Mondiali e non ho intenzione di crearmi aspettative perché se gli Europei sono complicati, i Mondiali sono assurdi. Ma comunque sia, spero vivamente che Chiello abbia voglia di disputare un ultimo Mondiale prima di ritirarsi, abbiamo bisogno di Giorgione nazionale!
Menzioni speciali: O TIR A GIR di Lorenzo il Magnifico che trasferisce per una sera il suo potere incredibile a Fede Chiesa. Noi godiamo. Grazie.
Non so se ho detto tutto, bo, però le cose che avevo nel cuore, più che nella testa, le ho scritte e qui rimangono.
Siamo CAMPIONI D'EUROPA, CAMPIONI D'EUROPA, CAMPIONI D'EUROPA!!!!!!!
GRAZIE RAGAZZI, AMO QUESTO SPORT
🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹
IT'S COMING (TO) ROME 💚🤍❤
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“Non potevamo essere normali?”
19.12.76, Porticato Interno
D: Gli ci vuole poco per rendersi conto della presenza di qualcuno, anche se non comprende subito di chi si tratta. È il profumo che gli arriva alle narici a fargli accendere una lampadina, lasciandolo con un solo e unico nome nella testa “Merrow”.
M: Le ci vogliono dunque parecchi istanti meditabondi prima di buttare un`occhiata in direzione del resto del porticato, cogliendo solo ora la figura di Nico che sembrava non aspettare altro che un suo sguardo: occhi che si fanno più accesi, sorriso storto che inclina verso il basso la punta della Merlino`s, ed un cenno del capo per incitarlo ad avvicinarsi. «Che hai fatto?» ciao Dom «Dove Gramo hai messo la faccia?» per essere più precisa, mentre smolla la sigaretta tra le labbra e la destra s`allungherebbe per cercare di portargli via un po` di quello sporco dal viso con il pollice delicato, lo sguardo completamente rapito dal proprio gesto.
D: «Che?» ciao anche a te Merrow. «Da nessuna parte» cosa vuoi donna? Lui non è proprio consapevole di avere quelle macchie bianche e blu sul viso, è convinto di averle tolte tutte. Ma poi la ragazza allunga la mano per portarla sul suo volto, lasciandolo un po’ sorpreso di quel gesto, come la prima volta, eppure non si scosta nemmeno di un millimetro, non come la prima volta. Solo nel ritirare l’arto noterebbe il colore rimasto a sporcare la pelle candida di Merrow, e subito la mano andrebbe a sfregare lo stesso punto su cui prima l’altra ha posato le dita, lo sguardo basso e forse anche un po’ imbarazzato. «Dannazione, pensavo di averlo levato tutto. Io e Liu ci siamo messi a colorare dei sassi che ha portato in sala comune, con dei colori commestibili e delle immagini di Natale. Poi c’è la griglia del tris, così potete giocare con i sassi a tris.» È una bella idea no? Notice me senpai. E lo sguardo laterale verrebbe anche ricambiato ad un certo punto, tramite una leggera inclinazione del capo verso di lei… «Tu vai a casa o rimani?» a giocare a tris. Mica a fare altro.
M: Sta in silenzio, lo ascolta, aggrotta un secondo la fronte e poi mormora «Scusa, ma se sono sassi, che senso ha dipingerli con la roba commestibile? Cioè uno gioca a tris leccando la pietra?» perché no, non sembra essere in grado di capire il processo cognitivo che ha portato quei due Primini a prendere quella scelta. Torna ad inspirare, muove il capo e gli occhi verso il cortile «Non lo so ancora» sentenzia inspirando aria sta volta «Senti, ma a te farebbe piacere tornare a casa per le vacanze? O preferisci rimanere al castello?» occhiata in tralice e viso che resta immobile.
D: «Ma che ne so io!» perché hanno fatto tutto con la vernice commestibile. «Li ha portati Liusaidh i colori! Però non credo che leccare le pedine fosse nel piano iniziale…» le sopracciglia vanno ad aggrottarsi un poco, pensierose, sulla questione. «Però se vuoi farlo… Tanto il disegno è commestibile.» Scuote anche le spalle socchiudendo gli occhi, restando però posizionato accanto a Merrow; con un’aria fin troppo tranquilla… La questione vacanze di Natale è sempre un po’ scottante per lui. E affrontarla due volte in un giorno ancora peggio. «Mhm… Mi avevano proposto una cosa…» tipo di andare da Brandon. «Però poi a picco. Quindi rimarrò al Castello.» Sia perché lo preferisce, sia perché non ci sarebbe nessuno ad aspettarlo a casa. Ma questo non lo specifica.
M: Ascolta la cosa dei colori, almeno, questa è l`idea che si può fare Dominic, ma tanto lei continua ad alternare le labbra al filtrino in inspirate più o meno profonde, continuando ad alternare i colori della sigaretta da blu, ad indaco, ad argento, e poi di nuovo bluastro. Sembra esserci un pattern in quella ciclicità, come se fosse il giro d`un pensiero ossessivo: è un tormento, costante, non cosciente, ma che perpetrato a lungo prima o poi raggiunge il disastro sperato «Non è la risposta alla mia domanda. Bastava dire che sarebbe stato meglio qualunque posto, pur di non tornare lì.»
D: Lo sa anche lui che non è una vera e propria risposta, ma magari non voleva rispondere. Magari non voleva dare voce alla sua situazione particolare; la situazione a cui dà voce proprio la Loghain, nemmeno gli leggesse nella mente e nell’anima. «Anche se volessi tornare non sono il benvenuto.»
M: Le parole di Nico le arrivano, e lei ci mette ancora qualche istante prima di trovare la voglia di rispondere con un misero «Hm» gutturale, sbuffando via dell`argenteo fumo, dalle labbra «Volevo farti un regalo.» lo dice così «Ho vinto il premio di Casata del mese d`Ottobre. Cavalcare Abraxas sui Grampians.» dando per scontato che l`altro sappia delle creature magiche in questione «Ma per andarci non posso tornare al castello, ma dovrei tornare a casa a natale.» leggero disgusto sul viso, che dura veramente meno d`un battito di ciglia «Volevo dare a te il mio premio. Oppure portarti con me.» inspira dalla Merlino`s e tace qualche attimo, trattenendo il respiro e rilasciandolo rumorosamente assieme al profumo di mandorla amara «Ma entrambi non vogliamo tornarci, a casa, no?» e non è davvero una domanda, anche perché continua a non guardarlo, preferendo fissare il paesaggio innevato «Perché non sei il benvenuto?» chiede poi, a bruciapelo, in quella domanda che è davvero veloce come una frusta «Perché esisti?» e ridacchierebbe anche, amara, amarissima: fiele in un sorriso troppo giovane.
D: E sta per rispondere a alla domanda retorica dell’altra, quando viene bloccato dall’ennesima, cruda espressione cinica dell’altra; e il capo va di nuovo a perdersi nel bianco paesaggio innevato, vacuo e assente ormai. «Lo sai perché non sono il benvenuto.» Glielo ha detto pure davanti al camino, tempo prima. E infatti l’altra da voce alla motivazione subito dopo. «Sì.» proprio perché esiste. Non trova davvero altre motivazioni. Ci ha provato, ma non le trova. «Abbiamo finito?»
M: «No… Sì… No» ci ha ripensato, in un altalena d`umore che davvero sta cominciando ad infastidire anche lei «Io volevo portartici» ora sembra quasi irata, nonostante rimanga inquietantemente composta «ma facciamo così schifo che non possiamo nemmeno goderci le cose belle perché continuano ad essere contornate da una palude di me**a» sbuffa «Voglio diventare maggiorenne. Voglio andarmene. Mi sono rotta il ca**o di questa scuola, di queste persone, di questo ca**o di cognome.» oramai è un fiume in piena: magma lavico che fonde tutto ciò che trova «E tu.. e tu sei uguale» a lei, troppo simile «e la cosa mi urta terribilmente.» non spiega perché, ma solo adesso va a piantargli gli occhi addosso, con la mascella contratta e rigida «Non potevamo essere normali?» lo chiede ad un undicenne «Ma vaffa-» torna dritta, fa un mezzo giro su se stessa per voltarsi e comincia ad incamminarsi da dove è venuta.
D: E poi. Merrow. Sbrocca. E lui la ascolta ugualmente, impassibile, andando a piantare gli occhi verdi su di lei; le sue parole che in parte lo colpiscono e rimbalzano via, in parte lo attraversano. Sono uguali? Davvero? Lo sguardo si fa un poco più duro, mentre la guarda senza paura, e anche quel pizzico di ammirazione sembra essere stato cacciato via chissà dove. Perché offeso con lei ancora non riesce ad esserlo. «Mi dispiace di urtarti terribilmente.» Atono. Non è davvero dispiaciuto. Ma nemmeno urtato o offeso. Sembra quasi un automa a ripetere quelle scuse. E poi l’altra fa quella domanda. E lo manda a quel paese. E fa anche per andarsene. Ma lui non ci sta zia. Infatti allungherebbe il braccio verso la ragazza… una ragazza di 15 anni, 20 centimetri più alta di lui, che potrebbe atterrarlo con la forza di uno sguardo. Ma lui ci prova comunque, allunga la mano e prova ad afferrarla per fermare la sua “fuga”. «No.» Che non potevano essere normali. E la voce va ad abbassarsi, facendosi profonda e poco normale per un ragazzino di 11 anni. «A quanto pare non potevamo. Ma tu non fai schifo.» A riferirsi alla parole dell’inizio del discorso di Merrow.
M: Lo fissa con occhi sbarrati ed una frase molto simile al "non azzardarti a toccarmi" premuta tra le labbra e non espressa a voce: perché nonostante la sua furia, lo capisce che certe cose no, non può proprio dirle. Eppure è tutta un fascio di nervi, ed il suo "no" ulteriore non fa altro che farle scuotere il capo come un cavallo imbizzarrito «Fan***o» a lui? Alla situazione? A se stessa? «Cosa ne sai?! Cosa ne sai che non faccioschifo, come ca**o tipermetti di direchenonè così che nonsainiente! Dimedei miei, dicasadi qui del castello! Di quelliche se ne fo****odi quellichestraparlano. Che diconoche ci tengono e nonèvero, che diconochenoncitengono e non è vero nemmeno quello!» non alza la voce, anzi, è un sibilo pericoloso che le esce, in quella maledizione che prende corpo proprio nel momento peggiore, proprio mentre osserva il suo sguardo tradito «Perchètanto te ne andrai pure tu cometutti, che tantosei piccoloedio sono solo quella più grande e stranachenon si sa perchè aiuta i primini» schiocca la lingua al palato in un suono di disgusto «Ma checa**o ne sapete, ma chica**o telo fa fare di prenderti stasbatta. Ma cosa vuoi da me?! Cosa ti aspetti?Chenontifaccia male? Ti sbagliionefaccio sempre. A tutti, costantemente.» occhi di fuoco, con il respiro affannoso e la maledizione che finalmente cessa, lasciandola quasi con la testa che gira.
