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cenaindie · 1 month ago
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Anversa – Existir https://cenaindie.com/album/anversa-existir/
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khibos-blog · 7 months ago
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dettaglihomedecor · 2 years ago
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Botanic Sanctuary di Anversa: un gioiello nascosto dietro le mura di un antico monastero
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Lasciata alle spalle la vivace atmosfera del fashion district di Anversa si entra nell’oasi di pace e silenzio del Botanic Sanctuary di Anversa.  L'hotel cinque stelle, parte del consorzio Leading Hotels of the world, occupa infatti gli edifici che furono di un monastero e di un’infermeria, nascosti dalle mura del Giardino Botanico. Oggi un rifugio restaurato con grande cura, dove artigianato, innovazione, sostenibilità e tradizione si fondono armoniosamente. Protagonisti nei bagni e nella spa rubinetterie e soluzioni doccia firmate Dornbracht, disegnate da Sieger Design.
Storia del Botanic Sanctuary
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La storia del Botanic Sanctuary risale al 1238, quando venne costruita un'infermeria alle porte di Anversa, con la successiva aggiunta di un monastero e di una cappella. Nel XVI secolo, il famoso farmacista Pieter Coudenberg vi realizzò anche un giardino, gettando così le basi per l'orto botanico ancora oggi esistente. Questi edifici di pregio architettonico sono stati recentemente restaurati e trasformati in un hotel a cinque stelle. L’idea alla base del progetto era quella di preservare il valore storico degli edifici e, al contempo, conformarsi ai più elevati standard tecnici e sostenibili. Ne è nato così un rifugio tranquillo ed estremamente confortevole dove gli ospiti possono rilassarsi, circondati da alberi, piante rare ed erbe officinali e aromatiche.
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Atmosfera tranquilla ed eccellenze gastronomiche
Botanic Sanctuary dispone di 108 camere e suite, oltre che diverse sale conferenze, un'ampia area benessere e una piccola cappella. Cinque ristoranti, premiati complessivamente con quattro stelle Michelin, assicurano anche un’esclusiva esperienza culinaria. Per la progettazione degli interni sono stati utilizzati unicamente materiali che riflettono il carattere unico degli edifici: pietra naturale, legno caldo, strutture in ferro battuto e tessuti pregiati. Una tavolozza di colori sobria ma allegra sottolinea la dimensione storica del luogo e riprende il verde delle piante distribuite ovunque. L'atmosfera luminosa e serena che ne deriva assicura benessere e profonda serenità.
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Dornbracht per l’hotel 5 stelle Superior Botanic Sanctuary di Anversa
Bellezza essenziale: Vaia nella finitura Dark Platinum spazzolato è protagonista nei bagni. In linea con la storia del luogo, i bagni delle camere si distinguono per il design sobrio: pareti intonacate bianche, lavabi e pavimenti in pietra naturale color antracite.
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I rubinetti Vaia di Dornbracht si abbinano perfettamente allo stile del progetto l’estetica classica conferita dalle maniglie a croce che fonde contorni geometrici ma morbidi, con le rosette affusolate a creare una transizione graduale verso la parete. La finitura spazzolata Dark Platinum contrasta in modo sorprendente con le pareti di colore chiaro e rende più delicata la trama della pietra naturale. Dornbracht è stata scelta anche per le docce e la rubinetteria bordo vasca.
Relax nell'area benessere
Nell'area spa, Vaia è stata utilizzata negli spogliatoi dove predomina una calda tonalità grigia. Qui è stata scelta la versione touchfree, sempre nella variante Dark Platinum spazzolato, perfettamente coordinata con il grande specchio e le lampade a sospensione cilindriche. Anche qui, il tono terroso delle finiture accentua la sobrietà degli interni. La stessa combinazione è presente anche nelle sale massaggi.
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Con il loro design equilibrato che combina magistralmente elementi classici ad altri contemporanei, i rubinetti Dornbracht completano armoniosamente il progetto del Botanic Sanctuary di Anversa: legato alla tradizione, ma saldamente ancorato al presente.   Read the full article
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rinascimentoebarocco · 7 days ago
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The Birth of the Virgin (around 1520), Jan de Beer.
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El Nacimiento de la Virgen (hacia 1520), Jan de Beer.
