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Vetrina Nonino Distilleria
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⛰ Da un piccolo borgo medievale, Apecchio, al confine tra Marche e Umbria, nascono tutte le eccellenze a marchio Tenute Collesi e da lì viaggiano in tutto il mondo incontrando il gusto di un pubblico di estimatori internazionali e ottenendo prestigiosi premi e riconoscimenti. 🥂 Ora puoi trovarne una vasta selezione anche da noi, ti aspettiamo in Via Mura Occidentali 19/a a Jesi, per raccontarti la storia di questi distillati. #jesi #apecchio #grappa #gin #distillati #marchefood https://www.instagram.com/p/Cj7tPT2PnwS/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Malfy Originale Gin
I have tried a couple of the Malfy Gin range, con limone and Rosa, but not their Originale, which, as the name suggests, is their regular gin, an oversight I recently rectified when I saw it on special offer at my local Waitrose store. I have written before about the story of Torino Distillati, founded in 1906, so if you want more information follow the above links. Suffice it to say, that the…
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Cele with the academy at the Trofeo kart Walter Distillati (23.07.2024)
#y: 2024#m: photo#andrea migno#marco bezzecchi#pecco bagnaia#franco morbidelli#Matteo gabarrini#vr46 riders academy
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Io e l'alcol
Io e l'alcol non siamo molto amici, però a volte, attirato dal bei colori gialli della bottiglia, mi viene voglia di assaggiare un po' di Strega, oppure di annusare l'Amaro del Capo; il whisky, invece, solo sulle ferite, come i cowboy quando devono estrarre una pallottola (si strappa un lembo di camicia dal braccio e se lo mette in bocca, per fare da bite dentale). La mia tecnica per lo Strega e per tutti i distillati che abbiano una gradazione alcolica superiore ai 12 gradi, è di appoggiare il labbro femmineo al bicchierino e di far evaporare l'alcol all'esterno, inalando poi l'aroma col naso, come se fosse un Vicks Vaporub. È dura la vita dei maschi Beta, scherzati fin da piccoli, virilità sempre messa in discussione, pochi peli in faccia, io nel far west avrei potuto fare giusto il chierichetto o il prete, e anche così mi sarei trovato in difficoltà nel passaggio della transustanziazione del vino (ma le chiese riformate bevono vino durante l'eucarestia? boh). (ma la fanno l'eucarestia? boh). (magari a Santa Fe, o a Lafayette). (questa cosa del flusso di coscienza alla Mr Bloom mi sta prendendo un po' la mano). Ho in progetto di assaggiare anche la vodka, ma sempre con la tecnica precedentemente detta "del Vicks Vaporub": mi spalmo la vodka sul petto e poi la inalo di notte.
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Walter distillati is the new Polleria Osvaldo
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[...]ma i fiori distillati, al sopraggiungere del verno perdono soltanto l’esterna apparenza, chè la loro intima essenza vive per sempre fragrante
W. Shakespeare
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Ci sono notti in cui il tuo odore sovrasta ogni tramonto. Ci sono notti di sguardi e di mani di desideri silenziosi di piaceri distillati. Ci sono notti in cui facciamo l'amore fino a svegliarmi.
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Storia Di Musica #251 - Wayne Shorter, Speak No Evil, 1966
Il novembre davisiano è stato tutto dedicato alle magie del secondo quintetto, la formazione che dal 1963 al 1968 incantò gli amanti del jazz di tutto il mondo, grazie ad un percorso creativo e compositivo davvero senza pari, per uno dei gruppi più indimenticabili di tutti i tempi. Per l’ultimo appuntamento di questo piccolo excursus, l’attenzione cade sull’innesto più tardi del quintetto, quello che diede davvero la spinta ultima e decisiva al cammino della band. Wayne Shorter ha 31 anni quando Miles Davis lo chiama per questo nuovo progetto, nel 1964. All’epoca, Shorter rispetto a Herbie Hancock, Tony Williams e Ron Carter, era un musicista già affermato: aveva suonato con i grandi e dal 1959 era il sassofonista principale dei Jazz Messengers di Art Blakey. Quando Davis lo convince ad unirsi al suo nuovo progetto, la Blue Note lo ingaggia, in tempismo perfetto, per delle sessioni di registrazione, sia nel 1964 che nel 1965, le quali diventeranno dei dischi capolavoro negli anni successivi, saggiamente distillati dai discografici della grande casa editrice del jazz. Shorter abbina alla sua tecnica sassofonista una magia autorale davvero notevole, e nei quintetti davisiani, ma anche nelle formazioni successive, è colui che più di tutti ha mano libera dal Maestro, e dalle cui composizioni più attinge. Il disco di oggi è il terzo, cronologicamente, delle registrazioni del 1964 ad essere dato alle stampe, nel 1966, dopo i già ottimi Night Dreamer e JuJu. Rispetto alla formazione dei due precedenti, qui Shorter cambia line-up: si affida ai suoi nuovi compagni davisiani, Herbie Hancock al piano, Ron Carter al contrabasso (Carter alla fine della sua carriera vedrà scritto il suo nome su oltre 2000 incisioni dove ha suonato, record di tutti i tempi), Elvin Jones, il