#caso irrisolto
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pier-carlo-universe · 16 days ago
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La notte ha il suo profumo di Marco Azzalini – Un noir avvincente tra passato e presente. Recensione di Alessandria today
📖 Titolo: La notte ha il suo profumo ✍️ Autore: Marco Azzalini 📅 Data di pubblicazione: 7 febbraio 2025 📚 Genere: Noir, Giallo storico, Thriller investigativo ⭐ Valutazione: ★★★★★ (5,0 su 5) Recensione: Padova, agosto 2023. Un cadavere ritrovato lungo l’argine di un canale sembra il triste epilogo di una vita di strada, quella di un clochard che nessuno sembra conoscere. Ma l’apparente…
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divulgatoriseriali · 10 months ago
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il mostro di Bargagli o la banda dei vitelli? Un serial killer (forse) mai esistito
La denominazione di “mostro di Bargagli” consta in una invenzione giornalistica identificativa di un serial killer attivo a Bargagli, provincia di Genova, tra il 1944 e il 1985. Seriale mai identificato, potrebbe classificarsi come missionario disorganizzato. Continue reading il mostro di Bargagli o la banda dei vitelli? Un serial killer (forse) mai esistito
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sunelrose · 1 month ago
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All’inizio non ci facevo caso. Parlava delle sue ex come se fossero solo parte di un racconto passato, storie chiuse che non avevano più peso. È normale, mi dicevo. Dopo tutto, ognuno ha un passato. Ma col tempo ho iniziato a notare qualcosa di diverso, un dettaglio sottile ma costante: quelle storie non erano mai davvero finite.
C’era sempre un nome che tornava nei discorsi, un episodio che riaffiorava, un confronto non richiesto. E poi c’era lei, l’ultima. Quella che conoscevo, di cui sapevo già qualcosa. All’inizio sembrava solo un ricordo che ogni tanto affiorava, ma più il tempo passava, più diventava chiaro che non era solo questo. Era come se una parte di lui fosse rimasta ancorata a qualcosa di irrisolto, un’ombra che si proiettava sulla nostra relazione.
Quando eravamo insieme, mi faceva sentire speciale. Nei suoi gesti, nelle sue parole, sembrava che io fossi davvero importante per lui. Ma poi arrivavano quei momenti in cui, senza neanche accorgersene, riportava in vita il passato. “Sai, lei mi ha fatto questo”, “quando eravamo insieme, una volta abbiamo…”, “mi ha detto…” , "mi controllava il telefono" , " quando non si sentiva bene diceva che potevo uscire con i miei amici e quando lo facevo poi si arrabbiava con me per farmi sentire in colpa." , ecc. Parole che scivolavano via dalle sue labbra come se fossero innocue e forse anche con un pizzico di rabbia repressa, ma che dentro di me scavavano un senso di estraneità.
All’inizio cercavo di non darci peso. Forse era solo un’abitudine, forse non si rendeva conto. Ma poi ho capito che non era una semplice distrazione: era un modo di tenere vivo qualcosa che avrebbe dovuto essere sepolto. Ogni volta che parlava di qualcuna, era come se mi ricordasse che non ero la prima, e che probabilmente non sarei stata l’ultima come diceva.
E alla fine è successo. Il cerchio di quella relazione tossica si è chiuso, proprio come avevo previsto. Il suo interesse ha iniziato a svanire, i suoi gesti sono diventati meno presenti, le parole meno sentite. È arrivato quel momento in cui ho capito che il posto che occupavo nella sua vita stava per svuotarsi. E in quel vuoto, un giorno, ci sarebbe stata qualcun’altra, e un'altra, e un'altra ancora. Lui non si sarebbe fermato.
Ho sofferto, certo. Non è facile rendersi conto di essere solo una pagina in più in un libro che continua a ripetersi. Ma poi è arrivata la consapevolezza. La certezza che non ero io il problema, che non ero io a non essere abbastanza. Lui non aveva mai chiuso davvero con il passato, e finché non l’avesse fatto, nessuna sarebbe mai stata davvero la sua scelta definitiva. E molto probabilmente non avrebbe mai chiuso perché nella sua storia la colpa non è mai la sua.
Ora, quando ascolto canzoni che parlano di amori che portano dentro troppe ombre, non provo più rabbia. Provo solo sollievo. Sollievo per essermi tirata fuori da una storia che non era mai stata completamente mia. Perché meritavo di più di un cuore diviso in più pezzi (chissà quanti) e soprattutto, meritavo di essere l’unica, non un'altra pagina del suo diario.
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canesenzafissadimora · 6 months ago
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La tristezza trova sempre il suo colpevole. La malinconia resta un caso irrisolto.
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Luigi Mancini
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susieporta · 2 months ago
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Gli Amanti
"Ama il tuo Destino e amerai il Mondo intero".
Il Libero Arbitrio è l'incantesimo che maggiormente ha confuso le Menti e i Cuori dell'Umana Esistenza.
"L'illusione di scelta" è stata per anni un atto di arroganza e onnipotenza dell'Umano per creare Materia viva. Una sorta di "alchimia involuta".
L'Essere Umano si è illuso per millenni di "governare la Materia" a proprio uso e consumo. Ma è stata essa che alla fine ha governato ogni singolo individuo su questa Terra, regalandogli sovrastrutture traumatiche e credenze disfunzionali e illusorie.
Si è creduto per anni di aver "scelto" le nostre relazioni, i nostri incontri, le nostre professioni, le nostre "terre di esplorazione".
Questa scissione tra Spirito e Materia, tra Destino e Scelta è stata superata con gli ultimi movimenti di frequenza.
Ed ha reso consapevoli le "strutture di maggior attivazione" delle insidiose simbologie antiche che occultavano la Verità dell'Uomo.
Oggi lo sappiamo e lo sentiamo forte dentro di noi: non c'è una "scelta" in questa Dimensione di Coscienza.
Come non c'è realmente un "bene" o un "male".
E il Destino non è qualcosa che "toglie". E' un flusso. E' una corrente limpida e "matematica", che conduce verso l'Esperienza di noi stessi.
Ogni accadimento non è "legge dell'Attrazione" nel Piano di Coscienza che stiamo sperimentando.
Ciò che noi impropriamente definiamo come "legge dell'Attrazione" potremmo rappresentarla più propriamente come "proiezione e reiterazione di schema interiorizzato". Ma non è il Piano Divino. E non è in senso assoluto ciò che possiamo definire come "Destino".
E' complesso da "sentire" e "comprendere" con la Mente questo passaggio. Sono livelli di Coscienza diversi ad animare questa consapevolezza.
Ci sono individui legati all'Antica Energia che credono ancora all'Accanimento del Destino, al Dolore della Predestinazione, alla Sfortuna, al Caso Funesto e Sfavorevole.
Nulla di tutto ciò è reale. Non rappresenta in alcun modo la Verità di chi siamo.
Noi non siamo mai "fuori dal nostro Destino". Esso ci cammina a fianco da sempre. Per mostrarci la nostra vera Identità, la nostra Origine, il nostro Atto Creativo primordiale.
Non certo per affossarci e produrre prigionia e sofferenza. Ma semplicemente per ricongiungerci allo Spirito da cui proveniamo, attraverso l'esperienza pazzesca del percepire una Realtà Emotiva e Materiale.
