#borgo fortificato
Explore tagged Tumblr posts
pier-carlo-universe · 3 months ago
Text
Casteldilago (Terni): Un Tesoro Medievale nel Cuore Verde dell’Umbria
Scopri il fascino di Casteldilago, un borgo incastonato tra le colline umbre, dove storia, natura e tranquillità si incontrano in un perfetto equilibrio.
Scopri il fascino di Casteldilago, un borgo incastonato tra le colline umbre, dove storia, natura e tranquillità si incontrano in un perfetto equilibrio. L’Umbria, conosciuta come il cuore verde d’Italia, offre paesaggi mozzafiato, borghi antichi e una natura incontaminata che la rendono una meta imperdibile per chi cerca una fuga dalla vita frenetica della città. Tra le sue numerose meraviglie…
0 notes
jacopocioni · 3 months ago
Text
Dante e il suo fantastico viaggio 9: Dante e i personaggi dell’Purgatorio
Tumblr media
Prima parte Seconda parte Terza parte Quarta parte Quinta Parte Sesta Parte Settima Parte Ottava Parte Prosegue il viaggio del nostro amato poeta nel Purgatorio in compagnia di Virgilio.
Tumblr media
Due anime camminano insieme per il Purgatorio quando scorgono Dante, non sanno chi è, ma capiscono che si tratta una persona ancora viva rimanendo stupefatti di questa insolita presenza. Dante non dice loro chi sia, ma gli racconta che arriva dalla Toscana, dove c'è un fiume che nasce dal monte Falterona. Ovviamente si riferisce all’Arno, così le anime capiscono e cominciano a lanciare invettive nei confronti di quei luoghi bagnati dal fiume e divenuti maledetti e sciagurati. I loro abitanti sono oramai diventati delle bestie che sembrano vittime degli incantesimi orditi dalla maga Circe.
Tumblr media
Quelli di Arezzo sono descritti come gente fastidiosa, patetica rozza e arrogante, tanto che il fiume con la sua ampia curva sembra volere evitare la città. Il fiume poi si  avvicina a Firenze, dove i cani diventano lupi sempre più affamati e avidi. Più avanti c’è Pisa, qui si incontra la malizia, l’ astuzia e la frode, degne compagne delle volpi pisane… Una delle due anime parla poi di un suo nipote, quello che diventerà il cacciatore di quei lupi prima nominati. Li porterà alla disperazione con la sua violenza facendone le sue vittime sacrificali ed uccidendole come bestie da macello. Lordo di sangue lascerà poi una Firenze devastata, che a detta loro non sarà in grado di risollevarsi neanche dopo mille anni, tanto è precipitata in basso.
Tumblr media
Dante è molto incuriosito dalle due anime e cerca di capire chi siano. Una di loro è l’anima di Guido del Duca. Lui stesso si descrive come un uomo pieno di invidia e di livore; per questo è qui in Purgatorio a scontare le sue colpe. Era morto da circa 50 anni, in vita era stato un gentiluomo romagnolo, signore di Bertinoro, una località nei pressi di Forlì. Il suo compagno era invece Ranieri de’ Calboli, un grande uomo politico romagnolo. Quando le anime parlano del “cacciatore di lupi fiorentini”, si riferiscono a Fulcieri de (o da) Calboli, nipote di Ranieri che dopo il ritorno dei Guelfi Neri al potere nel 1303, sarebbe diventato podestà di Firenze,  Era un uomo crudele, particolarmente efferato, che avrebbe fatto uccidere molti fiorentini per impossessarsi dei loro beni. Le due anime si rivelano amareggiate, consapevoli  di quanto gli ideali degli uomini delle loro terre si siano sviliti. Così, mortificate, dopo il loro sfogo e ancora oppresse da questi pensieri, pregano Virgilio e Dante di allontanarsi e permettergli di lasciarli andare con il loro dolore per la loro strada. Fulcieri fu un esponente della parte Guelfa, avversario agli Ordelaffi Ghibellini. Ricoprì cariche politiche di rilievo, come quella di podestà in diverse città tra cui Milano, Modena, Firenze e Bologna. Come podestà di Firenze nel 1303, dovette respingere il tentativo di un gruppo di esiliati Guelfi alleati con dei Ghibellini di riprendere la città. Tra loro c’era anche Dante, sotto la guida di un altro forlivese, un suo vecchio avversario:  Scarpetta degli Ordelaffi. Si tratta della battaglia di Castel Pulicciano.
Tumblr media
Pulicciano si trova su un colle a pochi chilometri da Borgo San Lorenzo lungo la via Faentina verso la Romagna. In epoca romana ospitava un castrum fortificato, del quale restano alcuni resti delle mura presso il cimitero e una cisterna sitiata sotto il sagrato della chiesa. Nel Medioevo la Contessa Matilde di Canossa fece erigere un castello, più tardi passato agli Ubaldini, teatro di una feroce battaglia avvenuta il 12 marzo del 1303. Un’iscrizione sull’esterno della chiesa di Santa Maria cita: “Questa rocca avvezza per più secoli ad assedi e battaglie, oggi nel seicentenario della morte di Dante fra i resti delle mura, accoglie il ricordo dell’assalto e della fuga di Scarpetta degli Ordelaffi con i fuoriusciti fiorentini e dell’aspra vendetta di Fulcieri de’Calboli nel marzo del 1303. Lieta dello scampo di Dante ed ora per auguri di pace guardò gli abitanti del suo Pulicciano e di Ronta 1321-1921”.
