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Incastrati: Storie vere di condanne ingiuste e battaglie per la libertà. Recensione di Alessandria today
John Grisham e Jim McCloskey raccontano l’ingiustizia e il coraggio di chi lotta contro il sistema
John Grisham e Jim McCloskey raccontano l’ingiustizia e il coraggio di chi lotta contro il sistema Con “Incastrati. Storie vere e incredibili di condanne ingiuste”, pubblicato il 19 novembre 2024, John Grisham e Jim McCloskey portano alla luce dieci casi reali di condanne erronee, offrendo uno sguardo profondo e inquietante sul sistema giudiziario americano. Questo libro combina una narrazione…
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Da: Rodigium boxe:
Da uno scritto del Professore di Filosofia Andrea Zhok dell'Universitá di Milano:
<<questo dovrebbe chiudere la discussione.
Imane Khalif - secondo quanto riportato dall'International Boxing Association nel 2023 - è biologicamente un uomo, in quanto l'analisi del DNA ha riportato la presenza di cromosomi XY e non XX.
Peraltro, se uno dubitasse dell'analisi cromosomica, uno sguardo alla struttura fisica dell'atleta non lascia molti dubbi.
( A dispetto che sia nata esteriormente donna pur con cromosomi XY aggiungo io)
Ora, in molti sport, e in modo particolarmente rilevante negli sport di combattimento, la differenza biologica tra chi ha avuto una crescita e pubertà maschile e chi ha avuto una crescita e pubertà femminile è molto marcata. La densità ossea è maggiore nei maschi, il che ha due implicazioni: conferisce maggiore resistenza alle percosse e, dipendendo la potenza di una percossa da massa per velocità, l'incremento della massa ossea conferisce maggiore potenza al colpo (le misurazioni medie danno una potenza di pugno maschile del 162% rispetto al pugno femminile). Anche i tempi di reazione sono inferiori e sia le fibre muscolari bianche, da cui dipende la velocità, che rosse, da cui dipende la resistenza, sono mediamente maggiori nei maschi.
Chiedo scusa per essermi soffermato su queste banalità prosaiche, ma in un mondo in cui l'ideologia cancella la realtà, anche l'ovvio deve essere ribadito in forma dimostrativa.
E l'ovvio qui è che mettere su di un ring un atleta geneticamente maschio contro un'atleta geneticamente femmina è una grave scorrettezza. Può darsi che la sorte sia benevola, ma in generale è un'ingiustizia, con potenziali rilevanti rischi fisici.
(Segnalo un dettaglio forse non noto a chi non ha praticato la boxe. Alle Olimpiadi si utilizza un caschetto per gli incontri. Il caschetto nella boxe è l'apoteosi dell'ipocrisia. Infatti il caschetto limita soltanto le ferite superficiali, i sanguinamenti delle sopracciglia o degli zigomi - preservando gli spettatori - ma i traumi cerebrali legati all'entità della percossa sono esattamente identici, e naturalmente sono quelli ad essere i più pericolosi nel medio periodo.)
Ora, la questione è: come si è potuti arrivare a questo punto?
Storicamente la cesura ideologica su questi temi avviene all'inizio degli anni '70. Fino ad allora le rivendicazioni di genere (first-wave feminism) avevano sollevato il sacrosanto tema dell'eguaglianza formale, legale, dei diritti tra persone di sesso, genere o inclinazione sessuale differente.
A partire dai primi anni '70 si avvia invece un movimento ideologico con caratteristiche essenzialmente differenti, che non mira più al raggiungimento di diritti legali identici (in Occidente raggiunti), ma ad un non meglio precisato "superamento sostanziale" delle differenze.
Di questo superamento sostanziale fanno parte numerose battaglie distinte, il cui punto di caduta comune però è il rifiuto della realtà materiale nel nome di una rivendicazione ideologica (o, per chi vi aderisce, ideale).
Si tratta di una curiosa forma di idealismo, che inizia in sempre maggior misura a negare la realtà come se si trattasse di un improvvido accidente, qualcosa che dovrebbe essere superato di principio dall'autoaffermazione volontaria. Come in una novella forma di idealismo assoluto, l'Io si deve qui imporre al non-Io (alla Natura, alla Materia, alla Società).
Di questa tendenza fa parte il rigetto delle differenze sessuali, viste come latrici di discriminazione, nel nome della "lotta al patriarcato", e ne fanno parte tutte le varie forme di rivendicazione dell'identità sessuale percepita, vista come come superiore all'identità biologica.
L'intera tematica viene infine presa ostaggio dall'atteggiamento politicamente corretto, che rende ogni discussione aperta di tali questioni difficile, rischiosa, sempre sull'orlo di accuse infamanti.
Il cerchio così si chiude.
La prima mossa sancisce la superiorità delle pretese idealistiche di una sorta di Io assoluto, che può e anzi deve imporsi sulla materia (sulla biologia, ma anche sulla realtà sociale).
La seconda mossa, mette al sicuro dalle confutazioni le pretese di questo Io assoluto, isolandolo dalle critiche, attraverso una loro delegittimazione a priori (come omofobe, sessiste, retrograde, ecc.).