Ciascuno di noi ha incontrato i propri "Maestri" nel corso della sua Esistenza. Erano uomini e donne del Destino. Erano diversi, speciali, intensi nel loro movimento di proiezione.
Essi erano travestiti magari da "barboni", erano violenti o malati.
Erano "inguardabili" dal punto di vista Umano.
Ma dopo aver attraversato lo specchio dell'inguaribile dolore che riflettevano su di noi, abbiamo scoperto che essi ci mostravano con dovizia di particolari il costrutto del nostro trauma irrisolto, a cui eravamo illusoriamente collegati.
Erano accanto a noi, davanti a noi, dentro di noi, per spronarci a ripulire ogni parte di menzogna e di struttura disfunzionale che avevamo creato intorno al Dono. Per liberarci dalla illusione potente e strutturata della nostra eredità traumatica. Per spogliare la parte identificata con la frattura e la separazione tra Cuore, Mente e Spirito.
Il Destino si muove per "esperienza" del Destino stesso.
Qui, su questo Piano di Coscienza, non siamo ancora perfettamente collegati con la Multidimensione, dove tutto è già accaduto e dove la Libertà disvela il suo magico impianto risolutore.
Ma se per un attimo riuscissimo a distaccarci dalla vibrazione del Corpo di Dolore, sarebbe tutto assolutamente chiaro, limpido, cristallino. Tutto assumerebbe un "senso", non logico, ma di "sentito".
Perdite, lutti, mancanze, insoddisfazioni, disamore non sono "il Destino", sono ciò che impedisce al nostro Cuore di viaggiare insieme ad esso con tranquillità e fede.
Ma anche se ci opponessimo con tutte le Forze a ciò che siamo e ciò che stiamo per vivere, esso accadrebbe comunque.
Ciò che è accaduto e sta per accadere nelle nostre Vita, sarebbe accaduto comunque: non dipende dalla volontà umana. E per certi versi, considerando la potente disfunzione traumatica a cui il Collettivo è collegato, sarebbe impossibile un cambiamento così potente come questo che stiamo vivendo, attraverso strutture interiori emotive ancora così immature e irresponsabili. Ogni tentativo cadrebbe a vuoto.
Nell'ascesa veloce e impattante di questa nuova Vibrazione Dimensionale (che stiamo pian pianino assorbendo), non si viaggia con la "scelta". Si viaggia con l'unica esperienza possibile: quella già avvenuta.
Perciò spogliatevi dal Senso di ingiustizia, dalla Ferita dell'Attaccamento Genitoriale, dalla rabbia per la presunta Perdita o Mancanza.
Spogliatevi dai lutti, dalle violenze e dalla identificazione traumatica. E iniziate a maturare un emotivo sano, adulto e responsabile del proprio Destino, sia spirituale che incarnazionale.
Siate integri e puliti nel vostro movimento Dimensionale.
Non si tratta di "scegliere" in questa Esperienza Esistenziale. Ma di "vivere". Vivere nell'onestà di chi siamo. Nella Verità che alberga da sempre dentro di noi. Nel battito del nostro Cuore, che da sempre sa e guida i nostri passi.
Potete opporvi. Certo. Ma non cambierebbe.
Certe esperienze sono a voi dedicate. E sono tutte straordinarie, se ne sapete cogliere l'Essenza e il Dono immenso che portano.
Quando "uniremo i puntini" di tutto il nostro viaggio, saremo abbagliati da un senso di pace.
E' stato sempre tutto incredibilmente perfetto. Non c'era nulla che poteva essere altrimenti manifestato.
Tutto complottava per "riaprire il Cuore al Dono originale" e ricomporlo nella sua magnificenza. Tutto è accaduto per poterlo un giorno manifestare nella sua infinita potenza e purezza. Ma non lo sapevamo. Non lo riconoscevamo. Ne eravamo totalmente ignari.
Nulla possiamo "contro il Destino", perché il Destino siamo noi.
Buon Febbraio... illuminante, immenso, veloce e fulmineo.
Mirtilla Esmeralda
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smokingago · 2 months ago
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L’amore del cuore non è cosa che si possa lasciar andare tanto facilmente, o senza dolore.
Soprattutto, prima o poi ritorna. Dunque, attenzione a rinnegare con la razionalità ciò che il cuore riconosce come codice intimo e familiare. Chi ha provato a far questo sa che si tratta solo di un mero evitamento e, prima o poi, giungerà qualcuno a presentare il conto del sentimento.
Il cuore costringe a rischiare e la mente teme il rischio, chiede certezze, preferisce la stabilità. Ma chi sceglie di non rischiare, rischia in verità di più, poiché ipoteca senza capirlo il proprio futuro su di un inganno, sull’inganno del bisogno dell’Ego, che vuole sicurezza, immagine, materia.
Presto o tardi giunge l’incontro con ciò che è stato rimandato, è terribile e prodigioso scoprirlo ancora vivo nelle pieghe del corpo, qualcosa che si rinnova nei respiri ancora familiari.
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Quante volte mi è capitato, come in questo caso, che un copione emotivo, un irrisolto relazionale (che la persona era convinta di avere superato, ma di fatto questo era accaduto solo in via razionale) si ripresentasse a distanza di tempo, esattamente con le stesse dinamiche.
Ed è incredibile e straordinario come la persona se ne accorgesse e ne diventasse consapevole solo dopo essersi “ri-infilata” nuovamente, e fino al collo, negli stessi irrisolti del passato.
Quanto maggiore è stato l’evitamento, tanto maggiore il prezzo da pagare.
Tratto dal libro Poìesis di Erica F. Poli
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hitmewlucille · 5 months ago
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fun fact su di me: a volte piango quando mi inquieta o mi spaventa qualcosa
ad esempio stavo guardando questo podcast dove spiegavano il caso di p diddy e la morte di brittany murphy dove praticamente lei è morta di polmonite nella casa in cui abitava con il marito la casa era di britney spears ma l’ha venduta perché sentiva energie negative non le piaceva quella casa l’ha venduta brittany murphy l’ha comprata e un mese dopo è morta di polmonite e il mese dopo ancora è morto il marito in quella stessa casa di polmonite
e boh a me sta cosa inquieta da morire e il caso è ancora irrisolto
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ambrenoir · 7 months ago
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I TRE TRADIMENTI
Il primo tradimento
Prendiamo il caso di due persone normali che stanno insieme e che non abbiano ancora fatto un lavoro su di sé.
Non si conoscono, non sanno cosa ci sia dentro di loro, non sanno come funziona il loro inconscio. Non sanno ancora nulla, non hanno le informazioni.
Fai conto che tutti abbiamo delle ferite e ti assicuro che il 90% di noi si relaziona dalla ferita.
Magari non subito, magari non nel momento dell’innamoramento, non nei primi mesi.
Ma anche quando siamo nell’innamoramento, dove si sperimenta l’apertura del cuore e anche uno stato di coscienza molto elevato a seconda di quanto si possa aprire, questo non significa che le nostre ferite e il nostro passato non siano ancora lì ad aspettarci.
È questione di poco tempo e le ferite, piano piano, si faranno avanti.
Per questo lo chiamano periodo “luna di miele”, perché il cuore non può rimanere aperto troppo a lungo a causa delle ferite, a causa del materiale interiore e a causa anche del fatto che non siamo sufficientemente maturi affinché il cuore possa rimanere aperto.
