#anziano salvato
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Anziano soccorso in casa dai Carabinieri nel cuore della notte: sta bene.
Novi Ligure – Una telefonata nel cuore della notte. Una donna segnala all’operatore della Centrale Operativa di sentire lamenti e sommesse richieste di aiuto ma di non capire da dove provengano
Novi Ligure – Una telefonata nel cuore della notte. Una donna segnala all’operatore della Centrale Operativa di sentire lamenti e sommesse richieste di aiuto ma di non capire da dove provengano. La Gazzella dei Carabinieri arriva rapidamente sul posto, raggiunge la richiedente, cerca di comprendere da dove possano provenire quelle che, a tutti gli effetti sono sofferenti richieste di aiuto. I…
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Ceccano, i vigili urbani salvano la vita ad un uomo che rischiava di morire bruciato
E’ stato trasportato con un’eliambulanza in un ospedale della capitale per le gravi ustioni riportate ma deve la vita al coraggioso e tempestivo intervento dei vigili urbani di Ceccano, che sono riusciti a sottrarlo alle fiamme, prima che fosse troppo tardi. Qualche minuto di ritardo e avremmo contato un’altra vittima degli incendi. E’ accaduto stamane a Ceccano, in contrada Passo del cardinale,…
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Perché la canzone si chiama "Bohemian Rhapsody"?
Perché dura esattamente 5 minuti e 55 secondi?
Di cosa parla realmente questa canzone?
Perché il film dei Queen è stato rilasciato il 31 ottobre?
Il film è stato rilasciato il 31 ottobre perché il singolo è stato ascoltato per la prima volta il 31 ottobre 1975. La canzone è intitolata così perché una "Rapsodia" è una composizione musicale libera, composta da diverse parti e temi apparentemente non correlati tra loro. La parola "rapsodia" deriva dal greco e significa "parti assemblate di una canzone". La parola "bohemienne" fa riferimento a una regione della Repubblica Ceca chiamata Boemia, luogo di nascita di Faust, il protagonista dell'opera di Goethe. Nell'opera di Goethe, Faust è un anziano molto intelligente che sa tutto tranne il mistero della vita. Non comprendendolo, decide di avvelenarsi.
Proprio in quel momento, suonano le campane della chiesa e lui esce. Al ritorno, incontra un cane che si trasforma in una sorta di uomo: è il diavolo Mefistofele, che gli promette una vita piena in cambio della sua anima. Faust accetta, ringiovanisce e diventa arrogante. Incontra Gretchen e hanno un figlio, ma la moglie e il figlio muoiono. Faust viaggia attraverso il tempo e lo spazio, sentendosi potente, ma invecchiando di nuovo, si sente nuovamente infelice. Non avendo rotto il patto con il diavolo, gli angeli si contendono la sua anima. Questa opera è fondamentale per comprendere "Bohemian Rhapsody".
La canzone parla dello stesso Freddie Mercury. Essendo una rapsodia, ci sono 7 parti diverse:
Primo e secondo atto A Capella
Terzo atto Ballata
Quarto atto Solo di chitarra
Quinto atto Opera
Sesto atto Rock
Settimo atto "Coda" o atto finale
La canzone parla di un ragazzo povero che si chiede se questa vita sia reale o una sua immaginazione distorta. Dice che, anche se smettesse di vivere, il vento continuerebbe a soffiare senza la sua esistenza. Così fa un patto con il diavolo e vende la sua anima. Dopo aver preso questa decisione, corre a raccontarlo a sua madre e le dice: "Mamma, ho appena ucciso un uomo, gli ho messo una pistola alla testa e ora è morto. Ho buttato via la mia vita. Se non torno domani, continua come se nulla importasse..." Quell'uomo che uccide è se stesso, Freddie Mercury.
