Tumgik
#e altri cazzi miei
autolesionistra · 2 months
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E, niente, oggi sono arrivato pure tardino, giusto in tempo per sentire le parole di Bolognesi (presidente dell'associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, per chi non lo sa), e poi mi son perso in frulli vari quotidiani e intanto pensavo quello che penso ogni volta che lo sento, che potremmo succintamente riassumere in "soccia che grande Bolognesi", e il 2 agosto quando mi riesce di andare alla manifestazione mi lascia sempre una sensazione un po' così, una roba orribile che ha lasciato qualcosa di tangibilmente grande, un cratere in cui sono cresciute rose, aggiungete metafore brutte a piacimento. Non è impossibile ma non è neanche così facile sentire un qualche spirito di comunità in una città delle dimensioni di Bologna, ma il 2 agosto quando te ne vai da lì, sudaticcio e con la pressione sotto le scarpe, la pesantezza della ricorrenza lascia un po' di spazio a qualcosa che ti solleva che vedi anche nelle facce sudaticce e con la pressione sotto le scarpe degli altri partecipanti, in cui incroci sempre un po' di gente che ti aspetti e qualcuno che non ti aspetti.
Questa sensazione ha subito un piccolo tracollo quando l'amico Fabri mi scrive che a leggere la risposta della Meloni gli è venuta l'orticaria. Io ero perso nei cazzi miei, la presidente del consiglio ha risposto a Bolognesi? Purtroppo sì: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/08/02/bologna-meloni-risponde-ai-familiari-delle-vittime-radici-della-strage-nel-mio-governo-attacchi-ingiustificati-la-replica-prende-in-giro-i-morti/7645678/ Prima di alimentare il circo delle polemiche (circo che ha piantato il tendone su un terreno particolarmente inappropriato) consiglierei (anche quest'anno) di leggersi l'intervento integrale di Bolognesi: https://stragi.it/vittime/discorso-2024
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der-papero · 2 months
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Oh, questo non era affatto banale, @hope-now-and-live (grassie grassie), quindi partecipo volentieri.
Preferiresti...
1) ...passare il resto della tua vita con qualcuno che ami, o qualcuno che ti ama?
Guarda, fino a 4 mesi fa non avrei saputo scegliere, ma oggi ti dico qualcuno che amo e la accendo.
2) ...perdere tutti i soldi per cui hai lavorato una vita, o tutti i tuoi ricordi?
perdere i miei ricordi, quelli hai ancora una vita per fartene altri, ma rifarsi i soldi sono bei cazzi
3) ...guardare solo film e serie brutti per il resto della tua vita, o non guardare nessun film/serie?
non guardare nessun film/serie
4) ...dare un giro nel tuo futuro, o tornare indietro per cambiare qualcosa del tuo passato?
indietro per cambiare qualcosa del mio passato, ma non per dimenticarlo, ma solo per riparare un torto che ho fatto e del quale non ho mai smesso di vergognarmi
5) ...vivere in una casa grande e lussuosa con un partner odioso, o da solo in un monolocale modesto?
da solo in un monolocale modesto
6) ...essere conosciuto come "quello brutto", o come "quello scemo"?
quello brutto
7) ... avere una sindrome che ti costringe a dire sempre bugie, o a dire sempre la verità?
a dire sempre la verità, ma non perché io sia una persona corretta o dotata di chissà quale morale, ma perché la verità può essere raccontata in maniera ambigua e parziale, quindi nascondendola pur lasciandola nel suo stato di verità, ma se menti sempre sei fottuto :)
Questo è il post perfetto per @neltempodiuncaffe ❤️
E taggo come sempre e piace a me le new entries :) @apettaa @animaspoglia @moglichkeiten @umanitacriptica @caffebruciato
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intotheclash · 5 months
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... e niente, avete notato che la parola su un social network che è messa in primo piano è proprio lei, l'Amicizia? Quella che ne soffre maggiormente ad essere stuprata con l'inganno, ad essere svenduta o quasi regalata, in un sistema dove ci si fa "amici" tra sconosciuti, ma poi non ci si saluta per strada, oppure le nostre strade non si incroceranno mai, perché stiamo a millenovecentoventisette miglia di distanza dall'annusarci, in questo parcogiochi virtuale dove tutti sono amici, amici di tutti, intimamente sconosciuti, e bro, brother, sista e cazzate affini, dove ci si chiama per nome, anzi per soprannome, dove "sì, cazzo lui lo conosco benissimo" e "sì, lui è un mio grande amico", ma amico di cosa, porcodio? Perché io invece mi ricordo che ci ho messo quasi 3 anni per chiamare quello che poi sarebbe stato un mio grande amico, nonché mio coinquilino, per nome e non per cognome, mesi per capirci e studiarci, per superarci e venirci eventualmente incontro, giorni per rompere gli indugi e scambiarci un saluto, cazzo, ma i tempi cambiano, le cose passano, invecchiano, mentre altre corrono, però lui, il mio amico, e come lui tanti altri, sono ancora qui, nella mia vita di merda, e di tutti questi miei e vostri amici virtuali (e soltanto virtuali) invece che cosa sarà? Quando saremo in difficoltà, quando avremo bisogno di aiuto, di soldi, di cazzo-ne-so, quando vorremo piangere e berci una (anzi, 3) birre insieme cosa faranno ci metteranno un like? una reaction? un bel commento? o non visualizzeranno il nostro messaggio? e magari ci bloccheranno o cancelleranno dagli "amici" se rompiamo troppo i coglioni? Mah. Comunque si scherza, si esaspera, si provoca, anche l'amicizia virtuale ha un suo bel perché e da quasi un paio di decenni ormai, in tutte le sue svariate forme. Basta non si sostituisca a quella vera. Perché, pochi cazzi, quell'altra è vera e questa è un vile surrogato. Anche soltanto chiamarla "amicizia" è una bestemmia, porcodio. Una scoreggia non sostituirà mai una bella cagata. Non dimenticatevelo. (Il mio amico Cristian)
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comeuncampoamaggese · 5 months
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Ero seduta su una panchina nel parco, a pensare un po ai cazzi miei, io e il mio cane.
Guardando la strada mi sono accorta di quante macchine corrono sprezzanti, facendo a zig zag tra quelle che rispettano i limiti, in una zona abitata, nei pressi di scuole, negozi e centro commerciale; mi è venuto in mente che ci sono tante persone che darebbero tutto pur di passeggiare per strada, bere un caffè, vedere un tramonto, sentire l'aria sul viso, e invece sono in ospedale, quasi in fin di vita... E questi autisti? Giocano con la loro vita e con quella degli altri, come se "vabe che deve succedere?" E invece poi succede di tutto, quello che "si poteva evitare". E quante persone, che passeggiando, pensano ai loro cari che non ci sono più, che magari sono andati via, magari troppo presto, persone d'animo oro, che su quella strada non avrebbero mai sfrecciato, perchè a loro la vita degli altri, e la propria, importa. Allora è vero, e sarà così, che piano piano su questa terra destinata a peggiorare, rimarrà solo chi lo merita.
