#benessere individuale
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divulgatoriseriali · 1 year ago
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L’Educatore al SERD: un ruolo cruciale nella gestione delle dipendenze
L’Educatore al SERD riveste un ruolo cruciale nel contesto della gestione delle dipendenze, fornendo un supporto prezioso e guidando gli individui lungo il percorso di guarigione. Attraverso competenze specializzate e una presenza empatica, contribuisce in modo significativo alla creazione di percorsi terapeutici personalizzati, rappresentando una figura chiave nell’affrontare le sfide connesse…
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seguilflusso · 14 days ago
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Comprendere il trauma secondo Adler
Il trauma è solo una scusa per non cambiare. Adler sfida la visione tradizionale, dicendo che non sono le esperienze passate a decidere chi siamo, ma come le interpretiamo. Se vuoi davvero crescere, smetti di guardare indietro e agisci ora.
Sempre più persone danno la colpa del proprio essere bloccati a un trauma vissuto nella propria vita.Ma esiste uno psicologo austriaco che con la sua teoria riesce a capovolgere completamente quest’idea radicata.La figura in questione è Alfred Adler e tra poco ne parleremo più in profondità.Lui nega l’esistenza del trauma come presentato da Freud. Alfred Adler In contrasto con Freud Il trauma…
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Il mondo nascosto: esplorazioni della psiche umana e della ricerca interiore.Sottotitolo.
Comprendere il nostro mondo interiore: un viaggio verso la consapevolezza e la felicità autentica
Riceviamo da Abramat Fayzulloev e pubblichiamo.Bakhtiërov Umid BakhodirovichÈ nato l’8 dicembre 2007 nel distretto di Parguza, distretto di Karshi, regione di Kashkadarya.Attualmente è uno studente del primo anno presso l’Axborot University of Technology and Management. Comprendere il nostro mondo interiore: un viaggio verso la consapevolezza e la felicità autentica. La psiche umana: un…
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mebtlog · 1 year ago
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ZEYNEPMETİN - PLATİN
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Rigenera la Tua Bellezza con il Trapianto di Capelli in Turchia: Zeynep Metin
Nel mondo della bellezza e del benessere, il trapianto di capelli turchia una soluzione innovativa per coloro che desiderano riguadagnare fiducia e vitalità. In Turchia, il trapianto di capelli è diventato una pratica rinomata, grazie ai suoi elevati standard di qualità e alla sua esperienza medica avanzata. In questo contesto, lo Studio Zeynep Metin si distingue come una destinazione di eccellenza per il trapianto di capelli, offrendo soluzioni personalizzate e risultati duraturi.
Esperienza e Professionalità:
Lo Studio Zeynep Metin vanta un team di esperti chirurghi e tecnici altamente qualificati, dedicati a fornire trattamenti di trapianto di capelli di altissima qualità. Con anni di esperienza nel settore e una vasta conoscenza delle più recenti tecniche e tecnologie, lo studio offre un approccio personalizzato a ogni paziente, garantendo risultati naturali e soddisfacenti.
Tecnologie All'avanguardia:
Lo Studio Zeynep metin si impegna a utilizzare solo le più avanzate tecnologie e strumentazioni nel campo del trapianto di capelli. Dalle tecniche di trapianto FUE (Follicular Unit Extraction) alle innovazioni nel campo della rigenerazione cellulare, lo studio adotta approcci all'avanguardia per garantire trattamenti sicuri, efficaci e confortevoli.
Accoglienza e Cura Personalizzata:
Presso lo Studio Zeynep Metin, ogni paziente è accolto con calore e attenzione, ricevendo un trattamento personalizzato e una cura individuale. Dal primo consulto alla fase post-operatoria, lo studio si impegna a fornire un'assistenza completa e un supporto costante, garantendo un'esperienza piacevole e soddisfacente per ogni paziente.
Se stai cercando una soluzione affidabile e professionale per il trapianto di capelli in Turchia, lo Studio Zeynep Metin rappresenta la scelta ideale. Con il suo team esperto, le tecnologie all'avanguardia e l'approccio personalizzato, lo studio offre risultati eccellenti e un'esperienza senza pari per ogni paziente. Scopri di più sul trapianto di capelli in Turchia presso lo Studio Zeynep Metin visitando il loro sito web all'indirizzo ZeynepMetin.com/it/ e prendi il primo passo verso una nuova fiducia e bellezza.
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artide · 5 months ago
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io ci ho provato ad essere mindful non giudicante e non violento. così mi sono iscritto ad un seminario gratuito di presentazione di un corso di mindfulness per insegnanti che poi dovrebbero insegnarla in classe. Sono durato 45 minuti in cui non so quante volte è stata ripetuta la parola RESILIENZA, BENESSERE, EMPATIA.
Quei 45 minuti mi hanno fatto diventare giudicante e molto violento. Violenza diretta verso il nulla si intenda, come quello che cercavano di vendere in questi sedicenti percorsi in cui è richiesta una pratica individuale di 5 ore in 2 mesi. 5 ore. Cosa sono cinque ore quando una pratica seria di meditazione mettendola proprio al minimo, sono 30 minuti al giorno quando hai meditato per anni a 2 sessioni di 80'.
400 euro i due livelli che ti darebbero accesso agli strumenti per usare la mindfulness in classe.