Tumblr media
La vicenda venne narrata dai cronisti del tempo che riportano come Scarpetta degli Ordelaffi dal castello di Montaccianico si dirigesse verso Pulicciano alla testa di un esercito composto da Guelfi Bianchi esiliati e da Ghibellini, tra cui gli Ubaldini che volevano riprendere il loro castello caduto in mani fiorentine nel 1260. L’Ordelaffi, signore di Forlì Ghibellino unitosi in matrimonio con Chiara Ubaldini da Susinana, aveva accolto e protetto Dante nei primi anni dell’esilio facendolo suo segretario personale. Nella battaglia le truppe fiorentine erano guidate dal podestà Fulcieri da Calboli, esperto uomo d’arme forlivese e storico nemico degli Ordelaffi. Dino Compagni descrive i due antagonisti nelle sue cronache: Scarpetta dal carattere temperato  in contrapposizione a Fulcieri, descritto invece come violento e feroce. Ovviamente i giudizi sono influenzati dalla polemica politica del tempo. Evidentemente Fulcieri doveva essere in gamba visto che i fiorentini contravvennero alla regola di cambiare il proprio podestà ogni semestre rieleggendolo per un secondo mandato consecutivo.
Tumblr media
La battaglia si concluse con una schiacciante vittoria fiorentina. Fulcieri sconfisse i nemici che avevano preso d’assedio il castello; poi inseguì e catturò circa 500 fuggitivi e dopo averli torturati li condannò a morte. Scarpetta e gli altri riuscirono invece  a rifugiarsi a Montaccianico. La vittoria di Fulcieri ebbe una grande risonanza politica, tanto da essere celebrata in un affresco commissionato dal Comune di Firenze ed eseguito a Palazzo Vecchio da Grifo di Tancredi, pittore esponente dei protogiotteschi fiorentini. Dante che aveva già avuto esperienze in battaglia, sia a Caprona che a Campaldino, molto probabilmente prese parte anche a questo scontro, almeno così sembrerebbe da alcuni riferimenti che traspaiono in un dialogo riportato nelle pagine del Purgatorio. La battaglia di Castel Pulicciano del 1302 si tenne dopo il fallimentare incontro di San Godenzo e si svolse tra Borgo San Lorenzo e Luco, questo fu il secondo tentativo dei fuoriusciti esiliati di rientrare a Firenze.
Tumblr media
L’8 giugno del 1302 all’abbazia di San Godenzo dove era presente anche Dante, si tenne un incontro  tra esuli fiorentini Ghibellini e Guelfi Bianchi che poteva cambiare le sorti della storia. L’obiettivo era di trovare un accordo con gli Ubaldini per poter rientrare a Firenze, in quel tempo dominata dai Guelfi Neri. L’incontro non ebbe successo e portò in seguito ad uno scontro tra Bianchi e Neri, in cui i primi vennero sconfitti. Fu in questa occasione che Dante maturò la decisione di staccarsi dai compagni fiorentini, ritenuti “compagnia malvagia e scempia”. Un anno dopo questo scontro nel 1303, Scarpetta degli Ordelaffi  entrò in possesso di Borgo San Lorenzo, legato a Firenze. Seguì a questo fatto la battaglia della Lastra, un sanguinoso scontro avvenuto il 20 luglio del 1304 nelle vicinanze di Firenze, quando i Guelfi Bianchi furono sconfitti dai Neri nel tentativo di rientrare a Firenze. In seguito il castello di Montaccianico divenne, con le città di Pistoia e Bologna, un baluardo della lotta contro i Neri fiorentini e i loro alleati. Lo scontro si prolungò fino al 1306 quando con il voltafaccia di Bologna e la caduta di Pistoia, il Comune di Firenze e gli alleati tentarono un’azione risolutiva nei confronti degli Ubaldini e della loro roccaforte. Dopo quattro mesi di assedio i fiorentini ottennero la resa di Montaccianico pagandola però a caro prezzo. Ottennero due parti del castello con un esborso di 15.600 fiorini d’oro. Questo presidio cittadino avrà il compito di sostituire gli Ubaldini nel controllo diretto della popolazione.