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stranomavero-o · 9 months
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Oggi ho realizzato che una delle cose che mi rende così spiacevole andare in ufficio 3 giorni a settimana è la mancanza di altre colleghe donne nel team a parte una stagista che tra pochi mesi se ne va. Ho iniziato a rifletterci perché la nostra giovane stagista a volte prova a intavolare una discussione coi miei colleghi su tematiche sociali e a fargli capire che i loro commenti o certe frasi sono fuori luogo e francamente fanno schifo, e questi over 50 con le abilità sociali di un comodino riducono tutto a una discussione maschi contro femmine che era già ridicola anche in seconda media. Ma loro da lì non si sono mai mossi, non hanno sviluppato nessun livello di empatia verso chi è “altro” rispetto a loro (donne, gay, pelle di colori diversi ecc), come ha ben detto Zerocalcare sono fermi al vittimismo piagnone. Un esempio: tema della violenza sulle donne, la risposta è stata “e allora gli uomini vittime di violenza?”. Voglio dire, ma che senso ha provare a intavolare una discussione con sta gente? A lavoro poi, dove già mi gira il cazzo per mille altri motivi e dove mi tocca stare 8 ore al giorno circondata da sti personaggi. Io me ne lavo le mani, non voglio educare un figlio figurati se posso aver voglia di educare un bamboccione prossimo alla pensione, cazzi della sua famiglia. Io sono stanca, io non ne ho voglia, io ho dato forfait.
Però questo mi ha fatto riflettere, e ho capito che una delle fonti del malessere da ufficio è il costante flusso di discorsi e commenti sessisti, le battutine, le frasi che non si rendono nemmeno conto di quanto fanno salire lo schifo alle poche donne che li circondano, gli sguardi da laidi di merda… questi pensano di essere intelligenti, simpatici, dei brillantoni di grande successo. Vorrei alzarmi in piedi sulla scrivania e urlargli “Fate schifoooooo”. Ma non posso, quindi metto in atto meccanismi di difesa, li tengo a distanza, non gli parlo dei cazzi miei, cambio discorso quando si parla di temi caldi, mi isolo nella mia bolla guardando il cellulare. Ma è tutto uno sforzo, una fatica, un impegno extra che durante il giorno mi consuma energie.
E non è solo quello, mi sono resa conto che è anche proprio l’ambiente troppo maschile che mi fa male. Questi passano il tempo a urlare, discutere, litigare, fare a chi ce l’ha più grosso… se la sentono ceo di stocazzo in carriera. Ma vivi sereno che quando te ne vai in pensione finalmente nessuno si ricorderà di te, sarai solo l’ennesimo che è passato di là. Pensa a fare meno schifo con la tua famiglia, pensa a fare meno schifo nella vita, sviluppa empatia ed educazione.
Ah e questi sono tutto sommato brave persone, sono al 99% sicura che non farebbero mai male a una mosca fisicamente e che il comportamento derivi in buona parte da loro insicurezze e dal mondo in cui sono cresciuti, ma il fatto che non ammazzerebbero la moglie non cambia il fatto che, purtroppo per me, fanno schifo.
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autolesionistra · 1 year
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Un po’ di cose a caso.
Ultimamente sono stato stupito in maniera particolarmente positiva e particolarmente negativa da alcune persone e la sensazione alla fine della fiera è piacevole perché ora mi sento molto open to meraviglia verso gli altri esseri umani.
Detto ciò,
uno dei motivi per cui scrivo meno dei cazzi miei è che dopo soli (argh) 14 anni del blogghe c’è un numero un po’ troppo consistente di gente che mi conosce che passa da queste parti e pur essendo una sensazione incredibilmente lusinghiera finisce che mi freno un poco per evitare che uno possa leggere in quello che scrivo cose in più che magari non ci sono (o ci sono). Un amico (ciao) dice sempre che i social non lo attirano perché non gli piace raccontare i cazzi suoi agli sconosciuti: ho realizzato che a me tutto sommato piace, e più uno è sconosciuto meglio è. Forse questa cosa andrebbe analizzata da uno bravo, ma un blog costa meno.
Detto ciò,
uno dei motivi per cui scrivo meno dei cazzi di attualità pur essendo un momento particolarmente ricco di (brutti) spunti è che avrei bisogno di uno straccio di lucidità da qualche tempo irreperibile. Credo di stare superando la sottile linea rossa fra “è il periodo” e “mi sto rincoglionendo in maniera irreversibile”. È un problema ricorsivo perché per capirlo dovrei essere lucido.
Detto ciò,
dopo aver ripetuto per la 561° volta alla figliolanza frustrata per qualche motivo futile che le cose prima che ti vengano bene ti devono venire di merda tante volte mi sono reso conto che è uno dei tanti temi in cui predico bene e razzolo male perché ci sono cose che non faccio proprio perché so che verranno una merda tante volte prima che vengano vagamente decenti. Fra i fioretti da disattendere di quest’anno ci mettiamo anche: fare tante cose di merda.
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bicheco · 1 year
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Curiosità per fedelissimi
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Come voi sapete, qualche anno fa, ho pubblicato questo libro. La prima stesura, delle innumerevoli che poi l'hanno seguita, aveva una prefazione molto diversa da quella poi diventata definitiva. Tra l'altro una prefazione che parla anche di Tumblr. Ahimè, è molto lunga, tuttavia non siete costretti a leggerla, però magari a qualcuno interessa. Eccola qui.