The Annunciation (ca. 1520), Jan de Beer
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La Anunciación (hacia 1520), Jan de Beer
Oil on panel, both measuring 111.5 x 131 cm. / Oleo sobre tabla, ambas miden 111,5 x 131 cm
(English / Español / Italiano)
Jan de Beer (1475–1528)  was a painter active in the first third of the 16th century and one of the members of the group known as the Antwerp Mannerists. They were characterised by the great detail in the backgrounds of their compositions and the attitudes of their figures, with a style that combines elements of both late Gothic and Renaissance styles. These two works must have belonged to a larger ensemble representing different episodes from the life of the Virgin.
The first panel depicts an event that is not narrated in the Gospels, The Birth of the Virgin. It depicts Saint Anne praying in bed while the Virgin is in the arms of one of the midwives, whose canon, like that of the other figures, is highly stylised. The space is filled with objects that, if isolated, would constitute still lifes in themselves, such as the metal jug and basket in the foreground of both compositions.
The Annunciation has a clear narrative sense, as can be seen in the work utensils that the Virgin has abandoned on the ground before the arrival of the archangel Gabriel, as well as in the exterior seen through the window in which The Visitation is depicted. In this painting, as in the previous one, the objects in the rooms where the scenes are depicted are particularly striking, such as the vase of lilies in the centre of the composition.
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Jan de Beer (1475–1528)  fue un pintor activo en el primer tercio del siglo XVI y uno de los miembros del grupo conocido como los manieristas de Amberes. Estos se caracterizaron por un gran detallismo en los fondos de sus composiciones y por las actitudes de sus figuras, con un estilo donde confluyen elementos tanto del gótico final como renacentistas. Estas dos obras debieron pertenecer a un conjunto mayor, que representaría diferentes episodios de la vida de la Virgen.
En la primera de las tablas se nos muestra un hecho que no se narra en los evangelios, El Nacimiento de la Virgen. En ella se representa a santa Ana orando en la cama, mientras la Virgen está en brazos de una de las comadronas, cuyo canon, como el de las demás figuras, resulta muy estilizado. El espacio está repleto de objetos que constituirían -si se aislaran- bodegones en sí mismos, como la jarra metálica y el cesto que aparecen en primer término en ambas composiciones.
 La Anunciación posee un claro sentido narrativo, como se evidencia en los utensilios de labor que la Virgen ha abandonado en el suelo ante la llegada del arcángel Gabriel, así como en el exterior visto a través de la ventana en el que se representa La Visitación. En este óleo, al igual que en el anterior, llaman poderosamente la atención los objetos que se encuentran en las estancias donde se desarrollan las escenas, como el jarrón con azucenas situado en el centro de la composición.
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Jan de Beer (1475–1528)  fu un pittore attivo nel primo terzo del XVI secolo e uno dei membri del gruppo noto come Manieristi di Anversa. Essi si caratterizzavano per il grande dettaglio degli sfondi delle loro composizioni e degli atteggiamenti delle loro figure, con uno stile che combinava elementi sia del tardo gotico che del rinascimento. Queste due opere dovevano appartenere a un gruppo più ampio, che rappresentava diversi episodi della vita della Vergine.
Il primo pannello raffigura un evento non narrato nei Vangeli, La nascita della Vergine. La tavola raffigura Sant'Anna che prega nel letto mentre la Vergine è tra le braccia di una delle levatrici, il cui canone, come quello delle altre figure, è molto stilizzato. Lo spazio è riempito da oggetti che, se isolati, costituirebbero nature morte a sé stanti, come la brocca e il cesto di metallo in primo piano in entrambe le composizioni.
L'Annunciazione ha un chiaro senso narrativo, come si evince dagli strumenti che la Vergine ha abbandonato a terra prima dell'arrivo dell'arcangelo Gabriele, nonché dall'esterno visto attraverso la finestra in cui è raffigurata la Visitazione. In questo dipinto, come nel precedente, colpiscono particolarmente gli oggetti presenti nelle stanze in cui sono rappresentate le scene, come il vaso di gigli al centro della composizione.
Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid
Source text: Museo Nacional Thyssen-Bornemisza
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sauolasa · 2 years ago
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Oltre 100 tonnellate di cocaina sequestrate nel 2022 ad Anversa
Si tratta di un nuovo record. Nel 2021 erano infatti 90 le tonnellate di cocaina confiscate nel porto belga
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paolo-streito-1264 · 6 months ago
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Edouard Boubat, Billiards in Anversa (Belgium), 1960.
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soaveintermezzo · 2 years ago
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Stazione centrale di Anversa, Koningin Astridplein, Anversa, Belgio.
