#amore per Parigi
Explore tagged Tumblr posts
Text
Parigi dorme di Maria Luisa Spaziani: la solitudine di una sentinella tra poesia e immagine. Recensione di Alessandria today
Un ritratto silenzioso di Parigi, sospeso tra il tempo e la memoria.
Un ritratto silenzioso di Parigi, sospeso tra il tempo e la memoria. Alessandria, 15 dicembre 2024 – Maria Luisa Spaziani, una delle più grandi voci della poesia italiana contemporanea, dipinge con parole delicate e precise la sua visione di una Parigi addormentata. Il componimento “Parigi dorme” è un tributo alla solitudine, alla quiete e all’amore per una città universale, descritta attraverso…
#Alessandria today#amore per la città#amore per Parigi#atmosfere urbane#autori italiani#città addormentata#città vive#cultura poetica#cura della città#Eugenio Montale#figura della sentinella#Google News#immagini evocative#introspezione#Introspezione poetica#italianewsmedia.com#letteratura italiana#linguaggio poetico#lirica italiana#Maria Luisa Spaziani#musicalità dei versi#Parigi#Parigi dorme#Parigi silenziosa#parole e immagini#Pier Carlo Lava#poesia breve#poesia contemporanea#Poesia del Novecento#poesia italiana
0 notes
Text
Sai ci sono riuscita, sono tornata nei luoghi dove siamo stati insieme. Dopo tanto tempo, ho avuto di nuovo il coraggio, e credimi ce n’è voluto tanto. Ci vuole tanto coraggio a lasciare andare una persona che non sei ancora pronta a lasciare andare. Sono anche andata a Parigi dove siamo stati insieme, dove mi hai detto di amarmi per la prima volta, faceva così freddo eppure tu mi scaldavi. Avevamo così tanti piani, così tanti progetti, te ne sei andato prima che potessimo realizzarli. Era così bello, sembrava di vivere in un sogno, ma ora ho dovuto lasciar perdere tutto. Ho camminato da sola per le strade in cui prima camminavi mano per la mano con me, e chi lo sa, magari ora per mano hai qualcun altro, qualcuno che ti scalda il cuore per le strade della città dell’amore, un po’ come facevo io. Ma per dove siamo passati, il nostro amore è eterno, come un’ombra, un ricordo che non svanirà, e quando ci passo quasi sento ancora il tuo odore, se chiudo gli occhi sento la tua voce, e chi lo sa, magari dopotutto c’è ancora speranza, almeno nei posti dove siamo stati noi.
#love#love quotes#love letters#aforismi#frasi#frasi belle#frasi bellissime#frasi dolci#frasi tumblr#frasi vere#frase del giorno#frasi italiane#frasi e citazioni#frasi amore#frasi pensieri#frasi tristi#frase bella#frasi vita#le migliori frasi#malinconia#poesiadistrada#poesia#pensieri#citazione tumblr#citazioni#amore tumblr#tumbrl#amore a distanza#ti amo#amore
17 notes
·
View notes
Text
Il Festival le ha cambiato la vita?
«Sì, definitivamente. A Sanremo appena puoi ci devi tornare, perché impari cose nuove. Quando qualcosa mi dà tanto, voglio rifarla».
[...]
Per chi fa il tifo?
«Per Noemi. Della sua canzone, Se t’innamori muori, sono fan non perché l’ho scritta con Blanco e Michelangelo. Ma perché per lei è perfetta. Scriviamo tanti brani da dare agli artisti, immagini come li possono interpretare. Noemi l’ha cantato e sembrava ce l’avesse strappato di bocca. Pazzesco».
Col successo ha mai avuto paura di perdersi?
«Mi sono perso almeno sette volte, è un lavoro che ti dà tanto e ti chiede tanto, mantenere lo stesso livello di energia non è facile. Quando sei libero torni a casa, alla quotidianità, ed è difficile, quando hai provato sensazioni forti, abbassare il livello. C’è tanta adrenalina. Ho capito come mantenere il mio equilibrio a 27 anni, quando nei hai 18 anni è diverso. E anche gestire le prime batoste a quell’età non è facile».
Il momento in cui è stato più felice?
«Tanti. Spero che il momento più felice debba ancora arrivare. Il mio difetto è che non realizzo le cose che ho vissuto, sono sempre incredulo quando mi chiamano per darmi belle notizie. Vivo sul chi va là».
