#censimento immobili
Explore tagged Tumblr posts
Text
La Carta d'Identità degli Immobili in Italia: La proposta di Fondazione Inarcassa per una Prevenzione Effettiva
La digitalizzazione del patrimonio edilizio italiano come soluzione per contrastare i rischi idrogeologici e sismici.
La digitalizzazione del patrimonio edilizio italiano come soluzione per contrastare i rischi idrogeologici e sismici. Gli edifici italiani sono sempre più esposti a rischi naturali, con danni per 6 miliardi di euro all’anno tra terremoti e alluvioni. In risposta a questo, la Fondazione Inarcassa ha presentato una proposta innovativa: il Fascicolo del Fabbricato, una sorta di carta d’identità per…
#Andrea De Maio#assicurazioni immobiliari#catasto digitale#censimento immobili#classi energetiche#Dissesto idrogeologico#edifici residenziali.#edilizia italiana#Fascicolo del fabbricato#Fondazione Inarcassa#Galeazzo Bignami#immobili vulnerabili#manutenzione edifici#patrimonio immobiliare italiano#prevenzione rischio sismico#riduzione danni ambientali#rischio idrogeologico#Saie Bologna#sicurezza immobili#terremoti
0 notes
Link
Il governo italiano ha chiarito che non si tratta di una revisione del catasto, ma piuttosto dell'applicazione di misure già esistenti che non sono state completamente attuate. In particolare, si fa riferimento al censimento degli immobili catastali e all'adeguamento degli estimi per gli edifici che hanno usufruito del Superbonus 110%, come disposto dall'ultima legge di Bilancio. L'iniziativa del Tesoro è volta a fare luce sulle "case fantasma" e sulle ristrutturazioni, ma quantificare gli effetti di tali misure rappresenta una sfida complessa. Nel caso in cui si verifichi un innalzamento della classe catastale, ciò comporterebbe il rischio di rincari significativi, fino a due cifre, dei valori su cui si basano le imposte. Pertanto, l'azione del governo si concentra sull'implementazione di due misure già previste: il censimento delle case fantasma, che sono attualmente sconosciute al fisco, e l'obbligo di aggiornare il catasto dei fabbricati mediante il modello Docfa entro 30 giorni dalla conclusione dei lavori. Questa normativa si applica sia ai beneficiari di bonus che a coloro che non ne hanno usufruito, qualora le opere effettuate modifichino lo stato dell'immobile. Inoltre, l'utilizzo di tecnologie moderne, come le foto aeree, sta contribuendo a identificare le proprietà immobiliari non dichiarate al fisco, per garantire che ogni immobile sia correttamente registrato e tassato. Questo rappresenta un passo importante verso la regolarizzazione e la trasparenza nel mercato immobiliare. Il governo si impegna, quindi, a far rispettare disposizioni già esistenti con l'intento di incentivare una maggiore compliance fiscale e garantire equità tra i contribuenti. Si prevede che l'applicazione di queste misure avrà un impatto significativo sul sistema catastale italiano e sulla raccolta delle imposte immobiliari, ma il percorso per la loro attuazione e la conseguente modifica dei valori catastali potrebbe essere lungo e complesso.
0 notes
Text
"Senza identità nulla è possibile"
Diventa più che mai necessario sottolineare l'importanza di creare uno spirito identitario indispensabile per realizzare una rigenerazione urbana, che abbia le sue basi sull'inclusione anziché sulla contrapposizione.
Potremmo iniziare analizzando le caratteristiche e le peculiarità di ogni strada, rione e quartiere di Firenze, al fine di comprendere appieno l'identità della città nel suo insieme.
Dopo questa fase di analisi, si dovrebbe pensare a progetti che enfatizzino tali peculiarità e promuovano l'inclusione all'interno della comunità fiorentina, valutando tutte le ipotesi di coinvolgimento attivo dei residenti e delle parti interessate a questo processo.
Coinvolgere la comunità diventa il presupposto per rafforzare lo spirito identitario e garantire un più ampio coinvolgimento nei progetti di rigenerazione urbana.
Tra le possibili ipotesi utili per promuovere un maggiore senso di identità individuale inclusiva, il ricercare le origini dei nomi delle strade, dei rioni e dei quartieri con le rispettive originarie vocazioni diviene un affascinante modo per riscoprire la storia e l'identità di Firenze.
Integrare queste storie nelle iniziative di rigenerazione urbana aiuta a rafforzare il legame tra i residenti e il loro ambiente circostante.
Riguardo alla identificazione dei quartieri il recupero e il rafforzamento della denominazione degli stessi per colore, potrebbe essere un modo tangibile per caratterizzare e distinguere le zone della città, oltre ad evocare un'associazione con le rispettive tradizioni tipiche locali.
Il piano casa/lavoro, lavoro/casa che chiameremo "Uscio e Bottega", potrebbe sicuramente promuovere l'integrazione delle attività lavorative e residenziali all'interno della città.
Questo approccio favorirebbe uno sviluppo urbano più sostenibile e contribuirebbe a rivitalizzare le comunità locali, oltre a contenere e limitare i costi,
i disagi e l'inquinamento dovuti al pendolarismo.
È necessario pensare a iniziative specifiche per agevolare questo tipo di abbinamento tra residenza e attività lavorativa, magari offrendo opportunità di finanziamento o semplificando gli adempimenti burocratici per chi desidera aderire a questo modello.
Un piano casa mirato a sostenere coloro che svolgono attività lavorative nel centro città richiede, ovviamente, il coinvolgimento attivo dell'amministrazione comunale.
Si dovrebbero concretamente considerare iniziative per la ristrutturazione degli alloggi esistenti, piani di finanziamento integrativo per gli affitti o il supporto per l'accesso ai mutui.
Inoltre, sarebbe indispensabile valutare le modalità per facilitare l'accesso a spazi adeguati per le attività lavorative.
Questo tipo di progetto richiede un'analisi approfondita delle esigenze e delle sfide specifiche del contesto fiorentino, oltre a un piano dettagliato per l'attuazione e il finanziamento.
È assolutamente necessario un censimento dettagliato degli immobili potenzialmente idonei per il piano casa e ciò rappresenta la condizione propedeutica, il passo fondamentale.
Questo consentirebbe di valutare con precisione le risorse disponibili e le condizioni degli immobili stessi.
Inoltre, un'analisi delle persone coinvolte nelle attività lavorative svolte in centro sarebbe essenziale per comprendere appieno le esigenze della comunità e per garantire un piano efficace e adattato al contesto locale.
I dati raccolti ci fornirebbero una base solida per la progettazione e l'implementazione di iniziative mirate a sostenere coloro che vivono e lavorano nel centro di Firenze.
Per procedere con questa fase di censimento e analisi in modo efficace e partecipativo è indispensabile la stesura di un preliminare di progetto di prefattibilità per la riorganizzazione della città di Firenze, che includa i seguenti punti :
1. Valutazione del flusso turistico: Comprendere dove e quando si verificano i picchi di concentrazione dei visitatori attraverso l'analisi di dati già esistenti o la raccolta di nuovi dati.
2. Tecnologia e Gestione delle Folle: Implementare soluzioni tecnologiche, come app mobili e segnaletica intelligente, per indirizzare i flussi turistici verso aree meno congestionate, distribuendo equamente il carico di visitatori.
3. Valorizzazione dello Spazio Pubblico: Identificare e migliorare gli spazi pubblici inutilizzati o poco frequentati, trasformandoli in attrattive culturali o punti di interesse per turisti e comunità locale.
4. Miglioramento dell'Esperienza di Visita: Sviluppare contenuti digitali interattivi, come realtà aumentata o percorsi tematici, che arricchiscano la conoscenza storico-culturale di Firenze e rendano l'esperienza più immersiva.