D: E non si fa problemi a toccarla. E si prende il “fanc**o” della ragazza come è abituato a prendersi tutti gli insulti e il male che la vita gli ha riservato, perché no, non è normale, come ha fatto notare la Loghain poco prima. E si becca quel Soliloquium in piena faccia, come uno schiaffo rovente, inaspettato e doloroso sì. Ma non può essere arrabbiato, non con lei, con nessuno. Perché tanto è colpa sua. Di tutto. Come al solito. E dalle sue parole si rende conto, più di prima, di cosa li accomuna veramente. E rimane lì. Fermo. Immobile. Con le braccia lungo il corpo e la testa alta, a guardarla esprimersi senza controllo, senza freni inibitori. Perché è quello che vuole; preferisce prendersi sulle spalle tutti i suoi problemi, così, piuttosto che vederla andare via senza spiegazioni. E quasi la ammira in quel fuoco che sembra avvolgerla nel suo sproloquio. Fino alla fine. Perdendo ogni traccia di astio o offesa che era prima presente nella sua espressione. «E l’hai capito tutto da sola?» cosa? Che vuole? «Che me ne andrò? Come tutti gli altri? Perché io non sono normale»…«Quando avrai capito. Che non voglio niente di più da te» niente di più di quello che lei non è già. «Sai dove sono.»
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Non credi che nella s4 abbiano un po' cercato di deresponsabilizzare Niccolò? È come se avessero voluto dare la colpa di tutto a Martino perché è troppo geloso troppo paranoico troppo impulsivo (prima non lo era mica così tanto) per giustificare Niccolò. Nessuno prendeva sul serio il suo dolore e alla fine sembrava che la vittima fosse Niccolò. Addirittura quando si lamenta del suo rapporto con la verità Gio gli dice "Eh ma tu questo lo sapevi già, e poi ci sta lavorando" come se questo significasse perdonargli qualsiasi cosa. Non so cosa aspettarmi dalla s5 proprio per questo 😐
So che per qualcuno Martino è stato stronzo, e per altri lo è stato Niccolò.
Personalmente non credo che Niccolò sia stato deresponsabilizzato perché io ho capito entrambi. Veramente, non sono mai riuscita a prendere le parti di uno dei due perché la dinamica secondo me è stata costruita benissimo, e tutti e due hanno fatto un gran casino ma avevano mille ragioni per farlo.
E ho trovato tutto molto intenso, reale, mi è sembrato di assistere a uno di quegli equivoci che rischiano di distruggere una storia perché c'è di mezzo la paura, il senso di inadeguatezza, il non detto, l'orgoglio, le paranoie, la rabbia, e tantissimo amore. Quello che due ragazzi così giovani e imperfetti forse non sanno nemmeno come gestire, ma poi riescono a farlo, perché vogliono farlo.
E non credo che Martino non fosse preso sul serio dagli altri, ma solo che non cercassero di assecondarlo ciecamente.
Ho amato tanto quella storyline e la sensazione di autenticità che mi ha dato, proprio perché non riuscivo a parteggiare per uno o l'altro, ma mi disperavo con loro 🤣 (e avrei voluto abbracciare e picchiare entrambi)
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Non hai capito il nocciolo della questione. Certo che può allearsi, ma quello di fedez è lo stesso comportamento dei cosiddetti White Saviours, che con la scusa di appoggiare il movimento Black Lives Matter finiscono per scavalcare le stesse persone nere e a far sì che siano i bianchi, ancora una volta, sempre un passo avanti a loro, a far parlare di sé. 'Alleato' vuol dire un passo indietro, o al massimo, 'accanto' alle persone direttamente coinvolte. Non vuol dire diventare idolo delle folle.
Ovvio che abbia il diritto di dire quello che vuole, nei giusti contesti, ma dall'esprimere le sue - giustissime - opinioni, a diventare improvvisamente martire e paladino di una causa che non lo tocca neanche direttamente, non è rispettoso nei confronti di chi queste battaglie le porta avanti da anni, e che ha subito davvero censura, e ha rischiato, e ha sofferto. Lui non è nessuna di queste cose. E non mi sento affatto rappresentata da lui, io come tantissimi altri, capisci che voglio dire?
Maturazione, dici? Tutte frasi fatte, le sue, dette palesemente per convenienza, o per moda. Sai chi sono le persone veramente coraggiose? Quelle che oggi come in tempi non sospetti prima di potersi baciare o stringere la mano con il proprio partner dello stesso sesso devono guardarsi intorno dieci volte, perché corrono il rischio reale di essere aggrediti. Non uno che si sente un illuminato per il semplice fatto d'aver ribadito delle assolute ovvietà (tipo far giocare un bimbo con una bambola).
E che concezione hai tu dei leoni da tastiera? Credevo che fossero quelli che insultassero chiunque a vanvera indistintamente, non chi osa sbattere in faccia l'altro lato dei fatti, che la massa non riesce a distinguere perché ha i prosciutti sugli occhi. Risultato? ecco, proprio quello a cui ambiva fedez: lui al centro dell'attenzione, martire poverello, e io - persona gay, invisibile - liquidata così e definita una semplice leone da tastiera. Bravissimi tutti, complimenti!
Quando dici 'volete rompere i coglioni e basta', sappi che stai offendendo i tuoi compagni della community LGBT, di cui tu stessa hai ammesso di far parte. Sarà che sei una newcomer ma, boh, dalle mie parti le persone LGBT si sostengono a vicenda, non vengono definiti rompicoglioni, sai? Cosa credi, che io sia veramente l'unica scema a vedere il marcio nel caso Fedez, o forse che c'è un motivo più che valido se siamo in tantissimi (e per fortuna direi)? 😂
Ma poi vorrei capire: la mia faccia non la vedrai mica mai, quindi se negli ask che ti arrivano c'è scritto che il mittente è Anonimo anziché pincopallino93, ti cambia veramente qualcosa? O ne fai una mezza scusa per rendere meno valide le mie ragioni? Il tuo blog è impostato per ricevere domande in anonimo, quindi perché non dovrei usufruirne? Ti sto parlando sì animatamente, ma pur sempre civilmente, a differenza dei leoni da tastiera senza cervello a cui ti riferisci.
Concludo ponendomi una legittima domanda che rivolgo anche a te se vorrai darci la tua opinione: quindi la morale della favola è che, siccome io sono e sarò per sempre povera e invisibile, in futuro dovrò persino ringraziare Fedez per essersi esposto per far approvare il DDL Zan? ... Oddio che cieca sono stata, ma grazie fedez, paladino della giustizia sociale, che hai dato voce a me a cui non verrà mai dato diritto di parlare perché non sono una influencer. Ti sono debitore a vita 😂😂😂
----------------------------------------------------------Hai scritto un sacco di cose quindi andrò per punti per evitare di dimenticare qualcosa.
1) Nessuno dice che bisogna fare diventare Fedez l'idolo delle folle. Idolatrare una persona è sbagliato in qualsiasi caso, per quanto mi riguarda. Ma questo non è un problema di Fedez, è un problema di chi lo pone su un piedistallo. A me non risulta di averlo farlo.
Ho semplicemente detto di essere d'accordo con lui e di aver apprezzato molto il suo intervento, cosa di cui secondo me l'Italia aveva bisogno perché lui, in quanto influencer, ha sicuramente più probabilità di farsi ascoltare. Questo non significa farlo diventare un idolo, ma anche se fosse sicuramente il problema non sarebbe di Fedez ma di chi lo idolatra, quindi esattamente perché te la prendi con lui quando invece dovresti prendertela con chi lo tratta come un dio sceso in terra?
Poi che non ti senti rappresentata da lui va benissimo, ma da qua a dire che non ha il diritto di dire certe cose (perché questo hai detto negli ask precedenti) c'è un po' di differenza.
2) Maturazione, sì. Non si tratta di frasi fatte. Poi se tu vuoi credere che siano cose dette per moda, problemi tuoi. Capisci che però c'è un problema di fondo nel tuo modo di ragionare?
Se tu pensi che Fedez - in questo caso - abbia detto determinate cose per moda e non perché le pensa davvero stai in un certo senso sminuendo dei diritti che in teoria per te dovrebbero essere importanti, se addirittura arrivi a pensare che la gente ne parli per moda e non perché ci crede sul serio.
E, tra le altre cose, perché mi fai la morale sull'essere coraggiosi? Non ho mai detto che Fedez è stato coraggioso a fare quell'intervento. Ho semplicemente detto che lui, a differenza di una persona comune, poteva permettersi di farlo perché prima di tutto sarebbe stato ascoltato molto di più e soprattutto perché se qualcuno lo trascina in tribunale può permettersi di pagare le spese legali. Non ho mai parlato di coraggio, ho parlato semplicemente del potersi permettere di fare un discorso del genere in diretta nazionale.
3) La mia concezione dei leoni da tastiera è più o meno quella che hai detto tu: persone che, attraverso uno schermo, insultano gli altri sentendosi grandi e potenti solo perché hanno uno schermo che li protegge. E tu esattamente cosa hai fatto prima? Hai definito Fedez rivoltante, Chiara Ferragni un'ochetta (se non erro)... Questo non è insultare? Senza motivo poi, perché bastava dire che non ti era piaciuto il suo intervento e spiegare perché senza cadere nella banalità di insultare le persone solo perché non ti piacciono.
E non giocarti la carta del vittimismo con la frase: "lui al centro dell'attenzione e io liquidata e definita leone da tastiera", perché obiettivamente è la verità. Ovvio che lui sta al centro dell'attenzione, stiamo parlando di un influencer! E tu non è che sei invisibile perché sei gay, ma lo sei perché sei una persona comune! E sì, ti ho definita leone da tastiera perché è ciò che penso delle persone che insultano senza motivo gli altri.
Anche perché hai ammesso che il problema non era tanto il discorso di Fedez quanto il fatto che fosse stato idolatrato dalla massa... E hai ragione su questo, ma allora prenditela con la massa!
4) Non ti azzardare a dire che non posso dire alla gente di non rompere i coglioni perché devo sostenere la comunità. Io le persone della comunità LGBT+ le sostengo, lo facevo anche prima di rendermi conto di farne parte, ma sostenere non significa lasciar passare tutto.
Se un determinato atteggiamento mi rompe le palle e mi fa perdere le staffe, a me non frega nulla che si tratti di una persona gay, bi, pan, etero, o qualsiasi altro orientamento, non frega nulla che faccia parte della comunità o meno. Sostenere le persone della comunità non vuole giustificare ogni cosa perché si tratta comunque di esseri umani e come tali sbagliano e come tali possono dire e fare cose con cui non mi trovo d'accordo, come quelle dette da te. E se non sono d'accordo lo dico, anche con modi bruschi perché è il mio carattere. Non è che solo perché siamo parte della stessa comunità allora devo stare zitta e farmi andare bene tutto perché devo sostenerti.
E il fatto che io sia una newcomer non cambia le cose. Però grazie per aver rimarcato il fatto che io in questa situazione ci sia dentro da meno tempo di te, da sola non ci sarei mai arrivata!
