#borgo medievale Umbria
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pier-carlo-universe · 22 days ago
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Casteldilago (Terni): Un Tesoro Medievale nel Cuore Verde dell’Umbria
Scopri il fascino di Casteldilago, un borgo incastonato tra le colline umbre, dove storia, natura e tranquillità si incontrano in un perfetto equilibrio.
Scopri il fascino di Casteldilago, un borgo incastonato tra le colline umbre, dove storia, natura e tranquillità si incontrano in un perfetto equilibrio. L’Umbria, conosciuta come il cuore verde d’Italia, offre paesaggi mozzafiato, borghi antichi e una natura incontaminata che la rendono una meta imperdibile per chi cerca una fuga dalla vita frenetica della città. Tra le sue numerose meraviglie…
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filorunsultra · 8 months ago
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Syrah quel che Syrah
Cortona è nota per un codice musicale del Duecento conosciuto come Laudario di Cortona Ms. 91 e conservato all'Accademia Etrusca. È un laudario, cioè un libro che contiene delle laude, canzoni a tema sacro con testo in volgare e di uso non liturgico. Il repertorio laudistico del Duecento ci è arrivato principalmente grazie a due codici: il Magliabechiano Banco Rari 18 di Firenze, che ha delle bellissime miniature ma è pieno di errori di notazione, e il Laudario di Cortona. Mi trovo con Raffaele in un'auto a noleggio sulla Modena-Brennero quando chiamo la bibliotecaria dell'Accademia Etrusca per vedere il codice: mi dice che non è visionabile, cioè, non oggi, forse se arrivassimo prima dell'una, d'altronde ogni giorno qualcuno chiede di vederlo, poi c'è il figlio da prendere a scuola, magari scrivendo per e-mail, o presentandoci come piccolo gruppo... comunque sarebbe meglio rimandare. Dopo quindici minuti di conversazione circolare riaggancio il telefono. Stiamo andando in Toscana per un convegno sul Syrah coordinato da Raffaele, a cui mi ha chiesto di accompagnarlo non so bene perché. La scusa del Laudario era stata buona fino all'uscita dell’autostrada di Affi, poi anche quella era crollata e di lì in poi mi sarebbero aspettati soltanto tre giorni di chilometri di corsa, vino biodinamico e cene a base di chianina (oltre a essere vegetariano, Chiani è il cognome di mia mamma e solo l'idea di mangiare una così bella mucca, che per di più porta il nome di mia madre, mi provoca orribili dolori enterici).
Cortona si trova su una collina affacciata sulla Val di Chiana, più o meno ad equa distanza tra Siena, Arezzo e Perugia. È un classico borgo medievale da "Borgo più bello d'Italia" (ogni borgo italiano è "il più bello d'Italia"). Una rocca sulla cima, qualche chiesa, dei cipressi, un grazioso cimitero e tutte quelle cose inequivocabilmente italiane: l'alimentari, l'enoteca, il bar (da leggersi i' barre, con raddoppiamento sintattico). Turismo, a marzo, poco, e comunque tutto anglofono e interessato solo a due cose: Cortona DOP (principalmente Syrah e Merlot, e in minor parte Sangiovese) e tagliata di chianina. La campagna sotto alla città e la strada regionale che porta in Umbria sono misurate dalle insegne delle centinaia di cantine e dai cartelli con gli orari delle degustazioni. Da Trento a Cortona si impiegano circa quattro ore e così, svincolati anche da quell'unica incombenza presso la Biblioteca Etrusca, a circa metà strada usciamo a Castiglione dei Pepoli, sull'Appennino Bolognese, in cerca di un piatto di fettuccine.
Il lago Brasimone è un bacino artificiale costruito nel 1911. Dal lago attinge acqua una delle uniche due centrali nucleari attive in Italia. Leggendo dal sito ufficiale dell'ENEA: "Il Centro del Brasimone è uno dei maggiori centri di ricerca a livello nazionale e internazionale dedicato allo studio e allo sviluppo delle tecnologie nei settori della fissione di quarta generazione e fusione nucleare a confinamento magnetico. Rilevanti sono le competenze disponibili sulla tecnologia dei metalli liquidi, sui materiali innovativi per applicazioni in ambienti severi, sulla prototipazione di sistemi e componenti per applicazioni ai sistemi energetici anche nucleari." Attraversando in auto la diga, verso la trattoria, Raffaele mi racconta che il referendum sul nucleare del 1987 bloccò la produzione di energia nucleare ma non la ricerca. La centrale nucleare del Brasimone (anche se non è una vera centrale) ricorda vagamente Chernobyl: il camino bianco e rosso, la cupola di cemento del reattore e i boschi tutto attorno, non ci sono invece i classici camini di raffreddamento, dandole un'aria più domestica. Accanto al lago c'è una trattoria sgarrupata per gli operai della centrale. Come in tutte le bettole per operai e camionisti, si mangia divinamente ma non leggero, segno premonitore dell'imminente cena.
L'albergo a Cortona è un quattro stelle e per aperitivo ci offrono cantucci e Vin Santo. Le quattro sciure che ci lavorano sono fin troppo disponibili e ci ammorbano parlandoci dei biscotti. Una volta arrivati in albergo io e il Raffa facciamo una corsa di acclimatamento attorno al paese che mi apre una voragine in pancia, rendendomi sempre più insofferente per quella cena. Restiamo per un po' nella hall dell'albergo ad aspettare Giorgia, una delle relatrici del convegno. Ho l'impressione di essere lì da delle mezzore quando finalmente Giorgia scende dalla camera.
La cena è alla Marelli, una cascina in mattoni rossi di proprietà della famiglia Marelli della famosa Magneti Marelli, e per metà affidata a Stefano Amerighi Vignaiolo in Cortona (da leggersi tutto insieme, di fila, senza virgola), amico e cliente di Raffaele e organizzatore del convegno. Mi aspetto una cena formale in cui mantenere un contegno istituzionale ma si tratta di tutt'altro. La tavola non è apparecchiata e anzi la stanza è alta e semivuota. Ci sono un grande caminetto al centro, un divano, due poltrone, una grande credenza piena di bottiglie vuote di Syrah francese e nient'altro. Siamo in dodici a cena ma arriviamo presto e ci sono ancora solo tre vignaioli francesi già piuttosto avanti col vino e coi trigliceridi, un broker di borsa collezionista di bottiglie d'annata e Francesco, un dipendente di Stefano. Come me, neanche Giorgia conosce nessuno e mi sento meno solo, inoltre lei è un'ingegnere: di vino ne sa più di me ma è comunque fuori contesto. Così ci mettiamo in fondo alla tavola, separati dagli altri commensali da Raffaele, che emana sapienza anche per noi. Il broker stappa una magnum di Champagne e così inizia una serata destinata a durare ore e inframmezzata da un'innumerabile sequela di portate e bottiglie di vino (in realtà, per scopi puramente antropologici, le ho contate: undici, di cui una magnum). L’ospite arriva solo al terzo bicchiere di Champagne: Stefano è sulla cinquantina, capelli e barba brizzolati e occhiali da vista Celine con montatura nera. Neri anche il maglione, i pantaloni e le scarpe. Sulla credenza ci sono dischi di Paolo Conte e qualche cd generico di musica classica, di quelli che si trovavano una volta in edicola e che contenevano qualche grande classico come Tchaikovsky e Beethoven, più qualche russo un po' più ricercato ma meno sofisticato, che ne so, Mussorgsky. Stefano è un melomane, ha scoperto l’opera da adolescente col Così Fan Tutte e poi da Mozart è arrivato a Verdi. Da giovane frequentava il Regio di Parma, che dice fosse il suo teatro preferito (mah), apprezzava anche l’orchestra del Maggio mentre non trovava nulla di eccezionale nella Scala (ancora: mah). Era talmente appassionato d’opera che chiese a sua moglie di sposarlo durante una Boheme, che però raccontandolo attribuisce erroneamente a Verdi. Io mi irrigidisco ma evito di farlo notare, i lapsus capitano a tutti e io non voglio fare quello che alza il ditino per correggere il padrone di casa, così annuisco e continuo ad ascoltarlo. Insieme a lui arrivano anche altri tre vignaioli biodinamici siciliani. Il più anziano, un distinto signore sulla settantina (che avrei scoperto essere l'unico altro vegetariano nella stanza) e i suoi due collaboratori, non molto raffinati in realtà. Alla terza bottiglia di bianco sono iniziati i rossi e, insieme ad essi, un simpatico giochetto in cui gli ospiti dovevano indovinare il vino. Raffale sembrava particolarmente bravo a questo gioco e per un po' ho avuto l'impressione che i due siciliani non facessero che ripetere quello che diceva lui. Anche il broker sapeva il fatto suo e la cosa aveva iniziato a prendere una piega deliziosa. In queste cene, mi ha spiegato Raffaele, ognuno porta qualche bottiglia e il cibo diventa più che altro un modo per continuare a bere. Dividendo una bottiglia in tanti, nessuno riesce a bere più di un paio di dita di ogni bottiglia, per cui il tasso alcolemico, una volta raggiunta una certa soglia, non si alza ulteriormente ma resta più che altro stazionario per tutta la durata della cena, facendo più che altro i suoi peggiori effetti il giorno dopo.