5. Programma di Accoglienza: Formare il personale addetto al turismo e i cittadini su come accogliere e informare i turisti, enfatizzando il ruolo di ambasciatori della cultura locale.
6. Rivitalizzazione del Centro Storico: Progettare incentivi per incoraggiare i residenti a vivere nel centro storico, come agevolazioni fiscali e finanziamenti per la ristrutturazione delle abitazioni, per meglio armonizzare il rapporto tra gli ospiti temporanei della città e la popolazione locale residente.
7. Sostenibilità e Preservazione: Assicurare che ogni intervento rispetti l'integrità del patrimonio culturale e sia eco-sostenibile, per garantire un impatto ambientale e visivo minimo.
8. Collaborazione con gli Stakeholder Locali: Coinvolgere le comunità locali, gli imprenditori e le istituzioni culturali nel processo di pianificazione e decisione, per assicurare che il piano sia bilanciato e inclusivo.
9. Pianificazione e Fasi di Implementazione: Definire un piano d'azione dettagliato con fasi progressive che includano studi di impatto, progettazione d'interventi, piloti iniziali, valutazioni e regolazioni continue.
10. Monitoraggio e Feedback Continuo : Stabilire un sistema per monitorare l'efficacia delle strategie implementate e per ricevere feedback sia da parte dei turisti che dei residenti, consentendo aggiustamenti dinamici al progetto.
Questo preliminare di progetto di prefattibilità dovrebbe essere incentrato su un approccio integrato che tenga conto sia delle necessità dei turisti sia della qualità della vita dei residenti, mirando a un turismo sostenibile e a lungo termine che valorizzi e preservi l'unicità e la storicità di Firenze, Città delle Arti per antonomasia.
Riccardo Rescio
Presidente "Assaggia l'Italia ApS"
Associazione di Promozione Sociale (no profit)
Credito immagine
https://contestituristici.it/chi-siamo-lidentita-personale-sta-cambiando/
0 notes
Text
Caivano, un altro blitz al Parco Verde: sequestrate armi e droga. Meloni: “Risponderemo colpo su colpo”
Caivano, un altro blitz al Parco Verde: sequestrate armi e droga. Meloni: “Risponderemo colpo su colpo”. Oggi, fin dalle prime luci dell’alba, un nuovo servizio ad alto impatto nel Parco Verde di Caivano (NA) e nelle località limitrofe. In campo, oltre 400 uomini di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza. Si tratta di un servizio strutturato e continuativo che vede impegnati anche reparti specializzati come la Polizia Scientifica, le Unità cinofile antidroga della Polizia di Stato, il Nucleo Cinofili antidroga e per la ricerca di armi dei Carabinieri, le Unità Cinofile antidroga e antiterrorismo della Guardia di Finanza, i Reparti del Gruppo di Castello di Cisterna, le Sio del Reggimento Campania, le Api del Gruppo di Napoli, il Gruppo di Frattamaggiore e i reparti Atpi del Gruppo Pronto impiego di Napoli, di Giugliano in Campania e di Torre Annunziata della Guardia di Finanza. L'intera attività è stata controllata dall'alto da un elicottero del Reparto Volo della Polizia di Stato e da un elicottero della Sezione Aerea della Guardia di Finanza. Nell’operazione le forze dell'ordine hanno sequestrato cocaina e hashish, armi e relativo munizionamento, denaro contante ed impianti di videosorveglianza con telecamere poste a vigilanza di locali ed aree esterne. Sono stati effettuati controlli sul rispetto del Codice della Strada e delle condizioni di salubrità ambientale ed igienico-sanitaria dei vari immobili. Ma è stato anche avviato un censimento dei circa 700 appartamenti del Parco Verde per la verifica dei titoli autorizzativi. In particolare, sono state identificate 79 persone, controllati 149 veicoli, di cui 12 sequestrati, sanzionato amministrativamente il titolare di un bar per mancata esposizione della tabella orari e contestate 46 violazioni del Codice della Strada. «Non ho ricevuto ulteriori minacce». A dirlo all'Ansa è Don Maurizio Patriciello, parroco della chiesa di San Paolo Apostolo al Parco Verde di Caivano, in merito alla notizia del rafforzamento della sua scorta, che gli era stata assegnata lo scorso anno quando dinanzi alla sua chiesa era stato fatto esplodere un ordigno. Don Maurizio, che mercoledì sera ha presieduto un incontro di preghiera, si è espresso così sul nuovo maxi blitz di questa mattina delle forze dell'ordine a Caivano: «Io sono sempre contento quando lo Stato c'è. In qualsiasi forma. Oggi serve questo: bene così». “Grazie agli oltre 400 operatori delle Forze dell'Ordine per il successo della nuova operazione a Caivano. Il Governo è impegnato nel dare un segnale chiaro contro la criminalità organizzata. Risponderemo colpo su colpo”. Lo scrive sui social la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, pubblicando un video con immagini del blitz alle porte di Napoli.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
✅Confermato il Fondo previsto dal D.L. Aiuti-ter
📢Il Ministero dell'Università pubblicherà a breve le manifestazioni di interesse, promuovendo il censimento degli immobili inutilizzati
0 notes
Link
#caroaffitti: studenti davanti al #ministero #tfnews #11maggio #cronaca #affitti #news #italia #disparitàsalariale #proteste #milano #roma #economia
0 notes
Text
Caro affitti, cosa vuole fare il governo per risolvere il problema
DIRETTA TV 11 Maggio 2023 La ministra dell’Università e della Ricerca Bernini ha annunciato di aver avviato un censimento degli immobili inutilizzati, per metterli a disposizione degli studenti. 0 CONDIVISIONI Il governo pensa a una soluzione per andare incontro agli studenti che protestano per il caro affitti nelle grandi città e alla carenza degli alloggi per gli universitari, e che da…
View On WordPress
0 notes
Photo
«Tempestività negli sgomberi» e via con le pistole taser. E’ il pacchetto sicurezza di Salvini che debutta in società Gli immobili occupati abusivamente devono essere sgomberati con la «dovuta tempestività», per evitare il consolidarsi di situazioni di illegalità che possano pregiudicare la tutela dell’ordine e della sicurezza pubbliche. È l’indicazione contenuta in una circolare inviata dal Viminale ai prefetti, ai commissari per le province autonome di Trento e Bolzano e al presidente della Regione Valle D’aosta. E’ necessario, si legge nella nota, «attendere agli sgomberi con la dovuta tempestività, rinviando alla fase successiva ogni valutazione in merito alla tutela delle altre istanze, nella consapevolezza che il consolidamento di situazioni d’illegalità possa recare un grave pregiudizio ad alcuni dei principali valori di riferimento nel nostro ordinamento». «L’occupazione degli immobili costituisce da tempo una delle principali problematiche che affliggono i grandi centri urbani del Paese», è la premessa della circolare che ricorda il decreto legge in materia del 2017, rilevando come «nonostante gli sforzi profusi da tutte le componenti del sistema, alla luce delle evidenze emerse, la gestione del tema dell’occupazione arbitraria degli immobili non ha compiuto significativi passi avanti, se non rispetto alle misure di natura preventiva rivolte ad evitare nuove occupazioni». Ma non è l’unica novità annunciata oggi dal Viminale, che attraverso una circolare avvia una stretta sugli sgomberi. Il ministero chiede un censimento degli occupanti abusivi di immobili e più rapidità. Da mercoledì prossimo, da Milano a Catania e in altre dieci città, alcuni agenti delle forze dell’ordine gireranno anche con una pistola elettrica nella fondina. Dopo qualche mese di formazione, comincia la sperimentazione del taser, l’arma ad impulsi elettrici che inibisce i movimenti dei soggetti colpiti. A sigillare il via alla prima fase di utilizzo del taser è stato proprio il ministro dell’Interno, Matteo Salvini: «Aiuterà migliaia di agenti a fare meglio il loro lavoro – scrive su Facebook – . Per troppo tempo le nostre Forze dell’Ordine sono state abbandonate, è nostro dovere garantire loro i migliori strumenti per poter difendere in modo adeguato il popolo italiano. Orgoglioso del lavoro quotidiano delle forze di Polizia e Carabinieri» Poco importa, a Salvini e Di Maio, che «il confine tra letalità e non letalità purtroppo è molto sottile, facilmente valicabile per una serie di ragioni che vanno dalla potenziale disinvoltura con cui un’arma considerata non letale può essere usata alle condizioni del soggetto nei confronti del quale viene usata», Tra gli studi sull’uso del taser c’è anche “Shock Tactics”, l’indagine realizzata dalla Reuters che ha riferito di 1.005 persone morte in seguito all’utilizzo della pistola elettrica da parte della polizia: in 9 casi su 10 si trattava di persone non armate e in un caso su 4 di persone con problemi mentali o neurologici. Il taser, infatti, non prevede un contatto anzi, come spiega il portavoce di Amnesty International Italia, «è designata per essere utilizzata a distanza e quindi chi la usa non può avere la minima idea delle condizioni fisiche della persona nei confronti della quale verrà usata. Numerosi studi testimoniano la letalità di questo tipo di armi nei confronti di persone che hanno, ad esempio, problemi di circolazione o cardiaci. Il taser può essere usato al termine di un inseguimento con la persona inseguita in condizioni particolari di affanno, ciò significa che ci sono una serie di circostanze nelle quali il suo uso può essere letale, per questo bisogna essere particolarmente attenti». Popoff
7 notes
·
View notes
Text
Napoli, conferenza di servizi per l’assegnazione di 100 beni confiscati
Si tratta di appartamenti, box e terreni per un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro
Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati
Conferenza di Servizi oggi alla prefettura di Napoli dedicata alla presentazione dei beni confiscati in via definitiva alla criminalità organizzata. Si tratta, infatti, di beni prontamente destinabili, presenti nel capoluogo e nell’area metropolitana di Napoli.
