#amore senza condizioni
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pier-carlo-universe · 2 days ago
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"Abbiamo fame di tenerezza": un inno all’amore sincero e disinteressato. Attribuita erroneamente alla Merini. Recensione di Alessandria today
La poesia che ci ricorda quanto sia preziosa la dolcezza nei rapporti umani.
Anche se gli viene attribuita questa poesia non risulta nelle raccolte ufficiali di Alda Merini. Il tema della tenerezza e della mancanza di affetto nel mondo moderno è certamente in linea con la sensibilità poetica della Merini, ma non ci sono fonti affidabili che confermino che questi versi siano stati scritti da lei. La poesia che ci ricorda quanto sia preziosa la dolcezza nei rapporti…
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smokingago · 3 months ago
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Questo è tutto ciò che un Uomo dovrebbe essere, o perlomeno ambire di diventarlo.
🍀
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Un uomo che è gentile con te è la cosa più maschile che possa fare perché dimostra la sua forza nel contenimento. Sa di poter essere potente e imponente, ma sceglie di proteggere piuttosto che danneggiare, di confortare piuttosto che controllare. Questa non è una dimostrazione di debolezza, ma una profonda comprensione di come sia la vera mascolinità.
Un uomo gentile capisce che il suo compagno non è un oggetto da conquistare, ma un'anima da custodire. Attraversa la vita con la consapevolezza che il suo tocco, le sue parole e le sue azioni hanno un peso. La sua mascolinità non è definita dalla sua capacità di dominare, ma dalla sua capacità di elevare coloro che lo circondano.
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Un uomo veramente maschile sa che la dolcezza non è passiva; è amore attivo in movimento. È il modo in cui ascolta quando parli, la cura che mette nel tenerti stretta e la premura nelle sue azioni. La sua forza risiede nella tenerezza che offre, creando un rifugio sicuro in sua presenza.
Un uomo che incarna la vera virilità non si sottrae alla vulnerabilità. Lui sa che permettersi di essere aperto e onesto richiede coraggio. La sua dolcezza crea uno spazio dove sentirsi visti e ascoltati, e questa apertura permette di crescere fiducia e intimità.
Un uomo che conduce con dolcezza capisce che l'amore non è controllo ma sostegno. La sua mascolinità non è minacciata dalla morbidezza che mostra, ma piuttosto, ne è esaltata. Il suo tocco rassicura, le sue parole leniscono, e la sua presenza si sente a casa.
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Un uomo gentile con la compagna dimostra che la virilità è più della forza fisica; è intelligenza emotiva. Riconosce che una vera partnership prospera nel rispetto, e che la dolcezza è parte essenziale per costruire un legame duraturo. Lui conduce con compassione, sapendo che rafforza il legame tra voi.
Un uomo che abbraccia la dolcezza dimostra di non avere nulla da dimostrare, perché è sicuro in se stesso. La sua mascolinità non è definita dalle aspettative della società o dalla necessità di affermare il dominio, ma dalla sua capacità di creare pace e armonia nella sua relazione.
Un uomo che pratica la dolcezza sa che la vita non è una battaglia da vincere, ma un viaggio da condividere con chi ama. Lui apprezza i tuoi sentimenti, onora i tuoi confini e si presenta costantemente con attenzione e premura. La sua gentilezza è il suo modo di dire: "Tu sei importante per me. ”
Un uomo gentile nel suo approccio all'amore capisce che la pazienza e la gentilezza sono alla base di un rapporto solido. La sua mascolinità non è sminuita dalla morbidezza, ma gli permette di coltivare la relazione, aiutandola a diventare più profonda e significativa con il tempo.
Un uomo che offre la sua gentilezza è un uomo che dà valore alla tua fiducia. Lui sa che essere gentile non lo rende meno uomo, ma più uomo. La sua mascolinità risplende nella sua capacità di essere protettivo senza essere possessivo, forte senza essere duro e amorevole senza condizioni.
Abhikesh
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animatormentata · 8 months ago
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Un giorno mi è stato chiesto:
"Son.. tu che sei così spirituale,cosa sono le fiamme gemelle? Come posso riconoscere la mia?”
Al che io rispondo:
“Benvenuta nella relazione più dolorosa, sfidante, profonda, brutalmente sincera che esista.
Immagina di trovarti di fronte il tuo perfetto specchio che riflette esattamente ogni tua cazzo di ferita, ombra, trauma irrisolto,facendoteli rivivere passo passo, ancora e ancora.
Ora immagina di innamorartene perdutamente. Immagina di condividerci la stessa Anima. Non importa cosa accade tra voi, non importa quanto tempo passa, non importa quello che fai, non importa quello che vuoi, non esiste nessun modo per interrompere questa connessione.
Ciclicamente e costantemente sei bombardato di segni e sincronicità che ti ricordano questa connessione.
Preparati a restare incastrato in quello che mi piace chiamare il loop dell'infinito ritorno, che dura anni. Prima o poi, uno dei due, o entrambi, a fasi alterne ritornano. Nonostante tutto. Tornano sempre destabilizzando completamente le rispettive vite.
Immagina di intraprendere una conversazione a Cuore Aperto con quelle parti di te che rifiuti, non accetti e reprimi. Adesso immagina che queste parti ti parlino attraverso la tua Fiamma. Immagina di non noter mentire, immagina di essere costretta a sentire cosa queste parti ti vogliono comunicare.
Immagina che questa connessione sia la chiave di accesso affinché tu possa sperimentare l'Amore Incondizionato. L'amore senza condizioni. Aldilà delle ingiustizie, dei tradimenti, dei rifiuti, degli abbondoni, delle umiliazioni..
Immaginate che una sola persona vi faccia attraversare tutte queste ferite, e nonostante tutto, continuare ad amarla, perché piano piano iniziate a realizzare che non esiste nessun altro al di fuori di voi, che la separazione è un'illusione e che tutto di te sta solo chidendo Amore.”
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susieporta · 29 days ago
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Due di Bastoni
"Lo stretto passaggio attraverso la Verità dell'irrisolto".
Benvenuti nella parte complessa di Gennaio.
Da oggi si apre un periodo di profondo cambiamento interiore.
Non sarà una transizione "leggera".
Anche per i più audaci navigatori sarà necessario prestare grande attenzione alle condizioni del mare e assicurarsi di essere sempre connessi e radicati nella propria Verità interiore.
Molti si disperderanno tra le onde della prossima tempesta. Molti davvero.
Questo perché l'assestamento sarà potente e le variazioni di frequenza sempre più repentine e settate sui "suoni acuti" e alti della scala musicale.
Tapparsi le orecchie sarà totalmente inutile. Fingere di non vedere ciò che accadrà fuori, nemmeno.
La Realtà materiale e immateriale si sta preparando ad accogliere il Grande Salto.