Quando chiedo a Raffaele se in quell'ambiente ci siano problemi di alcolismo, lui mi risponde che "da un punto di vista patologico, probabilmente no, o almeno non diffusamente, ma in una forma latente sì. Tra cene, presentazioni e fiere, i vignaioli bevono tutti i giorni. Inoltre, durante le cene come questa, si è diffusa sempre di più l'abitudine di aprire la bottiglia tanto per aprirla, spesso finendola in fretta per passare a quella dopo, o buttandone via metà, nella sputacchiera, passata di mano in mano con la scusa di gettare i fondi, e per far spazio alla bottiglia appena aperta. Così non ci si prende il tempo per lasciar evolvere il vino e per vedere come cambia nel corso della sera. È un atteggiamento bulimico e anche poco rispettoso nei confronti di una bottiglia che un povero vignaiolo ha impiegato un anno per produrre. Ogni volta che qualcuno prova a parlare di alcolismo in questo ambiente il gelo tronca ogni possibile discorso, e d'altronde nessuno è interessato a farlo, perché vorrebbe dire mettere in discussione l'intera economia del settore: quando dieci anni fa crollò definitivamente l'idea del vino come alimento centrale per la dieta mediterranea e si capì finalmente che berlo fa male, la comunicazione dell'industria vitivinicola si spostò sul suo valore culturale. Cosa di per sé anche vera, se non che la cultura del vino non sta nella bottiglia ma nel territorio; mentre l'esperienza enologica si ferma sempre alla degustazione e non si spinge mai alla vera scoperta del territorio e della sua storia, soprattutto in Italia." Insomma, quello che dovrebbe essere il pretesto diventa lo scopo.
Durante la cena apriamo una bottiglia di Cornas del 2006, l'ultima annata del vignaiolo che l’ha prodotta, un tale Robert Michel, prima che andasse in pensione. Raffaele mostrandomi la bottiglia mi fa notare che la parola più grande sull'etichetta non è il nome del vignaiolo, che invece è scritto piccolo in un angolo, né dell'uva, Syrah, anche questa scritta in piccolo, ma il nome del vitigno, cioè il posto in cui è stato fatto. Ed è scritto al centro, a caratteri cubitali: Cornas. In Francia il brand non è il nome di fantasia dato al vino dal vignaiolo, ma il nome del posto. Questo fa sì che le denominazioni siano molto più piccole e controllate che in Italia, e che attorno a queste denominazioni si costruisca un'identità più profonda. Lungo il Rodano francese, ad esempio, si trova questo paese, Cornas, dove si coltiva solo Syrah. Il cliente finale sa in partenza che non sta comprando tanto una cantina, ma un territorio, e una storia. Dopo il Cornas, aprono una bottiglia di Pinot Nero del 1959 (puoi avere il palato di una pecora come il sottoscritto, ma l'idea di bere un intruglio fermo in una cantina da 65 anni esalterebbe chiunque). Beviamo qualche altra bottiglia di Syrah di Stefano e in fine un Marsala perpetuo prodotto secondo il metodo tradizionale di produzione del Marsala, prima che gli inglesi lo trasformassero in una specie di liquore aggiungendoci alcol e zucchero per farlo arrivare sano in patria, e che viene prodotto con un sistema che ricorda quello del lievito madre.
Sopravvissuti alla cena, verso le 2 rientriamo in albergo per cercare di dormire prima del giorno successivo. Come accade le rare volte che bevo, il sabato mi alzo prima della sveglia. Devo rendermi presentabile per il convegno, a cui Raffaele mi ha incaricato di registrare gli accrediti per giustificare la mia presenza in albergo. Il convegno si tiene in una bella sala del Museo Etrusco di Cortona in cui sono conservate cose random: sarcofagi egizi, spade rinascimentali, accrocchi di porcellana settecenteschi di rara inutilità, collezioni numismatiche, mappamondi e altre cose. Una volta assolto il mio unico dovere, ritorno in albergo e mi cambio, metto le scarpe da corsa e imbocco la provinciale che porta al Lago Trasimeno.
Micky mi ha programmato un weekend di carico con un lungo lento il sabato e una gara la domenica (vero motivo della trasferta) che farò con Raffaele a Reggio Emilia. Si chiama Mimosa Cross ma non si tratta di un vero cross, è più che altro una 10 chilometri su asfalto, seguita da una salita sterrata sui colli di 500 metri di dislivello e da un'ultima discesa in picchiata stile Passatore. 23 chilometri scarsi e 500 metri di dislivello. Tornando da Cortona, il pomeriggio del sabato, passiamo per Firenze ad accompagnare un’oratrice del convegno, e per uno sperduto paesino sui colli bolognesi per accompagnare Giorgia, che sospettiamo ancora in hangover dalla sera prima. Infine: Reggio nell'Emilia. A cena io e Raffaele riusciamo comunque a bere una birra.
La mattina dopo diluvia, a Reggio fa freddo e tira vento. Albinea, da cui parte la gara, è invasa di persone e dimostra l'indomito podismo di queste lande. Dopo aver tergiversato per qualche quarto d'ora in macchina, per cercare di digerire una brioches troppo dolce, decidiamo finalmente di scaldarci. Poi partiamo: primo chilometro 3'41'', secondo chilometro 3'40''. Passo al quinto chilometro 40 secondi più lento del mio personale sulla distanza, ma non sto malaccio. Poi la strada gira e inizia a salire. La pendenza è impercettibile alla vista ma il passo crolla di 30'' al chilometro. Sono isolato e quelli davanti a me prendono qualche metro, sono attorno alla quindicesima posizione. Inizio a cercare scuse: sono alla fine di una settimana di carico, ho il lungo del giorno prima sulle gambe e il Cornas del 2006 sullo stomaco, poi inizia la salita. Quando inizia lo sterrato cambio gesto e inizio a rosicchiare metri a quelli davanti: via uno, via un altro, come saltano gli altarini, bastardi. In salita un tale dietro di me inizia a urlare grida di dolore, la prima volta fa ridere ma poi inizia a diventare fastidioso, così lo stacco per non sentirlo più. Il maledetto in discesa mi riprende e rinizio a raccontarmi scuse. Valuto seriamente di fermarmi al ristoro per aspettare Raffaele e penso ad altre cose ridicole a cui generalmente mi aggrappo quando mi trovo in una zona di effort in cui non sono abituato a stare. Ragiono sul fatto che è la prima volta che faccio una gara sull'ora e mezza: le campestri sono simili come tipo di sforzo ma sono molto più corte. Nel frattempo i chilometri passano e finalmente inizio a vedere il paese. Sull'ultimo strappo riprendo un tipo e lo stacco sul rettilineo finale. Traguardo, fine, casa.