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"«La fica se ne andava allegramente per i cazzi suoi». Così comincerà il mio romanzo sulla liberazione della donna”. Fu questo il primo post che pubblicai sul mio tumblr; era uno degli ultimi giorni del 2014, avevo appena superato incolume, o quasi incolume il Natale e sentivo che avrei dovuto dare una svolta alla ma vita. Per il matrimonio mancava la materia prima, per il settennato in Tibet mancava il fisico, sono troppo freddoloso, non restava che aprire un blog dove dare sfogo ai miei sfoghi.”Tumblr ha riempito un po' la mia solitudine, e la mia solitudine ha riempito un po' tumblr. Pari e patta”; un altro dei miei post, successivo di un paio d'anni al primo, che illustra bene il mio rapporto con questa piattaforma. A questo punto bisognerebbe spiegare cosa sia tumblr e in cosa si differenzi, ad esempio, da facebook, troppo complicato. In soldoni potremmo sintetizzare che tumblr è un facebook per gente vagamente disturbata che non gradisce essere disturbata, persone che all'idea di socializzare preferiscono quella di fotografare il proprio gatto e le proprie angosce per mostrarle al mondo. Per quanto mi riguarda è stato ed è la mia valvola di sfogo creativa, palestra di espressione, di pensiero e di scrittura. In tre anni ho prodotto più di 15 mila post, questo libro è una raccolta e una rilettura dei migliori: tanti piccoli tasselli di un puzzle che alla fine tracciano il ritratto di un uomo solitario ma non solo, disincantato ma ironico, pessimista praticante, scettico e disilluso di sé e degli altri; e queste sarebbero le qualità. Per la cronaca: il romanzo sulla liberazione della donna devo ancora scriverlo.
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der-papero · 1 year
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Problema sociale, etico e relazionale
Continua il mio mega-pippone sulle AI, stavolta parliamo dei problemi sociali e non legati all'introduzione di una nuova intelligenza nel nostro contesto di esseri umani superiori. Forse proseguirò i punti illustrati in questo post con altri dedicati, diciamo che funge un po' da introduzione.
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Tranquilli, non voglio niente, però in qualche modo dovete pur pagare lo scotto di essere miei follower, e ringraziate la madonna che non posto mie nudità qui sopra, perché sarebbero stati cazzi (scusate il facile gioco semantico).
Ci metto un po' di GIF perché adesso il discorso si fa da un lato meno tecnico, e forse per alcuni di voi meno interessante, dall'altro più incasinato, e forse per altri di voi più interessante, e vediamo cosa ne esce fuori. Non avendo più alcun supporto teorico concreto, quello che scriverò sarà solo frutto di mie considerazioni legate sia al tipo di studi che sto facendo, sia alle varie reazioni umane che sto raccogliendo, dal vivo o tramite i media, sulle varie paure, speranze, scommesse, disinformazione, voglia di capire e voglia di fregarsene, considerazioni che oscillano tra roba più o meno sensata e cagate inenarrabili.
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Poiché questo aspetto è un vero casino, roba che a parlarne servirebbero mesi di discussioni, devo necessariamente introdurre dei limiti in questo post, facendo delle ipotesi alle quali vi prego di attenervi, se volete infilarvi nel dibattito, perché se mettete altra carne sul fuoco diventa esponenzialmente dispersivo e poi non ci si capisce più un cazzo. Ovviamente liberissimi di cambiare le ipotesi di lavoro, ma facendolo iniziate un nuovo capitolo di discussione, quindi vuol dire che iniziamo a parlare d'altro.
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Non fate incazzare Chef Barbieri, che quello già rompe da calmo.
Non ritorno più (per il momento) sul discorso sicurezza della AI e sulla mia provocazione filosofica (che per me è sensata, ma non voglio riprendere il punto) sul ritenere una futura intelligenza artificiale generale (AGI) pari alla nostra, con tutte le conseguenze che questa ipotesi comporta, perché ne abbiamo già straparlato.
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Dai, scherzo, penso che le posizioni di coloro che hanno partecipato (e che ringrazio) siano chiare, e siccome fino a prova contraria sono tutte potenzialmente valide, non andiamo oltre.
Le ipotesi sono essenzialmente cinque, alcune già attuali, altre futuribili:
l'AGI è pari a noi, nel senso che potete ritenerla inferiore quanto vi pare, ma in qualsiasi relazione con altri soggetti, umani o altro, non ha alcun deficit rispetto alle nostre capacità intellettive e comunicative, ed è intercambiabile, per un essere umano interagire con una macchina o con una persona, al netto della "fisicità" (che supponiamo non riproducibile, sto escludendo cloni o cyborg fantascientifici), non fa alcuna differenza sostanziale, al più è solo una questione di preferenze, un po' come me che scelgo di parlare con un italiano e non con un tedesco. Non deve essere necessariamente più intelligente di tutti noi, basta che lo sia rispetto alla media degli individui, alcuni potrebbero classificarla in modo negativo, e la cosa è accettabile per i nostri fini
l'AGI è sicura, diciamo meglio, anche se potesse dedurre che il raggiungimento del suo scopo comporti la distruzione dell'umanità, riteniamo questa sua scelta la più improbabile possibile, al punto tale da poterla trascurare. Badate bene, sto escludendo solo reati su larga scala, tipo invasioni di paesi, annichilimento, disastri nucleari, mentre ipotizzo possibili crimini verso il singolo o un insieme ristretto, di qualsiasi tipo, sull'ipotesi che la AGI ragioni solo in termini di raggiungimento di uno scopo e, nel farlo, possa nuocere a qualcuno (esempio, il famoso problema del carrello ferroviario, ma ne potrei fare di peggiori)
il punto di partenza di questo post è l'interazione dell'AGI con una intera società, a livello locale, nazionale o mondiale, proviamo a ragionare sui nostri sistemi sociali (quindi non ve ne uscite con "a me piace/non piace/io non lo farei mai", perché non ce ne frega niente)
la AGI auto-apprende, data una fase iniziale di training, interagendo con soggetti naturali, artificiali e l'ambiente circostante, detta in altri modi subisce una evoluzione che non dipende dal nostro controllo, né possiamo sorvegliare, nel peggiore degli scenari possiamo solo tirare via la spina, ma data la seconda ipotesi, sappiamo che non corriamo rischi su scala globale, e fare a meno dell'AGI comporta un costo sociale più alto del rischio che potrebbe correre il singolo
la AGI evolve ad un ritmo che la nostra capacità di riformare la società non è in grado di pareggiare, quindi facciamo l'ipotesi di avere già una AGI ma la società è rimasta quella dei giorni nostri
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Un'ultima premessa, non immaginate la AGI come un qualcosa tipo ChatGPT, può presentarsi in mille forme, ci potete parlare tramite il browser del PC, può essere come l'assistente sul vostro cellulare, può essere un animale domestico artificiale, un robot con sembianze umane o meno, è un qualcosa che può interagire sia con voi sia autonomamente con l'ambiente circostante, imparando man mano sia dai vostri input, sia da fattori esterni o tramite l'accesso a qualsiasi tipo di informazione digitale (Wikipedia, Reddit, portali istituzionali, etc.). A voi declinare questa possibilità nello scenario che ritenete più probabile (100 punti fragola in più a chi sta già immaginando di sostituire il proprio partner).