E cosa resta fuori da questo cerchio splendidamente autoreferenziale?
Nulla. Nulla salvo la realtà, che anche se i suoi campioni sono stati silenziati, rimane tuttavia testardamente in piedi.
Ed è la realtà che, con i suoi tempi, la sua implacabilità, e purtroppo anche le sue vittime sacrificali, finirà per fare giustizia di questo delirio culturale.>>
PS: piccolo "dettaglio" : il comitato olimpico non ha voluto riconoscere gli esami dell IBA ed ammesso lei e la thailandese per questioni ideologiche visto che l' iba ha ammesso nei suoi tornei tutti gli atleti russi lasciandogli anche esporre la loro bandiera... Sempre più una farsa.
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" Mentre gli oligarchi venivano costretti ad accettare le nuove regole del Cremlino, esistevano nel Paese altri boiari. Erano i governatori degli oblast e dei kraj, potenti notabili eletti localmente che avevano trasformato la loro provincia in un feudo personale e trattenevano per sé, con vari pretesti, il gettito delle imposte locali. Questo federalismo russo risaliva all'epoca di El’cin e Putin attendeva da tempo l’occasione per restaurare il potere centrale. Decise di agire dopo l’attentato alla scuola di Beslan in Ossezia. Fra i due problemi, quello del terrorismo ceceno e quello delle autonomie locali, non esisteva alcuna relazione, ma il presidente russo capì che l’eliminazione dei governatori sarebbe stata più facilmente accettata se decisa in un momento in cui la società russa si sentiva minacciata. Il potere dello Stato russo ha bisogno di un forte consenso popolare, ma il consenso è tanto più forte quanto più il leader, nei momenti cruciali, dimostra di sapere agire con autorità e fermezza. Da allora i governatori sono soltanto prefetti nominati dal governo e, beninteso, scelti dal Cremlino. L’opinione pubblica approvò la sua politica.
Quelli che rimpiangevano le garanzie del sistema sovietico assistettero con piacere alla decapitazione degli oligarchi e furono lieti di constatare che il governo faceva una politica sociale più generosa e attenta alle loro esigenze. Quelli che temevano il terrorismo islamista e la nuova criminalità videro in Putin un salutare ritorno all'ordine. Mentre la nuova intelligencija deplorava lo stile autoritario del presidente uscito dal Kgb e sognava una democrazia occidentale, la grande massa dei russi salutava con piacere il nuovo Cremlino. La Russia è troppo grande e troppo scarsamente popolata per adattarsi felicemente a un sistema in cui si discute, si litiga, si fanno battaglie civili per la conquista di nuovi diritti e si accetta volentieri, per il gusto della libertà, quel margine di litigiosità e instabilità che è quasi sempre il prezzo della democrazia. La Russia è troppo patriottica e sospettosa del mondo esterno per non apprezzare lo stile di un leader che vuole riconquistare il prestigio del suo Paese nel mondo. Si danno voti a Putin in Russia per la stessa ragione per cui Gorbacëv, il «distruttore dell'Urss», nelle elezioni presidenziali del 1996 ebbe lo 0,52% dei suffragi. "
Sergio Romano, Putin e la ricostruzione della grande Russia, Longanesi, 2016¹. [Libro elettronico]
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La storia del Comitato Terapie Precoci meriterebbe di essere raccontata in uno di quei grandi film alla Steven Spielberg, dove persone comuni vengono scosse da una consapevolezza improvvisa e qualcosa le spinge a trasformare le loro esistenze, fino a quel momento perfettamente normali, in vite rivoluzionarie. (Altro che il film sull'inventore della bomba atomica). Comincia con i bollettini dei morti, le lugubri conferenze stampa che blindano le persone in casa, le immagini di Bergamo, i camion militari che trasportano le bare di gente morta per una malattia gravissima e sconosciuta. Fin da subito, però, alcuni medici si accorgono dell'assurdità di affrontare una patologia che viene definita mortale con l'attesa, in fondo lo sanno anche i bambini che ogni malattia prima si cura e meglio è. Allora visitano come hanno sempre fatto, provano con dei farmaci di uso comune, ignorano il clima di terrore. Nelle loro teste risuonano i principi a cui hanno prestato giuramento il giorno in cui sono diventati medici. Un avvocato, noto per delle cause calcistiche di rilievo nazionale, si propone di organizzarli, li raccoglie insieme, elabora un meccanismo per smistare le richieste attraverso un gruppo Facebook. Intanto viene formalizzato un protocollo, lo discutono con luminari di tutto il mondo, lo sottopongono a degli studi. L'influenza è più pesante di quelle stagionali, ma la cura funziona, i medici e i volontari ricevono continue conferme di guarigione, anche da persone di 80, 90 anni. Da decine diventano centinaia, da centinia migliaia. Salvare vite fa scorrere l'adrenalina, medici e volontari lavorano di notte, rinunciano al proprio tempo libero. Ma in televisione continua il bollettino dei morti e gli annunci delle istutuzioni, che dovrebbero evitare il panico, sembrano sempre più una strategia di manipolazione psicologica per generare allarme: "rinunciamo all'autunno per salvare il Natale, rinunciamo al Natale per salvare la Pasqua..." I medici vogliono spiegare al ministro che il modo di curare esiste, ma il ministro si rifiuta di incontrarli. Allora il noto avvocato passa alle manifere forti: ricorre al TAR per abolire il protocollo Tachipirina e vigile attesa, il TAR gli dà ragione, ma il consiglio di Stato impugna la sentenza. Ormai è chiaro che quel protocollo non è solo un errore. E' qualcosa di indicibile, che fa paura solo pensare. Per smuovere le istituzioni vengono organizzate due manifestazioni: una a Roma e una Milano. Le piazze si riempiono, partecipano decine di migliaia di persone. Dalle piazze sale spontaneo un grido rivolto al governo: "criminali". I media ignorano, oppure minimizzano. Un sito di fact checking, diretto da un noto giornalista televisivo, arriva a dire che si tratta della "solita manifestazione". Eppure mai, nella storia repubblicana, si era vista una piazza con migliaia di medici che, invece di aumenti di stupendio o diritti sindacali, chiedono di poter curare le persone efficacemente. Il ministero continua ad ignorare le richieste di confronto, anche quando una terza manifestazione viene organizzata proprio davanti al suo portone. Quando inizia la vaccinazione è impossibile allontanare il sospetto che negare le cure serviva proprio a giustificare la violenta campagna di inoculazioni. Ma questo non si può dire perché si rischia di essere etichettati come complottisti.