Quando racconto al Micky che un paio di persone mi hanno superato in discesa mi dice che dobbiamo diminuire il volume e aumentare la forza: mi dimostro poco interessato alla cosa. Cerco di spiegargli che la priorità non sempre è migliorare e che non a tutti i problemi bisogna cercare delle soluzioni, e che preferisco divertirmi e godermi il processo senza chiedere di più alla corsa. Roby allora mi ha chiesto a cosa serva un allenatore: a migliorare, certo, ma non significa che questa sia la priorità. Non sono disposto a togliere tempo alla cosa che mi piace fare di più, e cioè correre, per fare degli esercizi orribili solo per non farmi superare da due stronzi in discesa o per correre in un'ora in meno la 100 miglia "X". Cerco di fare del mio meglio ma senza bruciare il percorso. Ho sentito spesso amici fare frasi del tipo "quest'anno voglio dare tutto quello che riesco a dare". No, non me ne potrebbe fregare di meno; preferisco arrivare tra 20 anni ancora con la voglia di correre e con qualcosa da scoprire. Non vincerò mai una 100 miglia e non sarò mai un campione, e questo è uno dei più grandi regali che il destino potesse farmi. Non devo impegnarmi a vincere niente perché semplicemente non posso farlo, così posso godermi il processo senza riempirmi la testa di aspettative e di puttanate, senza fare un wannabe e senza dover attendere le aspettative di nessuno. Posso semplicemente dare quello che ho voglia di dare nel momento in cui voglio darlo. Al 13 marzo 2024, nel TRC, sono quello che ha corso più chilometri di tutti, e forse sono l'unico che non ha ancora deciso che gara fare quest'anno. Perché non ha importanza, l'unica cosa che conta è uscire a correre, per il resto, Syrah quel che Syrah.
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bergamorisvegliata · 9 months ago
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I LUOGHI DELL'ANIMA
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Il viaggio di oggi ci porta in un luogo mai illustrato e citato a dovere, ma che in realtà conserva molto della sua magia e della sua suggestione di bellezza nonostante il tempo che passa propenda più per uno sviluppo non solo "urbano" ma pure tecnologico ed anche esasperato per una incontrollata gestione del territorio.
Siamo in Umbria, sulle sponde del Lago Trasimeno e precisamente a San Savino che invitiamo a conoscere in questo articolo e al link al termine della lettura.
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In prossimità del'emissario artificiale del lago Trasimeno, su un piccolo colle, sorse, per volontà di Piero degli Atti di Todi, nel 1006 un monastero fortificato dedicato a San Savino, santo martire di Sulmona. In quel periodo di guerre continue però che opponevano Perugia alle confinanti città toscane, il castelletto fu abbattuto e perfino il monastero sparì, tanto che nel censimento del 1282 il luogo è indicato come 'villa', cioè borgo, abitato da sole 14 famiglie. Nel 1310 il Comune di Perugia fece fortificare di nuovo il paese, provvedendolo di mura elicoidali con un alto cassero triangolare, uno dei tre masti a tre lati delle fortezze del Trasimeno (con Passignano e Castiglione del Lago). Per ripopolare il paese Perugia offrì anche un ''casalino", cioè una piccola casa a quanti volessero andare a risiedervi.
Nei periodi di crescita del lago, San Savino restava facilmente isolato, e ciò offriva una maggiore sicurezza per il difficile accesso al colle. La cinta muraria si è conservata in buone condizioni ed il monumentale cassero, se pur danneggiato, mantiene ancora la sua imponenza. In cima al cassero era nato un olivo che crebbe notevolmente, finché un paio di decenni or sono fu dovuto abbattere perché minava la sicurezza della torre.
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Vicino alla base del piccolo colle c'è la paratoia dell'emissario artificiale del lago Trasimeno, costruito dai Romani e fatto ripristinare ai primi del 1400 da Braccio Fortebracci da Montone, all'epoca Signore di Perugia.
Cenni storici
Nonostante numerosi ritrovamenti archeologici attestino significative presenze di insediamenti altomedievali intorno alle colline che abbracciano la costa orientale del Trasimeno, il primo documento che menziona l’esistenza del piccolo borgo di San Savino data al 1006, quando, per iniziativa del conte Pietro Attone, della nobile famiglia degli Attoni di Todi, sorse sulla cima di questo colle semideserto un monastero, dedicato al santo martire di Sulmona, di cui oggi non rimane traccia alcuna se non nella toponomastica del borgo. A protezione del convento e dei suoi monaci lo stesso conte Attone iniziò la costruzione della fortezza a base quadrata, a una sola porta d’ingresso con arco a sesto acuto e una sola torre dall’insolita forma triangolare, probabilmente suggerita dalla geomorfologia del sito. Completato definitivamente intorno al 1180, il castello di San Savino fu ben presto travolto dai decenni di continue guerre e passaggi di eserciti che insanguinarono il contado perugino fino alla fine del XIII secolo, costringendo la città capoluogo impegnata nello sfibrante braccio di ferro con la vicina Cortona, a ricostruirne all’inizio del secolo successivo, le mura difensive, dotandole di merlature. La posizione elevata, dominante l’intero versante sud orientale del Trasimeno, rappresenta la testimonianza più immediata della funzione difensiva di importanza strategica per Perugia e il suo contado subito affidata al castello di San Savino, che insieme agli altri borghi fortificati della costa, costituiva un organico sistema di controllo per una zona economicamente importante e militarmente pericolosa, data la vicinanza al confine politico col libero feudo di Castiglione del Lago, per tutta l’età medievale e moderna nervo scoperto del contrabbando cerealicolo e ittico fra il comune di Perugia prima e lo Stato Pontificio poi, e il Granducato di Toscana. La cronica emigrazione che aveva colpito il borgo a causa delle guerre, riducendo la popolazione quasi esclusivamente ai monaci del convento, costrinse le autorità municipali perugine a emettere una serie di provvedimenti organici che garantivano il possesso di case e il godimento di particolari benefici agli abitanti delle vicine zone di Pian di Carpine e di Montecolognola che avessero voluto trasferirsi al castello di San Savino.
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Il risultato di questa operazione politica, dettata ancora una volta dalla necessità di mantenere il controllo della costa del lago, fu però piuttosto deludente: i magionesi non si mossero. Furono invece gli abitanti dell’Anguillara e delle vicine località lacustri a riedificare le case interne alle mura del Castello e a iniziare una prima espansione edilizia anche fuori dalle mura. Attività di importanza strategica per l’economia della zona, la pesca nel Trasimeno attirò subito le attenzioni dell’amministrazione pontificia, a tal punto da spingere papa Paolo V nel 1566 ad emanare una Costituzione con cui ordinava la costruzione e il mantenimento di un porto immediatamente a ridosso del colle e ad esclusivo servizio degli abitanti del paese, di cui oggi resta soltanto un pallido ricordo nel porticciolo, sede della lavorazione della canna palustre, nei pressi dell’oasi naturalistica. La centralità della tutela del Trasimeno nell’economia dell’amministrazione del libero comune perugino, della provincia pontificia, dello Stato unitario è testimoniata dalla costruzione dell’emissario proprio ai piedi del castello. Il 21 maggio 1462 l’acqua del lago iniziò il suo nuovo corso, dopo quello datole dai romani, per opera di Braccio Fortebraccio.
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Dopo i dibattiti sette-ottocenteschi legate alla ipotesi di prosciugare il lago, alla fine del secolo XIX, il 9 marzo 1896, presero il via i lavori per un’ulteriore e moderna sistemazione dell’emissario: l’inaugurazione di questa importante opera fu festeggiata con una cerimonia ufficiale a San Savino, che ospitò in quell’occasione i ministri del tesoro e delle finanze, il sottosegretario di stato per i lavori pubblici, senatori e deputati in gran numero, il sindaco di Perugia, nonché i giornalisti dei principali quotidiani nazionali. Se del monastero da cui il paese ha preso il nome, oggi non resta nulla, anche le due chiese parrocchiali entrambe interne al castello, la Chiesa di Santa Maria Maddalena e della Madonna del Rosario, non esistono più, soppresse nel 1889 e sostituite dalla nuova chiesa fuori le mura, costruita a metà del XVIII secolo e consacrata al Santo eponimo dal vescovo Franco Riccardo Firmiani. Nei suoi interni si può ammirare un bellissimo crocifisso in legno, oggetto di devozioni popolari, mentre sopra l’altare maggiore spicca una tela raffigurante San Savino che assiste un malato, su cornice di stile barocco.