La riunione è stata convocata dal direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Bruno Corda, d’intesa con il prefetto di Napoli, Claudio Palomba. Come sottolineato dal direttore dell’Anbsc la riunione ha rappresentato l’occasione per un confronto aperto con gli enti locali per conoscere l’interesse all’acquisizione dei beni, ma anche le difficoltà incontrate e le motivazioni del mancato utilizzo dei cespiti trasferiti al patrimonio indisponibile.
In particolare, l’Agenzia nazionale è disponibile ad accompagnare gli enti nel percorso per il riutilizzo dei beni, fornendo le informazioni anche sulle possibili fonti di finanziamento regionali, nazionali ed europee per progetti di ristrutturazione degli immobili acquisiti.
È stato, inoltre, fornito agli enti locali un “bando tipo” per la successiva individuazione degli organismi del Terzo settore cui assegnare i beni.
Il Comune di Napoli è fortemente impegnato sul tema come dimostra l’ufficio, recentemente istituito, che ha già avviato un censimento dettagliato degli immobili assegnati e predisposto un cronoprogramma, inviato anche all’Agenzia.
Nell’occasione, gli enti pubblici partecipanti hanno preso visione dei 100 beni situati nei rispettivi territori e presentato le manifestazioni di interesse all’acquisizione. Si tratta di appartamenti, box e terreni per un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro. Gli enti invitati hanno manifestato interesse per 57 immobili che verranno acquisiti al patrimonio indisponibile per finalità istituzionali o sociali sulla base di uno specifico progetto di utilizzo.
L’Agenzia del Demanio, inoltre, ha espresso parere favorevole al mantenimento al patrimonio dell’Erario per 3 beni da assegnare alle Forze dell’Ordine e alla P.A.. Le manifestazioni acquisite verranno, poi, valutate nell’ambito del consiglio direttivo dell’Anbsc per la definitiva destinazione.
source https://www.ilmonito.it/napoli-conferenza-di-servizi-per-lassegnazione-di-100-beni-confiscati/
0 notes
Text
In principio fu la Legge della cd. “Sicurezza Urbana” (l. n°48 del 2017) e la relativa circolare attuativa del 18 luglio 2017, siglate dall’allora Ministro dell’Interno Marco Minniti.
Tante parole si sono spese all’alba della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale: finalmente avremmo avuto la ‘sicurezza integrata’ mescolata alla ‘sicurezza urbana’, in parole meno criptiche potremmo osare sintetizzarlo in «pugno duro e più vigilanza». Lo scopo? Approdare in città, centri e strade che fossero gradevoli all’apparenza; poco importava se in realtà si trattasse di una calma apparente. Diveniva necessario celare la polvere sotto il tappeto.
Un vero e proprio provvedimento volto a colpire le fasce più deboli, le situazioni marginali, la penuria di risorse economiche; una sorta di velo di Maya ipocrita e arretrato, tutt’altro che compatibile coi principi di solidarietà e di uguaglianza sostanziale che anche la nostra Costituzione formale sancisce.
Il citato decreto legge, targato governo Gentiloni, disponeva già di misure «contro le occupazioni arbitrarie di immobili», attribuendo al Prefetto il compito di impartire, sentito il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, disposizioni per prevenire, in relazione al numero degli immobili da sgomberare, il pericolo di possibili turbative per l'ordine e la sicurezza pubblica e per assicurare il concorso della Forza pubblica all'esecuzione di provvedimenti dell'autorità giudiziaria concernenti i medesimi immobili.
Un anno dopo aver dato il La, non c’era che aspettarsi la diretta e sincera prosecuzione giallo-verde di un lavoro già avviato, che, in comparazione a quanto scaturito dalla mente del nuovo ministro Salvini, sembrerebbe addirittura pacifico, essendo precipuamente orientato alla prevenzione di nuove occupazioni.
La Circolare del Ministro dell’Interno del 1° settembre 2018, rubricata “Occupazione arbitraria di immobili. Indirizzi.”, fin dall’incipitapproda al nocciolo della questione: «l’occupazione abusiva costituisce una delle principali problematiche che affliggono i grandi centri urbani del Paese, conseguenze a volte della difficoltà di porre in essere politiche territoriali, urbanistiche e sociali, finalizzate alla riqualificazione delle aree periferiche e alla riduzione dei fattori di marginalità sociale».
È lapalissiano ai critici che fin dalla premessa emergerebbe una contraddizione in termini: stigmatizzare la conseguenza (l’occupazione abusiva di immobili), senza porre in essere reali misure per sconfiggere, a monte, le cause, quali disoccupazione, precarizzazione del lavoro e della vita, assenza di welfare, marginalità sociale, assenza di edilizia popolare, per dirne alcune.
La nuova Circolare vuole prevedere, accanto alle iniziative specificatamente orientate alla prevenzione, ulteriori precisazioni ai fini dell’esecuzione degli sgomberi. Una necessità che, ad avviso del Viminale, si è manifestata per via di «un orientamento giurisprudenziale volto a condannare il Ministero dell'Interno a risarcimenti molto gravosi, sulla base di una asserita inerzia che avrebbe determinato una illegittima compromissione dei diritti fondamentali di proprietà e dell'iniziativa economica». Nient’altro che un riferimento a quanto stabilito dal Tribunale di Roma nella sentenza n. 13719/2018, che ha condannato lo Stato e il Ministro dell'Interno a risarcire i danni a una società proprietaria di un immobile che, a causa della perdurante occupazione abusiva degli edifici acquistati, non ebbe la possibilità di iniziare i lavori. Secondo il giudice capitolino, infatti, spetta agli organi di pubblica sicurezza usare la forza quando il privato da solo, nonostante abbia intrapreso le vie legali messe a disposizione dell'ordinamento, non riesca a rientrare nel possesso dell'immobile.