Purtroppo l'unica cosa che manca a questa storia è un lieto fine. Le dichiarazioni del presidente di AIFA, che a Porta a Porta lo scorso maggio ha candidamente ammesso che "non serviva certo tachipirina e vigile attesa bensì gli antinfiammatori", lascia un sapore ancora più amaro, molto lontano dal bisogno di giustizia che prova chi ha vissuto questa storia.
Sono stato onorato di aver partecipato alla loro festa, dopo mesi e anni di battaglie e di fatica. Non mi aspetto certo che qualche produttore rinunci alla sua commedia della rimpatriata tra cinquantenni per fare un film su di loro, ma per tutti noi, spero che abbiano il loro lieto fine.
Adalberto Gianuario.
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Lo spazio tra te e il tuo partner può essere una terra fatta di scoperta, di complicità, di dialoghi arricchenti, oppure di incomprensioni, battaglie, fantasmi.
Da cosa dipende questa differenza?
Principalmente, da quanto e in che misura tu ascolti ciò che sei e ciò che senti veramente, oltre a quello di cui hai bisogno, e da quanto e in che misura hai imparato a esprimere tutto questo all'altro.
Questo non significa che l'altro debba soddisfare in tutto e per tutto tali necessità, ma quantomeno che egli comprenda che tu e lui/lei avete modi di essere e di fare diversi, i quali hanno una loro ragion d'essere.
E proprio per questo, entrambi dovete tenerne conto e accettarli.
Ma nel momento in cui non ci si prende più cura di sé e dei propri bisogni, in modo assertivo e adulto, è quasi inevitabile sprofondare nell'aspettativa per cui debba essere l'altro a soddisfare tutte queste cose.
E lo debba fare, perché noi sentiamo di dover essere risarciti nelle nostre mancanze d'amore passate, che sono state appunto ignorate da chi avrebbe dovuto prendersi cura di noi.
Quando siamo innamorati, e proprio perché essendo innamorati idealizziamo l'altro, ci facciamo piccoli, e lo guardiamo dal basso verso l'alto, appunto come bambini.
Questa visione e associazione tra il rapporto che egli ha con noi e i diritti che noi sentiamo di avere nei suoi confronti, è dunque quasi inevitabile.
Ma in questa maniera scivoliamo da soli in una visione tossica del rapporto, per cui è l'altro che deve accudirci, sostenerci come bambini piccoli, adularci, comprenderci fin nei più piccoli anfratti della nostra anima.
In realtà così facendo accendiamo la miccia affinché i conflitti tra noi e il nostro partner possano esplodere.
Lui, o lei, infatti, non potrà mai riparare ciò che è stato rotto dentro di noi quando eravamo piccoli.
Ma ogni minima incomprensione generata da una visione idealizzata dell'altro non può che diventare un dramma, una tragedia, e sfociare in paure e battaglie che, mediamente, finiscono per sfibrare noi e chi ci sta accanto.
In realtà l'amore si nutre e cresce in uno spazio sacro, in cui si incontra l'altro nella sua enigmaticità e separatezza, nella piena libertà e autonomia di entrambi, e soprattutto nella parità dei ruoli, in uno scambio relazionale capace di mantenerci nella relazione pur essendo indipendenti l'uno dall'altro.
Ne parleremo e faremo pratica su questo tema il 15 dicembre durante il seminario online dedicato ai demoni dell'amore con la Dott.ssa Claudia Crispolti.
Qui le info: https://www.facebook.com/share/1EueFtWuki/?mibextid=9l3rBW
Per chi volesse approfondire l'argomento ne parlo anche nel mio nuovo libro "L'armatura invisibile", che trovate solo su Amazon.
Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale #armaturainvisibile #sistemidifensivi
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Ogni giorno un bollettino di guerra: stupri, furti, sgozzamenti, sbarchi sbarchi sbarchi !!!!