Tumblr media
Riccardo Massaro Read the full article
0 notes
cinquecolonnemagazine · 6 months ago
Text
Caserta: arte, storia e natura
Caserta, capoluogo della provincia omonima in Campania, è una città ricca di fascino e storia che vanta un patrimonio artistico, culturale e paesaggistico di inestimabile valore. Situata ai piedi del Monte Partenio, Caserta si propone come meta ideale per un soggiorno all'insegna della scoperta e della meraviglia. Un tuffo nella storia Le origini di Caserta risalgono all'epoca medioevale, quando era un piccolo borgo fortificato. Nel XVIII secolo, la città conobbe un periodo di grande splendore grazie all'intervento del re Carlo III di Borbone, che commissionò la costruzione della Reggia, un capolavoro di architettura barocca che rappresenta ancora oggi il simbolo della città. La Reggia, con i suoi sontuosi appartamenti reali, i giardini incantevoli e il magnifico parco, è Patrimonio dell'Umanità UNESCO e merita una visita approfondita. Tra arte e cultura Oltre alla Reggia, Caserta offre ai visitatori un ricco panorama di musei, monumenti e luoghi di interesse culturale. Tra questi, il Museo Campano, che custodisce una vasta collezione di reperti archeologici provenienti da tutta la Campania, e la Biblioteca Palatina, con i suoi preziosi manoscritti e volumi antichi. Da non perdere anche il Teatro San Carlo, uno dei più antichi teatri d'opera d'Europa, e il Duomo di Caserta, con la sua facciata barocca e le opere d'arte conservate all'interno. Natura incontaminata di Caserta Caserta è circondata da un ambiente naturale di grande bellezza. Il Parco Nazionale del Partenio (che si estende tra Avellino, Napoli e Caserta), con i suoi sentieri escursionistici e le sue vette panoramiche, offre agli amanti del trekking e della natura un vero paradiso. L'Oasi di San Silvestro, invece, è un'area protetta dove è possibile ammirare diverse specie animali, tra cui daini, cinghiali e lupi. Tradizioni e sapori La gastronomia casertana è ricca di sapori e profumi autentici. Tra i prodotti tipici più rinomati troviamo la mozzarella di bufala campana DOP, prodotta nella vicina Piana del Sele, e la Casatella di Trentola-Roccamonfina DOP, un formaggio dal sapore delicato e dalla consistenza cremosa. Da non perdere anche i vini DOCG della provincia di Caserta, come il Caserta DOCG e il Sannio DOCG, e i dolci tipici, come i pasticcini di San Martino e la pastiera di Caserta. Caserta oltre la città La provincia di Caserta offre ai visitatori anche un itinerario ricco di borghi pittoreschi e siti archeologici di grande interesse. Tra i borghi da non perdere troviamo Aversa, con il suo centro storico medievale e il Duomo normanno, e Teano, famosa per la battaglia che segnò la fine del regno borbonico. Gli amanti dell'archeologia, invece, potranno immergersi nella storia visitando i siti di Capua antica, una delle città più importanti dell'antica Roma, e di Santa Maria Capua Vetere, con il suo anfiteatro secondo solo al Colosseo per grandezza. Un luogo da vivere Caserta è una città che sa conquistare i suoi visitatori con il suo fascino discreto, la sua atmosfera accogliente e la sua ricca offerta di bellezze naturali, storia, cultura e tradizioni. Che siate amanti dell'arte, della natura, della gastronomia o semplicemente alla ricerca di un luogo dove trascorrere un soggiorno rilassante, Caserta ha qualcosa da offrire a tutti. Foto di alex1965 da Pixabay Read the full article
0 notes
stilouniverse · 9 months ago
Text
Pereta un antico castello aldobrandesco
di Salvina Pizzuoli Pereta Siamo a Pereta un borgo fortificato a dieci chilometri da Magliano in Toscana nella bella Maremma, sulla strada che porta a Scansano. Come l’abbiamo scoperto? Come tutte le gradite sorprese, quasi per caso… La Toscana e la Maremma pullulano di questi piccoli borghi più o meno suggestivi, più o meno integri. Pereta è davvero singolare. … continua a leggere Pereta…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
bergamorisvegliata · 1 year ago
Text
I LUOGHI DELL'ANIMA
Tumblr media
Il viaggio di oggi ci porta in un luogo mai illustrato e citato a dovere, ma che in realtà conserva molto della sua magia e della sua suggestione di bellezza nonostante il tempo che passa propenda più per uno sviluppo non solo "urbano" ma pure tecnologico ed anche esasperato per una incontrollata gestione del territorio.
Siamo in Umbria, sulle sponde del Lago Trasimeno e precisamente a San Savino che invitiamo a conoscere in questo articolo e al link al termine della lettura.
Tumblr media
In prossimità del'emissario artificiale del lago Trasimeno, su un piccolo colle, sorse, per volontà di Piero degli Atti di Todi, nel 1006 un monastero fortificato dedicato a San Savino, santo martire di Sulmona. In quel periodo di guerre continue però che opponevano Perugia alle confinanti città toscane, il castelletto fu abbattuto e perfino il monastero sparì, tanto che nel censimento del 1282 il luogo è indicato come 'villa', cioè borgo, abitato da sole 14 famiglie. Nel 1310 il Comune di Perugia fece fortificare di nuovo il paese, provvedendolo di mura elicoidali con un alto cassero triangolare, uno dei tre masti a tre lati delle fortezze del Trasimeno (con Passignano e Castiglione del Lago). Per ripopolare il paese Perugia offrì anche un ''casalino", cioè una piccola casa a quanti volessero andare a risiedervi.
Nei periodi di crescita del lago, San Savino restava facilmente isolato, e ciò offriva una maggiore sicurezza per il difficile accesso al colle. La cinta muraria si è conservata in buone condizioni ed il monumentale cassero, se pur danneggiato, mantiene ancora la sua imponenza. In cima al cassero era nato un olivo che crebbe notevolmente, finché un paio di decenni or sono fu dovuto abbattere perché minava la sicurezza della torre.
Tumblr media
Vicino alla base del piccolo colle c'è la paratoia dell'emissario artificiale del lago Trasimeno, costruito dai Romani e fatto ripristinare ai primi del 1400 da Braccio Fortebracci da Montone, all'epoca Signore di Perugia.
