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pier-carlo-universe · 3 months ago
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"Alberi per il Futuro 2024" a Novi Ligure: M5S Celebra la Giornata Nazionale dell'Albero con una Nuova Piantumazione
Il Movimento Cinque Stelle di Novi Ligure invita i cittadini a partecipare alla piantumazione pubblica per promuovere la sostenibilità e il verde urbano.
Il Movimento Cinque Stelle di Novi Ligure invita i cittadini a partecipare alla piantumazione pubblica per promuovere la sostenibilità e il verde urbano. Novi Ligure, 12 novembre 2024 – In occasione della Giornata Nazionale dell’Albero, che si celebra il 21 novembre, il Movimento Cinque Stelle di Novi Ligure rinnova il proprio impegno per la tutela dell’ambiente e la sensibilizzazione della…
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angelap3 · 14 days ago
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Nella penisola di Kii in Giappone, gli antichi sentieri del Kumano Kodo si intrecciano attraverso montagne boscose e attraversano antichi villaggi. Milioni di persone hanno viaggiato in questo sacro pellegrinaggio nel corso dei secoli, usando gli stessi sentieri coperti di muschio presi dai guerrieri samurai e dagli imperatori giapponesi. La leggenda narra che gli alberi, le cascate e le montagne siano le dimore di spiriti, rendendo il Kumano Kodo un viaggio in movimento di morte e rinascita. Nel periodo Heian (794 – 1185) il pellegrinaggio era in gran parte riservato all’élite religiosa e politica. La famiglia e la corte imperiale fecero un arduo viaggio dall'antica capitale di Kyoto a questa remota area, alla ricerca del cielo sulla terra. Storicamente, le montagne in Giappone erano considerate sia la dimora degli dei che uno spazio di ritrovo per gli spiriti dei morti. Per questo motivo, la regione montuosa di Kumano era sempre venerata dai seguaci dei sistemi di credenze politeiste del Giappone (che dovevano diventare collettivamente conosciuti come Shintoismo). Inoltre, il Kodo era uno sbocco ideale per le pratiche ascetiche, così come per la purificazione della mente, del corpo e dell'anima.
I siti sacri noti come Kumano Sanzan sono:
Kumano Hayatama Taisha
Kumano Nachi Taisha e il vicino Tempio Nachisan Seiganto-ji
Kumano Hongu Taisha .
Tutte le vie di pellegrinaggio Kumano Kodo conducono a Oyunohara , il Torii più grande del mondo, Questa struttura monolitica simboleggia la divisione tra il mondo secolare e quello spirituale; è l’ingresso ad un’area sacra.
Il simbolo di Kumano Kodo è il corvo sacro a tre zampe, Yata-garasu. Le tre zampe rappresentano il cielo, la terra e l’umanita’.
Kumano Sanzan ha combinato le fedi shintoiste e buddiste in una sola, conosciuta come Shinbutsu-shugo (letteralmente la convergenza del buddismo e dello shintoismo). L’idea che le divinità (kami) siano presenti in tutte le cose sulla Terra è profondamente radicata nella cultura giapponese dai tempi antichi. Il White paper ripiegato sotto forma di fulmini e appeso ai santuari delinea le aree in cui si ritiene che i kami presiedano. Dopo che il buddismo arrivò in Giappone nel VI secolo, i kami shintoisti diventarono, essenzialmente, manifestazioni di entita’ buddiste.
Shide, le stelle filanti di carta piegate a forma di bullone, spesso attaccate a Shimenawa (corda di paglia di riso), sono utilizzate per la purificazione nei rituali shintoisti e sono appese alle aree sacre. Lo shimenawa sulle cascate di Nachi indica la presenza di un kami (deità).
Gli Oji sono santuari sussidiari che fiancheggiano il Kumano Kodo e fungono da luoghi sia di culto che di riposo. La formazione di questi santuari è stata attribuita agli asceti di montagna Yamabushi, che storicamente servivano come guide di pellegrinaggio.
Più di 1.200 anni di storia shintoista e buddista sono documentati in queste montagne, motivo per cui il Kumano Kodo è stato insignito dello status di Patrimonio Mondiale dall'UNESCO.
“Questa è l’unica area sacra del mondo in cui due religioni coesistono in perfetta armonia”
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naturism2blog · 26 days ago
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Nudità in senso spirituale
Sul piano spirituale, in particolare nella religione giudaico-cristiana, la nudità viene associata inizialmente alla condizione di purità e innocenza: infatti tale era quella di Adamo ed Eva quando furono creati nel Paradiso terrestre, prima del peccato originale: «ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna». Fu solo dopo aver mangiato il frutto dell'albero proibito che entrambi si accorsero di essere nudi, acquisendo la conoscenza del bene e del male, della differenza tra i sessi e della perdita del proprio legame originario con la natura.
«Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?»
( Genesi, 3, 7-11, su laparola.net.)
Quella condizione di nudità che in origine era sinonimo di purezza e di candore si era tramutata paradossalmente nel suo contrario, diventando foriera di tentazioni, della concupiscenza e degli istinti più bassi.