Cosa direbbe a chi la bullizzava?
«Niente. Penso che chi ha sofferto nell’adolescenza, bullizzi perché cerca attenzione: è un atteggiamento che nasce da una mancanza. Mi dispiace per chi vive così. Il bullizzato ne esce sempre meglio».
[...]
Scrivere per lei è liberatorio?
«Sempre. A volte scrivevo cose di cui mi vergognavo. Hai paura ad aprirti con gli amici, in famiglia; grazie alle canzoni sembra tutto più facile. Sei libero. Un po’ come al cinema, quando viene mostrata una scena cruda, violenta, politicamente scorretta: è cinema. La musica è così, il linguaggio può sembrare sbagliato, ma se la gente l’ascolta e arriva al successo, hai saputo comunicare».
A Parigi ha sfilato come modello: la moda la interessa o vive una botta di narcisismo?
«Sono fan di Yamamoto, avevo già sfilato per altri brand, lui lo adoro. Ore di prove, mi spiega che dovrò sfilare con un modello di 19 anni: “Padre e figlio”. Resto perplesso, ho fatto sto figlio a 13 anni? Vabbè, è Yamamoto. Il giorno dopo: “Non funziona, non funziona”, tre ore di sfilate in coppia e dieci minuti prima cambia tutto. “Camminate lenti, tornate indietro, guardate a destra e a sinistra, poi uscite”. Non puoi essere narcisista».
[...]
Cosa deve avere una persona per conquistarla?
«ll disinteresse mi attrae. Mi piace piacere a chi non piaccio. Mi interessano le persone che non mi corrono dietro».
Disastro. Ha sofferto per amore?
«Parecchio. E se no ‘ste canzoni come le scrivevo?».
#mahmood#alessandro mahmoud#interview#il “vivo sul chi va là” come modello di vita#lo capisco#sull'amore proprio vero che se non si complica la vita non è contento#🙈
11 notes
·
View notes
Text
MOMENTO LETTERARIO
Dal libro: L’amore dura tre anni di Frédéric Beigbeder
I messaggi sono una forma di tortura molto raffinata. Un giorno senza risposta, pensi a una tattica. Due giorni senza risposta, ti offendi. Tre giorni senza risposta... ti innamori.
Così alcune donne aspettano il Principe Azzurro, questo stupido concept pubblicitario generatore di donne deluse e future zitelle inacidite, mentre solo un uomo imperfetto potrebbe renderle felici.
Ma dovete sapere che ogni uomo dopo i trent'anni, ancora in vita, è un coglione.
Non si è mai soddisfatti: quando una ragazza ci piace, vogliamo innamorarcene; quando ne siamo innamorati, vogliamo baciarla; quando l'abbiamo baciata, vogliamo andarci a letto; quando ci siamo andati a letto, vogliamo vivere con lei in un appartamento ammobiliato; quando viviamo con lei in un appartamento ammobiliato, vogliamo sposarla; quando l'abbiamo sposata, incontriamo un'altra ragazza che ci piace. L'uomo è un animale insoddisfatto, esitante tra diverse frustrazioni. Se le donne volessero giocare d'astuzia, gli si negherebbero, per farsi correre dietro tutta la vita.
Nessuno vi avverte che l’amore dura tre anni. Vi si fa credere che è per la vita, mentre, chimicamente, l’amore scompare nell’arco di tre anni. L’ho letto in una rivista femminile: l’amore è una botta effimera di dopamina, noradrenalina, prolattina, luliberina e oxitocina.
La società vi inganna: vi vende il grande amore mentre è scientificamente provato che questi ormoni cessano di agire dopo tre anni. Del resto le statistiche parlano chiaro: una passione dura in media 317, 5 giorni e, a Parigi, due coppie su tre divorziano nei tre anni successivi alla cerimonia.
Perché tre anni e non due, o quattro, o seicento? Secondo me, questo conferma l’esistenza di quelle tre tappe che Stendhal, Barthes e Barbara Cartland hanno spesso distinto: Passione- tenerezza- noia, ciclo di tre stadi che durano ciascuno un anno, un triangolo sacro quanto la Santa Trinità.
Chi di voi ha letto questo libro del 1997, oppure visto la trasposizione cinematografica del 2011? Che giudizio date?
