#carlo mazzone
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Ciao Carletto voglio ricordarti così
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Ciao grandissimo romanista
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"He knew that I would have given my life for him."
-Roberto Baggio on Carlo Mazzone.
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19.08.2023 L'Addio a Carletto Mazzone, il bilancio sul mercato estivo e sul campionato alle porte dell'inizio campionato e del match contro il Frosinone,Ivan Scudieri incontra il tifoso Lucio Cosentino all'interno del podcast IL TIFOSO HA SEMPRE PASSIONE su Podcastbook.it
#carletto-mazzone#carlo-mazzone#de-laurentiis#frosinone#garcia#napoli-calcio#napoli-podcast#osimhen#scudetto#seriea#spalletti
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Narra la leggenda (poi confermata dagli stessi protagonisti della vicenda) che nel corso di una partita della Roma stagione 1994-95, l'allora allenatore giallorosso Carletto Mazzone -scorgendo il proprio terzino Amedeo Carboni in posizione un po' troppo avanzato - lo abbia invitato a rinculare con queste esatte parole: Mazzone: "Amedeo" Carboni: "Sì, mister?" Mazzone: "Quante partite hai fatto in serie A?" Carboni: "350, mister" Mazzone: "E quanti gol?" Carboni: "4, mister" Mazzone: "Ecco, allora vorrei proprio sapere 'ndo cazzo è che vai! Torna subito in difesa!" https://www.calcissimo.com/91-minuto/quando-mazzone-striglio-carboni-amedeo-ma-ndo-ca-o-vai-50293
Non esiste nessuno come te, e non esisterà mai.
Grazie di tutto.
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Goodbye to Carlo Mazzone -left-, former football player and coach (bery known for his typical charismatic behaviour and strong Roman accent); and to Francesco Alberoni -right-, sociologist and journalist who dedicated many studies and books to love, relationships and human behaviours in different times. They both were often seen and invited on TV shows.
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"Un giorno stavamo vincendo 2-0 e feci entrare Baggio 10 minuti prima del fischio finale.
Si alzò dalla panchina e prima di entrare in campo mi disse: “Mister, ma non è meglio un difensore per coprirci!?"
Gli dissi: "Robbè, a me la vita me deve insegnà solo a morì. Fatte da quella palla e non farla vede più agli avversari."
Entrò in campo, si mise a disposizione e per 10 minuti la palla ce l'aveva sempre lui. Questo era Baggio. Un talento naturale, un campione universale, che pensava solo al bene della squadra. Quando hai un giocatore del genere in squadra, non servono difensori per amministrare il risultato. Basta mettere la palla chiusa a chiave in cassaforte. Palla a Baggio e buonanotte a tutti."
🗣️Carlo Mazzone
🎙️Raiuno
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Guardiola e Baggio sono stati ospiti da Fabio Fazio
Guardiola ha parlato in una lunga intervista a Fabio Fazio in cui si è raccontato tra passato, presente e progetti futuri. Una chiacchierata a cui ha partecipato collegato da casa anche Roberto Baggio che con Guardiola ha condiviso lo spogliatoio del mitico Brescia allenato da Carlo Mazzone. Un momento in cui si sono intrecciati ricordi, aneddoti e desideri futuri, come quello espresso dallo stesso Guardiola nei confronti di Baggio qualora dovesse scegliere di allenare un giorno in Serie A. "Non è vero che è il mio ultimo anno al Manchester City, devo riflettere – ha detto, prima di rispondere a precisa domanda -. Verrei in Italia solo se Baggio facesse il mio assistente". Una provocazione, una battuta, è chiaro, mentre rispondeva a domande riguardanti il suo futuro ai Citizens che ogni giorno dall'inizio di questa stagione viene messo in dubbio. L'intervista poi si fa emozionante e tra i due ex compagni di squadra al Brescia ci sono fin dal primo momento parole di profondo rispetto e ammirazione: "Quando parlo di lui mi emoziono. L'ho conosciuto alla fine della sua carriera". Guardiola ricorda le condizioni fisiche di Baggio quando è arrivato al Brescia Ed è proprio