Il primo passo, sancito dalla Circolare, consterebbe nel censimento degli occupanti, che deve essere condotto, anche in forma speditiva, sotto la regia dei Servizi sociali dei Comuni e, laddove occorra, con l'ausilio dei soggetti del privato sociale, nelle forme ritenute più adeguate in relazione alle singole fattispecie. Il censimento si assocerà ad una serie di accertamenti che saranno volti a controllare le situazioni reddituali e familiari degli occupanti affinché, nel caso in cui quest’ultimi non versino in situazione di difficoltà, siano spinti a trovare sistemazione alternativa. Qualora gli accertamenti rilevassero che i soggetti interessati dall'esecuzione dello sgombero siano privi della possibilità di soddisfare - autonomamente o attraverso il sostegno dei loro parenti - le prioritarie esigenze conseguenti alla loro condizione, i Servizi sociali dei Comuni dovranno attivare gli specifici interventi. Si tratta di interventi che, nella misura in cui siano ritenuti sufficienti e adeguati dai competenti uffici comunali, sulla base di una ponderata valutazione, avuto riguardo anche alle possibilità in concreto dell'Ente, non potranno essere considerati negoziabili. Della serie: zitto e vai.
Nella fase successiva allo sgombero, si sottolinea ancora nella Circolare, «sarà cura degli enti preposti compiere valutazioni più approfondite e individuare le soluzioni che possano permettere via via di sostenere i percorsi d'inclusione sociale delle persone in situazioni di fragilità, anche all'interno di complessive strategie di intervento condivise con le Regioni». Un vero e proprio scarico di responsabilità presso gli enti locali, che non solo sono sprovvisti di strumenti adeguati per farsi carico di quanto detto, ma che già versano in profonda crisi economica successiva all’incudine scaricata sui conti dal Fiscal Compact.
Si denota una vera prevaricazione del diritto di proprietà sui diritti della persona, legati indissolubilmente al diritto all’abitare; una folle distorsione regressiva del diritto vivente che, normalmente, è volto il più possibile alla tutela della famiglia e all’assicurazione di una vita dignitosa per tutti.
Se il decreto legge Minniti - Orlando, nella sua opzione preventiva, proponeva, quale cuscinetto temporaneo di accoglienza degli sfrattati, gli immobili pubblici, la Circolare Salvini manca di un quadro prospettico di insieme: né la stessa, né altri interventi governativi hanno posto in essere, né tantomeno iniziato a parlare di politiche abitative, di un piano organico di edilizia popolare, di incentivi per coloro che vivono in affitto, di agevolazioni fiscali per i proprietari con case occupate. La Circolare sembrerebbe un placebo securitario e ripristinatorio di un ordine fittizio e indecente, fautore di un esodo di migliaia di persone senza una casa.
Il Ministro dell’Interno Salvini ha l’intento di tinteggiare le occupazioni abusive quale un unicum composto da situazioni di approfittamento da parte di taluni ‘furbi’ nei confronti di inermi proprietari, scimmiottando e demansionando la problematica tanto vasta e rilevante dell’emergenza abitativa. Attualmente infatti sono 1,7 milioni le famiglie a rischio di povertà abitativa, e sono in aumento le richieste di alloggi a canone ridotto, ma le liste di attesa municipali contano circa 650 mila persone. Si contano 750.000 nuclei familiari che vivono in un alloggio pubblico, ossia un terzo dei potenziali bisognosi.
Tutt’altro che una furberia
3 notes
·
View notes
Link
18 feb 2021 12:33 DRAGHI LO HA RIDIMENSIONATO, I PM PASSANO A RAGGI X IL SUO LAVORO: SI STRINGE IL CERCHIO INTORNO A DOMENICO ARCURI (NON INDAGATO), NEL CASO DELL'AFFIDAMENTO DI 1,25 MILIARDI A TRE CONSORZI CINESI PER L'ACQUISTO DI 800 MILIONI DI MASCHERINE - ARCURI, CHE NEGA DI CONOSCERE MARIO BENOTTI, AVREBBE AVUTO CON QUEST'ULTIMO 1282 CONTATTI TELEFONICI E VIA SMS TRA IL 2 GENNAIO E IL 6 MAGGIO 2020 - POSSIBILE CHE ARCURI NON SI SIA ACCORTO CHE UNA PARTE DEI SUOI ORDINI PASSAVA ATTRAVERSO QUELLI CHE IL GIP DEFINISCE "FREE LANCE IMPROVVISATI DESIDEROSI DI SPECULARE SULL'EPIDEMIA", GENTE CHE "SPERAVA NEL LOCKDOWN A NOVEMBRE" PER "FARE AFFARI LUCROSI"?
1 - I MEDIATORI D'ORO DI ARCURI: «SPERIAMO NEL LOCKDOWN»
Chiara Giannini per "il Giornale"
«Speriamo che a novembre esploda», ovvero che ci sia un lockdown nazionale. Perché così quella che l'inchiesta della procura di Roma descrive come una cricca internazionale, avrebbe fatto «lucrosi affari» sulla pandemia. Era quanto si augurava uno degli indagati nella maxi inchiesta sulle mascherine da parte della Procura di Roma sull' affidamento di 1,25 miliardi fatto dal commissario per l'emergenza Domenico Arcuri a tre consorzi cinesi per l'acquisto di 800 milioni di dispositivi di protezione avvenuto attraverso l'intermediazione di alcune imprese italiane.
A parlare è Jorge Solis, che nelle intercettazioni della Finanza riporta anche: «Questo è un lavoro che si fa senza valigetta». Sono stati i finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza a eseguire una serie di sequestri preventivi, nei confronti di un gruppo di persone accusate, in concorso tra loro, del reato di traffico di influenze illecite (aggravato dal reato transnazionale) oltre che, a vario titolo, di ricettazione, riciclaggio e auto-riciclaggio.
Gli indagati sono Andrea Vincenzo Tommasi, che era ai vertici della società Sunsky srl, il giornalista in aspettativa dalla Rai Mario Benotti, Antonella Appulo, Daniela Guarnieri, Jorge Edisson Solis San Andrea, Daniele Guidi, Georges Fares Khozouzam e Dayanna Andreina Solis Cedeno. Le altre società entrate nell' inchiesta sono la Partecipazioni Spa, la Microproducts It Srl e la Guernica Srl.
Grazie a due provvedimenti giudiziari, i finanzieri hanno sottoposto a sequestro le quote societarie della Guernica s.r.l., disponibilità finanziarie, polizze assicurative, immobili a Roma, Pioltello (MI) e Ardea (RM), auto e moto di lusso, gioielli, orologi di pregio e uno yacht, per un valore totale di circa 70 milioni di euro.
Ma qual è l'accusa? Aver sfruttato i legami con la struttura commissariale per percepire commissioni per decine di milioni di euro dai consorzi cinesi affidatari delle forniture (in particolare, mascherine chirurgiche FFP2 e FFP3).
Secondo quanto si legge nei due decreti di sequestro, «Mario Benotti, sfruttando le sue relazioni personali con Domenico Arcuri, si faceva promettere e quindi dare indebitamente da Andrea Tommasi, il quale agiva in concorso per previo concerto con Daniele Guidi, e Jorge Solis, la somma di 11.948.852, confluita per 8.948.852 sul conto della Microproducts srl di Daniela Guarnieri, (compagna di Benotti ndr) e per 3 milioni di euro sul conto della Partecipazioni spa di Georges Khozouzam quale remunerazione indebita della sua mediazione illecita, occulta e fondata sulle relazioni personali con Arcuri».
