#che palle la vita
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prima ho preparato una torta alle pere e cioccolato ma prima di infornare ho assaggiato per curiosità l'impasto e ho capito che le pere erano diventate tossiche e sembrava di mangiare peperoncino; buttato tutto e sono rimaste solo 2737815 stoviglie da lavare
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dont go grocery shopping with low self esteem bc you will start having insane thoughts like I dont deserve this pricey mozzarella let me get the cheapest one
#rough day#palle girate comunque oggi e sempre#e la colpa verrà addossata al ciclo che mi deve venire ovviamente e non all’intero contesto della mia vita
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La tristezza di queste giornate inutili che iniziano e finiscono sempre allo stesso modo...
#cosa cazzo devo fare della mia vita#che palle#che noia#non so più cosa fare#delusione#non ce la posso fare#non ce la faccio più#non so se ridere o piangere#non so come sto#non so più niente#lavitaeunillusione98
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Oddio non so se provare ad andare in università
#i pro sono che sto fuori casa e non mi perdo una lezione anche abbastanza importante#i contro sono che c'è sciopero dei treni quindi se pure riuscissi ad andare non so se torno e che mi fa male la pancia#a casa potrei studiare ma finirei probabilmente per non farlo e c'è mia madre con la tosse insopportabile#dio che palle sta vita
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#i ricordi su fb rompono solo le palle#ti ricordano che circa 10 anni avevi una vita semi decente#anche se ti sembrava orribile#la me 14enne non aveva ancora visto niente
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Dovrebbe essere tutta una rinascita, una ripartenza, una nuova opportunità con nuove prospettive ma è solo l’ennesimo anno di merda dove non sto combinando niente della mia vita e sono nuovamente ferma al punto di partenza. Esattamente l’anno passato solo con una cicatrice e dei giorni di vuoto dalla mia memoria. Per il resto è il solito anno monotono del cazzo.
#che palle#nuovo anno#nuova vita#sempre la solita merda#stanca#noia#non ne posso più#voglio casa mia#perché#basta persone#stanchezza#vento#rinascita#opportunità
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Nel nostro immaginario collettivo il “vero stupro” avviene nello spazio pubblico (un parcheggio, una stradina solitaria), la notte, e la donna, che indossa un abito scollato o la minigonna, è minacciata con un coltello o un’arma da fuoco da un mostruoso sconosciuto psicopatico. In realtà, questo scenario corrisponde solo a un’esigua minoranza dei casi. È dunque indispensabile decostruire questi pregiudizi sullo stupro, obiettivo che ci siamo prefissati con Noémie Renard, bioingegnera e militante femminista, che ha studiato, compilato, raccolto migliaia di statistiche e di studi sulle violenze sessuali, per farne un’opera notevole, “En finir avec la culture du viol.” Ecco le conclusioni di Renard.
– Gli stupratori non utilizzano quasi mai armi e non hanno bisogno di usare violenza fisica.12 Nel 70% dei casi le vittime non si divincolano perché sono paralizzate (dalla paura, perché non riescono a credere a quello che stanno subendo).
– Gli stupratori non sono dei “frustrati”. Non violentano per mancanza di rapporti sessuali consenzienti. Tutti gli studi sugli aggressori sessuali mostrano che hanno più partner sessuali rispetto alla media: una ricerca del 1990 rivela che l’89% degli uomini in carcere per stupro, prima della condanna, aveva rapporti regolari almeno una o due volte a settimana, di cui si diceva soddisfatto.
– Gli stupratori non violentano in preda a “pulsioni” incontrollabili: se così fosse, lo farebbero in mezzo alla strada, in pieno giorno, davanti a tutti.
– Gli stupratori non sono psicopatici. In Europa solo il 7% degli stupratori condannati ha un disturbo mentale. Al contrario, hanno un comportamento estremamente razionale: le loro azioni sono ponderate, premeditate, calcolate, per cercare di esporsi a meno rischi possibili.