5) Premetto che il mio blog non è impostato per ricevere domande in anonimo. È impostato per ricevere domande, punto. Purtroppo se tolgo l'opzione impedisco l'arrivo di qualsiasi domanda, non solo le anonime.
Detto ciò, non sono le domande in anonimo in sé a turbarmi. Sono le domande in anonimo fatte in un certo modo. E ti spiego subito il perché.
Se una persona mi parla scattando come un cane a cui hanno pestato la coda, io scatto a mia volta. Sono fatta così, non dico di essere fatta bene, ma è il mio carattere. Il punto è che io, rispondendo con il mio nickname (e non solo, perché chi mi segue qui tende a seguirmi anche su altri social in cui ci metto la faccia quindi tutti sanno chi sono) mi espongo, mentre l'altra persona - in questo caso tu - resta nascosta dietro l'anonimo, che funge da scudo.
In pratica in una discussione, tu ne esci pulita perché ti sei nascosta dietro l'anonimo, mentre io sono quella brutta e cattiva che risponde male. Non che mi freghi qualcosa del passare per brutta e cattiva, ma non vedo perché sta figura me la devo fare solo io quando siamo in due.
6) Non ho mai detto che dovremo ringraziare Fedez nel caso in cui il ddl Zan venga approvato. Ho semplicemente detto che Fedez si esposto in merito a questa questione e che, per quel che ne so, è stato l'unico personaggio famoso a esporsi così tanto. O meglio, in tanti a modo loro si sono esposti, ma lui lo ha fatto più di altri per quello che ho potuto vedere.
Questo non significa doverlo ringraziare, significa semplicemente riconoscere che ha portato sotto i riflettori una questione che altrimenti forse in pochi conoscerebbero.
Molti ddl o proposte di legge arrivano agli occhi delle persone comuni tramite i social o tramite "propaganda" da parte di influencer o personaggi famosi. Può essere vista come una cosa giusta o sbagliata, non mi interessa e non sono qua per parlare di questo, ma è quello che succede. Ed è un dato di fatto che molte persone si siano informate sul ddl Zan perché Fedez ne ha parlato. E qua si torna al punto di partenza: Fedez ha una voce più "grossa" di quella che posso avere io o di quella che puoi avere tu, per il semplice fatto che è un personaggio pubblico seguito da tantissime persone.
Quindi nessuno dice che in futuro bisognerà ringraziarlo, ma riconosciamo che almeno in parte è stato lui a portare l'attenzione - soprattutto delle persone che non sono toccate direttamente dal ddl Zan - su questo argomento.
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amici?
«Senti, zitto e seguimi» e non si spreca in spiegazioni semplicemente imbocca la porticina situata alla sinistra della scalinata di marmo che conduce ad una rampa di scalini di pietra, ben illuminato da torce così come il modesto corridoio in cui si arriva, decorato da allegri quadri che raffigurano soprattutto cibo e dei barili disposti ordinatamente. La bimba si piazza davanti a un quadro che ritrae un grosso cesto di frutta e finalmente si gira verso Nico e sembra… nervosa. Si sta infatti un po’ mordicchiando il labbro inferiore «Okay allora» fa una piccola pausa e si inumidisce le labbra «Faith mi ha detto che volevi fare una sorpresa a Emile» e lo sta guardando proprio negli occhi mentre parla «e io ho deciso di essere una persona… gentile?» lo chiede incerta sì, mica è abituata a ste cose «e beh..» si gira e solletica la pera col ditino (dopo di essersi guardata intorno e assicurarsi che fossero soli) che, nemmeno lo soffrisse davvero inizia a muoversi e contorcersi divenendo mano a mano più tridimensionale, uscendo dal quadro e diventando… una maniglia! Maegan si gira solo un secondo per fare un sorriso malandrino a Nico prima di aprire la porta per le Cucine!
(...)
«Io non sono brava con queste cose» cose chiamate sentimenti per caso MacGillivray? «Cioè per dire io non capisco nemmeno cosa ci sia tra me e te» e poi si rende conto che sta andando fuori tema e quindi arrossisce un po’ e si affretta a dire «Cioè… no! niente di simile a quello tra te e Emile. Non ti confondere» e l’unica confusa sei te Maegan.
«Io pensavo che… eravamo amici» almeno un po’. «Ma poi mi hai lanciato l’incantesimo. E non so se mi piace il fatto che hai bullizzato JONAS.» Anche se ti ha difeso, quando ne hai subito le ripercussioni.
Poi un altro sbuffo con tanto di occhi al cielo quando tira fuori Jonas, basta parlare di sto Jonas «Non l’ho bullizzato.» mettiamo in chiaro le cose «Lui mi ha insultata e ora siamo pari» easy.
Mordicchiando svogliatamente un biscotto si mette a guardare un secondo la ragazzina che mangia. «Secondo te, noi che siamo?» Loro due. MEG e NICO.
Ha già ingurgitato mezzo budino e sta prendendo un sorso di succo di zucca quando Nico le fa quella domanda super scomoda. Nico ma scherziamo? E il panico è evidente, molto. Visto che pure un po’ si sbrodola visto che apre un po’ la bocca. «ehmm» sgrana gli occhi e tortura un po’ il labbro inferiore «ma che domanda è?» sta cercando di sviare un po’, ma poi si arrende «penso amici?» sì lo chiede, mica sa lei ste cose.
Se lei ha il panico, lui si sta divertendo un sacco a impanicarla. «Una domanda» facile. «Lo penso anche io. Però era meglio sapere…» perché così sanno cosa pensare, visto che entrambi sembrano essere particolarmente tardi su quell’argomento.
24 ore dopo
Lo raggiunge poco dopo ed entra nella stanza, la voce acuta della piccola risuona un forte «DOMINIC GILMORE». Si avvicina al Primino, più di quanto abbia mai fatto, con uno sguardo glaciale negli occhi e le labbra serrate. Un cucciolo di Crup ingramato (?). «io NON sono una str**za».
«SEI UNA BASTA**A TRADITRICE!» Uffi. Oh. «Che ca**o fai!? Hai preferito una str***a con cui ti sei pure scannata a me! E nemmeno in faccia me lo hai saputo dire!» Con un bigliettino. Portato da LIU. Ma stiamo scherziamo? «Oh. No. Sono una MacGillivray e lancio fatture a tutti quelli che mi fanno arrabbiare.»
«Sei invidioso? La vuoi anche tu una fattura? È questo il punto?» però Maegan la mano la tiene ferma dov’è, non prende la bacchetta, e non perché non pensa che non le convenga, ma perché non vuole affatturare Nico in fondo (molto in fondo), visto che nemmeno ventiquattr’ore prima erano insieme nelle Cucine e TUTTO ANDAVA BENE.
E negli occhi vibra un moto di tradimento. «Pensavo che fossimo amici.» Gliel’ha detto lei. Ha le prove. «Invece mi ai fatto vedere le cucine solo per pararti il cu»ore.
Quell’occhiata rancorosa forse ha qualche effetto sulla bimba, ma non assicuriamo nulla. «Non l’ho fatto per pararmi il cu»ore «Volevo portarcelo IO Emile lì, e invece l’ho lasciato fare a te. Se questo è il risultato forse non ne vale la pena» essere amici «farti dei favori» e anche lo sguardo di Maegan è carico di rancore.
E perché non l’hai fatto eh? NON HO BISOGNO DELLA TUA PIETA’.» Perché questo è: pietà. Visto che non ti vogliamo alla festa tieni, porta il tuo amico alle cucine. «Favori!? IO non ho fatto altro che farti favori! Tu non ci hai mai nemmeno provato a non pensare a nessuno se non a te stessa!»
Il concetto di pietà non lo comprende, perché lei non sa cosa sia, quindi il fatto che Nico l’accusi di questo la farebbe quasi ridere in una situazione normale «Pensi che io faccia le cose per pietà?» domanda schietta e sincera, perché se risponde si sì allora di lei non ha capito niente «Io forse penserò a me stessa» e nel dirlo incrocia le braccia al petto «Ma forse è meglio che faccia così, visto che quando non lo faccio la gente non capisce un ca**o», lo sguardo di rancore è ancora lì.
«Non lo so per cosa fai le cose» ed è più serio, meno alterato, mentre pronuncia quelle parole. «Ma no lo fai per amicizia. Non lo fai per nulla se non per te stessa. Magari è perché quando ti apri un po’ la gente capisce che orribile persona sei.»
La bimba si azzitta. Per una volta. Perché le parole di Nico un po’ la distruggono. Si morde forte l’interno guancia fino a farlo sanguinare. Appena lui finisce di parlare lo guarda dritto negli occhi «Vaffanc**o Gilmore» non dice nient’altro
Si accorge un po’ in ritardo di quello che ha detto. Del fatto che non lo pensa. E del fatto che ormai è andata. «Mpf.» Sia mai che si mostri debole o dispiaciuto davanti a qualcuno. «Vaffanc**o MEG»
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28.11.76 Sala Comune Grifondoro -Hogwarts
«Senti un po`...» «Lo so che mi sono comportato da str*nzo» «... è tutto okay?»
«Mi dispiace, Tris.» «Non volevo offenderti» «Puoi perdonarmi?»
«Mi sei mancato.» schiettezza per schiettezza «Sto bene quando passiamo tempo assieme» spallucce, mentre l`unghia laccata di nero dell`indice destro va a grattare la copertina del libro con fare distratto e lo sguardo un po` basso «Se vuoi la verità, speravo che quel regalo ci aiutasse ad avere un po` più di privacy. Mi mette a disagio che gli altri sappiano con chi passo il tempo ed in che modo..» ecco qui, è riservata, chi l`avrebbe mai detto «Non stiamo assieme, ed in generale, finchè non avrò un ragazzo, non mi piace che gli "altri" sappiano...» inspira e scuote il capo «Non è che mi vergogno di te» sia chiaro «piuttosto di me.»