Ciò che salta all'occhio sono i numerosi contatti telefonici e via sms tra Benotti e Arcuri. 1.282, secondo le carte, intercorsi tra il 2 gennaio (quando Arcuri non era ancora stato nominato nel suo ruolo) e il 6 maggio 2020. Arcuri, dalla sua, qualche giorno fa ha fatto inviare una nota a una trasmissione televisiva in cui nega di conoscere Benotti, ma lo stesso, in una successiva puntata di un altro talk show, chiarisce: «Se il commissario Arcuri ritiene di non conoscermi e lo dice, se ne assumerà le sue responsabilità».
L'ufficio stampa fa sapere che «la struttura commissariale e il commissario Arcuri (estranei alle indagini) sono stati oggetto di illecite strumentalizzazioni da parte degli indagati». E ancora: «La struttura commissariale e il commissario continueranno a fornire la più ampia collaborazione agli investigatori. Nella loro veste di parti offese hanno già richiesto ai loro legali di valutare la costituzione di parte civile in giudizio per ottenere il risarcimento del danno».
In una conversazione tra Benotti e la compagna, del 20 ottobre scorso, lo stesso si rammarica che Arcuri ha interrotto l'interlocuzione con lui. A rassicurarlo è un funzionario della struttura commissariale, tal Mauro Bonaretti, che Arcuri non vuole parlargli per tutelarlo: «Voglio evitare che Mario si sporca...lo voglio avvisare di questa situazione». E prosegue: «Mi ha detto di non farti vivo in questa fase, di lasciarlo un attimo per evitare casini». Benotti, che con Bonaretti si vanta di aver praticamente organizzato l'intera fornitura di mascherine, ha il sospetto che qualcosa stia loro per «arrivare addosso». L'inchiesta lo conferma.
2 - DRAGHI E LE TOGHE LIQUIDANO IL METODO INVITALIA I PIENI POTERI NON FRENANO SPECULATORI E RITARDI
Giuseppe Marino per "il Giornale"
«Non dobbiamo limitare le vaccinazioni in luoghi specifici, spesso ancora non pronti: usare tutte le strutture disponibili, pubbliche e private». La frase con cui Mario Draghi liquida rade al suolo le «primule» di Domenico Arcuri arriva intorno alle 11, primo argomento concreto del discorso sulla fiducia, non appena esauriti i preamboli.
Intorno a mezzogiorno viene diramata la notizia che il nucleo valutario della Guardia di finanza di Roma sta eseguendo un ordine di sequestro da 70 milioni di euro legato all'inchiesta sulle mediazioni d'oro per una enorme partita di mascherine importate dalla Cina su mandato dello stesso Commissario straordinario all'emergenza. Si conferma la solita legge italica delle coincidenze per cui l'indebolimento politico coincide spesso con tempestivi infortuni giudiziari.
Non si tratta di fare dietrologia, ma solo di prendere atto che il cambio di fase politica si sta manifestando con più rapidità di quanto possa apparire. Per un anno il plenipotenziario di Conte ha esercitato un potere assoluto su un numero crescente di materie, con il piglio arrogante di chi non sopporta le critiche e le liquida con supponenza, vedi le frecciate ai «liberisti da divano», o il fastidio per le domande dei giornalisti.
Ora inevitabilmente, arriva lo scrutinio su come sono stati spesi i dieci miliardi gestiti dalla struttura commissariale. Arcuri, va detto, non è nemmeno indagato nell' inchiesta della procura di Roma e della Guardia di finanza sui guadagni d'oro dei mediatori «informali» che hanno importato dalla Cina guanti e mascherine per centinaia di milioni. Sono al vaglio i rapporti tra il giornalista Mario Benotti che si era offerto di usare i suoi contatti cinesi per procurare guanti e mascherine a miliardi e Arcuri, che in seguito ha negato questi rapporti.
Per la Procura invece, Benotti ha agito «su esplicita e reiterata richiesta, orale e scritta, del Commissario all'emergenza Covid-19», ma avrebbe incassato commissioni milionarie dalle aziende che vendevano il materiale. Il colmo è che agli indagati si contesta il reato di «traffico di influenze illecite», cioè la norma anti corruzione fortemente voluta dai grillini. Ma non è questo il punto: la vera questione è politica prima che giudiziaria.
Arcuri ha fortemente condizionato il mercato delle mascherine mettendo in difficoltà tante aziende italiane, con lo scopo dichiarato di rendere l'Italia autonoma dall' import cinese per settembre, e invece i carichi dall' Oriente continuano ad arrivare. E proprio Arcuri, che prometteva battaglia alle speculazioni, non si era accorto che una parte consistente dei suoi ordini passava attraverso quelli che il Gip definisce «free lance improvvisati desiderosi di speculare sull' epidemia»? Gente che «sperava nel lockdown a novembre» per «fare affari lucrosi».
Stavolta però, sia pure di un'ora, la politica è arrivata prima. Il discorso del premier non è solo un requiem per le «primule», i costosi e inutili gazebo di Arcuri. L' invito di Draghi a usare per le vaccinazioni «tutte le strutture disponibili, pubbliche e private» suona come una svolta rispetto alla gestione ipercentralizzata che vedeva Arcuri collezionare incarichi e una generale diffidenza verso il privato figlia della fede statalista su cui era costruito il patto di potere dei giallorossi.
Non si sa ancora se il governo deciderà di fare a meno di Arcuri o di sfoltire il portafoglio infinito dei suoi incarichi. Però una cosa è certa: non sarà più così centrale. Ieri la Protezione civile ha avviato un censimento dei volontari per programmare la loro vaccinazione che appare prodromica al loro massiccio impiego nella campagna di distribuzione del siero. Ma si andrà oltre: il modello è quello dei tamponi, a lungo gestiti in modo centralizzato creando code e ritardi terminati solo quando lo Stato ha ceduto il monopolio.
0 notes
Text
Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, al via un progetto scuola-lavoro a Napoli
Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, al via un progetto scuola-lavoro a Napoli. Si è tenuta presso l'Istituto tecnico per geometri "Della Porta-Porzio” la presentazione del percorso "Legalità e cultura dell'etica. Beni confiscati alla criminalità organizzata. Progetto di valorizzazione", fortemente voluto dal Comune di Napoli. Gli alunni dell'Istituto – in seguito alla sottoscrizione di una specifica convenzione - forniranno al Comune il loro contributo per il censimento di 15 immobili confiscati alla criminalità organizzata, realizzando sopralluoghi e redigendo schede di sintesi (una sorta di carta di identità) di ogni bene, dalla quale si evincano lo stato di fatto, le condizioni manutentive, la conformità urbanistico–edilizia e la sanabilità di eventuali opere abusive. L'obiettivo è individuare le azioni più idonee per il riutilizzo dei beni confiscati, valorizzandoli a fini di pubblica utilità e assicurandone la restituzione alla collettività. Questo ambizioso progetto, che si inquadra nella disciplina dell'alternanza scuola–lavoro ai sensi del D.L. n. 77/2005 per assicurare ai giovani l'acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro, consentirà di consolidare un efficace rapporto tra l'Amministrazione comunale e i giovani studenti, che forniranno l'apporto tecnico utile a velocizzare le procedure amministrative per la valorizzazione e la destinazione sociale dei beni confiscati.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Photo
Nuovo post su https://is.gd/rvACmx
L’antichissima e nobile famiglia Imperiale, da Genova in Terra d’Otranto (quarta parte)
di Mirko Belfiore
Andrea, figlio di Michele III Senior, fu mandato a Roma per studiare e formarsi nell’atmosfera ecclesiastica, accanto alla figura dell’illustre prozio Giuseppe Renato. Il carattere del giovinetto non fu mai affine alle vicende romane, quest’ultime intrise di frivolezze e pomposità, caratteristiche che si scontravano pienamente con l’atteggiamento chiuso e sensibile del principino, dedito più che altro alla meditazione e al ripiegamento interiore. Dovette comunque accettare le nozze imposte dal padre con Anna Caracciolo figlia di Giuseppe dei principi della Torella, nipote del signore di Avellino, il 30 giugno del 1717. L’unione portò alla nascita dell’erede Michelino Juniore, nato il 7 luglio del 1719 a Francavilla, evento gioioso che non migliorò, in nessun modo, i rapporti fra padre e figlio, divisi profondamente da due temperamenti agli antipodi. Mentre in Michele era forte il richiamo ai valori feudali e alla tutela del prestigio del Casato, per Andrea tutti questi obblighi erano superflui e inutili.