Al link successivo potrete venire indirizzati ad altro sottolink che vi indirizzano ai luoghi più suggestivi e interessanti di San Savino.
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daniela--anna · 1 year ago
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#Did you know that
In Umbria there is the smallest theater in the world: located in Monte Castello di Vibio, in the province of Perugia, the Teatro della Concordia has just 99 seats.
The size of the structure is small: with a stage measuring just 50 m² and the entrance hall of 29 m², it holds the record for the smallest Italian theater in the world.
The medieval village that houses it reflects the size of the theater, counting just over 1400 inhabitants, and fully respects the characteristics of the area, between stone farmhouses and ups and downs surrounded by greenery.
📚 Source
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#Sapeviche
In Umbria si trova il teatro più piccolo del mondo: situato a Monte Castello di Vibio, in provincia di Perugia, il Teatro della Concordia conta appena 99 posti a sedere.
Le dimensioni della struttura sono ridotte: con un palcoscenico che misura appena 50 m² e la sala d'ingresso di 29 m², si aggiudica il primato del teatro all'italiana più piccolo del mondo.
Il borgo medievale che lo ospita rispecchia le dimensioni del teatro, contando poco più di 1400 abitanti, e rispetta appieno le caratteristiche della zona, tra casali di pietra e saliscendi immersi nel verde.
📚 Fonte
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partnerwine · 2 years ago
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⛰ Da un piccolo borgo medievale, Apecchio, al confine tra Marche e Umbria, nascono tutte le eccellenze a marchio Tenute Collesi e da lì viaggiano in tutto il mondo incontrando il gusto di un pubblico di estimatori internazionali e ottenendo prestigiosi premi e riconoscimenti. 🥂 Ora puoi trovarne una vasta selezione anche da noi, ti aspettiamo in Via Mura Occidentali 19/a a Jesi, per raccontarti la storia di questi distillati. #jesi #apecchio #grappa #gin #distillati #marchefood https://www.instagram.com/p/Cj7tPT2PnwS/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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gliocchidilally · 4 years ago
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Poesie in una serata d’estate.
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freedomtripitaly · 5 years ago
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La nostra bella penisola è in grado di regalare tante tipologie di relax e divertimento: montagna, mare, mercatini di Natale e città d’arte. Immergersi nell’atmosfera magica di questo periodo dell’anno non sarà quindi difficile. Una semplice gita fuori porta con i bambini, un weekend romantico in due o giorni spensierati con amici. Abbiamo selezionato alcune delle possibili mete per le prossime vacanze di Natale 2019, diverse tra loro, per accontentare proprio tutti i gusti. Dove andare a Natale: i mercatini da non perdere Prima di tutto, un grande classico: i mercatini di Natale! Fanno brillare gli occhi e non solo ai più piccoli! Ce ne sono tanti, soprattutto nel Nord Italia, primo fra tutti il Trentino Alto-Adige che vanta alcuni dei più antichi ma non solo. Eventi, prodotti artigianali e specialità enogastronomiche sono alla base di questi splendidi luoghi sparsi in giro per l’Italia. Pronti a girovagare per le varie bancarelle cercando il regalo perfetto per il prossimo Natale? Eccovi alcune mete. Trento: storico mercatino in Piazza Fiera e Piazza Cesare Battisti, tra le 90 casette di legno ricche di artigianato locale e specialità gastronomiche come canederli, speck, vin brulé, strudel, polenta e molto altro. Alle famiglie e ai bambini è dedicata la casa di Babbo Natale, in Piazza Santa Maria Maggiore, con laboratori ricreativi e il trenino che porta grandi e piccoli ad esplorare il suggestivo centro storico illuminato in occasione della festività del Natale. Da sottolineare l’attenzione “green” che viene riservata alla manifestazione in cui viene utilizzata energia da fonti rinnovabili. Bolzano: il Christkindlmarkt, in Piazza Walther è il famosissimo mercatino di Natale del capoluogo altoatesino dal centro medievale. L’influenza nordica che si respira ovunque, compresi i piatti tra cui gli Schlutzkrapfen ovvero delle mezzelune, dei ravioli ripieni di spinaci e ricotta tipici della regione del Tirolo. E poi i vini, dai rossi come il Lagrein ai bianchi come il Gewürztraminer e il Müller Thurgau. C’è anche una sezione dedicata solo ai libri, il Natale dei Libri in cui noti scrittori presentano le loro opere e tanti altri eventi. Rovereto: a Rovereto spettacolari giochi di luce per il Natale, che oltre a colorare le vie e i palazzi, porta con sé il messaggio di pace e fratellanza. Il grande albero di 18 metri in piazza Rosmini e il villaggio di Babbo Natale per i più piccoli. Merano: il Villaggio Natalizio Storico è allestito in piazza Rena, prevede buon cibo, laboratori creativi per bambina e musica con bande e cori. La città è ricca dell’eredità ricevuta durante la Belle Epoque come ad esempio il castello degli Asburgo. Vipiteno: la Torre delle Dodici fa da sfondo al mercatino natalizio, in cui le luci, il caldo legno e i profumi delle spezie la fanno da padrone. Candelara: siamo nelle Marche, questo borgo medievale dedica una festa al suo simbolo: la candela. Durante il giorno invece street food, artisti di strada, il presepe vivente che sfila per le vie del centro e ovviamente gli artigiani alle prese con la creazione delle candele di cera d’api. Per i più piccoli l’Officina di Babbo Natale e tante altre magie del Natale. Limatola: nella provincia di Benevento, il Castello di Limatola, diventa la location del mercatino di Natale: “Cadeaux al Castello”. Evento che oltre ad offrire l’opportunità di acquistare addobbi, statuine del presepe realizzati direttamente dagli artigiani locali, assaggiare prodotti enogastronomici come struffoli e zeppole, si può assistere a spettacoli di artisti circensi e attori. Arezzo: un vero e proprio villaggio tirolese in Toscana. Vengono portati prodotti tipici come lo speck, il cioccolato e la birra. Ci sono gli scultori del legno, la casa di Babbo Natale, una grande baita e tour organizzati per esplorare la città. Perugia: un luogo quasi incantato tra le montagne in cui ci sono diversi mercatini di Natale. Particolare quello di Rocca Paolina che offre un suggestivo tour sotterraneo per visitare gli antichi passaggi che proteggevano la città dalle incursioni esterne. Si possono acquistare ottimi prodotti d’artigianato. Taneto di Gattatico: ci troviamo a Reggio Emilia, qui si estende il mercatino al coperto più grande d’Italia. Ideale per fare acquisti compreso l’albero di Natale, con un apposito show room. Dove andare a Natale 2019: le mete in montagna Lo sport, il relax e i piatti tipici assaporati tra cime innevate e davanti al camino, parliamo della montagna. Per molti irrinunciabile in questo periodo dell’anno. Madonna di Campiglio: una meta rinomata, una piccola perla delle Dolomiti. Un posto perfetto per chi ama sciare e non mancano lussuose spa dove rilassarsi e vie delle shopping super glamour dove fare acquisti. Cortina d’Ampezzo: da sempre sinonimo della ricca vita di vip e della settimana bianca per eccellenza. Tra le dolomiti e nel lusso. Cervinia: un paradiso per