29 notes
·
View notes
Text
Non saprei dire di preciso come sia successo e quando, ma per la prima volta in queste feste sento una sorta di scarto, un cambiamento che è avvenuto in sordina nella mia concezione affettiva. Mi spiego (o almeno, ci provo).
Se finora in tutti questi anni quando tornavo a Roma a Natale, dai miei, "tornavo a casa", "dalla mia famiglia", e sentivo che Matteo era in qualche modo il mio "più uno", l'invitato alla nostra tavola e nella nostra tribù, per la prima volta quest'anno in maniera forte, lampante, inattesa, mi trovo a sentirmi parte di un nuovo nucleo, una nuova famiglia che siamo io e lui (e Dakota), che viene prima. "Che viene prima" non è l'espressione corretta, perché non è un primato né temporale né di importanza (e mai lo sarà). E' piuttosto un'appartenenza spontanea e naturale, un binomio in cui "mi siedo meglio", un'intesa in cui ci capiamo al volo, anche senza fiatare; una tribù con un linguaggio proprio, e un codice suo. Sì, insomma, una famiglia. E allo stesso modo, se penso a "tornare a casa", la visione si è ormai ribaltata e non penso alle pareti della casa di Roma, dove ho vissuto così tanti ricordi e che pure oggi non dicono più nulla (o quasi) di me. Penso invece alla nostra casa, a Como, quella che abbiamo costruito insieme un pezzo alla volta, con le nostre energie, i soldi, la fatica... le avventure e soprattutto le dis-avventure che hanno cementato il nostro legame ancora di più, su un piano nuovo, diverso, più complesso e in un certo senso anche più "razionale". Forse l'aggettivo che cerco è: più maturo.
Se penso all'idea di famiglia penso a noi due, a tutte le sfide che quest'ultimo anno ci ha messo davanti, a tutti i momenti in cui avremmo potuto sgretolarci rovinosamente, e forse ci siamo andati vicini, e a tutte le volte in cui invece abbiamo scelto - insieme - di rialzarci, di impegnarci, di lavorarci. Di spendere energie, porci in ascolto, aprirci al dialogo verso l'altro.
In questo senso sento che la maturità è una medaglia a due facce, che porta con sé un significato denso, pesante, travagliato. Che il nostro amore ha perso parte della leggerezza dell'inizio, in cui tutto è "bello e semplice" e le farfalle dentro la pancia svolazzano all'impazzata e sembra quasi che anche il cielo ti sorrida benevolo, complice e guardiano propizio di questo nuovo amore. E' un lutto a cui con immensa fatica mi accosto, e che mi addolora tanto più perché sento di avvertirlo con molta più forza che non il contrario.
E poi c'è, d'altro canto, ciò che il nostro amore ha guadagnato -qualcosa di nuovo e a tratti ingombrante, che è solidità, complicità, compromesso. Radici.
Non è facile per me, con la testa sempre protesa alle nuvole, guardare in basso e scoprire che i miei piedi hanno messo radici che si intrecciano a quelle di un'altra persona. Che non posso più dire "me ne torno a Parigi", "alla mia vita prima di te". Fa un po' paura, mi dà voglia di protestare, scalpitare, reclamare a gran voce: "ma io sono libera!". Spesso e volentieri, l'ho anche fatto. Ho lottato contro questo legame ingombrante con tutta me stessa, con la paura di una bestia in gabbia. Solo per ritrovarmi a capire che quella stessa gabbia non è mai stata l'altra persona né il suo amore per me. Quella gabbia sono sempre e ancora io.
In questi giorni ti ho osservato di nascosto, o di sfuggita, mentre non mi guardavi - e mi sono accorta che ogni piccolo gesto che compi, lo fai con nel cuore noi due; le tue attenzioni, le tue premure, il tuo pensiero sempre un passo più avanti. Quest'anno ci siamo inflitti anche del dolore, a vicenda, ma da questo dolore siamo cresciuti e abbiamo trovato il modo di venirne fuori ancora una volta mano nella mano.
Ripenso spesso a un verso di Cremonini che trovo immensamente calzante:
"Anche quando poi saremo stanchi troveremo il modo per navigare nel buio"
Mi parla di noi. Mi parla del nostro amore, che non è più l'amore cieco delle prime volte, o meglio lo è ancora, in qualche parte dentro di lui, ma è diventato altro, tanto altro. E' la lanterna, il faro, il porto, la bussola. Casa e famiglia.