Importante fu, la politica di promozione economica e di ristrutturazione urbanistica che questo Michele III attuò e sostenne nel feudo di Francavilla. Segni indelebili del suo interesse, sono rimaste le imponenti opere urbane realizzate a Francavilla; la citta si sviluppò intorno ai tre grandi assi viari che vennero tracciati simultaneamente: “la strata longa” o via Michele Imperiali, via Simeana, chiamata così in onore della principessa Irene, sua moglie, e via del Carmine, oggi denominata via Roma. Numerosi inoltre furono gli interventi al Castello, nel cui ampliamento profuse grandi somme di denaro. La dimora subì un imponente ristrutturazione, tanto importante da trasformarla in una residenza aristocratica che non aveva nulla da invidiare alle corti del Regno di Napoli. Una volta succeduto all’avo, anche il giovane Michele IV (1719-1782), si profuse in opere di munificenza e di sviluppo, della città e della sua cittadinanza.
ritratto di Michele IV Imperiale Juniore – (Anonimo, XVIII secolo, olio su tela, trafugato).
Dopo la battaglia di Bitonto del 1734 e la conseguente liberazione del Regno di Napoli dagli austriaci, nel Meridione si venne a insediare una nuova dinastia, con Carlo III di Borbone, figlio del re di Spagna Filippo V.
La situazione economica disastrosa e la persistenza del baronaggio aristocratico, ormai a discapito anche delle classi più dinamiche come la borghesia mercantile straniera adeguatesi alla mentalità tipicamente meridionale, non fermarono la politica illuminata del nuovo reggente. Questa nuova linea fu favorita dalla presenza di un uomo forte e intelligente, il ministro delle Finanze Bernardo Tanucci, il quale con un’azione decisa, compì una serie di riforme strutturali radicali: riduzione dell’immunità ecclesiastica, creazione di un catasto e di un censimento, tassazione uguale per tutte le proprietà, politica di promozione economica delle industrie e tentativo di eliminazione del muro di monopoli e appalti, vero e proprio potere occulto della baronia locale. Il Tanucci, prima di essere rimosso dal suo incarico nel 1777, a causa delle divergenze con Carolina d’Asburgo, moglie dell’erede Ferdinando IV di Borbone, succeduto al padre Carlo III a sua volta nuovo Re sul trono di Spagna, architettò una vera e propria “trappola” ai danni dei feudatari locali per poter eliminare, nel Regno, quel fenomeno parassitario che era il feudalesimo.
Stabilì che lo Stato potesse disporre dei propri beni per la pubblica utilità, dichiarò nulla qualsiasi bolla papale non approvata precedentemente dal re e con estrema furbizia riempì di onori e titoli questa aristocrazia passiva con l’intento di allontanarla dai loro possedimenti e con la speranza che questi ne perdessero l’interesse.
In questo tranello cadde Michele IV Juniore, il quale attirato dalle cariche conferitegli: Maggiordomo Maggiore di Sua Maestà Siciliana, Gentiluomo di Camera e Gran Camerario, insieme alla vita mondana della capitale, dimorò spesso e volentieri fuori dai suoi feudi prendendo residenza a Napoli.
Nel 1740, convolò a nozze con Eleonora Borghese figlia di Camillo, principe di Sulmona. Secondo le fonti, la Principessa ebbe subito modo per farsi amare dai suoi sudditi e l’occasione arrivò, funesta, durante il terremoto del 20 febbraio 1743, evento sismico che sconvolse buona parte della Puglia meridionale. La principessa Borghese dimostrò grande solidarietà umana, non disdegnando di partecipare in prima persona all’opera di soccorso, portando il conforto della sua presenza e sostituendo in modo egregio il marito che si trovava a Napoli.
Ritratto di Michele III Imperiali Seniore (Anonimo, XVIII secolo, olio su tela, Francavilla Fontana, Castello-residenza).
Grazie alla munificenza del Principe, inoltre, fu possibile ricostruire gli edifici compromessi dal sisma: fra tutti ricordiamo la Chiesa Matrice, il convento di Santa Chiara e quello dei Frati Cappuccini. Michele IV contribuì, inoltre, al compimento dei lavori del Castello, completati nel 1739.
Con il passare del tempo però le soste degli Imperiale a Francavilla divennero sempre più rare. Nel 1755 Michele IV prese in affitto una sontuosa dimora per milleseicento ducati l’anno, che fece decorare a proprie spese, per poter ospitare degnamente la nobiltà della capitale e lo stesso re Carlo III. Il Principe morì a Napoli il 10 febbraio 1782 . Non avendo avuto figli, dichiarò suo erede universale il marchese di Latiano Vincenzo Imperiale figlio di Giovanni Luca, suo cugino; ma questi non essendo l’erede naturale, fu contrastato dal Regio Fisco, il quale forte di un diritto di prelazione sui feudi, iniziò il processo di devoluzione annotando e sequestrando tutti i beni e i possedimenti.
Latiano, chiesa del SS. Crocifisso, muro perimetrale, particolare dello stemma lapideo (ph Domenico Ble)
Il Marchese però, fece opposizione. Si aprì un processo che durò a lungo e nel 1785 si stabilì che tutti i beni immobili degli Imperiale, sarebbero passati al Fisco. La disputa quindi si risolse con un accordo e l’erede venne liquidato con la somma di trecentosettantacinque mila ducati, tutti i beni mobili presenti nelle residenze, come gioielli, argenti, librerie, attrezzatura del teatro e i titoli di Marchese di Oria e di Principe di Francavilla. Lo Stato procedette alla vendita dei singoli beni del feudo ai migliori offerenti, decretandone così lo smembramento.
Per la prima parte:
L’antichissima e nobile famiglia Imperiale, da Genova in Terra d’Otranto (prima parte)
Per la seconda parte:
L’antichissima e nobile famiglia Imperiale, da Genova in Terra d’Otranto (seconda parte)
#Andrea Imperiali#Anna Caracciolo#Cardinale Lorenzo Imperiale#Eleonora Borghese#famiglia Imperiale#Giuseppe Renato Imperiale#marchese di Latiano#marchese di Oria#Michele Imperiale#Mirko Belfiore#priincipe di Francavilla#terremoto del 20 febbraio 1743#Vincenzo Imperiale#Pagine della nostra Storia#Spigolature Salentine
0 notes
Text
Rimozione e smaltimento amianto in Calabria
New Post has been published on https://calabriawebtv.com/rimozione-e-smaltimento-amianto-in-calabria/
Rimozione e smaltimento amianto in Calabria
Regione Calabria e Arpacal lanciano una campagna di censimento degli immobili di proprietà pubblica contenenti amianto e pre-adesione alla procedura per la concessione di contributi per la rimozione e lo smaltimento dei manufatti contenenti amianto.
Con Decreto n. 688 del 31/01/2020, il Dirigente Generale del Dipartimento regionale Ambiente e Territorio, in collaborazione con il Centro Regionale Geologia e Amianto di ARPACAL, ha reso noto, mediante Avviso pubblico, che “tutte le Amministrazioni Pubbliche possono presentare la documentazione volta alla individuazione della presenza di amianto ed alla determinazione delle priorità di intervento con contestuale pre-adesione alla procedura regionale di incentivazione e finanziamento di lavori di rimozione e smaltimento dell’amianto con l’obiettivo di ridurne la presenza in manufatti, fabbricati ed edifici pubblici con priorità per strutture scolastiche di ogni ordine e grado, ospedali e case di cura.