gli sciatori, a quota 2000 metri, alle pendici del Monte Cervino. Un grande comprensorio sciistico collega la località al Plateau Rosa, ghiacciaio. Bormio: per gli amanti delle Terme nell’Alta Valtellina, è perfetta questa bella località. Relax dopo le sciate, garantito dalle acque termali solfato-alcaline conosciute già dall’epoca romana. Claviere: Val di Susa, Alpi e bei panorami paesaggistici tra boschi, laghi e animali. Chalet e baite, ristorantini con piatti tipici e ovviamente lo sci. Roccaraso: passiamo agli Appennini per un altro luogo da favola per gli amanti degli sci, che si sviluppa intorno ai monti di Roccaraso. Natale 2019: la bellezza tra città d’arte e borghi Per chi desidera trascorrere le vacanze di Natale 2019 in una città d’arte, non c’è che l’imbarazzo della scelta: ecco le mete migliori. Roma: non ha bisogno di presentazioni la Capitale che diventa ancora più magica sotto Natale, tante le possibilità di scelta in giro per la città ma una su tutte è il Vaticano. Il mondo cristiano e la celebrazione in questo luogo è un’esperienza indimenticabile. Da non dimenticare il famoso mercatino di Natale nella splendida cornice di Piazza Navona. Firenze: godersi la bellezza e i tesori di questa città approfittando anche dell’atmosfera regalata dai mercatini di Natale e del pattinaggio sul ghiaccio nelle piste del Winter Park, presso l’Obihall. Napoli: unico il Natale a Napoli, con le sue botteghe artigiane nel centro storico, che producono le statuine dei presepi ispirandosi a personaggi noti, contemporanei o intramontabili. Gubbio: in Umbria, l’albero di Natale più grande del mondo sulle pendici del monte Ingino, oltre al ChristamasLand. Un circuito in cui i bambini possono divertirsi tra giochi innovativi in un’atmosfera tradizionale, nella cornice dello splendido borgo. Manarola: il presepe luminoso del borgo ligure è uno degli eventi più attesi nel territorio delle Cinque Terre. Uno spettacolo regalato da 17000 luci. Matera: il presepe itinerante, uno spettacolo unico nella Città dei sassi, patrimonio Unesco. Un borgo che sembra fuori dal tempo. Natale 2019 al mare Se alla montagne preferite il mare per trascorrere le vacanze di Natale 2019, ecco alcune mete imperdibili. Puglia: il Salento è una meta prediletta da molti italiani e stranieri in estate ma non perde fascino nemmeno d’inverno. Presepi viventi e presepi monumentali in bellissime location, come ad esempio i cortili di palazzi antichi. Famoso quello dell’Anfiteatro Romano a Lecce. Sicilia: un inverno mite senza perdere l’atmosfera natalizia tra mercanti e luci, è quello che offre Catania. Se invece volete scappare su un’isola, c’è Pantelleria con i suoi giardini pieni di agrumi oppure Lampedusa o Linosa. Un po’ di primavera nel cuore dell’inverno. Il Natale 2019 in Italia L’Italia ovviamente offre ancora di più, sono davvero tantissimi gli eventi e le manifestazioni tipiche legate al Natale, di natura religiosa, dedicate al divertimento per i più piccoli o alla sola magia di questo periodo dell’anno, che affascina proprio tutti. Si può approfittare di qualche giorno per una fuga dalla routine verso luoghi incantevoli, senza allontanarsi troppo. C’è la montagna, c’è il mare, ci sono le città d’arte e i piccoli borghi. Volete approfittare delle vacanze natalizie per visitare una città e i suoi monumenti? Volete scaldarvi al sole di un clima mite o scatenarvi sulla neve? Ogni opzione è valida, potendo inoltre approfittare degli squisiti piatti tipici che ogni regione italiana offre. Per queste vacanze di natale 2019 c’è quindi solo l’imbarazzo della scelta. Abbiamo stilato un breve elenco ma sarebbe impossibile racchiudere le tante località. Villaggi di Babbo Natale per intrattenere i più piccoli ci sono in moltissime località, ad esempio anche a Montepulciano in Toscana, la bellezza delle città e dei mercatini anche a Verona e a Torino, le montagne del Terminillo nel centro Italia, le luminarie a Salerno. Tra destinazioni glamour e luoghi incantati, la favola del Natale, si può vivere davvero ovunque. Senza contare che anche disponendo di un budget più ridotto è possibile prenotare un weekend in un luogo vicino, abbattendo quindi i costi dei grandi spostamenti che i luoghi esteri ci richiedono. Quando è meglio prenotare? Molti studi indicano il mese precedente a quello di partenza come quello più conveniente. Tuttavia c’è chi preferisce anticipare di molto e chi opta per il last minute. Certamente una famiglia con bambini piccoli avrà esigenze diverse da un gruppo di giovani amici. Se si è alla ricerca di un viaggio low cost, badate bene anche al giorno di partenza e di ritorno, spesso la flessibilità ripaga, 24 ore fanno sovente la differenza. In macchina, in treno, in aereo, in pullman, raggiungete la vostra meta felice e godetevi la bella Italia per le prossime vacanze di Natale 2019. https://ift.tt/2qRjgXS Vacanze di Natale 2019: le mete italiane più belle La nostra bella penisola è in grado di regalare tante tipologie di relax e divertimento: montagna, mare, mercatini di Natale e città d’arte. Immergersi nell’atmosfera magica di questo periodo dell’anno non sarà quindi difficile. Una semplice gita fuori porta con i bambini, un weekend romantico in due o giorni spensierati con amici. Abbiamo selezionato alcune delle possibili mete per le prossime vacanze di Natale 2019, diverse tra loro, per accontentare proprio tutti i gusti. Dove andare a Natale: i mercatini da non perdere Prima di tutto, un grande classico: i mercatini di Natale! Fanno brillare gli occhi e non solo ai più piccoli! Ce ne sono tanti, soprattutto nel Nord Italia, primo fra tutti il Trentino Alto-Adige che vanta alcuni dei più antichi ma non solo. Eventi, prodotti artigianali e specialità enogastronomiche sono alla base di questi splendidi luoghi sparsi in giro per l’Italia. Pronti a girovagare per le varie bancarelle cercando il regalo perfetto per il prossimo Natale? Eccovi alcune mete. Trento: storico mercatino in Piazza Fiera e Piazza Cesare Battisti, tra le 90 casette di legno ricche di artigianato locale e specialità gastronomiche come canederli, speck, vin brulé, strudel, polenta e molto altro. Alle famiglie e ai bambini è dedicata la casa di Babbo Natale, in Piazza Santa Maria Maggiore, con laboratori ricreativi e il trenino che porta grandi e piccoli ad esplorare il suggestivo centro storico illuminato in occasione della festività del Natale. Da sottolineare l’attenzione “green” che viene riservata alla manifestazione in cui viene utilizzata energia da fonti rinnovabili. Bolzano: il Christkindlmarkt, in Piazza Walther è il famosissimo mercatino di Natale del capoluogo altoatesino dal centro medievale. L’influenza nordica che si respira ovunque, compresi i piatti tra cui gli Schlutzkrapfen ovvero delle mezzelune, dei ravioli ripieni di spinaci e ricotta tipici della regione del Tirolo. E poi i vini, dai rossi come il Lagrein ai bianchi come il Gewürztraminer e il Müller Thurgau. C’è anche una sezione dedicata solo ai libri, il Natale dei Libri in cui noti scrittori presentano le loro opere e tanti altri eventi. Rovereto: a Rovereto spettacolari giochi di luce per il Natale, che oltre a colorare le vie e i palazzi, porta con sé il messaggio di pace e fratellanza. Il grande albero di 18 metri in piazza Rosmini e il villaggio di Babbo Natale per i più piccoli. Merano: il Villaggio Natalizio Storico è allestito in piazza Rena, prevede