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principessa-6 · 8 days ago
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In giro per il mondo... BELGIO 🇧🇪
Casa in stile Art Nouveau ad Anversa
"La piccola barca"
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libriaco · 14 days ago
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Vittoria olimpica
Quando Erodoto lesse le sue Storie alle Olimpiadi, l’entusiasmo fu tale che ai nove libri furono imposti per acclamazione i nomi delle nove muse. Non s’immagina uno storico dei nostri tempi, Johan Huizinga per esempio, che legge il suo Autunno del Medio Evo alle olimpiadi di Anversa, o di Berlino, o di Los Angeles, e ottiene altrettanto successo. Perché quello che era possibile 'allora’, ora non è possibile?
A. Savinio, Nuova enciclopedia [postumo, 1977], Milano, Adelphi, 2011
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othmeralia · 5 months ago
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Now that's a big book.
And a big book requires a big title, right? Get ready for this one:
Nuovo, et universale theatro farmaceutico : fondato sopra le preparationi farmaceutiche scritte da' medici antichi, greci, et arabi ; principalmente da Galeno, e Mesue. Appoggiato sopra le preparationi, dette spagi riche, già da gli antichi, in parte, abbozzate, mà da più moderni medici illustrate, e megliò coltivate ; scritte dal Beguino, Crollio, Hartmanno, Libavio, Minsicht, Paracelso, Quercentano, Sennerto, e Altri : rappresenttante e le une, e l'altre preparationi, per fondamenti unitamente necessarij alla veta, e artificiosa methodo farmaceutica : adornato, e ampliato oltre le fabriche, e compositioni medicinali, in qualsisia forma fabricabili, contenute ne gli antidotarij Veneti de Giorgio Melichio, aumentato da Alberto Stecchini, già farmacopei nella officina dello struzzo, e ne gli altri sin al presente, con le stampe, publicati antidotarij de più accreditati autori, e delle più rinomate città d'Europa, Anversa, Augusta, Bergamo, Bologna, Colonia Agrippina, Fiorenza, Londra, Messina, Roma, e altre ; con quelle fabriche, e compositioni ancora, le quali fossero state descritte da gli più lodati scrittori dell' arte medica, over inventate da' più dotti lettori, e professori della medesima : abondantissimo non solo de gli insegnamenti, dati da inominati antecessori, di nuovo revisti, ma ancora de tutti gl'altri avvertimenti, appartenenti alla intiera, legitima, e perfetta dispositione, alteratione, fabrica, unione, e compositione di tutte le materie medicinali semplici, e composte, cavabili da animali, vegetabili, e minerali ; necessario a ciascheduno farmacopeio: utile ad ogni medico, e amatore della medicina : curioso per gli investigatori delle più desiderate, e artificiose preparationi spagiriche / eretto, et esposto alla luce da Antonio de Sgobbis de Montagna ...
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cenaindie · 4 months ago
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Anversa – Existir https://cenaindie.com/album/anversa-existir/
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poisonedbybeauty · 1 year ago
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Caro Fede,
Tanti auguri di buon compleanno e ti dico subito che ti voglio un mondo di bene.
Questo è il mio momento preferito lo sai: mettermi seduta e scrivere quello che non dico a voce perché non so esprimermi, perché non trovo l’occasione giusta, il coraggio e le parole migliori.
Vorrei dirti un sacco di cose belle perché è il tuo compleanno e perché bisogna dire sempre le cose belle che si pensano di un’altra persona anche se ahimè non lo faccio spesso io…solo quando scrivo e sono “costretta” a riflettere e dire ciò che penso senza troppi freni.
Innanzitutto vorrei dirti quanto sia fiera di te per tutto quello che sei riuscito a fare e che stai facendo, per il coraggio di metterti sempre in gioco, per la tua estroversione, per il tuo senso dell’umorismo, per la tua immensa pazienza e il buon cuore che metti sempre in tutto quello che fai.
Ti ammiro veramente per tutte queste meravigliose qualità e riconosco il tuo essere superiore rispetto a me in questo. Se sono qui accanto a te è perché ho profonda stima di te per queste e altre tue mille sfaccettature (oltre che per l’amore chiaro).
Sei la persona a cui mi sento legata più di chiunque altro, mi sento capita, mi sento apprezzata e amata.
Mi sento male all’idea di perdere una persona come te.