Se non rispetta il patto con il diavolo, morirà immediatamente. Si congeda dai suoi cari e sua madre scoppia in lacrime, lacrime che si riflettono nelle note di chitarra di Brian May. Freddie, spaventato, grida "Mamma, non voglio morire" e inizia la parte operistica. Freddie si trova su un piano astrale dove vede se stesso: "Vedo una piccola silhouette di un uomo" e chiede "Scaramouche, vuoi fare una lite?" Scaramouche è una piccola disputa tra eserciti a cavallo (i 4 cavalieri dell'Apocalisse del male combattono contro le forze del bene per l'anima di Freddie) e continua dicendo "Fulmini e saette mi spaventano molto". Questa frase appare nella Bibbia, precisamente in Giobbe 37: "il tuono e il lampo mi spaventano: il mio cuore batte nel mio petto". Sua madre, vedendolo così spaventato per la sua decisione, supplica che venga salvato dal patto con Mefistofele. "È solo un povero ragazzo... Perdona la sua vita da questa mostruosità. Ciò che viene facile, facile se ne va, lo lascerai andare?" Le sue suppliche vengono ascoltate e gli angeli scendono per combattere contro le forze del male. "Bismillah" (parola araba che significa "Nel nome di Dio") è la prima parola che appare nel Corano, il libro sacro dei musulmani. Così Dio stesso appare e grida "Non ti abbandoneremo, lascialo andare".
Di fronte a tale confronto tra le forze del bene e del male, Freddie teme per la vita di sua madre e le dice "Mamma mia, mamma mia, lasciami andare". Dal cielo gridano di nuovo che non lo abbandoneranno e Freddie grida "no, no, no, no, no" e dice "Belzebù (il Signore delle Tenebre) potrebbe aver messo un diavolo con te madre". Freddie rende omaggio a Wolfgang Amadeus Mozart e Johann Sebastian Bach quando canta "Figaro, Magnifico" riferendosi a "Le Nozze di Figaro" di Mozart e al "Magnificat" di Bach. Finisce la parte operistica e inizia la parte rock. Il diavolo, collerico e tradito da Freddie per non aver rispettato il patto, dice "Pensi di poter insultarmi in questo modo? Pensi di poter venire da me per poi abbandonarmi? Pensi di potermi amare e lasciarmi morire?" È sconvolgente come il signore del male si senta impotente di fronte a un essere umano, di fronte al pentimento e all'amore. Persa la battaglia, il diavolo se ne va e si arriva all'ultimo atto o "coda" dove Freddie è libero e quella sensazione lo conforta. Suona il gong che chiude la canzone. Il gong è uno strumento utilizzato in Cina e nell'estremo oriente asiatico per curare persone sotto l'influenza di spiriti maligni.
La canzone dura 5 minuti e 55 secondi. A Freddie piaceva l'astrologia e il 555 in numerologia è associato alla morte, non fisica, ma spirituale, la fine di qualcosa dove gli angeli ti proteggeranno. Il 555 è legato a Dio e al divino, una fine che darà inizio a una nuova fase. La canzone è stata ascoltata per la prima volta la vigilia di Ognissanti. Una festività chiamata "Samhain" dai celti per celebrare la transizione e l'apertura all'altro mondo. I celti credevano che il mondo dei vivi e dei morti fossero quasi uniti e il giorno dei morti entrambi i mondi si unissero permettendo agli spiriti di transitare dall'altra parte. Nulla in "Bohemian Rhapsody" è casuale. Tutto è molto misurato, lavorato e ha un significato che va oltre l'essere una semplice canzone. È stata votata a livello mondiale come la miglior canzone di tutti i tempi. Questo tema ha rappresentato un cambiamento radicale per i Queen, come se davvero avessero fatto un patto con il diavolo, ha cambiato le loro vite per sempre e li ha resi immortali.
rubato dalla pagina Facebook
*Il Rock è la miglior musica del mondo*
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Decalogo di Ferragosto
1.
Ogni tanto goditi un respiro, uno sguardo e altre cose che puoi fare da solo.
