#Fatti di cronaca
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20enne ucciso a colpi d’arma da fuoco in centro a Napoli
Il corpo della vittima è stato lasciato da ignoti nell’ospedale Pellegrini. Sparatoria in pieno centro a Napoli. NAPOLI – Tragedia nella notte a Napoli, dove un giovane di 20 anni è stato ucciso a colpi di arma da fuoco in via Santa Teresa degli Scalzi, nel cuore della città. La vittima è stata trasportata da ignoti all’ospedale Vecchio Pellegrini, dove i medici non hanno potuto fare altro che…
#aggressioni in strada#Alessandria today#armi da fuoco Napoli#centro storico Napoli#Controllo del territorio#criminalità giovanile#criminalità nel sud Italia#Criminalità organizzata#Cronaca Italiana#cronaca nera Napoli#emergenza criminalità#emergenza sicurezza#fatti di cronaca#Forze dell’ordine#giovani e criminalità#giustizia e ordine pubblico.#giustizia e sicurezza#Google News#inchiesta omicidio#indagini Carabinieri#investigazioni Napoli#italianewsmedia.com#Lava#legalità e sicurezza#Napoli cronaca#Napoli emergenza sicurezza#Napoli violenza#notizie Napoli#omicidi in Italia#omicidio in centro
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il mostro di Bargagli o la banda dei vitelli? Un serial killer (forse) mai esistito
La denominazione di “mostro di Bargagli” consta in una invenzione giornalistica identificativa di un serial killer attivo a Bargagli, provincia di Genova, tra il 1944 e il 1985. Seriale mai identificato, potrebbe classificarsi come missionario disorganizzato. Continue reading il mostro di Bargagli o la banda dei vitelli? Un serial killer (forse) mai esistito

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Vorrei un mondo in cui i maschietti fossero in post-nut clarity per il 75% del tempo
#cose#forse non c'è alcun bisogno ma specifico che non c'è alcun collegamento con i recenti fatti di cronaca
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Ma allora ho un'idea malsana che appartiene solo a questa piattaforma
#cioe no ok#il classico esempio delle quagnedde che usano the sims per tipo farsi o film con le crusj#ma io al posto#se lo utilizzassi per capire le dinamiche c@morristiche descritte da saviano?#help i might be thinking of a the sims mafia story#NON VOGLIO IDOLATRARE NESSUNA ORGANIZZAZIONE CRIMINALE OK#but what if uno strumento per creare il tuo mondo fosse ispirato a fatti di cronaca#penso che tutto questo sia cosi problematico#non abbandonatemi mutuals please#credo sia solo una hyperfixation momentanea#e questo è il mio piccolo spazio mediatico per parlare delle turbe mentali che mi affliggono
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Ho una teoria, che informarsi di più in realtà non informa, intendo attraverso i modernissimi mezzi messi a disposizione da internet. Si crea a livello mentale una specie di bias per cui il cervello non si mette a cercare il vero (ammesso che esista un vero nei fatti di cronaca) ma si innesca invece un meccanismo che crea risposte verosimili e confermative, nel senso che vanno a confermare quel che già si vuole sapere. Ora, la teoria non è nuova e non è nemmeno originale, ma riflettendo sopra quei frullini che sono i social, con la loro abitudine a indurre nell'utente una certa risposta a determinati stimoli (condividi, discuti, sei parte attiva del grande intrattenimento democratico), mi appare più che mai evidente. La curiosità di informarsi rimane sempre, ma nel frattempo è intervenuto un certo scetticismo su quanto viene raccontato dall'informazione e dalla controinformazione, che ormai si azzuffano beatamente fra di loro lasciando nel frattempo i fatti inspiegati, abbandonati al loro destino.
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Salve Kon.
Oggi ho portato dal veterinario un gatto che vive da quando è nato a casa mia. Da abusivo, così come la mamma e la nonna. Vivo praticamente in campagna, i gatti vanno e vengono. E si riproducono. Vado al dunque: ha perso l’uso delle zampe posteriori, la coda è spezzata, gli sfinteri rilasciati. L’ho trovato così qualche giorno fa, ha senz’altro beccato una ruotata da qualche stronzo che andava a manetta. Non ha praticamente speranze di recuperare l’uso delle zampe, dalla lastra che il veterinario ha fatto si vede la vertebra spezzata. In più non ha reagito agli stimoli fatti con la pinza sui polpastrelli. Il micio (Apu per la cronaca) mangia e beve, ma sempre dalla lastra si vede la vescica gonfia, pipì e popó escono per caduta, non sente gli stimoli. Ha solo due anni, è giovane, e fino a qualche giorno fa, è vissuto libero di andare e fare quello che voleva. Non lo vedo proprio con un pannolino su un carrellino. Credo di avere già preso una decisione in merito a cosa fare, ma ho un enorme dubbio, misto a magone: è giusto/ corretto che sia io a decidere sull’esistenza di Apu?