Mi spaventa l’idea di andarmene per un anno senza di te che sei la mia àncora dal giorno in cui ci siamo trovati, ma ho bisogno di farlo perché è così che si diventa grandi. So che non è facile essere la mia àncora. 
So di non essere una persona senza difetti e facile con tutte le mie spine e i miei buchi neri, a volte impossibili da comprendere. In alcuni momenti non mi capisco neanche io. Però ogni tanto mi sembra che tu riesca a capirmi più di quanto riesca a farlo io e mi sorprende perché non credo ci siano tante persone che riescano a capirmi, a comprendere i miei momenti bui, il mio umorismo e i miei sorrisi che a volte non lo sono.
Recentemente su Instagram ho letto un post che diceva “Qual è la persona con cui hai condiviso i momenti migliori della tua vita?”. E ti giuro che io mi sono sforzata di pensare a un’altra persona che non fossi tu ma non ce la facevo proprio. Ora non voglio dire che i bei ricordi sono solo con te perché sarei un’ipocrita ma se randomizzando chiudessi gli occhi e pensassi a dei momenti belli della mia vita, sicuramente per la maggior parte di questi ci sei tu nell’immagine nella mia testa. Perché è così che mi succede, soprattutto la sera quando vado a letto. Appena ho pensato a questa cosa non ti nascondo che ho provato dell’amarezza nel pensare che i ricordi più belli ce li avessi con il mio ex ragazzo, però poi ho pensato a quello che mi dice sempre Franci M. ovvero che bisogna essere grati di quello che c’è stato perché non è detto che nella vita tutti possono provare questo tipo di amore che noi abbiamo provato, a non tutti è concesso e non tutti riescono a trovarlo e io e te siamo fortunati e siamo ancora più fortunati degli altri perché siamo qui ora.
Ti regalo alcuni miei ricordi.
Leuven, il sole e il parco, Batman.
Bruges, Gent e il ristorante marocchino ad Anversa.
La quarantena e il campo da golf.
Lisbona, io e te su un motorino a Cascais.
Viareggio, Puccini, io e te sulla ciclabile che andiamo a prenderci una granita.
Sardegna mentre ti guardo uscire dall’acqua entusiasta del tuo snorkeling prima di andare a fare la passeggiata sulla costa fino a Santa Margherita.
Io e te sul Porsche con il vento tra i capelli.
Io, te e Ginevra sul bagnasciuga che ci abbraccia perché giochiamo con lei.
Ne avrei milioni e so che stasera quando andrò a letto e chiuderò gli occhi me ne verranno in mente altri e per 3 secondi proverò una sensazione bellissima che non so spiegarti proprio bene: è come se mi si gonfiasse il petto ma allo stesso tempo mi si stringesse il cuore. Io sono veramente grata. Immensamente grata perché mi è stata concessa una cosa così bella.
Se devo essere sincera pensavo che la nostra relazione sarebbe stata una funzione esponenziale crescente ma a quanto pare le relazioni non sono come la matematica e le cose non sono così “lineari” e forse la nostra equazione è un po’ più complicata di una semplice y = 2^x . Fa niente Fede alla fine sapremo quale sarà la nostra equazione e sarà tutto più chiaro.
Con amore,
Tua Ema/Tati/Bubu.
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unbiviosicuro · 4 months ago
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Il mondo deve essere incredibilmente grande. Di sicuro esistono milioni di cose al confronto delle quali tutto ciò che mi affligge, tutto ciò che mi riguarda appare ridicolo e banale. Ci sono città chiamate Anversa, Firenze, Buenos Aires. Di tutto questo io non so nulla. Al mondo ci sono disgrazie e ci sono felicità al cui confronto qualunque cosa possa accadere a me, persino l’evento più terribile o gioioso, parrebbe insignificante quanto la morte di una mosca che sbatte contro il vetro di una finestra. Niente. Non sono nessuno. Perché allora tutto ciò che mi succede mi sembra di proporzioni così gigantesche? Un’ingiustizia enorme, disgrazie enormi ed enormi felicità. Mi stupisco di come possa trovar spazio nella mia esistenza un sentimento così smisurato. Mi sembra di una potenza tale da illuminare, muovere e riscaldare un mondo intero. Oggi ho avuto la sensazione di non essere altro che uno strumento conduttore, una specie di cavo elettrico, e che questa forza gigantesca, questa tremenda corrente capace di illuminare, muovere e riscaldare un mondo intero, mi abbia raggiunto e mi stia attraversando, ma io, che sono un cavo logoro e debole, non sono in grado di sopportarla e di trasmetterla. Non è che una minuscola scossa nel mondo. La corrente si propaga oltre al gran galoppo. Nessuno se ne accorge.