Cenni storici
Nonostante numerosi ritrovamenti archeologici attestino significative presenze di insediamenti altomedievali intorno alle colline che abbracciano la costa orientale del Trasimeno, il primo documento che menziona l’esistenza del piccolo borgo di San Savino data al 1006, quando, per iniziativa del conte Pietro Attone, della nobile famiglia degli Attoni di Todi, sorse sulla cima di questo colle semideserto un monastero, dedicato al santo martire di Sulmona, di cui oggi non rimane traccia alcuna se non nella toponomastica del borgo. A protezione del convento e dei suoi monaci lo stesso conte Attone iniziò la costruzione della fortezza a base quadrata, a una sola porta d’ingresso con arco a sesto acuto e una sola torre dall’insolita forma triangolare, probabilmente suggerita dalla geomorfologia del sito. Completato definitivamente intorno al 1180, il castello di San Savino fu ben presto travolto dai decenni di continue guerre e passaggi di eserciti che insanguinarono il contado perugino fino alla fine del XIII secolo, costringendo la città capoluogo impegnata nello sfibrante braccio di ferro con la vicina Cortona, a ricostruirne all’inizio del secolo successivo, le mura difensive, dotandole di merlature. La posizione elevata, dominante l’intero versante sud orientale del Trasimeno, rappresenta la testimonianza più immediata della funzione difensiva di importanza strategica per Perugia e il suo contado subito affidata al castello di San Savino, che insieme agli altri borghi fortificati della costa, costituiva un organico sistema di controllo per una zona economicamente importante e militarmente pericolosa, data la vicinanza al confine politico col libero feudo di Castiglione del Lago, per tutta l’età medievale e moderna nervo scoperto del contrabbando cerealicolo e ittico fra il comune di Perugia prima e lo Stato Pontificio poi, e il Granducato di Toscana. La cronica emigrazione che aveva colpito il borgo a causa delle guerre, riducendo la popolazione quasi esclusivamente ai monaci del convento, costrinse le autorità municipali perugine a emettere una serie di provvedimenti organici che garantivano il possesso di case e il godimento di particolari benefici agli abitanti delle vicine zone di Pian di Carpine e di Montecolognola che avessero voluto trasferirsi al castello di San Savino.
Tumblr media
Il risultato di questa operazione politica, dettata ancora una volta dalla necessità di mantenere il controllo della costa del lago, fu però piuttosto deludente: i magionesi non si mossero. Furono invece gli abitanti dell’Anguillara e delle vicine località lacustri a riedificare le case interne alle mura del Castello e a iniziare una prima espansione edilizia anche fuori dalle mura. Attività di importanza strategica per l’economia della zona, la pesca nel Trasimeno attirò subito le attenzioni dell’amministrazione pontificia, a tal punto da spingere papa Paolo V nel 1566 ad emanare una Costituzione con cui ordinava la costruzione e il mantenimento di un porto immediatamente a ridosso del colle e ad esclusivo servizio degli abitanti del paese, di cui oggi resta soltanto un pallido ricordo nel porticciolo, sede della lavorazione della canna palustre, nei pressi dell’oasi naturalistica. La centralità della tutela del Trasimeno nell’economia dell’amministrazione del libero comune perugino, della provincia pontificia, dello Stato unitario è testimoniata dalla costruzione dell’emissario proprio ai piedi del castello. Il 21 maggio 1462 l’acqua del lago iniziò il suo nuovo corso, dopo quello datole dai romani, per opera di Braccio Fortebraccio.
Tumblr media
Dopo i dibattiti sette-ottocenteschi legate alla ipotesi di prosciugare il lago, alla fine del secolo XIX, il 9 marzo 1896, presero il via i lavori per un’ulteriore e moderna sistemazione dell’emissario: l’inaugurazione di questa importante opera fu festeggiata con una cerimonia ufficiale a San Savino, che ospitò in quell’occasione i ministri del tesoro e delle finanze, il sottosegretario di stato per i lavori pubblici, senatori e deputati in gran numero, il sindaco di Perugia, nonché i giornalisti dei principali quotidiani nazionali. Se del monastero da cui il paese ha preso il nome, oggi non resta nulla, anche le due chiese parrocchiali entrambe interne al castello, la Chiesa di Santa Maria Maddalena e della Madonna del Rosario, non esistono più, soppresse nel 1889 e sostituite dalla nuova chiesa fuori le mura, costruita a metà del XVIII secolo e consacrata al Santo eponimo dal vescovo Franco Riccardo Firmiani. Nei suoi interni si può ammirare un bellissimo crocifisso in legno, oggetto di devozioni popolari, mentre sopra l’altare maggiore spicca una tela raffigurante San Savino che assiste un malato, su cornice di stile barocco.
Al link successivo potrete venire indirizzati ad altro sottolink che vi indirizzano ai luoghi più suggestivi e interessanti di San Savino.