Lotterò sempre con i legami emotivi, e sempre mi sentirò presa in questa irrisolvibile contraddizione, in antagonismo con ciò che mi àncora, e pericolosamente spersa alla deriva da sola; la mia vita è così: in precario equilibrio su questa dicotomia inscindibile di leggerezza e pesantezza (sarebbe meglio dire gravità, nell'accezione della gravitas latina).
Ma nel mio cuore, durante quest'anno, ho maturato una consapevolezza nuova: queste radici sono forti non per schiacciarmi al suolo, e soffocarmi, al contrario: per permettermi di elevarmi ancora più alta nel cielo.
17 notes
·
View notes
Text
Guarda "Erik Satie ~ Once Upon A Time In Paris (Artwork by Edouard Leon Cortes)" su YouTube
youtube
"Questo è un sogno?
– Il più bello dei sogni, amore mio.
– Sì, ma perché qui? Perché ora?
– Perché qui? Perché ora? Quale posto migliore di Parigi per sognare?"
Buonanotte
🎶 ❤️
19 notes
·
View notes
Text
Che poi, che poi il vero atto romantico è quello che non ti aspetti, improvvisato, fatto quasi a tradimento che lei dice “ma tu hai veramente fatto?” e tu “perché non potevo farlo?” E ti godi l’effetto sorpresa perché quel che conta è l’effetto non il cosa si fa (si anche quello… certo che fa la differenza se ti presenti con due biglietti per Parigi o con un mazzo di fiori) ma la questione è che tutti danno tutto per scontato, non c’è più il gusto dell’improvvisazione, di cogliere quel guizzo, quel sorriso compiaciuto ma trattenuto per non darti soddisfazione. Tante volte le cose vanno storte perché si fa perché si deve fare, perché lo fanno gli altri, perché in fondo “ma si, ci togliamo il pensiero” e tutto si sgonfia come la pasta scresciuta, un dolce venuto male, i biscotti bruciati… insomma non c’è amore e non c’è voglia di tener viva quella fiamma anche con gesti inaspettati. Ecco, io potendo, farei così e, se mi ricapitasse, così farei senza starci a pensare due volte.
Sorprendetela. Sorprendetevi.
10 notes
·
View notes
Text
🔴 CAMILLE CLAUDEL...
Nata nel 1864 e morta nel 1943. DIMENTICATA da tutti in un ospedale psichiatrico.
Che cosa aveva fatto?
Viene a studiare a PARIGI in un'epoca in cui la Scuola di Belle Arti è aperta SOLO agli UOMINI. Per questo prende lezioni negli studi di artisti che accettano DONNE. Incontra e diventa amante dello scultore più famoso del momento: Auguste Rodin. Sarà una relazione appassionata e artistica, lavorano insieme, scolpiscono insieme (il museo Rodin e il museo d'Orsay conservano bellissime opere di quest'epoca).
Poi la abbandona, lui che vive da anni con un'altra donna, lui, l'artista amato e rispettato da tutti... Lei è denigrata, abbandonata ed emarginata anche "artisticamente". Vive da sola, non si fida più di nessuno e le sue OPERE non si vendono. A questo aggiungiamo che suo fratello è il celebre poeta, scrittore, diplomatico e accademico Paul Claudel.
La FAMIGLIA decide di INTERNARLA, questa DONNA troppo "moderna" per l'epoca è la vergogna della casa. Abbiamo lettere che scrive ad amici e familiari chiedendo aiuto, per 30 anni cercherà di spiegare al personale dell'ospedale l'INGIUSTIZIA che sta vivendo.
Sono testimonianze strazianti, che rivelano la lucidità della DONNA internata. Praticamente muore di FAME il 19 ottobre 1943 in un ospedale pubblico francese e nessun membro della sua famiglia assisterà al suo FUNERALE. I suoi resti saranno depositati in una fossa comune.
Oggi la figura di CAMILLE CLAUDEL è stata completamente RIABILITATATA, le sue opere sono esposte INSIEME a quelle di Rodin e un museo a pochi chilometri da Parigi è completamente DEDICATO a lei.