Dopo la meditazione con le istruzioni del tipo: schiena appoggiata e mettete le mani dove volete clicco su abbandona riunione. RESISTENZA sin troppa BENESSERE diventato MALESSERE
ZERO empatia e tanta RESILIENZA
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anchesetuttinoino · 1 month ago
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CERCASI CONTROLLORI DELLA VITA QUOTIDIANA
⏹️ Tra norme sempre più stringenti, divieti impliciti e una sorveglianza crescente, si delinea una nuova figura: i controllori della vita quotidiana. Ma chi stabilisce i confini tra libertà individuale e controllo sociale? Chi decide cosa è giusto o sbagliato nel vivere di ogni giorno?
🔹️ Adesso sono iniziate le polemiche per la morte dei due alpinisti romagnoli sulle montagne d’Abruzzo. “Dovevano fermarli!”. Il ritornello, fastidioso e pericoloso, di chi vorrebbe affidare il controllo di ogni aspetto della propria vita a qualsiasi autorità esterna. Chi avrebbe dovuto fermare due alpinisti esperti?
🔹️ Chi deve fermare gli sciatori che affrontano un fuori pista? Chi deve decidere se un’escursione è pericolosa, se è adatta alle capacità di chi vuole affrontarla? Davvero qualcuno vorrebbe una patente per camminare, per correre, per nuotare? Quanti metri al largo ci si può spingere, davanti ad una spiaggia, prima che qualcuno invochi l’intervento del bagnino, o di qualunque autorità, per bloccare il nuotatore anche se esperto?
🔹️ Per lasciare che un ragazzo ed una ragazza si frequentino servirà il nulla osta dello psicologo? Per lasciar giocare a pallone un ragazzino, in un prato, servirà il permesso del cardiologo?
Continua ⤵️
Riassunto punti salienti
🔴 Canali del "Gruppo Del Dissenso"
👉  Canale Libertà e democrazia
👉  @liberademocrazia (Chat)
Canali tematici ⤵️
👉  Geopolitica L&D
👉  Salute & Benessere
👉  Economia Finanza
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edoardozolloitalian · 1 month ago
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Edoardo Zollo: Una guida compassionevole alla crescita personale e alla guarigione delle relazioni
Nel panorama in continua evoluzione della salute e del benessere mentale, il ruolo di un terapista esperto è più importante che mai. Uno di questi esperti, Edoardo Zollo, si distingue per la sua profonda comprensione del comportamento umano e per la sua dedizione nell’aiutare individui e coppie ad affrontare le sfide emotive della vita. Che tu stia lottando con conflitti relazionali, cerchi una crescita personale o abbia bisogno di supporto durante le transizioni della vita, i servizi terapeutici specializzati di Edoardo offrono uno spazio sicuro e di supporto per la guarigione e la crescita.
Edoardo Zollo: un terapista di fiducia per l'individuo e la coppia Edoardo Zollo è un rinomato psicologo che porta una vasta esperienza nella terapia sia individuale che di coppia. Il suo approccio si basa su una profonda comprensione della teoria psicologica e dell'applicazione pratica, attingendo a metodi basati sull'evidenza come la terapia cognitivo comportamentale (CBT), le tecniche di consapevolezza e la teoria dell'attaccamento. L��approccio di Zollo è centrato sul cliente, il che significa che adatta i suoi metodi per soddisfare le esigenze uniche di ogni persona o coppia con cui lavora.
Il lavoro di Zollo può essere sostanzialmente suddiviso in due aree chiave: terapia individuale e terapia di coppia. Ciascuno di essi svolge un ruolo fondamentale nell'aiutare i clienti a raggiungere la salute e la stabilità emotiva, ma sono distinti nel focus e nelle tecniche.
Terapia di coppia: risolvere i conflitti e ricostruire la connessione Le relazioni sono complesse ed è naturale che sorgano conflitti. Disaccordi, problemi di comunicazione e bisogni insoddisfatti possono portare a una distanza emotiva che, se lasciata irrisolta, può minacciare le fondamenta della relazione. Zollo è specializzato in terapia di coppia, aiutando i partner a comprendere le proprie dinamiche emotive, migliorare la comunicazione e ricostruire la fiducia.
La terapia di coppia con Zollo non significa incolpare un partner o "aggiustare" una persona. Si tratta piuttosto di comprendere le esigenze specifiche di ciascun partner e di identificare modelli di comportamento che possono contribuire al conflitto. Il suo obiettivo è aiutare le coppie ad affrontare i loro problemi in modo sano e costruttivo.
Alcuni problemi comuni che portano le coppie in terapia con Edoardo Zollo includono:
Discussioni frequenti: che si tratti di soldi, responsabilità domestiche o bisogni emotivi, le discussioni frequenti possono essere un segno di problemi più profondi all'interno della relazione. Zollo aiuta le coppie a scoprire le cause profonde di questi conflitti e le guida verso strategie di comunicazione e risoluzione efficaci.
Perdita di intimità: nel corso del tempo, le coppie possono sperimentare un declino dell’intimità emotiva o fisica. Zollo lavora con le coppie per riconnettersi, promuovendo un ambiente in cui la vulnerabilità e l'affetto possano prosperare ancora una volta.
Infedeltà e problemi di fiducia: la fiducia è la pietra angolare di ogni relazione e, quando viene interrotta, può essere difficile ricostruirla. Zollo offre uno spazio sicuro e neutrale per le coppie che affrontano infedeltà o violazioni della fiducia, aiutandole a elaborare le proprie emozioni e a lavorare per la guarigione.
Transizioni della vita: i principali cambiamenti della vita, come il matrimonio, la nascita di un figlio, i cambiamenti di carriera o il trasferimento in un nuovo luogo, possono sottoporre a stress significativo le relazioni. Zollo fornisce alle coppie gli strumenti e le strategie per affrontare insieme queste transizioni, garantendo che rimangano solidali e connesse.