attraverso Baggio che Guardiola ripercorre un po' il suo percorso alle Rondinelle tra aneddoti e racconti riguardanti anche Mazzone. "Baggio quando l'ho conosciuto aveva un ginocchio che sembrava una lavatrice, poverino non si poteva muovere. Era il più forte – ha spiegato Guardiola -. È una persona solare, una persona incredibile. Ha conquistato l'ammirazione non solo per il fatto che fosse un bravo calciatore. In Italia non c'è un posto che non lo ami. Noi accettavamo tutti, lui era diverso, non si poteva trattare allo stesso modo". Guardiola e Baggio si emozionano a vicenda Baggio ascolta quanto detto da Guardiola e risponde in poche parole e molto profonde: "Mi hai fatto emozionare per quello che hai detto – e Pep prova a scherzare per stemperare un po' quell'emozione -. Sai che non è vero (ride ndr)". Baggio poi spiega di volerlo incontrare anche solo per una semplice chiacchierata e che segue Guardiola da quando ha iniziato ad allenare il Barcellona. L'allenatore del City sottolinea così di conseguenza l'enorme ammirazione che ha per il Divin Codino: "Mi sarebbe piaciuto tanto tanto tanto giocare più anni con lui – raccontando cosa significasse condividere il terreno di gioco con lui -. Io ero a centrocampo e quando la palla veniva da destra o sinistra, lui era sempre lì e io mi trovavo tanto". I due si raccontano come due fratelli: "Non dimentico come mi ha accolto in una provinciale e Baggio era l'anima di quel Brescia – spiega Pep al quale lo stesso Roby risponde -. Lui è unico e vincente perché prima di tutto è una brava persona, e questa è la base per arrivare dove è arrivato lui – spiega -. È disponibile verso tutti e poi aveva questa dote che era già allenatore da giocatore. Dava sempre qualcosa in più per far migliorare i compagni, ma lo dico io e qualunque compagno che giocava con noi in quegli anni". L'aneddoto legato a Mazzone e il pensiero di Guardiola su Messi I due scherzano e ricordano l'episodio del cane portato da Baggio agli allenamenti del Brescia di Mazzone: "Aveva paura dei cani e un giorno appena vide il mio labrador andare a mille avanti e dietro sul campo col pallone si spaventò e disse: ‘Via quel cane!'. Qualcuno risposte che era il cane mio e lui: ‘Ao fatelo giocare e dategli un biscottino'". L'intervista si conclude con un elogio di Guardiola a Messi: "Lui è il giocatore più forte di tutti i tempi, forse è una mancanza di rispetto per Maradona e Pelè ma quello che ho visto di questo ragazzo in allenamento non potete immaginarlo – chiude -. Succede una volta nella vita per me Messi era la Grande Bellezza". Read the full article
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¿Cuántas veces ha ganado la AS Roma la Serie A y cuántos títulos de la Champions League tiene?
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¿Cuántas veces ha ganado la AS Roma la Serie A y cuántos títulos de la Champions League tiene?
Historia de victorias de la AS Roma en la Serie A
La AS Roma es uno de los clubes más emblemáticos del fútbol italiano y su historia est�� llena de victorias y logros en la Serie A, la máxima categoría del fútbol italiano. Fundado en 1927, el club ha sido un contendiente constante en el campeonato italiano, ganando varias veces la Serie A a lo largo de los años.
Una de las épocas más exitosas de la AS Roma fue en la década de los 80, cuando bajo la dirección de entrenadores como Nils Liedholm y Carlo Mazzone, el equipo logró varios títulos de liga y copas nacionales. En particular, la temporada 1982-1983 fue histórica para el club, ya que lograron ganar su segundo Scudetto de la Serie A, con jugadores icónicos como Falcao, Conti y Pruzzo liderando al equipo.
Más recientemente, la AS Roma ha seguido siendo un equipo competitivo en la Serie A, logrando clasificar regularmente para competiciones europeas como la Liga de Campeones de la UEFA. Bajo el liderazgo de jugadores como Francesco Totti, Daniele De Rossi y el actual capitán, Lorenzo Pellegrini, el equipo ha seguido acumulando victorias y cautivando a los aficionados en todo el mundo.