E questo perché non abbiamo ricevuto istruzioni su come mantenere il cuore aperto e su come lavorare sul resto del materiale.
Uno che non sa nulla non si accorge che il cuore, un poco alla volta, tornerà a chiudersi a causa della pressione dal subconscio e di tutto il materiale irrisolto, che di nuovo farà pressione e tornerà a galla.
Indagando a fondo su questa tematica, quello che ho compreso è che il primo tradimento, in amore, in relazione (e nessuno scappa da questo), avviene quando dal cuore, che all’inizio si apre un po’, piano piano torniamo di nuovo, senza accorgercene, nella nostra ferita principale.
Praticamente noi torniamo a come eravamo prima dell’innamoramento: ci torniamo a relazionare dalla ferita principale, esattamente dove siamo sempre stati potentemente identificati.
Può essere la paura dell’abbandono, può essere una forma di egocentrismo o arroganza, può essere un’altra paura, di fatto però, noi torniamo nella nostra ferita principale.
Ed è quando noi torniamo nella nostra ferita principale che cambia tutta la prospettiva, il cuore non è più come prima, comincia a chiudersi. La ferita principale non è guarita.
Il primo tradimento quindi è passare dal cuore, dal relazionarsi dal cuore, alla ferita:
Noi tradiamo quando passiamo dal cuore alla ferita principale.
Rinunciamo all’amore senza accorgercene, ma, giorno dopo giorno, non siamo più nel cuore e cominciamo a relazionarci dalla ferita principale, dalle nostre paure e dalle nostre ossessioni.
Lì stiamo tradendo sia il nostro partner che noi stessi.
E l’altro?
L’altro farà la stessa cosa.
Non appena sentirà che noi stiamo entrando di nuovo nella ferita (questo avviene tutto a livello subconscio) cominceranno le prime dinamiche psicologiche.
E le si può osservare facilmente.
Perché finché sei nel cuore non hai paura di niente: sei felice, sereno, non te ne frega niente di ciò che pensano gli altri…
Poi, magari vai a convivere o inizi a fare progetti e dal bello iniziale, si passa al tornare sotto il controllo delle ferite irrisolte che ti ricordano della loro esistenza.
Il cuore si sposta di nuovo indietro e torneremo a essere dominati dalla paura.
Paura generata appunto dalla ferita, da una delle tante ferite. Ma è quella principale che agisce in maniera molto prepotente.
Cominciamo a metter su gli schemi difensivi e non ce ne accorgiamo, perché questo processo avviene nel tempo - chi più velocemente e chi meno, ma avviene.
Emergono la ferita della non esistenza, la paura dell’abbandono… Qualsiasi tipo di ferita.
Noi parliamo di cinque ferite perché sono quelle principali, ma ce ne sono tantissime.
A me interessa capire il meccanismo, quello che succede e che ho osservato.
Cosa succede quando ti relazioni dalla ferita e torni nella paura di essere ferito?
Semplice.
Tu cominci a chiuderti, a usare i meccanismi psicologici.
Non sei più nel cuore, non ti relazioni più dal cuore, ma ti relazioni attraverso la mente, attraverso i meccanismi, attraverso le reazioni.
E questo, ovviamente, manda in allarme anche le ferite dell’altro, a cui succede la stessa identica cosa.
Anche nell’altro il sistema va in agitazione. Così tutti e due i cuori si chiudono e si ritorna nei vecchi schemi, quelli precedenti all’inizio della relazione.
Prima il cuore era aperto ed era in prima posizione, mentre l’ego e la personalità erano giù. Adesso, dopo un po’, le cose irrisolte vengono a galla e la personalità con le sue ferite “torna su”.
Ecco che regrediamo a come eravamo prima: cominciano le schermaglie, cominciano le paure, cominciano i battibecchi, comincia il fraintendimento, cosa che non succede mai nella fase di vero amore, perché il cuore ha un’intelligenza incredibile e riesce a capire intuitivamente quello che succede nell’altro.
Tutti i nostri pregiudizi, le ferite e le paure dei rapporti precedenti, gli abusi subiti in famiglia cominciano a farsi strada. E il tuo sistema va in protezione.
Per me questo è l’inizio del tradimento, parlando a livello molto profondo ovviamente.
Alle volte la ferita principale, quando scatta, non fa altro che esaltare ancora di più tutto il materiale: si entra così nella dinamica carceriere-carcerato, vittima-carnefice che abbiamo visto prima.
Si entra nel sentirsi non accettati, non amati, invisibili.
E da qui si può arrivare a tagliar fuori completamente la persona, o a volerla dominare, o a trattarla male, o anche ad abbandonarla, a tradirla.
E questa è una conseguenza.
Perché a un certo punto tutti questi meccanismi difensivi, se non si hanno gli strumenti per lavorare su sé stessi (ma più che altro, a monte, se non si hanno gli strumenti proprio per vedere che ci stiamo difendendo dalle nostre paure irrisolte invece di aprirci al partner), questi meccanismi iniziano ad allontanarci l’uno dall’altro.
E quando ci si allontana e non ci si capisce più, la storia può finire in mille modi diversi: tradimento, abbandono, aggressività…
O anche stare insieme passivamente solo per dividere le spese o rompersi le scatole tutto il giorno…
Quindi, non ci interessa il tradimento o l’abbandono in senso classico, ma qual è il processo che abbiamo messo in moto, il processo che non abbiamo visto.
Perché ormai ti sarà chiaro che il nostro problema è vedere.
E diventerà ancora più facile recitare gli stessi ruoli che hanno recitato i nostri genitori, se non “vediamo” appunto.
Nell’amore, nell’innamoramento, nell’apertura del cuore non esistono ruoli da giocare: siete tu e l’altro. Puro amore e apertura. Zero ruoli.
Ma piano piano… se non abbiamo tagliato il cordone ombelicale…
Il secondo tradimento
Ora vediamo la cosa da un altro punto di vista, quello del sistema familiare.
Questo è il secondo problema: non ho tagliato veramente il cordone familiare.
E il cordone non si taglia dicendo semplicemente: “non sarò come mio padre o mia madre”, ma facendo un profondo lavoro per portare la tua coscienza fuori dall’inconscio collettivo, fuori dall’inconscio familiare e lavorando fuori dal tuo stesso inconscio. (Lo approfondiremo meglio più in là).
Devi liberare la tua coscienza, cioè il tuo io, da tutti questi strati che ti condizionano.
Se non fai questo (e questo richiede un certo lavoro specifico), inevitabilmente, dopo un po’, ognuno porterà nel rapporto il proprio psicodramma familiare.
Conserviamo i fantasmi di mamma e papà, i fantasmi dei nonni e dei bisnonni da entrambe le parti, e questi premono.
Non ti rendi neanche conto che, da sciolti, liberi, naturali, spontanei, passa un anno, due anni e al terzo si attiverà un meccanismo per il quale si entra nel ruolo dell’una o dell’altra famiglia dei genitori…
Si comincia ad assumere un ruolo.
Lei comincia a essere come la madre o la suocera, lui comincia a essere come il padre o il suocero.
Tieni presente che, quando cominci a entrare nel ruolo, tu sei fuori dal cuore.