Terapia individuale: sbloccare la crescita personale e la guarigione emotiva Mentre la terapia di coppia si concentra sul miglioramento delle relazioni, la terapia individuale offre uno spazio per la riflessione personale, la guarigione emotiva e la crescita. Edoardo Zollo è specializzato anche in terapia individuale, lavorando con i clienti per affrontare una serie di problemi psicologici. Il suo approccio terapeutico individuale è adattato alle esigenze specifiche di ciascun cliente, aiutandolo a comprendere meglio le proprie emozioni, comportamenti e modelli di pensiero.
La terapia individuale con Edoardo Zollo può essere utile per una vasta gamma di sfide, tra cui:
Ansia e depressione: molte persone lottano con sentimenti di ansia, tristezza o disperazione. La terapia di Zollo aiuta i clienti a identificare le fonti del loro disagio emotivo e a sviluppare meccanismi di coping per gestire questi sentimenti in modo più efficace.
Autostima e fiducia: la bassa autostima e la mancanza di fiducia possono avere un impatto su molti aspetti della vita, comprese le relazioni, la carriera e la realizzazione personale. Zollo lavora con i clienti per costruire autostima, aiutandoli ad adottare concetti di sé più sani e dando loro la possibilità di vivere in modo autentico.
Dolore e perdita: il processo di lutto per una persona cara, per un lavoro o per un cambiamento significativo nella vita può essere travolgente. Zollo offre supporto a coloro che affrontano il dolore, fornendo strategie per affrontare la perdita e iniziare il processo di guarigione.
Attraverso la terapia individuale, Zollo consente ai clienti di assumere il controllo della propria salute emotiva, dotandoli degli strumenti per favorire la crescita personale e la resilienza durature.
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nonhovogliadiniente · 1 year ago
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Ho parlato per ore con una psicologa e dopo una lunga chiacchierata ha dato un nome a quello che ho.
Dipendente affettivo ossessivo.
Non riesce a distaccarsi dalla propria relazione, anche se il partner non è emotivamente o sessualmente disponibile, incapace di comunicare, distante, svalutante, abusante, egocentrico, egoista, controllante, a sua volta dipendente da qualcos'altro (alcool, droghe, gioco d'azzardo, etc.)
“La dipendenza affettiva non è in realtà una diagnosi che troviamo nel manuale dei disturbi psicologici e mentali (DSM-V). Si tratta però di un pattern di comportamenti, pensieri, sensazioni ed emozioni molto preciso e spesso ripetitivo, una sindrome psicologica con delle caratteristiche ricorrenti che viene classificata come “dipendenza comportamentale“.
Possiamo definire le dipendenze affettive come un modo patologico di entrare in relazione.
Si tratta di una forma di legame molto intenso che comporta la progressiva riduzione fino alla perdita completa della propria autonomia e della propria libertà.
Si tratta di una forma di “amore” simbiotico in cui si ricerca la fusione con l’altro, con conseguenti danni al benessere emotivo e psicologico della persona.
Si entra quindi in relazione in modo patologico, dannoso e disfunzionale.
Il “dare” e il “ricevere” nel rapporto sono fortemente squilibrati a favore dell’uno e a sfavore dell’altra.
Nella dipendenza affettiva si riscontrano le seguenti caratteristiche:
•forte bisogno della presenza dell’altra persona, dalla quale si dipende in tutto e per tutto: la propria felicità e soddisfazione dipendono esclusivamente dalla presenza dell’altro. Vi è un bisogno compulsivo dell’altra persona;
•investimento totale (di tempo e di pensieri) sulla relazione di coppia e sul partner, a discapito di altre relazioni affettive (amicali e familiari), spesso anche per evitare le critiche). Si trascurano quindi altre attività svolte in maniera individuale o con altre persone che non siano il partner. Talvolta si trascurano anche i propri impegni lavorativi e il rendimento cala, poiché la mente è piena dei pensieri (dolorosi) che riguardano l’altra persona;
•si tende a giustificare il partner con se stessi e agli occhi delle altre persone, anche quando è maltrattante o violento. Ci si isola o si mente per evitare le critiche;
•si perde la capacità critica sul rapporto oppure – più spesso – si negano evidenti aspetti patologici perché, se presi sul serio, la consapevolezza raggiunta dovrebbe comportare la rottura della relazione;
•l’autostima e il valore percepito di sé dipendono esclusivamente dalla valutazione e dall’approvazione del partner;
•proprio perché si teme di perdere il legame, si ricercano continue conferme e rassicurazioni, spesso vivendo dei forti sentimenti di dubbio, insicurezza e gelosia;
•annullamento di sé e perdita di importanza della propria autonomia, individualità e indipendenza: questo comporta che le attività svolte senza il partner perdono di importanza, non sono desiderabili e vengono vissute con un sentimento di tristezza, sono svuotate di senso;
•vi è una mancanza di energia disponibile per portare avanti i propri progetti, spesso a causa dei sentimenti depressivi che accompagnano la dipendenza emotiva;
•difficoltà a prendere posizione o ad esprimere le proprie emozioni di fronte al partner. Si perde di vista quello che si desidera veramente, per accondiscenderlo;
•i propri bisogni vengono percepiti esclusivamente in relazione all’altra persona. I bisogni del partner hanno la priorità, a discapito delle proprie esigenze;
•assenza di parità e di reciprocità nella relazione;
•la relazione è rigida e non evolve né matura; i cambiamenti all’intero del rapporto vengono percepiti come minacce. La relazione può diventare davvero distruttiva;
•si ricerca e si porta avanti la relazione nonostante crei molta sofferenza. Anzi, proprio per trovare sollievo da questa sofferenza, si ricerca il partner sempre di più → si crea sofferenza ancora maggiore → si ricerca il partner ancora di più.. etc. (circolo vizioso).
il circolo vizioso si autoalimenta, allo scopo di non perdere la persona “amata”, poiché si temono fortemente l’abbandono, il rifiuto o la separazione.
