Tumgik
#assunzione di responsabilità
rosaleona · 1 year
Text
Professoressa colpita dai pallini, per il 67% degli utenti gli studenti meritavano la bocciatura. Il sondaggio SWG
L'avvocato di uno dei ragazzi afferma "Fin dall’inizio abbiamo sottolineato che si trattava di un episodio circoscritto il ragazzo ha avuto 9 in condotta e la media dell’8. Il suo impegno è stato confermato da tutti gli insegnanti: siamo soddisfatti per lui, non è stato facile, un singolo episodio rischiava di compromettere tutto”.
Anche uno stupro è un singolo episodio.
Anche i ragazzi che guidando la Lamborghini oltre i limiti di velocità hanno causato l'incidente a Roma in cui è morto un bimbo di 5 anni hanno commesso un singolo episodio.
Che razza di giustificazione è?
Vogliamo compromettere tutto per un singolo episodio?
Sì, è proprio il caso di comprottersi.
Una bocciatura non è la galera.
Dopo la soperchieria che hanno commesso, era LORO DOVERE rigare dritto per rimediare a quel che avevano compiuto.
Così com'è dovere di ogni cittadino rispettare il prossimo.
Si ricevono premi per compiere il proprio dovere?
No.
No proprio perché sei TENUTO a farlo e non è una scelta opzionale.
Quindi, se alla fine dell'anno scolastico i professori avessero deciso che a dispetto dei bei voti, non meritavano di passare perché dovevano scontare la bravata commessa, se lo meritavano.
È evidente comunque come questi professori siano sulla stessa lunghezza d'onda dei tre bulletti.
Ammettiamo pure che nel secondo quadrimestre abbiano avuto un comportamento esemplare, da 9. Bisognava comunque fare la media con l'insufficienza ottenuta nel primo quadrimestre. E se la matematica non è un'opinione, da questa media si sarebbe ricavato un 6 o un 7.
Non c'era bisogno dell'intervento di Valditara. Bastava applicare il regolamento scolastico e il buon senso.
Ci credo quando la professoressa colpita dice che "questi ragazzi non hanno ancora capito la gravità del gesto che hanno compiuto". Come possono capirla quando sono circondati da adulti che guardano solo al loro rendimento scolastico e non alla loro educazione?
Una volta si bocciava col 6 in condotta!
2 notes · View notes
crazy-so-na-sega · 22 days
Text
mito->poesia->tragedia->metodo scientifico: uno sviluppo straordinario
Il genere tragico in Grecia: riproposizione ed evoluzione del mito arcaico.
La forma della tragedia classica greca è il punto di arrivo di un processo sviluppato a partire da un primitivo nucleo del coro, progressivamente ridimensionato a favore di uno spazio sempre maggiore riservato al dialogo dei personaggi. La tragedia ripropone e riplasma del materiale mitico ereditato dal mondo arcaico. Il suo appellativo si collega etimologicamente alla parola tragos con riferimento al capro, riferimento che è stato interpretato in vari modi quali: a) il sacrificio rituale celebrato alla fine della rappresentazione; b) la maschera indossata dal coreuta, c) il premio dato al vincitore. In ogni caso, si tratta di un riferimento a qualcosa di animalesco, ferino, primitivo, selvaggio (si veda ciò come traccia dell’animalesco selvaggio dionisiaco rispetto all’olimpico armonioso compositore delle passioni rappresentato da Apollo).
La struttura era articolata in un prologo sugli antefatti dell’azione, un parodo, canto di ingresso del coro, gli episodi costituiti da dialoghi con gli stasimi, i canti di stacco tra gli episodi, e l’esodo, canto di uscita. Il coro (12 coreuti ai tempi di Eschilo con uno di loro, il corifeo, dialogante a nome degli altri con gli attori) cantava in armonia con la musica e la danza ( infatti il verbo koreuein significa danzare). Gli attori, tutti di sesso maschile, indossavano maschere, coturni, ovvero alti calzari per essere più visibili agli spettatori e la scena era dotata di macchine teatrali. In genere le rappresentazioni avvenivano in occasioni di feste in onore di Dioniso, dio rurale patrono della fertilità. Erano dei veri e propri festival in cui gareggiavano i poeti tragici con la loro tetralogia (3 tragedie ed un dramma satiresco). C’era una commissione selezionatrice fatta da un arconte ed altri due membri che sceglieva i tre concorrenti per la gara finale, ogni tetralogia veniva rappresentata in una giornata intera e quindi il concorso durava 3 giorni. La giuria per assegnare la vittoria della corona di edera era formata da 1 rappresentante per tribù estratto a sorte da una lista fornita da ognuna delle 10 tribù, che dava una classifica dei concorrenti su una tavoletta, delle 10 poi ne venivano estratte 5 a sorte per avere il vincitore. I contenuti delle opere attingevano ad un patrimonio di racconti mitici tradizionali e la rappresentazione drammatica era fondata sul contrasto, la lacerazione tragica tra protagonista umano e divino e degli uomini tra loro. Tutto il popolo partecipava, lo stato finanziava i poveri con due oboli per indennizzo delle ore di lavoro perdute ed i costi degli spettacolo (scenografia, costumi, attori, coreuti, musicisti) che erano in parte sostenuti anche dalle famiglie ricche, c’era anche un servizio d’ordine dotato di robusti manganelli contro eventuali disturbatori. La partecipazione popolare al "RITO COLLETTIVO" funzionava da presa di coscienza, grazie a questa esteriorizzazione del dramma tragico reso nello spettacolo teatrale, che determinava una presa di distanza, una assunzione di responsabilità collettiva di fronte alle tensioni tremende dell’esistenza umana secondo una visione che affondava le sue radici nei sanguinosi rituali del mondo pre-greco. In questo consiste la CATARSI di cui parla Aristotele: LA RAPPRESENTAZIONE HA UN EFFETTO LIBERATORIO DALLE PASSIONI (i patemata = patemi di animo).