La AS Roma sigue siendo un símbolo de orgullo para la ciudad de Roma y sus seguidores, que apoyan al equipo con pasión en cada partido. Con una rica historia de victorias en la Serie A, la AS Roma continúa siendo un referente en el fútbol italiano y europeo.
Títulos de la AS Roma en la Serie A
La AS Roma es uno de los clubes de fútbol más emblemáticos de Italia, y a lo largo de su historia ha logrado obtener varios títulos en la Serie A, la máxima categoría del fútbol italiano.
El primer título de liga de la AS Roma llegó en la temporada 1941-1942, demostrando su fuerza y competitividad en el fútbol italiano. Sin embargo, fue en la década de los 80 cuando el club vivió uno de sus momentos más gloriosos, logrando conquistar tres títulos de Serie A en las temporadas 1982-1983, 1985-1986 y 2000-2001. Estos logros marcaron un hito en la historia del club romano y lo colocaron como uno de los grandes referentes del fútbol italiano.
Además de sus victorias en la Serie A, la AS Roma ha conseguido otras distinciones a nivel nacional e internacional, como la Copa de Italia y la Supercopa italiana. Estos títulos han contribuido a enriquecer el palmarés del club y a consolidarlo como uno de los más respetados de Italia.
El apoyo incondicional de su afición, la calidad de sus jugadores y el trabajo constante de sus directivos han sido elementos fundamentales en el camino hacia el éxito de la AS Roma en la Serie A. Sin duda, los títulos obtenidos por este histórico club italiano son motivo de orgullo y celebración para todos sus seguidores en todo el mundo.
Participaciones de la AS Roma en la Champions League
La AS Roma es uno de los clubes de fútbol más reconocidos de Italia y ha tenido una larga historia en la Liga de Campeones de la UEFA, también conocida como la Champions League. A lo largo de los años, el equipo ha participado en varias ediciones de este prestigioso torneo europeo, logrando importantes actuaciones.
La AS Roma ha logrado llegar a las etapas finales de la Champions League en varias ocasiones, llegando incluso a las semifinales en algunas ediciones. Uno de los momentos más destacados en la historia reciente del club fue su participación en la temporada 2017-2018, cuando alcanzaron las semifinales y fueron eliminados por el Liverpool en un emocionante partido.
Los aficionados de la AS Roma han disfrutado de grandes momentos en la Champions League a lo largo de los años, viendo a jugadores icónicos como Francesco Totti y Daniele De Rossi liderar al equipo en la competición europea. La pasión y el apoyo de la afición romanista han sido fundamentales para el equipo en su camino por la Champions League.
A pesar de no haber logrado levantar el trofeo de la Champions League, la AS Roma ha dejado su huella en la competición con actuaciones memorables y enfrentamientos emocionantes. Los aficionados siguen soñando con ver a su equipo conquistar Europa y seguir compitiendo en la máxima competición continental. ¡Forza Roma!
Logros europeos de la AS Roma
La AS Roma, uno de los equipos más emblemáticos del fútbol italiano, ha dejado una marca significativa en la escena europea a lo largo de su historia. A pesar de no contar con tantos títulos continentales como algunos de sus rivales, el club de la capital italiana ha logrado destacarse en varias ocasiones en competiciones europeas.
Uno de los mayores logros europeos de la AS Roma fue su victoria en la Copa de Ferias en la temporada 1960-1961. En aquella época, esta competición era considerada como uno de los torneos más importantes a nivel europeo. La Roma venció al Birmingham City en la final, logrando así su primer título internacional.
Sin embargo, el mayor hito europeo del club romano llegó en la temporada 1983-1984, cuando alcanzaron la final de la Copa de Europa. Aunque no lograron alzar el trofeo, su camino hasta la final fue histórico, eliminando a equipos de la talla del Dundee United, CSKA Sofia y Dinamo de Kiev. En la final, disputada en Roma, cayeron ante el Liverpool en una emocionante tanda de penales.