Perché il cuore è coscienza.
E la coscienza è libera di manifestare sé stessa: nessun ruolo.
Ma se non abbiamo liberato la coscienza dall’inconscio familiare, allora il nostro inconscio porta i semi della famiglia. E quindi sarà inevitabile che uno dei due, o tutti e due, recitino esattamente il ruolo dei genitori e riprodurranno meccanicamente tutte le dinamiche delle rispettive famiglie. Un mix delle due o più una, o più l’altra, è indifferente.
Quando permettiamo al sistema familiare di interferire con la nostra coscienza, con la nostra unicità?
Quando ci facciamo plasmare da tutte le credenze e abitudini di casa.
E siamo noi a permetterlo davvero?
No, accade semplicemente perché siamo addormentati.
La tua coscienza non è ancora libera di essere sé stessa, il tuo io non è libero, è sotto il potere del tuo inconscio.
Vivi la vita di qualcun altro e nemmeno te ne accorgi.
Questo è essere addormentati.
E cosa vuol dire liberarsi dall’inconscio? Diventare coscienti. Il buio diventa luce.
Diventare consapevoli, coscienti, svegliarsi, significa tirar fuori strati e strati di fango, fino ad arrivare all’acqua sporca, uscire dall’acqua e andare nell’aria, e asciugare la propria anima. Da anima umida ad anima secca, anima che si libera al di sopra dei vari livelli di inconscio.
L’acqua rappresenta i vari livelli di inconscio e il fango è l’inconscio più profondo, quello collettivo, quello più buio.
Via via salendo, poi, c’è l’inconscio personale e, infine, la coscienza diventa sole.
Un sole sott’acqua non può brillare, non può scaldare, non può essere, non può manifestarsi: deve uscire dai vari strati di inconscio.
Ed ecco che arriva la possibilità, attraverso la coscienza pura (quello che tu sei veramente e non quello che hai acquisito nella personalità, ma quello che sei nell’essenza), di relazionarti da cuore a cuore.
Poi chiaramente dovrai finire di tagliare quello che deve essere tagliato, far crescere quello che deve essere fatto crescere e sviluppato… Un po’ alla volta.
Tornando a noi, ecco il secondo tradimento.
Portare il sistema familiare nella relazione.
Anche in questo caso, stiamo tradendo il partner, ma soprattutto stiamo tradendo l’amore.
Si potrà forse dire che qui due persone stanno assieme per vivere la loro vita?
No, perché non vivranno la loro vita, ma quella del loro sistema familiare.
Il terzo tradimento
Tradisce anche chi entra in relazione da una ferita, cioè dalla sua ferita principale, pensando magari che la relazione la guarirà. Sperando che l’altro lo “aggiusti”. Lo faccia sentire bene e felice.
Questo è tradimento puro già in partenza.
Perché se io mi avvicino a te con il bisogno di una relazione, ti sto già tradendo: ti sto usando per tappare le mie ferite. I miei vuoti.
Questo è un altro esempio di tradire prima ancora di cominciare.
Quando noi usiamo un’altra persona per tappare i buchi, per non sentire la ferita o perché abbiamo paura di star da soli.
Stiamo già tradendo la persona, stiamo già tradendo la sua anima, perché non stiamo entrando puliti.
Non che uno debba fare ventimila percorsi prima di relazionarsi, ma un minimo di lavoro su di sé, sì.
Quindi tradisce anche chi non conosce sé stesso e dunque non vede che cosa lo spinge a entrare in una relazione e perché. Anche questo è tradimento.
Siamo noi, relazionandoci dalle nostre ferite e paure e condizionamenti, a creare le condizioni per essere lasciati o per essere traditi, perché abbiamo tradito e mentito inconsciamente non entrando in relazione dal cuore, ma dal bisogno, dalla paura, dalla ferita, dai bisogni infantili insoddisfatti e da tutto il materiale irrisolto.
Qui noi abbiamo tradito l’amore, fin dal principio.
E poi, ovviamente, chi tradisce se stesso, non è chiaro con se stesso, non è onesto con se stesso e non si conosce, tradisce anche l’altro, perché non vede cosa sta facendo.
Non vede che va in protezione, non vede che reagisce dalla ferita. Non vede migliaia di cose.
Se sei onesto e accetti di vederlo in te, cerchi di capire e di non sbagliare più.
Ma non puoi dire: “non sbaglierò più” e basta, perché se non vedi continuerai a farlo anche se non vuoi.
Noi continuiamo sempre a ripetere i soliti errori perché non vediamo causa, condizione, effetto.
ROBERTO POTOCNIAK
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conilsolenegliocchi · 2 years ago
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~ Soggetto smarrito ~
La parte più intima di me,
quella inesprimibile,
si affida alla maschera delle parole.
Mi rispecchio...attraverso di esse,
con leggerezza,
una nota erotica...
e un pizzico di ironia.
Questo sono io.
Una perfetta imperfezione,
un caso irrisolto,
un bagliore improvviso sulla spuma di un'onda...
che ti sfuggirà
se tenterai di trattenerlo.
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fumandovetro · 9 months ago
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Da giorni mi sento come ributtata nel passato. E infatti scrivo di nuovo su Tumblr.
Una necessità, quella di scrivermi, che mi sembrava passata. Perché scrivere è sempre stata l'azione di stendermi, come un lenzuolo pieno di grinze, su una superficie piana.
Solo così riuscivo bene a vedere i miei disegni interiori, quelli che mi muovono e mi trascinano.
La terapia con il mio Mauro Psicologo mi ha fatto sentire di poter camminare dritta, tenendo sempre quei disegni stesi.
Mi ha fatto pensare di non avere più bisogno di farmi domande, perché avevo compreso e accettato la mia natura.
Non ho ripreso a scrivere nemmeno a settembre 2023, quando (come un fulmine a cielo sereno) è tornato prepotente il disturbo ossessivo compulsivo che mi ha impedito di avere un rapporto con il cibo salubre.
Da quando ho paura di strozzarmi, ingoiando cibo, ho riprovato 3 tipi di terapia veloce e poi ho mollato tutto e ho deciso semplicemente di conviverci. Ma è stata una convivenza ingombrante.
Sono tornati i sogni angosciati, da quando è morta la mia nonna anche peggio. Sogno di avere in bocca insetti bianchi simili a zecche, sogno di tradimenti, dolori. E poi sogno ad occhi aperti io di tradire lui e così mi ammazzo dal senso di colpa.
Ho 37 anni, tra pochi mesi 38 e come mi fa incazzare il fatto di sentirmi ancora un cazzo di casino irrisolto.
Come mi fa sentire indietro non essere ancora una persona seria. Guardo al passato e provo un misto di rabbia e dolore, insieme alla nostalgia. Guardo al presente e a volte mi sembra che sia incellofanato in una cazzo di plastica domopack.
Mi sembra solo di aver giocato a fare la bambina grande. Una casa, un fidanzato, la promozione sul lavoro (che odio).
E ci sono giorni come questo che farei di tutto per squarciare questa assurda quotidianità piatta e inutile. Vorrei mollare tutto e partire, vendere casa, tenere i pochi soldi che mi spettano, andare via.
Essere libera di vedere una giornata intera a guardare fuori dalla finestra ogni goccia di pioggia, senza sentirmi in colpa per ciò che sono. Vorrei vendere tutto e andare via per sentire l'amore che mi esplode dentro.