#CamilleClaudel
#donna #arte #bellezza #amore

7 notes
·
View notes
Text

“Clark, sarà passata qualche settimana quando leggerai questa lettera; se hai seguito le istruzioni sarai a Parigi, su una di quelle sedie sempre un po’ traballanti. Spero che ci sia il sole. Al di là del ponte alla tua destra vedrai l’Artisan Parfumeur; prova il profumo che si chiama Papillon Extreme, secondo me ti addice. Ci sono alcune cose che volevo dirti e che non ti ho detto perché ti saresti commossa e non mi avresti lasciato finire, quindi eccole: quando tornerai a casa mia Michael Lawler ti darà accesso a un conto bancario che contiene abbastanza per iniziare da capo. Non farti prendere dal panico, non ti basterà per stare a gingillarti tutta la vita, ma dovrebbe regalarti la libertà, almeno da quella cittadina che chiamiamo casa. Vivi con audacia, Clark. Metticela tutta. Non ti accontentare. Indossa le tue calze a righe con orgoglio. Sapere che hai ancora delle possibilità è un lusso. Sapere che forse sono stato io a dartele è stato un sollievo per me. Ecco, questo è quanto. Sei scolpita nel mio cuore Clark. Lo sei stata dal primo giorno in cui sei entrata con il tuo sorriso dolce quei vestiti ridicoli. Le battute pietose e la capacità di nascondere ogni tua minima emozione. Non pensarmi troppo spesso, non voglio che tu stia triste. Vivi bene, semplicemente vivi, io sarò al tuo fianco ad ogni passo. Con amore, Will.”
"Io prima di te" - Jojo Moyes -
Splendidamente Splendido 💕
6 notes
·
View notes
Text

"Eugénie Grandet" è uno dei romanzi più celebri di Honoré de Balzac, pubblicato per la prima volta nel 1833. Fa parte del vasto ciclo narrativo de "La Comédie Humaine", un'opera monumentale che Balzac ha dedicato a rappresentare la società francese del suo tempo.
Il romanzo è ambientato nella cittadina di Saumur, nella Valle della Loira, e racconta la storia di Eugénie, una giovane donna che vive sotto il giogo del padre, Félix Grandet, un uomo estremamente avaro e manipolatore. La trama si sviluppa attorno alla vita monotona e opprimente di Eugénie, che viene sconvolta dall'arrivo del cugino Charles, recentemente orfano e senza un soldo. Questo incontro risveglia in Eugénie sentimenti di amore e ribellione, portandola a scontrarsi con l'autorità paterna.
Balzac utilizza la figura di Grandet padre per criticare l'ossessione borghese per il denaro e il potere. La sua avarizia non solo rovina la vita della figlia, ma rappresenta anche una critica più ampia alla società del tempo, dove il valore delle persone è spesso misurato in termini di ricchezza materiale. La descrizione dettagliata della vita provinciale e delle dinamiche familiari rende il romanzo un ritratto vivido e realistico della Francia post-rivoluzionaria.
Honoré de Balzac nacque il 20 maggio 1799 a Tours, in Francia, da una famiglia borghese. Suo padre, Bernard-François Balzac, era un funzionario pubblico, mentre sua madre, Charlotte-Laure Sallambier, proveniva da una famiglia di commercianti parigini. Balzac trascorse un'infanzia solitaria e difficile, segnata dai frequenti disaccordi tra i genitori.
Dopo aver frequentato il Collège des Oratoriens a Vendôme, Balzac si trasferì a Parigi, dove studiò diritto. Tuttavia, la sua vera passione era la letteratura. Dopo alcuni tentativi falliti di affermarsi come drammaturgo, Balzac iniziò a scrivere romanzi sotto vari pseudonimi. La sua carriera letteraria decollò con la pubblicazione di "Les Chouans" nel 1829, il primo romanzo che firmò con il suo vero nome.
Balzac è noto per il suo stile di vita frenetico e per la sua incredibile produttività. Lavorava spesso per lunghe ore, alimentato da caffè nero, e scriveva in modo compulsivo. La sua opera più famosa, "La Comédie Humaine", è una serie di quasi cento romanzi e racconti che offrono un ritratto dettagliato della società francese del XIX secolo. Tra le sue opere più celebri si trovano "Le Père Goriot", "La Cousine Bette" e, naturalmente, "Eugénie Grandet".