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Uno dei primi punti sociali sul quale ho iniziato a ragionare, e che ho liquidato subito come paura pressoché inesistente, è
la AI ci ruberà il lavoro, farà tutto lei
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Ovviamente sposterà ricchezza, sarà la causa della perdita di lavoro in determinati contesti, spazzerà via alcune categorie professionali, ma come tutte le tecnologie ne creerà altre, e in una società il cui pilastro portante è il consumo servono consumatori, quindi, o ce pagano un signor RdC a tutti, o la fatica non ce la leva nessuno, manco la AI (ovviamente il punto sul RdC a tutti è una cagata, ma è per far capire la questione). Se poi il punto è che la maggior ricchezza di pochi non verrà socializzata per compensare la perdita di altri, questo è un punto stravero ma è un punto politico, che esula da questo ragionamento. Se poi rifondiamo tutto il paradigma della nostra società su un parametro diverso dal consumo, allora se ne può riparlare, ma ad oggi non riesco ad immaginare nessuna altra impostazione socio-economica che possa essere compatibile con le nostre scelte attuali e quotidiane.
Un problema che invece per me ha completamente senso è la responsabilità giuridica di un soggetto come l'AGI, soggetto che, a mio parere, deve essere trattato come qualsiasi altro soggetto legale, persona fisica, ente o azienda che sia.
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Ad oggi, non abbiamo nulla di concreto. Si sta provando a risolvere il problema distribuendo la responsabilità tra design, sviluppo, test e fornitore (questi quattro soggetti possono essere benissimo quattro persone/aziende diverse), il che vuol dire che (a) non sarà mai colpa di nessuno (b) ognuno proverà a spostare le proprie responsabilità in altri ambiti, e data la quarta ipotesi, potenzialmente vincendo, forse anche a mani basse.
Quello che io vedo alla base dei tentativi di risolvere il problema, fatti dalla UE e/o dagli USA e/o con iniziative private dei singoli enti (non so cosa stiano facendo i russi/cinesi/indiani o altri paesi non appartenenti all' "occidente") è una grandissima operazione di facciata, che funziona come se si volesse imporre ai produttori di coltelli di risolvere il problema dell'uso improprio del coltello "a priori", in modo da essere sicuri che l'oggetto non verrà mai usato per nuocere al prossimo, ma solo per tagliare la bistecca.
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Nel caso dei coltelli, capite benissimo quanto inutile sia questo approccio, se non vogliamo prendere in considerazione il proibire il concetto di coltello indipendentemente dal suo uso. Il fatto che si provi questo approccio con la AI è la prova di quanta ignoranza ci sia dal punto di vista matematico/ingegneristico, e questa miopia politica/legislativa sarà l'ennesima moneta che dovremo pagare quando ormai la cosa sarà sfuggita al nostro controllo giuridico, come è già successo con i social, dove abbiamo dovuto rimediare dopo a cose alle quali avremmo dovuto pensare prima. Ci troviamo nella situazione abbastanza paradossale di voler risolvere problemi etici in un sistema digitale, quando non siamo in grado di risolvere i nostri da soli (e, a mio parere, alcuni problemi etici sono irrisolvibili già per loro natura), solo che nel nostro caso ci rifacciamo su nostri simili più o meno colpevoli e ci buttiamo tutto alle spalle, mentre con la AGI pretendiamo l'utopica para-garanzia dell'infallibilità preventiva.
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Si potrebbe pensare di spostare l'intera responsabilità legale sul soggetto che ci "vende" la AI, un po' come se facessimo causa al nostro venditore di forno a microonde se il gatto che ci abbiamo infilato dentro è esploso (sad but true), ma le ipotesi quattro e in parte la cinque rendono un po' complicata questa scelta, oltre al fatto che bloccherebbe lo sviluppo tecnologico della AGI, visto che un produttore non può prevedere a priori la sua evoluzione, e sappiamo già che l'implementazione di un qualcosa che somigli alle tre leggi di Asimov, un mero artificio letterario per tenere su le sue trame, nel concreto non risolvono il problema, lo spostano soltanto.
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Il punto vero è che le AGI andrebbero proprio impedite dal punto di vista realizzativo (non la ricerca scientifica, eh, capiamoci), perché non abbiamo un sistema di controllo, fine della storia, e badate che questo è già vero con l'intelligenza artificiale di tipo "ristretto", che è quella che usiamo oggi. Questo almeno fino a quando non risolveremo questo impasse, a mio parere irrisolvibile con le conoscenze attuali, e forse mai, perché è come voler aprire il cervello di vostro figlio e controllare le connessioni neurali man mano che si verificano, a seguito degli input che riceve.
Fattibile questo tipo di blocco tecnologico? No, niente può fermare la nostra voglia di capitalismo,
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(anche perché abbiamo sempre l'alibi che se non lo facciamo noi lo fanno altri, e quindi famolo per primi, che non siamo i più fregnoni).
Supponiamo però di aver risolto chissà come l'aspetto legale e facciamo un passo avanti, parlando di sostituibilità, ovvero la posizione di Cypher.
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Dal punto di vista sociale, esiste un altro problema (parola molto molto impropria, in questo specifico caso), ovvero il fatto che una fetta più o meno grande della popolazione possa decidere di voler sostituire i propri contatti umani, in parte o in toto, con equivalenti artificiali, per i motivi più vari, magari la AGI è più vicina al nostro modo di pensare, non turba la nostra comfort zone, rispetta i nostri tempi e i nostri bisogni, è in grado di farci provare emozioni più forti e stabili di un equivalente umano, magari prive di esperienze dolorose, insomma quella bistecca digitale di gran lunga più saporita di quella sbobba a bordo della Nabucodonosor, anche se equivalente dal punto di vista nutritivo. Immagino che tanti di voi ritengano questi scenari assurdi, lo pensavo anche io sulla possibile realtà della musica trap, e lasciate che vi dica due parole:
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(prima e ultima volta che dico questa frase, lo giuro).
Non lo ritengo un problema in sé (se lo è per la vostra etica/morale, è un vostro pensiero, che non può togliere il diritto ad ognuno di legarsi a ciò che si vuole), però penso che le conseguenze su larga scala di determinate scelte possano avere degli effetti più o meno pesanti su una società ancora legata a valori "tradizionali" (se vogliamo usare questo vocabolo). (difatti la trap me la son dovuta ciucciare, ndr). Esempio: in qualità di genitori, cosa pensereste se vostro figlio/a vi dicesse di avere una relazione con un soggetto artificiale? Lo considerereste matto da legare, considerando che vale la prima ipotesi delle cinque? Ovviamente non voglio una risposta vostra (ipotesi tre), potete reagire come ve pare, la domanda vera è come potrebbe comportarsi la società intera davanti a scenari simili.