La tragedia si differenzia dal mito per un tratto sostanziale: se nel mito lo scontro è nel mondo divino, qui il piano si sposta sulla violenza tra dei e uomini e degli uomini tra di loro. Questo è testimoniato dal lessico tragico. Sono fondamentali alcune parole chiave ricorrenti nei dialoghi, che mostrano la inconciliabilità nella tragedia di polarità opposte di comportamento: parole da un lato come collera (che però è anche invidia!) (ϕθόνος),e accecamento divino (΄Άτη) , tracotanza (ύβρις), e violenza brutale (βία) , dall’altro legge (νόμος), diritto (δίκη), autorità legale (κράτος), timore (ϕóβος), e pietà (ʹΈλεος), parole che segnano nella loro opposizione il contrasto inconciliabile che caratterizza la tragedia. Viene bollata la tracotanza, si esibiscono i valori morali e le norme etico-sociali cui conformare i comportamenti dei cittadini della polis ed il ricorso al mito serve a rinsaldare il tessuto connettivo della convivenza. Nella trilogia più famosa, l’Orestea, formata da Agamennone, Coefore, Eumenidi, la tragedia si risolve con Oreste portato nella sede suprema della istituzione della polis, l’Areopago, dove Oreste è alla fine assolto e le furiose persecutrici Erinni si trasformano nelle benigne Eumenidi. Si impone la Giustizia, la DIKE, che si esplica nel NOMOS, nella Legge della città, a fronteggiare la violenza, ma ciò non sarà sufficiente se nell’Antigone la legge del cuore e degli affetti si scontrerà con la legge ufficiale della città stessa, che tuttavia prevarrà alla fine. Ma a questo punto, gli Dei c’entrano poco, il conflitto è tra gli uomini, gli Dei sono solo spettatori. I drammi umani riportano le scorie dei drammi divini. Più i conflitti "si umanizzano", più si perde la carica istintiva, travolgente dell’eros e della violenza primitiva e questo porta alla famosa tesi di Nietzsche che ne La nascita della tragedia (1871) vede nelle prime tragedie un equilibrio tra le parti del coro che rappresentano la potenza dionisiaca degli istinti e le parti del dialogo degli attori che moderano con la razionalità apollinea lo scatenamento degli istinti, fino ad arrivare ad Euripide che descrivendo con realismo delle vicende umane fa prevalere il distacco dello spirito superiore ed equilibrato apollineo in contemporanea all’avvento del razionalismo di Socrate in filosofia e la definitiva eclissi del dionisiaco, evento che il filosofo tedesco denuncia come la più grande perdita per tutta la cultura occidentale.
-----
Più i miti perdono valore di Verità, staccati dal culto dionisiaco, più i paragoni e le similitudini linguistiche, da "strati intermedi" tra il mondo degli dei e quello umano subiranno una trasformazione che costituirà i primi gradini delle deduzioni analogiche di cui il metodo empirico si servirà più tardi.
-Franco Sarcinelli (WeSchool)
-Bruno Snell (le origini del pensiero europeo)
12 notes · View notes
gregor-samsung · 5 months
Text
“ Tina, nome di battaglia Gabriella, anni diciassette, giovane come tante nella Resistenza. Non ho mai pensato che noi ragazze e ragazzi che scegliemmo di batterci contro il nazifascismo fossimo eccezionali, ed è questo che vorrei raccontare: la nostra normalità. Nella normalità trovammo la forza per opporci all’orrore, il coraggio, a volte mi viene da dire la nostra beata incoscienza. E così alla morte che ci minacciava, che colpiva le famiglie, gli amici, i paesi, rispondemmo con il desiderio di vita. Bastava aprire la porta di casa per incrociare il crepitare delle armi, le file degli sfollati, imbattersi nella ricerca dei dispersi; partecipare dell’angoscia delle donne in attesa di un ritorno che forse non ci sarebbe stato: ma le macerie erano fuori, non dentro di noi. E se l’unico modo di riprenderci ciò che ci avevano tolto era di imbracciare il fucile, ebbene l’avremmo fatto. Volevamo costruire un mondo migliore non solo per noi, ma per coloro che subivano, che non vedevano, non potevano o non volevano guardare. E se è sempre azzardato decidere per gli altri, temerario arrogarsi il diritto della verità, c’erano le grida di dolore degli innocenti a supportare la nostra scelta, c’era l’oltraggio quotidiano alla dignità umana, c’era la nostra assunzione di responsabilità: eravamo pronti a morire battendoci contro il nemico, a morire detestando la morte, a morire per la pace e per la libertà. Vorrei che voi sfogliaste insieme a me l’album di ricordi, con i volti dei miei tanti compagni di grandi e piccole battaglie, fotografie scattate nei giorni della pace ritrovata, quando ci riconoscemmo simili. Mi rivedo, ci rivedo, con i capelli ricci o lunghi, barbe più o meno incolte, vestiti a casaccio, e tuttavia qua e là spuntano una certa gonna più sbarazzina, scarpe basse ma con le calzette colorate, un fermaglio su una ciocca ribelle, la posa ricercata di un ragazzo, e tutti insieme a guardare diritto l’obiettivo, tutti insieme sapendo che il futuro ci apparteneva, tutti insieme: questa era stata la nostra forza, la nostra bellezza. “
Tina Anselmi con Anna Vinci, Storia di una passione politica, prefazione di Dacia Maraini, Chiarelettere (Collana Reverse - Pamphlet, documenti, storie), 2023; pp. 3-4.