2.
Chiedi a un amico di camminare a torso nudo in un mattino d'estate in una strada di campagna.
3.
Leggi Omero e Virgilio e Ariosto e Leopardi finchè sei in vita, prima di essere vecchio, prima di essere cieco.
4.
Forse non lo sai, ma sulla punta delle nostre dita c’è ricamata in oro la parola Dio.
5.
La semplicità è una qualità interessante quando è la parte finale di una lunga complicazione. La semplicità arriva tardi o non arriva mai.
6.
Se non sei malato devi fare una grande festa. Organizzala subito.
7.
Quando ti occupi di un anziano pensa a come Enea portava sulle spalle suo padre
8.
Fai buon uso delle parole, la parola è sacra, è un pugno o una stella.
9.
Un essere umano dovrebbe essere guardato ogni giorno come lo si guarda il giorno che ha perso un figlio.
10.
Non ti puoi salvare per sempre, ma è bellissimo che ti sei salvato finora.
P.S.
Buon ferragosto a tutti.
Franco Arminio
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omaggio a un'icona (non solo di tumblr)
Quando Boni de Castellane stava per morire, Chacha de St.S. si recò al capezzale per avere indietro le lettere d’amore che sua sorella Antoinette gli aveva scritto. Boni si fece portare il bauletto dove era raccolto e classificato mezzo secolo di corrispondenza amorosa e le consegnò il carteggio richiesto. «Vorrei anche quelle di mia sorella Pauline» disse allora Chacha. «Eccole, avete bisogno di qualcos’altro?» disse con un debole sorriso il morituro. «Visto che ci siamo, datemi anche le mie...».
Marie-Ernest-Paul-Boniface, conte di Castellane-Novejan, Boni per gli amici, fu la leggenda della Belle Époque. Nato nel 1867, a ventotto anni aveva sposato Anna Gould, la bruttissima figlia del re delle ferrovie americane, le aveva fatto fare tre figli e robustamente intaccato il patrimonio: l’acquisto di un castello fuori Parigi, la costruzione del Palais Rose nella capitale, sul modello del Petit Trianon di Versailles, un tre alberi da crociera, il Walhalla, una barca da regata, l’Anna, i cavalli più veloci, le carrozze più eleganti, le feste più belle, gli arredi più preziosi e, per amanti, le donne più desiderate. «Non è colpa mia se sono nato prodigo» diceva a propria giustificazione.
Le foto di Nadar, i quadri di Jaques-Emile Blanche e Van Dongen, i bronzi di Rembrandt Bugatti rimandavano l’immagine di un giovane biondo, i baffi dorati, l’incarnato pallido, l’eleganza estrema. Rampollo di una famiglia Ancien Régime, la nobiltà che affondava le proprie radici nella Francia prima della Rivoluzione, deputato al Parlamento, come già suo padre e suo nonno, rimase famoso un suo intervento presso l’allora presidente della Camera teso a conoscere l’indirizzo del suo calzolaio... La politica comunque gli piaceva: quella estera, i rapporti fra Stato e Chiesa.
Il matrimonio durò una decina d’anni, poi lei chiese e ottenne il divorzio e Boni si ritrovò dalla sera alla mattina senza un soldo e con i creditori alla porta. Non contenta, Anna si fidanzò con Hélie de Talleyrand, principe di Sagan, che di Boni era cugino, altrettanto nobile quindi e altrettanto spiantato, più anziano di Anna di quindici anni... I giornali parlarono di un matrimonio ormai prossimo e Boni lo prese come un duplice affronto: alla religione, perché un cattolico non può sposare una divorziata, a lui stesso, perché a suo tempo, e sia pure con i soldi della moglie, aveva salvato Hélie dal totale tracollo economico. Si sa, «le persone vi perdonano tutto, eccetto di far loro un favore». E così, all’uscita da una funzione funebre, lo prese a bastonate sul sagrato della chiesa... Commentò in privato Marcel Proust: «Per il principe di Sagan, Gould vuol dire per lo più gold», oro. Lo scandalo fu enorme e la stampa ci sguazzò per mesi.