0 notes
personal-reporter · 1 year ago
Text
Presepe Monumentale 2023 a Città della Pieve
Tumblr media
Come ogni anno è molto atteso l’evento clou del Natale  di Città della Pieve, nel cuore dell’Umbria, che è il Presepe Monumentale del Terziere Castello, giunto alla 57a edizione, un percorso visitabile dal 25 dicembre al 7 gennaio che combina creatività e tradizione secolare del presepe umbro. Molto particolare anche il Calendario dell’Avvento Luminoso realizzato dal Terziere Casalino che, tutte le sere alle 18 e fino al  24 dicembre, vedrà nella piazzetta del pozzo le finestre luminose aprirsi e svelare la loro storia. Inoltre nei weekend sarà possibile gustare le prelibatezze del Ristoro dell’Elfo e divertirsi con il Ludobus e in Via Vittorio Veneto ci saranno come ogni anno i Mercatini di Natale a cura dell’Associazione Città della Pieve Promotion, oltre tanto intrattenimento per grandi e piccoli con spettacoli teatrali a tema, musical, laboratori e spettacoli di magia. Pur sviluppatasi dall’età medievale, Città della Pieve conobbe senz’altro la presenza umana almeno sin dall’epoca etrusca, confermata da numerosi rinvenimenti archeologici.. In epoca romana, il colle dove sorge il borgo fu noto come Monte di Apollo, per la presenza di un tempio dedicato al dio del Sole. Le prime origini della futura Città della Pieve come centro abitato risalgono, tuttavia, al VII secolo d.C., quando cadde sotto la dominazione dei Longobardi, che fortificarono il colle, posto ai confini del Ducato di Tuscia, in funzione di avvistamento della città di Perugia. Nel centro fortificato  fu realizzata una chiesa intitolata ai Santi Gervasio e Protasio, martiri assai venerati presso i Longobardi. Il piccolo castrum conobbe poi  un sensibile incremento demografico e, attorno all’anno Mille, sotto l’egida di Perugia, fu munito di una cinta muraria ed elevato a castello, assumendo il nome di Castel della Pieve. Nei decenni il borgo crebbe ulteriormente, grazie allo sviluppo dei commerci e delle attività economiche, fra cui  la produzione del laterizio e la lavorazione del ferro battuto, nonché di un tessuto assai pregiato e ricercato come il panno cremisi. Nel 1188, Castel della Pieve cadde sotto la dominazione di Perugia, che la pose a controllo del Chiugi e nel 1228, approfittando del conflitto scoppiato fra le truppe imperiali e senesi e le città di Orvieto e Perugia, il borgo si ribellò, proclamandosi libero comune sotto la protezione dell’imperatore Federico II di Svevia. Perugia nel 1250, dopo la morte di Federico II,  riprese il comando del borgo e, per evitare una nuova ribellione, il governo vietò che Castel della Pieve potesse ulteriormente espandersi perché non diventasse ancor più potente. Tra il 1448 ed il 1450, nacque a Castel della Pieve Pietro Vannucci, noto come il Perugino, fra i più celebri artisti del Rinascimento italiano, di alcune delle cui opere si sarebbe arricchita anche la sua città natia. Nel 1529 papa Clemente VII pose Castel della Pieve sotto il  controllo pontificio e, nel 1600, il castello fu elevato da papa Clemente VIII a Città, così il toponimo divenne Città di Castel della Pieve, che a breve, per e per l’eccessiva somiglianza con Città di Castello, divenne Città della Pieve. Sul finire della prima metà del XVII secolo, le ambizioni di dominio da parte di papa Urbano VIII sul Ducato di Castro condussero ad un conflitto che coinvolse anche Città della Pieve. Nel 1643 il borgo, difeso da un piccolo contingente papale comandato da Frizza Napolitano, fu espugnato dall’esercito toscano, guidato dal principe Mattias de’ Medici e dal condottiero aretino Alessandro Dal Borro. L’occupazione toscana durò oltre un anno, fino a quando Città della Pieve non tornò nel dominio pontificio. Da allora rilevanti interventi architettonici e la bonifica della Val di Chiana impressero a Città della Pieve l’aspetto odierno, nel quale, in un impianto urbanistico di origine medioevale, si sono alternati tesori rinascimentali, barocchi, manieristi, rococò e neoclassici  tutti da scoprire. Read the full article
0 notes
castelliditalia · 2 years ago
Text
CASELLE DI FORNOVO - VAL TARO
Una bella casa-torre lungo la via francigena.
Tumblr media Tumblr media
Caselle, piccolo borgo rurale sulle colline di Fornovo Taro, con le sue costruzioni tutte addossate alla casa-torre che si eleva al centro: visto da dietri, sembra quasi un tutt'uno, pare un gran borgo fortificato. Visto frontalmente ci rendiamo conto che non è così, ma la casa-torre è ben conservata, ben ristrutturata e molto bella, con una meridiana sulal facciata, e si trova ora sul percorso della Via Francigena. Non ho trovato particolari informazioni su questa località, per ora, ma solo questa descrizione in una vecchia guida turistica: "A Caselle si può ammirare la tipica corte dei Marchetti in muratura di sassi che nonostante le aggiunte e le modifiche rivela la sua originale grandiosità accentuata nell'altana a tre archi che si erge nel mezzo, sopra il portone d'ingresso."
0 notes
designmiss · 12 years ago
Photo
Tumblr media
Albergo Diffuso S. Stefano di Sessanio https://www.design-miss.com/albergo-diffuso-s-stefano-di-sessanio/ S. Stefano di Sessanio è un borgo medievale fortificato che si trova in Abruzzo, a 1250 metri sul livello del mare, a pochi chilometri dall’Aquila, all’interno del Parco Nazionale del […]
0 notes
morelin · 2 years ago
Text
Candelo ed il Ricetto
Avete mai visitato Candelo (Biella)? Se la risposta è sì, probabilmente le prime cose che avete visto sono state la Chiesa di Santa Maria Maggiore sorta prima dell’anno Mille ed il campanile posizionato alla sua destra.