E chi non sarà in grado di completare l'assetto Spirito-Struttura, dovrà abbandonare il Campo. Non per forza attraverso un cambio di status o di luogo di manifestazione, non per forza tramite la Morte fisica, ma con forti ripercussioni sul funzionamento organico della Mente e del Corpo.
Non possiamo oggi sapere chi di noi potrà assumersi "l'onere e l'onore" di attraversare il Secondo Varco, ma è importante lavorare con cura sulle proprie emozioni, sui pesanti e rigidi schemi di disfunzione del Passato.
Quegli stessi schemi che ancora limitano l'assorbimento delle nuove Vibrazioni, quelle Energie di bassa frequenza che ci ancorano a perenni scenari di disagio, che ci tengono legati all'insoddisfazione, alla tristezza, alla fatica, all'assenza di autostima e di amore per la Vita.
La "soddisfazione perenne" nella Vita deriva dall'aver compreso e integrato interamente la propria Verità interiore.
Chi più conosce se stesso nell'onestà e nel funzionamento Energetico interiore, più è settato sulle Energie del prossimo Varco.
Ed allo stato attuale può occuparsi semplicemente di rimaneggiare un pò il suo outfit, rivoluzionare l'abbigliamento e l'acconciatura con gioia ed entusiasmo, riempire di brillantini e affettività il proprio straordinario "tempo di (relativa) Attesa".
Nessuno potrà accedere al Secondo Varco nella condizione antica di "bisogno" o di "speranza magica di Guarigione", né per rivincita, né tantomeno per ricongiungersi ad un idealizzato "stato dell'Eden" perduto e ritrovato. E non sicuramente con l'aspettativa infantilizzata di "trovarvi dentro" il compagno di Vita perfetto, mitizzato, tanto sperato o agognato con cui vivere per sempre felici e contenti.
Non è una "fiaba" il Secondo Varco.
E' una Realtà Umana.
Ci si può accedere per piena e consapevole Maturità emotiva, per completamento del viaggio di autonomia funzionale e sensoriale.
Non per sperare di trovare l'ennesimo "colpo risolutivo" che liberi tutti senza alcun piano di responsabilità e oggettività terrena.
"Ho sofferto tanto nella mia Vita, quindi ora merito di entrare".
"Stai ancora soffrendo?"
"Sì. Molto".
"Non si entra con il Dolore al Secondo Varco. Si risolve lo schema e poi si va".
"Non è giusto".
"Lo è. E' il senso stesso di questo Viaggio a renderlo perfetto".
La risoluzione non avviene "dopo" il passaggio E' "prima" che si completa la scelta interiore di non avvallare più automatismi e comportamenti di disfunzione.
La Guarigione precede l'ingresso.
Non avviene "tramite" l'ingresso.
Questo perché l'Umano continua a sostenere l'ereditata abitudine disfunzionale e patologica di delegare la propria Salvezza a qualcuno o qualcosa di più potente di lui. Di dare in mano all'Autorità esterna il governo di se stesso. Di aspettarsi i Miracoli Divini senza muovere i passaggi interiori necessari affinché accadano.
Gli Esseri Umani delegano. E nemmeno si rendono conto.
Si appropriano dell'Altro. Dei loro Doni. E non ne hanno alcuna Coscienza.
Vorrebbero tutto, senza muovere un dito, senza affrontare la "scomodità", senza assumersi la disciplina e la fatica di un reale cambiamento materiale e immateriale.
Sono abituati al consumismo delle Relazioni, al controllo, alla strumentalizzazione dell'Altro, alla stampella permanente del genitore perduto.
Pretendono di affiancarsi a compagni e compagne che li supportino, li curino dai loro dolori, dalla loro solitudine, dai loro bisogni emotivi irrisolti, che riempiano buchi e voragini emotive, che si prestino a rivestire ruoli genitoriali mancati o mancanti.
E poi c'è Dio.
Il "deus ex- machina" che a nostro piacimento e chiamata giunge a salvarci dal nostro "disastro interiore", magari quando siamo affondati per nostra stessa mano nella melma del fallimento, della fine di una relazione, del lutto di una persona, della vittimistica sensazione di non valere nulla e del "nessuno mi capisce".
No.
Non si passa oltre il Secondo Varco con questi presupposti.
Si passa da Uomini e Donne pienamente responsabili della propria maturità emotiva e fisica, spirituale e animica.
Perciò a Gennaio si continua a lavorare sodo.
Ci si impegna ad affrontare il Dolore residuo che ancora ci pervade.
Con fermezza, coraggio e resilienza.
Con la Spada interiore ben affilata e il Cuore che brilla nel Petto.
Approfittate di questo immenso mese di Rivoluzione.
Siateci per voi stessi. Non guardate fuori. Non salvate nessuno. Non distraetevi in passatempi evitanti. Non puntate il dito verso l'Altro per sottrarvi alle vostre Responsabilità.
Gennaio sarà forte. Molto forte.
Accompagnerà il Genere umano a "rendersi degno di se stesso, della sua Origine, della sua Verità interiore e del Dono di cui è sacro portatore".
Non perdetevi. Non invocate aiuti.
State con voi stessi. Accanto alla vostra Forza.
Imparate a conoscervi, ad amarvi, a rispettarvi.
Onorate la vostra Affettività, il vostro Coraggio, la vostra Spada interiore.
Generate il Nuovo, con Amore. E, con affettuosa e delicata Dedizione, prendetevene cura.
Siate integri e onesti.
Pulite e benedite il vostro Campo di Espansione tutti i giorni.
Tutte le notti.
Senza sosta. Senza risparmiarvi o piangervi addosso se state male.
Prendetevi cura delle vostre Ferite.
Disinfettante alla mano, andate e affrontatele.
Soli o con qualcuno che possa affiancarvi mentre ve ne prendete carico.
Non sprecate Gennaio a lamentarvi e "sperare" che passi al più presto o che l'intervento Divino cancelli o deroghi ogni vostro compito evolutivo profondo.
Non è questo il senso.
E non funzionerà. Perderete il senno.
Siate radicati, presenti a voi stessi e concentrati. Ora più che mai.
E osservate con grande umiltà, passione e partecipazione ciò che si trasforma Dentro di voi.
E poi, per sacra magia dell'atto generativo interiore, anche Fuori.
Buon Gennaio. Con voi stessi. Con la vostra "scalata" a mani nude. Con l'immensa bellezza del panorama mozzafiato che attende l'Umanità all'apice della Montagna.
Mirtilla Esmeralda
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greatmoonballoon · 2 months ago
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Ultimamente ho sviluppato una forte ansia riguardo alla mia vita. Non ho più idea che fine io stia facendo, non vedo più nulla all'orizzonte.
Mi sento dimenticata, senza una storia. Come se fossi un corpo senza anima. Invisibile e insignificante.