– Lo stupratore è spesso “l’uomo qualunque” di ogni età ed estrazione. Il collettivo Féministe contre le viol che da anni ha una linea d’ascolto delle vittime, riporta che queste donne sono state violentate da agricoltori, medici, operai.
– Lo stupro è un reato molto più diffuso di quanto si pensi: in media tra il 25% e il 43% degli uomini dice di aver compiuto almeno una volta nella vita un’aggressione sessuale, o una penetrazione forzata.
– Gli stupratori non sono degli sconosciuti: l’80% delle vittime racconta di essere stato stuprato da uomini che conosceva: mariti, amici, vicini, professori, persone di famiglia.
Victoire Tuaillon - Fuori le palle. Privilegi e trappole della mascolinità.
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io non credo di voler innamorarmi, o almeno, mi piacerebbe innamorarmi ma non credo di volere una relazione, perché l’amore è bello, è bello provare sentimenti colorati nel grigiore della vita di tutti i giorni, ma allo stesso tempo oggigiorno le persone non sanno cosa significa la parola lealtà, mentono costantemente, non hanno una o due vite soltanto ma quattro o cinque e quando scegli di intraprendere un percorso di vita con un’altra persona irrimediabilmente le concedi la tua fiducia, che è di cristallo e quando si rompe puoi rimetterla in sesto ma ci vuole tempo, molto tempo, e io non so se ho voglia di giocare ancora col mio tempo affrontando lo sconforto di aver sbagliato per l’ennesima volta persona
magari sono solo disilluso e cinico però il genere umano mi ispira tanto quanto un calcio nelle palle
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Pensavo fosse amore invece era un altro esame alla prostata
Tutto sta andando esattamente come deve andare ovvero molto storto. Niente segue i piani. Ci sono costanti ritardi e io non sono una persona puntuale, mi vanto sempre di avere un'enorme pazienza. Lo dico a ogni ragazza "Non hai idea delle dimensioni della mia pazienza" e poi si sorprendono e confermano "Accidenti, ma è gigantesca, non ne ho mai vista una così grande!" e io sorrido soddisfatto ma oramai mi sono rotto le palle di essere paziente. Lo penso mentre entro in ospedale, un controsenso. Entro perché sono un paziente ma vuoi sia il caldo, vuoi siano i ritardi e i rimandi: sono diventato impaziente.
Mentre ero in bici stamattina faceva fresco, quel bel fresco che di sicuro finisce che mi ammalo. Mi hanno fatto entrare in una sala piena di studenti della mia malattia o affezionati del settore. C'era un dottore giovane al centro, penso stesse cercando di fare colpo sulla classe perché era eccessivamente preciso nel descrivermi gli effetti collaterali della prossima terapia che dovrei iniziare. Questa volta sperimentale, quindi ci sono pochissimi studi al riguardo e io mi sento come un porcellino d'India, uno di quelli spelacchiati però. Aspetto mi riempiano il pancino glabro con pastiglie dai risultati imprevedibili ma sorrido, perché almeno, forse, finalmente, qualcosa si muove. Ho bisogno di una novità o di qualcosa che funzioni. O forse solo di qualcosa che mi distragga? Ecco, penso che sia più che altro questo. Io me lo sarei fatto quel dottore oggi, così, davanti a tutta la sua classe, per insegnare agli studenti che cosa è la disperazione. Che faccia ha. Ma non se ne è fatto nulla, mi hanno mandato via dicendo che è ancora troppo presto e che devo essere ulteriormente paziente. Sicuro se lo limonavo mi infilava il nuovo farmaco nella scollatura.
È vero, ultimamente latito molto da queste parti, sono colpevole. È che sto scrivendo per una specie di magazine online e allora quando voglio spremere la prostata della mia creatività lo faccio laggiù ma mica perché io mi sia scordato di questo luogo, accidenti no. Io vi guardo. Vi spio. Vi ammiro e nel privato, vi desidero. Però laggiù in teoria mi pagano, in pratica mi fanno promesse e io sono un giovane pieno di speranze e sogni che ha imparato a portare pazienza e pazientemente aspetto.