Tumblr media Tumblr media
Tuttavia, il luogo più noto è il Ricetto, cioè il borgo medievale fortificato costruito tra il XIII ed il XV secolo dove venivano accumulavano i beni (foraggi, vini, ecc.) del signore locale o della popolazione e dove, occasionalmente, si ritirava la popolazione stessa in caso di attacchi dall'esterno. 
Tumblr media Tumblr media
Quello di Candelo è uno degli esempi meglio conservati di ricetto sia in Piemonte sia in Europa ed i suoi ambienti così particolari sono stati scelti diverse volte dai registi, persino da Dario Argento, come set di fiction e film. Passeggiando tra il reticolato di rue potrete vedere antiche mura, torri, botteghe varie con prodotti artigianali o tipici della zona ed ambienti che raccolgono gli arnesi di una volta.
Tumblr media
Durante l’anno il Ricetto si anima grazie a diversi eventi come mostre, mercatini, spettacoli, musica, ecc. Io vi segnalo “Candelo in Fiore” che viene organizzato ogni 2 anni: in quel periodo il borgo viene addobbato con fiori colorati portando un po’ di primavera.
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
2 notes · View notes
borghitoscana · 3 years ago
Photo
Tumblr media
Sillico (Lucca). Sul finire della scorsa estate abbiamo soggiornato in questo piccolo borgo in Garfagnana, un osservatorio ideale su tutta la valle, in posizione strategica e in diretto rapporto visivo con il borgo fortificato di Castiglione di Garfagnana e la Fortezza di Mont’Alfonso a Castelnuovo Garfagnana. Per arrivare a Sillico c'è un po' di strada tutta curve da fare, ma la vista da lassù merita veramente. Seguici su TikTok: https://ift.tt/2YHn13n
13 notes · View notes
colicignolocations · 4 years ago
Photo
Tumblr media
Tra orti e frutteti cui il vento porta l’odore del mare, sorge il villaggio fortificato di Moresco (FM), chiuso dal profilo di una torre eptagonale che sembra la bizzarra prua di un nave arenata in collina. All’altro capo del paese risponde la torre dell’Orologio e in questo gioco di rimandi e messaggi si svolge la vita del borgo. https://borghipiubelliditalia.it/borgo/moresco/ @borghitalia Photo by @_alex85__ #borghitalia #borghipiubelliditalia #ilikeitaly #italianvillages #borghiviaggioitaliano #marchetourism #Moresco #Fermo #Marche #italia #italy (presso Moresco) https://www.instagram.com/p/CL6PlCnLADj/?igshid=zay6o8xi9qr5
25 notes · View notes
freedomtripitaly · 5 years ago
Photo
Tumblr media
Dolci colline ammantate da vigneti entro cui si snodano i sentieri del Dolcetto e del Barbaresco da poter percorrere a piedi, in bicicletta oppure a cavallo. Questo è il colpo d’occhio che regala Neive, piccolo borgo delle Langhe piemontesi, in provincia di Cuneo. La storia Neive fa parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia e si potrebbe dire che ciò non stupisce affatto: il piccolo paese ha origine romaniche e pare debba il proprio nome alla gens Naevia, nobile famiglia romana della quale fu un possedimento: intorno al 100 a.C. era già un insediamento romano significativo, attraversato dalla via Aemilia Scauri. Nel Medioevo vi fu eretto un castello fortificato e nei suoi pressi venne costruito un monastero di monaci benedettini provenienti dall’abbazia di Fruttuaria nel territorio di San Benigno Canavese. Un panorama sulle Langhe, ph: lauradibiase (123rf) Il centro Il centro storico di Neive ha mantenuto il caratteristico impianto medievale con le tipiche case dai tetti rossi che si affacciano sui vicoli, l’una accanto all’altra. Tra le altre antiche testimonianze del passato ci sono poi la Torre dell’orologio, ultima testimonianza dell’antico castello, la barocca Arcinconfraternita di San Michele con il prezioso portale ligneo e la Casa Cotto con i suoi pregevoli soffitti e caminetti del XIII secolo. Il cuore del borgo è Piazza Italia: quasi un salotto settecentesco nel quale si affacciano soprattutto le sedi amministrative del paese. L’edificio bianco che salta subito all’occhio è l’antico Palazzo del Municipio, che tra archi e lesene slanciate, reca in alto, sotto l’orologio, un vistoso stemma. Gli uffici del Comune trovano oggi posto, dall’altro lato della piazza, in un edificio con la facciata in mattoni a vista, Palazzo Borgese. Si tratta della casa natale dell’architetto neivese Giovanni Antonio Borgesem la cui qualità artistica è riconoscibile in molte delle settecentesche dimore nobiliari e chiese del borgo. La cultura enogastronomica Siamo in uno dei distretti vinicoli più famosi del mondo, e più precisamente nella zona del Barbaresco, che tocca quattro centri: oltre a Neive e Barbaresco, anche Treiso e Alba, entrambe celebri pure per il tartufo bianco. Neive è anche meta di visite alle proprie aziende vinicole, spesso ospitate in dimore signorili, come il settecentesco Palazzo dei Conti di Castelborgo. I tipi di vini che si producono sulle colline neivesi sono quattro: Barbera d’Alba, Dolcetto d’Alba, Barbaresco e Moscato d’Asti. Nelle vecchie cantine del Palazzo Borgese (chiamate infernòt), rese accessibili