#autunno e malinconia
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Novembre di Giovanni Pascoli: La malinconia autunnale nella poesia italiana. Recensione di Alessandria today
Un viaggio nella poesia di Giovanni Pascoli, tra simbolismo e riflessione sulla natura e sulla caducità della vita
Un viaggio nella poesia di Giovanni Pascoli, tra simbolismo e riflessione sulla natura e sulla caducità della vita. La poesia “Novembre” di Giovanni Pascoli rappresenta uno dei componimenti più emblematici dell’autunno italiano, rievocando immagini di malinconia e riflessione sul tempo che passa. Pascoli, maestro della poesia simbolista italiana, si immerge nella descrizione di un paesaggio…
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desyblu · 2 months ago
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Nata in autunno...con l' autunno nell' anima...io sono l'autunno!
Desy, blu come la malinconia che mi cela il cuore dietro una nebbia di sensazioni ...mi struggo x tutto...x un amore impossibile, x uno sguardo che percepisco come un rimprovero, x un' intonazione di voce che tradisce insofferenza nei miei confronti, x un atteggiamento di disprezzo...o almeno così lo sento io!
Blu come l' acqua del mare che amo tanto, salata e amara come le lacrime che ultimamente mi tengono spesso compagnia...sgorgano dagli occhi senza che me ne accorga e rigano il viso come pioggia autunnale...insistente.
Blu come il dolore che mi travolge e stravolge, mentre cerco di scoprire cosa voglio da questa vita! Voglio una libertà che non sono in grado di conquistare!
Blu come l' autunno...chiamatemi autunno xchè questo è il mio nome!
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singinthegardns · 10 months ago
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"Però, sai? Forse ti sto dimenticando. Non piango più dopo averti parlato, né dopo averti visto parlare con un'altra, e nemmeno dopo che i nostri occhi si sono incontrati. Certo, il tuo nome mi smuove ancora qualcosa dentro, certo, quando penso a cosa eravamo, e non siamo più, ho ancora il vuoto allo stomaco, certo, quando passo davanti la tua classe spero ancora di vederti sulla soglia, certo, fa male vederti trattare le altre come trattavi me, certo, a volte mi tornano alla mente tutti quei ricordi, certo, ogni tanto li rileggo i tuoi messaggi, e continuo a sorridere, certo, lo controllo ancora il tuo ultimo accesso, certo, quando qualcuno dice una frase che avevi detto tu, mi viene un po' di malinconia, certo, non riesco ancora a guardare nessun ragazzo senza pensarti, certo, continuo a sognarti ogni notte, certo, qualche volta mi capita di sentire ancora la tua notifica, e ci rimango un po' male quando apro il telefono e non c'è un tuo messaggio, e mi sento stupida ad averci sperato, certo, continuo a scambiare qualche passante per te, certo, se mi dicono "amore" continuo a pensare ai tuoi occhi, certo, ogni tanto ho quei momenti in cui mi butto sul letto, ti penso, e mi prende la nostalgia, certo, cammino ancora per i corridoi di scuola con quella strana ansia d'incontrarti, certo, nessun ragazzo regge mai il confronto che faccio con te, certo, ti penso ancora appena mi sveglio, prima di dormire, e anche per tutto il resto della giornata, certo, ho ancora una nostra foto come sfondo, certo, ho ancora la tua chat fissata in alto, certo, mi manchi ancora un po', forse, un po' di più di un po', certo, ogni tanto mi viene da piangere, ma ho imparato a ricacciare le lacrime indietro. Però, sai? Forse non ti sto dimenticando, per niente, però ci provo, me lo impongo, me lo sono imposta più volte, "basta lui mi ha dimenticata, devo farlo anch'io", poi però torni tu, torna il tuo ricordo, torna quell'assurda speranza nel tuo ritorno, e non ci riesco, o forse non voglio, non voglio dimenticare cosa sei