Ieri ho festeggiato due anni di Ernesto, il mio gatto. In pratica un giorno mio fratello suona alla mia porta con un gatto rosso in mano e mi dice "Da oggi tu hai un gatto, io devo partire per le ferie" e da allora quel rosso pezzo di merda controlla la mia vita. Sta male con il pancino, mangia poco, fa la pupù brutta e l'ho portato dalla veterinaria e ho speso più soldi per lui che per la mia salute fisica e mentale. Quanto cazzo costa mantenere un felino? Un altro essere vivente in generale. Cioè, poi mi chiedono perché non ho figli. Ma io ho passioni, ho una carriera da morto di fame da mantere, mica posso permettermi il lusso di far crescere una mia copia in miniatura. Sicuro mi uscirebbe ancora più stronzo del sottoscritto e magari che vuole studiare pure. Ma col cazzo. Una cosa buona di Ernesto è che è stupido come la merda ma bello come il sole. Proprio come suo padre (me).
Ho lavorato per quasi un mese e mezzo in una cucina. Ho fatto l'aiuto cuoco. Ricordo che undici anni fa, quando mi trasferii a Vienna, ero pieno di sogni e speranze ma al tempo stesso ero consapevole dei limiti umani di cui soffrivo (essere stupido come la merda, che è una condizione più grave delle mie malattie croniche) e allora me l'ero già messa via e ricordo che andavo in giro per ristoranti di finti italiani (una cosa che ho imparato vivendo all'estero: più grande è il tricolore, più ossessivamente il locale è decorato con la bandiera italiana, meno i proprietari saranno della penisola, una volta bazzicavo in questa pizzeria chiamata "Pizzeria il Vesuvio da Mario" che era un'accozzaglia di stereotipi e il proprietario era un mistro tra un panda, Lino Banfi e un libanese e c'erano poster delle Marche ovunque, cioè chi cazzo appende poster delle Marche pensando sia una buona idea? Solo questa chimera più occhiaie che talento nel fare la pizza) (dove ero rimasto?) (ah sì) andavo in giro per ristoranti a pretendere di venire assunto solo per via delle mie origini. Non portavo manco un curriculum, dicevo: "Sono italiano, sicuro sono più bravo di voi a cucinare". Undici anni fa credevo davvero un sacco nelle mie scarse potenzialità nonostante l'essere stupido come la merda. Beh, all'epoca nessuno mi assunse e invece oggi, pensate un po'? No, nemmeno oggi mi hanno assunto. Mi hanno usato per sostituire uno che se ne doveva andare e invece alla fine non se n'è più andato. Però ragazzi, quante cose ho imparato lavorando in cucina. Tipo a tagliare i datteri! Oppure che altro, ah sì, a farmi le foto sembrando uno che ci sa fare con i coltelli. Il tutto perché sto guardando la terza stagione di The Bear e se prima ho detto che mi sarei limonato il dottore che c'era oggi in ospedale beh, non avete idea di cosa farei a quel cuoco modello di Calvin Klein.
Insomma, ho migliorato le mie capacità culinarie. A resistere allo stress. A tagliare. Oramai taglio che è un piacere e perché, con quale fine, se non fare da mangiare al mio gatto del cazzo che ha la diarrea da una settimana e se non gli preparato il tacchino magro con le verdurine poverino non mangia? Ecco cosa sono diventato, il cuoco personale del mio felino. Tornerei anche domani a lavorare in cucina perché, per una volta, il mio cervello era in pausa. Non avevo tempo per dargli ascolto, c'erano troppe cose da fare contemporaneamente. Ora capisco perché tutti ci infiliamo in lavori del cazzo: perché dobbiamo stare lontani dai discorsi che il nostro cervello si mette a fare.
Io al mio cervello gli voglio bene. Ma non siamo fatti l'uno per l'altro.