Nota: Testo originariamente pubblicato da Sperling & Kupfer nel 2006 e nel 2016.
23 notes · View notes
susieporta · 3 months
Text
Tumblr media
⚜️I MESSAGGI DI LILITH IN ♎️ #1⚜️
⚠️Essere in una relazione di coppia NON è un traguardo.
🎯Quando trovi un partner, qualunque sia la tua età, non dovresti rilassarti e tranquillizzarti, come se avessi raggiunto l’obiettivo: in realtà sei solo all’inizio di un percorso impegnativo, che è soprattutto un viaggio alla scoperta di chi sei veramente.
🌳Quando due persone si attraggono reciprocamente e danno inizio a una relazione, ufficiale, occasionale o clandestina che sia, significa che i loro alberi genealogici sono in risonanza tra loro. Nell’inconscio di entrambi, ci sono immagini analoghe perturbate, che chiedono di essere viste e sanate.
C’è un piano superiore che opera a nostra insaputa.
😳Di fatto, è il nostro albero genealogico che sceglie di chi farci innamorare!
🥰Inizialmente, ci innamoriamo di una proiezione: vediamo nell’altro un’immagine idealizzata, che soddisfa i nostri bisogni più profondi.
👉La sfida è crescere nella relazione e riuscire e vedere l’altro per quello che è, e accettarlo e rispettarlo proprio cosi com’è.
👉Accettare l’altro così com’è significa anche accettare il suo passato, la sua famiglia d’origine, i suoi precedenti partner, gli eventuali figli.
⚖️Inoltre, all’interno di qualunque relazione, ci deve essere equilibrio tra dare e ricevere: nessuno dei due deve far sentire l’altro in debito, nessuno deve dominare, manipolare, controllare l’altro.
🧬Siamo sempre attratti da chi ci spinge verso il nucleo più profondo di noi stessi.
Perciò è importante comprendere per quale ragione il nostro clan ha bisogno che entriamo in relazione proprio con quella determinata persona!
⚠️Nelle relazioni clandestine, spesso viene rimessa in scena una #triangolazione vissuta da un antenato o da un’antenata, che ha generato molto dolore e talvolta anche figli non riconosciuti.
🫣Se sei in una relazione ufficiale, e hai anche una relazione segreta, ci sono due parti di te che non riesci a far dialogare, e la parte di te che non hai integrato, viene proiettata all’esterno sotto forma di “amante clandestino”. Questo partner non ufficiale ti sta portando un messaggio del tuo clan (e tu stai facendo lo stesso per lui o per lei).
🚨Vale anche se sei in #relazione con una persona impegnata!
🔗Puoi decidere di chiudere la relazione ufficiale per portare alla luce la tua nuova passione, ma se prima non avrai incontrato quella parte di te che neghi, se non avrai compreso quale immagine inconscia chiede di essere sanata, lo schema si ripeterà, e la catena delle infedeltà e delle triangolazioni non si spezzerà.
🔂Tutto si ripete, se non c’è consapevolezza, assunzione di responsabilità e presa di coscienza.
Tutto si ripete, se non siamo onesti con noi stessi!
🚧Le relazioni, tutte le relazioni, sono occasioni di crescita e di lavoro su di sé. Non sono traguardi.
Perciò, non sei esente dal doverti mettere in discussione solo perché hai trovato un partner (o due 🤭)
Anzi…😉
To be continued…
💫 𝖑𝖆 𝖋𝖆𝖙𝖆𝖙𝖚𝖗𝖈𝖎𝖓𝖆💫 feat. Lilith in Bilancia
✍️ Roberta Turci
7 notes · View notes
albumdellefigurine · 1 year
Text
Tumblr media
Drazen
Il “nostro” Europeo. Così chiamavamo tra di noi la competizione continentale che stava per iniziare nel giugno del 1989 a Zagabria. E non ci riferivamo solo al fatto che si sarebbero giocati a casa nostra. Era il “nostro” Europeo perché semplicemente nessuno di noi contemplava la possibilità di farsi sfuggire la vittoria. Era passato meno di un anno dall’argento di Seul ma in realtà sembrava molto, molto più tempo. In quei 9 mesi molti di noi avevano fatto il salto più importante, difficile e decisivo: quello di passare da grandi promesse a essere atleti “veri”, finiti e completi. E soprattutto il passaggio, ancora più complesso, da ragazzi a uomini. Passaggio che nella vita, come nello sport, arriva solo quando scatta il momento della “assunzione di responsabilità”.Ebbene, quello è stato il MOMENTO. Quella è stata la competizione della svolta. Dentro di noi, nelle settimane di ritiro prima dell’inizio degli Europei, ci eravamo assunti, dal primo all’ultimo, la responsabilità di vincere quell’edizione. Io avevo 25 anni, Zarko e Jure 23, Dino 22, Vlade e Toni 21.Praticamente giovani ma al tempo stesso consci che il primo grande momento della verità era arrivato.
