#cedolino
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mchiti · 1 year ago
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in ritardo alla riunione perché sono chiusa al cesso pensando all'inter
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tulipanico · 1 year ago
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Ieri giorno molto triste di realizzazione, stavamo parlando con un gruppo di amici e stavamo letteralmente tutti lavorando. Oggi come consolazione mi è arrivato il cedolino di dicembre e allora quasi dico: che bello lavorare.
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felicenonostantetutto · 9 months ago
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..mio figlio guadagna 7,00 euro all'ora lavorando in una palestra Top di Milano , contratto coco ha preso 600 euro, il cedolino non riporta nulla perché NON ha nulla !! Non ha contributi non ha malattie ne ferie...che dire BUONA FESTA DEI LAVORATORI
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crossroad1960 · 1 year ago
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Date un’occhiata alla vostra busta paga o al cedolino della pensione, alla voce IRPEF e addizionali, poi continuate pure a lamentarvi dell’Europa, dei migranti e della guerra (degli altri)🤡
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abr · 3 months ago
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Caro Brandolini, nasce prima l'uovo o la gallina? Chi produce, chi replica o debunka? E' un costante giro in circolo poco circolare e ancor meno meno economico. Il mainstream media raccoglie quel che ha generato, caro Brandolini. Soprattutto, lo raccolgono i sedicenti "fact checker" su commissione e a cedolino.
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nonsisammai · 1 year ago
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Il Fatto Quotidiano: Ricciardi (M5s) mostra in Aula il cedolino di un medico: “Uno specializzando prende 1650 euro al mese,…
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archivio-disattivato · 1 year ago
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https://www.meltingpot.org/2023/09/trattenere-e-umiliare-procedure-hotspot-a-porto-empedocle/
Trattenere e umiliare: procedure hotspot a Porto Empedocle
Il rapporto sul monitoraggio del progetto Mem.Med (Memoria Mediterranea)
22 Settembre 2023, di Silvia Di Meo e Yasmine Accardo, Mem.Med (Memoria Mediterranea)
Con i numerosi arrivi di persone via mare sull’isola di Lampedusa, è stata istituita una tensostruttura sulle coste siciliane di Porto Empedocle dove le persone vengono trattenute in condizioni critiche per espletare le procedure di identificazione e foto segnalamento. Davanti alle carenze strutturali, al sovraffollamento e alle violazioni di diritti, le persone migranti protestano.
La tensostruttura di Porto Empedocle
“No care, no help, no travel, no food”. Sono queste le parole scritte su un foglio di carta che Khaled sventola in mezzo alla strada principale di Porto Empedocle. Lui e Mohamed sono due minori somali approdati sull’isola di Lampedusa e poi trasferiti nella tensostruttura di Porto Empedocle dove stazionano ormai da 5 giorni. La situazione che sperimentano è chiara: “No freeedom” sintetizza Mohamed. 
Li incontriamo insieme a centinaia di persone MSNA senza tutori e richiedenti asilo di diversa nazionalità, età e genere che nel corso di quest’ultima settimana sono state trasferite all’interno del campo empedoclino in attesa di essere ricollocate in centri di accoglienza in Sicilia e in altri luoghi della penisola. 
Infatti, la tensostruttura collocata nel porto della cittadina agrigentina è da diversi mesi il secondo approdo delle persone migranti che giungono via mare a Lampedusa e che, a fronte dei numeri esponenziali di arrivi sull’isola delle Pelagie, sono stati spostati rapidamente sul territorio siciliano per alleggerire l’hotspot di Lampedusa. 