Qualche giorno fa mi è stato chiesto qual è la parte del mio corpo che mi piace di più e io non ho saputo rispondere. Non c'è una singola parte di me che mi piace. Ok, mi ritengo una divinità scesa sulla terra per via di una punizione ma al tempo stesso, questo corpo terreno, mi disgusta. Una volta avrei detto "il mio cervello" ma oramai neanche quello. Ha troppi problemi. È un vecchio motore a scoppio che cerca di restare al passo con i tempi ma viene lasciato indietro da tutto. C'è stato un periodo in cui siamo andati d'accordo ma ora non fa altro che sabotare ogni cosa bella che mi accade e amplificare le cose brutte e distrarmi dalle cose importanti e soprattutto non mi fa smettere di cercare carte Pokémon. Dai, io già non ho soldi, perché mi fai questo? Avessi un figlio e non un gatto sono sicuro che prenderebbe la mia collezione di carte e ci vomiterebbe sopra. Almeno Ernesto mi vomita solo su i pavimenti. O nelle scarpe. O nello zaino. Per questo motivo sono andato a lavorare in cucina, per migliorare e farlo smettere di vomitare ovunque. Ha funzionato? Aspettate un attimo che pulisco il vomito dal tappetino della cucina e ve lo dico.
Il bello del passato, quando è veramente passato e smette di fare male, è che puoi ricordare selettivamente solo le parti che ti fanno comodo e pensare che poi, alla fine, non sia stato così una merda. Che gli anni di psicanalisi siano quasi stati divertenti perché ehi, sono passati! Per questo torna il fascismo e l'ignoranza e la demenza e persino io che sono stupido come la merda me ne rendo conto che qualcosa non torna. Il passato è passato e così deve restare ma se siete come me, una persona che è costretta a portare pazienza da tutta la vita, allora il passato sembra un luogo fantastico. È il momento in cui le cose non andavano così male. Il presente mi fa paura. Mi fa ancora più paura pensare al domani, con una terapia nuova che magari non funziona e un gatto che vomita e caga ovunque e io senza un lavoro decente ma una una collezione di carte Pokémon da fare invidia a qualche bambino alle soglie della pubertà. Poi anche lui andrà incontro al mio stesso destino, scoprirà la figa e Pikachu andrà a farsi fottere fino al momento in cui pure la figa perderà il suo potere e penserà "Oddio sono finalmente libero!!!" e invece no, torna Pikachu e 'sto giro costa il triplo.
Ho bisogno di certezze se voglio dare certezze ma al momento l'unica cosa che riesco a dare è la certezza di non starci con la testa. Da fuori sembro anche capace di controllare tutto ma se entrate un secondo dentro il cranio ci sono le matasse di pelo di Ernesto e la polvere. Io pensavo che dopo il libro tutto sarebbe stato in discesa e invece manco per il cazzo. Dopo che realizzi il tuo sogno ti rendi conto che la bestia di insicurezze che hai dentro non si placa. Il mio mostro vuole di più, non si accontenta e io come posso spiegargli che per me è già abbastanza così, vivere con la consapevolezza delle mie copie vendute sentendomi in colpa per non essere stato migliore delle mie aspettative. La mia bestia interiore è più vorace di Ernesto davanti a una scatoletta Gourmet Gold (mica cazzi per lui spendo) e poi divora e smembra e aspetta io mi volti soddisfatto per rigurgitare ogni brandello sul pavimento, fissarmi con i suoi occhi a feritoia per sfidarmi dicendomi "Voglio di più, ancora, meglio, questo non era abbastanza".