Ho paura. Tanta paura, tutto intorno a me diventa sempre più buio. Sono indietro e sempre più spaventata che per me non ci sia più niente. Sono davvero stanca di lottare, non ho più le forze di sperare come facevo prima.
Ho troppa paura che per me non esista il vero amore, che non realizzerò mai i miei sogni accontentandomi di una vita mediocre e che per me non ci sia nessuna bellissima storia in generale.
Piango ogni sera e a volte persino mi addormento in queste condizioni. Sono terrorizzata che tutto sia finito così, che questa sia la versione deludente del futuro a cui pensavo da ragazzina.
Se la me ragazzina dovesse chiedermi come va la vita, quanto grande sarebbe la sua delusione? Come farei a dirle che sono ancora triste per cose che credevo di aver superato?
Se ci penso mi viene da piangere. Mi sento a pezzi.
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tiaspettoaltrove · 10 months ago
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La rotta la traccio io.
“Sarò, sempre, un po’ distante”. L’ho scritto nel testo introduttivo di questo blog, e lo ribadisco. Lo sono, e lo sarò sempre più. Perché? Perché quando sono troppo presente, vengo punito. O meglio: quando mi spoglio completamente, quando mostro completamente me stesso per ciò che sono. Mi è capitato anche di recente, con una ragazza che certamente mi starà leggendo. Non sono arrabbiato con lei, davvero, ormai quello della rabbia è un moto che riservo a cose più grandi di me, e non alle persone. Sono semplicemente riflessivo, analizzo la realtà, traggo le mie considerazioni. È evidente ch’io non sia per tutti, che sia difficile gestirmi. È per quello che me ne sto sempre qui da solo, non scrivo a nessuna, mi faccio gli affari miei. Cerco di essere presente il meno possibile, quel tanto che mi basta per sfogarmi quando ne ho bisogno, senza manie insensate di protagonismo. Ovvio, parlo e parlerò sempre di me, nei miei post, ma il tutto finisce entro questo spazio. Chi mi contatta privatamente (e ogni tanto, qualcuna, a quanto pare lo fa) deve sapere che fa male. Tutto qui. Perché poi, se mi si dà corda, si finisce per essere travolti, abbagliati da una luce accecante. È risaputo che voglio dominare, che voglio persuadere, sedurre, condizionare. Che voglio far impazzire colei che incautamente decide di avvicinarsi a me. È così, e non potrebbe che essere così, perché la mia natura è questa. Il mio affetto, il mio amore, la mia attenzione si esprimono attraverso “il polso”, attraverso quella voglia intrigante di piegare a mio volere e piacimento. Non cerco né ho mai cercato la massa, ma solamente quell’unicità da poter imprimere a fuoco a mio piacimento. Posso dare tutto, ma alle mie condizioni. Posso portarti sino al punto più alto del sogno più bello, ma solo se sei con me. Se vuoi fare di testa tua, se vuoi ribellarti, se vuoi fingere di essere migliore di me, sbagli in partenza. In quasi ogni rapporto interpersonale degno di questo nome c’è quella fase in cui la ragazza si rende conto che quello che prova per me è divenuto, in fretta, troppo grande. Insostenibile, perché comporta il rischio della felicità. Subentra la paura, la paura di perdermi, di non essere alla mia altezza, di diventare dipendente. Non posso farci niente, è così e basta. Per quello non mi arrabbio. So quanto valgo, so chi sono e conosco pertanto sia i miei punti di forza che quelli deboli. L’auto-isolamento me lo sono imposto per preservarmi, per difendermi da chi vuole affacciarsi dal balcone, ma subito dopo andare via. Da chi ha paura di cadere di sotto. Con me non puoi tornare indietro, per quello è meglio evitare proprio di affacciarsi. Io, in qualche modo almeno, resto per sempre. E chi mi ha conosciuto lo sa. Ci rimetto sempre io? Sì ok, pazienza. Ormai sono abituato. Ma non crediate che io non capisca, perché capisco benissimo. E vi comprendo anche. Ma non per questo cambio rotta. La strada la decido io, sta a voi poi seguirla o meno. Questa è la libertà che vi lascio.
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raccontidialiantis · 3 months ago
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I suoi occhi parlano
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Lei all’inizio di questa storia e prima di incontrarti la prima sera, stava pensando a come farti soffrire a tua volta. Perché era incazzata nera, piena di livore represso nei tuoi confronti quale strozzino del suo sesso e del suo cuore. Anche se le cose infine cambiano. In fretta e in maniera spesso inaspettata. Non vanno mai come te le aspetti. A volte vanno addirittura meglio! Da sempre lei è stata abituata a comandare, a essere servita. Viene da una famiglia benestante.
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Molto ricca e di potere, quello vero. Con agganci ad altissimo livello. Per i misteri dell’amore s'è però invaghita e ha infine sposato uno qualsiasi, un tipo decisamente comune. Comunque un brav’uomo. Rompendo per lui definitivamente con la sua famiglia. Assieme a suo marito, sin dall’inizio a letto lei ha avuto un comportamento chiaramente dominante. Che per lui, inesperto e un po’ femmineo, è comunque sempre stata una cosa naturale, come respirare.
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Lei decideva se e in che modo fare sesso; come e quando sfondargli il culo con dei dildo e infine se farlo godere un po’ facendosi scopare. Quest’ultima cosa accadeva molto raramente. Per un po’ la piccola azienda di software che avevano messo su insieme è andata bene; poi, per varie ragioni contingenti, gli affari sono diminuiti, sino ad arrivare quasi al fallimento. E lei è venuta da te, a chiederti aiuto.
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Era dai tempi del liceo, da adolescente che le sbavavi dietro. Ma t’ha sempre dato il due di picche. Con sarcasmo, per giunta: cosa che t’ha umiliato profondamente. Quel rifiuto ripetuto e avuto in giovanissima età t’ha dato una specie di imprinting, spingendoti a cercare, per soddisfare i tuoi appetiti, solo e soltanto femmine tappetino. Esseri umani dalla scarsa autostima, donne che ti dicessero sempre di si, che fossero abituate al dolore e ben contente nell’essere dominate, con sincero spirito di sottomissione. Pronte a far godere te e basta.
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Perciò non t’è parso vero, quando a capo basso lei è venuta da te, umiliandosi e prostrandosi ai tuoi piedi. Hai riso dentro, mentre l’abbracciavi serio serio in volto, confortandola e accarezzandole i capelli. Ti brillavano gli occhi dalla felicità. L’hai rassicurata, dicendole che sicuramente li avresti aiutati e che non avresti voluto neppure un euro di interesse, figurarsi. Però....
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Due sole condizioni: la principessa inarrivabile dei tuoi sogni di gioventù avrebbe dovuto sottomettersi a te in una serie di rapporti sessuali secondo la tua volontà, quanto a densità, durata e frequenza. E suo marito avrebbe dovuto essere presente nella stanza, assistendo senza muoversi allo sfondamento totale della sua compagna.