Otro logro destacado de la AS Roma en Europa fue su participación en la final de la Liga de Campeones en la temporada 2017-2018. En esta ocasión, el equipo romano llegó hasta las semifinales, donde eliminaron sorpresivamente al Barcelona. Aunque perdieron en la final ante el Real Madrid, su actuación en esa edición del torneo fue memorable.
En resumen, la AS Roma ha dejado una huella importante en el panorama europeo del fútbol, con victorias históricas y participaciones destacadas en competiciones continentales. Aunque aún buscan conquistar la Liga de Campeones, su legado en el ámbito europeo es innegable.
Palmarés de la AS Roma en competiciones internacionales
La AS Roma es un club de fútbol italiano con una rica historia en competiciones internacionales. A lo largo de los años, el equipo ha participado en varias competiciones europeas, dejando una huella imborrable en el ámbito del fútbol mundial.
El palmarés de la AS Roma en competiciones internacionales incluye destacadas actuaciones en torneos como la Liga de Campeones de la UEFA y la Liga Europa de la UEFA. A lo largo de su historia, el club ha logrado llegar a varias instancias finales, demostrando su calidad y competitividad en el escenario europeo.
Uno de los momentos más memorables en la historia internacional de la AS Roma fue su participación en la final de la Liga de Campeones de la UEFA en la temporada 1983-1984. Aunque no lograron llevarse el título, el equipo romano demostró su valía al llegar a la final, dejando una marca imborrable en la historia del club y en la memoria de sus fanáticos.
Además, la AS Roma ha tenido destacadas actuaciones en la Liga Europa de la UEFA, llegando en varias ocasiones a fases avanzadas del torneo y demostrando su compromiso con la competición europea.
En resumen, el palmarés de la AS Roma en competiciones internacionales refleja el valor y la grandeza de un club con una historia llena de momentos inolvidables en el ámbito del fútbol europeo.
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125 anni dell'Ascoli Calcio, progetto nuova Curva Sud Rozzi
E’ stato presentato ieri sera in occasione delle celebrazioni per i 125 anni dell’Ascoli calcio 1898 il rendering del progetto della nuova “Curva sud Rozzi” dello stadio Del Duca di Ascoli Piceno. Sostituirà la vecchia curva sud la cui costruzione risaliva all’estate del 1974 quando la squadra dell’allora presidente Costantino Rozzi guidata in panchina da Carlo Mazzone, conquistò la prima…
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19 ago 2023 19:11
“COME DICEVA MIO PADRE, ME DEVONO SOLO IMPARA’ A MORI’” – LE FRASI CELEBRI DI CARLETTO MAZZONE, MORTO OGGI A 86 ANNI: “LA TECNICA È IL PANE DEI RICCHI, LA TATTICA È IL PANE DEI POVERI” – LO STORICO LITIGIO CON VARRIALE “SONO SEMPRE STATO UN CANE SCIOLTO. AVANTI TUTTA, COME UN NAVIGATORE SOLITARIO. MAI AVUTO PADRINI, NÉ SPONSOR. MAI FATTO PARTE DI LOBBY DI POTENTI DIRIGENTI, MAI GODUTO DEL FAVORE DI GIORNALISTI CONDISCENDENTI O DI RACCOMANDAZIONI…” – L’INATTESA POPOLARITÀ SOCIAL GRAZIE AL NIPOTE ALESSIO - VIDEO -
Biografia di Carlo Mazzone
Da www.cinquantamila.it – la storia raccontata da Giorgio Dell’Arti
Carlo Mazzone, nato a Roma il 19 marzo 1937 (85 anni). Ex allenatore di calcio. Ha il record delle panchine in Serie A, 795 (strappato nel 2006 a Nereo Rocco, che era arrivato a 787). «Io sono come Trap, solo che i miei scudetti sono le salvezze».