Ci ho riflettuto e io sono un figlio degli anni 80. Sono nato in un'epoca in cui ci hanno inculcato, come verme distruttivo, il pensiero che se non riesci a ottenere una cosa è solo perché non stai lavorando abbastanza. Devi lavorare di più e la otterrai. Fottuto verme del cazzo, io vorrei solo dormire la notte e avere una terapia che funzioni. A me, dei tuoi desideri non importa una sega. Però sai com'è, nella mia testa ci sei tu e io non sono un pozzo di intelligenza, sono stato cresciuto così dalla televisione e da quarant'anni di Berlusconi e dai fottuti americani e i loro film del cazzo e mi sono sempre identificato nell'eroe inaspettato, colui sul quale nessuno avrebbe mai scommesso e alla fine porta a casa il risultato e la partita e vince tutto e io cosa ho vinto? Ho più paranoie che parole e se siete arrivati a leggere fino a questo punto vi state rendendo conto dell'abisso. Il successo, la realizzazione del noi è un'utopia. La calma, la pace, il silenzio del verme nel cervello è l'obiettivo. Anche il proprio gatto che smette di avere diarrea e vomitare è un altro obiettivo ok.
Sono stato bene per un periodo e ora aspetto solo di avere nuovi sogni che accuratamente cercherò di non realizzare per tornare a stare bene.
Quando mi guardo intorno cerco di capire se sono il più vecchio nella stanza. Sono a quel punto dell'età dove non è facile capirlo. La maggior parte dei miei coetani appare vecchia come un 56k e io li guardo e penso "Cristo ma faccio schifo come loro?" e magari loro hanno una copia di se stessi che sta crescendo e che costa un sacco più del Giratina V che tanto desidero mentre io invecchio e basta e i miei tatuaggi sono stupendi perché ho una pelle magnifica ma il verme in testa mi ripete quanto dovrei fare (invece di bere solo alcolici che saranno controproducenti per la prossima terapia) è solo l'ennesimo prodotto del capitalismo che è servito ai nostri genitori per comprare casa quando avevano vent'anni mentre a noi cosa resta? Portare pazienza. Ecco cosa ci resta.
Il mio amico Matteo (che non sono io, è un altro Matteo, Matteo è un nome molto comune) mi ha detto che da quando ha divorziato ha perso interesse nell'uscire e conoscere nuove persone e mettersi in gioco perché ritiene di aver scopato abbastanza per questa vita. Lo invidio molto. A me scopare piace ma io, se c'è una cosa che metterei da parte per questa vita, è continuare ad avere sogni e desideri. Ne ho avuti abbastanza. Tutti figli del capitalismo e di una realizzazione di sè che non ha senso.
Finisco il mio ultimo vino, rileggo quello che ho scritto e maledico questo posto dove riesco, mio malgrado, a essere la versione di me stesso che vorrei essere sempre.
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2.00 am
caldo, sudore, testa che frulla. contratti? ma sarò capace? se l'ho fatto una volta, non è detto che riesca una seconda. giudizio oggettivo, dici tu. e mi pare di prendere il volo. chi crede in te, ti fa esistere. esisto. r-esisto. mi bruciano le palpebre.
chiedo al dottore cos'è questa cosa che sento di lato, tra la tetta finta e lo sterno. le ondulazioni della protesi, dice, e mi punta l'ecografo per farmi vedere. le vedo, vedo le ondine. sorrido e dico che schifo. lui ride. ho sempre paura che si giri qualcosa lì dentro, dico. cosa vuoi che si giri, le palle girano, risponde. ora sono io a ridere. lo vedo che è felice quando mi dice che è tutto ok. io sollevo le braccia al cielo e dico siiiiiiiiiiii. sticazzi se sono nuda (nella categoria dei "ti ammazzo" rientrano anche i dottori?)
intanto mi faccio film. ho tutta la vita da vivere sei mesi alla volta. un giorno è già passato
thor, daje un po' di temporale
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bene parlandone con a mi ha fatto capire che sarebbe praticamente impossibile però uffa io voglio soldi in più da spendere in libri skincare cibo e qualche puff
è davvero arrivato il momento di trovare un modo per guadagnare perché raga posso continuare così lol
i miei mi danno il minimo per sopravvivere ed è ovvio che non basti per poter stare tranquilla però boh che minchia faccio
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•••
LE OLIGARCHIE DI POTERE DELLA UE HANNO SDOGANATO ANCHE L’OMICIDIO POLITICO.