All’alba dei quarant’anni, Boni de Castellane era dunque un uomo finanziariamente rovinato e socialmente chiacchierato. L’aristocrazia di cui faceva parte non gli aveva in fondo mai perdonato l’eccesso di mondanità e di lusso, il perenne stare sotto i riflettori, il nome sui giornali, che mal si addicevano a un’etica della sobrietà, del decoro, delle tradizioni, all’ostinata difesa di privilegi ancestrali divenuti privilegi morali. Adesso potevano presentargli il conto, lo stesso conto che, per altri motivi, gli presentavano i «nuovi ricchi», quelli che del denaro avevano un sacro rispetto e per i quali il disprezzo prodigo di Boni era come un’offesa e la prova di una differenza troppo forte per poter essere accettata. Per loro il denaro era un fine e un mezzo, per lui, un semplice piacere. Dopo aver fatto una vincita milionaria al Casino di Deauville, un amico gli aveva domandato: «Tu Boni che cosa ne faresti?». «Dei debiti» era stata la risposta. L’arte di essere povero (Excelsior 1881, 290 pagine, 18,50 euro) è il divertito racconto che de Castellane scrisse a proposito di questa sua seconda vita, intanto che, «come a Versailles durante la Rivoluzione, quando si staccavano i gigli dalle cancellate di ferro battuto e dalle balaustre», l’ex moglie fa togliere le sue iniziali dal Palais Rose e «grattare i miei stemmi dall’argenteria».
Giornalista, antiquario, produttore di rovinose creme di bellezza, arredatore e ispiratore d’interni, Boni mette a frutto un talento educato al bello e un’educazione in grado di farlo stare a proprio agio in udienza privata in Vaticano come alla corte di Spagna o d’Inghilterra. Vive in affitto, ma trova comunque sempre il modo di riarredare l’appartamento come piace a lui, vive in albergo, ma trova sempre il modo di farne una sorta di residenza privata... Nel suo testamento, l’unico oro che lascerà ai figli è quello dei suoi denti, su cui però, avverte, «ha un’ipoteca di 4mila franchi» il suo dentista. I debiti sono talmente tanti che i figli rinunceranno alla successione.
Più che un dandy, de Castellane era un esteta, come Robert de Montesquiou, l’altra leggenda della Belle Époque (è ispirandosi soprattutto a loro che Proust darà vita al barone de Charlus della Recherche), come Huysmans che ne fu il teorico e il cantore. Il suo era un eccesso coordinato, il dettaglio che illuminava il ton sur ton dell’abbigliamento. Nel suo Journal d’un attaché d’ambassade Paul Morand lo coglie subito: «È il contrario di un dandy, il cui chic sarebbe impercettibile. Lo chic di Boni si vede». C’erano in lui, scrisse, «delle profondità inattese», un personaggio «costruito» in cui tuttavia albergavano «sotterrane psicologie balzacchiane».
Ben tradotto e ben annotato, L’arte di essere povero si avvale di un’introduzione di Massimiliano Mocchia di Coggiola un po’ tropo compiaciuta nel suo ostentato dandysmo da sfiorare qui e là il ridicolo. Non c’è niente di peggio che scimmiottare il passato non potendo riviverlo. Essere dandy oggi non è impossibile, è inutile.