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Personalmente, non ho alcun tipo di problema, ma non riesco ad immaginare alcuno scenario di riconfigurazione sociale plausibile. Dovremmo proprio impedire la possibilità di relazioni umano/macchina, che non siano quelle di "servizio" (tipo come quella che già c'è oggi tra noi e la lavastoviglie), per evitare qualsiasi tipo di rischio, anche quelli che nemmeno immaginiamo? Io sono convinto di no, ma diversamente dal problema legale, qui non ho una idea chiara in merito, mi piacerebbe usare questo post come punto di partenza per una discussione più vasta.
Esistono altri tipi di problemi, ma per introdurli dobbiamo togliere una delle cinque ipotesi di cui sopra, però nella stragrande maggioranza dei casi questi problemi toccano quasi sempre l'aspetto della sicurezza, cosa che ho preferito tenere fuori per il momento, sia perché l'avevo affrontata nel post precedente, sia perché ci ritornerò.
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cuoriallagati · 1 year
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Buondi ragazz, come state? Sono le 8:30 e sto morendo di sonno, ma sono andata a fare gli esami del s4ngu3.
Sono appena uscita da un ricovero in psichiatria, spoiler -del post precedente- : alla fine sono crollata.
È stato un ricovero tosto, cambio completo di terapia, e in generale son stata tanto tanto male. Ora son fuori, ma devo ancora riprendermi.
Ho iniziato a parlare di salute mentale anche su instagram -se volete leggere e farvi un po’ di cazzi miei è il top me llamo allmadshere <3
Son stanca, tanto stanca; ma si va avanti, bisogna.. si riprende a cercare lavoro, si iniziano progetti -si cerca.
Comunque voglio riprendere e cambiare una cosetta che ho scritto nell’ultimo post.
Non dovete trovare QUALCOSA o QUALCUNO per cui valga la pena lottare. Dovete trovare la forza di lottare per voi stessi.
Forse sembrerà una cosa scontata ma a quanto pare non lo è… almeno non per me. E qua potremmo parlare per ore, ma evitiamo.
Però è vero, dovete farlo per voi stessi, perché a farlo per gli altri dopo un po si ricade, quasi sicuramente. Per me è stato cosi!
Buona giornata raghy, spero stiate bene <3
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madiocane · 10 months
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Tu mi stai simpatico perché al contrario di tutti gli altri non mi hai mai scritto
because amo stare per i cazzi miei
(e pensare a quelle poche persone che già ho)
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intotheclash · 6 months
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... e niente, avete notato che la parola su un social network che è messa in primo piano è proprio lei, l'Amicizia, quella che ne soffre maggiormente, ad essere stuprata con l'inganno, ad essere svenduta o quasi regalata, in un sistema dove ci si fa "amici" tra sconosciuti, ma poi non ci si saluta per strada, oppure le nostre strade non si incroceranno mai, perché stiamo a millenovecentoventisette miglia di distanza dall'annusarci, in questo parcogiochi virtuale dove tutti sono amici, amici di tutti, intimamente sconosciuti, e bro, brother, sista e cazzate affini, dove ci si chiama per nome, anzi per soprannome, dove "sì, cazzo lui lo conosco benissimo" e "sì, lui è un mio grande amico", ma amico di cosa, porcodio? Perché io invece mi ricordo che ci ho messo quasi 3 anni per chiamare quello che poi sarebbe stato un mio grande amico, nonché mio coinquilino, per nome e non per cognome, mesi per capirci e studiarci, per superarci e venirci eventualmente incontro, giorni per rompere gli indugi e scambiarci un saluto, cazzo, ma i tempi cambiano, le cose passano, invecchiano, mentre altre corrono, però lui, il mio amico, e come lui tanti altri, sono ancora qui, nella mia vita di merda, e di tutti questi miei e vostri amici virtuali (e soltanto virtuali) invece che cosa sarà? Quando saremo in difficoltà, quando avremo bisogno di aiuto, di soldi, di cazzo-ne-so, quando vorremo piangere e berci una (anzi, 3) birre insieme cosa faranno ci metteranno un like? una reaction? un bel commento? o non visualizzeranno il nostro messaggio? e magari ci bloccheranno o cancelleranno dagli "amici" se rompiamo troppo i coglioni? Mah. Comunque si scherza, si esaspera, si provoca, anche l'amicizia virtuale ha un suo bel perché e da quasi un paio di decenni ormai, in tutte le sue svariate forme. Basta non si sostituisca a quella vera. Perché, pochi cazzi, quell'altra è vera e questa è un vile surrogato. Anche soltanto chiamarla "amicizia" è una bestemmia, porcodio. Una scoreggia non sostituirà mai una bella cagata. Non dimenticatevelo. E poi, forse, senza Facebook non conoscerei tanta gente, ma sono convinto che passerei molto più del mio tempo con altra che, invece, grazie a questo strumento posso sentire ogni tanto, ma purtroppo non vedo quasi mai. Che tristezza. Buona giornata e buona fortuna
(il mio amico Cristian)
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dilebe06 · 10 months
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Moving
In realtà avrei voluto saltare il solito commento poiché impegnatissima ma poi ho trovato la necessità di buttar giù almeno qualche riga.
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Moving è una serie coreana che nonostante il suo altissimo badget, una bellissima storia, un cast con i controcazzi e una oggettiva mancanza di difetti, ho trovato poco conosciuta e poco vista. E' un peccato perché la serie merita sicuramente la visione.
Partendo dal cast che ho trovato perfetto. Tutti gli attori hanno dato il 100% nei loro ruoli, anche gli attori stranieri - che spesso sono cani come ricordo il tizio italiano di Vincenzo - ed i ragazzi più giovani. Nota di merito per Han Hyo Joo , interprete di Lee Mi Hyun . L'avevo già vista in Shining Inheritance e più recentemente in W ma qui sboccia completamente. Intensa, letale ma amorevole e capace di divenire fredda come il ghiaccio quando serve.
Anche Jang Joo Won è stato uno dei miei personaggi preferiti poiché un vero e proprio tenerone. Grande, grosso, letale ma capace di mostrare umanità e sofferenza, solitudine e smarrimento. Ho amato la parte dove Jang Joo Won si perde per la strada e piange sentendosi smarrito. Non è una perdita reale ma sta parlando della sua vita. E' lì che lui si è perso e non sa più cosa fare di essa. Queste parti poetiche forse sono state le mie preferite.
Da notare poi come la serie offra a tutti i personaggi una caratterizzazione, un background, una psicologia che li rende umani, vivi, reali e non figurine di cartone messe lì a fare numero. Questo è particolarmente vero per i "villain" della storia: ho apprezzato molto che essi non fossero cattivi perché sì, perché lo richiede la trama. In questo caso, faccio spoiler ma sti cazzi, i nord coreani sono risultati i personaggi più interessanti della storia. Le loro vite distrutte, in ostaggio, per il loro paese e contro il loro paese... le loro storie sono tristissime e diventa difficile, nonostante siano i villain, non avere empatia verso di loro.