La tensostruttura – che consiste in un piazzale di cemento dove sono collocati due tendoni, 18 bagni chimici e poche docce esterne – è un’area di sbarco temporanea che la Prefettura di Agrigento sembra utilizzare per identificare e smistare le persone migranti, coadiuvando di fatto le attività di pre-identificazione implementate dalle autorità nell’hotspot di Lampedusa. La tensostruttura è quindi un secondo punto di approdo in cui le persone – trasferite qui anche poche ore dopo lo sbarco lampedusano attraverso le navi traghetto Galaxy – vengono foto segnalate e viene rilasciato loro un numero identificativo. Si tratta di un numero stampato su un quadratino di carta senza cedolino e senza foto. 
Qui le persone – donne, uomini, minori e famiglie originarie della Guinea Conakry, Costa D’Avorio, Senegal, Gambia, Burkina faso, Camerun, Sierra Leone, Giordania, Egitto, Tunisia, Siria, Mali, Sudan, Somalia, Etiopia, Liberia  – stazionano per giorni e giorni, trattenute in maniera prolungata all’interno di un campo di cemento, presidiato dalle forze dell’ordine e gestito dal personale della Croce Rossa, dove sono praticamente assenti rappresentanti delle organizzazioni umanitarie, grandi e piccole.
Nonostante il trattenimento dovrebbe durare solo il tempo necessario all’identificazione e alla disposizione del trasferimento, il transito non è breve e sembra durare una media di almeno 5 giorni. In questo tempo, alle persone è impedito di uscire dal cancello principale pertanto queste sono costrette, a causa della totale invivibilità del luogo, a saltare dalle recinzioni laterali e posteriori per cercare all’esterno aiuto, cibo, contatti, informazioni, libertà. 
Le persone trattenute in questo luogo raccontano di non aver ricevuto alcuna informativa relativa all’accesso ai loro diritti, alla protezione internazionale o altre forme di tutele. Inoltre riferiscono di essere trattate come animali in gabbia: il campo infatti è senza letti, sedie, tavoli e le persone stazionano stese a terra – i più fortunati su cartonati di non precisata origine – sotto il sole cocente, in uno spiazzale ricoperto di spazzatura, cassonetti e avvolto dall’odore pungente dell’urina. Le persone riferiscono di vivere in stato di continua incertezza e forte stress dipendente non solo dalle condizioni strutturali di invivibilità del campo ma anche a causa dell’attesa prolungata di un trasferimento in accoglienza che sembra non arrivare mai.
E mentre si passa la giornata nell’afa di settembre – tra un cambio turno delle forze dell’ordine e un’intervista ufficiale rilasciata dalle autorità ai giornalisti – arrivano da Lampedusa traghetti carichi di almeno altre 400 o 500 persone migranti che vengono scortate fino all’ingresso del centro e fatte entrare nei piccoli vuoti di spazio rimasti nel piazzale. Qui le persone vengono sottoposte ad un appello pubblico, senza alcun rispetto della privacy e attraverso l’uso esclusivo delle lingue veicolari principali: francese, inglese, arabo.
In queste giornate di permanenza, qualche turista passava per il porto e fotografava le persone dietro le sbarre, qualche locale si lamentava del “disagio”, qualche giornalista riprendeva quelle persone trattenute che si infuriano dopo l’ennesima giornata di prigionia. 
In questo circo periferico, la tensostruttura di Porto Empedocle risulta una zona d’ombra rispetto alle luci dello “spettacolo Lampedusa” che continua ad avere i riflettori puntati sulle proprie coste. Eppure nel corso della settimane le persone trattenute in questo piccolo piazzale – senza assistenza legale, sanitaria e libertà personale; senza letti, senza sufficienti professionisti medici e sociali, con carenze alimentari e patologie mediche – sono  state più di 1.000, di cui l’80 per cento costituito da MSNA e altre figure cosiddette vulnerabili.
Le proteste delle donne
Il malessere è progressivamente cresciuto e così le manifestazioni di scontento delle persone trattenute. Diversi gruppi di persone hanno iniziato delle proteste per la condizione di trattamento disumano a cui sono costrette a Porto Empedocle: l’inadeguatezza alimentare – pane con formaggio e pomodoro a tutti i pasti, cibo in quantità e in qualità insufficiente – l’assoluta promiscuità senza separazioni spaziali tra uomini e donne, l’esposizione ad ulteriori condizioni di violenza e soprattutto la condizione di privazione della libertà. 