Nonostante il successo letterario, Balzac ebbe una vita personale tumultuosa, segnata da numerosi debiti e relazioni amorose complicate. Nel 1850, sposò la contessa polacca Ewelina Hańska, con la quale aveva intrattenuto una lunga corrispondenza. Purtroppo, Balzac morì pochi mesi dopo il matrimonio, il 18 agosto 1850, a Parigi.
Balzac è considerato uno dei padri del realismo nella letteratura europea. La sua capacità di creare personaggi complessi e di descrivere con precisione la società del suo tempo ha influenzato molti scrittori successivi, tra cui Émile Zola, Charles Dickens e Marcel Proust.
3 notes
·
View notes
Text
Remembering the genius of Michel Petrucciani on his birthday.
(English / Español / Italiano)
His passion for music, laughter, love, and life never wavered, even as he endured constant suffering. In the beautiful documentary Non Stop, we see the prodigious artist in moments of joy, traveling through Paris, New York, and California with filmmaker Roger Willemsen, capturing his unique spirit. Petrucciani’s playing combined the lyricism of Keith Jarrett, the virtuosity of Oscar Peterson, and a touch of raw intensity all his own. As his friend Wayne Shorter said, “Michel never looked in the mirror to complain about what he saw… he was exceptional because he could transmit what he felt.”
------------------------------------------------------------------------------
Su pasión por la música, la risa, el amor y la vida nunca decayó, incluso mientras soportaba un sufrimiento constante. En el hermoso documental Non Stop, vemos al prodigioso artista en momentos de alegría, viajando por París, Nueva York y California con el cineasta Roger Willemsen, capturando su espíritu único. La forma de tocar de Petrucciani combinaba el lirismo de Keith Jarrett, el virtuosismo de Oscar Peterson y un toque de cruda intensidad propio de él. Como dijo su amigo Wayne Shorter, "Michel nunca se miraba al espejo para quejarse de lo que veía… era excepcional porque sabía transmitir lo que sentía".
-----------------------------------------------------------------------------
La sua passione per la musica, le risate, l'amore e la vita non ha mai vacillato, anche se ha sopportato una sofferenza costante. Nel bellissimo documentario Non Stop, vediamo il prodigioso artista nei momenti di gioia, viaggiando attraverso Parigi, New York e la California con il regista Roger Willemsen, catturando il suo spirito unico. Il modo di suonare di Petrucciani combinava il lirismo di Keith Jarrett, il virtuosismo di Oscar Peterson e un tocco di cruda intensità tutto suo. Come disse il suo amico Wayne Shorter, "Michel non si è mai guardato allo specchio per lamentarsi di ciò che vedeva… era eccezionale perché riusciva a trasmettere ciò che sentiva".
Source: Qwest TV
4 notes
·
View notes
Text

L’età non ti protegge dall’amore.
Ma l’amore, in qualche misura, ti protegge dall'età.
Anaïs Nin
14 gennaio 1977 moriva di cancro a Los Angeles,
assistita da Rupert Pole.
Molto conosciuta come scrittrice di letteratura erotica, è stata anche una grande esploratrice dell’animo umano e per qualche tempo ha praticato anche la professione di psicoanalista, dopo aver fatto la modella, la danzatrice, la scrittrice, la conferenziera.
Anaïs Nin, nasce nel 1903 in Francia, figlia di una cantante e un pianista, entrambi di origine cubana.
A undici anni viene abbandonata dal padre e da quel momento comincia la sua passione per la scrittura, concretizzata dalla realizzazione di un diario basato su una lettera al genitore che l’ha lasciata.
Anaïs si trasferisce, quindi, a New York con la madre e i fratelli: nella Grande Mela entra in contatto con un ambiente completamente nuovo. A vent’anni si sposa con un bancario ma il matrimonio ben presto si rivela infelice: una prigione dalla quale la ragazza tenta di scappare attraverso diverse relazioni extra-coniugali, spinta dal bisogno di conquistare molti uomini, dopo aver perso l’uomo più importante della sua vita, suo padre.