fenomenale batterista già nella band di John Coltrane e Freddie Hubbard, tromba di Art Blakey nei Jazz Messengers. L’obiettivo di Shorter è quello di spingere molto di più su sue melodie e idee, dopo che una certa critica lo aveva definito un sosia del grande Trane, soprattutto per via che lui per un certo periodo suonò in quartetto con McCoy Tyner, Elvin Jones e Reggie Workman, tutti allievi coltreriani. Speak No Evil è un passo delicato, ma al contempo pieno di tensioni musicali per l’atmosfera generale che hanno le composizioni, verso un jazz nuovo ma che non perde di vista i punti fermi del passato: non so se fosse stato l’avvicinamento a Davis, ma questo disco, capolavoro assoluto, parte da dove finiva quella meraviglia leggendaria che fu Kind Of Blue (1959). In scaletta, 6 magici pezzi tutti a firma Shorter, 5 dei quali quasi a seguire un filo logico, di magie melodiche, di ritmi mai eccessivi, di un linguaggio che sa di fresco pur non tangendo quello della new thing, che proprio in quegli anni stava parallelamente crescendo rispetto al bop “classico”. Alcuni brani sono diventati standard, tra cui Witch Hunt, dai meravigliosi incastri melodici, Fee-Fi-Fo-Fum (che è un modo di dire tipo il nostro “ucci ucci, sento odor di cristianucci”, è un ancoraggio blues di hard bop, ma anche la mano tesa al modalismo aperto da Davis a fine decennio precedente. Speak No Evil, uno dei brani più belli di Shorter e del decennio, è una tavolozza cromatica di minori e su tutto si erge il pianoforte di Hancock che spinge attraverso una serie contrappunti, divenuti iconici. Il disco è meravigliosamente omogeneo anche in Dance Cadaverous e nella bellissima Infant Eyes, dal sognante intro pianistico di Hancock e l’introduzione, dolcissima, del sax di Shorter. Il set si conclude con un’altra perla, Wild Flower, una ballata cadenzata con accenti spigolosi di Hancock che prende il testo e lo inverte, trovando un contrappunto cromatico che prosegue in prima linea invece di suonare in opposizione. Shorter con questo disco diviene figura di paragone come sassofonista, per il suo lirismo oltre che come compositore, Speak No Evil, è il disco della consacrazione e oggi è nelle classifiche dei dischi jazz più belli di sempre, anche nella suggestiva Core Collection della Penguin Jazz Guide. La magia di queste registrazioni verrà riproposta in altri lavori negli anni successivi, tra cui ricordo The All Seeing Eye e Adam’s Apple, altri due dischi memorabili. In copertina, virata in blue per rendere bene l’atmosfera di romantica malinconia che sottotraccia permea tutto il disco, c’è Shorter con la sua prima moglie, Teruko Nakagami, e il segno di un bacio sul titolo. Album leggendario, che chiude il ricordo di un leggendario gruppo.
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Birritaly
Vi aspettiamo in fiera a Treviglio
Birritaly e i nostri distillati A Settembre , al birritaly di Treviglio ci saremo anche noi coi nostri distillati. fogliafelice I nostri sono distillati naturali e unici, in quanto trattati con la canapa donandone un aroma unico. BIRRITALY…..vi aspettiamo al nostro stando
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Un mix di agrumi e spezie del sol levante 🇯🇵 🇯🇵🇯🇵
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Iniziamo la settimana preparando tutto per salutare il 2022 e dare il benvenuto al 2023. Per dire “ Au revoir” al 2022, durante la festa di fine anno proporremo l’Armagnac ai nostri ospiti. Originale e molto alla moda, perché dona un tocco di eleganza e di prestigio. Si tratta di un brandy distillato esclusivamente da vino bianco. Prende il nome dall'antica contea di Armagnac, il cui territorio storico corrisponde all'attuale zona di produzione. Tra tutti i distillati, l'Armagnac è l'unico a possedere questa incredibile capacità di essere perfettamente associato a molti piatti, dagli antipasti ai dessert. A me è stato consigliato di abbinarlo ai cioccolatini per concludere in bellezza le nostre cene con gli amici. E voi conoscevate l’Armagnac? Con cosa lo abbinereste? Thanks to @explorefrance @barbara.lovato #ExploreFrance #Armagnac #armagnacstyle @baciperugina_it #dolcegabbana #baciperuginadolceegabbana (presso Piacenza) https://www.instagram.com/p/CmqsOEYMzmF/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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La Degustazione: Peat Stop, i Whisky torbati dal Mondo (30/09/2024)
(di Dimitri Domenichella)
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Agarwood Oil (Oudh) Exporter from India – Kanta Essential Oils
As a leading Agarwood Oil exporter from India, Kanta Essential Oils delivers Oudh that perfumers, aromatherapists, and cosmetic manufacturers worldwide cherish. Known for its calming properties, this oil is often used in high-end perfumes, incense, and spiritual rituals. We pride ourselves on delivering 100% pure and authentic Agarwood Oil, meeting international standards for quality and consistency.
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waittt where are the last cele quotes you posted are from ?
The Walter Distillati kart race! They posted it on youtube
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