Nella giornata del 19 settembre, un gruppo di donne minori guineane ha dato avvio ad una protesta femminile davanti al cancello principale della struttura, al grido di: “Liberateci! Liberateci! non siamo prigioniere, lasciateci andare!” Le ragazze sono dunque salite sul muro che delimita la struttura e hanno cominciato a gridare e ad arrampicarsi, tentando di scavalcare le inferriate. 
Le donne hanno poi occupato l’ingresso della tensostruttura sedendosi a terra in segno di protesta. Questa condizione di esposizione alla violenza, a cui specifiche categorie di persone vulnerabilizzate – quali le donne e i MSNA, sono sottoposte – connota la gestione disciplinante di una struttura ideata e pensata come “deposito” di persone. 
Persone che, giunte dalla violenta Sfax in Tunisia o dalla Libia, vivono un processo costante di sopraffazione, sottoposte a gravi violazioni di diritti e a continue forme di abuso, coercizione e limitazione della libertà che continuano ad essere raccontate, gestite e strumentalizzate a livello pubblico – tanto da politici che da giornalisti – come normali conseguenze di una condizione emergenziale. Un’emergenza che giustifica e normalizza il trattamento riservato ai neo sbarcati sulle coste nord del Mediterraneo, destinati ad essere “ritirati” e “riconsegnati” dai vari porto mediterranei, come abbiamo sentito dire in queste ore da chi gestisce la tensostruttura.
Tuttavia le persone migranti non sono inermi e continuano ad opporsi a questo controllo violento. Le diciassettenni guineane hanno preteso di avere nel piazzale un’area femminile di loro uso esclusivo, poiché ormai da più di 7 giorni erano completamente esposte senza alcuna tutela, preoccupate delle possibili violenze nel centro. Nei giorni successivi, esasperate, hanno scavalcato il muro del centro per cercare all’esterno un minimo di libertà e benessere. Due di loro erano fortemente indebolite da patologie pregresse che non erano state adeguatamente attenzionate e, per le strade del centro empedoclino, cercavano cibo e acqua.
Tra le numerose donne qui detenute, ce n’erano varie in stato di gravidanza. Alcune di loro sono state trasferite in ospedale per partorire e subito dopo ricollocate nella tensostruttura, senza i loro figli neonati.
Molte delle persone incontrate si trovavano in evidente stato di disidratazione e deprivazione fisica, nonché di forte sofferenza psicologica dipendente dal trattenimento prolungato e dalla mancanza di contatti con il mondo esterno. Tutti i trattenuti cercavano la possibilità di comunicare con le famiglie di origine o con conoscenti, desiderosi di avvisare i propri familiari del loro arrivo, non avendo potuto farlo nonostante l’approdo fosse avvenuto ormai da quasi una settimana.
Stazione di transito, trattenimento e deportazione
Questa stazione di transito e identificazione successiva a Lampedusa, sarà nelle prossime settimane potenziata e al posto della tensostruttura verrà adibito una struttura facente ufficialmente funzione hotspot, che sta nascendo dai lavori in corso in queste ore. Il Prefetto di Agrigento, Filippo Romano ha dichiarato che: “l’hotspot di Porto Empedocle sarà collegato a quello di Lampedusa dalla stessa gestione, la Croce Rossa (…) I due hotspot devono essere visti come una sorta di ponte: quello di Lampedusa accoglie in prima battuta e quello di Porto Empedocle instrada, il più velocemente possibile, verso i pullman“.