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michelangelob · 7 months ago
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La Scultura del giorno: l'Allegoria della Pittura e della Scultura di Tassaert
La scultura del giorno che vi propongo oggi è l’Allegoria della Pittura e della Scultura, realizzata da Jean-Pierre-Antoine Tassaert tra il 1774 e il 1778. Lo scultore era nato ad Anversa nel 1727 ed ebbe modo di lavorare sia a Londra che a Parigi, dove conobbe l’artista Slodtz e avviò con lui una proficua collaborazione. Tassaert divenne celebre a Berlino per i suoi gruppi scultorei di piccolo…
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fierritosv · 1 year ago
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el destino es un caramelo envuelto en la vitrina de una alacena desproporcionadamente grande el tercer testigo del apilado de premios en la ventanilla anversa un caleidoscopio que un loco chimpancé inquieto gira y golpea sin pausa y sin plan
desde la terraza de la casa de ramos buscábamos formas en las nubes y cuando las nombrábamos comenzaban a moverse formando otra figura durante esas tardes eternas intentábamos descifrar el destino en los caballos que emergían de mares espumosos y en las batallas panorámicas llenas de lanzas y de pruebas y de seres deformes que acechaban sobre nuestros párpados nuevos
el destino estaba en las cartas que borró la lluvia las siluetas rotas contra las paredes mudas la máquina de fórmula uno con la que no buscamos ser los primeros en cruzar la bandera cuadriculada todo se trataba de estrellarnos y rápido
el destino es el hielo de un tatuaje nuevo cuando despertaste envuelto en las sabanas húmedas un sábado con amnesia nada más que nada que los días por caer ver llegar los años como estaciones de subte la fortuna es este tic esta mueca muda es tocar el aire un micro en la noche en la ruta perder la memoria dormir en el agua alimentar a los ángeles
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thegianpieromennitipolis · 2 years ago
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO QUARTO - di Gianpiero Menniti 
PARADIGMI 
Tre dipinti. Medesimo soggetto. Identico autore. Eppure, la scena muta: nell'ultima, scompaiono i due "ladroni". E nelle prime due, non sono in croce: il simbolo appartiene a Cristo. Fatta questa constatazione, banale, evidente, il pensiero corre altrove. S'innesta sul tema dei paradigmi, modelli interpretativi nei quali la cristianità, come religione e tradizione, espressione antropologica e riflessione culturale, s'è fatta storia. I vangeli sinottici narrano la predicazione di Cristo. Il vangelo di Giovanni è già un'interpretazione che fonda la teologia sulla figura di Gesù: la forma del linguaggio attribuito al Redentore appare fin subito differente, aulica, profonda. Dunque, già i Vangeli mettono in luce paradigmi diversi, segnando il corso del pensiero cristiano lungo direttrici che riflettono la molteplicità delle espressioni. Questo spiega la storia e consente di capire l'arte dedicata al culto, collocandola nella temperie degli eventi. Così, Antonello da Messina vive gli anni di culmine dell'arte sacra occidentale, tra la monumentalità iconica di Piero della Francesca, la pittura tonale veneta, le influenze fiamminghe. Nuovi paradigmi.  Nuove interpretazioni. Eppure, nonostante sia palese il crogiolo nel quale sobbolle, il pensiero cristiano giunge fino a noi, fino al tempo di un nuovo paradigma, quello della modernità. Una sorta di miracolo. Giustificato da un esempio: il sole non ha mai mutato la sua essenza e la sua collocazione, trapassando dalla teoria tolemaica a quella copernicana. In fondo, questo è il segno lasciato della teologia di Hans Küng. La storia si fonda sugli uomini. Il senso della religione, pur bistrattato e manipolato, riemerge, sempre, nella sua identità originaria. Questo richiamo ci permette ancora di ammirare, tra le molte altre, anche le opere di Antonello da Messina. E di riflettere. Sul passato. E sul presente. 
- Antonello da Messina (1430 - 1479): "Crocifissione", 1460, Museo Nazionale Brukenthal, Sibiu (Romania); "Crocifissione", 1475, Musée Royal des Beaux-Arts, Anversa; "Crocifissione", 1475 (data incerta), National Gallery, Londra
- In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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