2 notes · View notes
countrysidekid · 2 years
Text
Ciao Bruna <3
Tumblr media
La vita è fatta - anche, e spesso - di situazioni contingenti. Incastri che dipendono solo in parte dalle nostre scelte, e che sono il risultato mutante di quell’entropia che dovremmo sempre accettare come un dato di fatto, piuttosto contemplandola come meraviglia e mistero dell’esistenza.
Di questo, ci penso spesso, è fatto l’incontro con certi professori a scuola. Porte scorrevoli che possono davvero incidere sui destini. Pur scegliendo la scuola (per chi vuole e può), nessuno sa veramente a cosa vada incontro. Chi saranno i propri nemici o i propri alleati, di quale pietre sarà selciata la strada. E chi saprà tenderti una mano quando sarai in difficoltà.
Per me in quegli anni tumultuosi e parecchio conflittuali, la prof. Bruna Vero fu lo sguardo comprensivo di cui spesso avevo bisogno. Aiutata dal suo ruolo in educazione fisica (sicuramente meno esposta su certi giudizi) e dalla sua enorme passione per la recitazione- scriveva, recitava, esplodeva di teatro - seppe esserci quando tutto sembrava pronto a crollare. Con una parola, con una assunzione di responsabilità di fronte al resto del consiglio. E io di questo le sarò per sempre grato.
La vidi l’ultima volta ormai qualche anno fa, quando mi invitò a scuola da ex studente per un laboratorio sulla radio. Era forse il 2015. La abbracciai forte e le dissi che ero stato fortunato, di quelle fortune che non ti scegli. Oggi vengo a conoscere la triste notizia che Bruna è mancata, lasciando il marito Marcello e le tre figlie a cui mando le mie condoglianze. Sono sicuro che avrà dato loro l’amore che sapeva mettere in circolo ovunque fosse.
È uno strano periodo questo, pieno di notizie difficili che riguardano persone che conosco. Forse stiamo facendo un po’ i conti con il delirio di questi tempi malati, forse son solo gli anni che passano. Forse… niente. Tocca accettarlo. A chi ha subito un lutto, a chi sta soffrendo, a chi ha sbatti, a chi non ce la fa, a chi è incastrato nel dolore mando un po’ di amore. E pure un po’ di entropia, mistero e meraviglia.
2 notes · View notes
lamilanomagazine · 3 months
Text
Poggio Mirteto: controlli alla movida, una denuncia a piede libero e quattro patenti ritirate
Tumblr media
Poggio Mirteto (Rieti): controlli alla movida, una denuncia a piede libero e quattro patenti ritirate. Sono ormai costanti i dispositivi di controllo del territorio posti in atto dalla Compagnia Carabinieri di Poggio Mirteto (Rieti). Ogni weekend, infatti, vengono dispiegati uomini e mezzi in orari serali e notturni nei pressi dei luoghi maggiormente frequentati dai giovani della “movida mirtense” e lungo le principali arterie stradali che attraversano il territorio al fine di prevenire, mediante la capillare presenza di Carabinieri, atteggiamenti pericolosi per la propria ed altrui incolumità come quello di porsi alla guida dopo aver assunto una quantità eccessiva di bevande alcoliche o sostanze stupefacenti. Nonostante il costante impegno profuso in tal senso da parte dell’Arma, continuano a registrarsi controlli a conducenti in stato di alterazione psicofisica dovuta ad un’eccessiva assunzione di sostanze alcoliche. Un 36enne, nel corso di un controllo alla circolazione stradale, è stato trovato con un tasso alcolemico ben oltre il consentito così come accertato tramite etilometro. L’uomo, interpellato a riguardo, ha inoltre rifiutato di essere sottoposto alle verifiche volte ad accertare un eventuale uso di sostanze stupefacenti: a questo punto, oltre al ritiro della patente di guida ed alla relativa sanzione amministrativa, è scattato per l’interessato anche il deferimento in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria e la segnalazione alla Prefettura di Rieti per i successivi adempimenti. Nel complesso, i servizi dei Carabinieri hanno permesso di controllare 42 veicoli e 6 esercizi pubblici, nonché elevare 12 sanzioni per altrettante infrazioni al Codice della Strada con il conseguente ritiro di ulteriori 4 patenti di guida. Si dà atto, come di consueto, che il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e che eventuali responsabilità penali saranno valutate dall’Autorità Giudiziaria.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
mypickleoperapeanut · 4 months
Text
Tumblr media
"Se non vai a votare, non ti potrai lamentare"
di Riccardo Rescio
A cosa servono le dichiarazioni, le constatazioni e le affermazioni riguardanti ciò che si intende fare, se poi, nell’effettivo riscontro dei fatti, emerge una palese incapacità nel concretizzare, nell’agire e nel mantenere coerenza?
Le parole, per quanto ben orchestrate e promettenti, perdono ogni valore se non sono supportate da azioni corrispondenti e tangibili.
Questa situazione crea un’enorme frattura, un divario spropositato, una discrasia evidente tra le intenzioni proclamate e la realtà dei fatti.