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Quindi, ormai eccola qui a casa tua. Una volta a settimana o addirittura più spesso. A stringere i denti, la gag ball e a sopportare le tue ripetute penetrazioni, i tuoi colpi di reni potenti e le tue eiaculazioni. Quanto ti piace, sborrarle sulla faccia o nel culo, davanti a suo marito. Slabbrarle la fica, ordinandole di metterti un suo dito in culo per poi farglielo leccare è per te un piacere raffinatissimo. E poi farti leccare il cazzo con passione: oh, quanto adori intimarle di succhiare con maggiore intensità e sentire che lei ti obbedisce in tutto alla lettera, sollecitamente e quasi sorridendo!
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Quella donna inarrivabile, tante volte sognata, oggetto di tue infinite masturbazioni, è finalmente in tuo completo potere. L’unico potere che ti interessa veramente. Proprio lei: ancora non riesci a crederci. Quando arrivò la prima volta a casa tua era bellissima, più profumata e raffinata che mai. Quanto soffriva però, nel sentire di non avere il controllo, di non essere lei la regina ma solo la sguattera del tanto disprezzato ex compagno di scuola dalla umilissima estrazione sociale.
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Per alcune ore ella diventò quindi solo la serva usata per il tuo piacere, senza nessun tipo di amore o rispetto. Soltanto un corpo in cui venire. Ripetutamente, sino a tua completa soddisfazione. Una troia qualsiasi. La cosa che le dispiaceva di più, in quella prima volta, era vedere suo marito assistere impotente e in lacrime alla sua resa totale, mentre allargava le gambe e spalancava la bocca per accogliere in gola il cazzo grosso, duro e padrone di un altro uomo.
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Quello di un vero animale, alto, robusto, potente, ingrifato e selvaggio: una instancabile macchina da monta. Ma la sorpresa per te più gradita è stata invece ricevere la sua telefonata a notte fonda subito dopo finita quella prima sessione di “monta”: una chiacchierata di mezz’ora in cui t’ha confessato che poco prima aveva scoperto sorprendentemente un suo nuovo lato, che ti ringraziava perché era venuta e aveva goduto più volte, con il tuo cazzo dentro. Scherzava, rideva: cercava l’intimità, la complicità con te! Incredibile!
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E, sorpresa nella sorpresa, suo marito tornando a casa, in macchina le aveva confessato di essersi sentito, all’inizio della serata, sconfitto come maschio, come professionista, una nullità. Di essere imbarazzato e deluso in generale dalla vita. Piangeva di rabbia, mentre la fottevi, per l'umiliazione e per non aver saputo garantire per lei l’usuale tenore di vita, per averla costretta infine a tale sacrificio. Sostanzialmente gli dispiaceva di non essere stato un vero uomo, uno di quelli capaci di difendere l’onore della propria donna.
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Ma le aveva anche detto di aver sorprendentemente goduto moltissimo, nel vederla finalmente come schiava sessuale a sua volta, di saperla essere diventata, a causa della sua insipienza come marito, la puttana di un vero bruto. Un animale, un incivile senza nessun riguardo. Una macchina da sesso. E... gli piaceva da morire, questa cosa! Provava per sua moglie un nuovo tipo di amore e di stima. Lei quindi si stava sacrificando anche per lui. Godendo allo stesso tempo. Si: lei stava godendo come una porca nel farsi sfondare davanti a suo marito!
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Poi le ha confessato anche di aver capito perfettamente quanto lei stesse godendo, nel venir sfruttata sessualmente. Anche se lei cercava di non farlo trapelare, di non farglielo capire. L'aveva capito anche leccandola subito dopo ogni volta che tu le eri venuto dentro, per pulirla. Per offrirtela nuovamente rinfrescata. Quanto gli era piaciuto vederla ciucciare con gran gusto un cazzo grosso e vero, non il suo solito, piccolo e mezzo moscio pene. E le ha detto anche che vuole ingoiare la tua sborra. Adora farlo.
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Aveva potuto assistere con gusto enorme alla sottomissione della sua donna, osservarla mentre docile prendeva senza sforzo e ovunque un uccello enorme. Un missile che lei si era “sacrificata” a far entrare progressivamente anche tutto in gola, pur di compiacere il suo vecchio compagno di scuola e farlo godere. Le ha confessato che, senza farsi notare troppo, mentre lei succhiava avida e ingoiava, lui si era masturbato ed era venuto!
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Aveva eiaculato la prima volta proprio nello stesso momento in cui era venuto anche "quel bestione" che urlava di gioia dicendo alla sua donna: “puttana, sei solo una sporca puttana. Adesso ingoia tutta la mia sborra, troia.”  Lui godeva mentre tu sborravi abbondantemente in gola alla tua ex compagna di scuola, sì che parte del tuo copioso seme uscisse fuori dalle labbra adorate di sua moglie. E poi rosso in volto, il mezz'uomo mentre guidava ha concluso: “quando lo rifacciamo?” per poi continuare a parlare solo dopo circa dieci minuti di silenzio, pieno di vergogna.
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“Sai, tesoro: devo confessarti che ho un desiderio bruciante. Non vedo l’ora di vederti di nuovo spaccata, violata, sfondata, riempita di sborra da un altro uomo, da un uomo vero. In particolare da lui: che adesso è diventato il padrone del nostro piacere comune."
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"E francamente non riesco a pensare ad altro, amore mio. Eri bellissima, mentre ti scopava. Voglio al più presto rivedere il suo cazzo nudo e tu che glielo adori e lo prendi ovunque. E poi... scusami ma devo proprio dirtelo: vorrei tanto incontrarlo una sera da solo. Io e lui soltanto, se tu me lo permetti... Vorrei fargli un pompino... Anche dopo che t'ha scopata, per farglielo tornare duro e pronto per te...” 
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RDA
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ilgiardinodivagante · 4 months ago
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Ci siamo ritrovati in un'epoca in cui le nostre mani, ormai, sanno solo tendersi avidamente verso l'esterno. Siamo diventati abili mendicanti, valutando ogni cosa - oggetti, situazioni, persone - esclusivamente in base a ciò che possiamo ricavarne. Un'eterna rumba di mani vuote che supplicano altre mani vuote, in un vortice senza fine. Ma se tutti siamo così concentrati a ricevere, chi potrà mai donare?
Sembra un'illusione, un'utopia pensare che invertendo la rotta, concentrandoci sui bisogni altrui, potremmo colmare questo vuoto. Eppure, è proprio in questa apparente follia che si cela la chiave per una vera ricchezza. Immaginiamo un mondo dove ognuno di noi, invece di chiedere, offrisse. Dove le nostre mani, anziché essere tese, si aprissero per dare, per servire. In questo scenario, le nostre mani non sarebbero più vuote, ma colme di un'energia nuova, pronta a generare connessioni autentiche e significative. E mentre noi saremmo concentrati nel riempire altre mani, queste riempirebbero le nostre.