stato, né cosa saresti potuto essere,no, non voglio proprio dimenticarti, anche se fa male, fa malissimo, ma il problema è che dimenticarti, mi fa più male di continuare ad amarti. Quindi aspetterò, e forse ti dimenticherò, un giorno, forse mai,ma infondo mi va bene così, forse è così che deve andare, no? Tu che sorridi a un'altra, e io che cerco di trattenere le lacrime. E forse un giorno ti dimenticherò, dimenticherò la ragione dei miei sorrisi, dei miei pianti, delle mie ansie, delle mie paure, e di tutte quelle cose, che solo tu sei in grado di provocare, e mi chiederò che ci vedevo di speciale in te. Poi forse, sarà un giorno di sole, o magari di pioggia, forse di nebbia, grandine, forse sarà autunno, o forse primavera, forse sarà al mare, magari in montagna, o, perché no? In città, sotto la luce del sole, o sotto uno spicchio di luna, forse mentre sarò presa dai miei pensieri, forse dopo una lunga giornata, forse di prima mattina, forse quando sarò in vacanza, ma insomma, poco importa, del perché, del quando, e del dove, ma succederà, che la vita, dolce amara per com'è, mi ricorderà di te, dei tuoi occhi, dei tuoi lineamenti, mi ricorderà di chi sei, probabilmente non ricorderò più il tuo nome, non è quello l'importante, o forse sì, anzi, sicuramente lo ricorderò, e mi ricorderò di te, dei sorrisi, e dei pianti, delle insicurezze e le paure, dei "vaffanculo", dei baci, dei "ti odio", della voglia che avevo di dirti "ti amo", degli abbracci, di quel posto in cui mi hai portata quella sera, delle cazzate, delle giornate no, della tua presenza a migliorarle, dei sabati sera trascorsi insieme, e di quelli passati a sentire la tua mancanza, dei messaggi, delle chiamate, dei "va via", che tradivano voglia soltanto di abbracciarti, mi ricorderò di tutto ciò che abbiamo passato, e che ho passato, dell'inizio e della fine, e mi ricorderò che ci vedevo in te, e mi riinnamorerò di te, anche se tu non mi vorrai, per poi scoprire, di non aver mai smesso di amarti."
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donaruz · 1 year ago
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DONNE AUTUNNO
Ci sono donne che l’autunno
ce l’hanno nell’anima,
perché si nutrono di silenziose nostalgie
e di dolci solitudini,
di misterioso desiderio
di introspezione e di rinascita.
Negli occhi hanno mille colori caldi,
infinite tonalità di giallo,
marrone, rosso e verde
che danno vita a splendide opere d’arte.
Le donne autunno
indossano la loro malinconia
con leggerezza ed eleganza
ed hanno la stessa generosità
degli alberi dorati,
che regalano alla terra le loro foglie per nutrirla
e per rafforzare le radici.
Amano l’eleganza delle foglie,
che hanno mille colori
e improvvisano misteriose danze nell’aria,
fino a quando, stanche,
si posano con leggerezza sul terreno.
Sono donne che sanno rinnovarsi ed evolversi,
come l’eterno rinascere della natura,
perché sanno che l’autunno
è la primavera dell’anima.
Agostino Degas 🍂🧡🍂
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solovedreidue · 1 year ago
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Hanno messo l'albero di Natale in una piazza assolata d'inverno o quasi, preparato con la cura confusa dell'abbondanza. E una capanna, che si fa grotta per una sacra famiglia sproporzionata, bue, asinello e un Bimbo che ancora manca, una Maria magra e bionda e un Giuseppe straripante di spirito santo.
L'albero è bello, anche di giorno, con il sapore di una tavola con la tovaglia e le porcellane della festa. Apparecchiato anche lui così, l'albero.
Manca l'odore della neve, forse perchè è l'ultimo giorno di autunno, ma quel sole forte rende l'aria tiepida e i baci dolci.
Sanno ancora di castagne quei baci, di foglie secche che macerano, di terra morbida e umida. Occhi chiusi controsole, aiutano a perdersi nello stare insieme.