Dopodiché la mano sale a sistemarsi i capelli dietro un orecchio sfumacchiante, accogliendo grato ma un po` a disagio, quasi timidamente, le prime parole della ragazza «Pure io, Merrow» sta bene con lei. Gli preme sottolinearlo, serio in volto, prima di umettarsi le labbra come se fosse in procinto di aggiungere altro. Ma non lo fa, colto di sorpresa dalle successive dichiarazioni della Grifondoro che ascolta sino alla fine, oscillando di continuo tra sollievo e dubbio «Mpf. Ma guarda te...» borbotta ironicamente tra sé e sé, come se d`improvviso gli fosse tutto più chiaro. Si risistema a sedere sul tappeto più comodamente, ravviandosi i capelli in un gesto rilassato «Sì, boh, in verità pensavo ti vergognassi di me, eh» schietto e diretto ma senza l`ombra di dispiacere, almeno in apparenza, al di là d`una risata che sa di serafica rassegnazione «Ma allora non capisco cosa c`è di cui vergognarsi»
«Ma no, Merlino cane, no!» «E` che... io...» e come glielo spiega? (...) Scuote il capo, scende dal divano e si mette in ginocchio dinnanzi a lui, con fare circospetto e sguardo un po` basso e vagamente laterale «Io ho ...» comincia esitando «ho paura che ti allontani, Tris» il labbro si mordicchia per la fatica, mentre gli occhi s`alternano dalle proprie mani alla punta dei piedi di lui, senza andare oltre «Se la gente sa che passi del tempo con me in quel modo, cercherà di dirti le peggiori cose sul mio conto.» smorfia delle labbra «Ed io lo so che tu non ascolteresti queste cose eh» ne è sicura, mette le mani avanti però «eppure mi... io non..» sbuffa dal naso, con un battito cardiaco che non le concilia una serenità di pensiero «Non sono benvoluta come te. O in generale.» lo sa, ne è consapevole «Non volevo che qualcuno ti dicesse che non valgo la pena del tuo tempo.» come si sente stupida ora, raramente in vita sua. Le labbra si stringono, portate verso l`interno della bocca come a bloccarsi, ma poi semplicemente continua «E non volevo fare la pesante con te, perchè l`ho capito che preferisci cose leggere, senza impegno.» si stringe nelle spalle, sempre senza essere in grado di guardarlo in volto se non per brevissimi istanti, e mai a ricercarne lo sguardo «E quindi ora che ti voglio ..» ma si blocca, perchè era una volta sola, no? Si passa nervosamente la destra a spostare la direzione della riga dei capelli, mentre lo stomaco le si stringe e lei fissa il tappeto sotto di loro «Non volevo che cambiassero le cose. E se proprio devono, non in peggio.»
Nonostante gli sforzi che sta compiendo per evitare di rendere il proprio scetticismo troppo palese, infatti, il suo viso accigliato è abbastanza rivelatorio. Esala un sospiro, e scuote il capo per farle capire di non essere d`accordo con ciò che ha detto «Allora. A parte che, secondo me, fare `ste cose di nascosto lo fa sembrare ancora più losco» solleva i palmi in un gesto di resa «Poi boh, eh!» magari non è davvero così, quello è soltanto il suo punto di vista da svergognato «E quindi vuoi dirmi che a te andava bene com`era prima?» le domanda, l`intonazione retorica «A me... no. Cioè» si affretta ad aggiungere «A me piace che stiamo insieme, e anche che ci baciamo e tutte le altre cose» lo pensa davvero, solo che poi gli tocca stringersi nelle spalle «Ma, boh, non voglio che ci chiudiamo» aggrotta la fronte, non molto sicuro di essere riuscito a spiegarsi «E questa forse è l`unica cosa che mi manda ai matti. Lo vedo, che te e altri della squadra non andate d`accordo» gli sfugge un verso sprezzante dalle narici, cominciando a riversarle addosso qualcosa che per la verità non riguarda soltanto lei «... e `sta cosa sta iniziando a starmi sul c*zzo»
«Non mi credi...?» perchè ora il dubbio viene a lei, ma non continua, forse presa in contropiede dal dire successivo di Tristan che la getta nella confusione più totale. Apre e chiude la bocca un paio di volte, stile pesce rosso contro il vetro della boccia, lasciandolo però finire quel discorso che davvero la stupisce, forse perchè mai aveva considerato come lui potesse vederla. Sospira, ora con le mani che cercano le sue ginocchia per poterglisi posare a contatto, leggera ma in un moto un pochino necessario «Ok, aspetta. Non me ne hai mai parlato.» eh, lei non è che può immaginarsi le cose «Non capisco cosa intendi per chiuderci. Mi pare d`averti lasciato il più libero possibile...» è confusa, sbatte un paio di volte le palpebre «Non ..» vabbè, non è nemmeno mai stata gelosa, non apertamente almeno «Non capisco cosa vorresti allora. Come vorresti che ci comportassimo?» perchè non è chiaro evidentemente «Io non posso costringere nessuno a farmi piacere. Non obbligo nessuno a starmi accanto» proprio no «e capisco se non vogliono farlo.» scuote il capo, sbuffando nervosa dal naso «Però con te, con Cadel quando c`era in squadra, poi con le novellini.. cioè va un po` meglio.» rispetto a come andava prima «Io non cerco lo scontro, Tris. E` solo... reagire» scrolla le spalle, in un pallido tentativo di spiegarsi, d`aprirsi a qualcuno, a lui, prima di pigolare un infantile «Anche a me piace se stiamo assieme e... tutte le altre cose» e gli tirerebbe appena il tessuto del pantalone ad altezza del ginocchio, in un richiamarlo piuttosto dolcino ed infantile, lo sguardo basso.
Segue lo spostamento delle sue mani sulle proprie ginocchia, che non scosta, ma a parte questo non asseconda il contatto fisico come magari avrebbe fatto in un altro contesto. Lo vive come una forzatura, al punto da risultare probabilmente un po` rigido nella postura o al tatto, ma si impone di non cedere. Restando sulle sue posizioni «Chiudere nel senso... mmh...» passa la mano tra i capelli, ravviandoli in un movimento che trasuda incertezza. Ci impiega qualche istante a trovare le parole giuste, dopo aver errato per un po` con lo sguardo su Ophelia che gioca lontano «E` che a volte mi sembra tipo di dover scegliere. Se stare con te, oppure se stare insieme agli altri» conclude, ricercando di nuovo gli occhi della ragazza per sincerarsi della sua reazione «Ma lo so, comunque, mica te ne faccio una colpa. Non del tutto, almeno» soggiunge rapidamente, stringendosi di nuovo nelle spalle in un moto di rassegnazione «Pure io c`ho avuto qualche screzio con Sinclair, eh. Ma vabè, roba passata» che liquida di nuovo sventolando una mano nell`aria «Mentre voi... non mi pare che facciate uno sforzo, per andare d`accordo» e magari sbaglia, magari è lui ad avere un esagerato concetto di Casa, sta di fatto che non riesce a evitarsi una smorfia. Si libera il petto di un basso sospiro, poi resta in silenzio per qualche istante «Niente più assalti dopo le lezioni, magari» le consiglia in tono casuale, scostando il ginocchio che lei gli sta tirando «Poi è chiaro è ti sgamano» sbuffa una mezza risata, levando una mano per cercare di pizzicarle una caviglia «E poi devo tipo studiare»
Lo sente irrigidirsi nella posa a quel contatto, e spiazzata torna a guardarlo, ritirando le mani, ascoltandolo e via via incupendosi mano a mano che il discorso prosegue. Tace per tutto il tempo, in un silenzio che si fa più chiuso e scuro, più intimo e confuso, almeno finchè lui non conclude con quella botta finale che è una mazzata che davvero, davvero, davvero non si aspettava. Gli occhi cercano i suoi un breve momento, in un panico che non riesce a sopire prima che gli rivolga l`attenzione «Quindi...» la voce roca, di chi ha un groppo in gola e se la deve schiarire, per poter tornare ad un timbro normale «Non capisco.» ci rinuncia, scuote il capo, il respiro un poco affannato e l`espressione che da neutra passa a vagamente smarrita «Tu pensi che io non faccia sforzi per andare d`accordo.» scuote il capo, le spalle che si fanno vagamente spioventi «Ho parlato con Sebbie dopo la litigata negli spogliatoi con Ciaran, cercando di fargli capire che non ci si comporta così in una squadra ed in una famiglia, e lui è andato a chiarire poco dopo.» true story «L`anno scorso ho solo cercato d`aiutare Alyce, e sai bene com`è finita. Ora, io non sarò la persona più facile con cui andare d`accordo, ma credimi che sono state molte possibilità da parte mia. Ho difeso Aurora non perchè fosse la fidanzata di Ciaran, ma perchè si è sempre comportata bene con me. Ho cercato di sedare le discussioni quando e se ce ne sono state. Non sono una che fa le cose alla luce del sole, Tristan, ma non per questo non è vero che io non contribuisca. Aiuto i più piccoli come posso, te con quel "progetto"» e sanno di cosa parlano «Sebbie con la voglia di spaccare le cose, Emma che voi isolate.» si voi, ora lo dice, in un tono che trasuda dolore «Non ho mai giudicato nessuno, o meglio, cerco di non farlo mai.» scuote il capo
«Perchè non ti basto così? Non... ti vado bene se non sono amica di tutti?» non capisce, portando le mani a contatto con le proprie cosce, in un paio di pugni morbidi «Devi studiare» ripete, beccandosi quel pizzicottino a cui un poco si irrigidisce, palesemente sfinita «Cioè la finiamo qui?»
Sussulta sul posto, inorridito e ancora più a disagio quando si rende conto dell`effetto che le sue parole hanno avuto sulla Grifondoro. Ma resta ancora zitto, in qualche modo costretto da quel lungo discorso che viene portato alla sua attenzione, e che lì per lì non sa bene come prendere. In parte con disagio, e un`espressione di colpevolezza che di tanto in tanto affiora dai suoi occhi, ma anche con il dubbio di non star ascoltando proprio tutta la verità. O almeno, soltanto una parte di essa. I suoi buoni propositi di attendere pazientemente sino alla fine vengono però meno, al suono del nome di Emma «Ma è lei, che si isola» gli scappa con veemenza «E comunque, da quando mi hai chiesto di non disturbarla, non le sto più rompendo le palle» la avverte, lanciandole un`occhiata che vorrebbe essere eloquente. Tutta la sua sicurezza subisce tuttavia un`improvvisa battuta d`arresto mentre lei gli pone la fatidica domanda: non ti basto così? «Non...» esordisce, salvo poi richiudere la bocca a doppia mandata, rifiutandosi di dare voce alla confusione che alberga nella sua testa. Diversamente, rischierebbe di fare ancora più danni, dal momento che per ora dà ancora molto valore a ciò che pensano i suoi amici. Forse troppo «No» risponde, il tono quasi interrogativo di chi non ha ben chiaro come si sia finito a darsi un ultimatum «Ma poi mica c`è qualcosa da chiudere...» borbotta piano tra sé e sé, prima di avere un improvviso moto risolutivo
«Senti, lasciamo perdere, vedo che sto peggiorando le cose e non voglio che litighi pure con me» tendendo bene l`orecchio è possibile cogliere una nota di supplica, oltre al fastidio adolescenziale che ha preso a colmarlo «Almeno possiamo essere amici?» le chiede, alzando lo sguardo alla ricerca del suo.