A questo punto a me degli ALTRI paesi e degli ALTRI popoli e dei LORO problemi, NON ME NE FREGA UN CAZZO!!! Si facciano la loro storia, combattano le loro battaglie senza fuggire da vigliacchi, compiano le loro rivoluzioni e si conquistino i loro diritti come abbiamo fatto noi senza mai chiedere niente a loro nè a nessun altro, ma pagandoli con il sangue e la dedizione dei nostri padri, su cui certi TRADITORI figli degeneri di oggi stanno ignominiosamente sputando, e il cui sacrificio stanno laidamente vanificando!
Questi popoli che non hanno mai creato un cazzo, inventato un cazzo, prodotto un cazzo, nè in termini di evoluzione materiale nè in termini di progresso civile, cui abbiamo sempre dato e fatto tutto noi, e che hanno sempre vissuto da parassiti alle nostre spalle, ora pretendono addirittura di venire direttamente ad insediarsi in casa nostra!!! Essere nutriti, coccolati, e mantenuti da noi, usufruendo di ogni assistenza creata dal nostro popolo per i SUOI figli e non certo per degli estranei, sostituendosi ai nostri lavoratori e privandoli di un lavoro dignitosamente considerato e retribuito, e alla fine sostituendosi anche fisicamente al nostro stesso popolo!!! Adesso mi hanno proprio rotto i coglioni!!! Io penso agli italiani, che sono il MIO popolo, che sono io, come farebbe qualsiasi normale buono e sano padre con la PROPRIA famiglia. Gli invasori non saranno mai italiani, i traditori non lo saranno mai più! Semplice e chiaro.
E stop.
Marco Zorzi
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Ci vorrebbe Pannella.
Non che abbia mai votato radicale, ma un tizio come lui, Pannella, ci vorrebbe anche adesso, anzi soprattutto adesso, visto che molti fanno finte battaglie per i diritti umani per farsi un pò di pubblicità. Lui era uno tosto, tanto di cappello infatti, un intellettuale che riscì negli anni a vincere anche delle battaglie importanti per tutti noi dello stivale. Si è vero erano altri tempi e i suoi metodi adesso non sarebbero più efficaci, forse. Adesso vedo spesso il nome di Cappato, sempre radicali, che lotta per l'approvazione di una legge sul fine vita, che però mi pare che ci sia già e risale ad un secolo fa circa, però spesso viene oscurato da notizie meno importanti e più da rivista patinata, come oramai il grege è abituato. La vita è mia e la gestisco io, sarebbe uno slogan efficace, anche se bisogna sempre vedere caso per caso, ricordo Monicelli, qualche mese prima la sua morte rilasciò un'intervista dove diceva che era rimasto solo, tutti i suoi amici era morti e i parenti avevano altro da fare che stare dietro ad un vecchio di oltre 90 anni, così quando gli diagnosticarono un cancro alla prostata si lanciò dal balconcino del terzo piano della clinica dove era ricoverato. Tanto di cappello anche a lui, che nonostante tutto ha capito che era meglio farla finita; ma è proprio questo che in qualche modo (secondo me) affligge l'uomo moderno, non tanto la morte che come sappiamo è inevitabile, ma il fatto di voler vivere più a lungo possibile, a che pro? Quando si raggiunge una certa età, alcuni anche molto prima, non si cammina più bene, i movimenti sono impacciati e spesso dolorosi, non si vede più bene, non si sente più bene, non si può fare sesso, non si può mangiare più tante cose ecc ecc. Anche mio nonno arrivato oltre i 90 mi disse un giorno che era stufo.
Va bè questo è un discorso che va molto sul personale, ma io personalmente sono già stufo a quasi 52 anni, e se penso che potrei arrivare a 90 (visto che 3 nonni su 4 sono morti dopo i 100) mi viene il freddo, non che voglia morire domani, al massimo domenica, ma diciamo che altri 20 anni tirati, forse anche meno, ci stanno, poi è tutto eccesso, questo stando alle medie odierne.
Detto questo oggi fa un caldo boia, il termometro fuori nel patio segna oltre 30°, anche se il patio è come una serra con due parti aperte quindi fa poco testo, ma comunque fa caldo per un posto come questo, riscaldamento globale? Ma anche locale. Ho stretto un patto con mio figlio che ha finito il servizio militare e per questa estate si rilassa, beato lui, taglierà l'erba sotto compenso, almeno mi sono levato dai coglioni una cosa, mi aiuterà a fare le pulizie e cercherà di dare una mano in casa quando può e se vuole, direi che un pò di soddisfazione c'è in tutto questo.
Il lavoro? Lo lascerei subito, ma temporeggio cercando altro anche se la vedo difficile, per ora mi tengo questo. Ieri uscito dallo stabile ho incontrato una coppia che non faceva parte ufficialmente del vecchio gruppetto degli amici, ma che di tanto in tanto ci bazzicava, soprattutto lui, per via dei giochi da tavolo e di momenti culinari o uscite random. Abbiamo parlato un pò e ci siamo raccontati cosa è successo in questo, forse, 3 anni che non ci siamo sentiti, mi hanno detto che dopo che vanno nell'isola a raccogliere campioni (fanno i ricercatori di biologia) si faranno sentire per un caffè o una cena o quello che ci viene prima, vedremo, secondo me non si fanno sentire, ma non si sa mai.