In continuità con la gestione migratoria che ha caratterizzato le politiche europee negli anni passati, l’unico “ponte” finanziato e promosso è quello che conduce alla sorveglianza, all’umiliazione, allo smistamento e incanalamento giuridico di persone che vengono irregolarizzate, dove il dispositivo della detenzione continua ad essere principale strumento di controllo degli spostamenti umani.
Questa modalità di controllo della mobilità delle persone in arrivo alla frontiera siciliana è da inquadrare nelle nuove riforme promesse dal governo: il rafforzamento a livello nazionale del sistema detentivo del CPR, con nuove strutture e un periodo di trattenimento esteso a 18 mesi; l’introduzione di nuovi centri identificativi e di rimpatrio come CPRI a Modica, nella Sicilia orientale costituiscono la risposta europea e nazionale all’aumento degli arrivi dalla Tunisia e dalla Libia, due luoghi da cui le persone continuano a fuggire forzatamente, sopravvissute ai regimi che i governi europei continuano a finanziare.
In tal senso, i discorsi di Meloni e Von Der Leyen che – durante la passerella a Lampedusa nei giorni del sovraffollamento – hanno inneggiato all’arresto dei trafficanti e alla sorveglianza militare, sono in continuità con un sistema che pone come soluzione la detenzione al posto di una vera accoglienza, la violenza al posto dei diritti e che – con l’ausilio delle nuove strutture – affinerà la macchina criminalizzante della deportazione. 
Intanto, mentre nei diversi angoli della Sicilia occidentale e orientale proliferano hotspot e ghetti istituzionali, mentre le politiche promettono blocchi nel Mediterraneo e pseudo accoglienza a terra, le persone migranti continueranno a protestare per la libertà di movimento ed ad arrampicarsi sui muri della detenzione per pretendere rispetto dei diritti e reclamare la loro libertà.
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oraultima · 1 month ago
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rassegnanotizie · 1 month ago
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Nel 2025, le pensioni in Italia subiranno oscillazioni che possono influenzare significativamente il bilancio di molti pensionati. Le variazioni degli importi non sono mai fisse e possono essere influenzate da rimborsi fiscali, trattenute, oppure da mensilità aggiuntive. Per una corretta pianificazione delle finanze, è fondamentale comprendere le dinamiche che determinano questi cambiamenti e tenere sotto controllo eventuali modifiche normative. Le fluttuazioni degli assegni pensionistici si presenteranno in modo simile a quanto già osservato in passato. Elementi chiave che influenzeranno gli importi includono le scadenze fiscali, erogazioni di mensilità aggiuntive e il recupero di debiti pregressi. Tra giugno e novembre, ad esempio, i pensionati che usano il modello 730 per la dichiarazione dei redditi possono ricevere rimborsi fiscali, aumentando temporaneamente il loro assegno. Dicembre rappresenta un mese di incremento significativo per due motivi: l’assegno della tredicesima mensilità, che viene erogato a tutti i pensionati in occasione del Natale, e l’assenza di trattenute locali e regionali. Infatti, le addizionali comunali e regionali per l’anno precedente vengono distribuite in 11 rate da gennaio a novembre, lasciando il mese di dicembre senza queste decurtazioni. Inoltre, per alcuni pensionati, anche luglio può portare a un aumento grazie alla possibilità di ricevere la quattordicesima mensilità, riservata a chi soddisfa specifici requisiti di età e reddito. Gli importi di questa quattordicesima variano: chi ha meno di 15 anni di contributi riceve tra 336 e 437 euro, mentre coloro che hanno tra 15 e 25 anni di contributi possono ricevere tra 420 e 546 euro. Chi ha oltre 25 anni di contributi può arrivare a percepire tra 504 e 655 euro. Tuttavia, ci sono mesi in cui gli assegni subiscono riduzioni. Le trattenute fiscali mensili e il recupero di somme dovute in caso di ritenute inferiori sono i principali responsabili di queste diminuzioni. In particolare, durante i mesi estivi, come agosto, i pensionati possono affrontare ulteriori riduzioni a causa di controlli su prestazioni provvisorie erogate in passato. Pertanto, comprendere le tempistiche e le ragioni delle variazioni pensionistiche è essenziale per una gestione più consapevole del budget.