Si va di là, si portano via i due innamorati, dondolando nell'abbraccio armonico, in quel camminare a due che li contraddistingue da sempre. Li guardano, i due innamorati di paese, sorridono di un sorriso strano, tutti, fanno malinconia e bellezza insieme, pienezza. Qualcuno l'ho visto proprio ridere con loro, qualcuno capisce quella voglia che hanno di rendere il Natale cosa loro e ne coglie la tenerezza prendendone un poco per se.
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vecchiorovere · 2 months ago
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Ci sono donne che l autunno ce l hanno nell anima.
Indossano la loro malinconia con leggerezza ed eleganza ed hanno la stessa generosità degli alberi dorati, che regalano alla terra le loro foglie per nutrirla e per rafforzare le radici.
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animastranaa · 1 year ago
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Le cose che non posso nominare ad alta voce creano solchi nel mio cuore, mi scavano come gelide gocce di pioggia e lentamente mi consumano l'anima
E lo fanno non senza una dolce malinconia, come una tenera foglia che in autunno abbandona l'albero. Ma in una parte di me non torna mai la primavera, è sempre autunno.
Forse inizio a comprendere il dolore dei miei genitori, il controllo mentale che hanno vissuto, il fatto di essere nati in un regime così oscuro. Forse tutto nasce dall'incomprensione del dolore.
Ma il tuo nome non lo posso nominare ad alta voce, non sarebbe solo che un silenzio fortissimo.
Il tuo nome porta l'infinito del mondo
Questo mondo stupido e meschino
Che ci vomita la sua insensatezza
E spero che un giorno ci vedremo, che sia nella prossima o tra mille anni io quando ti vedrò so che avrò trovato quella cosa che cerco da sempre.
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petalidiagapanto · 1 year ago
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«Questo sottile male inguaribile
che non so cosa sia
che mi fa piangere di malinconia
in una giornata fine-autunno
troppo dolce per cantare
mentre sulle aie i galli raspano
i chicchi di granoturco
e la campagna
è così immobilmente silenziosa
che si sente
il volo d'un insetto tremare.
Come se io dovessi partire
per sempre:
come se tu
non dovessi amarmi più:
o forse come un convalescente
che è stato assai male
che s'affaccia alla finestra dell'ospedale
per spiare l'inverno
con un lungo brivido»
(Sandro Baganzani)
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elenascrive · 1 year ago
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Un’altra settimana di ottobre sta per volgere al termine e sta portando con sé l’arrivo del vero autunno, con le prime piogge, i primi freddi e i primi bui, che Ti fanno venire voglia di stare tutto il giorno sotto le coperte, per quanto ci stai bene giacché Ti fanno sentire molto protetta e coccolata.
Stamattina ad esempio alle 8 era ancora buio pesto da sembrare notte. Per domani è previsto l’arrivo di una tempesta che mi auguro come sempre possa non fare danni. Se da una parte sono contenta dall’altra mi sento abbastanza malinconica, però di quella malinconia che non fa poi così tanto male alla fine, proprio perché desiderata e ricercata.
@elenascrive
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danielecongia · 2 years ago
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Un cane che si è perso
È qualcosa di un po' fuori di testa, perché questo racconto è nato (incompleto) nel 2013 con il proposito di voler essere una piccola leggera favola con protagonista un cagnolino; l'ho ripreso qualche anno dopo (perché lo lasciassi comunque incompleto) e terminato solo ora. Nel frattempo il tono è diventato più cupo, credo che anche il cane sia invecchiato con me! L'aspetto che più fa sorridere è che, per una cartella word, mi ci sono voluti più di 10 anni. Tutto il tempo per farne un capolavoro insomma; e invece devo pensare che rimarrà una perenne bozza, perché lo modifico ad ogni nuova lettura (non fate caso a qualche piccola licenza linguistica, non siate troppo rigorose/i con un cagnolino che parla in italiano). Comunque eccolo qui, si intitola Un cane che si è perso.