Le Amministrazioni Pubbliche interessate possono presentare apposita documentazione, in schema al suddetto Avviso, all’indirizzo pec [email protected] entro e non oltre il termine delle ore 12.00 del 02 aprile 2020″.
Articolo precedenteSanremo: A Fausto Leali il Premio “Numeri Uno – Città di Sanremo” realizzato da Affidato
0 notes
Text
“Fotografare Fabrizio voleva dire viverlo, respirarlo”. Al SI Fest, il festival di fotografia più longevo d’Italia, il più bello è De André. Parola di Alessandro Carli, pardon, Carlo Alessandri
“Per me io sono colei che mi si crede!”. Risponde così la Signora Ponza alla fine del terzo atto di “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello a chi cerca di darle una dimensione.
*
In mostra al Si Fest: Lady Tarin, “Guiltless”
“Io per me sono colui che mi si crede”. Scrivo così, non prima di aver ringraziato Alessandro Albert e Paolo Verzone, già vincitori del World Press Photo 2001 e 2009 che nel 2016, in occasione di un censimento fotografico sul guado del fiume Rubicone, mi hanno scelto come modello. Oggi, a distanza di tre anni, quel progetto è finito in piazza a Savignano, appeso sui fili come si fa con i panni che devono essere asciugati. L’amico Johnny, sabato 14 settembre, mi avverte con un WhatsApp che sono in piazza. Mi manda una foto e mi scrive “Il gemello”. Non ho gemelli, grazie al cielo (sarebbe un dramma per l’umanità), e a memoria non sono nemmeno del segno dei gemelli. Guardo la foto che mi ha inviato: “Carlo Alessandri”. Albert e Verzone mi hanno donato un Avatar, un nuovo personaggio, un alter ego con cui giocare e firmare i pezzi, ergo il mio viaggio al “Si Fest” 2019 sarà firmato da due persone distinte e distanti: Alessandro Carli e Carlo Alessandri. Hanno qualcosa in comune, Alessandro e Carlo: la stessa t-shirt, lo stesso orologio. Sono solo cambiati gli occhiali, ma solo per questioni di miopia, e i capelli, che oggi sono più corti. Per il resto, il tempo è stato abbastanza gentile con me…
*
“Lessi Croce, l’Estetica, dove dice che tutti gli italiani fino a diciotto anni possono diventare poeti, dopo i diciotto chi continua a scrivere poesie o è un poeta vero o è un cretino. Io, poeta vero non lo ero. Cretino nemmeno. Ho scelto la via di mezzo: cantante”. FdA.
*
Il fiore ha molti petali, tutti più o meno colorati. Alcuni però non lo sono, e non per colpa della siccità: scegliere gli opposti assoluti – il bianco e il nero – è una questione di poetica, di sensibilità. Qualche volta di furbizia: incoccare la freccia è un obiettivo preciso. Oggi che tutto è cromaticamente saturo, puntare sull’a-colore (che poi il b/n è, a tutti gli effetti, una variazione dell’arcobaleno) significa far finta di amare il passato. Significa carnevalarsi dell’attualità e giocare con la nostalgia. Un esercizio di stile, un nido sicuro in cui abitare l’abitabile, quello che accade, e forse qualcos’altro .
*
A Savignano sul Rubicone (FC) sono i giorni della vendemmia artistica: il SI Fest, il festival di fotografia più longevo d’Italia (è alla sua 28eesima edizione) che quest’anno è stato ri-curato dallo straordinario Denis Curti (lo avevano già chiamato nel ruolo di direttore artistico dal 2001 al 2006), offre agli sguardi dei visitatori e degli appassionati una panoramica di scatti immobili, una finestra da cui affacciarsi sulla prudenza e sulla bellezza. Una vertigine sul limen del titolo della rassegna, “Seduzioni. Fascinazione e mistero”, tre rette che conducono verso un altrove di corpi, visi, sorrisi, tette, culi, oggetti, estraniazioni. Di profumi, di poetiche opposte e stridenti, di certezze, di orgoglio, di sublimazione del sé, qui innalzato sulla soglia del paradiso. Chi fa le foto ci crede, e si crede un Dio sceso sulla terra. Insomma, l’oggi più nudo, più sociale, più autenticato. E forse più patinato, sopraesposto, annegato in una produzione tragica e abbondante di immagini che circonda e scandisce il tempo dell’uomo.
*
“A Fabrizio non piaceva farsi fotografare. Amava però lasciarsi guardare e se, nelle fotografie, riusciva a riconoscersi, a trovare qualche traccia di sé per lui inedita o inattesa, allora poteva nascere un rapporto di fiducia e di amicizia. O, piuttosto, un libero e spontaneo interfacciarsi”.
*
Nel progetto fotografico di Alessandro Albert e Paolo Verzone, Alessandro Carli (con la lingua) è diventato “Carlo Alessandri”
Fabrizio è ovviamente Fabrizio De André, il maestro dei maestri, poeta assoluto. Ma maestro è anche l’ottimo Guido Harari che negli anni ha “fermato” Faber più e più volte ancora. Le foto, alcune foto, sono racchiuse in Sguardi randagi, visibili al “Monte di Pietà”, (via del Monte di Pietà, 1) anche nei prossimi due fine settimana, quello del 21 e 22 settembre e quello dopo, 28 e 29.
*
“Fotografare Fabrizio voleva dire viverlo, respirarlo, accettare il confronto con il suo carattere, la sua immaginazione, la sua cultura. Godere, con umiltà e gratitudine, del ticchettio della sua intelligenza, assecondando i suoi tempi, le manie, le esigenze, procedendo per piccoli spostamenti creativi, da un’idea all’altra, o proprio senza nessuna idea. Come scrive James Hillman, si guarda l’altro per vederlo dentro. Potevano bastare una giacca buttata sulla sedia, una bottiglia di whisky e una chitarra, o un attimo di estraniamento, di salvifica solitudine agguantata in mezzo all’incedere della vita. Esserci, consapevoli della propria fortuna, questo contava con Fabrizio, per parlare o, più umilmente, ascoltarlo parlare. O non parlare affatto. Definendomi ‘aforistico’, aveva colto la mia predisposizione all’ascolto piuttosto che alla prevaricazione con inutili parole. Non mi riusciva di vederlo come una persona qualunque: Fabrizio era fuori dall’ordinario in tutto. Quando gli raccontavi qualcosa di te, non stava semplicemente ad ascoltare, ma partecipava, e il suo modo di pensare e porgere i pensieri era una scintilla poetica, una sintesi evocativa come la sua voce. Capitava che la macchina fotografica non fosse il miglior viatico al ‘vivere Fabrizio’. Ci sono stati attimi di pudore e di sospensione, quando la fotografia ha preferito cedere il passo al semplice senso delle cose, senza rimpianti. Ma, riguardando oggi queste fotografie, riesco a sentire di nuovo la voce e le parole di Fabrizio, spezzando così il silenzio dell’assenza. ‘Preferisco leggere che vedere’ diceva, ma il bello delle immagini qui è che spesso raccontano anche l’invisibile, il fuori scena, le emozioni e l’unicità dei momenti trascorsi insieme. In questo senso ‘Sguardi randagi’ vuole condividere frammenti di una vita straordinariamente complessa e, al contempo, incredibilmente semplice. Viviamo di memoria, di sguardi all’indietro, ancor di più man mano che il futuro si assottiglia. La memoria stessa ci si impone come un’intenzione dell’anima, secondo quanto scrive ancora Hillman: ‘Senza storie non c’è trama, non c’è comprensione, non c’è arte, non c’è carattere; soltanto abitudini, avvenimenti che scorrono davanti agli occhi di un osservatore ozioso, una vita che nessuno legge, una vita perduta nel viverla’. Un materiale così volatile è frutto di assoluta estemporaneità. Sono solo giochi di luci e ombre, per incontrare ancora una volta Fabrizio, in passaggi di tempo e di pensiero”. Guido Harari.