Il primo ministro della Slovacchia, stato membro della comunità europea, è vittima di un tentato omicidio e si trova in fin di vita in ospedale.
Se, come sembra al momento probabile, si salverà, potrà dirsi fortunato.
Le istituzioni e i grandi giornali dell'Occidente condannano naturalmente l'attentato (non potrebbero fare altrimenti), ma fanno subito dei distinguo.
Fico è un comunista, è un amico di Orban, è un mezzo fascista, è un negazionista no VAX , è un putiniano.
La Repubblica, per non venir meno al suo ruolo di megafono dell'atlantismo e del sionismo più forsennati, ci spiega che è anche un camorrista. Insomma, quasi quasi quelle palle in pancia se le è meritate.
Quanto al fatto che sia stato regolarmente eletto dal suo popolo, la cosa è irrilevante.
Come è noto, sono democratiche solo le elezioni che vincono gli amici.
Le altre, no.
Anche riguardo all'attentatore il comportamento della stampa è a dir poco strano.
Se Fico è un poco di buono, chi gli ha sparato è un idealista, un poeta (avrebbe pubblicato un libro di poesie), uno scrittore.
Il fatto che fosse anche militante di un partito ultraliberista, sostenesse con foga la causa ucraina, manifestasse sotto le insegna della NATO e dell'UE non è motivo di imbarazzo.
In fondo ha agito mosso da buone intenzioni.
Fico è un leader europeo e quindi il sistema mediatico non può abbandonarsi all'esplicita esultanza come quando Geddafi venne torturato e il suo cadavere, insieme a quello del figlio, fu lugubremente esposto in moschea; o come quando Saddam Hussein venne impiccato in diretta televisiva dopo che i suoi figli e nipoti adolescenti erano stati bruciati vivi (il New York Times esibí in prima pagina, a mo' di trofeo, quelle immagini raccapriccianti).
Con i leader del mondo sviluppato bisogna mantenere un po' di decoro.
La sostanza però è la stessa e ci dice che le oligarchie al potere in Occidente hanno completamente sdoganato l'omicidio politico.
Esse agiscono come una banda di terroristi.
Silvio Dalla Torre
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Ora che sono in ferie voglio parlare di una cosa di cui volevo parlare già da settimane, ma la vita di merda che faccio non me lo aveva permesso.
Allò, settimane fa per la prima volta dato che mi ero depilata le cosce mi sono messa in casa non solo in cannottiera, ma anche in pantaloncini. Passa un giorno e mi ritrovo la mail nella foto.
Come ben sappiamo, qui a Tokyo non è che si muore di caldo, PEGGIO, quindi un giorno di questi mi vesto come in foto a dx in ufficio (che è come mi vestirei in Italia in un giorno normale) e nello stesso giorno inoltrano una mail per dire di rispettare il "business dress code" aziendale che è letteralmente "business casual", pure se non si capisce né che cazzo sia né il perché, dato che non ci sono clienti e siamo solo tra di noi, ma okay.
Mo, premettendo che quando ho lavorato a Napoli, ci andavo in PANTALONCINI (ovviamente non quelli di jeans, ma un tipo più carini e "formali" insomma), qua invece così non va bene perché la maglia ha una stampa + i pantacollant sono considerati il demonio.
Tutti sono sempre a lodare i giapponesi perché sono un popolo omogeneo, che dà la prevalenza al gruppo piuttosto che all'individuo, ma non sono omogenei e uniti perché ci sono nati, sono omogenei perché sei LETTERALMENTE FORZATO (nelle maniere più passivo-aggressive possibili) a omologarti. E questo vale con i vestiti, vale con il peso (perché se pensate che sono tutti secchi di natura, beh col cazzo) e con mille altre cose.
Ora è vero che questa prevalenza dell'interesse di gruppo in alcune cose funziona ed è il motivo per cui noi della cultura euroamericana li ammiriamo, ma voi sareste disposti a rinunciare alla vostra libertà pure sulle piccole cose pur di accontentare l'interesse generale?