da un vicolo esterno, si trova la Bottega dei Quattro Vini che promuove, e consente di degustare, la produzione delle cantine vinicole della zona. Non solo vino A Neive non si sono prodotti sempre e soltanto buon vino e tartufo. Per oltre sessant’anni, i fratelli Lidia e Romano Levi, continuando la tradizione dei loro antenati, hanno prodotto una Grappa unica, a tutti nota come “La Grappa della Donna Selvatica”. Si tratta di un distillato di vinacce che si distingue per essere frutto di una vera e propria arte, espressa nelle composizioni di erbe immerse nelle bottiglie o nelle etichette poetiche, disegnate a mano. Per queste composizioni è stata addirittura identificata una corrente artistica battezzata “arte-selvatica”. Alla grappa sono collegate anche delle bottiglie da collezione che ora hanno un Museo a loro dedicato, “Casa della Donna Selvatica” che si trova in Piazza Italia. In pochi hanno il coraggio di aprire queste bottiglie e berne il contenuto, ma è solo gustando la Donna Selvatica che la magia si compie. https://ift.tt/2r8KBoh Neive, borgo di dolci colline ed inebrianti profumi Dolci colline ammantate da vigneti entro cui si snodano i sentieri del Dolcetto e del Barbaresco da poter percorrere a piedi, in bicicletta oppure a cavallo. Questo è il colpo d’occhio che regala Neive, piccolo borgo delle Langhe piemontesi, in provincia di Cuneo. La storia Neive fa parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia e si potrebbe dire che ciò non stupisce affatto: il piccolo paese ha origine romaniche e pare debba il proprio nome alla gens Naevia, nobile famiglia romana della quale fu un possedimento: intorno al 100 a.C. era già un insediamento romano significativo, attraversato dalla via Aemilia Scauri. Nel Medioevo vi fu eretto un castello fortificato e nei suoi pressi venne costruito un monastero di monaci benedettini provenienti dall’abbazia di Fruttuaria nel territorio di San Benigno Canavese. Un panorama sulle Langhe, ph: lauradibiase (123rf) Il centro Il centro storico di Neive ha mantenuto il caratteristico impianto medievale con le tipiche case dai tetti rossi che si affacciano sui vicoli, l’una accanto all’altra. Tra le altre antiche testimonianze del passato ci sono poi la Torre dell’orologio, ultima testimonianza dell’antico castello, la barocca Arcinconfraternita di San Michele con il prezioso portale ligneo e la Casa Cotto con i suoi pregevoli soffitti e caminetti del XIII secolo. Il cuore del borgo è Piazza Italia: quasi un salotto settecentesco nel quale si affacciano soprattutto le sedi amministrative del paese. L’edificio bianco che salta subito all’occhio è l’antico Palazzo del Municipio, che tra archi e lesene slanciate, reca in alto, sotto l’orologio, un vistoso stemma. Gli uffici del Comune trovano oggi posto, dall’altro lato della piazza, in un edificio con la facciata in mattoni a vista, Palazzo Borgese. Si tratta della casa natale dell’architetto neivese Giovanni Antonio Borgesem la cui qualità artistica è riconoscibile in molte delle settecentesche dimore nobiliari e chiese del borgo. La cultura enogastronomica Siamo in uno dei distretti vinicoli più famosi del mondo, e più precisamente nella zona del Barbaresco, che tocca quattro centri: oltre a Neive e Barbaresco, anche Treiso e Alba, entrambe celebri pure per il tartufo bianco. Neive è anche meta di visite alle proprie aziende vinicole, spesso ospitate in dimore signorili, come il settecentesco Palazzo dei Conti di Castelborgo. I tipi di vini che si producono sulle colline neivesi sono quattro: Barbera d’Alba, Dolcetto d’Alba, Barbaresco e Moscato d’Asti. Nelle vecchie cantine del Palazzo Borgese (chiamate infernòt), rese accessibili da un vicolo esterno, si trova la Bottega dei Quattro Vini che promuove, e consente di degustare, la produzione delle cantine vinicole della zona. Non solo vino A Neive non si sono prodotti sempre e soltanto buon vino e tartufo. Per oltre sessant’anni, i fratelli Lidia e Romano Levi, continuando la tradizione dei loro antenati, hanno prodotto una Grappa unica, a tutti nota come “La Grappa della Donna Selvatica”. Si tratta di un distillato di vinacce che si distingue per essere frutto di una vera e propria arte, espressa nelle composizioni di erbe immerse nelle bottiglie o nelle etichette poetiche, disegnate a mano. Per queste composizioni è stata addirittura identificata una corrente artistica battezzata “arte-selvatica”. Alla grappa sono collegate anche delle bottiglie da collezione che ora hanno un Museo a loro dedicato, “Casa della Donna Selvatica” che si trova in Piazza Italia. In pochi hanno il coraggio di aprire queste bottiglie e berne il contenuto, ma è solo gustando la Donna Selvatica che la magia si compie. Incastonato nelle langhe piemontesi Neive è tra i Borghi più belli d’Italia. Il suo centro storico medievale e le sue colline costellate di vigneti sono tutti da scoprire
2 notes · View notes
goticoabruzzese · 6 years ago
Photo
Tumblr media