*
Anche Fabrizio De André era un fotografo. Un fotografo di rime e di parole. Anche lui amava fotografare le persone, soprattutto quelle che non avevano voce. Del resto le fotografie sono mute…
*
I suoi scatti migliori risalgono agli anni Settanta. Non al denaro, non all’amore né al cielo è un album, o meglio, un reportage fatto a Spoon River. Prendi uno a uno i ritratti che ha fatto assieme alla Fernanda Pivano: sono perfettamente a fuoco.
C’è Un matto, quindi Frank Drummer, un personaggio ritenuto pazzo e che fu internato in un manicomio perché non riusciva a comunicare i suoi pensieri attraverso il linguaggio.
C’è Selah Lively, un uomo da sempre deriso e vittima di malelingue a causa della sua bassa statura. Un giudice perfido che ha “il cuore troppo vicino al buco del culo”. Quello che, studiando giurisprudenza nelle “notti insonni vegliate al lume del rancore”, diventa giudice e si vendica della sua infelicità attraverso il potere di giudicare e condannare (“Giudice finalmente, arbitro in terra del bene e del male”), incutendo timore a coloro che prima lo irridevano.
C’è Un blasfemo, uno che ha accusato pubblicamente Dio di aver mentito all’uomo “per paura che ormai non avesse padroni” e che per questo è stato perseguitato e imprigionato dal potere costituito: “Non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte / mi cercarono l’anima a forza di botte”. Ora che è morto, il blasfemo non ce l’ha più con Dio, ma con chi sfrutta la religione per esercitare il potere: “E se furon due guardie a fermarmi la vita / è proprio qui sulla terra la mela proibita / e non Dio, ma qualcuno che per noi l’ha inventato / ci costringe a sognare in un giardino incantato”.
C’è Un malato di cuore, quel Francis Turner che muore in quanto il suo cuore non regge la troppa emozione che prova non appena conosce le labbra di una donna. Debole sin dall’infanzia, è costretto a sfiorare la vita senza poterla mai vivere, provando solitudine e invidia verso i suoi coetanei (“come diavolo fanno a riprendere fiato […] e mai poter bere alla coppa d’un fiato, ma a piccoli sorsi interrotti”).
C’è Un chimico, Trainor, il farmacista di Spoon River che non riesce a comprendere l’amore e le unioni tra uomini e donne come invece capisce e controlla le unioni tra gli elementi chimici, motivo per cui non si è mai innamorato o sposato. Ironicamente morì “in un esperimento sbagliato / proprio come gli idioti che muoion d’amore”.
C’è Il suonatore Jones che alla fine muore poverissimo ma in pace (“Finì con i campi alle ortiche, finì con un flauto spezzato / e un ridere rauco e ricordi, tanti / e nemmeno un rimpianto”).
E c’è, ma in un altro rullino (“La buona novella”), la fotografia più bella in assoluto, un’ecografia di bellezza che scende verticalmente negli occhi. Ne Il ritorno di Giuseppe Fabrizio De André firma il suo scatto più cristallino: “E lo stupore nei tuoi occhi / salì dalle tue mani / che vuote intorno alle sue spalle / si colmarono ai fianchi / della forma precisa / d’una vita recente / di quel segreto che si svela / quando lievita il ventre”. La poesia, la fotografia, il ritratto che tutti i padri dovrebbero dedicare alla propria compagna che sta portando dentro di sé la magia più grande, quella di una nuova vita.
*
Le immagini di Guido Harari sono bellissime. Randagie come certi cani che vivono nelle strade, ai margini dell’urbanità, sempre alla ricerca di una carezza, un’attenzione o di un pasto. Come quella che ritrae Faber che dorme sdraiato per terra vicino a un termosifone, distrutto dall’alcol o dalla stanchezza. “Durante le prove in vista dei concerti cominciava un piccolo gioco di sparizioni e avvistamenti, come quando, vagando per i camerini del palasport di Bologna, me lo ritrovai sdraiato contro un termosifone, che dormiva. Nacque così una delle immagini a cui tutt’e due siamo rimasti più legati, e che lui volle commentare parafrasando il testo de Il pescatore: ‘Col culo esposto a un radiatore s’era assopito il cantautore’. Chi l’aveva mai visto così vulnerabile? Fabrizio, buttato per terra in un angolo al pari dei personaggi di certe sue canzoni. Quando gli mostrai la foto, mi ringraziò e quella fiducia divenne la cifra del nostro rapporto” ha raccontato Guido Harari.
*
A Savignano si aggira Isa Perazzini, la mamma di Marco Pesaresi: una tamerice per energia e forza, attenta ad ogni particolare. Ha il compito di divulgare l’arte di suo figlio, grandissimo fotografo che Rimini ha colpevolmente dimenticato per anni. Da un po’ di tempo la Provincia si è svegliata – lo ha fatto comunque prima quella di Forlì-Cesena – e sta iniziando a capire la sua importanza.
*
SI Fest è anche tanto altro. Marco Craig e il suo lavoro-scoperta della fascinazione verso le icone sportive, la sensualità eroticheggiante degli scatti di Lady Tarin (Guiltless), le burle(sque) di Cesare Cicardini (The New Burlesque). L’ottimo Silvio Canini e i suoi Alieni maledetti, un gioco curioso di ombre marittime, passo successivo al geniale progetto delle “Figurine Canini” di qualche anno fa. Rosangela Betti e la sua valigia vintage degli anni Ottanta che contiene il libro Ana / Lisboa: è incazzata nera, nei prossimi giorni ci vediamo. Ha qualcosa da dirmi…
E i tanti appassionati che camminano lungo la via principale del borgo. “Il dado è tratto” anche quest’anno, lanciato sul tavolo obscuro della camera. C’è poi il portfolio in piazza, una “Corrida” sui generis: i fotografi – dilettanti, amatoriali ma anche già robusti – portano i propri lavori che vengono esaminati da una giuria di esperti. Qualche opera interessante, molte invece lo sono meno. Non volano ciabatte né si ode il famigerato buire ma alcune critiche potrebbero spezzare anche i cavalletti più robusti. Del resto la fotografia è muta. Non parla. Semmai fa parlare di sé.
Alessandro Carli e Carlo Alessandri
*In copertina: una fotografia di Guido Harari dal progetto, “Fabricio De André. Sguardi randagi”
L'articolo “Fotografare Fabrizio voleva dire viverlo, respirarlo”. Al SI Fest, il festival di fotografia più longevo d’Italia, il più bello è De André. Parola di Alessandro Carli, pardon, Carlo Alessandri proviene da Pangea.
from pangea.news https://ift.tt/34Ps8MZ
0 notes
Photo
CPI - Il patrimonio immobiliare della Pubblica amministrazione
Secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) il patrimonio immobiliare della Pubblica amministrazione (PA) ammontava nel 2015 a 283 miliardi di euro a prezzi di mercato. Ma il censimento non è ancora completo, mancano all’appello circa il 30 per cento delle amministrazioni pubbliche e nel calcolo del valore patrimoniale non vengono inclusi i terreni. Il valore del patrimonio della PA è quindi molto più alto, ma gli immobili che potrebbero essere oggetto di valorizzazione o dismissione sono stimati ammontare solo a 12 miliardi. Nonostante ci siano circa 19 milioni di metri quadri di immobili inutilizzati, le Amministrazioni dello Stato hanno pagato nel 2017 circa 830 milioni in locazioni passive.
0 notes