Terribile dilemma e ancora più terribile proporlo qua su tumblr, dove il gatto è l'animale guida di una buona percentuale di utentə.
Andrò subito al punto (non è vero)...
Tu hai già preso una decisione.
E non mi riferisco a eutanasia sì/eutanasia no ma al fatto che, per quanto selvatici e 'di campagna', hai comunque deciso di intrecciare la tua vita con la loro e dal quel momento sei diventata responsabile della loro vita, in tutte le accezioni.
In natura, senza nessuno che lo nutra, Apu sopravvivrebbe pochissimi giorni e sì, essere responsabile di un essere vivente significa anche decidere quando lui non può farlo.
La paraplegia è una condizione molto seria che richiede attenzione e cure costanti, con un rischio nemmeno troppo remoto di blocco intestinale o vescica neurologica, rischio sempre più consistente man mano che il gatto invecchia.
Salutalo con amore e fa' che nel tuo dolore per la sua perdita crescano cose luminose per chi rimane.
<3
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Ho spento la televisione, la cronaca, le brutture, il gossip, le sciocchezze; ho spento tutte le voci che raccontano fatti, fatti, fatti, sempre e solo fatti, ed ho iniziato ad ascoltare le parole belle, quelle che ti scavano dentro, che ti mettono in crisi davvero, che creano nella tua anima grandi orizzonti in cui puoi ancora correre e sognare.
Ho spento delusioni, amarezze, speranze, ricordi tristi, e tengo accesa la bellezza delle piccole cose, di quelle fatte a mano dove conta solo l’amore.
Ho spento la luce e acceso una candela perché mi ricorda che, se vuoi fare luce, devi consumarti e non trattenerti.
Ho spento tanti fari e tengo accese le stelle perché mi obbligano a guardare in alto e a sognare, mi ricordano che siamo fatti di desideri e non di piccolezze.
Ho spento l’egoismo e tengo aperte le mani perché due mani aperte raccolgono più cose, più cuori, più gioia, più dolore da consolare.
Ho spento le critiche, le chiacchere, gli abusi di parole e tengo acceso il silenzio perché solo lì senti cose inaudite.
Ho spento la rabbia e tengo accesi i sorrisi caso mai qualcuno ne avesse bisogno.
Ho spento l’arroganza, la saccenteria, le pretese e tengo accesa la tenerezza perché è così che posso guarire gli altri.
E poi ho spento la paura perché non esiste nessuno che può rubare la mia libertà.
Filippo Rubini
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Rientrando a casa sono passato vicino a un parco pubblico, spesso in questo parco noto persone sedute sulle panchine vicino ai lampioni. D'estate è un luogo molto fresco dove poter stare. Ci sono passato vicino, come stavo dicendo, e mi sono dovuto fermare al semaforo, così da notare una coppia seduta su una di quelle panchine illuminate e vicino alla strada. Ho pensato a un loro possibile dialogo, a una loro scena, che nasce da un mio atavico dubbio. Sotto la luce tremolante del lampione, lui fissava lei con le mani in tasca e il cuore in gola. “Allora, ci vediamo domani?” - le chiese, con voce incerta. “Forse” - rispose lei, con un sorriso che era un groviglio di intenzioni. Avrebbe voluto dire “sì”, urlandolo quasi, ma sperava che lui ci leggesse un “no”, un piccolo muro per proteggere il suo orgoglio. Eppure, dentro di sé, una vocina sussurrava: "Ti prego, chiedimelo ancora, e poi ancora." Lui inclinò la testa, studiandola e le disse - “Forse sì o forse no?” Lei rise nervosamente - “Forse… dipende da te.” E in quel “forse” si nascose tutto quello che poteva essere un invito, un gioco, una porta socchiusa. Lui sorridendo rispose - “Domani te lo chiederò di nuovo, allora.” Lei annuì, sapendo che era esattamente ciò che voleva. Ora. Mi sono sempre chiesto una cosa, perché quando una donna dice 'no' intende 'sì', ma noi uomini temiamo di capirlo? Sembra facile pensarlo, ma difficilissimo da affrontare. Il 'no' di una donna è un 'sì' camuffato, ma noi uomini spesso siamo impegnati a grattarci la testa come scimmie davanti a un monolite. Dovreste, voi donne, darci un manuale con le istruzioni, anche se sono convinto che, la maggior parte di noi, non lo leggerebbe.