Per continuare con l'esempio dei vestiti, loro si vestono così:
A maniche lunghe (anche con 50°C), con diversi strani addosso spesso inutili (perché sono ossessionati dai tumori alla pelle); le donne o tutte fate dei fiori con i tacchi tutte pronte (e io col cazzo che le imito) o come fossero state cacciate via di casa (e io col cazzo pt.2). Ma tutti hanno un comun denominatore: colori scuri o neutri (nero, grigio, bianco) o pastello, senza chissà quale fantasia o stampa particolare.
Se non segui l'omologazione, spicchi, ti si vede o ti senti in qualche modo osservato. E questo è già lo standard ad essere euroamericano in mezzo ad asiatici, figuriamoci se ti vesti seguendo le tue regole e non le loro.
Uno poi dirà "vabbè sono cose da poco, ci si abitua" e lo capisco, ma non funziona così. Anzi, sono le piccole cose che, accumulandosi, diventano le più pesanti da sopportare.
Oppure i weaboo del cazzo direbbero che "bisogna rispettare la loro cultura e rispettare le loro regole" (cit.), ma loro quella degli altri quando letteralmente non fa male e non cambia un cazzo a nessuno perché non la rispettano?
Questo non è un paese libero, non puoi MAI fare come vuoi, ci sono sempre regole da rispettare, ma fossero regole con un senso uno capirebbe, invece sono regole inutili che letteralmente mìnano la libertà di espressione individuale a livelli base. Invece qua niente o fai la pecora in mezzo al gregge oppure pecora ti ci fanno diventare, perché altrimenti sei, di nuovo, il gaijin di merda che vuole fare di testa sua.
E sapete cosa fanno i gaijin quando hanno le palle piene di ste stronzate? Fanno i gaijin di merda e le regole senza senso le mandano a fanculo.
#quando sono gli stranieri i primi a fare quei commenti del caxxo giuro che li prenderei a pugni sulle gengive#Giappone#moda#moda giapponese#vestirti#omologazione#società giapponese#società in giappone#my life in tokyo
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che palle non so cosa fare con la mia vita, non so cosa o chi mi piacerebbe essere, appena mi interesso a una cosa, che sia un corso, un lavoro o un hobby, perdo subito interesse. non riesco a guardare film o serie tv nuovi perché la concentrazione è completamente uscita dal mio corpo, sono senza energie, faccio fatica ad alzarmi la mattina, a mangiare, a bere, a uscire, a rispondere ai messaggi. è tutto troppo pesante
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house md character as quotes my friends said
House
“nn s dce frocio”
“you can’t say faggot” (said by hetero? guy)
“joe biden and donald trump french kiss yaoi hidden love”
“I NEED TO PLAY AROUND WITH SOME MEN”
Wilson
“io chiudo la porta anche se sono solo (devo tenere fuori i mostri del buio)”
“i close the door even if I'm alone (i have to keep the monsters of the dark out)” (talking about peeing in the middle of night)
“charisma and lack of special awarness which actually makes it look like you’re confident”
Cuddy
“mia nonna madre gaslighting queen”
“my mother gaslighting queen”
-Fa caggare il cazzo
“ESATTO! VIVA LA VAGINA”
Cameron: Dicks suck
“EXACTLY! LONG LIVE VAGINA”
Cameron
“Love quando le cose nazionali sono lgbt friendly”
“Love when national things are lgbt friendly” (edit of those french and polish politician)
“vasco house indosserebbe le scarpe da ginnastica a ognuno dei nostri funerali”
“house would wear sneakers to every one of our funerals”
Foreman
“Che sono pazzi e si credono fighi perché hanno la luce elettrica”
“They are crazy and think they're cool because they have electric lights” (talking about positivismo)
“Giulka Cameron ha aperto un sito porno per la prima volta e si è fidata delle pubblicità”
“Cameron opened a porn site for the first time and trusted the ads” (she saw penis growing cream ads)