-S.Solinas
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Anziano malato cade in un'aiuola e non riesce a rialzarsi: salvato da due vigili urbani Una disavventura, per fortuna, finita bene.... #SiciliaTV #SiciliaTvNotiziario Read the full article
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Generosi e altruisti, chi sono i 29 nuovi Alfieri della Repubblica nominati da Mattarella
AGI – I più giovani hanno solo 9 anni e hanno salvato la vita ai loro genitori; il più ‘anziano’ compirà vent’anni a luglio ed è stato premiato per aver portato sollievo con la sua musica a chi ha dovuto abbandonare la propria abitazione a seguito dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna. Sono alcuni dei 29 nuovi Alfieri della Repubblica nominati dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, per…
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PERFORMING PAC: DANCE ME TO THE END OF LOVE (parte II)
(Segue) Unica opera oggettuale presente che fa diretto riferimento all’attentato al Pac ecco “Untitled”, bouquet di fazzoletti annodati con una calza femminile che alludono alle lacrime versate dalla città, ma forse anche all’oggetto sopravvissuto e salvato e “Souvenir di Milano”, sorte di ready-made della macchinetta fotografica per bambini da cui ammirare panorami della città. Forse l’opera più criptica, ma anche la più ironica e dolente. Tornando alla sezione video al piano superiore del padiglione, ecco “Redemption” di Miguel Gomes dove quattro personaggi si raccontano con voci attribuite a personaggi politici europei ovvero Passos Coelho, Berlusconi, Sarkozy e Merkel. I testi partoriti dall’immaginazione dell’artista: un bambino che scrive dal Portogallo ai genitori in Angola, un anziano signore milanese che racconta del primo amore ai tempi della caduta di Mussolini, a Parigi un uomo confessa la propria incapacità di essere padre, a Lipsia una sposa si sforza di togliersi dalla testa il tema di Parsifal. Un video originalissimo e coinvolgente. Lascia incantati la bellezza cruda ed essenziale del video di Maja Bajevic “Green, Green, Grass of Home”. L’artista camminando su un prato ripercorre i percorsi interni della casa dei nonni che sorgeva proprio in quel luogo prima della battaglia di Sarajevo, video dolente e che non necessità di nessuna spiegazione ma solo della condivisione di un dolore immenso. Sempre di memoria e dolore si tratta in “La Storia, in generale” di Giulio Squillacciotti, nato da una residenza a Torino durante la quale l’artista ha studiato tre archivi di arte irregolare (ma esiste un’arte regolare?), in ambito psichiatrico: il Regio Manicomio di Collegno, il Museo Antropologico di Torino e l’archivio della città “Mai visti e altre storie”. Si tratta di un immenso patrimonio di creazioni di quella che si definiva “devianza” e che è rivelatrice di una straordinaria potenza creativa, ma che “noi umani” ci rifiutiamo spesso di considerare. La mostra, per chi non volesse distrarsi troppo da grigliate estive, bagni al mare e salutari passeggiate in montagna, è aperta comunque fino al 10 settembre prossimo, e costituisce comunque una bella passeggiata spirituale per la mente e per l’anima. Sempre che qualcuno fosse ancora interessato a coltivarne lo spirito.
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28 lug 2023 13:06
ANCHE I BAGNINI DEVONO METTERSI L'ELMETTO – A CAMEROTA, IN PROVINCIA DI SALERNO, UN BAGNINO DI 19 ANNI HA SALVATO UNA COPPIA CHE STAVA PER ANNEGARE A CAUSA DEL MARE MOSSO. POI HA INTIMATO AGLI ALTRI BAGNANTI DI RIENTARE A RIVA PER EVITARE PERICOLI, MA È STATO AGGREDITO DA UN TURISTA CHE NON VOLEVA SAPERNE DEL DIVIETO – L'UOMO, UN INGEGNERE NAPOLETANO DI 33 ANNI, GLI HA MESSO LE MANI AL COLLO E GLI HA SFERRATO UN PUGNO. IL POVERO BAGNINO È FINITO A TERRA SVENUTO E HA DUE VERTEBRE MALCONCE… -
Estratto dell'articolo di Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”
Gerardo Diotaiuti è un veterano del salvamento. Ha preso il brevetto quando aveva solo 16 anni e adesso che ne ha 19 era al suo quarto anno consecutivo come addetto alla sicurezza dei bagnanti sulla spiaggia di Camerota, il paese del Cilento dove vive, dove è andato a scuola fino al mese scorso e dove ha appena superato gli esami di maturità.