I sintomi fisici di cui generalmente soffre il dipendente affettivo sono: stanchezza, problemi posturali, cattiva nutrizione, problemi respiratori, problemi al sistema immunitario e problemi digestivi, ad esempio la gastrite. “
Non riesco a spiegare come sto ma ogni singola parte del mio corpo e della mia mentre sembra spegnersi,crollare,distruggersi. Il mio corpo soffre come se mancasse una parte interiore di me, la mia mente sta facendo crollare ogni pensiero sano e il mio cuore si sta chiudendo.
Ed e’ proprio vero che la salute mentale affetta quella fisica perche il mio corpo sta dando allarmi su ogni fronte. Sono stanca ma dormo poco o nulla , mangio senza avere fame e subito dopo mi sento male con lo stomaco e mi obbligo a cacciare tutto fuori.
Sto chiedendo aiuto con gli occhi, con il cuore, con le azioni e con il silenzio ma nessuno mi legge,nessuno mi ascolta . Sono in questo da sola e non so se voglio affrontare tutto questo dolore che provo, vorrei avere un po’ di pace e di tranquillità assoluta.
Vorrei spegnere tutto e mollare , qui non mi resta niente solo i pezzi di me lasciati lì soli a marcire.
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pensierodelgiornoblog · 9 months ago
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Non è possibile mostrarsi per sempre diversi da ciò che si è.
“Alla gran maggioranza di noi si richiede un’ipocrisia costante, eretta a sistema. Ma non si può, senza conseguenze, mostrarsi ogni giorno diversi da quello che ci si sente: sacrificarsi per ciò che non si ama, rallegrarsi di ciò che ci rende infelici. Il sistema nervoso non è un vuoto suono o un’invenzione. La nostra anima occupa un posto nello spazio e sta dentro di noi come i denti nella bocca. Non si può impunemente violentarla all’infinito”. – Boris Pasternak, ‘Il dottor Živago‘.
Spunti di riflessione
La citazione è tratta dal celebre romando “Il dottor Živago” di Boris Pasternak. Il personaggio fa una profonda riflessione sull’ipocrisia che spesso permea la vita quotidiana delle persone. Pasternak attraverso queste parole denuncia la società, che con le sue convenzioni, obblighi e aspettative, richiede a molti di noi di essere ipocriti, di vivere una sorta di doppia vita in cui ci si mostra diversi da ciò che si è veramente.
In queste frasi si trova tutto il conflitto interiore che si origina da questo modo di vivere, più che mai attuale. Mostrarsi diversi da ciò che si è veramente è un sacrificio interiore, un continuo “violentare” la propria anima, che come ben esprime la citazione, occupa un suo spazio reale dentro di noi. Questa violenza continua alla nostra essenza interiore, al nostro vero sé, può avere conseguenze dannose sul nostro benessere psicologico e emotivo.
Non a caso, Pasternak fa anche riferimento al sistema nervoso, spiegando che questo non è semplicemente un insieme di processi biologici, ma piuttosto un’entità che riflette il nostro essere interiore. E’ importante sottolineare come vivere in un costante stato di ipocrisia può portare a uno squilibrio nel sistema nervoso, una sorta di disarmonia tra ciò che siamo veramente e ciò che mostriamo al mondo.
La riflessione di Pasternak è molto forte e ci chiede di riconsiderare l’importanza di vivere senza compromessi (sia interiori che esteriori), di essere in sintonia con il nostro vero io. Le impalcature esterne, le maschere che abbiamo costruito per difenderci nella vita, non possono sostituirsi alla nostra anima, né soffocare i nostri veri bisogni come persone che hanno una propria unicità. Dunque, bisogna rimettere in discussione tutto, qualora ci si accorga che la vita che stiamo vivendo non rispecchia noi stessi.
Se sentiamo che di fondo c’è un’infelicità che non si può colmare con semplici antitodi di distrazione, è il caso di andare a fondo per scoprire se le nostre istanze interiori trovano spazio nella nostra esistenza.
Contesto storico e conflitti umani
Per comprendere meglio il senso della citazione, dobbiamo approfondire anche il contesto storico in cui fu scritto il romanzo “Il dottor Živago”, pubblicato per la prima volta in Italia nel 1957 e poi diffuso in tutto il mondo.
Il romanzo è ambientato in Russia, principalmente durante la rivoluzione russa e la successiva guerra civile, che hanno avuto luogo tra il 1917 e il 1922. Questo periodo storico è caratterizzato da una profonda agitazione politica, sociale ed economica, con la caduta dello zarismo, l’ascesa dei bolscevichi guidati da Lenin e l’instaurazione del regime comunista.
Nel contesto della rivoluzione russa, emerse uno scontro ideologico tra il nuovo ordine socialista e le tradizioni culturali e comunitarie preesistenti. Il regime comunista cercò di plasmare la società secondo i suoi principi, promuovendo l’uguaglianza sociale e la collettivizzazione dei beni. Tuttavia, questo portò anche a una forte repressione politica, a una limitazione delle libertà individuali e a una censura culturale.