Vorrei degli occhi che mi facciano sentire capita. Senza giudizio. Occhi che non hanno paura di soffrire, non dei problemi. Avrei voglia di sentire la violenza della voglia di vivere, la violenza della voglia di avermi. Non più la tenue e sicura quotidianità di occhi che, quando ti guardano, ti vedono attraverso, come se non esistessi.
E non lo so, avrò sbagliato tutte le virgole. Sto scrivendo a caso. Ma fa male, dopo 8 anni di terapia, sentirmi ancora così.
Pensavo di aver lasciato andare, pensavo di essere pronta a diventare grande. Invece diventare grande mi ha solo inserito in un mondo di cose che non vorrei, di doveri che mi fanno scoppiare la testa.
Mi ha solo aumentato la sensazione di non vivere. E questo non vivere più mi ha manifestato una fottuta paura di morire. Non so più cosa sono.
Ma l'ho mai saputo? Forse erano tutte bugie. Mi appresto ad andare dallo psichiatra per la prima volta nella mia vita. Le gambe mi tremano da quando, nel colloquio preliminare, l'infermiera mi ha chiesto "...e con il disturbo ossessivo compulsivo da quando era bambina, non si è mai fatta vedere da uno psichiatra?". Al mio "no" pacato un suo "AH" laconico.
Il medico di base dice che non devo preoccuparmi, probabilmente mi daranno solo le pilloline per essere felice. Evviva. Così posso finalmente diventare grande e non creare più problemi.
Io in realtà vorrei solo mandarvi tutti affanculo.
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pier-carlo-universe · 27 days ago
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Ti ricordi di Sarah Leroy? di Marie Vareille – Un viaggio tra amicizia, segreti e misteri irrisolti. Recensione di Alessandria today
La scomparsa di Sarah Leroy ha segnato l’immaginario collettivo della Francia all’inizio degli anni 2000.
Autore: Marie VareilleAnno di pubblicazione: 14 gennaio 2025Genere: Thriller psicologico, Giallo con investigazione femminileValutazione: ★★★★☆ (4,3 su 5 – 349 voti)Classifica: #2 tra i più regalati in Gialli con donne investigatrici La scomparsa di Sarah Leroy ha segnato l’immaginario collettivo della Francia all’inizio degli anni 2000. Era una ragazza modello, amata e rispettata, con…
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campadailyblog · 8 months ago
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Omicidio Mary Rogers: Il Mistero della Bellezza di New York
Mary Rogers era una commessa bellissima di una tabaccheria a New York. Fu assassinata nel 1841 in modo brutale. Questo omicidio sconvolse la città e ispirò Edgar Allan Poe a scrivere “Il Mistero di Marie Rogêt”. Nonostante le indagini intense, l’assassino di Mary Rogers non fu mai trovato. Questo caso rimane un enigma che affascina scrittori e storici da generazioni. Punti chiave Mary Rogers era…
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abr · 2 years ago
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La chiusura degli ultimi tre reattori nucleari tedeschi (...) è il più grosso crimine climatico commesso in Europa (...).
Gli ultimi tre reattori che verranno spenti oggi, reattori ad acqua pressurizzata modello Konvoi da 1300-1400 MW di potenza elettrica netta, hanno operato negli ultimi anni con un fattore di carico di circa il 94%, ovvero per 8400 ore/anno, producendo quindi 34 TWh annuali di energia al prezzo di emissioni di CO2 equivalenti di appena 4 grammi/kWh.
Nell'ottimistica ipotesi in cui il loro apporto verrà sostituito con un mix delle altre fonti energetiche tedesche (carbone, eolico e gas le principali), l'intensità carbonica (passerà a) 550 grammi di CO2 equivalente per kWh: questo significa che ogni anno a partire da oggi la Germania emetterà 18,7 milioni di tonnellate in più di CO2 per produrre energia elettrica.
Se le centrali fossero infatti state mantenute in attività, e fossero state spente centrali a lignite al loro posto (che hanno intensità carbonica superiore a 1000 grammi di CO2/kWh), il risparmio sarebbe stato di 30 milioni di tonnellate di CO2/anno. (...)
Eppure, sui social dei movimenti ambientalisti si registra un assordante silenzio. I tedeschi garantiscono che il piano per portare la Germania al 100% di energia rinnovabile (per la produzione elettrica) entro il 2035 continua: se anche fosse, la scelta di chiudere le centrali nucleari prima di quelle a carbone costerà 360 milioni di tonnellate di CO2 in più, alla faccia del carbon budget.
Il problema è che non sarà così: dietro alle promesse di nuove installazioni eoliche e solari, la Germania si prepara ad allacciare 25 GW di nuove centrali a gas (...) per compensare l'intermittenza delle rinnovabili, entro il 2030. E probabilmente non basteranno: ne serviranno in totale fino a 90 GW, perché anche quando la Germania produrrà energia rinnovabile pari al 100% del suo fabbisogno questa produzione non avverrà quando la rete ne ha bisogno.
Al netto di un po' di accumulo, resteranno oltre 5.000 ore/anno in cui la domanda non è totalmente coperta, e quindi andrà bruciato il gas; nelle ore rimanenti si avrà sovrapproduzione, e si dovrà buttare l'energia prodotta (curtailment) o esportarla (...).
Considerate le condizioni eccellenti in cui versano gli impianti nucleari tedeschi (non solo quelli che verranno spenti oggi, ma anche quelli chiusi negli scorsi anni), avrebbero tranquillamente potuto continuare ad operare per altri 10-15 anni in piena sicurezza, e probabilmente molto di più (...).
Per il momento, comunque, il governo non ha ancora dato i permessi per lo smantellamento delle centrali: questo vuol dire che in linea teorica i reattori restano riavviabili (...) in caso di emergenza energetica. Lo smantellamento (...) richiederà in totale una quindicina di anni e costerà alcune decine di miliardi. Non saranno però soldi dei contribuenti: l'industria nucleare ha già accumulato il tesoretto necessario durante il funzionamento (c'è una quota per il decommissioning che è inclusa nel prezzo del kWh, di cui costituisce circa il 3%, e al termine della vita dell'impianto è immediatamente disponibile).
Resta irrisolto invece in Germania il nodo della gestione dei rifiuti radioattivi: l'odio antinucleare diffuso nel paese da decenni di propaganda verde (i libri catastrofisti della scrittrice Gudrun Pausewang sono ancora oggi lettura obbligatoria in molte scuole tedesche) rende molto difficile trovare un sito dove costruire il deposito geologico per il combustibile esausto, a differenza di quanto avviene in Francia, Svizzera, Svezia e Finlandia.
D'altra parte, la Germania ha rimandato per anni anche la costruzione di un deposito definitivo per i rifiuti radioattivi di origine industriale e ospedaliera, fino al punto in cui il sito di stoccaggio della miniera di Asse (che quando è stato avviato, negli anni '60, doveva essere temporaneo) non ha iniziato a deteriorarsi, fatto che a sua volta ha dato origine a una serie di leggende metropolitane sulle "scorie nucleari nelle miniere di sale": in realtà Asse non ha mai contenuto materiale nucleare di alto livello, bensì rifiuti radioattivi ospedalieri e industriali di medio e basso livello. (...)