buon cibo, laboratori creativi per bambina e musica con bande e cori. La città è ricca dell’eredità ricevuta durante la Belle Epoque come ad esempio il castello degli Asburgo. Vipiteno: la Torre delle Dodici fa da sfondo al mercatino natalizio, in cui le luci, il caldo legno e i profumi delle spezie la fanno da padrone. Candelara: siamo nelle Marche, questo borgo medievale dedica una festa al suo simbolo: la candela. Durante il giorno invece street food, artisti di strada, il presepe vivente che sfila per le vie del centro e ovviamente gli artigiani alle prese con la creazione delle candele di cera d’api. Per i più piccoli l’Officina di Babbo Natale e tante altre magie del Natale. Limatola: nella provincia di Benevento, il Castello di Limatola, diventa la location del mercatino di Natale: “Cadeaux al Castello”. Evento che oltre ad offrire l’opportunità di acquistare addobbi, statuine del presepe realizzati direttamente dagli artigiani locali, assaggiare prodotti enogastronomici come struffoli e zeppole, si può assistere a spettacoli di artisti circensi e attori. Arezzo: un vero e proprio villaggio tirolese in Toscana. Vengono portati prodotti tipici come lo speck, il cioccolato e la birra. Ci sono gli scultori del legno, la casa di Babbo Natale, una grande baita e tour organizzati per esplorare la città. Perugia: un luogo quasi incantato tra le montagne in cui ci sono diversi mercatini di Natale. Particolare quello di Rocca Paolina che offre un suggestivo tour sotterraneo per visitare gli antichi passaggi che proteggevano la città dalle incursioni esterne. Si possono acquistare ottimi prodotti d’artigianato. Taneto di Gattatico: ci troviamo a Reggio Emilia, qui si estende il mercatino al coperto più grande d’Italia. Ideale per fare acquisti compreso l’albero di Natale, con un apposito show room. Dove andare a Natale 2019: le mete in montagna Lo sport, il relax e i piatti tipici assaporati tra cime innevate e davanti al camino, parliamo della montagna. Per molti irrinunciabile in questo periodo dell’anno. Madonna di Campiglio: una meta rinomata, una piccola perla delle Dolomiti. Un posto perfetto per chi ama sciare e non mancano lussuose spa dove rilassarsi e vie delle shopping super glamour dove fare acquisti. Cortina d’Ampezzo: da sempre sinonimo della ricca vita di vip e della settimana bianca per eccellenza. Tra le dolomiti e nel lusso. Cervinia: un paradiso per gli sciatori, a quota 2000 metri, alle pendici del Monte Cervino. Un grande comprensorio sciistico collega la località al Plateau Rosa, ghiacciaio. Bormio: per gli amanti delle Terme nell’Alta Valtellina, è perfetta questa bella località. Relax dopo le sciate, garantito dalle acque termali solfato-alcaline conosciute già dall’epoca romana. Claviere: Val di Susa, Alpi e bei panorami paesaggistici tra boschi, laghi e animali. Chalet e baite, ristorantini con piatti tipici e ovviamente lo sci. Roccaraso: passiamo agli Appennini per un altro luogo da favola per gli amanti degli sci, che si sviluppa intorno ai monti di Roccaraso. Natale 2019: la bellezza tra città d’arte e borghi Per chi desidera trascorrere le vacanze di Natale 2019 in una città d’arte, non c’è che l’imbarazzo della scelta: ecco le mete migliori. Roma: non ha bisogno di presentazioni la Capitale che diventa ancora più magica sotto Natale, tante le possibilità di scelta in giro per la città ma una su tutte è il Vaticano. Il mondo cristiano e la celebrazione in questo luogo è un’esperienza indimenticabile. Da non dimenticare il famoso mercatino di Natale nella splendida cornice di Piazza Navona. Firenze: godersi la bellezza e i tesori di questa città approfittando anche dell’atmosfera regalata dai mercatini di Natale e del pattinaggio sul ghiaccio nelle piste del Winter Park, presso l’Obihall. Napoli: unico il Natale a Napoli, con le sue botteghe artigiane nel centro storico, che producono le statuine dei presepi ispirandosi a personaggi noti, contemporanei o intramontabili. Gubbio: in Umbria, l’albero di Natale più grande del mondo sulle pendici del monte Ingino, oltre al ChristamasLand. Un circuito in cui i bambini possono divertirsi tra giochi innovativi in un’atmosfera tradizionale, nella cornice dello splendido borgo. Manarola: il presepe luminoso del borgo ligure è uno degli eventi più attesi nel territorio delle Cinque Terre. Uno spettacolo regalato da 17000 luci. Matera: il presepe itinerante, uno spettacolo unico nella Città dei sassi, patrimonio Unesco. Un borgo che sembra fuori dal tempo. Natale 2019 al mare Se alla montagne preferite il mare per trascorrere le vacanze di Natale 2019, ecco alcune mete imperdibili. Puglia: il Salento è una meta prediletta da molti italiani e stranieri in estate ma non perde fascino nemmeno d’inverno. Presepi viventi e presepi monumentali in bellissime location, come ad esempio i cortili di palazzi antichi. Famoso quello dell’Anfiteatro Romano a Lecce. Sicilia: un inverno mite senza perdere l’atmosfera natalizia tra mercanti e luci, è quello che offre Catania. Se invece volete scappare su un’isola, c’è Pantelleria con i suoi giardini pieni di agrumi oppure Lampedusa o Linosa. Un po’ di primavera nel cuore dell’inverno. Il Natale 2019 in Italia L’Italia ovviamente offre ancora di più, sono davvero tantissimi gli eventi e le manifestazioni tipiche legate al Natale, di natura religiosa, dedicate al divertimento per i più piccoli o alla sola magia di questo periodo dell’anno, che affascina proprio tutti. Si può approfittare di qualche giorno per una fuga dalla routine verso luoghi incantevoli, senza allontanarsi troppo. C’è la montagna, c’è il mare, ci sono le città d’arte e i piccoli borghi. Volete approfittare delle vacanze natalizie per visitare una città e i suoi monumenti? Volete scaldarvi al sole di un clima mite o scatenarvi sulla neve? Ogni opzione è valida, potendo inoltre approfittare degli squisiti piatti tipici che ogni regione italiana offre. Per queste vacanze di natale 2019 c’è quindi solo l’imbarazzo della scelta. Abbiamo stilato un breve elenco ma sarebbe impossibile racchiudere le tante località. Villaggi di Babbo Natale per intrattenere i più piccoli ci sono in moltissime località, ad esempio anche a Montepulciano in Toscana, la bellezza delle città e dei mercatini anche a Verona e a Torino, le montagne del Terminillo nel centro Italia, le luminarie a Salerno. Tra destinazioni glamour e luoghi incantati, la favola del Natale, si può vivere davvero ovunque. Senza contare che anche disponendo di un budget più ridotto è possibile prenotare un weekend in un luogo vicino, abbattendo quindi i costi dei grandi spostamenti che i luoghi esteri ci richiedono. Quando è meglio prenotare? Molti studi indicano il mese precedente a quello di partenza come quello più conveniente. Tuttavia c’è chi preferisce anticipare di molto e chi opta per il last minute. Certamente una famiglia con bambini piccoli avrà esigenze diverse da un gruppo di giovani amici. Se si è alla ricerca di un viaggio low cost, badate bene anche al giorno di partenza e di ritorno, spesso la flessibilità ripaga, 24 ore fanno sovente la differenza. In macchina, in treno, in aereo, in pullman, raggiungete la vostra meta felice e godetevi la bella Italia per le prossime vacanze di Natale 2019. Chi desidera trascorrere le vacanze di Natale 2019 in Italia può scegliere tra splendide location di montagna, città d’arte e persino località marine.