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mastrullicosp2016 · 2 months ago
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NEWS MANCATO RINNOVO CCNL 2022-2024 TRISTE REALE RILEVAZIONE VENUTA MENO UNA TANTUM DICEMBRE ANNO 2023 E REALE SOFFERENZA CEDOLINO  STIPENDIALE
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stranotizie · 2 months ago
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Dicembre è un mese atteso in Italia, non solo per le festività, ma anche per lo stipendio che include la tredicesima e, per alcuni, il bonus Natale. Questi pagamenti offrono un importante supporto economico in vista delle spese legate ai regali e alle celebrazioni di fine anno. Mediante il portale NoiPA, i dipendenti pubblici possono consultare in anticipo il cedolino di dicembre, che mostra gli importi netti di stipendio, tredicesima e eventuali indennità. Per accedere al portale è necessaria un’identità digitale, utilizzando credenziali come SPID, CIE o CNS. Il mese di dicembre è significativo per molti italiani, poiché comporta varie spese festive. Pertanto, il calendario dei pagamenti di NoiPA è molto atteso. Le date principali da ricordare sono: il 28-29 dicembre per la visibilità degli importi netti degli stipendi su NoiPA, l’11 dicembre per l’emissione urgente unica, il 13 per l’emissione speciale per supplenti brevi e vigili del fuoco volontari, il 16 per emissione speciale accessori, e il 20 dicembre per un possibile pagamento dell’emissione urgente dell’11. Tuttavia, non tutti riceveranno il bonus Natale. Chi non ha fatto richiesta entro novembre dovrà attendere la dichiarazione del 2025. Il bonus Natale è un’indennità straordinaria di 100 euro destinata ai lavoratori con almeno un figlio a carico e un reddito annuo non superiore a 28.000 euro. Per il 2024, è stato esteso anche ai genitori single. Questo bonus sarà accreditato automaticamente nella busta paga di dicembre e calcolato in base alle giornate lavorative dell’anno precedente. Per coloro gestiti da NoiPA, il pagamento avverrà in concomitanza con lo stipendio e la tredicesima, non prima del 13 dicembre 2024. In sintesi, il mese di dicembre rappresenta un periodo significativo per i lavoratori italiani, con un focus particolare sulle indennità come la tredicesima e il bonus Natale. Il portale NoiPA si rivela uno strumento utile per la gestione e la consultazione dei pagamenti, permettendo un'anticipazione dei dettagli economici importanti per la pianificazione delle spese festive.
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notiziariofinanziario · 2 months ago
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Dicembre si preannuncia intenso per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, con un calendario fitto di scadenze e liquidazioni. Tra l’erogazione del Bonus Natale, l’atteso accredito della tredicesima e i cedolini aggiuntivi per incentivi e straordinari, non mancano novità e appuntamenti importanti. Mentre alcune categorie vedranno accreditati con precisione i compensi spettanti, altre dovranno fare i conti con ritardi o mancati pagamenti. Un mese di chiusura anno che, per molti, sarà all��insegna di verifiche e calcoli. Bonus Natale: fino a 100 euro per i richiedenti Il Bonus Natale, che può raggiungere i 100 euro, rappresenta la novità principale di fine anno. Spetta a chi ha presentato domanda entro il 22 novembre. Chi non ha rispettato questa scadenza potrà ottenerlo in sede di dichiarazione dei redditi 2025. Per i supplenti brevi e saltuari, l’erogazione del bonus dipende dalla presenza del cedolino di dicembre e dalla registrazione del contratto. In assenza di questi requisiti, l’importo sarà riconosciuto solo tramite la dichiarazione fiscale del 2025. Attenzione al conguaglio: se il bonus dovesse risultare non spettante o inferiore a quanto erogato, il recupero avverrà nel conguaglio fiscale a febbraio 2025 o in sede di dichiarazione dei redditi. Tredicesima mensilità: accredito previsto per metà dicembre La tredicesima, calcolata sui giorni di servizio maturati dal primo gennaio, è uno degli accrediti più