Detto questo vado a magnà e vi lascio a Pannella.
youtube
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𝐈𝐧 𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐮𝐧'𝐨𝐩𝐩𝐨𝐬𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐥 𝐆𝐨𝐯𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐝𝐞𝐬𝐭𝐫𝐚☢
Perché venire ad inquinare anche Threads, oltre a X, con la polarizzazione politica?
Ah, giusto!, dimenticavo!: per fare finta che in Italia esista un'opposizione al Governo attuale attraverso il benaltrismo del cambiamento climatico; per fare finta che gli islamici importati dalla "sinistra" - islamici che trattano le donne come capre! - non siano un problema; per evitare di parlare dei diritti civili e sociali che mancano; per tentare di non far capire al 𝑝𝑜𝑝𝑜𝑙𝑖𝑛𝑜 𝑖𝑔𝑛𝑜𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒 che richiedere la cittadinanza per gli immigrati serva soltanto alla sopravvivenza politica della "sinistra" - poi, ottenuto questo, gli immigrati possono pure continuare a morire di indigenza, di emarginazione, di lavoro sottopagato, di caporalato!
Sono i Radicali di Pannella, ora ereditati da Marco Cappato, ad aver iniziato la battaglia per la legalizzazione delle droghe leggere: la finta sinistra se ne è solo appropriata per raccattare qualche voto visto che i Radicali non hanno visibilità politica, ma vivono di battaglie fatte sulla strada, fra la gente - la stessa gente che i radical chic (quelli del "Il popolo è ignorante, perché non ci vota") odia al punto da non scendere dai palazzi dorati per vedere come i cittadini comuni vivano arrancando.
La sinistra in Italia non esiste più dalla discesa in capo di Berlusconi: dal '96 circa in poi; 𝗶𝗹 𝗣𝗗 𝗲̀ 𝗱𝗲𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗴𝗹𝗶 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝗶: non c'ha manco l'odore di Berlinguer.
#Threads#X#oltre a X#con la polarizzazione politica#Governo Meloni#Governo di destra#destra#Italia#sinistra#islamici#donne trattate come capre#𝑝𝑜𝑝𝑜𝑙𝑖𝑛𝑜 𝑖𝑔𝑛𝑜𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒#cittadinanza#cittadinanza per gli immigrati#sopravvivenza politica#morire di indigenza#emarginazione#lavoro sottopagato#caporalato#immigrati#la finta sinistra#radical chic#battaglie#legalizzazione#legalizzazione droghe leggere#droghe leggere#𝗶𝗹 𝗣𝗗 𝗲̀ 𝗱𝗲𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗴𝗹𝗶 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝗶#PD#Berlinguer#Berlusconi
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"Un giorno una bimba molto sveglia si rivolse al vecchio nonno Cherokee mentre egli stava in meditazione dinnanzi a uno splendido tramonto. «Nonno: perché gli uomini combattono?» E proprio mentre il sole stava perdendo la sua battaglia con la notte, il saggio indiano spostò lo sguardo dalla rossa sfera e guardò dritto negli occhi della bimba, perle altrettanto infuocate. «Ogni uomo», disse calmo e sicuro, «è chiamato a compiere le proprie battaglie e la madre di tutte le battaglie è lo scontro che avviene tra i due lupi.» «Quali due lupi, nonno? » «Quelli che ogni uomo cela dentro di sé.» La bimba non comprese subito, tuttavia cominciò ad ascoltarsi e percepì in sé forti sensazioni mentre il nonno continuò: «Dentro ognuno di noi ci sono due lupi, uno è ferito, deluso, incattivito e vive di paura, invidia, gelosia, risentimento, menzogna ed egoismo.» Fece una pausa vedendo che la nipote era profondamente assorta. «E l’altro?» disse ella all’improvviso. «L’altro è un lupo felice, gentile, compassionevole. Vive in pace, nell’amore, nella fiducia e nella generosità. Si esprime in modo autentico.» La bimba, sempre più assorta e intenta a comprendere, chiese infine con trepidazione: «E quale lupo vince?» Il saggio Cherokee, con gli occhi lucidi e luminosi, con lo sguardo libero e profondo, rispose così: «Quello che scegli di nutrire di più!» La ragazza sveglia ne fu molto colpita e durante la notte fece curiosi sogni di epiche battaglie. Al risveglio una domanda le sgorgò urgentemente dal cuore. La rivolse al nonno alla prima occasione: «Nonno, tra il giorno e la notte io scelgo il giorno, ma mi piace anche la notte. Tra il caldo e il freddo, io scelgo il caldo, ma apprezzo anche il fresco. Perché ci deve essere sempre una battaglia? Perché ci deve essere sempre una cosa migliore dell’altra?». Il nonno, compiaciuto, si illuminò in volto. «Hai colto nel segno, non c’è un lupo davvero buono e un lupo davvero cattivo. Tutto è parte dell’Uno. Entrambi i lupi sono parte della Perfezione. Il giorno esiste solo perché c’è anche la notte, puoi inspirare soltanto dopo aver espirato. Entrambi i lupi vanno dunque nutriti, tuttavia occorre essere svegli e presenti per farlo in modo corretto, cogliendo di entrambi l’autentica natura, il potenziale e la forza. Rispettando i caratteri di entrambi i lupi tu crei un equilibrio che ti permette di stare nella pace: nessuno dei due vorrà attirare maggiore attenzione e tu potrai sentire di volta in volta la voce più profonda della tua coscienza». «Allora vincono tutti e due i lupi!» esclamò la ragazza con allegria. «Esatto!» confermò il nonno. «La quiete è l’obiettivo di un uomo di Conoscenza! Grazie al silenzio e alla pace interiore ogni conflitto perde significato. Tutto torna a splendere alla luce della Perfezione». La giovane ragazza sorrise di tutto cuore."