Tale disconnessione tra ciò che viene detto e ciò che viene fatto non solo minaccia di incrinare la fiducia del pubblico, ma accentua anche un senso di frustrazione e di sfiducia nelle istituzioni.
Solo attraverso una diversa visione nella concessione del consenso, un’ottica che privilegi la trasparenza e la partecipazione attiva, e grazie a una vera e concreta assunzione di responsabilità da parte di chi gestisce la cosa pubblica a livello locale, regionale e nazionale, sarà possibile stimolare e supportare quel cambiamento che tutti noi, in varia misura, auspichiamo.
Dobbiamo prendere coscienza che i mutamenti significativi e positivi non possono essere solo annunciati attraverso discorsi altisonanti e promesse vane, richiedono un impegno effettivo e un’azione coerente e continua da parte dei responsabili della governance.
Le parole, trasformate in azioni concrete, devono superare l’impotenza che troppo spesso caratterizza il panorama politico e amministrativo. Non basta più dichiarare buoni intenti, è necessario tradurli in realtà con decisione e costanza, monitorando e adattando le strategie come necessario.
Affinché le speranze e le aspettative dei singoli e della collettività non restino deluse, è fondamentale che le promesse non cadano nel vuoto, ma trovino una concreta attuazione.
Solo così potremo riuscire a colmare quel divario tra promesse e realtà, restituendo fiducia e speranza a chi ci è accanto e alla collettività, per realizzare insieme una società più giusta e prospera per tutti.
L’incapacità del potere in generale, nella accezione più ampia del termine, può riferirsi a una molteplicità di contesti e di concetti diversi, a livello interpersonale, sociale e istituzionale.
L’inettitudine operativa di chi detiene un piccolo o grande poter, si può manifestare attraverso la mancanza di efficacia o competenza e nel prendere decisioni, nell’attuare scelte, nel praticare politiche o ancora peggio nell’inculcare ideologie.
Questo stato di cose dipende in prima istanza dalla concessione di consenso, che si manifesta a sua volta con l’accettazione supina dell’altrui decisione, che può avvenire per fede, per fiducia, per ignoranza, per incapacità valutativa, con il conseguente consenso che inevitabilmente si concede.
Ovviamente altri vari fattori concorrono a determinare l’incapacità di gestire un qualsiasi potere, come la mancanza di visione, la corruzione, i conflitti interni, le limitate capacità tecniche. Grandi limiti che nonostante tutto, in virtù del consenso ricevuto, senza una capacità critica del singolo concessore permette ad alcuni di esercitare impunemente e senza alcuna responsabilità un potere in modo indebito.
"Se non vai a votare, non ti potrai lamentare", non è solo uno slogan, in realtà vuole essere uno stimolo, una sollecitazione per far comprendere che il non voto non è una protesta ma una pericolosa delega in bianco, la cui responsabilità ricadrà unicamente su chi ha deciso di astenersi dal prendere una posizione esprimendo quel diritto capace di cambiare in modo pacifico e civile il corso delle cose.
Firenze, 8 giugno 2024
0 notes
motoautogratis · 4 months
Text
Esplorare il fascino delle auto solo per viaggiare: un cambiamento nelle preferenze automobilistiche
In un’era in cui la proprietà è sempre più vista attraverso una lente diversa, il concetto di un’auto “solo per il viaggio” sta guadagnando terreno. Il modello tradizionale di acquisto definitivo di un veicolo, manutenzione dello stesso e assunzione della responsabilità della proprietà viene messo in discussione da un numero crescente di persone che cercano la comodità e la flessibilità offerte dai servizi di ride-sharing e di noleggio auto. Questo cambiamento riflette una tendenza più ampia verso l’accesso rispetto alla proprietà, guidata da fattori quali l’urbanizzazione, le preoccupazioni ambientali e l’evoluzione dei comportamenti dei consumatori.
Il fascino di un'auto di sola corsa risiede nella sua semplicità ed efficienza in termini di costi. Invece di investire una quantità significativa di capitale in un bene in deprezzamento, gli individui possono optare per soluzioni di trasporto su richiesta che forniscano loro l’accesso a un veicolo quando necessario, senza i relativi oneri di manutenzione, assicurazione e spese di parcheggio. Questo approccio offre un livello di libertà finanziaria e flessibilità che è particolarmente attraente per coloro che vivono in ambienti urbani dove lo spazio è limitato e il costo di proprietà dell’auto può essere proibitivo.
Inoltre, le auto solo per viaggiare sono in linea con la crescente enfasi sulla sostenibilità e sulla consapevolezza ambientale. Riducendo il numero di veicoli privati ​​sulle strade, possiamo alleviare la congestione, diminuire l’inquinamento e mitigare l’impronta di carbonio associata alla produzione e allo smaltimento delle automobili. I servizi di ride-sharing e noleggio hanno anche il potenziale per promuovere l’adozione di veicoli elettrici e ibridi, contribuendo ulteriormente agli sforzi volti a combattere il cambiamento climatico.
Da un punto di vista pratico, le auto solo per la corsa offrono comodità e accessibilità. Con un semplice tocco sullo schermo dello smartphone, le persone possono chiamare un veicolo nella loro posizione in pochi minuti, eliminando la necessità di noiose ricerche di parcheggio o di fare affidamento sugli orari dei trasporti pubblici. Questa natura del trasporto su richiesta migliora la mobilità per le persone che potrebbero non possedere un’auto o che preferiscono non guidare, come gli anziani, le persone con disabilità o coloro che scelgono di vivere uno stile di vita senza auto.