attesi del mese, il vero “regalo” di Natale (anche se regalo è un termine fuorviante dal momento che si tratta di un diritto contrattuale maturato). Sebbene la data ufficiale non sia ancora stata comunicata, è probabile un anticipo al 13 dicembre, dato che il 15 cade di domenica. Per chi ha diritto, la tredicesima può includere anche il Bonus Natale, aggiungendo un ulteriore motivo di attesa per questo accredito. I pagamenti di dicembre: appuntamenti che “contano” Il mese parte con l’emissione urgente unica, fissata per l’11 dicembre. Un primo giro di accrediti destinato a coprire situazioni straordinarie. Pochi giorni dopo, il 13 dicembre, tocca a supplenti brevi e vigili del fuoco volontari, con i compensi spettanti che verranno liquidati entro la giornata. Lo stesso giorno è atteso uno degli accrediti più attesi: la rata ordinaria di dicembre, arricchita dalla tredicesima e dal bonus natalizio per chi ne ha diritto. Docenti e personale Ata dei Conservatori Statali di Musica riceveranno un doppio cedolino a dicembre. Le segreterie amministrative che hanno inviato in tempo utile, entro il primo pomeriggio del 25 novembre, le richieste di pagamento per incentivi e straordinari hanno permesso l’elaborazione di un cedolino separato. Questo sarà liquidato il 13 dicembre 2024, in concomitanza con l’emissione ordinaria. Un altro appuntamento arriva il 16 dicembre, con l’emissione speciale dedicata agli accessori. Si tratta di indennità aggiuntive e compensi straordinari che spettano al personale della Pa. Per il personale scolastico senza contratto rinnovato, è prevista l’erogazione delle tredicesime. La settimana successiva chiude il cerchio: il 20 dicembre dovrebbe essere il giorno del pagamento relativo all’emissione dell’11 dicembre, mentre entro il 24 dicembre è attesa la liquidazione delle somme legate all’emissione speciale del 13 dicembre. Fua e straordinari: focus su Agenzia delle Entrate e Mef Per i dipendenti dell’Agenzia delle Entrate, il Fondo Unico di Amministrazione (Fua) dell’anno precedente verrà accreditato direttamente nel cedolino ordinario di dicembre. A differenza di altri enti, non è previsto un secondo cedolino per questa liquidazione. I dipendenti del Mef, invece, riceveranno un secondo cedolino a dicembre, che includerà le ore straordinarie effettuate durante il mese di novembre. Inoltre, secondo alcune indiscrezioni sindacali, potrebbe essere liquidato l’80% del Fondo Risorse Decentrate 2023, completando i pagamenti straordinari previsti per l’anno. Giustizia: niente arretrati per i differenziali Non c’è spazio per buone notizie al Ministero della Giustizia: i dipendenti non vedranno accreditati gli arretrati per i differenziali economici maturati dal primo gennaio 2024. Questi benefici, introdotti dal contratto 2019-2021, dovevano essere liquidati in base ai risultati dei concorsi interni per titoli, conclusi lo scorso settembre con la pubblicazione delle graduatorie definitive. Tuttavia, il mancato invio dei nominativi dei vincitori da parte del Ministero a NoiPa ha bloccato i pagamenti, lasciando i dipendenti senza gli importi attesi. Read the full article
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mystockprediction · 6 months ago
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Cedolino Pensione Agosto 2024
Cedolino Pensione Agosto 2024. Il cedolino della pensione è un documento essenziale per tutti i pensionati italiani. Serve a verificare l’importo erogato dall’INPS ogni mese e a comprendere le variazioni che possono influire sull’importo stesso. Ecco una guida dettagliata sul cedolino della pensione di agosto 2024 e su come utilizzarlo correttamente. Cos’è il Cedolino della Pensione? Il…
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colonna-durruti · 1 year ago
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“Mi segnano appena 24 ore, ma ne faccio 91 alla settimana”
Per 1.000 €‎ al mese. Condizioni capestro, accordi non rispettati, istruzioni scritte sulle risposte da dare in caso di ispezione: il lato oscuro dell’ospitalità romagnola
di Simone Bauducco
Rimini.