Gerardo non è invece un habitué delle risse, e quando, sul bagnasciuga del lido La Calanca, si è ritrovato addosso un ingegnere napoletano di 33 anni che prima gli ha messo le mani al collo e poi gli ha sferrato un pugno, non ha avuto la prontezza di reagire.
È finito a terra svenuto e adesso ha due vertebre malconce, il collare da tenere per una settimana, con questo caldo, e al lido hanno dovuto trovare un sostituto per il resto della stagione. E tutto perché, dopo aver salvato due ragazzi che stavano per annegare, si era messo in testa di impedire agli altri bagnanti di trovarsi nella stessa situazione. […]
C’era mare grosso sul litorale cilentano, e Gerardo e il suo collega hanno capito subito che non sarebbe stata una giornata facile.
[…] Quindi Gerardo e il collega sono rientrati in mare e hanno raggiunto un punto oltre il quale sarebbe stato pericoloso andare. «Gridando e usando il fischietto abbiamo richiamato chi era più avanti e molti sono rientrati, ma mi sono accorto di due persone spostate lateralmente rispetto a dove ero io e soprattutto molto al largo, che non ci ascoltavano assolutamente. Ho cercato di attirarne l’attenzione tornando sul bagnasciuga e mettendomi sulla loro stessa linea, e da lì li ho richiamati. Ma quando finalmente mi hanno risposto lo hanno fatto mandandomi a quel paese. Erano due uomini, quello che poi mi ha aggredito e uno più anziano».
Tra il ragazzo e i due bagnanti lo scambio di battute è andato avanti per un po’. «Li ho invitati più volte ad avvicinarsi alla riva ma loro mi rispondevano che non ero nessuno per dire che cosa dovevano fare. Ho provato a spiegare che si stavano mettendo in pericolo e che quindi stavano mettendo in pericolo anche me che poi sarei dovuto andare a salvarli, ma non è servito a niente. Finché, quando si sono decisi a rientrare, il più giovane mi ha letteralmente puntato e mi è saltato addosso».
Gerardo è stato aiutato a riprendersi e poi lo hanno accompagnato al Pronto soccorso, e ora con il papà sta decidendo se denunciare il suo aggressore. «Mi hanno detto che mentre ero a terra si è reso conto di quello che aveva fatto e mi girava intorno, ma gli hanno detto di andarsene» [...]
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Pippo Garbisa, bagnino dal 1949, è il più anziano d’Europa: “Ho salvato 60 vite e continuo a nuotare”
DIRETTA TV 15 Giugno 2023 La storia di Benito Garbisa, conosciuto come Pippo, ha dell’incredibile: la più lunga carriera come bagnino e ancora tanta voglia di essere pronto ad aiutare i bagnanti. 0 CONDIVISIONI Pippo Garbisa A rigor di logica, si tratterebbe del bagnino più anziano d’Europa. A novant’anni, Pippo Garbisa, vanta sessanta salvataggi in mare aperto e ancora la grinta per…
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Arresto cardiaco in via de Larderel, salvato col defibrillatore della vicina farmacia
Arresto cardiaco in via de Larderel, salvato col defibrillatore della vicina farmacia
Livorno 12 maggio 2023 – Arresto cardiaco in via de Larderel, salvato col defibrillatore della vicina farmacia Malore in strada Questa mattina un anziano di 84 anni residente a Livorno si è sentito male in via de Larderel Immediato il soccorso da parte del personale della vicina farmacia che ha usato il defibrillatore per l’anziano andato in arresto cardiaco Dopo l’immediato intervento del…
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Un cane è morto di fatica dopo aver salvato due persone sotto le macerie in Turchia 12/02/2023 Leggi articolo 👇 https://bit.ly/3k5B9xP #cucciolo #famiglia #amore #pelosetto #amoglianimali #love #animali #gatto #ricordo #lutto #anziano #cane https://www.instagram.com/p/Cowurp2oy47/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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UN ANZIANO INCONTRA UN GIOVANE CHE GLI CHIEDE:
- Si ricorda di me? E il vecchio gli dice di no.