"Cerco il tuo odore, ma è così difficile trovarlo in questo angolo di terra. Qui ogni cosa esonda del suo odore. Per quale motivo percorro questa strada? Forse ho inseguito qualcosa di cui ho dimenticato la forma, poteva essere un’ombra, forse un gattino, o quel topo con delle grandi orecchie che ho visto in tv, o forse era più simile alla pallina con i baffi che mi hai regalato il mese scorso. Da questo marciapiede scorgo qualche anima dentro le poche macchine stanche. Ho intravisto un bambino che mi guardava da dietro un finestrino. Mi sento così solo. Io sono sempre solo tranne che con te. Dall'interno di una casa si spandono voci incomprensibili, ma non è la nostra casa. Ricordo che quando ero un cucciolo sentivo la tua voce provenire dalla nostra camera, io sapevo che eri lì, e correvo orgoglioso sul prato del cortile perché volevo che tu mi guardassi dalla finestra. La malinconia rende il ricordo così perfetto, eppure anche allora niente era perfetto. Chissà dove sei, e se mi stai cercando. Ho tanto da raccontarti, sai? Anche se forse non capirai. In questa strada non riconosco niente della mia vita, credo di avere corso tanto da finire su un altro pianeta. Potrei vivere su un altro pianeta solo insieme a te. Eppure sono qui per avere inseguito qualcosa che non eri tu. Sarà da qui che vedrò il sole sorgere fra qualche ora? Da un pianeta morto, in cui l’unica cosa di vivo è l’eco delle voci che rimbombano nella mia testa quando provo a tendere l’orecchio. Forse questa strada è stata costruita da un'umanità che si è estinta, o che l’ha abbandonata. Ed io mi sento come questa strada, abbandonato. Le luci al neon mi abbagliano, posso farmi guidare solo da mille odori insapori.
Credevo tu fossi abbastanza forte da proteggermi sempre, sai? Ma ultimamente sei come un treno che corre per inerzia, i tuoi occhi il riflesso della stanchezza. Una vetrina riflette il mio volto scavato, forse non è poi così distante dal tuo. Ricordi che noi siamo le rotaie di uno stesso binario, vero? Camminiamo sempre paralleli. Io sono parte di te. Due rotaie non stanno mai lontane, non possono stare lontane. E allora perché non scorgo più la tua sagoma? Sono stanco e ho tanta fame. Non so se riuscirò a vedere il prossimo autunno. Senza di te l’autunno non esiste, esistiamo solo io e questa strada vuota, con i suoi ricordi sbiaditi impressi sui muri cadenti. Se ora non mi riconoscessi, mi vorresti ancora con te? La strada sta per terminare, solo il tempo di girare l’angolo e dare uno sguardo dall’altra parte. Vorrei sentire il profumo della nostra casa, vorrei dormire, vorrei svegliarmi insieme a te, perché quando il mondo è stato creato, sei apparsa tu".
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verso-sera · 2 years ago
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Amato Maestro, ho trovato, tra i libri letti nel tempo, l’ennesimo suo capolavoro. Ho deciso di rileggerlo a distanza di 33 anni dall’iniziale sfoglio e già, alla prima pagina, sento i miei mai malcelati battiti rincorrersi. Nel 1989 avevo 15 anni, una vespa bianca e lo stretto di Messina davanti agli occhi. Questo libro lo tenevo nel cruscotto della vespa così, quando “scendevo” a mare, che era già autunno, potevo leggere in pace senza tutta quella curiosità dei miei coetanei per le mie stranezze e l’invadenza dei Duran Duran dalle loro radioline. Io preferivo il “fiato” delle onde e un walkman a cassette consumato dalla salsedine e da un poco di malinconia e tutta, in me, “la terribile bellezza di vivere”. Cit. Grazie, Maestro. 🌹
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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“Alla stazione in una mattina d’autunno” di Giosuè Carducci: Il Dolore dell’Addio e l’Eterna Ombra del Novembre. Recensione di Alessandria today
Un viaggio attraverso il distacco e la malinconia autunnale
Un viaggio attraverso il distacco e la malinconia autunnale Nella poesia Alla stazione in una mattina d’autunno, Giosuè Carducci ci conduce in un viaggio interiore denso di malinconia e dolore, in una mattina plumbea e piovosa che sembra riflettere lo stato d’animo del poeta. Le immagini di fanali fiocamente illuminati, di pioggia battente e di un convoglio che parte nell’oscurità si mescolano…
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ericagazzoldi · 1 month ago
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Questo è un libro da leggere sorseggiando vin brulé accanto al caminetto. Nei suoi versi, scorre tutta la malinconia dell'autunno, coi suoi fantasmi e la speranza di una rinascita.