La giornata sulla Riviera romagnola inizia all’alba quando gli addetti degli stabilimenti balneari iniziano a setacciare la spiaggia e ad aprire ombrelloni e lettini.
Gianni (nome di fantasia) è uno di loro.
Ha più di cinquant’anni e da maggio a settembre lavora in un lido.
Attacca alle sette del mattino e finisce alle nove di sera, in mezzo soltanto una piccola pausa.
Tredici ore al giorno, sette giorni su sette.
“Il giorno di riposo non esiste, se lo chiedi sembra che stai bestemmiando”, racconta Gianni.
In totale fanno 364 ore al mese per 1.200 euro. Poco più di 3 euro all’ora, ben al di sotto della soglia del salario minimo a 9 euro ipotizzata dall’opposizione e osteggiata dal governo.
Ma in busta paga, le ore segnate sono soltanto 159, meno della metà e i giorni lavorati sono 26 e non 31.
“Questo comporta meno giorni di Naspi e meno contributi previdenziali versati – spiega Gianni mostrando i suoi cedolini – e se consideri che la stagione dura in media quattro mesi, è come se ci togliessero una ventina di giorni di disoccupazione”.
Quando ha chiesto spiegazioni al datore di lavoro ha avuto la seguente risposta: “Qui si fa così, altrimenti quella è la porta”.
Del resto, Gianni non ha firmato un contratto per tutta la stagione, ma soltanto per un mese, rinnovabile di volta in volta.
“In un caso mi è capitato pure un contratto di 15 giorni. In questo modo se qualcosa non va possono lasciarti a casa senza problemi”.
Durante la mattinata basta spostarsi dalla spiaggia per incontrare un’altra figura fondamentale per il turismo della Riviera: l’addetta alle pulizie degli hotel e dei bed & breakfast.
“Nei mesi estivi le camere diventano dei luoghi dove non solo si dorme, ma si consuma sempre più del cibo perché i ristoranti sono sempre più cari. E così la pulizia diventa sempre più complessa”, racconta Rosita, 50 anni, che ogni giorno mette a posto le stanze di un B&B vicino a Rimini.
Da quando ha iniziato si è sempre segnata le ore su un foglio di carta.
“Quarantatré a settimana per 1.100 euro”.
Ma in busta sono segnate soltanto 24.
Così una parte viene pagata con un bonifico, l’altra viene consegnata in contanti, in nero.
Sul cedolino c’è anche il giorno di pausa.
“Che però non facciamo mai e quando chiediamo conto al titolare, ci dice che non se lo può permettere, perché altrimenti dovrebbe assumere più personale”.
Così tutto ricade sulle spalle di Rosita e delle sue colleghe.
La routine è sempre la stessa: “Alzare materassi pesanti, chinarsi dietro ai sanitari, scaricare lenzuola sporche senza l’ausilio di carrelli”.
Lei e le sue colleghe si sono dovute portare pure il mocio da casa per evitare di dover strofinare con gli stracci le scale.
E se stai male? “La malattia esiste solo sulla carta, dobbiamo venire ugualmente se vogliamo continuare a lavorare il giorno successivo”.
Nel frattempo è arrivata l’ora di pranzo e le terrazze dei ristoranti iniziano a riempirsi.
Ma dietro alla porta che conduce in cucina si apre un altro mondo.