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noverocchewanderer · 6 years ago
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Suggerimento per il 1° di Gennaio! Pronti all'erta via? A Novafeltria lasci la SS16 e ti ritrovi al Castello di Sartiano (provincia di Rimini), uno dei castelli dei signori della Faggiola. Da qui si domina la valle del Marecchia: uno sguardo sulle rocche di Majolo e San Leo. Al castello si giunge da un sentiero affacciato sul fiume Marecchia, che proviene da #torricella. Una singola strada sale ripida dal borgo fino alla sommità, una volta occupa probabilmente dalla rocca. La torre campanaria, sembra essere una torre di avvistamento medievale, rimaneggiata in epoca rinascimentale con un gusto tipico toscano, dovuto alla presenza di Francesco Di Giorgio Martini e altri architetti toscani, durante la dominazione di Federico da #Montefeltro e dei #Medici di #Firenze. Una vista unica e irripetibile che vi suggeriamo di andare a catturare. Noi siamo rimasti piacevolmente stupiti. #sartiano #maiolo #sanleo - - -  - - - - - - - -  - - - - - - - - #noverocche #turismomedievale #medioevo #toscana #marche #umbria #romagna #italy #castello #avventura #viaggio #travelphotography #welltravelled #mytinyatlas #letsgoeverywhere #huffpostgram #bbctravel #volgoitalia #destination_italy #ilikeitaly #italiainunoscatto #italian_places #yallersitalia #italian_trips @valtiberinatoscana @cittadisanleo @comunedirimini @prolocobadiatedalda https://www.instagram.com/p/BsFZ_0qlOLQ/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1cesvoq0ynzo7
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lasko2017 · 3 years ago
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La rocca Monaldeschi della Cervara, anche conosciuta come castello di Bolsena, sorge imponente e dominante sul grazioso borgo medievale della Tuscia, in provicia di Viterbo, nel Lazio. . La struttura venne fatta edificare nel 1156 per volere di papa Adriano IV, preoccupato per le sorti dei comuni del territorio. . Affaccia sul lago di Bolsena, quinto bacino per dimensioni in Italia, situato al confine con Umbria e Toscana, nella caldera principale del complesso vulcanico Vulsinio. Nelle sue acque emergono l'isola Bisentina e l’isola Martana, famosa per la Regina Amalasunta. #castelliditalia #lazio #viterbo #lasko71 #bolsena #roccamonaldeschi #roccamonaldeschidellacervara #bolsena #lagodibolsena #fortezza #rockcastle #italia #italy #europa #europe #fortaleza #fortification #viafrancigena #heritage #trekking #hiking #davisitareassolutamente #castle #castillo #chateau #architecture #castelliitaliani #storiaitaliana #medioevo @lasko71 https://www.instagram.com/p/CdeFcD0oBRnztNh84o1wLwmshMfVvgrJHSL1Wg0/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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jakecarson90 · 3 years ago
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⁣ Canon EOS 250D | 50mm | 1/125s | f/6.3 | ISO 100 {Photo 1}⁣ Canon EOS 250D | 27mm | 1/125s | f/6.3 | ISO 100 {Photo 2}⁣ Canon EOS 250D | 19mm | 1/320s | f/6.3 | ISO 100 {Photo 3}⁣ Canon EOS 250D | 18mm | 1/320s | f/6.3 | ISO 100 {Photo 4}⁣ Canon EOS 250D | 19mm | 1/200s | f/6.3 | ISO 100 {Photo 5}⁣ Canon EOS 250D | 19mm | 1/60s | f/6.3 | ISO 100 {Photo 6}⁣ Canon EOS 250D | 24mm | 1/50s | f/6.3 | ISO 100 {Photo 7}⁣ Canon EOS 250D | 19mm | 1/200s | f/6.3 | ISO 100 {Photo 8}⁣ Canon EOS 250D | 27mm | 1/30s | f/6.3 | ISO 100 {Photo 9}⁣ Canon EOS 250D | 50mm | 1/80s | f/7.1 | ISO 100 {Photo 10}⁣ All taken on 06/11/2021.⁣ ⁣ Vallo di Nera is a perfectly preserved walled village nestled in the Nera valley in Umbria.⁣ ⁣ There are two main entrances to the village which lead to the 'borgo medievale' (the medieval village). Once you're inside the village walls, you get the feeling of travelling back in time and imagining life in the Middle Ages. It's a truly amazing experience!⁣ ⁣ 𝗛𝗼𝘄 𝘁𝗼 𝗴𝗲𝘁 𝘁𝗵𝗲𝗿𝗲:⁣ ⁣ Take the train from Rome, Ancona or Foligno to Spoleto. Then catch the E401 bus heading for Norcia.⁣ ⁣ The closest bus stop to Vallo di Nera is a few kilometres away. You do have quite a steep path to climb but it is worth it if you enjoy the Umbrian woodland.⁣ ______________________________________⁣ ⁣ #ValloDiNera #BorghiAutentici #BorgoDeiBorghi #Loves_United_Borghi #BorghiViaggioItaliano #Ig_Italia_BorghieCitta #BorghiPiùBellidItalia #Click_Borghi #ClickFor_Borghi #Italia #Italy #BorghItaly #Kings_Villages #Alluring_Villages #Divine_Villages #BorghiItaliani #Umbria #Loves_United_Umbria #Umbria_Cartoline_ #VisitUmbria #TreasureItaly #CondeNastTraveller #SustainableTravel #TravelItaly #BestInTravel #SoloTraveler #YallersUmbria #Raw_Italy #Italy_Illife #ItalianVillage (at Vallo di Nera) https://www.instagram.com/p/CWIl89Eo2Uo/?utm_medium=tumblr
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pier-carlo-universe · 22 days ago
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Assisi: La Città della Pace e della Spiritualità. Un viaggio tra arte, fede e storia nel cuore dell’Umbria, alla scoperta della città di San Francesco e dei tesori artistici della Basilica
Assisi, situata nel cuore dell’Umbria, è senza dubbio una delle mete religiose più visitate in Italia e nel mondo.
Assisi, situata nel cuore dell’Umbria, è senza dubbio una delle mete religiose più visitate in Italia e nel mondo. Questa città non è solo un luogo di pellegrinaggio per i devoti di San Francesco, ma anche un importante centro culturale e artistico. Le sue architetture medievali, i suoi affreschi e la sua spiritualità unica creano un’atmosfera che pochi altri luoghi al mondo riescono a…
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emiliobertinato · 3 years ago
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Spello, città d'arte e città dei fiori, rinomato per le magnifiche infiorate, è un borgo medievale, tra i borghi più belli d'Italia, in provincia di Perugia, in Umbria. Testo a cura di Stefano Marigliani #castelliditalia #umbria #perugia Ph minga.mrc . . . . . #borgo #borghi #italia #italy #alba #sunrise #tramonto #sunset #sunlight #sunlightphotography #architecture #architettura #arch_daily #architecturehunter #history #historian #historical #storiadellarte #beniculturali #world #patrimonio #landscape #cittadarte #borghitalia #borghipiubelliditalia #medievalvillage #middleages https://www.instagram.com/p/CQxSZs3Ak79/?utm_medium=tumblr
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divoraroma · 4 years ago
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Driving down a country road just outside of Rome. Found this beautiful ancient fortress village (Ceri). You better believe we stopped to explore! 🥰 Image by @amusant___ as I was at the wheel 😁 . Join me in 2021! When the world will open back up 🌍✈️ http://Divora.co . February 20-27, 2021: Michelin Star Rome May 20-27, 2021: Complete Rome June 4-11, 2021: Palermo Sicily and surroundings September 23-30, 2021: Coastal Tuscany October 4-11, 2021: Complete Umbria October 13-20, 2021: Complete Rome October 20-24, 2021: Palermo Sicily and surroundings . DivoraDestinations - Mediterranean Culinary Adventures http://divoradestinations.com . #divoraroma #divoradestinations #roma #smallgrouptours #gltlove #culinarytour #mediterranean #travel #italy #italia #ripartiamo #smallgrouptour #foodietour #romecityworld #visititalyofficial #noidiroma #ig_italia #romeing #igersroma #takenwithiphone #visititalyofficial #quiriters #ceri #lazio (at Ceri Borgo Medievale) https://www.instagram.com/p/CIkrd58hL0_/?igshid=s9ek69t2tzjz
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umbriacenter · 4 years ago
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Posted @withregram • Grazie @umbriamistery per aver condiviso con noi questo splendido scatto su Rasiglia, un piccolo borgo medievale, conosciuto come "Borgo dei ruscelli" per via dei corsi d'acqua che attraversano il centro del paese. Un tesoro nascosto nel territorio umbro, tra Foligno e Sellano. #rasiglia #umbriacenter #umbria #umbriaitaly #umbriatourism #naturelovers #visitumbria #loveumbria #vivoumbria #bestumbriapics #photooftheday #picsoftheday #instatravel #photooftheday #instagood #wanderlust #travelblogger (at Rasiglia, Umbria, Italy) https://www.instagram.com/p/CErj61Glqnv/?igshid=1nqx1eh8kbunq
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olitaly · 5 years ago
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Azienda Agraria e Frantoio Ronci