P.S. racconto inventato di sana pianta, può piacere come non può piacere lo stile smielato che ho utilizzato, in stile Harmony, così come lo stereotipo del no che vuol dire sì, un'ironia un po' d'antan visto che ultimamente, e in seguito di fatti di cronaca, il no di una donna dev'essere interpretato come un NO. Senza fraintendimenti.
Post depatriarcato. denuclearizzato e de-ficiente
#libero de mente#pensiero#frase#vita#amore#racconto#pensieri#umini#donne#si#no#forse#non ci capisco niente
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Alessandria – È ormai sera quando al numero 7 di via San Giovanni Evangelisti divampa un incendio dall’interno di un appartamento al primo piano di una palazzina. Le fiamme dilagano rapidamente, interessando gli altri appartamenti dello stabile. La situazione è critica.
#Alessandria cronaca#Alessandria today#Carabinieri#centro igiene mentale#codice penale incendio#Cronaca Italiana#Cronaca locale#Cronaca nera#danni da incendio#danni strutturali#denuncia incendio#disastro domestico#Emergenza abitativa#emergenza incendio#emergenza vigili#fatti di cronaca#Giustizia#giustizia e psichiatria#Google News#incendi dolosi in Italia#incendio accidentale#incendio Alessandria#incendio doloso#incendio domestico#incendio materasso#intervento 118#italianewsmedia.com#libertà vigilata#Ospedale Alessandria#palazzina inagibile
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Lo statalista sociale ogni tanto paragona il liberismo al suo primo cuggino, lo statalista bolscevico. Come i figli del cuggino, i sessantottini, comparano ancor oggi liberismo ("selvaggio") e fascismo. Tra parenti prima di parlare mettetevi d'accordo, su.
Diamo un servizio:
a) le ideologie social stataliste nazi o mao differiscono nella teoria e nelle prassi assassine, quanto il dna di gemelli omozigoti;
b) storicamente, nazional-socialismo o fascismo e internazional-socialismo o (bene-)comunismo, son mostri fatti sgravare nel reale dai gas iprite della "inutile strage" (cit.), la I Guerra Mondiale, evento che ha annichilito l'Europa ma per fortuna non solo nostra, di tutto il mondo, non il suo refugium che come tutti i bambini sani che han giocato ai cowboy sanno, è l'America;
c) i perdenti ce l'hanno col liberismo perché li ha sconfitti, a loro e ai cugini loro, trattandoli per quel che sono: carcinomi degenerati;
d) l'Occidente è tornato a salvare se stesso dalle metastasi più e più volte - la citata I guerra, la II, la Guerra Fredda; oggi l'Occidente difende se stesso dalle degenerazioni woke e Dems, così come da bravi fradei difende gli Avamposti di Civiltà come Israele contro le superstizioni barbariche circostanti (i veri liberisti come i veri Cristiani non forzano nessuno ad adottare la Civiltà: puntiamo sulle Best Practices e sul parlar dolcemente ma con un grosso bastone a portata di mano); ben diverso è il discorso Ucraina, dove il più pulito ci ha la rogna;
e) Dulcis in fundo, dalla nuda cronaca alla pars construens: il liberismo è l'unico autentico erede di quel grande filo storico filosofico che parte dall'antica Grecia e dall'ebraismo e si radica a Roma, assieme si fanno Cristianesimo, poi Scienza, Rinascimento mercantilista e capitalismo: la Civiltà, ovvero le radici dell'Occidente Cristiano, dominante e vincente su ogni idealismo degenere, su ogni statalismo sia esso satrapia, caciccato, ortodossia, fondamentalismo, dittatura del proletariato o confucianesimo. Spiaze.
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Davvero, per favore, qui, su X e ovunque, sforzatevi di analizzare la situazione Capodanno di Roma con un briciolo di obiettività e mente fredda. Sono 24 ore che leggo di tutto e di più perché ci sono voluti 2 secondi netti per infilare nel calderone la qualunque e spostare il focus dal discorso degli artisti.
Sforzatevi di capire di cosa stanno parlando davvero, perché nessuno ha difeso i testi di Tony Effe. Sono fuori tema anche loro? Probabile. Stanno usando il termine censura un po' a sproposito? Anche qui, probabile.