Non c`è niente da fare, perchè è evidente che lui non sia minimamente pronto ad un discorso cominciato da lui stesso, e lei davvero ha cercato al massimo di tenere tutto in stretti bordi sicuri, ma quel dire sullo scegliere, e sul non impegnarsi per andare d`accordo, l`hanno completamente sfondata. Lui risponde su Emma e lei abbassa lo sguardo, maledicendosi anche solo d`aver tirato fuori quella faccenda, dal momento in cui lei davvero non fa una colpa a nessuno. Respira un po` affannata, fissandosi con una rabbia silenziosa e crescente, le ginocchia, in uno stringere di pugni che subiscono scatti alterni ad un rilassarsi forzato. Non chiudere. Non ti chiudere. E boccheggia nascosta da quei capelli che scivolano in avanti, alla ricerca d`un sollievo fatto d`ossigeno che davvero non pare bastarle. A quel "no" alza appena lo sguardo, forse con una nota di speranza che lui taglia di netto con ciò che dice successivamente, e quella supplica di chiudere là la questione per non avere ulteriori disagi. Però quell`ultima richiesta, è letteralmente una cannonata in centro petto, nemmeno l`avesse appena colpita con un bolide ad altissima velocità: apre la bocca, lo sguardo che precipita e la posa che si richiude e stringe, più che in maniera palese, in modo sottile e percepibile in maniera istintiva, non visiva «A-amici...?» le sembra di morire, lì, pietrificata su quel tappeto da cui non riesce minimamente a scollarsi, con il rossore che le ha raggiunto le guance e le labbra, in un luccichio d`iridi che tiene molto ben occultato «Certo.» lo dice, in un moto di auto-violenza che risulta involontariamente palese, da come ne risente il tono. Stava andando tutto bene, poi tutto male, poi peggio ancora. Ed in tutto ciò, non è nemmeno riuscita a capire cos`abbia fatto per meritarselo. E` con uno sforzo titanico che con calma, cerca di rimettersi in piedi, in uno scrocchiare di ginocchia che precede il suo rizzarsi in piedi. I palmi che sudano freddo a portarsi nervosamente ai lati delle cosce in un asciugarsi veloce che spera non venga notato «Tranquillo. Va tutto bene...» non sa nemmeno chi sta più rassicurando, mentre torna ad agguantare il libro e ad infilarsi gli anfibi con gesti da automa «Mi dispiace se..» se cosa? Scrolla le spalle, incapace d`aggiungere altro, alzando solo ora lo sguardo a lui, con un sorriso sghembo ma che viene cesellato in perfetta foggia, come se fosse uno dei suoi soliti «Ci si vede dopo, hm? » alla festa, se non vomita l`anima prima. Niente dramah, non protesta nemmeno un secondo, aggirando il divanetto per poter andare a recuperare Ophelia con atteggiamento apparentemente disinvolto.
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Stare da sola è una benedizione, poter fare tutto quello che voglio senza la paura che le mie azioni più banali possano allontanare una persona al mio fianco è liberatorio
Ho ricominciato a vestirmi come volevo io, senza avere ansia del "e se non dovesse piacergli?"
Ho iniziato di nuovo a mettere lo smalto come volevo io, dei colori che volevo io, senza pensare "sì ma farà commenti negativi o non gli piacerà, forse è meglio fare qualcosa di più semplice "
Ho fatto la frangia senza avere paura che per questo potessi piacere di meno.
Non ho più paura di niente, perché non dipendo più dagli sbalzi d'umore di nessuno. Ci sono solo io e sto bene così, mi crogiolo nei miei spazi sgombri. Li sto rendendo sempre più confortevoli. Li riempio di libri, progetti e bei ricordi. Non i tuoi però. Ancora devo disintossicarli dalle brutte emozioni che mi hanno fatta soffrire.
Un tempo avrei cercato subito un rimpiazzo emotivo, qualcuno che potesse occupare il posto lasciato vuoto, ma ho capito dopo il primo tentativo fallimentare che non ne ho bisogno. Io sono abbastanza, non ho bisogno di nessuno al di fuori di me, emotivamente parlando.
Ho degli amanti? Sì, carnalmente ho le mie esigenze. Ma sono amici. Non ho intenzione di farlo diventare altro, per il momento.
A volte sento la mancanza di qualcuno che mi stia vicino come un fidanzato? Sì, ogni tanto. Ma poi ripenso all'angoscia delle montagne russe su cui ero salita e il solo pensiero mi fa scostare dalla sola idea. No, grazie. Va bene così. Tra poco avrò il mio piccolo bimbo a quattro zampe a farmi compagnia e a darmi amore. So già che sarà più che abbastanza.
Ho amato profondamente una persona, la stessa che mi ha ferita e lasciata sola a medicarmi gli squarci sanguinanti. Ora ne ha accanto un'altra che sembra (detto da chi li vede insieme) lo renda molto felice. Per quanto lui possa farmi ribrezzo, mi fa piacere.
Se non ti rendevo più felice e lei sì, amen. Nemmeno tu lo facevi più da tempo, a dirla tutta. Non so se tu leggerai mai queste righe, ma so che dovrei ringraziarti.
Grazie per avermi lasciata sola. Ha fatto male, ma è stata una spinta per crescere e migliorarmi. Non sono più la bambina di prima.
Non piango più per quello che mi accade. Sono diventata più distaccata, ambiziosa e so reagire con forza ad ogni ostacolo. Ho smesso di bere, non tocco un goccio d'alcol da quasi due mesi.
Ho smesso anche di fumare. Divertente, visto che avevo ricominciato verso la fine della nostra relazione.
La mia balbuzie leggera è tornata, ma la sto combattendo. Non mi fa più vergognare, così come tutto il resto.
Studio e sto creando il mio futuro da sola, chiedendo aiuto a chi di dovere o informandomi per conto mio.
Eravamo diventati tossici l'uno per l'altra. Quando sei tornato e te ne sei andato così bruscamente dalla mi vita, quasi fingendo che io ti fossi fedele come un cane, ho capito che tu non sei la persona giusta per me in nessun campo.
Troppe parole e pochi fatti.
Spero per la tua nuova lei che i secondi siano più di quelli che hai dato a me. Non merita di stare male. Le voglio ancora bene e se dovessi farla piangere ti investirei con la macchina.
Tanto è rossa, il sangue mica si vedrebbe.
E anche se non ho nessuna voglia di vederti nè sentirti (perché, detta francamente, sei stato una persona di merda)
Con tutto l'affetto del mondo, ti ringrazio di cuore.
Mi hai abbandonata, ma mi hai resa libera. E va bene così.
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"Dobbiamo aiutare il Maremmano! E dobbiamo farlo subito. Lui si è messo nei guai per noi. Per salvarci il culo da quei prepotenti e per farsi restituire il tuo pallone, Pietro, ricordatelo."
Eccome se me lo ricordavo, E chi se lo sarebbe scordato più. Ancora mi pesava l'averlo lasciato da solo. Il Tasso aveva ragione. Dovevamo aiutarlo, era nostro amico ed eravamo in debito con lui. Il problema era: come? Cosa potevamo fare per aiutarlo? Certo, non si trattava di un dettaglio trascurabile. Tonino sembrò leggermi nel pensiero e diede voce ai miei dubbi muti. "Hai ragione, Tasso, ma come possiamo fare?"
"A questo non ci ho ancora pensato."
"Non sarà facile."
"Lo so io come." Disse timidamente Sergetto. Gli era uscito appena un filo di voce, ma, nella circostanza, somigliò ad un urlo. Sergetto era uno che aveva sempre paura di tutto, che non prendeva mai iniziative, che preferiva seguire a ruota. Il fatto che volesse esprimere una sua idea era una vera novità, ovvio che la nostra attenzione fu catturata all'istante. "Si, insomma, " Proseguì, " Lui ci ha difesi, lo sappiamo tutti che, altrimenti, le avremmo buscate di santa ragione. Invece è toccato a lui solo buscarle. Dal padre. E si è beccato la punizione per colpa nostra. Noi adesso andiamo dal padre e gli facciamo capire bene come sono andate le cose. E se è proprio duro di comprendonio, se insiste a non voler capire, che punisse pure noi! Perché aiuteremo il Maremmano fino a quando non saranno finiti tutti i lavori. E partiamo subito, non aspettiamo altri cazzo di giorni. Andiamo a prendere le biciclette e partiamo. Subito!"
Ci aveva colti di sorpresa. Aveva fatto un discorso da grande. Afferrai con tutte due le mani la faccia arrossata di Sergetto e gli schiacciai un bel bacio sulla fronte. "Sei un genio, amico mio!" Gli dissi. Lui mi spinse via con foga, si pulì la fronte col dorso della mano e: "Ma che cazzo fai, Pietro? Mica sarai diventato frocio?" Disse, con un disappunto formale. "Da oggi in poi tu sarai il mio amore!" Dissi ridendo e:" Su, di corsa, si va a prendere le biciclette e si va. Ci ritroviamo qui il prima possibile." Aggiunsi.
Stavamo per muoverci, quando fummo stoppati dalla voce di Bomba: "Aspettate un momento! "
"Ora che c'è, Bomba?" Reagì spazientito il Tasso.
"Che dico a mia madre?"
"Perché? Vuoi portare anche lei? Che prenda la sua bicicletta allora!"
"Te non capisci una sega, Tasso! Voglio dire che, ammettendo che partiamo subito, come facciamo ad essere qui per l'ora di pranzo? Se faccio tardi, si incazza come una iena."
"Tua madre è una iena. Anche quando non si incazza."
"Fottiti!"
"Sei duro di zucca, Bomba! Oggi non si pranza!"
"Come non si pranza?"
"Certe volte sei come un bambino piagnucoloso, Bomba. Inventale una scusa qualsiasi. Fai come cazzo ti pare, ma devi venire con noi. Dobbiamo essere tutti uniti. Racconta a tua madre che non hai fame!" Suggerì Tonino, senza starci troppo a pensare. Scoppiammo a ridere come se avesse detto la barzelletta più divertente del mondo. Bomba che non aveva fame, faceva troppo ridere. Anche lui ci rise sopra. Era una cazzata spaventosa, nessuno se la sarebbe mai bevuta.
"Di a tua madre che sei invitato a casa mia, così la facciamo corta. Me la vedo io con i miei." Non avevo ancora la più pallida idea di cosa dire ai miei, ci avrei pensato sul momento. qualcosa mi sarebbe venuto in mente di sicuro. Corremmo a casa a recuperare le nostre cavalcature. Ognuno di noi, consapevole dell'importanza della missione, se la sarebbe cavata egregiamente. Saper dire le balle ai propri genitori è un lavoro fondamentale per un ragazzino. Ne va della buona riuscita della crescita, sia fisica che mentale. Incrociai mio padre sulle scale di casa, aveva le mani sporche di grasso. Evidente che era stato in garage ad armeggiare con il motore della sua auto. sperai che non avesse avuto problemi, altrimenti avrebbe avuto un umore di merda e potevo pure scordarmi la possibilità di squagliarmela. non sapevo ancora come iniziare il discorso. Fu mio padre stesso a trarmi d'impaccio, cogliendomi, ancora una volta, di sorpresa.
"Allora? Cosa ti succede? Qual è il problema?" Disse senza neanche guardarmi.
Diavolo di un uomo! Ma come aveva fatto? La mia faccia colpita a tradimento dallo stupore, lo fece sorridere. Guardò l'orologio e proseguì: "Mancano quasi due ore per il pranzo e tu non arrivi mai in anticipo. Mai, nemmeno di un minuto. Veramente non arrivi mai nemmeno in orario. E' per questo che le buschi di continuo e ricevi le punizioni, ma tu niente. Hai la testa dura come il marmo. Ed ora che ci rifletto, forse, voi ragazzini vi assomigliate tutti. Tutte teste di marmo. Spiegherebbe pure perché vi si chiama anche marmocchi!" E via una sonora risata. Cazzo quanto adorava il proprio lato comico. "Quindi se ti fai vivo a quest'ora, è segno evidente che c'è qualcosa che non va. Perciò ora saliamo in casa e, mentre mi faccio un bel bicchiere di bianco ghiacciato, tu sputi il rospo. Poi ti darò la punizione che meriti. Tanto va sempre a finire così." E giù un’altra scarica di risate.