L'indiano e le altre creature che erano nate qui e che vivevano, avevano una madre comune: la terra. Egli era imparentato con tutto ciò che vive e riconosceva a tutte le creature gli stessi diritti come a se stesso. Quanto era legato alla terra, egli l'amava e l'ammirava. (Orso in piedi) art by Alfredo Rodriguez *********************** "One day a very smart little girl turned to her old Cherokee grandfather while he was meditating in front of a splendid sunset. «Grandfather: why do men fight?» And just as the sun was losing its battle with the night, the Indian sage moved his gaze from the red sphere and looked straight into the little girl's eyes, equally fiery pearls. «Every man», he said calmly and confidently, «is called to carry out his own battles and the mother of all battles is the clash that occurs between the two wolves.» «Which two wolves, grandfather? » «The ones that every man hides inside himself.» The little girl did not understand immediately, however she began to listen to herself and felt strong sensations within herself while her grandfather continued: «Inside each of us there are two wolves, one is hurt, disappointed, angry and lives of fear, envy, jealousy, resentment, lies and selfishness.» He paused as he saw that his niece was deeply engrossed. "And the other?" she said suddenly. «The other is a happy, kind, compassionate wolf. He lives in peace, in love, trust and generosity. He expresses himself authentically." The little girl, increasingly absorbed and intent on understanding, finally asked with trepidation: “And which wolf wins?” The wise Cherokee, with bright and shining eyes, with a free and deep gaze, responded thus: “The one you choose to feed the most!” The awake girl was greatly affected and during the night she had curious dreams of epic battles. When she woke up, a question of hers urgently welled up from her heart. She addressed it to her grandfather at the first opportunity: «Grandpa, between day and night I choose the day, but I also like the night. Between hot and cold, I choose warm, but I also appreciate cool. Why does there always have to be a battle? Why must there always be one thing better than the other? The grandfather, pleased, lit up his face. «You hit the nail on the head, there is no really good wolf and no really bad wolf. Everything is part of the One. Both wolves are part of Perfection. The day exists only because there is also night, you can only inhale after having exhaled. Both wolves must therefore be fed, however we need to be awake and present to do it correctly, grasping the authentic nature, potential and strength of both. By respecting the characters of both wolves you create a balance that allows you to stay in peace: neither of you will want to attract more attention and you will be able to hear the deepest voice of your conscience from time to time." “Then both wolves win!” the girl exclaimed cheerfully. "Exact!" confirmed the grandfather. «Quiet is the goal of a man of Knowledge! Thanks to silence and inner peace, every conflict loses meaning. Everything shines again in the light of Perfection." The young girl smiled wholeheartedly."
The Indian and the other creatures who were born here and lived had a common mother: the earth. He was related to all living things and recognized the same rights for all creatures as for himself. As much as he was tied to the earth, he loved and admired it. (Bear standing) art by Alfredo Rodriguez
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Gioconda Belli (Managua, 9 dicembre 1948) è poetessa,scrittrice, attivista nicaraguense.
Lei stessa scrive: “Nessuno, vedendomi, sospetta che un giorno sono stata giudicata e condannata al carcere da un tribunale militare in quanto rivoluzionaria”.
Gioconda Belli nelle sue opere ci regala un pezzo di se stessa, una grande confessione. Ci racconta di valori forti che non passano mai e di tante battaglie che ancora dovremmo e dovremo combattere.
Sono i versi di una scrittrice che si batte per i diritti e l’emancipazione della donna e che ha sempre celebrato il corpo femminile.
"CONSIGLI PER UNA DONNA FORTE”
Se sei una donna forte
proteggiti dalle bestie che vorranno nutrirsi del tuo cuore.
Usano tutti i travestimenti del carnevale della terra:
si vestono da sensi di colpa, da opportunità,
da prezzi che si devono pagare.
Non per illuminarsi con il tuo fuoco
ma per spegnere la passione
l’erudizione delle tue fantasie
Non perdere l’empatia, ma temi ciò che ti porta a negarti la parola,
a nascondere chi sei,
ciò che ti obbliga a essere remissiva
e ti promette un regno terrestre in cambio
di un sorriso compiacente.