Ma da qui a dire che allora sono tutti misogini e che addirittura appoggiano la violenza sulle donne, ce ne passa. Mahmood ha letteralmente scritto che tutto può essere criticato, dove lo vedete l'appoggio ai testi? A me sembra chiaro che la presa di posizione sia perché l'esclusione da Roma, potenzialmente, è un gesto che può portare alla censura. Qui non lo è nel senso puro del termine ma appare tale per le dinamiche. Presta il fianco a una caccia alle streghe trasversale perché, se voglio, posso trovare qualcosa che non va ovunque, che sia una canzone che cita le dipendenze o fatti di cronaca, politica o rapporti tossici. E a quel punto posso pretendere che venga bloccata. Anche nelle canzoni di Ale eh, ad esempio quando cita le droghe o rapporti tossici, si potrebbe dire che sono temetiche che urtano la sensibilità e chiedere così che lui non si esibisca da nessuna parte. È esattamente questo che porta alla censura, nella musica, nei libri, ovunque. Poi si può discutere che su altri temi non ci sia stata la stessa presa di posizione ma anche qui io distinguo le cose, questo è comunque lavoro, in altro c'è una componente troppo personale che, per esempio, non credo Ale sarà mai a suo agio a condividere in modo palese (again, ma tramite la musica sì, quindi con la libertà di espressione di cui ha sempre parlato).
Ciò detto, per me l'errore è stato a monte, perché come fai a fare una line up per un evento del genere senza un'unità di intenti? È chiaro che il passo indietro di Roma è politico, il Sindaco ha chiaramente detto che non voleva che l'evento fosse divisivo, ergo ha scelto il quieto vivere. Tony Effe non andava invitato a prescindere, per me potrebbe non cantare mai più in vita sua e ne sarei contenta ma adesso non facciamo l'errore di condannare tutto questo discorso perché di mezzo c'è lui.
Anche perché poi, l'utente medio del social lo usa come pretesto per scagliarsi contro gli altri - Mahmood in primis - vomitandogli addosso le cose peggiori. Perché tutti bravissimi a riempirsi la bocca di belle parole per difendere le donne, salvo poi usare contro chi non piace il tono e il linguaggio che tanto disprezzano. Moralisti a convenienza, paladini della giustizia solo se si sta tutti dentro i paletti delle loro idee, tutti gli altri al rogo (e poi magari stannano personaggi discutibili tanto quanto quelli che criticano).
Detto ciò, mi pare altrettanto ovvio che i cantanti vivano la cosa diversamente dallo spettatore, nel senso che scindono la persona dall'opera che può essere eccessiva perché espressione artistica. Sarebbe un po' come dire che se uno scrittore scrive di omicidi allora è un delinquente. Non voglio dire che certi testi vadano giustificati perché, obiettivamente, fanno ribrezzo ma neanche credo che siano la condanna dei giovani. Se i ragazzi di oggi non hanno gli strumenti per discernere con la propria testa il bene dal male, una storia dalla realtà, una canzone da un esempio da imitare, vuol dire che gli educatori hanno fallito. E prima che si arrivi agli intrattenitori, ci dovrebbero essere la famiglia e gli insegnanti, senza parlare di chi ci governa.
Quindi, in sintesi, anche meno.
#mahmood#rant post#flusso di coscienza#mi pentirò del post? ovviamente#lo cancellerò? nah#da qualche parte dovevo dirlo e#twitter is a hellsite#tumblr is better
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Lei, Sophia Loren, il film, "La ciociara" del 1960. Madre e figlia brutalizzate, stuprate da un branco di soldati marocchini aggregati alle truppe americane. Un'immagine iconica, un grido soffocato di disperazione, un pianto in cui sono racchiusi rabbia, incredulità, umiliazione, che a distanza di anni non hanno perso la loro forza d'impatto emotivo. E oggi? Si parla tanto di cambiare le cose, però nel frattempo femminicidi, stupri, violenze domestiche e non continuano a essere perpetrati quasi ogni giorno, quelli che vengono riportati nei fatti di cronaca e quelli, tanti, che restano nell'anonimato. È facile dire io farei, bisogna fare davvero, le donne continuando nella loro lotta, gli uomini, intendo dire quegli uomini che sono chiamati impropriamente così, beh, la vedo dura che possano cambiare atteggiamento, quindi avanti con le denunce, le richieste d'aiuto, senza abbassare mai la guardia. Bisogna fare rumore, non chinare la testa, ma tenerla sempre in alto perché la donna merita la più alta considerazione, il più profondo rispetto, la più grande devozione e tanta, tanta dolcezza.