Lo racconta Salvatore, che da vent’anni lavora dietro ai fornelli per sfamare le comitive di turisti che affollano le pensioni della Riviera. “La stagione va da metà maggio a settembre, 13 ore al giorno, sette giorni su sette”.
La paga? “1.500 euro al mese, 800 euro con bonifico, il resto in nero”.
Già, perché nella sua busta paga risulta che è assunto con un contratto part time da 24 ore a settimana. “Ma ne faccio 91, quasi quattro volte tanto”, spiega al telefono nella breve pausa tra il servizio del pranzo e della cena. Con un rapido calcolo si può ricavare la paga oraria: 4 euro.
C’è di più: Salvatore è inquadrato come aiuto cuoco, ma la sua quotidianità è fatta anche dalla gestione della spesa, dalla creazione di ricette e di piatti.
“Faccio lo chef anche se il mio contratto dice altro”.
Alle condizioni salariali difficili si aggiungono quelle climatiche.
Con il caldo di quest’estate le temperature in cucina diventano insostenibili. “Un giorno è arrivato un tecnico per aggiustare i frigoriferi – ricorda Salvatore – quando ha misurato la temperatura che c’era in cucina, il termometro segnava 41 gradi. E qui dentro noi passiamo delle ore davanti ai bollitori della pasta o davanti alle friggitrici per cucinare totani in pastella o patatine fritte”.
Non c’è tempo per fermarsi. Anche il giorno di riposo è solo sulla carta.
E se dovessero arrivare i controlli quando uno non è in turno?
“In vent’anni di lavoro non li ho mai visti – precisa – ma nello spogliatoio dove ci cambiamo hanno appeso un vademecum delle frasi da dire agli ispettori”.
Un esempio? “Se vengono nel tuo giorno libero, devi dire che sostituisci il collega. Se ti chiedono l’orario di lavoro, devi dire che sei corso qui perché c’era un problema”.
Quando cala il sole i turisti fanno rientro negli hotel e trovano ad attenderli i portieri notturni. Marco è uno di loro. Lavora in un albergo a due stelle che può ospitare fino a cento persone. “Ma noi siamo da soli e dobbiamo badare agli ospiti e alla struttura”.
Le notti della Riviera non sono mai tranquille. Ci sono gruppi di ragazzi ubriachi che pretendono di far entrare in stanza anche gli amici o ci sono le camere che chiamano se qualcosa non funziona.
“Uno pensa di poter guardare la tv senza prestare attenzione, ma non è così”, spiega.
Il suo turno inizia alle 21:30 e finisce alle 8 del mattino.
“Dodici ore al giorno, sette su sette da maggio a settembre”.
Più di 300 ore al mese di lavoro per 1.100 euro di paga. Poco più di 3 euro all’ora.
E per di più si tratta di un lavoro notturno che dovrebbe essere pagato di più rispetto al solito.
Anche qui il giorno di riposo rimane solo un’illusione segnata sul contratto, o meglio, sui contratti.
L’assunzione dura un mese e poi si va avanti di rinnovo in rinnovo. Così da maggio a settembre ci si ritrova con quattro contratti.
In questa situazione anche la malattia diventa un diritto soltanto sulla carta: “Perché se dovessi ammalarmi e se avessi bisogno della malattia non sarei rinnovato. Non è un mio pensiero, me l’hanno detto senza mezzi termini durante il colloquio. E poi si lamentano se non trovano personale disposto a lavorare a queste condizioni”, conclude amaro.
F.Q. 24 agosto 2023
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cerentari · 2 years ago
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La genialata di Fassino che ha sventolato il cedolino
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L’Uomo Boomerang
(Marco Travaglio ) – Guai a sospettare che #Fassino abbia sventolato il misero cedolino da 4.718 euro mensili (che poi sono il triplo), mentre il #Pd tenta di sembrare credibile in difesa del reddito..
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