A volte può capitare che la toponomastica di un determinato luogo non sia legata a qualche personaggio culturalmente o storicamente rilevante, ma alle storie di persone comuni fatte di cadute e riprese, colpa e redenzione. Nel borgo di #Rivisondoli, al limite meridionale dell'Altopiano delle Cinque Miglia, si trova una antica porta posta ai margini occidentali del nucleo fortificato, chiamata "Porta in là" o "Porta Sulmontina" perché rivolta in direzione di #Sulmona. In seguito, la stessa porta fu chiamata Porta di "Antonetta" (diminutivo di Antonio in uso a quel tempo) in ricordo di un uomo di nome Antonio Panaschia vissuto nella prima metà del Seicento. Di rango elevato, Antonetta ben presto dissipò il suo patrimonio e, braccato dai creditori, nel 1639 finì in prigione. La stessa via che conduce alla porta divenne la "strada che conduce ad Antonetta" a causa del via vai di creditori che bussavano all'uscio dell'insolvente debitore. La moglie Maria Jannitti saldò, con il proprio patrimonio personale, i debiti del marito che fu così rimesso in libertà. Post di @rodja_80 🖤 #goticoabruzzese #igersabruzzo #igabruzzo #volgoabruzzo #vivoabruzzo #iglaquila #igerlasquila #yallersabruzzo #abruzzo_in_foto #putabruzzoonthemap #stories https://www.instagram.com/p/BwJRyFbnkfk/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1sw75vumy88br
6 notes · View notes
cinquecolonnemagazine · 11 months ago
Text
Castelli della Campania: Un Viaggio tra Storia e Leggenda
La Campania, terra ricca di storia e cultura, vanta un patrimonio di castelli medievali che raccontano le vicende di un passato affascinante. Dalle rovine suggestive alle fortezze maestose, queste dimore storiche offrono un viaggio indimenticabile tra epoche diverse, tra battaglie epiche e intrighi di corte. Un tuffo nel Medioevo Sulle colline che dominano il golfo di Napoli, sorge il Castel Sant'Elmo, una fortezza inespugnabile voluta da Carlo I d'Angiò. La sua struttura imponente, con la caratteristica pianta a stella, offre una vista mozzafiato sulla città e sul mare. A pochi passi dal centro storico, si trova invece il Maschio Angioino, un castello normanno-svevo che ha visto susseguirsi regnanti e dinastie. Le sue sale ospitano oggi il Museo Civico, con opere d'arte e reperti archeologici di inestimabile valore. Sulle tracce dei Longobardi Salendo verso la costiera amalfitana, si incontra il Castello di Arechi, una fortezza longobarda che domina la città di Salerno. Le sue mura possenti racchiudono un museo archeologico con reperti di epoca romana e longobarda. Un'altra tappa imperdibile è il Castello di Lettere, situato nell'omonimo borgo medievale. La sua storia è legata alla leggenda di Sant'Alfonso Maria de' Liguori, che qui trovò rifugio durante i moti del 1848. Fortezze costiere e borghi incantati La Campania è ricca anche di castelli costieri che, in passato, proteggevano le città dalle incursioni saracene. Tra i più suggestivi, il Castello Aragonese di Ischia, un imponente complesso fortificato che sorge su un isolotto vulcanico. Collegato alla terraferma da un ponte, il castello ospita oggi un museo archeologico e diverse mostre d'arte. Merita una visita anche il Castello di Baia, situato nell'omonima località flegrea. Le sue rovine, immerse in un parco archeologico di grande bellezza, raccontano il fascino di un'antica città romana. Un'esperienza indimenticabile Visitare i castelli della Campania significa immergersi in un'atmosfera magica e suggestiva. Tra mura merlate, torrioni e giardini segreti, si possono rivivere le atmosfere del Medioevo e scoprire storie di dame e cavalieri, battaglie e conquiste. Un'esperienza imperdibile per gli appassionati di storia, cultura e leggende. Oltre ai castelli menzionati, la Campania offre una varietà di altre fortezze da esplorare: - Castello di Gesualdo: Un castello normanno situato nell'Avellinese, famoso per essere stato la dimora del principe Carlo Gesualdo da Venosa, compositore e musicista. - Castello Lancellotti: Un castello medievale situato a Lauro, in provincia di Avellino, con un museo che ospita opere d'arte e reperti archeologici. - Rocca dei Rettori: Una fortezza medievale situata a San Felice a Cancello, in provincia di Caserta, con una vista panoramica sulla valle del Volturno. Foto di Didier da Pixabay Read the full article
0 notes
stilouniverse · 1 year ago
Text
La Pieve di Santa Innocenza e la grancia di Piana
Siamo in Val d’Arbia a pochi chilometri da Buonconvento anche se tra strade bianche, castelli, fattorie fortificate, ci si sente fuori dal mondo e diventa facile entrare in atmosfera medievale. A tale periodo infatti risalgono le imponenti costruzioni che andiamo a visitare da vicino. È un borgo fortificato con una pieve e una grancia dell’antico Spedale di Santa Maria della Scala di Siena che…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
lauraematteosposi · 6 years ago
Text
DOVE?
A Gargonza, un piccolo borgo fortificato in Provincia di Arezzo, facilmente raggiungibile in auto.
1 note · View note