Nel mezzo di questo scenario di tumulto politico e sociale, il protagonista del romanzo, il dottor Yuri Živago, un medico e poeta, naviga tra le sfide personali e le difficoltà esterne. Il romanzo esplora temi universali come l’amore, la guerra, la perdita e l’identità individuale, offrendo anche una critica implicita al regime comunista e alla sua influenza sulla vita quotidiana delle persone.
La citazione si inserisce perfettamente in quell’ambientazione, esprimendo il conflitto psicologico del protagonista e di molte altre persone nel dover vivere in un ambiente in cui l’ipocrisia è diventata la norma. Ogni qualvolta le esigenze umane individuali divergono in modo estremo dalle pressioni sociali e politiche, si genera una tensione che indica il livello di disarmonia tra la necessità di conformarsi alle aspettative della società imposte dal regime e il desiderio di mantenere un senso di integrità e coerenza interiore.
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susieporta · 1 year ago
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Egoismo e realizzazione.
Osservo che c’e’ molta confusione tra l’essere egoisti e realizzare pienamente se stessi.
Proviamo a fare un po’ di chiarezza.
✔️Cerchiamo il significato di ‘egoista’ come prima cosa:
s. m. [der. del lat. ĕgo «io»]. – Atteggiamento di chi si preoccupa unicamente di sé stesso, del proprio benessere e della propria utilità, tendendo a escludere chiunque altro dalla partecipazione ai beni materiali o spirituali ch’egli possiede e a cui è gelosamente attaccato: persona chiusa nel proprio e.; l’e. dei ricchi; l’e. di certi letterati; e. materno; restringere e riconcentrare ogni suo affetto ed inclinazione verso se stesso, il che si chiama appunto e. (Leopardi). Nel linguaggio filos., e. teoretico (detto più propriamente solipsismo), dottrina secondo la quale l’esistenza di ogni altro soggetto non è che fenomeno della coscienza del soggetto che se lo rappresenta; e. pratico, dottrina secondo la quale il fine di ogni azione umana è sempre e soltanto l’interesse individuale dell’agente.
Sembrerebbe che l’ aspetto saliente dell’ egoista sia l’ esclusività, cioè il Non includere gli altri a partecipare dei suoi beni spirituali e materiali.
✔️molto, molto interessante.
Perché:
Per avere qualcosa da condividere realmente occorre prima realizzarlo dentro di sè.
✔️le sofferenze che si tramandano da una generazione all’altra, hanno la stessa radice.
Persone che non hanno realizzato se stesse, il loro potenziale, i loro talenti MA che pretendono in qualche modo di ottenere obbedienza e rispetto.
✔️ su quali basi una persona cieca dovrebbe essere credibile come guida?
Come si può pensare che una persona che non ha minimamente idea di chi è, di cosa ha da offrire, di cosa vuole immettere nel mondo, possa in qualche modo essere da esempio o da aiuto ad un altro?
✔️ ecco perché è fondamentale sviluppare se stessi.
E come potete osservare è proprio il contrario dell’egoismo.
✔️ la persona che lavora su di se e cerca di esprimersi pienamente, stare bene, liberarsi dalle catene dei condizionamenti, diventerà, col tempo, sempre più aperta, rilassata, autentica.
A quel punto, potrà ispirare, aiutare, magari dare qualche consiglio se richiesto, e in ogni caso, sara’ in costante emanazione del contatto col suo essere profondo.
✔️ Nella nostra cultura, radicata sul senso di colpa e sul sacrificio, si pensa che ‘accontentare’ i cari, sia doveroso, fruttuoso e una cosa da brave persone.
Brave persone che finiscono con l’essere inevitabilmente sempre frustrate, ammalate, invidiose, stanche, lamentose, con vite grame, che per altro nulla hanno a che fare col sacrificio dei santi o dei mistici, che gioivano del proprio giogo.
✔️il tuo compito è realizzare te stesso.
Ognuno ha il suo percorso da fare.
Non è escluso che per qualcuno, questo compito, sia proprio il sacrificio, tuttavia questa non è la regola.
✔️il vero egoista è proprio colui che per paura, trattiene e non condivide, cioè esattamente la persona che ha rinunciato a partecipare al grande progetto dell’esistenza solo per paura di rimanere solo, o essere contraddetto, o abbandonato.
✔️espanditi e cerca il tuo essere, solo così avrai cosi tanto da dare, che non avrai mai paura di rimanere senza.
_ClaudiaCrispolti
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frame-of-life · 1 year ago
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Il lavoro sul mio sentire e ciò che è giusto per me è molto difficile. Passare una vita inosservata, sempre nascosta, facendo sempre in modo di passare in secondo piano, ha fatto sì che imparassi a farmi calpestare senza farmi sentire, pensando che un giorno, senza far soffrire nessuno, sarei stata vista e amata per ciò che sono e non per ciò che faccio. Il giorno in cui mi illuminerò come essere individuale, che esiste anche per se stesso, sta arrivando. Forse qualcuno che mi ha usata e mi usa tuttora per i propri tornaconti si arrabbierà, ma per lavorare sul mio benessere e sull’amore per me dovrò deludere tante persone e sono pronta ad allontanarle se non mi accetteranno.
Se facciamo parlare l’ego facciamo del male agli altri. Se facciamo parlare l’anima genereremo solo armonia e bene.
L’anima di ogni essere vivente è bellissima e preziosissima e io la mia la voglio vedere, mostrare al mondo e farla cantare.
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alephsblog · 12 days ago
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Milei si è fatto portavoce di una visione di libertà assoluta, ma nel farlo è caduto in contraddizioni evidenti. Proclamare la libertà economica e individuale, per poi negarla in ambiti personali come il diritto della donna a decidere sul proprio corpo o la libertà di amare chi si desidera, appare come un paradosso difficile da conciliare. Questa ambiguità lo porta a oscillare tra l’immagine di un leader innovativo e quella di un moderno Torquemada, pronto a censurare le libertà che non rientrano nella sua visione di ordine sociale.