Non saprei dire in quale momento presi la decisione, fatto sta che gli raccontai la verità. Tutta. Senza tralasciare nulla, compresa la bugia che avrebbe dovuto dire alla mamma per coprire Bomba. Mio padre si sorbì l'intero resoconto senza aprire bocca. E non l'aprì neanche quando ebbi finito. Non subito, almeno. Se ne stava lì senza fiatare e mi fissava. Mi fissava e stava zitto. Ero sulle spine. probabilmente l'idea di metterlo al corrente della faccenda non era sta una bella idea. Improvvisamente mi afferrò per le braccia e mi strinse forte a se. E, cosa inaudita, mi baciò pure. Doveva essere impazzito. Cazzo se era impazzito! Colpa del sole, forse. O del vino, più probabile.
"Credevo che non sarebbe mai successo," Disse a voce bassa, "Ma devo ammettere che oggi mi hai davvero sorpreso. Sono orgoglioso di te, marmocchio! Stai facendo la cosa giusta, perdio! Ed anche quei puzzoni dei tuoi amici la stanno facendo. Per quanto resto convinto che siano degli idioti. E nessuno potrà mai convincermi del contrario. Bravi! Tutti per uno, uno per tutti. Così si fa! Come i tre moschettieri. Che poi erano quattro. Come cazzo si fa a mettere un titolo del genere? Qualcuno, prima o poi, me lo dovrà spiegare. Sai scrivere, ma non sai fare i conti più elementari.
Ora vai a darti una sciacquata e mettiti i vestiti più vecchi che hai. Che ho idea che il papà del tuo amico cazzuto sia un vero duro e vi farà il culo a tutti quanti. Ma sono sicuro che la lezione vi sarà molto utile. Eccome se lo sarà. Su, di corsa a lavarti, con tua madre me la vedo io. Ma, sia ben chiaro, comunque vadano le cose, ti voglio a casa per l'ora di cena. Intesi?"
"Certo, papà. Ti voglio bene!" Il ti voglio bene mi sfuggì senza pensarci. Forse era la prima volta che glielo dicevo. Lui sorrise bonariamente e: "Certo che sei proprio un bel paraculo!" Mi disse.
Mi fiondai in bagno. Lasciai la porta aperta per poter origliare cosa avrebbe detto mia madre; intanto lasciai scorrere l'acqua. L'idea di lavarmi di nuovo non mi passò neanche per l'anticamera del cervello. Mi ero già lavato quella mattina stessa. Che bisogno c'era di farlo di nuovo? Era una mania quella di doversi sempre lavare. Peggio: una persecuzione! Una condanna a vita. Udii mio padre spiegare, con calma, il piano a mia madre. mia madre che, stranamente, non fece osservazioni. Valle a capire anche le madri. Era più che sicuro che se fosse toccato a lui parlare, col cazzo che lo avrebbe lasciato uscire! Neanche per un motivo importante come quello. L'unica cosa che non la convinceva era di dover mentire alla madre di Bomba. Anche se se lo meritava, pensai. Ma il suo vecchio aveva pensato anche a questo: avrebbe parlato lui alla matta scatenata, le avrebbe detto che ci portava con lui a fare un giro in campagna. fine delle trasmissioni. Stavo per uscire dal bagno, ma, per fortuna, attesi qualche altro secondo e riuscii ad ascoltare l'ultima frase del mio vecchio. Usò un tono che mi era del tutto sconosciuto: "Sta crescendo il nostro pulcino, donna. Sta crescendo e, ne sono sicuro, diventerà una gran bella persona." Queste furono le sue parole. Precisamente. Ed io volai fuori di corsa con il cuore che mi cantava in petto.
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Duck twins V
SCENA V
- Che ti è successo?- fece preoccupata guardando la divisa del fratello sporca di fango.
- Niente, solo un incidente- fece lui tranquillo mentre scrollava il mantello.
- Incidente? E come sei finito in punizione?- fece scettica Della. Donald alzò lo sguardo un po' a disagio, voleva evitare di toccare quell'argomento.
Come spiegarle che il loro cugino e la sua combriccola di bulli avevano usato Levitazione su di lui per farlo cadere in una pozza di fango? E lui furioso si era scagliato contro di loro, ma un Prefetto era passato di lì giusto in quel momento, bloccandolo.
La fortuna di Gladstone lo aveva salvato ancora una volta rendendolo una vittima e Donald il bullo, quando invece era stato proprio il biondino a provocare.
E così Donald si era beccato una punizione, senza poter protestare.
- Donny, ricordi che avevamo promesso a zio Scrooge di non creare problemi?- disse lei con un sospiro intuendo la situazione.
- Io non ho promesso niente- affermò lui scocciato incrociando le braccia- Piuttosto, chi era quel tipo con te l'altro giorno a mensa?
Donald ricordò come lo studente e Della si divertissero insieme a mensa. Non aveva potuto fare a meno di scrutare con attenzione quel giovane falco.
- Uh?- sembrò smarrita, ma poi ci pensò su- Intendi Emil? È uno studente del terzo anno. Ci siamo soffermati a chiacchierare su alcune teorie.
- Non mi piace- commentò con una smorfia diffidente- Non sembra un tipo rassicurante.
Lei lo osservò e sorrise divertita.
- Donny, non sei cambiato, sei troppo apprensivo. Stavamo solo conversando, non ho mica intenzione di fare amicizia con lui. Mi ha accennato a un incantesimo in grado di raggiungere posti lontani in pochi istanti. Anche fuori dal nostro pianeta.
La frase catturò la curiosità del fratello, che la guardò intrigato.
- Tipo una Passaporta?
- Non credo, non ne esistono di così potenti. Una teoria dice che non sono stati i Babbani a raggiungere la Luna per primi, bensì uno stregone. Ne aveva parlato anche zio Scrooge, ricordi? Pensa se si riuscisse a scoprire questo incantesimo e metterlo in pratica.
- Vuoi andare sulla Luna?- la osservò sorpreso.
- Non solo- con gli occhi sognatori guardò un punto nel vuoto- Con un incantesimo simile, si potrebbe raggiungere anche gli altri pianeti. Ci pensi? Sarebbe fantastico! Scommetto che zio Scrooge ne sarebbe entusiasta.
- Pensavo che tu volessi esplorare questo mondo con me- commentò con un po' di delusione.
- La Terra è solo il primo passo- lei gli appoggiò una mano per tranquillizzarlo- Immaginati, saremo i primi paperi a esplorare nuovi orizzonti. La storia ci ricorderà per le nostre imprese straordinarie.
Donald scrollò le spalle.
- Per il momento mi interessa solo esplorare questo castello. Ho con me la mappa- tirò fuori dalla manica un rotolo di pergamena e la srotolò indicando dei punti segnati in rosso- Dobbiamo stare attenti o il Custode questa volta ci scoprirà.
- Tranquillo, porto sempre con me il Mantello dell'invisibilità.
- E io il Deluminatore- non era stato difficile portare l'accendino magico all'interno della scuola. Grazie al fatto che era caduto nel lago, non lo avevano perquisito il primo giorno.
I due paperotti ridacchiarono in maniera complice.
Era sempre stato così, da quando Donald aveva memoria. Solo lui riusciva a comprenderla appieno, e solo lei riusciva a capirlo senza parole. Lui e Della, complici e compagni di avventura, contro il mondo. Niente lo avrebbe cambiato.
°^°^°^°^°^°^°^°^°^°^°^°
- Sono sicuro di aver sentito delle voci!- fece il Custode al professore.
- Tu dici sempre di sentire voci- commentò il professore con aria stanca e trascinandosi con la sua lunga tunica nera.
- Ma è la verità! E poi le cose si spostano, in continuazione!
- Siamo in una scuola di magia, mi sembra ovvio- fece sarcastico.
- Le dico che ho visto due figure muoversi nei corridoi poco fa. E mi hanno mangiato pure la torta che avevo lasciato sulla mia scrivania.
- Ed era anche disgustosa- sussurrò una vocina nel vuoto. Ricevette una gomitata dalla paperotta insieme a lui.
- Shhh- fece cenno di zittirsi e non muoversi. Erano a pochi passi da loro. Un soffice telo trasparente li nascondeva.
- Deve controllare, io... !
- … Devo?- ripeté il professore inarcando il sopracciglio.
- Volevo dire... potrebbe verificare la presenza di qualche intruso?- si corresse il Custode intimidito. Il professore di pozioni non era certo quel tipo di persona che gli si poteva ordinare qualcosa senza finire trasformati in una rana.
- Che sia l'ultima volta- fece il professore estraendo la sua bacchetta- Odio essere disturbato quando sono nella mia stanza.
- Don, dobbiamo andarcene subito- disse Della al fratello e tenendo il mantello sulle loro teste, lo trascinò via. Donald nella fretta andò a sbattere contro un'armatura causando del frastuono.
- Ha sentito?- esclamò la voce del Custode poco lontano- C'è qualcuno che si nasconde! Sicuro che è qualche studente!
- Ora vediamo...- il professore si avvicinò a passo veloce.
- Presto, presto!- esortò Della correndo con il fratello. Arrivarono al bivio dove si separavano le strade per le loro Case. Dietro di loro arrivavano i due uomini- Cosa facciamo?
- Di qua- Donald prese sua sorella e raggiunsero i sotterranei da dove si entrava ai Serpeverde. Si fermarono davanti all'ingresso di pietra- Presto, entra! Non deve vederti uscire dal mantello!- Donald spinse la sorella ad andarsene.
- Ma... tu come farai?- fece preoccupata Della mentre pronunciava la parola d'ordine.
- In qualche modo me la caverò. Non riusciranno mai a trovarmi con questo mantello.
- D'accordo, stai attento!- Della entrò nella sala comune dei Serpeverde prima che arrivassero i due uomini.
- Le tracce portano qui- fece il professore e si guardò intorno.
Donald rimase immobile sotto il mantello, poi appena i due guardarono altrove, lui sgattaiolò via, su per le scale. Cercò di raggiungere il dipinto che portava alla sala comune dei Grifondoro. Sussurrò la parola d'ordine, ma i due uomini che lo avevano raggiunto videro aprirsi l'ingresso. Donald si precipitò con il fiato in gola. Non doveva farsi beccare. Non era solo per l'ennesima punizione che gli avrebbero affibbiato, ma anche perché avrebbero scoperto del mantello magico e gliel'avrebbero confiscato. Impedendogli quindi di poter perlustrare il Castello senza problemi. Senza contare che lo zio Scrooge sarebbe stato informato dell'accaduto e avrebbe scoperto che gli avevano preso il mantello dal suo baule.