Allora il giovane gli dice che è stato il suo studente. E il professore gli chiede: - Ah sì? E che lavoro fai adesso?
Il giovane risponde: - Beh, faccio l’insegnante.
- Oh, che bello come me? gli dice il vecchio.
- Beh, sì. In realtà, sono diventato un insegnante perché mi ha ispirato ad essere come lei.
L'anziano, curioso, chiede al giovane di raccontargli come mai. E il giovane gli racconta questa storia: - Un giorno, un mio amico, anch'egli studente, è arrivato a scuola con un bellissimo orologio, nuovo e io l’ho rubato. Poco dopo, il mio amico ha notato il furto e subito si è lamentato con il nostro insegnante, che era lei. Allora, lei ha detto alla classe:
- L'orologio del vostro compagno è stato rubato durante la lezione di oggi. Chi l'ha rubato, per favore, lo restituisca.
Ma io non l'ho restituito perché non volevo farlo.
Poi lei hai chiuso la porta ed ha detto a tutti di alzarci in piedi perché avrebbe controllato le nostre tasche una per una. Ma, prima, ci ha detto di chiudere gli occhi. Così abbiamo fatto e lei ha cercato tasca per tasca e, quando è arrivato da me, ha trovato l'orologio e l'ha preso.
Ha continuato a cercare nelle tasche di tutti e, quando ha finito, ha detto: - Aprite gli occhi. Ho trovato l'orologio.
Non mi ha mai detto niente e non ha mai menzionato l'episodio. Non ha mai fatto il nome di chi era stato quello che aveva rubato. Quel giorno, lei ha salvato la mia dignità per sempre. È stato il giorno più vergognoso della mia vita. Non mi ha mai detto nulla e, anche se non mi ha mai sgridato né mi ha mai chiamato per darmi una lezione morale, ho ricevuto il messaggio chiaramente. E, grazie a lei ho capito che questo è quello che deve fare un vero educatore. Si ricorda di questo episodio, professore?
E il professore rispose: - Io ricordo la situazione, l'orologio rubato, di aver cercato nelle tasche di tutti ma non ti ricordavo, perché anche io ho chiuso gli occhi mentre cercavo.
Questo è l'essenza della decenza.
"Se per correggere hai bisogno di umiliare,
allora non sai insegnare."
web - autore sconosciuto (f.b.)
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RINGRAZIAMO CHI GLI HA DONATO AMORE PRIMA CHE MORISSE!
MI CHIAMAVO PENNA,SONO MORTO FELICE MA....
Se potete, riflettete.....
Io sono morto oggi!!
Vorrei che dedicaste 5 minuti a leggere la mia storia perché non sia vana.
Sono entrato in canile a 3 mesi e mi hanno chiamato PENNA.
Non era un canile "lager" ma un normale canile sovraffollato del centro nord italia, e lì ho aspettato che qualcuno si accorgesse di me...
Ho aspettato...ho aspettato per 13 lunghi anni!
Naturalmente non ero solo in gabbia e i miei compagni di prigionia non sono certo stati teneri, sono stato morso tante volte e più di una volta ho rischiato di morire perché non mi facevano mangiare , ma io ho resistito..e poi finalmente un angelo di nome Monica si è accorto di me!
Ha deciso di tirarmi fuori di li e di darmi qualche mese di felicità.
Mi ha affidato a delle sue amiche, Sandra e Silvana, che si sono prese cura di me!
Ero ridotto malino ,magro e tutto storto dall'artrosi...
Mi ricordo che quando sono arrivato a casa loro era inverno e mi avevano preparato un lettone morbido davanti al calorifero ...