Un ultimo dato sulla chiusura dei reattori nucleari tedeschi è il seguente: la produzione degli ultimi 3 impianti che vengono spenti oggi è pari a circa il 15% della produzione di energia elettrica da carbone in Germania, che coincide (circa) con la percentuale il cui fabbisogno di combustibile viene soddisfatto dalla miniera di Garzweiler, recentemente espansa a spese del villaggio di Luetzerath, abbattuto per fare posto alle immense scavatrici Bagger-293. All'epoca l'espansione della miniera fu fortemente contestata dagli ambientalisti, che dovettero essere sgomberati dalla polizia. 
via https://www.today.it/opinioni/chiusura-centrali-nucleari-germania.html
Le contraddizioni pseudoambientaliste esplodono come talebani, una via l'altra.
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diceriadelluntore · 2 years ago
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Storia Di Musica #271 - New Order, Power, Corruption & Lies, 1983
4 ragazzi di Manchester fecero una promessa, una volta creata la loro band: se uno di noi fosse andato via, la band sarebbe finita. Probabilmente non pensavamo che l’abbandono di uno dei componenti fosse definitivo. L’infausto 18 Maggio 1980, Ian Curtis, cantante dei Joy Division, viene trovato morto nella sua casa al numero 77 di Barton Street a Macclesfield: suicidio. La band si scioglie in quell’esatto momento, mentre l’album testamento, finito da poco, Closer, regala al mondo l’ultima perla oscura di quella band formidabile. Bernard “Albrecht” Dicken, nome d’arte Bernard Sumner (voce e chitarra), Stephen Morris (basso e voce) e Peter Hook (batteria) cambiano subito nome, e diventano New Order. Sono passati pochi mesi, siamo nel settembre del 1980, quando esce con questa sigla Ceremony \ In A Lovely Place, scritte in precedenza come Joy Division. Ancora confusi, scelgono una tastierista, Gillian Gilbert, e registrano un nuovo singolo, Everything’s Gone Green, che anticipa il primo disco, Movement. Legati a doppio filo all’esperienza precedente, con Sumner che cerca invano di somigliare a Curtis nel canto, idee lasciate allora e riprese con confusione, l’ancora irrisolto problema della presenza-assenza del cantante, decisamente imponente. Eppure il seme viene già gettato: seguendo i nuovi ritmi elettronici, diffusi anche dalla loro leggendaria etichetta, la Factory, che non era solo una casa editrice musicale, ma una comune artistica che segnerà l’estetica britannica e non solo, decidono di virare sui suoni dance, e Dreams Never End, Truth e Denial segnano la strada. Visto l’insperato interesse, dovuto anche all’emozione dei reduci, la Factory piazza subito una antologia di singoli, e c’è più tempo e idee da sviluppare per il secondo disco. Che arriva nel 1983, fresco e originale, spazzando via l’idea che i New Order fossero i fratelli poveri dei Joy Division. È un disco dove il basso di Hook è il gancio (proprio il caso di dirlo) con la ritmica meccanica e oscura dei Joy Division, profetizzata dal loro produttore Martin Hannet, che però si apre a riff ariosi, al canto “naturale” e non più scimmiottato di Sumner, alla batteria che si divide con la drum machine, al tappeto delle tastiere della Gilbert. Nasce un suono che farà scuola, e che segnerà la new wave. Power, Corruption & Lies sono tre parole che Gerhard Richter, un artista tedesco, scrive a bomboletta fuori da una mostra a Colonia nel 1981 come atto di vandalismo. Inizia con l’aria scanzonata e fresca di Age Of Consent, primo grande brano del gruppo, una cavalcata leggera di chitarra e voce, sorprendente. La canzone finisce così: Do you find this happens all the time\Crucial point one day becomes a crime\And I'm not the kind that likes to tell you\Just what I want to do\I'm not the kind that needs to tell you\I've lost you, I've lost you, I've lost you, I've lost you. Il gruppo sperimenta la disco (The Village), le lunghe introduzioni (We All Stand), sperimenta anche nella lunga 5 8 6, intricata e manifesto del synth pop. Altre canzoni meravigliano: Your Silent Face, con arrangiamento orchestrale, verrà citata persino da Bret Easton Ellis nel suo famoso romanzo Le Regole Dell’Attrazione (che è del 1987). Ecstasy è il lato chimico della Manchester del periodo, capitale indiretta della diffusione dell’Mdma come droga delle discoteche. Ultraviolence e soprattutto Leave Me Alone, magnifico strumentale, senza macchina ma fatta solo “dagli uomini”, sono il sigillo di un disco che attraversa il dolore con la passione dei Kraftwerk innestata sull’oscura magia del suono Joy Division, che rimarrà sempre nel loro animo. Il disco passa alla storia anche per la leggendaria copertina, opera di un grande artista e animatore della Factory, Peter Saville (che è l’autore dei quelle eccezionali dei Joy Division). Saville trova per caso una cartolina della National Gallery, che rappresenta una natura morta floreale, A Basket of Roses, opera del pittore francese Henri Fantin-Latour del 1890. Di lui, in un passaggio de Alla Ricerca Del Tempo Perduto, dirà Marcel Proust: “‘Molte mani di giovani donne sarebbero incapaci di fare ciò che ho visto là’ disse il principe indicando gli acquerelli iniziati da Madame de Villeparisis. E le chiese se aveva visto il quadro di fiori di Fantin-Latour esposto alla recente mostra”. Saville dirà sempre che “I fiori suggerivano come potere, corruzione e menzogne si infiltrano nelle nostre vite. Sono seducenti” e sceglie il quadro per la copertina. Ci aggiunge un tocco dadaista: nell’angolo in alto a destra ci sono una serie di quadratini colorati, sequenza che si può decifrare grazie a una ruota cromatica messa sul retro della copertina. Una volta risolto, il codice cromatico restituisce la scritta “FACT 75”, cioè la 75esima release di Factory Records. I New Order continueranno a suonare, e Low-Life del 1985 saluta il post punk e con Subculture e The Perfect Kiss aprono la strada al technopop. Rimangono una band che ha saputo saltare l’ostacolo, un ostacolo gigantesco, sulla cui lapide c’è scritto il suo verso più famoso: L’amore ci farà pezzi.
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susieporta · 11 months ago
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HO PAGATO FINO IN FONDO
Fateci caso
Ci sono momenti nella vita in cui arrivano alcuni conti da pagare.
Possono essere tasse, multe, debiti, ma anche “conti” simbolici come relazioni devastanti.
Nei nostri percorsi insegniamo come affrontare questi momenti senza andare in panico ma anzi col giusto atteggiamento facendo sì che la fase di pagamento finisca il prima possibile.
In estrema sintesi:
Quello che la vita ci mette davanti va visto, compreso, accettato.
Per le relazioni: non liquidate sempre la faccenda dicendo: ma lascialo, ma lasciala ( escludendo casi di violenza e/ o pericolo).
La situazione va guardata bene e fino in fondo, altrimenti si ripresenterà e si possono pure fare calcoli precisi per prevedere “quando”.
Anche per i problemi economici stessa cosa: devo ricordarmi che quello che accade, in un qualche momento che non ricordi, l’ho seminato io.
Non è sfiga, non è che la vita ce l’ha con me!