Vita
Difensore, cresciuto nella giovanili della Roma, dopo una stagione con il Latina in Prima divisione tornò con i giallorossi ed esordì in Serie A il 31 maggio 1959 (Fiorentina-Roma 1-1). Due sole presenze con la Roma. Poi una stagione con la Spal e nove con l’Ascoli (219 partite e 11 gol)
• «È sbarcato il 17 ottobre 1960 a Ascoli da giovane calciatore. “Ero un ragazzo, mi chiamò il presidente della Roma, Anacleto Gianni. ‘Carlo devi andare a giocare a Ascoli, ti servirà per crescere, poi torni alla Roma’. Non sapevo neanche dov’era Ascoli. Attraversai Piazza del Popolo, rimasi colpito dalla sua bellezza e tra me e me dissi: Ao’, ma qui è bello come a Roma”» (Guido De Carolis)
• «La mia maestra è stata la sfortuna che ha mi troncato la carriera di calciatore dell’Ascoli facendomi fratturare la tibia e cambiare mestiere restando nel mondo che amavo. Il male fisico mi ha insegnato tanto, da uomo e da calciatore. Ma la mia fortuna fu Rozzi, il presidente bravo, serio, intelligente e buono che fermò la mia disperazione dicendo: “Carlo, non ti preoccupare, guarito o no starai sempre con me”, e mi dette la guida della squadra in Serie C, con piena responsabilità, “Fai tu”, e io feci C,B,A, che bella avventura, che soddisfazione...”» (a Italo Cucci)
• «Il suo mondo (anche oggi) è Ascoli, la stessa città di un altro grandissimo sanguigno allenatore, il professor Carlo Vittori, il mentore di Pietro Mennea. E infatti i due per un certo periodo lavorarono addirittura insieme nel calcio. Ad Ascoli e alla Fiorentina: Mazzone allenatore, Vittori preparatore. Il datore di lavoro di Mazzone è Costantino Rozzi, un costruttore rampante che va in panchina accanto a Mazzone, sobbalzando a ogni tiro, e con i calzini rossi perché portano fortuna.
L’Ascoli di quegli anni torna a essere una roccaforte medievale, Rozzi e Mazzone sono due signori feudali che comandano e hanno potere, e vincono, e stanno lassù dispettosi e spudorati tra i grandi. Ad Ascoli, con Mazzone e subito dopo, arriva gente come Anastasi, Brady, Bruno Giordano, Dirceu, Casagrande, Bierhoff. Mazzone è il signore di un’Italia sfacciata e ambiziosa che va da Ascoli a Catanzaro, da Bologna a Lecce, da Pescara a Cagliari, da Perugia a Brescia a Livorno. Un’Italia che testardamente pretende e ottiene la Serie A con lui» (Fabrizio Bocca)
• «Ha messo assieme soltanto due promozioni in Serie A (Ascoli 1974 e Lecce 1988) e una promozione in B (Ascoli 1972). La grande occasione arrivò nel triennio alla sua amatissima Roma, dal 1993 al 1996: ma era solo una Rometta (“M’avete dato una Formula 1, sì: ma con le ruote sgonfie”, disse poi) e il miglior risultato furono due quinti posti. Anche a Perugia, nel 2000, non vinse lo scudetto (come avrebbe potuto?) ma lo veicolò alla Lazio, paradossale per un ultrà romanista come lui, battendo la Juventus sotto il diluvio» (Francesco Zucchini)
• «Un uomo capace di unire e lasciare un bel ricordo in ognuna delle 12 squadre allenate in Italia. Un signore pulito, in un calcio spesso torbido. Un mago delle salvezze impossibili, un eccezionale scopritore di talenti.
Fu lui a lanciare un Francesco Totti appena sedicenne nella Roma, fu lui a spostare Andrea Pirlo davanti alla difesa, regalandogli poi una straordinaria carriera. Fu lui a recuperare Roberto Baggio, a donargli gli ultimi eccezionali anni di calcio. Un allenatore amato dai più grandi, anche dal miglior tecnico del mondo, Pep Guardiola che mentre vinceva tutto il possibile con il Barcellona, non si è mai dimenticato di invitarlo.