Andrea B.
25 novembre 👠👠👠
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Ricapitolo qui tutti i social et similia legati al progetto editoriale Zona di sconforto (tratto comune: il crossposting dei contenuti di un sito su un altro, anche se non avviene sempre).
BLOG:
il luogo virtuale primario, dove affronto gli argomenti fondamentali che sviluppano il discorso del progetto e sono piccoli passi avanti nella costruzione del mio sistema di pensiero personale. A questo link poi potete diventare follower (basta avere un account Google):
ACCOUNT X: https://x.com/Zonadisconforto
Qui invece retwitto elementi di attualità che ritengo pregnanti e in qualche modo legati agli argomenti trattati e commento altri tweet. Talvolta posso twittare qualcosa di mio per tentare di attirare l'attenzione su una questione che ritengo molto importante riguardo fatti di cronaca o di attualità o alcuni commenti o per tentare di argomentare le mie questioni in risposta a critiche od offese.
Pagina Facebook:
Pagina per pubblicizzare i contenuti del blog primariamente, con campagne pubblicitarie e storie (in crosspost con Instagram), prossimamente genererò dei contenuti specifici adatti alla condivisione (come frasi su sfondo con logo ecc.)
Pagina Instagram:
https://www.instagram.com/zonadisconforto/
Anche qui pubblicizzo i contenuti del blog esaltando le immagini degli stessi, creo storie multimediali e crossposto le storie di Facebook e viceversa. Studierò contenuti multimediali specifici per la piattaforma.
Tumblr: su questa pagina invece come potete vedere chiarisci e approfondisco questioni e argomenti collaterali, analizzo e recensisco le fonti, riposto contenuti interessanti e pertinenti, creo contenuti specifici occasionali (work in progress).
Inoltre: lascio l'e-mail del progetto editoriale [email protected] per eventuali invii di vostro materiale, sappiate che ogni contributo sarà ben accetto e attentamente valutato per eventuale pubblicazione. GRAZIE A TUTTI per l'eventuale partecipazione! (lingue: italiano e inglese).
Su OGNI social e sito, se possibile, potete contattarmi e chiedere i miei contatti Telegram e Whatsapp se volete avere altri dettagli, chiarimenti e conoscere meglio l'autore del blog.
GRAZIE INFINITE per l'attenzione! BUONA LETTURA!
Here I recap all the social networks and the like related to the Zona di Sconforto editorial project (common feature: crossposting the contents of one site on another, even if it doesn't always happen).
BLOG:
the primary virtual place, where I address the fundamental topics that develop the project's discourse and are small steps forward in the construction of my personal system of thought. At this link you can then become a follower (all you need is a Google account):
X ACCOUNT: https://x.com/Zonadisconforto
Here instead I retweet current events that I consider significant and somehow related to the topics discussed and I comment on other tweets. Sometimes I can tweet something of my own to try to draw attention to an issue that I consider very important regarding news or current events or some comments or to try to argue my issues in response to criticism or insults.
Facebook Page:
Page to advertise the contents of the blog primarily, with advertising campaigns and stories (cross-posted with Instagram), soon I will generate specific contents suitable for sharing (such as phrases on a background with a logo etc.)
Instagram Page:
https://www.instagram.com/zonadisconforto/
Here too I advertise the contents of the blog by highlighting the images of it, I create multimedia stories and cross-posted the stories of Facebook and vice versa. I will study specific multimedia contents for the platform.
Tumblr: on this page instead, as you can see, I clarify and deepen collateral issues and topics, I analyze and review the sources, I repost interesting and pertinent contents, I create occasional specific contents (work in progress).
In addition: I leave the email of the editorial project [email protected] for any sending of your material, know that every contribution will be welcome and carefully evaluated for possible publication. THANK YOU ALL for your possible participation! (languages: Italian and English).
On EVERY social and site, if possible, you can contact me and ask for my Telegram and Whatsapp contacts if you want to have more details, clarifications and know better the author of the blog.
THANK YOU SO MUCH for your attention! ENJOY THE READING!
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Invoco la pacifica e innocua ignoranza dei fatti del mondo, delle (s)ragioni che portano alle guerre, delle cause dei naufragi, di quelle dei nubifragi, dei dibattiti presidenziali, di tutta la paccottiglia dei fatti minuti, della cronaca nera, della cronaca rosa, della casa reale, delle cose irreali, e ritrovare la sapienza delle piantine al sole, ignare dei fatti degli uomini e istruite della semplice assennatezza della terra, insomma: il cielo stellato sopra di me, la beata ignoranza in me.