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L’azienda agricola olearia Ronci è un’antica famiglia di agricoltori che lavora tra gli ulivi da generazioni ed è parte integrante di questo straordinario territorio. La nostra azienda si estende sulle dolci colline di Bevagna, piccolo borgo medievale al centro della verde Umbria. La forza della nostra azienda è quella di accudire le piante, con l’arte, la passione, l’amore, la pazienza e la virtù dei nostri predecessori, migliorandone la qualità, osservando ed inseguendo, sempre tecniche più evolute per rendere così il nostro olio extravergine di oliva umbro e il nostro Nome sinonimo di Alta Qualità. L’impostazione di tutto il lavoro si poggia sul rispetto di ciò che l’olio di oliva è: espressione di una pianta, di un territorio, di un’annata. Ogni scelta in uliveto e nel nostro frantoio familiare è dettata dall’assecondare questa unicità che c’è nell’olio all’origine. Ciascun ulivo viene seguito amorevolmente affinché esprima la migliore qualità di olive. L’eccezionalità del risultato finale, quel nettare limpido e profumato, è l’espressione di un contatto continuo e diretto con gli ulivi e con la terra. La famiglia Ronci dedica competenza, esperienza e passione alla verifica maniacale di ogni fase del processo produttivo con l’obiettivo di produrre il miglior olio extravergine di oliva del mondo. L’assillo per la perfezione raggiunta senza scendere mai, per alcun motivo, a compromessi con la qualità. L’Olio EVO biologico Ronci è “Passione”, frutto di una profonda conoscenza del territorio, della sapiente e preziosa tradizione unita alle moderne tecniche di coltivazione e lavorazione, basate sui dettami dell’Agricoltura Biologica. Indirizzo: Via Maestà Quattro Chiavi, 11, 06031, Bevagna (PG) Telefono: Tel. +39 0742360501 +39 3336167292 Email: [email protected] Social: https://www.facebook.com/olioronci/ Website: http://www.olioronci.it SCHEDA TECNICA DETTAGLI OLIO 2020 Nome olio Olio extravergine di oliva Biologico Blend Cultivar Moraiolo, Frantoio, Leccino Località provenienza olive Bevagna Tipo di Frangitura Ciclo continuo a 2 fasi e mezza Acidità 0.22 Perossidi 8.5 Polifenoli 436 Litri di olio prodotto 10.000 Sistema di qualità Biologico  Read the full article
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freedomtripitaly · 5 years ago
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Una meravigliosa cittadina situata nel cuore della regione verde d’Italia: l’Umbria. È Bettona, borgo dalle origini etrusche e di impianto tipicamente medievale. Le sue datate radici risuonano anche nel suo stesso nome. Pare, infatti, che Bettona significhi “il Paese degli Antichi”, e passeggiando tra i suoi delicati vicoli sembra proprio di percepire il profumo di passato. È un’atmosfera molto intima quella di Bettona, che ci riporta indietro nel tempo senza farci dimenticare la distintiva ospitalità. Si trova in provincia di Perugia e, grazie alla sua posizione appollaiata su un colle coronato di ulivi, regala al visitatore un incantevole colpo d’occhio che va da Perugia, fino ad Assisi e passando anche per la bellissima Spello. Il tutto contornato da una splendida e rigogliosa vegetazione. Ma non è solo il fantastico panorama a far innamorare il visitatore. Bettona, infatti, fa giustamente parte del prezioso circuito “i Borghi più Belli d’Italia“, grazie al suo pregevole e ricco centro storico. Centro Storico Bettona, Fonte: iStock Si viene accolti in questa terra di circa 4.000 abitanti da maestose e antiche mura e che in parte poggiano su quelle originarie etrusche: grosse pietre squadrate in arenaria. Si accede al grazioso centro storico tramite la porta in legno di Santa Caterina, che catapulta subito in tempi di lotte lontane. Una volta superato l’uscio del borgo antico, ecco che davanti ai vostri occhi si apriranno una serie di intricate viuzze in cui pietre, cortili e piazzette sussurrano storie di un tempo che fu, sprigionando anche un po’ di mistero. Passeggiando per le eleganti stradine di Bettona, verrete subito colpiti dalla Chiesa San Crispolto, edificata per conservare le reliquie dell’amato patrono. Dello stesso periodo, ovvero il 1200, è anche l’Oratorio di Sant’Andrea, rimaneggiato più volte, ma che regala ai suoi ospiti delle vere e proprie chicche: un soffitto ligneo a cassettoni del XVI secolo, un altare settecentesco e un ciclo pittorico di scuola giottesca datato 1394. Da non perdere, inoltre, la Collegiata di Santa Maria Maggiore dall’aspetto neoclassico e che al suo interno conserva gli affreschi futuristi di Gerardo Dottori, finestre con vetrate istoriate a fuoco e l’altare maggiore ornato da un ciborio a forma di tempietto. Ancora del XIII secolo la Chiesa di San Francesco e dell’Orazione, con splendidi stucchi della fine del 1500. Collegiata Santa Maria Maggiore, Fonte: 123rf Tante e interessanti le architetture civili i cui fiori all’occhiello sono il Palazzetto del Podestà, datato 1371 e oggi sede della pinacoteca Comunale, il Palazzo Biancalana, costruito nel XIX secolo e infine il Palazzo Baglioni. Un tripudio di meraviglie il borgo di Bettona, circondato anche da una cornice naturale che coccola il visitatore con i suoi verdi teneri e le sue coltivazioni che ondeggiano nel vento. Bettona, Fonte: iStock https://ift.tt/3ax6sXK Bettona, in Umbria, è uno dei borghi più belli d’Italia Una meravigliosa cittadina situata nel cuore della regione verde d’Italia: l’Umbria. È Bettona, borgo dalle origini etrusche e di impianto tipicamente medievale. Le sue datate radici risuonano anche nel suo stesso nome. Pare, infatti, che Bettona significhi “il Paese degli Antichi”, e passeggiando tra i suoi delicati vicoli sembra proprio di percepire il profumo di passato. È un’atmosfera molto intima quella di Bettona, che ci riporta indietro nel tempo senza farci dimenticare la distintiva ospitalità. Si trova in provincia di Perugia e, grazie alla sua posizione appollaiata su un colle coronato di ulivi, regala al visitatore un incantevole colpo d’occhio che va da Perugia, fino ad Assisi e passando anche per la bellissima Spello. Il tutto contornato da una splendida e rigogliosa vegetazione. Ma non è solo il fantastico panorama a far innamorare il visitatore. Bettona, infatti, fa giustamente parte del prezioso circuito “i Borghi più Belli d’Italia“, grazie al suo pregevole e ricco centro storico. Centro Storico Bettona, Fonte: iStock Si viene accolti in questa terra di circa 4.000 abitanti da maestose e antiche mura e che in parte poggiano su quelle originarie etrusche: grosse pietre squadrate in arenaria. Si accede al grazioso centro storico tramite la porta in legno di Santa Caterina, che catapulta subito in tempi di lotte lontane. Una volta superato l’uscio del borgo antico, ecco che davanti ai vostri occhi si apriranno una serie di intricate viuzze in cui pietre, cortili e piazzette sussurrano storie di un tempo che fu, sprigionando anche un po’ di mistero. Passeggiando per le eleganti stradine di Bettona, verrete subito colpiti dalla Chiesa San Crispolto, edificata per conservare le reliquie dell’amato patrono. Dello stesso periodo, ovvero il 1200, è anche l’Oratorio di Sant’Andrea, rimaneggiato più volte, ma che regala ai suoi ospiti delle vere e proprie chicche: un soffitto ligneo a cassettoni del XVI secolo, un altare settecentesco e un ciclo pittorico di scuola giottesca datato 1394. Da non perdere, inoltre, la Collegiata di Santa Maria Maggiore dall’aspetto neoclassico e che al suo interno conserva gli affreschi futuristi di Gerardo Dottori, finestre con vetrate istoriate a fuoco e l’altare maggiore ornato da un ciborio a forma di tempietto. Ancora del XIII secolo la Chiesa di San Francesco e dell’Orazione, con splendidi stucchi della fine del 1500. Collegiata Santa Maria Maggiore, Fonte: 123rf Tante e interessanti le architetture civili i cui fiori all’occhiello sono il Palazzetto del Podestà, datato 1371 e oggi sede della pinacoteca Comunale, il Palazzo Biancalana, costruito nel XIX secolo e infine il Palazzo Baglioni. Un tripudio di meraviglie il borgo di Bettona, circondato anche da una cornice naturale che coccola il visitatore con i suoi verdi teneri e le sue coltivazioni che ondeggiano nel vento. Bettona, Fonte: iStock Bettona è un bellissimo borgo-gioiello situato nella splendida regione Umbria. Sorge in cima a un colle e regala al visitatore numerosi siti di interesse.
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