E in fondo, il paradosso di Milei è proprio questo. Riprendendo Karl Popper e il suo famoso paradosso della tolleranza – secondo cui la tolleranza illimitata porta inevitabilmente al trionfo dell’intolleranza – l’ultra-liberismo di Milei cade nella stessa trappola. Nel proclamare un’estrema libertà individuale e nel negare il ruolo dello Stato come garante del bene comune, finisce per minare le basi stesse della libertà che intende difendere. Una società fondata sulla libertà assoluta non è realmente libera, ma piuttosto anarchica, dominata dalla legge del più forte, in cui la libertà diventa un privilegio di pochi e una costrizione per molti.
La libertà, per essere tale, necessita di limiti, di equilibri e di garanzie che ne assicurino l’effettivo esercizio per tutti, non solo per i più forti o i più privilegiati. La negazione dello Stato, quindi, non porta a una società più libera, ma a una nella quale il disordine diventa legge e la libertà, anziché ampliarsi, si restringe fino a dissolversi in nuove forme di oppressione.
Esiste poi un problema strutturale nella visione ultra-liberista, un nodo irrisolto che il thatcherismo aveva già affrontato e contro il quale si è inevitabilmente scontrato: l’assenza di un collante sociale. La celebre frase di Margaret Thatcher, “There is no such thing as society”, con cui negava l’esistenza di una società collettiva a favore di un individualismo radicale, si è rivelata una concezione incapace di sostenere la coesione sociale a lungo termine.
L’idea che l’individuo sia l’unico motore della realtà, da cui tutto parte e a cui tutto ritorna, si è scontrata con le conseguenze concrete di una disgregazione sociale sempre più evidente, un’emarginazione diffusa e, nella sua forma più estrema, in nichilismo. In una società costruita esclusivamente su logiche economiche, dove il cittadino è ridotto a lavoratore e consumatore, il senso di appartenenza e di scopo svanisce, lasciando spazio a un vuoto esistenziale difficile da colmare.
Nemmeno la cosiddetta terza via di Tony Blair, con la sua versione più sociale del liberalismo economico, è riuscita a rispondere a questa esigenza. Pur cercando di coniugare efficienza economica e politiche sociali, non ha saputo offrire un senso di comunità autentico, capace di dare alle persone un’identità collettiva oltre il benessere materiale. Ed è qui che si manifesta l’importanza di un collante: che sia religioso, ideologico o identitario, ogni società ha bisogno di qualcosa che vada oltre la dimensione economica, un elemento che fornisca direzione, appartenenza e significato.
Senza questo legame profondo, il rischio è quello di una società frammentata, in cui il perseguimento del benessere individuale lascia il posto alla solitudine collettiva, all’indifferenza, l’assenza di empatia e alla mancanza di solidarietà. Un mondo in cui il valore dell’individuo è definito unicamente dal suo ruolo produttivo o dalla sua capacità di consumo è destinato a implodere sotto il peso di un malessere diffuso e di una crisi esistenziale che nessuna crescita economica può davvero compensare.
Consapevole della necessità di un collante sociale che l’individualismo esasperato non può fornire, l’ultra-liberismo ha trovato un alleato strategico nel sovranismo di matrice cristiano-conservatrice. Questa alleanza non è casuale, ma nasce da un preciso intento: creare una coesione culturale e religiosa che possa compensare il vuoto lasciato da un modello economico fondato esclusivamente sulla competizione e sul mercato. Il sovranismo, con le sue radici identitarie e la sua retorica di recupero delle tradizioni, offre quell’elemento di appartenenza e continuità storica che il liberalismo economico puro non è in grado di garantire.
Tuttavia, questa sintesi tra ultra-liberismo e sovranismo religioso non è priva di profonde contraddizioni, e presenta diversi problemi strutturali. In primo luogo, una società ormai largamente laicizzata difficilmente accetterà, nel lungo periodo, una regressione al dogmatismo religioso. Le generazioni cresciute in contesti pluralisti e secolarizzati, dove la libertà di scelta e di espressione sono considerate diritti inalienabili, potrebbero resistere a un’imposizione di valori religiosi come fondamento sociale. La religione, per quanto possa offrire un senso di appartenenza, non può essere imposta come collante universale in un contesto dove la diversità di pensiero è ormai consolidata.
Inoltre, il dogma cristiano stesso entra in aperto conflitto con il concetto di libertà individuale. L’ultra-liberismo si fonda sull’idea che l’individuo sia sovrano di se stesso, libero di agire senza restrizioni imposte dallo Stato o da autorità superiori. Il cristianesimo conservatore, al contrario, propone una visione etica e morale che definisce chiaramente ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, stabilendo limiti precisi alla libertà individuale. In questo senso, la libertà assoluta e il rigore morale del dogma cristiano non sono semplicemente incompatibili, ma si pongono come veri e propri opposti ideologici.
Infine, il tentativo di dissolvere lo Stato, considerato come un ostacolo alla libertà, mentre si lascia spazio a un’autorità morale di stampo religioso, rischia di portare a una forma di teocrazia de facto. Senza un’istituzione laica in grado di garantire il diritto e di mediare tra le diverse istanze della società, il rischio è quello di un ritorno a un sistema in cui le leggi civili sono sostituite da precetti morali, compromettendo la pluralità e la libertà che il liberalismo stesso dice di voler proteggere.