Perché ci risulta così difficile donare senza aspettarci nulla in cambio? Perché tendiamo a porre delle condizioni al nostro amore, come se fosse una moneta da spendere con accortezza, da investire per ottenere un ritorno. Ma se il nostro scopo è ottenere qualcosa in cambio, allora non stiamo veramente donando, stiamo barattando.
In questo modo, il nostro dare si trasforma in una transazione in cui l'amore diventa uno strumento per raggiungere i nostri obiettivi. È come se dicessimo: "Ti do il mio affetto, ma in cambio voglio la tua gratitudine, la tua ammirazione, o semplicemente la conferma del mio valore". Così, però, stiamo annullando il valore intrinseco del dono, che risiede proprio nella sua gratuità. Quando doniamo per ottenere, non stiamo dando, stiamo prendendo sotto mentite spoglie.
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Quante volte abbiamo rifiutato l'amore di qualcuno, convinti di poter trovare qualcosa di meglio? Quante volte abbiamo trattenuto il nostro affetto per paura di essere feriti o sfruttati? Eppure, se riuscissimo a liberarci da queste pretese, se imparassimo ad accogliere ogni dono senza condizioni, e a donare senza aspettarci nulla in cambio, scopriremmo una nuova dimensione dell'amore e delle relazioni umane.
Non sto parlando di un amore generico e indifferenziato, di un "amare tutti" alla cieca. Certamente, ci saranno persone che ci toccheranno più profondamente di altre, con cui sentiremo un legame più forte. Ma l'essenza sta nel donare senza aspettarsi nulla in cambio, nell'essere presenti per gli altri con tutto il nostro cuore, anche quando non riceviamo nulla in cambio.
Immaginiamo di amare qualcuno e di volerlo sostenere nel suo percorso, anche se questo significa vederlo coinvolto con altre persone. Immaginiamo di essere disposti a ricevere l'amore degli altri, anche se non corrispondiamo a quei sentimenti con la stessa intensità. In questo modo, creiamo un flusso continuo di energia, dove ognuno di noi può donare e ricevere, senza sentirsi mai in debito o in difetto.
Il vero dare non prevede calcoli o stime. Non è dare ciò che ci avanza o ciò che ci fa sentire bene. È riconoscere sinceramente il bisogno dell'altro, è mettersi nei suoi panni, è essere disposti a fare uno sforzo, anche quando è faticoso, per soddisfarlo. È un atto di empatia pura, che non giudica, non paragona, non cerca vantaggi.
E se dovessimo incontrare solo persone che prendono senza mai dare? Anche in questo caso, avremmo fatto qualcosa di prezioso: avremmo riempito le nostre mani, le avremmo rese piene di amore. E se le persone che amiamo hanno le mani piene, anche noi avremo vinto, perché l'amore che abbiamo donato ci avrà reso più felici. Perché anche se l'amore non sempre è reciproco, il gesto di donare porta con sé una profonda soddisfazione.
Questo non è un invito a rinunciare a sé stessi o a farsi sfruttare. È un invito a riscoprire il potere del dare disinteressato, a vivere relazioni più autentiche e significative, a creare un mondo dove le mani non sono più vuote, ma piene di amore e di speranza.
Dare non è solo un verbo, è un'attitudine, un modo di essere. È un viaggio verso una maggiore consapevolezza di noi stessi e degli altri, un percorso che ci conduce verso una maggiore pienezza e felicità.
Questo blog è il mio piccolo angolo creativo. Ogni parola e ogni immagine presente in questo post è frutto della mia immaginazione. Se ti piace qualcosa, condividi il link, non copiare.
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ross-nekochan · 1 year ago
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“Maria non è stata mai amata dai genitori. Ha fatto di tutto per richiamare la loro attenzione: ha urlato, distrutto i mobili della sua camera, ha preso brutti voti a scuola, li ha presi belli, ha ricevuto un premio per il miglior tema. Nulla ha scalfito l’indifferenza dei suoi genitori. Erano sempre concentrati a parlare di soldi, a lavorare, a litigare, a fare le loro cose… Maria si sentiva un soprammobile, un oggetto abbandonato“
La mancanza d’amore dei genitori di Maria non potrà mai essere cancellata. Tale ferita si è tradotta in bisogno esasperato di amore senza condizioni. Oggi, Maria sposta questa sua richiesta sulla figura di riferimento più vicina: il partner di turno. Maria è adulta ormai, ma le sembra di rivivere sempre lo stesso un copione esistenziale; si sente bisognosa, dipendente… Si sforza continuamente di ricevere amore, non soltanto da papà e mamma, ma da ogni persona che riveste una qualche importanza. Agisce verso se stessa e nei confronti di quelli che ama, con quello che ha imparato: il disamore. Ha difficoltà a relazionarsi, a empatizzare; la sua frustrazione maggiore è proprio quella di avere un bisogno e non sapere qual è.
Un bambino che ha sperimentato l’assenza d’amore, da adulto non sarà mai capace di “amarsi”, “amare” e, soprattutto, “lasciarsi amare”. Perché?
Maria rappresenta tutti quei “bambini non amati”, quei bambini cresciuti senza un solido legame affettivo. Non occorre intenzionalità malevola da parte del genitore perché il bambino non si senta amato. Può sentirsi trascurato perché il papà e la mamma sono troppo impegnati col lavoro o, peggio, con il circolo del bridge…..La mancanza di affetto vuol dire anche avere avere genitori poco attenti o disponibili. Molto spesso i genitori amano i propri figli in maniera differente rispetto a ciò di cui hanno bisogno. Molto spesso, i genitori non sono consapevoli degli effetti che esercitano sui figli, non conoscono strategie comportamentali funzionali e suppongono che i loro comportamenti siano innocui, se non addirittura educativi. In fondo, tutti i genitori sono stati bambini e così tentano di riproporre schemi che loro stessi hanno appreso durante l’infanzia. Per questi motivi, non possiamo sostenere che un genitore si comporta in modo disfunzionale perché non ama il suo bambino! Anzi, proprio perché lo ama, un genitore tenta di dargli ciò che egli stesso non ha avuto o ciò che ritiene giusto secondo la sua personalissima ottica.Come il bambino vive la carenza d’affetto.
Il “bambino non amato” si percepisce come la causa del conflitto e/o dell’interazione disfunzionale con uno o entrambi i genitori, fino al punto di poter pensare che ciò che accade è per colpa sua. Ciò lo porta a costruirsi e rappresentarsi come un bambino non amato, perché cattivo e colpevole.
“C’è sempre una certa follia nell’amore. Ma c’è anche sempre qualche ragione nella follia”. (Friedrich Nietzsche)
In modo inconsapevole si va a riproporre un antico copione in cui la persona che oggi si sente respinta, rifiutata è stata dapprima un bambino non amato. Nella ricerca di amori attuali tormentati, il non amato, oggi adulto, non fa altro che ripercorrere l’antico copione vissuto con i genitori, l’antico dolore per non essere stato amato con la speranza di sanare questa antica ferita.