Ho percepito la disperazione della Corea del Nord nel tentativo raffazzonato di trovare super uomini da mandare contro i loro vicini: troppo veloci, troppo superficiali, troppo crudeli. Ma questo reclutamento forzato mostra benissimo il tormento del Paese.
Parlando della trama poi, è interessante. Moving prende una classica storia di gente con i superpoteri - alla Avangers per intenderci - che non deve lottare contro il Thanos di turno ma li mostra nelle difficoltà relazionali, di scelte di vita, di sopravvivenza.
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Come dice giustamente Jang Joo Won, Moving non è una storia di combattimenti ma un romanzo d'amore. Amore verso i genitori ma anche verso i figli, verso la patria (qualunque essa sia), verso l'interesse amoroso di turno, verso la vita... @suzuran-s-rooftop
Le scazzottate, i proiettili in testa, lo splatter, la distruzione, diventa quindi solo uno sfondo dove i personaggi navigano sopravvivendo, crescendo e maturando.
Punto focale della serie è la relazione genitori-figli e cosa i primi sono capaci di fare una volta che vedono i loro pargoli in pericolo. Per la loro sicurezza sono disposti a rinunciare a tutto: sicurezza, libertà... è un bellissimo messaggio. In questo caso i tre genitori Jang Joo Won, Lee Mi Hyun o Lee Jae Man dotati anch'essi di poteri che annusando i loro figli in difficoltà non esistano nemmeno un secondo per proteggerli e salvarli.
Vorrei poi porre l'accento sulla questione dei servizi segreti Sudcoreani e sul Vicedirettore Min. Tralasciando tutte le imprecazioni che gli ho tirato, diventa difficile non essere almeno un po' d'accordo con lui: sappiamo e abbiamo visto come anche gli altri paesi abbiano i super uomini ( Frank sempre nei nostri cuori) e che non esitano a mandarli in missione in Corea. Può essa rimanere senza protezione? Ma allo stesso tempo, nessuno vuole fare davvero questo lavoro. Discorso difficile.
Altra nota poi è la quantità impressionante di splatter. Ora, io sono sensibilissima su questo frangente e per me è stato davvero troppo. La serie infatti non lesina su arti mozzati, occhi cavati, impalamenti ecc ecc ed io ho trovato difficoltoso vedermi certi combattimenti che infatti ho skippato con la morte nel cuore perché amo le scene di rissa.
La serie offre anche delle storie d'amore anche se la mia preferita è stata quella di Kim Doo Shik e Lee Mi Hyun : lenta, delicata, romantica e pericolosa. Ho amato poi, tutti i rimandi che sono stati inseriti, come nel finale il tetto della casa viola, in richiamo alle parole passate della madre su come il viola fosse il suo colore preferito. Tetto fatto di quel colore per indicare al padre la via di casa. Carini da morire.
Anche Kim Bong Seok e Jang Hee Soo sono stati adorabili: mi è piaciuto come abbiano legato sin da subito e fossero uno il sostegno dell'altro. Come Bong aiutasse Hee sia nei suoi allenamenti sia nella relazione con il padre e come Hee fosse sempre super gentile con Bong.
Ultima nota, il finale.
Ho apprezzato che il finale della serie tornasse all'inizio: gli americani. La loro storyline si era conclusa con la morte di Frank nel quarto episodio e poi non se ne era saputo più nulla. Ma con la fine della serie, tornano in tutta la loro gloria e mi è piaciuto che gli autori non se ne siano dimenticati e anzi, probabilmente saranno la base per una seconda stagione.
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E adesso, il vero motivo perché ho sentito il bisogno di scrivere queste righe:
Nonostante le mie belle parole, nonostante non abbia trovato criticità oggettive, nonostante l'ottima produzione, Moving non è riuscito a farmi innamorare. Mi è piaciuto, ho visto una bella storia fatta benissimo e potrei parlare per ore delle cose positive di questa serie. Ma non mi ha preso il cuore.
Non è stato come Someday o Circle o anche High and Low, drama da produzione più "brutte" a volte, con anche errori e cagate che però hanno saputo conquistarmi.
Ed è proprio la ricerca del perché questo non sia avvenuto ad avermi spinto a scrivere: ho pensato che mettendo "su carta" la serie, mi sarebbe giunta l'illuminazione.
Spoiler: non è arrivata.
Ci dovrò riflettere sopra ma in compenso mi sono data due risposte: la prima è il troppo splatter. Come detto sopra non solo non ne sono un amante ma proprio non riesco a vedere queste scene, portandomi quindi a non potermi godere metà dei combattimenti.
La seconda motivazione potrebbe essere la coralità. Tanti personaggi, tante storie, tanti background che mi hanno fatto volteggiare come una pallina impazzita da una parte e dall'altra. Non sono riuscita a concentrarmi su nessuno dei protagonisti perché tutti in un modo o nell'altro lo erano.
Detto questo, che rimane una mia opinione da considerare con il tempo, Moving rimane una serie assolutamente da vedere!
VOTO 8.3
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thecatcherinthemind · 4 months
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Mia madre ha deciso di invitare A. a cena, tanto sapeva avrei cucinato io come sempre.
Ho fatto commissioni a piedi tutto il giorno, ho fatto la spesa, ho comprato il vino, sono andata fuori dall'ufficio di A. per raggiungerlo e tornare a casa insieme, appena tornata a casa ho cucinato per sei persone (si è aggiunto all'ultimo mio padre che è stato al telefono a guardare i cazzi suoi per tutta la cena) un taglio di carne difficilissimo (venuto benissimo tra l'altro), ho fatto antipasto, contorno, preso il dolce e ovviamente mi è stato evidenziato che ho sbagliato a comprare la panna. "Avevi una sola cosa da fare". Tutti a ridere. "Nemmeno la panna sai comprare, è senza zucchero". Tutti a ridere. Io avevo gli occhi lucidi e lo sguardo rassegnato, nemmeno una cena per sei improvvisata gli va bene.