Mazzone era a casa, pochi giorni prima della finale di Champions 2009 tra Barça e Manchester United. “Nonno, corri c’è Guardiola al telefono – mi dice mio nipote –. Chi è? Chiedo. ‘Mister, sono Pep’. Sì e io Garibaldi. E invece era lui che mi invitava alla finale a Roma”, raccontò anni fa Mazzone. Quello di Guardiola erano affetto e riconoscenza per gli anni insieme a Brescia» (Guido De Carolis)
• «Nel 2001 il destino di Mazzone incrociò quello di un giovane Pirlo. Succedeva a Brescia, tappa intermedia di una carriera ancora incellophanata, cinque mesi di parentesi tra le incomprensioni all’Inter e l’esplosione al Milan. Pirlo passa al Brescia alla fine del mercato di gennaio, Mazzone ricorda: “Lo arretrai e lo piazzai davanti alla difesa, gli spalancai un mondo nuovo. Era il suo ruolo, era lì che doveva giocare. Prima era un trequartista come tanti, diventò il regista più forte del mondo. Ma non per merito mio, eh”» (Furio Zara)
• È passata alla storia la sua corsa sotto il settore occupato dai tifosi dell’Atalanta, dopo il 3-3 del Brescia, il 30 settembre 2001. «E chi se lo scorda quel derby, poi proprio io che certe sfide ne ho affrontate tante, a Roma e non solo. E quel giorno nun me lo dimentico, magari ve sembro rimbambito ma nella mia capoccia ce sta’ tutto...
Noi andammo in vantaggio con Baggio, forse festeggiammo troppo e infatti l’Atalanta ce ribaltò e se portò sul 3-1. In campo era una battaglia, ma me dava più fastidio sentire già a fine primo tempo dalla curva dei bergamaschi i cori beceri che mi trafissero er core: “Carletto Mazzone romano de merda, Carletto Mazzone figlio di puttana” e altro ancora. Non lo accettai, soprattutto pensando alla mia povera mamma che mi era morta giovanissima fra le braccia.
Me venne il sangue agli occhi perché non era solo un’offesa nei miei confronti, si volevano colpire i miei affetti. Dissi al mio vice Menichini: “Nun ce sto, nun ce vedo più, me stanno a fa’ impazzì de rabbia. Mo’ vado e li meno... Andai dal quarto uomo e gli dissi: “Stamme bene a senti’, tu devi scrive’ tutto sul tuo taccuino, perché mo t’avviso che sto fori de testa. Se pareggiamo scrivi tutto.
Proprio in quel momento Baggio segnò il 2 a 3 e già lì fu difficile sta’ zitto. Mi rivolsi alla curva dell’Atalanta e mi scappo una frase: “E mo se famo il 3 a 3 vengo sotto lì da voi…”. Me l’aspettavo, me stavo già preparando. Al gol del 3-3 cominciai a correre verso quella curva con il pugno chiuso, più correvo e più urlavo “Mo arivo, mo arivo…”. Il mio vice Menichini provò a fermarmi ma ormai nun ce stavo più colla capoccia, avevano toccano i miei sentimenti più cari.
Mi trovai davanti alla rete, fu allora che capii e mi fermai. Poi andai da Collina e gli dissi: “Buttame fori, me lo merito. Però sui giornali mi trattarono come un vecchio rimbambito, e io col sorriso dissi che era tutta colpa del mio fratello gemello. E pure de Baggio che aveva fatto tre gol» (a Giulio Mola). Per quella corsa fu squalificato per cinque partite
• «Io ho sempre fatto un calcio che chiamo “di conseguenza”. Mi spiego: il grande cuoco dà il meglio di sé preparando il grande piatto con quello che ha. Se avevo gente che sapeva giocare, giocavamo. Se avevo gente di corsa, si correva... Non puoi fare il 4-4-2 a prescindere se non hai gli esterni d’attacco. Ma poi quelli che inventano il calcio sono altri...» (a Tuttosport)
• Ha interpretato sé stesso nel film L’allenatore nel Pallone 2 (regia di Sergio Martino, 2008). con Lino Banfi
• Nel 2019 l’Ascoli gli ha intitolato la Tribuna Est dello stadio Del Duca
• Sposato dal 7 luglio del 1963 con Maria Pia. «Una donna sempre allegra da cui ha avuto Sabrina e Massimo, il figlio che l’accompagnava ovunque in giro per l’Italia: da Lecce a Brescia, passando per gli anni alla Roma e fino all’ultima tappa al Livorno nel 2006. Poi Carlo è diventato nonno con i nipoti Vanessa, Alessio (di fatto il suo social media manager) e Iole. Infine Cristian, l’ultimo arrivato che l’ha reso bisnonno» (Guido De Carolis). Mazzone e la moglie vivono ad Ascoli, nel quartiere Monteverde.