Cosa possiamo fare per sentirci amati?
Proprio per il modo in cui la psiche umana si è evoluta, è praticamente impossibile non trattare noi stessi nello stesso modo in cui ci hanno cresciuto i nostri genitori. Se siamo stati frequentemente ignorati, rimproverati, incolpati, giudicati o puniti fisicamente tendiamo a ripetere questo stesso trattamento: quando ci attacchiamo di solito stiamo seguendo l’esempio dei nostri genitori. Molte persone vivono in una realtà legata strettamente ai loro traumi. Soffrono e proiettano le loro sofferenze. E hanno spesso paura e si muovono nel mondo in base alle limitazioni che questa gli impone.
È impossibile amare se stessi se non si parte come sempre dalla Consapevolezza. Parti dallo scoprire chi sei, in cosa credi, cosa desideri e a cosa dai valore. La consapevolezza implica la possibilità comprendere la tua storia, le tue esperienze e come ti sei adattato a queste. Per acquisire consapevolezza devi innanzitutto essere onesto con te stesso e questo può essere più difficile di quanto pensi. Molti di noi sono così bravi a “raccontarsela” che non si rendono neanche conto che lo stanno facendo.
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littlepaperengineer · 5 months ago
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Oggi c'è stato un tempo bellissimo... Sono stato con la mia comitiva di mattina, ho giocato con la bambina che mi ha regalato alcuni dei suoi sorrisi.
Poi a pranzo con i miei che meno male ci sono, gli unici che regalano amore senza condizioni, più di quanto io sappia amare me stesso. C'erano alcuni dei miei zii più importanti... Bagnetto a mare nel pomeriggio, mio fratello.
E ora compleanno con gli altri amici, gruppone. Sono felice 😊🌻
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blackrosesnymph · 1 year ago
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Stanca di un amore che mi accoglie solo al patto che io sia superficiale, esattamente nel senso di vuota e senza contenuto, non nel senso di estesa e liberamente profonda.
Superficiale è l'aggettivo per indicare la parte visibile "la copertura" di qualcosa, ma può anche voler indicare l'esistenza di una superficie e in tal senso la superficie ce l'hanno anche i pozzi profondi.
Voglio essere accolta superficialmente in tutte le profondità che mi appartengono, non essere accolta a patto che io sia una superficie che nasconde un vuoto.
Ovviamente è anche l'amore che esigo da me stessa di coltivare verso gli altri.
Le condizioni in cui sono cresciuta non mi hanno permesso di farlo fino ad ora, ma ora sto imparando a farlo.
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greenthink · 6 months ago
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Coltivare senza acqua ''resoconto-primo tentativo''
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Negli ultimi anni, la domanda di metodi di coltivazione sostenibili è diventata sempre più urgente.
Personalmente, ho deciso di affrontare questa sfida in modo diretto, ispirandomi alle pratiche di Fukuoka, iniziando un progetto di giardinaggio che non dipendesse dall'acqua.
Attraverso questa esperienza, mi sono avvicinata a un modo di vivere più consapevole e rispettoso dell'ambiente.
 ''Progettare un Orto Sostenibile''
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Decidere di progettare un orto per la coltivazione senza acqua è stata una sfida molto stimolante .
Ho iniziato a cercare un’area del mio giardino che potesse soddisfare le esigenze delle piante senza richiedere irrigazione costante.
Dopo aver analizzato attentuali varie zone, ho scelto porzioni di terreno semi-ombreggiate, dove la luce solare non colpiva direttamente le piante per tutto il giorno.
La scelta si è rivelata cruciale per proteggere le mie coltivazioni dal calore estremo. Per preparare il terreno, ho coperto la superficie con paglia e fieno.
Questo strato non solo ha aiutato a mantenere l’umidità nel suolo, ma ha anche ridotto la crescita delle erbacce, permettendo alle piantine di prosperare.
Dopo aver fatto ciò, ho piantato le piantine che avevo acquistato, senza arare la terra, innamorata del pensiero di vedere crescere il mio orto sostenibile.
 ''La Fortuna della Pioggia''
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Sono stata incredibilmente fortunata, poiché da aprile fino a tutto giugno, le piogge sono state frequenti, questo ha alleviato la mia ansia riguardo alla mancanza d’acqua; non ho mai dovuto annaffiare le mie piante. 
Anzi, ho colto l’occasione per raccogliere l’acqua piovana attraverso le grondaie del tetto e conservarla in bidoni.
Queste riserve si sono rivelate preziose, permettendomi di mantenere le piante ben nutrite e idratate senza dover dipendere da fonti esterne fino ad ora. 
Grazie a queste condizioni favorevoli, fino ai primi di luglio ho avuto ottimi risultati. Fragole dolci e croccanti, insalate di vario genere, finocchi, aglio e cipolle sono cresciuti rigogliosi, e ho potuto raccoglierli con grande soddisfazione.
Ogni raccolto era una piccola vittoria, un segno che il mio approccio alternativo alla coltivazione stava funzionando.
 ''Le Sfide del Caldo Estivo''
Tuttavia, la fortuna sembra avere un modo di cambiare rapidamente. 
Dopo i primi giorni di luglio, le piogge sono cessate e il sole ha iniziato a picchiare con intensità, portando le temperature a sfiorare i 40 gradi. 
Nonostante la zona che avevo dedicato all'orto fosse relativamente ombreggiata, le piante mostrano segni di stress idrico. 
La mia gioia iniziale si è trasformata in preoccupazione, poiché le piante continuano a chiedere acqua, e io mi sono trovata di fronte a una dura realtà: non ho abbastanza acqua per tutte. In questa situazione, ho dovuto prendere decisioni difficili. 
Ho dato priorità ai pomodori, le piante che avevo coltivato con tanto amore e che promettevano di offrire un raccolto abbondante. Con il caldo intenso e la scarsità d’acqua, ho dovuto affrontare la sfida di gestire le risorse in modo intelligente e strategico, cercando di salvaguardare quello che potevo. 
 ''Conclusione''
  Ho imparato che, sebbene le condizioni possano essere difficili, la resilienza e la pianificazione possono fare la differenza. Dopo questa esperienza di coltivazione senza acqua, posso affermare con certezza che i cavoli sono particolarmente adatti a questo tipo di pratica agricola. 
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Probabilmente, il mio terreno si è rivelato ideale: queste piante accusano poco il freddo e, grazie alla mia abbondante pacciamatura, non richiedono annaffiature frequenti.
Nel mio orto, i cavoli verdi, rossi e il cavolo nero hanno prosperato, dimostrando una resistenza sorprendente alle condizioni climatiche avverse. 