Donald raggiunse il dormitorio e si sfilò il mantello nella corsa nascondendolo sotto la camicia. Una volta dentro cercò di infilarsi sotto le lenzuola del suo letto con tutti i vestiti addosso.
Mickey, che aveva il letto vicino al suo, si svegliò al suono della porta che si apriva e lo vide passare come una saetta.
- Donald?- bisbigliò- Ma cosa... ?
Nel giro di qualche secondo la porta si spalancò bruscamente svegliando gli altri tre studenti.
- In piedi!- fece il professore in tono autoritario e accendendo le luci.
- Cosa succede professore?- fece Mickey alzandosi e mettendosi davanti al letto di Donald come cercando di coprire il fagotto sotto le lenzuola. Il paperotto nel frattempo era sotto le coperte e cercava di cambiarsi velocemente.
- Ho motivo di credere che ci sia un intruso o qualcuno che si diverte a girare per il castello durante il coprifuoco- disse l'uomo scrutando la stanza.
Un gallo rosso mormorò di malumore in spagnolo con gli occhi che gli si chiudevano. Anche il pappagallo verde teneva a fatica gli occhi aperti.
- Professore, qui non c'è nessuno- disse Mickey facendosi l'ignaro- Lo avremmo sentito.
- Yawn- sbadigliò Goofy stiracchiandosi- Chi? Cosa?
- Allora ho modo di pensare che qualcuno di voi cinque era in giro stanotte- poi però si accorse che solo quattro studenti erano in piedi, un topo, un cane, un pappagallo e un gallo- Dov'è il vostro compagno?
- Donald? Yuk, sta dormendo- fece Goofy ignaro di quanto stesse accadendo- Se vuole lo sveglio.
- No, non è il caso!- fece subito Mickey dando un colpetto a Goofy e bloccandolo gli fece l'occhiolino- Donald ha il sonno pesante e si infuria quando viene svegliato- il professore cercò di avvicinarsi, ma Mickey cercò di braccarlo con un sorriso titubante- Mi creda, ha un pessimo carattere.
- Non m'interessa!- il professore si avvicinò al bozzolo nel letto- Duck, svegliati!
Passarono qualche secondo, prima che dalle lenzuola uscì la testa del paperotto. Aveva le piume arruffate e gli occhi assonnati. Non disse niente, ma si vedeva che era di malumore quando si alzò dal letto con indosso il suo pigiama.
Il professore lo scrutò con attenzione toccandosi i lunghi baffi.
- Quindi mi confermi che c'eravate tutti?- chiese al topo. Mickey annuì.
- Certo, stavamo giocando a... Spara Schiocco! E poi siamo andati a dormire- fece un largo sorriso e diede un colpetto al cane spilungone- Vero Goofy?
- Eh? Oh sì... Donald è pessimo a Scacchi, quindi abbiamo optato per Spara Schiocco.
Donald dalla sua postazione fece una smorfia offesa, ma cercò di non farsi notare. Il gallo e il pappagallo li osservarono in silenzio.
- Voglio credervi. Per il momento- disse il professore, mentre si avviava fuori dalla stanza- Ma sia chiaro che se scopro che mi hai mentito, Mouse, sia tu che tutti gli altri finirete in guai seri.
Detto questo, il professore se ne andò.
- Ma che gli è preso?- fece il gallo rosso sbadigliando e tornando a dormire. Lo seguì anche il pappagallo.
Donald guardò Mickey con interrogazione. Aveva mentito al professore, era chiaro a tutti, Donald non si univa mai a loro per giocare. Ma allora perché inventarsi quell'assurdo alibi? Forse voleva qualcosa in cambio?
- Non ho idea perché eri fuori, però sta tranquillo, il tuo segreto è al sicuro- gli bisbigliò il topo- Ma la prossima volta sta più attento.
Poi sia Mickey che Goofy tornarono a dormire. Donald li osservò sorpreso.
Forse... non erano così male, dopotutto.
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14.10.76 Piante e Strani Effetti Pare che il docente abbia voluto mettere alla prova la loro passione per l`erbologia; chi accetterebbe di svegliarsi prima dell`alba per aiutarlo con chissà quale diavoleria misteriosa, se non dei veri erbonerd? Il castello immerso nel buio, e con le luci fievolissimi di un sole che non sorgerà ancora per una scarsa mezz`oretta, ha il suo perchè e rende l`atmosfera abbastanza suggestiva. Arrivati allo spiazzo, potranno facilmente notare un gazebo bianco, piazzato appositamente per l`occasione, sotto il quale si trova Zevran in tutto il suo splendore. Un`altra cosa che i ragazzi potranno notare sotto il gazebo, sono due tavolini; uno rettangolare lungo quanto il lato del gazebo, e uno tondo un po` più piccolo. Sopra il primo, c`è un abbondante assortimento di biscotti, cornetti, muffin e cose del genere; il secondo, invece, è occupato da un paio di grandi caraffe termiche in metallo, di quelle con il coperchio e il beccuccio, più un vario assortimento di mug colorate in ceramica.[...]
Z:« Nel caso in cui qualcuno avesse saltato la colazione,oppure avesse sonno... lì c`è del caffè e del tè » lasciandosi scappare un sorrisetto divertito davanti a eventuali sbadigli o altre dimostrazioni di stanchezza.
T: «Oh,sì.La ringrazio» commenta con sollievo mentre già allunga le mani verso una delle mug colorate. Ascolta il dire del caro professore mentre solleva la caraffa, che si spera contiene tè, per riempire la mug. Ascolta le ipotesi di qualche compagno mentre afferra la tazza piena con la mano sinistra e un muffin con la destra.
Z: « Ho bisogno del vostro aiuto non per piantare ma per raccogliere» dice, lanciando loro qualche occhiata « Siccome va fatto entro l`alba, ho pensato che più mani abbiamo più Giana raccogliamo » sì, butta così il nome della pianta« Non vorrei fare troppi spoiler per il quarto anno. E` proprio per voi che oggi vogliamo raccogliere le foglie » plurale maiestatis perchè sì. Intanto sono arrivati al retro della serra; il docente si avvicina alla porticina, spalancandola e invitandoli ad entrare in quella parte di serra che solitamente non vedono [...]E, in circa una ventina di postazioni, un esemplare di Giana [...]Sorride loro, osservandoli come se si aspettasse qualche reazione strana da un momento all`altro. Non sembra ritenere importante, al momento, spiegare loro le proprietà della pianta.
{Rubrica cosacierainquelbuffet: chi ha mangiato i muffin sentirà il bisogno di parlare a più non posso, e raccontare i pettegolezzi (veri o finti che siano). Chi ha mangiato i biscotti si troverà improvvisamente con una voglia matta di cantare, e... non potrà tenerla a bada.Per quanto riguarda le bevande: tutti quelli che bevono caffè potranno iniziare a sentirsi più energici e lucidi, mentre quelli che hanno bevuto il tè..per ora non sembra stia succedendo nulla, a loro.}
N.R. : « oh, lo sapete che c’è un drago nei sotterrranei? Non so bene dove, forse è nelle cucine insieme agli elfi...» continua a parlare ininterrottamente, non riuscendo a fermarsi, con quella splendida voce acutissima.
Z: « Sinceramente non credo avremmo ancora degli elfi domestici, in quel caso » afferma semplicemente, con un certo cinismo.
C.M.: «Oh, sì. Lo ho sentito dire anche io. Ma non solo draghi! Nei sotterranei si nasconde di tutto!» poi invece mentre canticchia «or maybe it is a door - that`s closing up some hero`s back - on his track to be a man»
Z: « Hai pensato di entrare nel coro? » Tanto per appoggiarli, si unisce un secondo ai pettegolezzi « Sì è vero, nei sotterranei c`è un sacco di gente... anche creature strane » afferma, con un cenno della mano. Sì, signori, sta implicitamente parlando anche di sè. « se i biscotti allo Stridiosporo fanno sempre quest`effetto, li inizio a vendere »
S.C: «Ho sentito dire che di notte i fantasmi si danno alla pazza gioia con Pix, io me li immagino, soprattutto la Dama Grigia e Il Barone Sanguinario, anche se un po` di divertimento non gli guasterebbe.» prega che non ti abbiano sentito, Sunny. .
T: «Mio padre la coltiva nelle serre di casa e io ho sempre voluto provarla» A nessuno interessano queste informazioni non richieste,ma per qualche motivo non riesce a frenare la lingua. «Per qualche motivo però mio padre non vuole che entro nelle serre. Troppo pericoloso dice» E le scappa una risatina «Nemmeno ci tenesse dentro piante carnivore» Quindi si volta preoccupata verso Will «Ci coltiva piante carnivore?»Come se lui lo sapesse Quindi si volta di scatto verso i compagni «Sapete che l’altro giorno Fralker ha ballato in mutande sotto la pioggia?»E ride da sola annuendo con solennità «Si,si. E’ uscito in giardino ,si è tolto i vestiti e ha cominciato a ballare. [...]Dicono che Alyce indossi la parrucca» sussurra a Will dalla postazione accanto alla sua. Si volta a guardarlo per fargli un occhiolino e un cenno del capo verso la Prefetta Grifa «Sai: l’alopecia» Speriamo che il sussurro non sia troppo udibile.
M.B: «How many... roads must a man walk down/ before you call him a man?»
T: «Sai,dicono che Chloe faccia sparire i suoi animali... Quando l’ho conosciuta aveva tre gechi: che fine hanno fatto ora?» Lancia un’occhiata cospiratrice in direzione della compagna Tassa «Te lo dico io: se li è mangiati.Scommetto che entro la fine dell’anno sparirà anche il topo.A proposito di topi: le cucine ne sono piene. Di ratti però. Grossi,pelosi e pieni di malattie»
T.D. : « Spingo per gli spoiler. » Ovviamente. « Un ripasso per gli anni più alti e qualche informazione utile per il futuro per i più bassi. » E’ gentile, eh? Mica vuole sapere cose lui, nono.
Z:« Vi basti sapere che questa trasformante permette il cambio temporaneo di sesso, sia a livello fisico che mentale » afferma semplicemente, con un sorrisetto, prima di aggiungere « e durante il suo effetto non ci si ricorda della propria identità originale » ecco che quindi finalmente afferra la caraffa che aveva alla cintura. La stacca, portadosela davanti « io ne ho raccolta un po` tre settimane fa, e ne ho fatto un`infuso. Visto che mi avete aiutato... » e lascia vagare lo sguardo su nessuno in particolare « chi vuole, potrà averne un po`. A proprio rischio e pericolo » afferma, sfarfallando gli occhi in modo da ostentare un`aria innocente a cui davvero non crederà nessuno. Fissa i quartini per qualche istante « voi no, non voglio privarvi di farlo con i vostri compagni » afferma quindi, con un sorrisetto.