A. stava schiumando. Appena finita la cena si è proposto di aiutare a sparecchiare, perché gli altri si sono alzati per farsi i cazzi propri e nessuno ha aiutato. Gli ho detto che se è ospite non deve alzare un dito. Lui, davanti a tutti, ha risposto "Sì ma vedo che nessun altro sta facendo niente". Nemmeno si sono accorti del suo commento perché erano tutti davanti alla TV o al telefono. Mi ha chiesto di andarcene. Stava schiumando. Usciti, ha sparato una bestemmia dal cuore. "Giuro che quando ti hanno criticato la panna li avrei mandati a fanculo e mi sono trattenuto. Mettere del cazzo di zucchero sopra era troppo difficile? In casa tua è una critica costante, non uno che abbia apprezzato la cena. Per forza sei sempre nervosa quando sei a casa, farebbero incazzare Ghandi"
"Stamattina mia madre mi ha di nuovo chiesto i soldi delle bollette"
"Pure??" gli è partita un'altra bestemmia e mi ha proposto di passare il fine settimana del mio compleanno da lui. "Sicuro i miei non ti chiedono i soldi per l'acqua della doccia se vuoi lavarti".
No, non voglio passare il weekend con nessuno. Nemmeno con la famiglia di altri, che è sicuramente migliore della mia perché tra di loro ci si vuole bene. Mia madre ha prenotato il ristorante , tanto devo sicuramente pagare io per tutti, che tanto criticheranno pure quello e me ne sto già pentendo. So già che spenderò un sacco di soldi per fare un compleanno di merda con qualcuno che odio. Dai che prima o poi qualcuno muore, magari proprio io e mi levo direttamente dal cazzo.
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alicesfeelings · 10 months
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Lo sapete cosa devo imparare?
A farmi i cazzi miei.
Sì perché non tutto quello che da fastidio a me evidentemente è fonte di fastidio per gli altri e quindi a volte meglio farmi i cazzi miei quando si tratta degli altri.
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L'ufficio della didattica che mi lascia intendere che da laureando probabilmente in graduatoria non ci rientrerò per la magistrale dati i pochi posti,niente onestamente non sarebbe un dramma,troverei qualcosa da fare un annetto,lavorerei in qualche modo.
Facciamo conto sia un anno sabbatico nel vero senso della parola e non un anno perso per una serie di episodi depressivi del 2021 con ricadute sparse che mi sono costate 3 anni di alti e bassi in terapia.
Un'occhio attento se ne renderebbe conto che in questa triennale ho avuto più cazzi che pace,non mi sono mai cercato alibi e so quali sono le mie colpe. So benissimo che mi sono crogiolato forse troppo nel dolore coi tempi(è davvero una colpa?),che piuttosto che piangere e non vedere un senso nella vita potevo forzarmi e provare lo stesso quegli appelli che ho saltato, piuttosto che dover sempre prendere voti alti e mostrarmi al top prime della forma. So che mi sarei dovuto disciplinare in modo militaresco e mindsettato del cazzo,so che sono stato debole. Ma so anche che ho una lista di almeno 10 righe di motivi per cui questo percorso ha avuto più ostacoli che passaggi spianati. Mi si sono ritorte contro un sacco di cose, ogni volta che ho ripreso o trovato equilibrio, sono entrato in un pessimo loop e il mondo esterno e le contingenze mi han dato schiaffi che mi hanno rimesso sul percorso del loop.
Fossi un genitore direi che non fa niente,hai fatto del tuo meglio,ti sei comunque preso la triennale,starai facendo qualcosa, l'importante è che sei felice e tranquillo e poi ti fai la magistrale con sicurezza.
La verità dei fatti è che non voglio manco pensare all'eventualità che io resti un anno accademicamente a spasso, perché succederebbe il pandemonio in questa casa,il figlio dotato che non ha mai dato un problema,mai bocciato,mai bisogno di andare a parlare coi docenti,mai bisogno di mandarlo dallo psicologo per affrontare il divorzio di due persone,sempre forte e andava bene pure se piangeva e urlava al telefono con le uniche persone con cui aveva un canale di sfogo emotivo per il distacco emotivo e affettivo che ha vissuto e che è stato una costante. Conta che ho fallito come uomo o come adulto,no?alla fine gli uomini e gli adulti sono sempre forti,non piangono,vanno avanti e riescono sempre nei modi e nei tempi che definiscono gli altri e la società, perché essere uomini e adulti non è inclusivo,ma è un aut aut su due categorie a priori che o hai o non sei.
Non mi stupisce la statistica per cui la maggior parte degli studenti menta su esami o cose legate all'università,hai aspettative addosso pure dell'anima del tuo trisavolo che stava sotto i Borboni.
Il tutto comunque è ironico,il paese non ha spazio per i giovani,non li incentiva e li vessa,la laurea non fa da scala sociale e manco avere diritti fondamentali è scontato nel miglior mondo possibile,non da aumenti significativi di retribuzione media(eh si poi dicono eeeeeeh ma i laureati escono e si aspettano 4mila euro solo per un foglio di carta),cosa che in altri paesi non fermi all'epoca di baaria invece c'è eccome,eppure ti bombarda di rotture di coglioni stress aspettative e penalizzazioni come se la vita fosse una corsa continua alla preda con altri leoni nella savana.
La preda manco c'è più, però devi correre e scannarti.
Non so davvero dove sbaglio cristo santo,sono solo stanco e non ho delle braccia fra cui piangere al momento,non mi azzarderò nemmeno a dire a qualcuno di questo rischio,passi per un incidente,se sarà sarà.
Guarda tu,dovevo beccarmi 5 materie che da scritte passano ad orali diventando 4x di difficoltà proprio quando sono mentalmente crollato,posti ridotti da un anno all'altro,gente che entra con medie random appena un anno fa,e io che ai miei sforzi mi devo sentire dare prospettive negative SEMPRE,come se valessero solo per me il mio impegno e i risultati,nonostante mi sia fatto un culo quadrato e ne abbia risentito nel fisico.
Che parlo a fare,non ho manco idea dell'idea che voi abbiate di me,penso di trasudare un misto di pietismo e debolezza quando scrivo queste cose come sfogo,ma è l'unico appiglio e occasione di scaricare che mi fa rimettere su la maschera della persona in modo da coprire il volto del soggetto.
Non so se leverò o meno, però lo metto per adesso perché: 1) vorrei che chiunque sia in una situazione di merda sappia che non siete soli,anche se sputano sui vostri risultati,vi fanno pesare il fatto di respirare senza fatturare,siete persone ricche di umanità e complessità da esprimere che non si esauriranno mai in tempi e numeri. 2) ho scritto un papello per 20 minuti distruggendo le regole sintattiche. 3) i vostri sforzi hanno sempre un senso e qualunque cosa voi facciate con impegno e passione lo ha,anche se questo mondo malato dice di no,anche se i vostri cari sono stati plasmati e manco se ne rendono conto da meccanismi disumani e abbiano messo da parte la socialità e l'empatia. 4) per dirvi che se siete ancora qua a sclerare ma resistete,sono fiero di voi.