Se sei una donna forte
preparati alla battaglia:
imparare a stare sola
a dormire nella più assoluta oscurità senza paura
che nessuno ti tiri una fune quando ruggisce la tormenta
a nuotare contro corrente.
Educati all’occupazione della riflessione e dell’intelletto.
Leggi, fai l’amore con te stessa, costruisci il tuo castello, circondalo di fossi profondi però fagli ampie porte e finestre.
E’ necessario che coltivi grandi amicizie
che coloro che ti circondano e ti amano sappiano chi sei,
che tu faccia un circolo di roghi e accenda al centro della tua stanza
una stufa sempre accesa dove si mantenga l’ardore dei tuoi sogni.
Se sei una donna forte proteggiti con parole e alberi
e invoca la memoria di donne antiche.
Fai sapere che sei un campo magnetico.
Proteggiti, però proteggiti per prima.
Costruisciti. Prenditi cura di te.
Apprezza il tuo potere.
Difendilo.
Fallo per te:
Te lo chiedo in nome di tutte noi.
Gioconda Belli
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Oggi è la Giornata Internazionale della Donna, un momento per riflettere sulle battaglie vinte e quelle ancora in corso per le donne in tutto il mondo.
Non possiamo ignorare le sfide che ancora affrontano.
Le mimose e gli auguri, ma ci serve anche molto di più. Dobbiamo lavorare per garantire pari opportunità sul lavoro, rispettare le scelte personali e combattere contro la violenza di genere.
Nonostante i progressi fatti nel 2024, ci sono ancora ostacoli da superare, come stereotipi e pregiudizi che condizionano ancora la vita delle donne. È importante tenere viva la discussione sui diritti delle donne e lottare per assicurare una piena parità. Auguro a tutte le donne di realizzare i propri sogni e di vivere libere da ingiustizie e violenze, senza essere più schiave di vecchi schemi culturali.
LupoSolitario00🐺
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Emmeline Pankhurst: La donna che ha cambiato la storia con il motto “Fatti, non parole”. Recensione di Alessandria today
Un viaggio nella vita di una leader straordinaria che ha trasformato il panorama dei diritti delle donne.
Un viaggio nella vita di una leader straordinaria che ha trasformato il panorama dei diritti delle donne. La lotta di una donna per l’uguaglianza Nel cuore dell’Inghilterra vittoriana, Emmeline Pankhurst, nata il 15 luglio 1858 a Manchester, ha scritto una delle pagine più significative della storia del XX secolo. Cresciuta in un periodo in cui le donne erano relegate ai margini della società,…
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Auguri a tutte le donne, a chi non lo è biologicamente ma si sente tale, a quelle che hanno subito o subiscono tutto’ora violenze di ogni genere, a quelle insicure e a quelle che lottano per i propri diritti, alle mamme, alle sorelle maggiori che fanno da mamma e a quelle minori che sono figlie. Auguri alle donne che ce l’hanno fatta a quelle che devono ancora farcela e a chi pensa di non farcela. Auguri a tutte noi che ancora combattiamo battaglie che dovrebbero essere già vinte. Auguri ad una festa che non ci onora abbastanza ma ci permette, per un giorno di far parlare di noi e di ricordare al mondo che siamo umane e non carne da macello. Un giorno dedicato a noi ed un mazzo di mimose non è abbastanza se durante il resto dell’anno non ci si ricorda che in primis, siamo tutti figli di una donna e tutti meritiamo lo stesso rispetto a prescindere dal sesso.
Auguri alle donne oggi e tutti gli altri 365 giorni (ma oggi un po’ di più) ❤️
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Rossy de Palma
La poesia è stato il mio primo amore. I poeti dadaisti mi hanno aperto una dimensione di pensiero completamente nuova, grazie alla quale in un solo momento mi sono resa conto che mi aspettava un altro mondo. L’arte ci cura e ci aiuta a sopravvivere.
Attrice, modella, scultrice, pittrice, scrittrice, cantante e regista di video e spot, Rossy de Palma è una delle più importanti protagoniste del cinema di Pedro Almodóvar.
Dotata di una bellezza fuori dagli schemi, un viso dai lineamenti irregolari e atipici, di cui ha fatto il suo punto di forza e che sfoggia con grande ironia, è una personalità poliedrica, difficile da etichettare.
Nata il 16 settembre 1964 col nome di Rosa Elena García Echave a Palma di Maiorca da una famiglia di origine asturiana e basca, è cresciuta nelle Baleari per poi trasferirsi a Madrid, negli anni Ottanta, seguendo il suo gruppo musicale, Peor impossible. Il suo nome d’arte era Rossy Peor, poi modificato in Rossy Von Donna.
È stato in quel periodo che, frequentando l’ambiente artistico madrileno, è entrata in contatto con Almodóvar che, nel 1987 le ha chiesto di partecipare al film La legge del desiderio. Da allora è diventata una delle sue protagoniste preferite, tanto da volerla ancora in Donne sull’orlo di una crisi di nervi del 1988, Légami! del 1990, Kika del 1993 e Il fiore del mio segreto del 1995. Per questi due ultimi ruoli è stata nominata al Goya (l’Oscar spagnolo). È anche apparsa in un cameo di Gli abbracci spezzati.