L’aumento delle auto a uso esclusivo ha implicazioni significative per l’industria automobilistica. Le case automobilistiche collaborano sempre più con società di ride-sharing e investono in iniziative di mobilità come servizio per adattarsi alle mutevoli preferenze dei consumatori e rimanere competitivi in ​​un panorama in rapida evoluzione. Questo spostamento verso soluzioni di mobilità sottolinea il riconoscimento da parte del settore della necessità di innovare e diversificare oltre i modelli di produzione tradizionali.
Tuttavia, nonostante il fascino delle auto a uso esclusivo, ci sono sfide che devono essere affrontate. Persistono preoccupazioni circa la sicurezza, l’affidabilità e la privacy, con alcuni individui riluttanti ad affidare le proprie esigenze di trasporto a servizi di terze parti. Inoltre, la sostenibilità economica delle piattaforme di ride-sharing e di noleggio dipende da fattori quali prezzi, regolamentazione e progressi tecnologici, che potrebbero incidere sulla loro sostenibilità a lungo termine.
Per maggiori informazioni:-
Cerco Macchina Solo Passaggio
Auto Regalo Solo Passaggio
0 notes
italianvocabulary · 4 months
Text
rivendicazione rivendicazione /rivendikatˈtsjone/ feminine noun 1 (richiesta) claim, demand -i sociali social demands -i salariali wage demands or claims fare una rivendicazione salariale to make a wage claim -i sindacali union demands -i territoriali territorial claims la rivendicazione di un territorio da parte di uno stato the claim of a state to a territory la rivendicazione di un diritto the demanding of a right 2 (assunzione di responsabilità) claiming of responsibility (di for) rivendicazione di un attentato the claiming of responsibility for an attack
0 notes
alessandropedone · 4 months
Text
Diritto di famiglia - adozione
 Cass. civ., 8 marzo 2024 n. 6339  Nell’attività di accertamento dello stato di adottabilità, il giudice di merito deve esprimere una previsione sull’effettiva e attuale possibilità di recupero della capacità genitoriale, attraverso un percorso di crescita e sviluppo delle capacità e competenze genitoriali, con riferimento in primo luogo alla elaborazione, da parte dei genitori, di un progetto, anche futuro, di assunzione diretta della responsabilità genitoriale, caratterizzata da cura, accudimento, coabitazione con il minore, ancorché con l’aiuto di parenti o di terzi, ed avvalendosi dell’intervento dei servizi territoriali.  Read the full article
0 notes
Text
Adani: "Poca assunzione di responsabilità da parte di allenatore e società"
Daniele Adani ha voluto commentare quello che è il difficile momento della Juventus calcolando anche la sconfitta di ieri con la Lazio. Intervenuto ai microfoni della Domenica Sportiva, Daniele Adani, ha parlato del momento della Juventus, commentando la sconfitta arrivata contro la Lazio all’Olimpico e la mancanza di risultati positivi da ormai molto tempo: “Tornando su quello che diceva…
View On WordPress
0 notes
cinquecolonnemagazine · 9 months
Text
La ricetta medica elettronica manda in soffitta la sorella cartacea
La ricetta medica elettronica, dal 2024, manderà in soffitta definitivamente la sorella maggiore in formato cartaceo. A stabilirlo è stato il Decreto semplificazioni approvato due giorni fa dal Consiglio dei Ministri. Entrata in vigore più di dieci anni fa, la ricetta digitale (o dematerializzata) ha avuto un enorme diffusione durante il Covid e, ora, con il nuovo Decreto diventa strutturale. Il decreto contiene anche altre novità. Come funziona la ricetta elettronica Regolata dal decreto interministeriale del 2 novembre 2011, la ricetta elettronica ha avuto da subito un'ampia diffusione per la prescrizione sia di farmaci sia di prestazioni ambulatoriali. Durante la pandemia, per evitare l'affollamento negli studi medici e assicurare i farmaci ai pazienti fragili, la digitalizzazione della ricetta medica ha avuto un forte impulso. Il Decreto del 30 dicembre 2020 ha esteso la dematerializzazione delle ricette mediche anche ai farmaci non a carico del Servizio Sanitario Nazionale, ai medicinali a base di stupefacenti e per la terapia del dolore. Ha, inoltre, consentito il rilascio del promemoria attraverso più canali. Una volta emessa la ricetta elettronica, infatti, si genera un Numero di Ricetta Elettronica, un codice alfanumerico di 15 cifre, che il medico deve comunicare al paziente e può farlo attraverso un sms, Mail ordinaria, PEC, comunicazione telefonica. Il paziente può anche entrare nel Fascicolo sanitario elettronico opportunamente attivato. Per acquistare i farmaci, il paziente comunica alla farmacia il numero della ricetta e il proprio codice fiscale. La ricetta medica elettronica diventa strutturale A partire dal prossimo anno la ricetta medica digitale sarà erogata, dunque, per la prescrizione di ogni tipo di farmaco e coprirà tutte le prestazioni sanitarie: i trattamenti terapeutici, i servizi riabilitativi e i presidi per pazienti cronici e con patologie invalidanti. Per queste ultime due tipologie di pazienti, è prevista l'introduzione dell'elemento ripetibilità. La prescrizione dei farmaci, cioè, conterrà indicazioni per un intero anno. Ciò eviterà al paziente cronico il rivolgersi mensilmente al medico per la prescrizione del farmaco. I medici, inoltre, potranno personalizzare più facilmente il percorso di cura facendo le opportune modifiche in un arco temporale di 12 mesi. La ricetta elettronica potrà essere utilizzata sull'intero territorio nazionale. I paziente, cioè, potrà acquistare i farmaci anche se si trova in regioni diverse da quelle di residenza. Le altre novità introdotte dal decreto Un'altra novità introdotta dal decreto affida un ruolo di responsabilità ai farmacisti. Secondo quanto stabilito, infatti, alla consegna dei farmaci i farmacisti dovranno informare i pazienti sulla modalità di assunzione dei farmaci. Dovrà inoltre monitorare la corretta assunzione dei farmaci e dove riscontrasse delle difficoltà da parte del paziente dovrà informare il medico di base perché risolva il problema in base alle sue competenze. Sulla nuova ricetta, infine, non andrà più segnato il nome del paziente bensì solo il suo codice fiscale. In copertina foto di Michal Jarmoluk da Pixabay Read the full article