{Cosacierainquelbuffet, parte 2: quelli che hanno bevuto il tè iniziano ora ad avvertirne gli effetti: Un`amnesia localizzata, che riguarda la propria identità.Non si dimenticheranno il proprio nome o i propri valori fondamentali, ad esempio, ma invece potrebbero dimenticarsi aspetti della propria personalità di secondaria importanza}
C.M: «io… io, credo, insomma, sì. Lo vorrei, provare.» mentre lancia un occhiata a Gus come a cercarne un parere .Insomma, provarla potrebbe essere d’aiuto, forse. Ma sempre meglio provarla che non provarla, no? Annuisce mentre però inizia a sentire una strana nuova sensazione «Gus, ho dimenticato qualcosa… Cioè credo. Mi sembra.» ma poi «I boogie down like a unicorn - No stoppin` till the break of dawn - Put your hands up in the air - Like an ogre just don`t care» qua non si può davvero arrivare a finire un ragionamento oh.
T: «Miley mi ha detto che a breve intervisterà il portiere degli Applebay Arrows; dice che verrà a trovarci qui al castello» E si stringe nelle spalle mostrando quanto poco gliene freghi del Quidditch. Eppure lei è battitrice titolare... Va beh. Dà un piccolo buffetto sulla pianta di giana «Stiamo per finire» le dice. Eh,sì.Lei è una di quelle che parla alle piante. «Voglio diventare maschio» annuncia. Forse è una richiesta di provare gli effetti della pianta adesso,sotto la supervisione di un esperto?O forse una semplice dichiarazione di intenti. Un altro gossip, su se stessa stavolta. «Chissà come sono senza tette» Non che ne abbiamo molte. Abbassa lo sguardo sul proprio petto e poi si sofferma a guardare quello di Will,quasi si stesse immaginando uno scambio di corpi. «Dieci giorni?» Se fosse un po’ più lucida ci penserebbe un attimo su, probabilmente l’idea di cambiare anche carattere la bloccherebbe di sicuro. Ma beh,non siamo in noi. Perciò...per quanto la riguarda non se lo fa certo ripetere due volte. Si sfila i guanti e con passo deciso si avvicina al professore. «Alla salute»
Chloe e Tasha,poco dopo aver bevuto l`infuso, si sentiranno un po` strane. Si trasformeranno davanti agli occhi degli altri studenti, diventando a tutti gli effetti due ragazzi. E non serbando alcun ricordo di esser state, fino a poco prima, delle ragazze.
Vi presento il mio alter ego:Dòmnhall Odinsbane
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9, maggio 2020
Ciao mamma,
Domani è la festa della mamma e dato che il nostro rapporto non è tanto solido, ti scrivo, perché mi viene meglio.
Premetto che della vita non so niente. Ho solamente 18 anni e la famosa "esperienza" bisogna costruirla crescendo.
Siccome in questi anni mi sono costruita una persona che non sono, ora ti parlo della "vera me".
Mi reputo una persona sensibile, nel senso che a volte mi sento più fragile degli altri, sento che nessuno possa comprendere perché sono piiiccola piccola e gli altri invece mi mangiano, anche se questa ovviamente è solo una mia percezione del mondo. È quello che succede con i "grandi". La sensazione è questa, e un po' è quello che succede nelle interrogazioni, quello che succede dentro di me quando devo chiedere qualcosa a qualcuno di adulto.
Lo so che tu quando dici "che ti hanno mangiato?" ogni volta che torno dal tabaccai, lo dici per scherzo, ma io ho vissuto una vita così, con la paura che le persone potessero "distruggermi" o "mangiarmi".
Col tempo ho imparato ad amarmi, perché non lo facevo tanto. Mi sminuivo, reprimevo quello che pensavo e lo facevo perché credevo le persone potessero darmi della stupida in qualsiasi momento.
Essere un "vegetale" però spesso non è la soluzione corretta. Implica un adattamento. Devi per forza accontentarti, non ci sono confronti, non c'è uno scambio di idee. Sei tu e tutti gli altri sono fuori. È come vivere in una bolla. Per anni ho allontanato le persone. Ho dato loro un calcio per allontanarle dalla mia bolla perché è un po' come una "comfort zone", é una sicurezza, almeno la gente non può dirti niente se tu non dici niente.
Ridefinendo me stessa posso affermare che non mi piacciono tante persone. Potrebbe essere un paradosso, ma nel profondo sono una che seleziona. Non ho tanti amici perché c'è sempre qualcosa che non mi piace di qualcuno. In più nessuno è davvero leale. Non sono una persona che "é amica di tutti", non lo sono per niente.
Io sono una che osserva, che guarda i dettagli. Purtroppo tutti prima o poi mi fanno storcere il naso per qualcosa.
Se te lo stai chiedendo, no. Non la considero un'amica "di una vita". Prima o poi la nostra amicizia finirà o la farò finire io perché mi romperò le scatole delle persone vuote.
Ho avuto un rapporto strano con le amicizie da piccola: ero spesso "gelosa" delle mie amichette del cuore perché volevo un'attenzione che non poteva essere colta da tutti.
Poi è successo che sono cresciuta. Ho conosciuto Fra e mi sono rotta della gente che mi vedeva come quella che non ero. E qui arriva la parte dove mi porti dalla psicologa. Inizialmente, non te lo nascondo, pensavo fosse per Fra. Mi distruggeva l'idea che tu non capissi quanto importante fosse per me questa persona. Tuttavia ti ho "accontentato", se così si può dire.
Già dall'inizio mi sono resa conto che non era un complotto contro di me per indurmi a lasciare Fra. Ho conosciuto questa dottoressa che mi ha dato delucidazioni, o meglio, ha trovato il filo conduttore di tutto quello che è successo nella mia vita.
Dopo un lungo studio della mia infanzia io e lei siamo arrivate a conclusione che quelle "gelosie" da piccolina non erano altro che abitudine. Abitudine di essere sempre la piccina malaticcio che deve essere accudita, che deve avere le attenzioni di tutti.
Ho capito tante cose di me. Per la prima volta mi sono confidata realmente con qualcuno.
Si è parlato tanto di me, di te, insomma di tutti voi.
Quello su cui abbiamo lavorato tanto e su cui attualmente stiamo lavorando è l'analisi delle mie emozioni, il perché succede quello che succede. Tutto per far uscire la mia vera identità, quella che forse nessuno conosce.
Parallelamente mi sto vivendo questo amore. Per chiarirti le idee, mi piacciono i ragazzi. Per intenderci, provo attrazione per i maschi. È stato così fino a quando non ho conosciuto Fra, di cui parlerò al maschile perché è la tortura meno dolorosa.
Questa persona...
Il primo approccio che ho avuto con questa persona è stata come una scintilla.
Il momento in cui ci siamo presentati, ho pensato:" ma è una ragazza o un ragazzo?". Era una persona timida e non pensavo ci avrei mai scambiato due parole. Insomma io non gli davo manco un centesimo.
Ero felice perché ero fidanzata con Christian e perciò io a Fra non me lo filavo proprio.
Poi la mia insegnante di teatro ci ha fatto fare un'improvvisazione insieme, che tra l'altro è andata male.
Mi sono rivista in Fra. O meglio, ho rivisto me il lui. Il panico di quell' improvvisazione mi ha fatto passare alla mente un fermoimmagine di me impanicata, così ho voluto conoscerlo.
Non ho mai pensato potessi innamorarmi, anzi all'inizio non accettavo la cosa. Pensavo:" ci risiamo, ecco la moda che incombe su di me". Ma poi l'ho sentito. Ho sentito quella cosa che ti fa pensare:" ma no, non può essere una semplice amica". Non sopportavo che qualcuno potesse avere tutte le sue attenzioni, perché quelle spettavano a me.
Ho passato quattro mesi a capire se mi piacesse o meno. Ci ho pensato e forse pure troppo. Non sono un'incosciente e soprattutto non mi innamoro di tutti, okay? Anche se potresti pensarla diversamente.
E si, sono una brutta persona perché mentre succedeva tutto questo io stavo con Christian, che comunque non pensavo di usare. Quando ho capito che mi piaceva Fra gli ho detto che c'era qualcosa che non stava andando bene. Non provavo più le stesse cose per lui.
Sono arrivata al punto di innamorarmi di un' altra persona e se l'ho fatto significa che non ero così presa da Christian. Mi ero stancata di lui. Non volevo un amore così, un amore che mi dicesse che musica ascoltare perché "non avevo gusto" o un amore così duro nel momento in cui c'era un problema con i miei familiari. E poi cosa più importante, ho sempre pensato:" io questo mica me lo devo sposare, sono sicura che non ci rimarrò per sempre". Volevo un amore migliore.
Quello che provavo e che provo tuttora per Fra non è mai stata una semplice "moda", sarebbe stato troppo facile.
Stando con Fra ho capito cosa significa AMARE qualcuno.
Lo ammetto, le volte in cui tu non riesci a capirmi mi colpevolizzo e penso:" perché mi sono innamorata proprio di Fra?". C'è un problema, c'è chiaramente un problema tra me, lui e te.
Indipendentemente da Fra o meno, mi sono sempre sentita in soggezione con te. Ricordo le volte in cui facevo fatica a chiederti di poter uscire con qualche mia amica perché chissà tu cosa potevi pensare. Ero amica di Ginevra e avevo l'ansia di chiederti di poter uscire con lei perché sapevo che a te non piaceva.
Con te mi sento continuamente sotto esame. Faccio quello che tu vuoi io faccia. Sono quelli che tu vuoi io sia perché non mi piace sentirti dire che le persone che mi scelgo potrebbero essere poco per me. Così evito di parlarne, evito che esca l'argomento.
Inoltre, non mi piace discutere perché so che poche persone potrebbero DAVVERO capire il mio punto di vista, perciò mollo la presa.
Ti sorgerà spontaneo chiedermi :" ma gli altri come fanno a capirti?" ed è una giusta osservazione a cui non riesco a dare una risposta.
Il sentirmi in soggezione è una cosa che mi porto dentro da sempre. E l'ansietta mi si ripropone tutte le volte che devo uscire con qualcuno, tutte le volte che devo uscire con Fra.
Non ti chiedo mai di poterlo invitare a casa perché mi viene l'ansia di dirtelo. Ansia che si attenua quando mi autoconvinco che non dirtelo è la soluzione migliore, che mi fa stare più tranquilla. Quando si tratta di Fra l'ansia è amplificata perché so che non vedi la nostra relazione di buon occhio, perciò a volte dó buca ai suoi inviti, senza farlo di proposito. Quando sua madre mi ha chiesto se volessi venire al sushi con loro le ho risposto di no. E lo dico perché mi rassegno prima di chiedertelo. Perché in realtà ho paura a chiedertelo perché so che a entrambe non fa star bene. È la ragione per cui non parlo tanto di lui. Cerco sempre di evitare di parlarne perché la cosa mi mette in soggezione, poi in ansia e poi mi fa star male. Pensi ci sia voluto poco a chiederti se potessi uscire con lui domani? No perché decisamente non è stata una cosa da poco.
Dirtelo mi mette ansia e mi fa star male. In più faccio stare male te e quindi il più delle volte evito di chiedertelo, così evito pure di farti stare male.
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