Ha lavorato anche in Italia con Aldo, Giovanni e Giacomo, Giancarlo Giannini, Rupert Everett e Ornella Muti.
Ha avuto un ruolo in Prêt-à-Porter di Robert Altman e nel musical grottesco Franchesca Page, diretto dalla fotografa Kelley Sane, dove ha ricoperto uno dei ruoli più memorabili della sua carriera, interpretando una sadica e psicopatica produttrice teatrale decisa a far fallire lo spettacolo chiave della pellicola, al quale fa perno la rivalità tra madre e figlia (interpretate da due drag queen).
Parallelamente alla carriera di attrice, saltuariamente, si produce come cantante ed è stata modella di stilisti come Louis Vuitton e Jean-Paul Gaultier. Per la primavera/estate 2012 è stata, insieme a Pedro Almodóvar e a Mariacarla Boscono, protagonista della campagna Missoni, ambientata in Spagna. È stata anche madrina di A Shaded View On Fashion Film, festival di cortometraggi sulla moda, creato e curato da Diane Pernet.
Ha anche realizzato una linea di profumi e di make up che portano il suo nome.
Spesso ha legato il suo nome a campagne sociali sostenendo le battaglie per le persone migranti, contro la violenza sulle donne e per i diritti lgbtq+.
Nel 2015 è stata nella giuria del Festival di Cannes.
Rossy de Palma, ironica, intelligente e talentuosa, ha dimostrato che si può diventare un’icona di fascino anche con una bellezza che va fuori dai classici canoni estetici.
Il suo naso strano è stato, a sua detta, il segreto del suo successo.
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“ I russi usano il pronome di terza persona plurale, onì, « essi », « loro », quando parlano genericamente di coloro che comandano: una classe remota e misteriosa, da cui non si aspettano niente di buono. Un atteggiamento simile, tipico di una società poco democratica e poco amalgamata, si ritrova in Italia; « loro » fanno i propri comodi, calpestano i diritti della povera gente per conseguire i loro obiettivi, per vincere le loro battaglie, e se agli uomini politici si attribuisce l'avidità di denaro, la voglia di arricchirsi, agli uomini dell'industria e della finanza, che già sono ricchi, si attribuiscono altri giuochi altrettanto riprovevoli, volontà di potere, lusso eccessivo, indifferenza per la pena della povera gente. Ho detto che la distinzione fra buoni e cattivi è un fatto di cultura, e dipende da fattori molteplici, educazione, ambiente, tradizioni; possiamo constatare che la globale condanna di tutta una classe dirigente, di tutti coloro che comandano, attesta una cultura piuttosto rozza, e porta a un generale appiattimento. Se tutti sono cattivi, se tutti violano le norme e calpestano i princìpi, cade l'interesse a scoprire i singoli trasgressori, e quando qualcuno cade nella rete, la condanna della pubblica opinione è distratta, perché comunque tutti immaginavano che anche quel tale, come i suoi simili, fosse un poco di buono; le sue colpe si perdono sullo sfondo della colpevolezza universale. L'arresto e la condanna di Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosiano, suscitarono sorpresa piuttosto che indignazione; sorpresa non per gli addebiti che gli erano mossi, ma per il fatto che un uomo così importante non godesse di impunità; vi fu comunque chi affermò in quei giorni che i banchieri erano tutti uguali, e che Calvi non era peggiore degli altri; era stato solo meno abile, più maldestro. C'era anche chi era convinto che Calvi fosse caduto perché gli altri potenti, invece di mantenere verso di lui la consueta omertà, lo avevano lasciato cadere; le ragioni per le quali aveva perso l'appoggio dei potenti incuriosivano più delle sue malefatte. Costruttori edili, petrolieri, grandi manager del settore pubblico sono stati denunciati, arrestati, condannati nella generale indifferenza; già si sapeva che i costruttori edificavano palazzi senza le necessarie autorizzazioni, che i petrolieri pagavano i partiti o i generali della Guardia di finanza, che i manager del settore pubblico maneggiavano fondi neri a beneficio dei partiti che li avevano nominati; o meglio, non lo si sapeva, ma lo si immaginava. La condanna globale finisce pertanto col diventare una generale assoluzione; si condanna la classe e si assolvono gli individui. “
Piero Ottone, Affari & Morale, Milano, Longanesi (collezione Il Cammeo n° 163), 1988¹; pp. 62-64.
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Se non difendete i diritti conquistati dalle vostre nonne, dalle vostre madri, forse non li meritate. Pagherete voi e le vostre figlie le conseguenze della vostra mancanza d'impegno. Io ho fatto le mie battaglie, ho onorato e difeso le battaglie di mia madre, ora mi godo la mia vita, costruita e conquistata da me, non ho bisogno di filtri, ne di influencer, non mi servono conferme maschili per sapere che sono bela o che valgo qualcosa. Mi fanno pena le ragazze ora, esposte nelle vetrine dei social, belle e infelici, perché vivono di apparenze e non sanno cos'è la vita, quella vera, fatta di amore, di ferite, di scorie... Ma sai che c'è? Non me ne fotte più niente, se siete stupide ne pagate le conseguenze. Fine, sono stufa dei vostri drammi.
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