Chase
“Bo comunque cazzo pisello palle zucchina zucca pelata patata”
“Bo anyway fuck dick balls courgette peeled pumpkin potato”
Eric: 5 cm taller but you still breath FART AIR
“i’ll fart in your mouth”
13
“Maybe women didnt like leopardi but maybe a twink on tinder would”
“Cami House i need you to kill me”
Taub
“Comunque siete solo degli haters perché io non diventerò pelato”
“Anyway you're just haters because I won't go bald” (is balding)
“quando jovi kutner mi dice “io dormo con white noise” e poi partono i peti più forti che tu abbia mai sentito in vita tua”
“when kutner tells me “i sleep with white noise” and then the loudest farts you've ever heard in your life start”
Kutner
“grazie pupe siete le mie troione da battaglia”
“thank you babes, you are my battle sluts”
“RE GALLINO CANTA DURANTE LA NOTTE U U U”
“KING ROOSTER SINGS DURING THE NIGHT U U U”
#dr house#gregory house#house md#hilson#house memes#james wilson#house and wilson#gregory and james#malpractice md#cameron#eric foreman#lisa cuddy#cuddy#wilson#robert chase#chase#chris taub#dr taub#13#dr kutner#lawrence kutner#rip kutner#kutner#dr cuddy#house x wilson x cuddy#allison cameron
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GMaps mi ha ricordato, 2 settimane fa, di un viaggio accaduto 9 anni fa, che ha dato origine a tutto il casino che vivo oggi.
Questo screenshot era finito nelle bozze, volevo farci un post, ma Lilly è diventata il mio anti-Tumblr, quindi è complicato essere social di questi tempi :) non che io mi lamenti, anzi, ma ieri la mia stupenda chiacchierata con @neltempodiuncaffe ha riportato a galla la voglia di scriverlo, perché niente ti motiva di più di una persona che ti è vicina in un modo tale da capirti oltre i pensieri.
Insomma, 9 anni fa, ad Agosto, ero in Sardegna per le vacanze, e mi arriva una telefonata, dei tizi a Stoccarda volevano organizzarmi un colloquio per capire se ci potesse uscire una fatica. Prima di quel momento, nonostante qualche offerta di lavoro dall'estero che vedevo di tanto in tanto nella mia casella di posta, rispondevo sempre ma-chi-m'u-fa'-fa' e le cancellavo. Non so chi mi cecò quel giorno e risposi "ma tentiamola, dai", insomma 5 colloqui telefonici e non si decidevano ad assumermi (voglio dire, se non ti sto bene mi mandi affanculo ma massimo al secondo, no?), al che mi rompo le palle e decido di andarci io da loro, fatto il colloquio in presenza, spariti subito dopo.
Avrei dovuto capirlo già all'epoca che i tedeschi erano delle cacche, ma io no, la tigna la tiro fuori solo quando c'è una cagata da fare, e infatti, passata la mia delusione, dopo due anni ci riprovo ed eccomi qua, a tenere lontana questa gente dalla mia vita e a provare a non dimenticare chi sono e da dove vengo, come fanno la maggior parte degli italiani che si trasferiscono qui (e che schifo pure loro, al pari dei tedeschi).
Non che un post simile io non l'abbia mai scritto, se vado indietro con gli anni, un pezzo qui e un pezzo là, potremmo mettere insieme le stesse parole, ma adesso qualcosa è cambiato, è come se quell'abbraccio che ricevo la mattina, quando la sento saltare sul mio letto dandomi la quotidiana ginocchiata nel basso ventre, avesse dato un senso alla mia presenza qui, la possibilità di rendere questo posto migliore, non per tutti, solo per lei. Mi piace pensare che aveva bisogno di me e tutto quello che è accaduto, le valigie, le lacrime, il dover ricominciare da capo, il dover guardare il cielo ogni giorno e ricordarmi di chi voglio bene più della mia vita, tutta questa zuppa è servita a ridare il sorriso ed il futuro a due occhioni ai quali non si riesce a dire di no.
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