Quindi quel che ti trovi davanti oggi, lo hai in qualche modo messo in moto tu.
Per questo il segreto per affrontare queste crisi è la totale accettazione interiore.
Dire SÌ.
Dire va bene pagheró finché devo.
Staro in questa relazione finché devo.
Rimetto i miei debiti perché è giusto che sia così.
Non ricordi che in altre rinascite, quella persona che oggi ti crea problemi, ha già un trascorso con te e si è creata una ragnatela energetica tra voi.
Esercizio: seduto su una sedia respira profondamente, rilassa il corpo, e senti tutto ciò che lo avvolge e lo circonda. Dopo dieci minuti visualizzare la persona o il problema li davanti a te e inizia a sentire come cambia quello strato intorno al corpo.
Osserva e non interferire.
Continua ogni giorno più volte al giorno, finché non sentirai che la tensione che intercorre tra te e l’evento o persona X non si è sciolta e il tuo campo rimane placido e fermo.
In aggiunta: dopo un po’ inizia ad aggiungere questa frase internamente: sono contento di pagare quel che devo/ sono contento di vedere questo irrisolto/ sono contento di poter vedere/ a seconda della tua situazione.
Non avere fretta di uscirne!
Ringrazia
Paga con gioia quel che devi ( si puó fare credimi, sperimenta con le pratiche ) senza attendere con smania di risolvere.
E scoprirai che tutto si scioglierà prima di quanto tu creda….
ClaudiaCrispolti
Approfondiremo questo tema il 26 maggio durante l’’evento MetodØZero con me e Marco Valente Poeta Itinerante
Info e prenotazione ⁨320 259 9693⁩
Ultimi 4 posti.
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smokingago · 7 months ago
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I TRE TRADIMENTI
Il primo tradimento
Prendiamo il caso di due persone normali che stanno insieme e che non abbiano ancora fatto un lavoro su di sé.
Non si conoscono, non sanno cosa ci sia dentro di loro, non sanno come funziona il loro inconscio. Non sanno ancora nulla, non hanno le informazioni.
Fai conto che tutti abbiamo delle ferite e ti assicuro che il 90% di noi si relaziona dalla ferita.
Magari non subito, magari non nel momento dell’innamoramento, non nei primi mesi.
Ma anche quando siamo nell’innamoramento, dove si sperimenta l’apertura del cuore e anche uno stato di coscienza molto elevato a seconda di quanto si possa aprire, questo non significa che le nostre ferite e il nostro passato non siano ancora lì ad aspettarci.
È questione di poco tempo e le ferite, piano piano, si faranno avanti.
Per questo lo chiamano periodo “luna di miele”, perché il cuore non può rimanere aperto troppo a lungo a causa delle ferite, a causa del materiale interiore e a causa anche del fatto che non siamo sufficientemente maturi affinché il cuore possa rimanere aperto.
E questo perché non abbiamo ricevuto istruzioni su come mantenere il cuore aperto e su come lavorare sul resto del materiale.
Uno che non sa nulla non si accorge che il cuore, un poco alla volta, tornerà a chiudersi a causa della pressione dal subconscio e di tutto il materiale irrisolto, che di nuovo farà pressione e tornerà a galla.
Indagando a fondo su questa tematica, quello che ho compreso è che il primo tradimento, in amore, in relazione (e nessuno scappa da questo), avviene quando dal cuore, che all’inizio si apre un po’, piano piano torniamo di nuovo, senza accorgercene, nella nostra ferita principale.
Praticamente noi torniamo a come eravamo prima dell’innamoramento: ci torniamo a relazionare dalla ferita principale, esattamente dove siamo sempre stati potentemente identificati.
Può essere la paura dell’abbandono, può essere una forma di egocentrismo o arroganza, può essere un’altra paura, di fatto però, noi torniamo nella nostra ferita principale.
Ed è quando noi torniamo nella nostra ferita principale che cambia tutta la prospettiva, il cuore non è più come prima, comincia a chiudersi. La ferita principale non è guarita.
Il primo tradimento quindi è passare dal cuore, dal relazionarsi dal cuore, alla ferita:
Noi tradiamo quando passiamo dal cuore alla ferita principale.
Rinunciamo all’amore senza accorgercene, ma, giorno dopo giorno, non siamo più nel cuore e cominciamo a relazionarci dalla ferita principale, dalle nostre paure e dalle nostre ossessioni.
Lì stiamo tradendo sia il nostro partner che noi stessi.
E l’altro?
L’altro farà la stessa cosa.
Non appena sentirà che noi stiamo entrando di nuovo nella ferita (questo avviene tutto a livello subconscio) cominceranno le prime dinamiche psicologiche.
E le si può osservare facilmente.
Perché finché sei nel cuore non hai paura di niente: sei felice, sereno, non te ne frega niente di ciò che pensano gli altri…
Poi, magari vai a convivere o inizi a fare progetti e dal bello iniziale, si passa al tornare sotto il controllo delle ferite irrisolte che ti ricordano della loro esistenza.
Il cuore si sposta di nuovo indietro e torneremo a essere dominati dalla paura.
Paura generata appunto dalla ferita, da una delle tante ferite. Ma è quella principale che agisce in maniera molto prepotente.
Cominciamo a metter su gli schemi difensivi e non ce ne accorgiamo, perché questo processo avviene nel tempo - chi più velocemente e chi meno, ma avviene.
Emergono la ferita della non esistenza, la paura dell’abbandono… Qualsiasi tipo di ferita.
Noi parliamo di cinque ferite perché sono quelle principali, ma ce ne sono tantissime.
A me interessa capire il meccanismo, quello che succede e che ho osservato.
Cosa succede quando ti relazioni dalla ferita e torni nella paura di essere ferito?
Semplice.
Tu cominci a chiuderti, a usare i meccanismi psicologici.
Non sei più nel cuore, non ti relazioni più dal cuore, ma ti relazioni attraverso la mente, attraverso i meccanismi, attraverso le reazioni.
E questo, ovviamente, manda in allarme anche le ferite dell’altro, a cui succede la stessa identica cosa.
Anche nell’altro il sistema va in agitazione. Così tutti e due i cuori si chiudono e si ritorna nei vecchi schemi, quelli precedenti all’inizio della relazione.
Prima il cuore era aperto ed era in prima posizione, mentre l’ego e la personalità erano giù. Adesso, dopo un po’, le cose irrisolte vengono a galla e la personalità con le sue ferite “torna su”.
Ecco che regrediamo a come eravamo prima: cominciano le schermaglie, cominciano le paure, cominciano i battibecchi, comincia il fraintendimento, cosa che non succede mai nella fase di vero amore, perché il cuore ha un’intelligenza incredibile e riesce a capire intuitivamente quello che succede nell’altro.
Tutti i nostri pregiudizi, le ferite e le paure dei rapporti precedenti, gli abusi subiti in famiglia cominciano a farsi strada. E il tuo sistema va in protezione.
Per me questo è l’inizio del tradimento, parlando a livello molto profondo ovviamente.
Alle volte la ferita principale, quando scatta, non fa altro che esaltare ancora di più tutto il materiale: si entra così nella dinamica carceriere-carcerato, vittima-carnefice che abbiamo visto prima.
Si entra nel sentirsi non accettati, non amati, invisibili.