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der-papero · 2 years
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Giovedì sera, nella mia serata con una amica, siamo finiti a parlare di un argomento a me molto caro e che ormai riempie la mia quotidianità, ovvero il sentimento anti-meridionale, che per me è una parola estremamente riduttiva, il problema è e sta diventando molto più complesso di quel "anti".
La parte facile per me è affrontare i razzisti quelli veri, perché io ho smesso con la logica buonista, melensa ed estremamente inutile del "dobbiamo essere migliori di loro", alla violenza io reagisco con altrettanta violenza, la deterrenza non è mai la soluzione al problema, ma lo è al mio. Oggi io li provoco volutamente, anche perché si legge già dalle prime parole il loro pensiero, loro VOGLIONO tirare fuori la loro "superiorità", è una necessità talmente forte dal risultare banale riuscire in questa cosa, e poi li smerdo pubblicamente, si finisce a fare la voce grossa, per ora non mi è mai accaduto ma sarei pronto ad arrivare anche alle mani, per me è un fatto personale, la vivo come una guerra perché tale è. E funziona, perché poi la merda parla con l'altra merda, e si è creato il vuoto attorno a me, ormai faccio fatica pure ad incrociarli perché "Antonio è uno stronzo, non ci voglio avere a che fare, non gli si può dire nulla". Che poi, giusto per chiudere questo paragrafo, quelli più infami sono proprio quelli vestiti da persone ultra-tolleranti (a loro modo di dire). Ultimo esempio in ordine di tempo? L'ho visto qua sopra, periodo di Sanremo, Pelù tira di botto una borsetta da una signora seduta in prima fila all'Ariston, e qualcuno ha avuto l'idea di farci subito un meme con su scritto "ED E' SUBITO NAPOLI". Da ammazzarsi dalle risate, si fa per scherzare, però io poi non capisco mai perché, se dovessi prendere una foto qualsiasi dal web di una persona con un boa rosa, piume e paillettes e ci scrivessi sopra "ED E' SUBITO FROCIO", io passerei *giustamente* per un intollerante troglodita di merda, quando io non ci vedo moltissima differenza tra i due esempi. Che ci volete fa', il mondo è quello che è, e, giusto una nota, questa persona non è nemmeno una brutta persona, ho citato la cosa solo perché "fresca", qui sopra c'è ben di peggio, c'è gente talmente di merda che se l'intolleranza fosse una materia, potrebbero tenere dei dottorati di ricerca, ed è proprio per questo motivo che io non credo in alcun tipo di dialogo o confronto o educazione, la mano in faccia, lo sputo in un occhio, l'insulto pesante è l'unica risposta valida, non esiste civiltà, umanità o persino compromesso.
Ma adesso passiamo ai miei nuovi nemici, con i quali ho molta difficoltà a capire come interagire.
In primo luogo perché, e l'ho scritto tante volte qui, non ci ritorno, io ero uno di loro. Ma la cosa che mi irrita, mi fa davvero incazzare, ancora di più della marmaglia descritta sopra è che da un lato si schierano inconsapevolmente dalla parte dei carnefici facendo finta di fare un favore alle vittime, dall'altro identificano il problema nella vittima stessa, per loro è l'origine di tutto il male, per condire il tutto con il classico velo ipocrita dell'immagine e dell'accettazione sociale, che a loro detta è più importante del vestito che uno si sceglie.
Se la smettessi di fare la macchietta, non si alimenterebbe lo stereotipo che ci colpisce.
Che è un po' come risolvere in modo facile il problema del colore della pelle, no? Che ci vuole: se i neri smettessero di essere tali e diventassero bianchi, fine del casino. O, per riprendere un po' l'esempio di prima, avete presente quando, ad ogni Pride, una buona fetta dei media riprende e documenta *esclusivamente* solo una sezione della manifestazione, dove ci sono persone che liberamente e sacrosantemente espongono il loro vivere nel modo che le rende più felici e queste immagini vengono poi puntualmente strumentalizzate con "Hai visto? Quelli sono gli omosessuali, gente che sculetta, mezza nuda, che prende cazzi ad ogni angolo di strada! Se si comportassero come tutti gli altri, non verrebbero discriminati!". Quindi la soluzione è nascondersi, cambiare identità, così le merde di prima si sentono a proprio agio e l'intolleranza, puff, scompare per magia.
L'errore di fondo e molto grave che queste persone commettono è nel non capire che il pregiudizio non è una cosa che si alimenta, è una cosa immutabile, che esiste perché fa parte della propria identità. Quello che le merde fanno non è alimentarlo, non ce ne è bisogno, hanno solo necessità di conferme per supportare il loro bias.
Vi ricordate quella storia di quel coglione di tabaccaio che rubò il biglietto vincente alla signora anziana e provò in modi ridicoli a scappare alla Giustizia facendo una delle figure di merda più eclatanti degli ultimi anni? Una persona "civile" di Tumblr postò la notizia presa da uno dei tanti quotidiani online qui sopra per farci due risate, e fin qui nulla di male, se non fosse che poi aggiunse un tag che recitava poteva accadere dovunque. Ed è qui il cherry-pick dell'intolleranza, il razzismo più infame, in questo minuscolo gesto, estremamente subdolo e che passa sempre in secondo piano, come quell'insulto detto a denti stretti, ovvero la ricerca di conferme, "ho ragione, ci ho sempre visto giusto su quella gente", che non è nemmeno il pensarlo, se dovessi dirvi tutto quello penso altro che razzista, è il volerlo affermare, urlare, pubblicamente, perché è una verità che ESISTE A PRIORI e va solo ripetuta.
Quello di cui queste nuove persone, come vogliamo chiamarle, ingenue?, non si accorgono è che l'equazione razzista esiste, pre-esiste le azioni e persiste nel tempo, ed è INDIPENDENTE da qualsivoglia episodio una persona possa essere protagonista, non c'è alcun gesto che possa cambiare le cose. Riconoscono che il problema è reale, ma oh, è colpa nostra, e se posso disegnare un pattern comune è che tutti questi soggetti non l'hanno mai subito, o lo hanno visto applicare su altre persone e hanno preferito voltarsi, e quando provo a spiegare tutto questo papiello, finisce sempre in una scena muta. Vi giuro che faccio una fatica immensa a gestire la rabbia anche verso di loro, perché tutta questa stronzata è coperta da una vomitevole buona fede, non si meriterebbero le mie uscite incazzose, ma sentirsi additati non è mai piacevole, e mi ritrovo ogni volta in un disagio infinito che mi trovo ahimè a gestire con quel poco di diplomazia che sono riuscito a raccogliere negli anni.
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