In definitiva, l’alleanza tra ultra-liberismo e sovranismo cristiano può apparire come una soluzione temporanea per dare coesione a una società frammentata, ma le contraddizioni interne e la resistenza della società secolarizzata potrebbero presto minarne le fondamenta, lasciando spazio a nuove crisi di identità e di governabilità.
Un discorso illuminato dunque, ma anche oscurantista.
Le fallacità non devono però distoglierci dal messaggio: il mondo occidentale sta vivendo una fase di disordine crescente, e la necessità di ripristinare un equilibrio diventa sempre più urgente.
Nel suo sforzo di difendere cause legittime, Il progressismo ha ignorato il rischio di un’erosione graduale del principio fondamentale dell’universalismo, proiettandosi sempre più verso il relativismo e il particolarismo, conducendo così a un caos culturale che ora minaccia di dissolvere le sue stesse conquiste. Questo perché una società può tollerare, fino ad un certo limite, fattori di disordine prima di entrare in un caos che la mina alle basi e quando si arriva all’estremo di istituzionalizzare ideologie che sostengono che gli individui possano scegliere genere e sesso, oppure che colpevolizzano la propria cultura inducendola all’odio di sé, il caos sociale e culturale ha raggiunto quel limite che spinge all’eversione.
Si può certamente dissentire sulla cura proposta dall’estrema destra per affrontare la questione, ma negare l’esistenza del fenomeno woke – ovvero della malattia stessa – significa lasciare il campo libero a chi si presenta come l’unica soluzione possibile. Il rifiuto di riconoscere i problemi legati a un progressismo spinto all’estremo, con le sue derive ideologiche e le sue contraddizioni, ha finito per alimentare la narrazione delle forze più radicali, consentendo loro di ergersi a unici difensori dell’ordine e della razionalità. Fingere che il problema non esista rischia quindi di consegnare il dibattito culturale e politico a chi lo strumentalizza per fini reazionari, senza lasciare spazio a soluzioni equilibrate e realmente inclusive.
Resta da chiedersi se il discorso di Milei sia un richiamo al conservatorismo cristiano più radicale, una strategia per consolidare il potere o semplicemente l’espressione di una visione in cui ogni diritto diventa una potenziale minaccia all’ordine costituito. Il rischio, tuttavia, è evidente: proclamare la libertà come valore assoluto, mentre si negano diritti fondamentali, potrebbe riportarci indietro a un pensiero reazionario pre-illuminista, dove la libertà esiste solo per pochi eletti, mentre per gli altri diventa un’illusione regolata dal silenzio e dalla conformità.
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tazebao · 1 month ago
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ci siamo persi
La condizione attuale della nostra classe politica si presenta come un complesso mosaico di visioni distorte e fratturate.
Viviamo in un'epoca di grande confusione, in cui la nostra classe politica sembra affetta da gravi difetti visivi.
Questa metafora ci aiuta a comprendere meglio la situazione attuale: i nostri governanti appaiono miopi, incapaci di guardare oltre il presente; ipermetropici, non riuscendo a mettere a fuoco le questioni più vicine; e presbiti, perdendo di vista l'importanza della nostra storia recente.
Questa combinazione di difetti ha creato una visione distorta della realtà, dove problemi urgenti si mescolano a crisi temporanee, rendendo difficile affrontare seriamente le sfide che ci attendono. In primo luogo, dobbiamo considerare la miopia della nostra classe dirigente.
La incapacità di proiettarsi nel futuro ha effetti devastanti sulle politiche pubbliche.
I leader politici sembrano spesso più interessati a raccogliere consensi immediati piuttosto che a implementare misure lungimiranti. 
Sempre più è netta la distanza fra chi decide, la classe politica, e i cittadini che subiscono senza poter dire la sua. 
Questo comportamento genera una serie di emergenze che potrebbero essere evitate se solo ci fosse una vera partecipazione democratica e una seria pianificazione strategica.
L'assenza di una visione a lungo termine non solo compromette il benessere attuale, ma mette a rischio anche il futuro delle nuove generazioni. D'altro canto, l'ipermetropia ci impedisce di vedere i problemi più vicini e urgenti.
Spesso, le politiche adottate dalla nostra classe politica sembrano ignorare le reali necessità dei cittadini.
Invece di affrontare questioni fondamentali come la disoccupazione, l'istruzione e la sanità, si dedica troppo tempo a dibattere su temi superficiali e ai propri interessi.
Questa disconnessione tra la classe politica e la società è preoccupante e dimostra una mancanza di ascolto che non possiamo più permetterci. In aggiunta, c'è la questione della presbiopia, che simboleggia il nostro oblio del passato.
La storia dell'umanità, ricca di eventi drammatici e significativi, viene spesso dimenticata o trascurata.
La nostra storia è fatta di fratricidi, migrazioni e immigrazioni, di invasioni, guerre e rivoluzioni, che hanno segnato il nostro percorso e offrono insegnamenti preziosi per il presente.
Tuttavia, sembra che siamo incapaci di riconoscere e apprendere da questi avvenimenti storici.
Questa "memoria corta" non solo ci allontana dalle nostre radici, ma limita anche la nostra capacità di analisi critica. La superficialità con cui osserviamo i fenomeni contemporanei deriva, in parte, dalla mancanza di educazione storica.
Non possiamo pretendere di affrontare le sfide moderne se non comprendiamo appieno le origini delle dinamiche sociali e culturali che ci circondano.
È fondamentale promuovere una cultura del pensiero critico, che incoraggi ogni individuo a interrogarsi, a mettere in discussione le proprie convinzioni e ad approfondire la propria conoscenza.