0 notes
silenziodorato · 9 months
Note
Caro anonimo, non prendertela troppo. Mi sono vaccinato (dosi 1 e 2) e ho anche avuto il covid per due anni di seguito. In casa siamo tutti stra-vaccinati perché abbiamo questo vizio di prendere sul serio la scienza, piuttosto che dare orecchio a cliccaquipertuttalaverita.com. Vorrei solo farti una piccola precisazione: non è un diritto non vaccinarsi, è una scelta che comporta una assunzione di responsabilità. Vero, non c'è un obbligo legale di vaccinarsi ma - almeno a casa mia, vale a dire per quello che concerne la mia vita e quella dei miei familiari - se si è persone quantomeno decenti e se non si hanno motivi di salute tali da rendere preferibile la non-vaccinazione, scegliere di non farlo per ragioni etiche, politiche o complottistiche è solo e soltanto una scelta, non un diritto. La differenza è evidente: una scelta può ben essere una scelta di merda, in quanto mette in pericolo persone indifese ed incolpevoli, e si può avere di fatto il diritto di fare scelte di merda pur ammettendo poi di prendersi la responsabilità di essere gente di merda. Esclusi i presenti (...) o no? Un saluto. Il fantasma di Casaleggio mi ha detto di dirti che erano tutte cazzate.
Sta diventando un dibattito infinito, io mi sono persa. Quanti anonimi ci sono che parlano? 3?
1 note · View note
decadentdjentleman · 10 months
Text
I POVERI MUOIONO PRIMA
I comunisti e i problemi di oggi
Riforme assistenziali e riforme sociali
A queste domande neppure il Partito socialista unificato, che ha diretto il Ministero della Sanità negli ultimi anni, ha saputo dare risposta: sia perché ha nutrito l'illusione di poter strappare alla DC alcune riforme degli ordinamenti sanitari senza contestare il suo predominio politico, anzi consolidandolo, sia perché ha perduto di vista lo stretto collegamento fra tutela della salute e modifica della condizione umana, fra politica sanitaria e trasformazione generale della società. Il Ministro della Sanità sen. Mariotti ha esposto la tesi che << l'economia di mercato rimane insostituibile come produttrice di benessere >> (cioè che il capitalismo è capace di garantire i diritti dell'uomo), e che perciò << è inutile, e può essere pericoloso, continuare a chiamarla in causa >>. Da ciò deriverebbe che << non una rivoluzione economica può e deve fare in Italia il movimento operaio moderno, ma una grande rivoluzione sociale, per la quale il paese è maturo: la rivoluzione dell'assistenza >>. In questa separazione fra riforme assistenziali e riforme economiche si perde di vista l'unitarietà del tessuto sociale, le implicazioni dell'economia sullo stato di salute (occupazione o disoccupazione, scelta di determinati consumi o di altri, condizioni ambientali di lavoro, rapporti fra città e campagna, e così via), si perde di vista l'esigenza che per sottrarre non solo la salute, ma perfino le istituzioni assistenziali alle leggi del mercato, cioè alle disponibilità finanziarie di ogni individuo, la << rivoluzione dell'assistenza >> debba spingersi in campi collaterali, intaccare profitti economici e poteri politici assai intrecciati con quelli delle classi dominanti del paese. E' sufficiente fare tre esempi. Uno dei punti di contrasto nella politica sanitaria è quello della scelta delle istituzioni alle quali deve essere affidata la protezione della salute. Vi è una tendenza unitaria, che attribuisce i servizi al Ministero della Sanità, ed alle articolazioni democratiche dello Stato (Regioni, Provincia, Comuni), e che fa perno sulle Unità sanitarie locali, organizzate su base territoriale. Vi è un'opposta tendenza, secondo la quale i diversi momenti dell'intervento sanitario dovrebbero essere demandati a diverse istituzioni: la prevenzione ambientale fuori dalle fabbriche ad organi dello stato, la salute nei luoghi di lavoro all'Ente nazionale prevenzione infortuni, il ricovero dei malati ad Enti ospedalieri autonomi, il restante delle cure alle mutue ed ai medici convenzionati. Si tratta, in sostanza, di scegliere fra un sistema di assunzione diretta di responsabilità da parte dello Stato, e un sistema di deleghe a centri di potere autonomi ed incontrollati. La tendenza unitaria è affermata nella Costituzione, e prevale nell'opinione pubblica e fra gli studiosi, ma incontra fortissime resistenze nella sua attuazione pratica, perché la DC non è disposta a rinunciare alle << zone d'influenza >> che è riuscita a creare intorno alle istituzioni sanitarie, amministrate in prevalenza da suoi uomini. Senza un allargamento della democrazia in tutto il paese, queste resistenze non potranno essere vinte. Il secondo esempio è quello della produzione e dei prezzi dei medicinali. Il PCI ha proposto la nazionalizzazione di questo settore, per garantire farmaci accessibili e controllati a tutta la popolazione, per salvare le mutue dal dissesto finanziario causato dagli altissimi profitti dei monopoli. Ma anche senza giungere subito a questa misura, il ministro della Sanità avrebbe già i poteri per ridurre i prezzi dei prodotti in commercio fino al 50-70 per cento, pur lasciando con ciò un certo << onesto >> utile all'industria; oppure i grandi enti mutualistici e gli ospedali potrebbero unirsi per contrattare direttamente con l'industria i prodotti, o indire aste pubbliche che consentirebbero analoghe riduzioni. Ma questo significa porre limiti all'economia di mercato, che il ministro della Sanità considera invece fonte insostituibile di benessere.