Io non sapevo cosa fosse una casa e quel meraviglioso calduccio, ed ho passato 2 giorni li con la schiena appiccicata al calorifero! Per me era il paradiso!!
Nonostante tutti i pronostici mi sono ripreso.
Nessuno avrebbe mai creduto che avrei vissuto ancora per quasi 3 anni e in questi 3 anni sono stato amato e coccolato , ho avuto la pappa buona,ho dormito al caldo e in un letto morbido , ma la vecchiaia non si può fermare!!
Ora sono morto , ma sono morto felice , perché qualcuno mi ha dato una speranza e qualche anno di felicita , ma non posso non pensare che se Monica non mi avesse salvato, di me ora non resterebbe niente , non una foto , non un ricordo , nessuno piangerebbe la mia morte !
E questa purtroppo é la sorte che tocca a tanti cani che passano tutta la vita in canile , nell' indifferenza generale , perciò prima di far nascere nuovi cani pensa a me!
E prima di comprare un cane invece di adottarne uno pensa a me!! E se puoi tira fuori un cane anziano dal canile...anche un solo giorno di felicità può riscattare una intera vita di sofferenza!!
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C'era un fotogramma o era una gif, non ricordo, di un film in cui c'era un uomo anziano che diceva che l'amore è raro ed è solo per i rari.. Na cosa del genere. Qualcuno sa di che parlo? Qualcuno ce l ha salvato in bozze?
Grazie
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Un anziano incontra un giovane che gli chiede:
- Si ricorda di me?
E il vecchio gli dice di no.
Allora il giovane gli dice che è stato il suo studente. E il professore gli chiede:
- Ah sì? E che lavoro fai adesso?
Il giovane risponde:
- Beh, faccio l’insegnante.
- Oh, che bello come me? gli ha detto il vecchio
- Beh, sì. In realtà, sono diventato un insegnante perché mi ha ispirato ad essere come lri.
L'anziano, curioso, chiede al giovane di raccontargli come mai. E il giovane gli racconta questa storia:
- Un giorno, un mio amico, anch'egli studente, è arrivato a scuola con un bellissimo orologio, nuovo e io l’ho rubato. Poco dopo, il mio amico ha notato il furto e subito si è lamentato con il nostro insegnante, che era lei.
Allora, lei ha detto alla classe:
- L'orologio del vostro compagno è stato rubato durante la lezione di oggi. Chi l'ha rubato, per favore, lo restituisca.
Ma io non l'ho restituito perché non volevo farlo.
Poi lei hai chiuso la porta e ci ha detto a tutti di alzarci in piedi perché avrebbe controllato le nostre tasche una per una. Ma, prima, ci ha detto di chiudere gli occhi. Così abbiamo fatto e lei ha cercato tasca per tasca e, quando è arrivato da me, ha trovato l'orologio e l'ha preso.
Ha continuato a cercare nelle tasche di tutti e, quando ha finito, ha detto:
- Aprite gli occhi. Ho trovato l'orologio.
Non mi ha mai detto niente e non ha mai menzionato l'episodio. Non ha mai fatto il nome di chi era stato quello che aveva rubato. Quel giorno, lei ha salvato la mia dignità per sempre. È stato il giorno più vergognoso della mia vita. Non mi ha mai detto nulla e, anche se non mi ha mai sgridato né mi ha mai chiamato per darmi una lezione morale, ho ricevuto il messaggio chiaramente. E grazie a lei ho capito che questo è quello che deve fare un vero educatore.
Si ricorda di questo episodio, professore?
E il professore rispose:
-Io ricordo la situazione, l'orologio rubato, di aver cercato nelle tasche di tutti ma non ti ricordavo, perché anche io ho chiuso gli occhi mentre cercavo.
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Questo è l'essenza della docenza . Se per correggere hai bisogno di umiliare, allora non sai insegnare.
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