E da qui si può arrivare a tagliar fuori completamente la persona, o a volerla dominare, o a trattarla male, o anche ad abbandonarla, a tradirla.
E questa è una conseguenza.
Perché a un certo punto tutti questi meccanismi difensivi, se non si hanno gli strumenti per lavorare su sé stessi (ma più che altro, a monte, se non si hanno gli strumenti proprio per vedere che ci stiamo difendendo dalle nostre paure irrisolte invece di aprirci al partner), questi meccanismi iniziano ad allontanarci l’uno dall’altro.
E quando ci si allontana e non ci si capisce più, la storia può finire in mille modi diversi: tradimento, abbandono, aggressività…
O anche stare insieme passivamente solo per dividere le spese o rompersi le scatole tutto il giorno…
Quindi, non ci interessa il tradimento o l’abbandono in senso classico, ma qual è il processo che abbiamo messo in moto, il processo che non abbiamo visto.
Perché ormai ti sarà chiaro che il nostro problema è vedere.
E diventerà ancora più facile recitare gli stessi ruoli che hanno recitato i nostri genitori, se non “vediamo” appunto.
Nell’amore, nell’innamoramento, nell’apertura del cuore non esistono ruoli da giocare: siete tu e l’altro. Puro amore e apertura. Zero ruoli.
Ma piano piano… se non abbiamo tagliato il cordone ombelicale…
Il secondo tradimento
Ora vediamo la cosa da un altro punto di vista, quello del sistema familiare.
Questo è il secondo problema: non ho tagliato veramente il cordone familiare.
E il cordone non si taglia dicendo semplicemente: “non sarò come mio padre o mia madre”, ma facendo un profondo lavoro per portare la tua coscienza fuori dall’inconscio collettivo, fuori dall’inconscio familiare e lavorando fuori dal tuo stesso inconscio. (Lo approfondiremo meglio più in là).
Devi liberare la tua coscienza, cioè il tuo io, da tutti questi strati che ti condizionano.
Se non fai questo (e questo richiede un certo lavoro specifico), inevitabilmente, dopo un po’, ognuno porterà nel rapporto il proprio psicodramma familiare.
Conserviamo i fantasmi di mamma e papà, i fantasmi dei nonni e dei bisnonni da entrambe le parti, e questi premono.
Non ti rendi neanche conto che, da sciolti, liberi, naturali, spontanei, passa un anno, due anni e al terzo si attiverà un meccanismo per il quale si entra nel ruolo dell’una o dell’altra famiglia dei genitori…
Si comincia ad assumere un ruolo.
Lei comincia a essere come la madre o la suocera, lui comincia a essere come il padre o il suocero.
Tieni presente che, quando cominci a entrare nel ruolo, tu sei fuori dal cuore.
Perché il cuore è coscienza.
E la coscienza è libera di manifestare sé stessa: nessun ruolo.
Ma se non abbiamo liberato la coscienza dall’inconscio familiare, allora il nostro inconscio porta i semi della famiglia. E quindi sarà inevitabile che uno dei due, o tutti e due, recitino esattamente il ruolo dei genitori e riprodurranno meccanicamente tutte le dinamiche delle rispettive famiglie. Un mix delle due o più una, o più l’altra, è indifferente.
Quando permettiamo al sistema familiare di interferire con la nostra coscienza, con la nostra unicità?
Quando ci facciamo plasmare da tutte le credenze e abitudini di casa.
E siamo noi a permetterlo davvero?
No, accade semplicemente perché siamo addormentati.
La tua coscienza non è ancora libera di essere sé stessa, il tuo io non è libero, è sotto il potere del tuo inconscio.
Vivi la vita di qualcun altro e nemmeno te ne accorgi.
Questo è essere addormentati.
E cosa vuol dire liberarsi dall’inconscio? Diventare coscienti. Il buio diventa luce.
Diventare consapevoli, coscienti, svegliarsi, significa tirar fuori strati e strati di fango, fino ad arrivare all’acqua sporca, uscire dall’acqua e andare nell’aria, e asciugare la propria anima. Da anima umida ad anima secca, anima che si libera al di sopra dei vari livelli di inconscio.
L’acqua rappresenta i vari livelli di inconscio e il fango è l’inconscio più profondo, quello collettivo, quello più buio.
Via via salendo, poi, c’è l’inconscio personale e, infine, la coscienza diventa sole.
Un sole sott’acqua non può brillare, non può scaldare, non può essere, non può manifestarsi: deve uscire dai vari strati di inconscio.
Ed ecco che arriva la possibilità, attraverso la coscienza pura (quello che tu sei veramente e non quello che hai acquisito nella personalità, ma quello che sei nell’essenza), di relazionarti da cuore a cuore.
Poi chiaramente dovrai finire di tagliare quello che deve essere tagliato, far crescere quello che deve essere fatto crescere e sviluppato… Un po’ alla volta.
Tornando a noi, ecco il secondo tradimento.
Portare il sistema familiare nella relazione.
Anche in questo caso, stiamo tradendo il partner, ma soprattutto stiamo tradendo l’amore.
Si potrà forse dire che qui due persone stanno assieme per vivere la loro vita?
No, perché non vivranno la loro vita, ma quella del loro sistema familiare.
Il terzo tradimento
Tradisce anche chi entra in relazione da una ferita, cioè dalla sua ferita principale, pensando magari che la relazione la guarirà. Sperando che l’altro lo “aggiusti”. Lo faccia sentire bene e felice.
Questo è tradimento puro già in partenza.
Perché se io mi avvicino a te con il bisogno di una relazione, ti sto già tradendo: ti sto usando per tappare le mie ferite. I miei vuoti.
Questo è un altro esempio di tradire prima ancora di cominciare.
Quando noi usiamo un’altra persona per tappare i buchi, per non sentire la ferita o perché abbiamo paura di star da soli.
Stiamo già tradendo la persona, stiamo già tradendo la sua anima, perché non stiamo entrando puliti.
Non che uno debba fare ventimila percorsi prima di relazionarsi, ma un minimo di lavoro su di sé, sì.
Quindi tradisce anche chi non conosce sé stesso e dunque non vede che cosa lo spinge a entrare in una relazione e perché. Anche questo è tradimento.
Siamo noi, relazionandoci dalle nostre ferite e paure e condizionamenti, a creare le condizioni per essere lasciati o per essere traditi, perché abbiamo tradito e mentito inconsciamente non entrando in relazione dal cuore, ma dal bisogno, dalla paura, dalla ferita, dai bisogni infantili insoddisfatti e da tutto il materiale irrisolto.
Qui noi abbiamo tradito l’amore, fin dal principio.
E poi, ovviamente, chi tradisce se stesso, non è chiaro con se stesso, non è onesto con se stesso e non si conosce, tradisce anche l’altro, perché non vede cosa sta facendo.
Non vede che va in protezione, non vede che reagisce dalla ferita. Non vede migliaia di cose.
Se sei onesto e accetti di vederlo in te, cerchi di capire e di non sbagliare più.
Ma non puoi dire: “non sbaglierò più” e basta, perché se non vedi continuerai a farlo anche se non vuoi.
Noi continuiamo sempre a ripetere i soliti errori perché non vediamo causa, condizione, effetto.
ROBERTO POTOCNIAK
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