Tumblr media
Testo di Giovanni Berlinguer, 1968
-A cura della Sezione centrale stampa e propaganda del PCI
0 notes
scienza-magia · 1 year
Text
Hacking Etico, come lavorare nei Servizi Segreti Italiani
Gli 007 italiani stanno assumendo. Ecco i profili ricercati. Cambiano le minacce al Paese, e con esse le professionalità che servono a difenderlo. Pubblicato un avviso per esperti in algoritmica per la crittoanalisi, fotointerpretazione di immagini satellitari e tecniche di machine learning per il riconoscimento biometrico. Petrelli (Roma Tre): “Sembra iniziato il processo di trasformazione digitale per rafforzare la raccolta” Cambiano le minacce alla sicurezza nazionale e l’intelligence di conseguenza. Lo racconta un avviso di ricerca pubblicato oggi dal Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica. L’intelligence italiana è, infatti, alla ricerca di giovani esperti in algoritmica per la crittoanalisi, fotointerpretazione di immagini satellitari e tecniche di machine learning per il riconoscimento biometrico. Risorse per difendere il Paese Il comparto, si legge in una nota, “seleziona costantemente le migliori risorse da porre a servizio del Paese, per la salvaguardia della sicurezza nazionale e per la tutela degli interessi strategici in campo politico, militare, economico, scientifico e industriale”. Oltre alle competenze tecniche, sono richiesti affidabilità e sicurezza, forte senso di responsabilità e di attaccamento alle istituzioni dello Stato, nonché comprovate doti di riservatezza, spiegano gli 007.
Tumblr media
James Bond La selezione All’esito di un preliminare screening curriculare, i candidati saranno sottoposti alle previste procedure selettive, comprendenti la verifica del possesso di adeguate conoscenze e competenze professionali, dell’idoneità psico-fisica e attitudinale e dei requisiti di affidabilità e sicurezza. In caso di assunzione, la qualifica professionale attribuita terrà conto degli esiti della selezione, dei titoli di studio e delle esperienze professionali del candidato. La presentazione delle candidature è aperta fino alle ore 24:00 del 30 giugno 2023. Le candidature spontanee Per entrare a far parte dell’intelligence italiana resta sempre aperta la possibilità di presentare la propria candidatura spontanea attraverso la procedura on-line della sezione “Lavora con Noi”. I profili professionali di maggiore attenzione al momento in relazione ai settori di intervento sono quelli di: analista (in ambito geopolitico, del contrasto ai fenomeni del terrorismo e dell’eversione); esperto in campo economico (golden power, green economy e transizione energetica); conoscitore di lingue rare e dialetti d’area; tecnico della sicurezza cibernetica e nel campo dei droni; esperto nella ricerca informativa. Anche le candidature spontanee acquisite mediante la piattaforma on-line saranno sottoposte all’iter selettivo strutturato di cui sopra, preordinato all’individuazione delle risorse maggiormente rispondenti alle specifiche esigenze di impiego. Un’altra via per il reclutamento nell’intelligence italiana è la ricerca mirata di professionalità attraverso la collaborazione con i migliori atenei nazionali. Il commento di Petrlli (Roma tre) “Da questo avviso sembra che nell’intelligence italiana, tradizionalmente basata per buona parte sulla human intelligence, sia iniziato il processo di trasformazione digitale per rafforzare la raccolta, l’ambito in cui è più chiaro l’impatto delle nuove tecnologie, a differenza dell’analisi”, commenta Niccolò Petrelli, docente di studi strategici all’Università Roma Tre. “Inoltre i profili ricercati suggeriscono che in passato il sistema educativo non abbia prodotto le competenze necessarie o forse, più probabilmente, che chi ne è in possesso non abbia fino a oggi considerato l’opportunità di metterle al servizio dell’intelligence”. Read the full article
0 notes