Purtroppo, non tutte le piante hanno avuto la stessa sorte. Le fragole, ad esempio, hanno risentito molto del caldo e stanno cominciando a seccare, mentre anche le zucchine sembrano soffrire, producendo solo fiori (per fortuna, comunque, molto buoni). 
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I pomodori, invece, richiedono ancora la mia attenzione quotidiana, necessitando di un litro e mezzo d’acqua per pianta ogni giorno per far fronte al caldo.
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'' Se qualcuno ha consigli o pratiche da suggerirmi per migliorare i risultati del mio orto in queste condizioni, sarei molto grata.
La condivisione di esperienze e suggerimenti è fondamentale per crescere insieme e affrontare le sfide della coltivazione sostenibile.''
La mia avventura continua, e ogni giorno rappresenta una nuova opportunità per imparare e adattarsi.
un abbraccio a tutti
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principessa-6 · 1 year ago
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Ti amerò
non so dirti quanto, ma sicuramente
Ti amerò
sempre, amore mio, nel modo più puro, dal profondo della mia anima
Ti amerò
senza condizioni o giuramenti
Ti amerò
Oggi, domani e sempre, amore mio.
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susieporta · 3 months ago
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La Giustizia
"Tutto chiede purezza"
"Dire la Verità", è un privilegio per pochi.
"Essere la Verità" stessa, è ancora più raro.
Appoggiare le nostre Maschere sul comodino e uscire nel Mondo senza bisogno di "nascondere" o "difendere", e senza sviluppare atteggiamenti di sfida, di rabbia, di bisogno di riconoscimento, è salute, è vitalità, è pienezza.
Offrire a se stessi il "permesso" per esprimere il proprio talento, per abbracciare la vita desiderata, per la piena e consapevole realizzazione della missione d'Anima, in coerenza e rispetto con la propria struttura fisica e psichica, è illuminazione.
Chi ama se stesso fin dentro le profondità, chi è onesto, sincero, integro e incorruttibile, non ha necessità di mentire, né di temere ritorsioni.
La Verità in Passato ci ha posto in condizioni "scomode".
Ma ci ha liberato dal dover "fingere" ciò che non eravamo e non potevamo essere, dall'obbligarci a compiacere gli altri, dalla triste e complessa dinamica delle alleanze e delle obbedienze.
Ci ha spogliati dalla "non Vita" che stavamo interpretando con così tanto ardore e inconsapevolezza.
Assecondare una Vita che non ci piace, accomodarci dentro alla "tranquilla" routine e sperare che prima o poi qualcuno venga a salvarci dalla nostra incoerenza, è tremendo.
Sentirsi vittime delle nostre stesse scelte, è velenoso.
Novembre ci invita a "dire la Verità".
Agli Altri in primis, ma soprattutto a noi stessi.
A vuotare il sacco. Fino in fondo.
A rinnovarci nell'onestà e nella trasparenza.
La Verità, espressa con chiarezza e amore, salverà il Mondo. Il nostro e, contestualmente, anche quello di chi ci cammina accanto.
Potrà non essere compresa o accolta con favore.
Ma è la Verità. E come tale apre una serie di ampie possibilità di crescita per tutti.
Basterà concedersi di esprimerla. E tutto cambierà.
Ma non sarà la nostra "parte vittima" a parlare. Sarà il Cuore.
Novembre ci guida all'atto finale delle nostre paure e reticenze.
Chiude "cicli di riverenza", "asservimenti al potere", "vittimismi", "timori di ritorsione", "bisogni di riconoscimento".
Chiude i "ricatti emotivi", gli "inchini", le "finte alleanze".
Rompe il silenzio e l'omertà dei "giusti".
Provoca partenze. Tante partenze.
Frantuma tutto ciò che non è retto dall'Onestà interiore.
Sconvolge.
Apre strade nuove. A volte perdendo nuovamente tutto, ma è un "perdere" voluto, partecipato, anelato.
Non è il "perdere della Vittima".
E' il coraggioso "perdere dell'Eroe" che ha ritrovato dentro se stesso la sua amata Itaca.
E la raggiungerà con tutti i mezzi. Dovesse pure ritrovarsi solo tra le onde del mare in burrasca.
Novembre ci stupirà. Ci lascerà assolutamente attoniti di fronte alla Potenza della nostra nuova Struttura Cristallina.
Ci regalerà attimi mozzafiato.
Ci trascinerà nel vortice del cambiamento repentino, veloce, inaspettato.
Faremo i conti con le subdole "bugie" che ancora ci raccontiamo.
E sarà bello vederle animarsi intorno a noi.
Gli Altri ne saranno la proiezione.
E noi sapremo perfettamente che stiamo guardando il nostro mancato coraggio, le nostre paure, le distorsioni che ancora ci impediscono di "cambiare scena".
E ce ne prenderemo carico. Per la prima volta "senza se e senza ma". Senza puntare il dito all'esterno. Senza distribuire colpe o recriminazioni. Senza aspettarci che l'Altro lo faccia per noi.
Con amore e riconoscenza. Con determinazione e forza d'animo.
Le vedremo danzare nel loro atto finale, le vedremo allontanarsi da noi come stormi di uccelli migratori, le saluteremo con la grazie e l'eleganza di chi sa che presto giungeranno nuove Primavere e nuove opportunità di "cambio direzionale".
Sarà bello e commovente. La Gratitudine inonderà i nostri occhi.
Si chiuderà un'Epoca interiore.
Lo sentiremo. Lo stiamo già sentendo.
Ultimi saluti. Ultimi abbracci.
E' tempo.
Fino ad aprile 2025, il nostro viaggio sarà dedicato a congedare persone e luoghi, ad accomiatare automatismi del Passato, a chiudere con parti di noi esaurite nella funzione evolutiva, a rischiarare la Verità dentro ai nostri passi.
E molto, molto ancora.
Ma un gradino alla volta.
La Terra si prepara all'ennesimo scossone. Stavolta si trascinerà via un bel po' di iniquità di Sistema. Attenti a dove mettete i piedi nei prossimi giorni.
Mirtilla Esmeralda
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lunamagicablu · 1 year ago
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“Rilassatevi senza pigrizia.. Concentrarsi senza tensione. Percepire senza proiettare. Testimoniare senza giudicare..
Godetevi senza brama. Rifletti senza immaginare. Amore senza condizioni..
Dare senza pretendere. Ricevere senza possedere. Servire senza egoismo..
Sfidare senza dominare. Meditare senza identità. Correggere senza incolpare...
Superare senza orgoglio. Ridere senza cinismo. Piangere senza pietà...
Confrontarsi senza odio. Guida senza superiorità.
Sii senza autodefinirti...
Vivi senza arroganza. Entra senza importanza. Parti senza rimpianti...
Sii uno con Dio...”
~Mooji art by_martian4sh **************************** “Relax without laziness.. Concentrate without tension. Perceiving without projecting. Testify without judging..