Tornata a Parigi, attirata dal vivace clima intellettuale della capitale francese, che in quell'epoca accoglie i musicisti, gli scrittori e gli artisti più importanti del momento, inizia a scrivere la prima parte del suo diario (il futuro Diario di Anaïs Nin). Nel corso del suo periodo parisien, ha la possibilità di conoscere Henry Miller, l'autore di Tropico del Cancro e Tropico del Capricorno, innamorandosene; ben presto, intraprende una relazione anche con la moglie di Miller, June Mansfield.
Nel 1931 la Anaïs Nin scrive il suo primo libro, D.H. Lawrence. Uno studio non accademico: un saggio su D.H. Lawrence, cioè l'autore del romanzo L'amante di Lady Chatterley.
Cinque anni più tardi dà alle stampe La casa dell'incesto.
Intanto, la Nin si avvicina sempre di più alla psicanalisi, con lo scopo di ritrovare sé stessa: va in analisi da un allievo di Sigmund Freud, Otto Rank, con cui intraprende una relazione d'amore che la fa ritornare a New York per collaborare professionalmente con lui. In breve tempo, tuttavia, la carriera da psicoanalista le va stretta, e cosi Anaïs torna alla scrittura.
Nel frattempo, nel 1955 l'autrice, pur continuando a rimanere sposata con il suo primo marito, si era sposata in segreto una seconda volta con Rupert Pole: ben presto, però, le nozze erano state annullate per evitare guai. Non solo: negli anni Cinquanta, Anaïs Nin era entrata in contatto con l'Lsd, esperienza che aveva riportato fedelmente nel suo diario, nel quale venivano descritti gli effetti che la sostanza aveva sulla sua creatività e sulla sua percezione di sé.
Il mondo attraverso gli scritti di Anaïs è un mondo ricco di fascino e di meraviglia: anche le piccole cose, le persone più insignificanti vengono descritte con amore e profondità, ma soprattutto con curiosità. Una vita intensa e profondamente vissuta, quella della Nin, che a questo proposito diceva: “La vita ordinaria non mi interessa. Cerco solo i grandi momenti… Voglio essere una scrittrice che ricorda agli altri che questi momenti esistono.
Anaïs Nin
9 notes
·
View notes
Text

Sono Teresa Wilms Montt,
e anche se sono nata cento anni prima di te,
la mia vita non è stata tanto diversa dalla tua.
Anche io ho avuto il privilegio d’essere
donna.
E’ difficile essere donne in questo mondo.
Tu lo sai meglio di tutti.
Ho vissuto intensamente ogni respiro e ogni istante della mia vita.
Ho distillato una donna.
Hanno cercato di reprimermi ma non ci sono riusciti con me.
Quando mi hanno voltato le spalle, io ci ho messo la faccia.
Quando mi hanno lasciato sola, ho dato compagnia
Quando hanno voluto uccidermi, ho dato vita.
Quando hanno voluto rinchiudermi, ho cercato la libertà.
Quando mi amavano senza amore, ho dato ancora più amore.
Quando hanno cercato di zittirmi, ho urlato.
Quando mi hanno picchiato, ho risposto.
Sono stata crocefissa, morta e sepolta,
dalla mia famiglia e la società.
Sono nata cento anni prima di te
comunque ti vedo uguale a me.
Sono Teresa Wilms Montt,
e non sono adatta per le signorine.
(Autodefinizione di Teresa Wilms Montt)
Maria Teresa Wilms Montt de las Mercedes (Viña del Mar, Cile, 8 settembre 1893 - Parigi, Francia, 24 dicembre 1921) è stata una scrittrice, poeta e anarchica cilena. È considerata un'antesignana del femminismo-anarchico.
5 notes
·
View notes
Text

L'Orient Express fu inventato da Georges Nagelmackers, imprenditore figlio di una ricca famiglia di banchieri belgi. Nagelmackers venne ispirato dai famosi treni di lusso di George Mortimer Pullman, già attivi durante gli anni Sessanta e che il belga vide durante un viaggio negli Stati Uniti.
Era il 4 ottobre 1883 quando l'Orient Express iniziò il suo primo viaggio, inaugurando la tratta Parigi-Istanbul sul treno più lussuoso mai costruito. Nel tempo sono cambiate le tratte e le città toccate e il servizio originale della "Compagnie Internationale des Wagons-Lits" non esiste più: ormai ci sono compagnie private che offrono viaggi di lusso su lunghe tratte internazionali e treni chiamati ancora Orient Express. Un nome che ha fatto sognare generazioni di viaggiatori e stuzzicato la fantasia di romanzieri, da Agatha Christie con Assassinio sull'Orient Express a Ian Fleming con 007, dalla Russia con amore. Ma è anche un nome che evoca storie di vere spie, intrighi e mistero.