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Sprechen Sie Deutsch?
La mia battaglia con la lingua tedesca cominciò a metà ottobre e durò quasi tutto l'anno accademico. In quanto figura di maggior rilievo degli studi hitleriani in nord America, era da molto tempo che cercavo di nascondere il fatto che non conoscevo il tedesco. Non lo parlavo e non lo leggevo, non lo capivo e non sapevo neanche da che parte cominciare per mettere su carta la frase più elementare. I più scarsi fra i miei colleghi in Hitler lo sapevano un po', altri o lo parlavano bene o sapevano usarlo in maniera ragionevole a fini di conversazione. Nessuno poteva specializzarsi in studi hitleriani, al College-on-the-Hill, senza un minimo di un anno di tedesco. In breve: vivevo ai margini di un territorio di ampia vergogna. Il tedesco. Carnoso, distorto, sputacchione, porporino e crudele. Ma bisognava finalmente affrontarlo.
D. DeLillo, [White noise, 1985], Rumore Bianco, Torino, Einaudi, 2006 [Trad. M. Biondi]
Se il personaggio di DeLillo è quello di un professore universitario che tiene un corso di Studi Hitleriani senza conoscere minimamente il Tedesco, alcune storie di cui sono a conoscenza abbassano, tragicamente, il senso di ironia e sarcasmo del libro perché ci sono, ahimè, vicende simili realmente accadute.
La prima è una cronaca di un amico di famiglia che, appena laureato in Legge, accettò a occhi chiusi l'incarico di insegnante di Tedesco in una scuola di un paesetto quasi sperduto, ringraziando Dio per la fortuna che lo avessero prescelto. Di Tedesco non sapeva assolutamente nulla, mentre se la cavava piuttosto bene con il Francese, lingua che gli risultò poi molto utile durante la lunga carriera diplomatica; raccontava di aver studiato, in quel primo anno, come non mai e di non aver fatto una figura particolarmente brutta.
La seconda storia, più recente, ce l'ha raccontata, durante una ristretta riunione di amici, uno scrittore che vanta ottimi editori nazionali; lui, laureato in Lettere ma con provenienza da un Liceo Scientifico (dove, se va bene, si impara un po' di latino), piuttosto che fare la fame, accettò il suo primo incarico di insegnante a centinaia di chilometri da casa, in un Liceo Classico dove gli fu assegnato il corso di Greco, per lui fino a quel momento una lingua assolutamente ignota.
Infine, io stesso mi sono trovato a insegnare Laboratorio di Misure Elettroniche, senza aver mai avuto all'università la possibilità di metter mano a un banco per i test e agli strumenti di misura.
E sì, è vero che all'inizio si studia come pazzi (io mi ero anche attrezzato in casa un piccolo laboratorio) e ci si creano competenze impensabili ma come poteva permettere un Ministero della Pubblica Istruzione che accadessero fatti simili? Si spiegano molte cose sulla Scuola, anche se di qualche decennio fa, no?
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Argomento
Ogni giorno che passa è una benedizione, perché mi avvicina alla morte, ma nei giorni scorsi tu sei stata causa di dolore; quindi, cosa intendi dire ora per riscattarti?
Solitamente fai riferimento alla parte molle del tuo carattere, quella sperperata sotto al carapace, immagino pertanto che bastino queste poche parole per zittirti.
Da parte mia è certo che non ti ho dimenticata, è certo quindi che per me sei ancora un argomento, ma mentre il nostro incontro si prospettava come elemento di crescita esistenziale attraverso l’Altro, dialettico e filosofico (voi continuate pure a mangiare pop-corn) ora sta sempre più diventando un fatto di cronaca.
Sappiamo entrambi per quanto tempo un fatto di cronaca rimanga tale. Immagino solo di dover aspettare che tu non sia più un argomento.
Ti ho mai parlato del potere della mezzanotte? Quando un giorno definitivamente si eclissa dando la giusta misura e il giusto senso ai fatti che lo hanno farcito?
Il dolore, ammettere di soffrire, il tedio delle ore che passano senza una tua parola sono la gloria del mio desiderio vero, perché inalienabile. Per chiunque inalienabile.
Morire è cosa unicamente mia, per me, che sono esattamente e solo me, nel miscuglio al mondo che comporta il Sé.
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