Enjoy without craving. Reflect without imagining. Love without conditions..
Give without demanding. Receive without possessing. Serve without selfishness..
Challenge without dominating. Meditate without identity. Correct without blaming...
Overcome without pride. Laugh without cynicism. Cry without mercy...
Confront without hatred. Drive without superiority.
Be without defining yourself...
Live without arrogance. Enter without importance. Leave without regrets...
Be one with God...”
~Mooji art by_martian4sh 
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valentina-lauricella · 9 months ago
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Una giornata di sole
È una giornata piena di sole, una di quelle in cui egli trascorre un'ora al balcone a capo scoperto, come gli ha consigliato il medico. La sua carnagione, di solito, è pallida, ma il sottotono olivastro della sua pelle gli impedisce di arrossarsi e scottarsi, cosicché egli si abbronza, assumendo un'aria più sana. Ed è solo per esibire al medico questa illusione di salute che si sottopone al bagno di sole. Gli chiedo, mentre guardo la strada sottostante, popolata di venditori ambulanti e ragazzetti che si rincorrono, se avverta un miglioramento nelle proprie condizioni. "Sì, come ogni anno quando finisce l'inverno," ma conclude la frase con un colpo di tosse. Volgo le spalle alla ringhiera del balcone e immergo gli occhi nella penombra della stanza dove in fondo, proprio sopra il letto, sulla parete azzurra, è appeso un grande rosario dai grani di legno scuro. "E così reciti le preghiere prima di andare a dormire," dico per scherzo. "Oh sì," risponde lui con gravità, "tridui e novene".
"Quella ragazzetta ha lo sguardo vispo," sussurro accennando a colei che sembra affaccendarsi riassettando le carte sopra uno scrittoio. "Ti assiste con amore?" "Amore di carità," soggiunge lui. "Le invidio che sappia leggere il greco, il latino e il francese; sapessi farlo anch'io, le farei recuperare tutto il sonno che ha perduto in queste notti." La ragazza esce dalla stanza senza salutare, con passo zoppicante, ma leggero. Ha lasciato sullo scrittoio una Bibbia, accanto a un'Iliade.
"Nella Bibbia è scritto che i morti dormono," dico trasognata. "E nell'Ade gli eroi non sono altro che ombre," prosegue lui. "Ma allora, se questa vita è sogno, e poi continueremo a dormire, non ci sveglieremo mai? Conosceremo soltanto il sonno?"
Lui tiene gli occhi chiusi al sole. "Io credo che stiamo facendo esattamente ciò a cui la necessità ci spinge. Tutto in noi è materia," prosegue. "Da bambino trascorrevo molte ore in ginocchio, pregando di essere risparmiato dall'inferno; poi da ragazzo sognai di poter entrare in paradiso con una corona di lauro. In realtà non ci spettano premii né castighi, dal momento che siamo esseri governati dalla fortuna. L'unico bene sarebbe non ricordare mai più di essere stati, e che qualcosa vi sia".
"E se la tua coscienza sopravvivesse?"
"Immagino che la natura dei morti non li faccia riguardare più la vita. In nessun modo. L'istinto di conservazione, la speranza...sono nelle fibre di questa carne."
"Torneresti?..." gli chiedo.
"Se fosse utile."
"A te o ad altri?"
"A chiunque, anche a un topolino. Purché ne avessi certezza."
"Se gli dei vogliono continuare a giocare con noi, dovranno farlo a carte scoperte," azzardo.
"Vorrei non capirli mai, gli dei."
"Ma se hai detto che vuoi certezza..."
"Ho risposto alla tua domanda: mi chiedevi se sarei tornato, non cosa volessi. Io voglio esattamente questo silenzio, questo mistero, in cui si è identici a prima di nascere e si può ignorare sia la vita che la morte, e che esistono differenze. Se un dio si chiarisse, ci darebbe la vita, e con essa la morte."
"Infatti Dio si è espresso," spiego accennando alla Bibbia.
"No," dici: "Quello lo abbiamo sognato..."
"Sai qual è l'espressione più evidente di Dio?" Lancio la sfida, e proseguo: "Quella ragazza. Si sacrifica per te, e potrebbe non farlo. Questo si chiama libero arbitrio, non necessità".
"Lo fa per ambizione," sorride amaramente, "vuole diventare santa, per compiacere suo fratello, l'unico uomo che non l'abbandonerà. Se morissi prima di stanotte, per lei sarebbe un sollievo."
"Che dici!" Protesto. Ma dentro di me so ch'è vero.
"Io e lei siamo due infelici che non s'incontreranno mai. E ora sono stanco, vorrei riposare un po'."
Lo accompagno a letto. Gli sistemo i due grossi cuscini che tiene sotto la testa e, mentre lo faccio, avverto qualcosa di duro tra l'uno e l'altro. "E questi?" Dico, vedendo un cartoccio di confetti.
"Me li ha regalati lei. La mia dolce morte. Stanotte, lei potrà finalmente riposare."
"Piantala," gli dico brusca. "Stanotte penserò io a intrattenerti. Ti leggerò le mie poesie e i miei racconti."
"Tu scrivi?" Chiede con una sfumatura sarcastica, inarcando leggermente le sopracciglia.
"Ma certo. Ti ho dedicato tante poesie..." Gliene recito subito una.
"Sono frasi, non è poesia. Non c'è metrica. E il linguaggio è colloquiale, direi trasandato."
"Questa è poesia contemporanea," spiego. "Si chiamano versi liberi."
"I versi sciolti sono tutt'altra cosa..."
"Infatti questi non sono sciolti, ma proprio liberi. Come i pensieri, come il vento..." sorrido. "Vuoi provare anche tu?"
"Certo. Sembra facile come parlare nel sonno."
Io assaggio un confetto, mentre lui sussurra con aria canzonatoria: "Dalla vita  volevo fuggir via,
perché la morte sola beltà mi apparia;
ma la mia vile anima immortale
mi parla e dice che ancora avrò a dare
e la beltà di ciò che darò
è così grande che più non morirò!"
"Ecco, bravo," lo incoraggio ridendo. Forse attratta dalle risate, entra la graziosa ragazzetta zoppa. "Vuoi?" Dico offrendole il cartoccio di confetti. "Questo screanzato li aveva rubati per suicidarsi prima di stanotte," dico scrollando il capo.
Lei arrossisce e si torce le mani. "Il suicidio è peccato mortale..." finge di rimproverare il malato con lo sguardo fisso alla punta delle proprie scarpe. Esce portandosi via i confetti.
"E ora?" Mi chiede lui.
"Faremo versi tutto il pomeriggio e la notte. I più liberi e sciocchi che riusciremo a fare. Ma prima voglio leggerti un mio racconto."
"Come s'intitola?" Chiede rassegnato.
"Una giornata di sole"...
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