LO TROVI QUI:
Questo è un link d'affiliazione Amazon. Riceverò una percentuale sulle vendite.
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queerographies · 3 months ago
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[Ritratto del poeta in autunno][Davide Rocco Colacrai]
Versi di malinconia e perdono in un'atmosfera autunnale. "Ritratto del poeta in autunno" di Davide Rocco Colacrai è un viaggio introspettivo che ti toccherà nel profondo.
Davide Rocco Colacrai torna con “Ritratto del poeta in autunno”: una nuova raccolta di versi intensi e coinvolgenti Titolo: Ritratto del poeta in autunnoScritto da: Davide Rocco ColacraiEdito da: Le Mezzelane edizioniAnno: 2024Pagine: 92ISBN: 9788833287973   La sinossi di Ritratto del poeta in autunno di Davide Rocco Colacrai I versi di Colacrai traggono linfa dalla dimensione della storia di…
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alemicheli76 · 3 months ago
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Il blog presenta “Ritratto del poeta in autunno" di Davide Rocco Colacra Le Mezzelane
A quasi due anni da “D come Davide. Storie di plurali al singolare” il poeta, toscano d’adozione, Davide Rocco Colacrai dal 30 Settembre è nuovamente nelle librerie con la silloge poetica – edita ancora dalla casa editrice anconetana Le Mezzelane – “Ritratto del poeta in autunno – versi di malinconia e perdono”. La raccolta poetica è disponibile su ordinazione in tutte le librerie e store…
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vecchiorovere · 3 months ago
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Piove
Là dietro la finestra, piove, piove
Sopra quel tetto rosso e spaccato
Sopra quel fieno tagliato
Sopra quei campi piove
Si gonfia di grigio il cielo
E il suolo è già grondante di foglie
Si è profumato d'autunno
Il tempo che si addormenta
Mi sembra un bimbo in braccio al vento
Come in un canto d'autunno
Una ballata d'autunno
Un canto triste di malinconia
Vien dietro al giorno che va via
Una ballata in autunno
Pregata a voce spenta
Soffiata come un lamento
Che canta il vento
Piove
Là, dietro la finestra, piove, piove
Sopra quel tetto rosso e spaccato
Sopra quel fieno tagliato
Sopra quei campi, piove
Io ti racconterei
Che sta bruciandosi l'ultimo legno al fuoco e poi
Che la mia povertà
È anche di un sorriso che sono sola ormai
Ma io da sola son finita
E ti racconterei
Che i giovani son giovani perché non sanno mai
Che no, non è la vita
La bella cosa che
Che loro gira in mente, io questo lo so
Magari si potesse
Del domani e del passato
Dire quello che ho sognato
Ma il tempo passa e ti canta pian piano
Con voce sempre più stanca
Una ballata d'autunno
Piove,
Là dietro la finestra, piove, piove
Sopra quel tetto rosso e spaccato
Sopra quel fieno tagliato
Sopra quei campi, piove.
youtube
Ballata d'autunno
È stata scritta da Rafael Alberti nel 1969 e musicata da Juan Manuel Serrat, le interpretazioni italiane sono di Gino Paoli e Mina nel 1972.
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