Solo così potremo prepararci ad affrontare il futuro con maggiore consapevolezza. Per migliorarci, è essenziale facilitare il dialogo tra diverse culture e generazioni.
Attraverso lo scambio di esperienze e prospettive, possiamo costruire un quadro più chiaro e completo della realtà.
Dobbiamo superare barriere, pregiudizi e posizioni rigide, affinché ognuno possa contribuire al dibattito collettivo.
Coltivare la curiosità intellettuale e promuovere l'apertura mentale sono passi necessari per una comprensione più profonda degli eventi e delle loro cause. In conclusione, ci siamo persi lungo la strada sia a livello individuale che collettivo.
La nostra classe politica deve riconoscere i propri limiti e impegnarsi a superare questa miopia, ipermetropia e presbiopia, mentre noi cittadini dobbiamo risvegliare il nostro pensiero critico, la nostra coscienza storica e sociale.
Solo attraverso una maggiore consapevolezza e un atteggiamento critico potremo costruire un futuro migliore per noi e per le generazioni a venire.
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sardies · 2 months ago
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Lo sport come valore costituzionale e motore sociale
Sassari. Martedì 17 dicembre, nell’aula magna della Scuola media n. 2, nell’ambito del progetto “La giustizia adotta la scuola” promosso dalla Fondazione Vittorio Occorsio, gli studenti incontreranno giornalisti e atleti che hanno fatto la storia dello sport a Sassari, per testimoniare il valore che l’attività sportiva assume nella promozione del benessere individuale e sociale. Ultimo…
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forzaitaliatoscana · 2 months ago
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Bergamini: Sostegno PPE ai Motori Endotermici
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La vicesegretario nazionale e responsabile esteri di Forza Italia Deborah Bergamini: "Bene posizione PPE sui motori endotermici. Il costo delle scelte di prospettiva non può mai essere la macelleria sociale"  La vicesegretaria nazionale di Forza Italia, Deborah Bergamini, ha espresso un forte apprezzamento per la recente posizione assunta dal Partito Popolare Europeo (PPE) riguardo al futuro dei motori endotermici. In un contesto industriale e sociale che vede aziende come Stellantis e Volkswagen affrontare crisi significative, Bergamini sottolinea l'importanza di un cambiamento di rotta nelle politiche industriali europee, come evidenziato nel comunicato stampa rilasciato il 3 dicembre. Bergamini dichiara: "Alla luce delle crisi aziendali di Stellantis e di Volkswagen, che avranno contraccolpi drammatici sul tessuto sociale di numerosi paesi, è urgente una correzione di rotta sulle prospettive industriali. Superando quell'applicazione dogmatica del green deal che, su spinta delle sinistre, aveva segnato il quinquennio di Commissione Europea dal 2019 al 2024." Questo cambiamento, secondo la politica toscana, è vitale per evitare che la transizione ecologica si traduca in un costo sociale insostenibile. Il position paper del PPE, come rilevato da Bergamini, raccomanda: Neutralità tecnologica - Affermando che la tecnologia non deve essere imposta dall'alto ma scelta in base alla sua efficacia e sostenibilità. Rimozione del 2035 - Come termine ultimo per il divieto di immatricolazione dei veicoli con motori endotermici, fornendo un orizzonte temporale più flessibile per l'innovazione e l'adattamento industriale. Revisione delle norme automotive - A partire dal 2025, per aggiornare le regolamentazioni in linea con i progressi tecnologici e le esigenze del mercato. Opportunità dei carburanti alternativi - Considerando l'uso di combustibili alternativi come parte integrante del mix energetico per l'industria automobilistica. Bergamini sottolinea come queste posizioni non siano nuove per Forza Italia, che ha sempre sostenuto, anche all'interno del PPE, l'importanza di una transizione ecologica sostenibile economicamente. "La transizione ecologica non può prescindere dalla sostenibilità economica del cambiamento," afferma Bergamini, richiamando all'attenzione l'equilibrio tra innovazione ambientale e mantenimento del benessere sociale ed economico. Contestualizzando questa posizione, è utile ricordare le parole di Friedrich Hayek, noto economista liberale, che ha sempre sostenuto che "la libertà economica è essenziale per la libertà individuale." Allo stesso modo, Bergamini e Forza Italia sostengono che le politiche ambientali devono essere accompagnate da una visione che non penalizzi il lavoro e l'imprenditorialità, evitando che le scelte ecologiche diventino il pretesto per una "macelleria sociale," come avvertiva anche Ludwig von Mises nel suo approccio critico alle politiche economiche stataliste a discapito del libero mercato. E' quindi sempre più necessario un dialogo costruttivo tra ecologia e industria, dove l'innovazione tecnologica e la sostenibilità economica siano in armonia, garantendo così un futuro prospero e sostenibile per tutti i cittadini. Edoardo Fabbri Nitti Forza Italia - Coordinamento Regione Toscana Follow @FI_ToscanaTweet to @FI_Toscana
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trustmeupblog · 4 months ago
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Le organizzazioni di volontariato svolgono un ruolo cruciale nel promuovere la solidarietà e sostenere le comunità. In questo articolo, esploriamo cosa sono le Organizzazioni di Volontariato (ODV), le attività che svolgono, la legislazione che le regola, e come puoi fare la differenza contribuendo a queste iniziative. Scopri come il volontariato non solo aiuta chi è in difficoltà, ma migliora anche il benessere individuale e collettivo. Leggi di più per capire come costituire una ODV e come beneficiare delle risorse fiscali e economiche disponibili!
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