Processi
Dal 1975 al 1978 sulla panchina della Fiorentina, è finito tra gli indagati per la morte del calciatore Bruno Beatrice, avvenuta nel 1987, a soli 39 anni, per una leucemia che secondo una perizia disposta dal pm potrebbe essere stata causata da una terapia con raggi Roentgen fatta al giocatore nel 1976 per curare una pubalgia (accusa: omicidio preterintenzionale).
Difesa di Mazzone: «Arrivai a Firenze che avevo solo 38 anni, ero un tecnico emergente che i raggi Roentgen non sapeva neppure cosa fossero. Solo 20 anni fa ne ho conosciuta l’esistenza. Non ho mai interferito con le scelte dello staff medico, se lo avessi fatto non sarei stato un buon allenatore, a Coverciano ci insegnano la tattica non la medicina». Nel gennaio del 2009 la procura di Firenze ha archiviato il caso, caduto in prescrizione.
Soprannomi
«Alla vigilia di una difficile sfida contro la Juventus, il giornalista romano Alberto Marchesi, suo amico, inviato del Corriere dello Sport, va in Calabria a osservare gli allenamenti del Catanzaro. Al termine della seduta va da Mazzone e gli dice: “Ma sai che siete proprio bravi. Secondo me con la Juve potete pure vincere”. Carletto si illumina e parte la battuta: “Magara!”. “Magara – spiegherà poi – in romano significa ‘magari’, ma un ‘magari’ che dici di fronte ad una prospettiva davvero bella”. Tornato a Roma, Marchesi scrive l’articolo per il Corriere dello Sport, e fin dalle prime righe chiama l’amico Mazzone “Er Magara”. Il Catanzaro bloccherà sullo 0-0 la Juventus e quel soprannome da quel momento in poi accompagnerà Mazzone per il resto della carriera» (Paolo Camedda).
Frasi
«La tecnica è il pane dei ricchi, la tattica è il pane dei poveri»
• «Come diceva mio padre, me devono solo impara’ a mori’»
• «L’angoscia, lo stress, quelli li conosco solo io»
• «“Amede’, quante partite hai fatto?”. “350, mister”. “E quanti gol?”. “Quattro, mister”. “E allora ’ndo cazzo vai”» (al terzino della Roma Amedeo Carboni, che aveva la tendenza ad avanzare troppo)
• «Battere la Roma? È mio dovere provarci. Ma è come uccidere la propria madre»
• «Guardi, uno che ha fatto Ascoli-Sambenedettese credo che, sul piano dell’intensità emozionale, abbia provato tutto» (a proposito del derby di Roma)
• «Sono sempre stato un cane sciolto. Avanti tutta, come un navigatore solitario. Mai avuto padrini, né sponsor. Mai fatto parte di lobby di potenti dirigenti, mai goduto del favore di giornalisti condiscendenti o di raccomandazioni» (in uno storico litigio in diretta tv con Enrico Varriale).
Social
Inattesa popolarità sui social network grazie al nipote Alessio che dal 2021 gestisce i profili Instagram, Facebook e Twitter del nonno. «Ha festeggiato gli 84 anni postando una foto davanti a un cabaret di zeppole alla crema, il dolce per la festa del papà. Il web è impazzito. L’immagine, come usa dire, è diventata virale.
Sor Carletto si è commosso: “Grazie a tutti per gli auguri, grazie per esserci sempre anche a distanza di tanti anni! Il bello di questa pagina è sentire il vostro affetto nei miei confronti! Non smetterò mai di ringraziarvi! Grazie. Vi voglio bene”» (Guido De Carolis).
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