DA PARIGI A INSTANBUL. La grande avventura iniziò nel 1883, quando, tra nuvole di vapore e fischio del via libera, il treno lasciò solennemente la Gare de l'Est di Parigi diretto a Istanbul (all'epoca Costantinopoli). Nella folla elegante che assisteva alla partenza non mancavano gli scettici, convinti che "andare da Parigi a Costantinopoli fosse insensato come pensare di andare sulla Luna"
scrisse nel suo articolo sul Figaro il giornalista Edmond About. Insieme ad altri scrittori e personalità, faceva parte dei 40 invitati saliti a bordo per il viaggio inaugurale. Tutti erano elettrizzati per questa nuova esperienza e la raccomandazione di portare con sé un revolver non faceva che aggiungere suspense.
2 notes
·
View notes
Text

In fondo, hai due scelte in amore: una è accettare qualcuno così com'è e l'altra è andarsene. Non c'è nessun mezzo. Non c'è baratto, contrattazione, aspettarsi e innamorarsi poco. C'è semplicemente scegliere di esserci o non esserci. Tutto ciò che c'è in mezzo è una scusa stanca ed egoista per amore. ~Heidi Priebe
(Libro: questo sono io che ti lascio andare [ad] https://amzn.to/3uQxqt0 )
(Arte: Fotografia dell'attrice Audrey Hepburn con il marito Mel Ferrer fuori Parigi nel 1956 di Michael Ochs)
7 notes
·
View notes
Text
«Sono Teresa Wilms Montt, e non sono adatta alle signorine»
Sono Teresa Wilms Montt
E anche se sono nata cento anni prima di te, la mia vita non è stata così diversa dalla tua. Anche io ho avuto il privilegio di essere donna. È difficile essere donna in questo mondo, tu lo sai meglio di chiunque altro. Ho vissuto intensamente ogni respiro e ogni istante della mia vita, distillando l'essenza di essere donna. Hanno cercato di reprimermi, ma non ci sono riusciti.
Quando mi hanno voltato le spalle, ho affrontato la situazione...
Quando mi hanno lasciata sola, ho dato compagnia...
Quando hanno cercato di uccidermi, ho dato vita...
Quando hanno cercato di rinchiudermi, ho cercato la libertà.
Quando mi amavano senza amore, ho dato più amore!!!
Quando hanno cercato di zittirmi, ho gridato!!!
Quando mi hanno colpita, ho risposto!!!
Sono stata crocifissa, morta e sepolta dalla mia famiglia e dalla società...
Sono nata cento anni prima di te eppure ti vedo uguale a me.
Sono Teresa Wilms Montt, e "Non sono adatta alle signorine"
Teresa Wilms Montt
L'8 settembre 1893 nasce a Viña del Mar Teresa Wilms Montt, scrittrice cilena trilingue del XX secolo. Si sposa a 17 anni senza il consenso dei suoi genitori, simpatizza con l'anarchismo, viene accusata di adulterio dal marito e internata in un convento, lontana dalle sue figlie. Fugge a Buenos Aires con il poeta Vicente Huidobro e pubblica cinque libri – quattro di prosa poetica e uno di racconti. Riceve applausi dai circoli intellettuali, flirta liberamente con l'avanguardia europea. Purtroppo, a causa della società dell'epoca, al suo terzo tentativo di suicidio trova la morte a Parigi, a 28 anni, il 24 dicembre 1921, per un'overdose di veronal. Prima di morire, si era riunita con le sue figlie, che poi le furono nuovamente strappate... Teresa è unica, ineguagliabile e un paradigma per coloro che, essendo geniali, hanno tanto da dire a una società che ha solo bisogno di ascoltare...
Teresa Wilms Montt ha vissuto una vita breve ma intensa, lasciando un'impronta indelebile nel panorama letterario e sociale. La sua storia è un potente esempio di resilienza e lotta per la libertà personale e l'autodeterminazione, sfidando le convenzioni e le restrizioni del suo tempo.
FONTE>: STIGLIANO: COSE DA SAPERE...
5 notes
·
View notes