Se nell'arte greca la nudità era intesa generalmente come sinonimo di purezza, riguardando molto più gli uomini delle donne, e anche nella mitologia Zeus ordinava che i mortali venissero giudicati «nudi, senza quei rivestimenti, dopo la morte», l'ambivalenza del significato spirituale della nudità, oscillante tra l'innocenza e la vergogna, permeò in particolare l'arte cristiana, in cui furono tollerate le figure nude di Adamo ed Eva, oltre a quella di Gesù ritratto nei momenti della Flagellazione, della Crocifissione, della Deposizione e della Pietà. Jacques Le Goff sottolinea che la «rinuncia alla carne» dovuta all'istituzionalizzazione del cristianesimo sia cominciata già in ambito pagano verso il II secolo d.C., «tra l'epoca di Cicerone e il secolo degli Antonini». Invece col Rinascimento si ebbe un'autentica esplosione del nudo, soprattutto di quello femminile, sia nell'arte laica sia in quella religiosa.
«La Chiesa medievale rifiutava la nudità, e con essa la maggior parte dell'arte antica che, soprattutto nella scultura, rappresentava corpi nudi. Con il Rinascimento in Europa, soprattutto nel Cinquecento, avviene la riscoperta dei nudi. Gli stessi che prima erano rappresentati negli affreschi delle basiliche soltanto nelle scene della resurrezione dei corpi.»
(Jacques Le Goff, Il Medioevo e le radici dell'Europa, intervista di Silvia Luperini su "La Repubblica", 17 gennaio 2007)
La nudità nel Rinascimento s'impose come simbolo della spiritualità e dell'Idea platonica, priva di rivestimenti materiali e perciò autentica e pura come la Verità, secondo il motto di Orazio. Ad esempio nell'opera di Tiziano Amor sacro e Amor profano, contrariamente all'interpretazione che venne data nei secoli successivi, la donna nuda è allegoria dell'amore spirituale, ossia della Venere celeste, mentre quella vestita rappresenta l'amore terrestre e profano.
Tuttavia non mancarono varie obiezioni a una tale esibizione di nudi. Papa Pio IV ad esempio ordinò a Daniele da Volterra di coprire le nudità più indecenti del Giudizio Universale di Michelangelo.
Varie abitudini moderne
Come regola generale la nudità pubblica non è accettata nella maggior parte delle società moderne, tuttavia esistono molte eccezioni e circostanze particolari in cui la nudità è tollerata, accettata o addirittura incoraggiata.
In generale nella cultura occidentale si trova la maggior parte delle restrizioni quando vengono messe in evidenza le parti intime, specialmente tra persone di sesso diverso. Così gli organi sessuali e il seno delle donne sono spesso coperti, anche quando altre parti del corpo possono essere liberamente scoperte.
La nudità, completa o parziale, può essere parte di una punizione corporale o come umiliazione forzata, in particolare se comminata in pubblico.
La nudità di fronte a estranei dello stesso sesso è spesso più accettata di quella di fronte all'altro o a entrambi i sessi, ad esempio nelle docce aperte, negli spogliatoi, ecc. Spogliatoi distinti per genere servono a evitare accidentali nudità di fronte all'altro sesso.
In alcune strutture in cui la nudità serve come insegnamento pratico, come ad esempio un intervento medico, un massaggio terapeutico o nelle arti figurative, un individuo può essere nudo di fronte a una o più persone vestite. La nudità totale per il modello resta la norma nella pittura figurativa.
Sebbene negli USA l'esposizione del seno delle donne sia solitamente tollerata, la sua esposizione in pubblico non è ancora solitamente ammessa; il pubblico allattamento al seno, dal momento che l'esposizione include la sua funzionalità, può essere considerato meno sconveniente, ma è ancora talvolta problematico. Tuttavia tribunali in alcune giurisdizioni nordamericane, inclusi gli Stati dell'Ontario e di New York, hanno legalizzato l'esposizione dei capezzoli femminili sulla base di uno stesso livello di libertà (XIV emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America). Il movimento del "topfree equality" promuove uguali diritti per le donne di non avere vestiti a coprire il petto; il termine "topfree" piuttosto che "topless" è usato per evitare la precedente connotazione sessuale.
La nudità è fortemente associata alla sessualità nella maggior parte delle culture in cui un certo livello di pudore è previsto. Ciò è evidenziato dall'esistenza di striptease in queste culture. Come effetto dell'eredità culturale cattolica, nelle culture latine la definizione comune di pudore generalmente non ammette la nudità genitale, ma la definizione di ciò che è permesso è cambiata e i seni delle donne sono adesso normalmente esposti o raffigurati senza scandalo.
Naturismo
La tendenza in alcuni paesi europei, come Spagna, Francia, Croazia, Germania, Finlandia, Italia e Paesi Bassi, è di ammettere entrambi i sessi a fare il bagno nudi assieme.
Vi è anche chi non considera la nudità sociale e in pubblico disdicevole. Questa considerazione è propria sia del nudismo sia del naturismo, che è possibile praticare sia in luoghi pubblici come spiagge, sia in luoghi privati come campeggi, alberghi e altre strutture ricettive. Lo stato di nudità nel nudismo e nel naturismo viene vissuto per gli effetti benefici di rilassamento, serenità e senso di unione con la natura che esso può donare. Per il naturista quindi la nudità non è strumento per attuare comportamenti osceni: per il naturista i limiti morali di comportamento in stato di nudità in pubblico sono gli stessi di quando si portano gli abiti.
Altri praticano la nudità pubblica più casualmente. Prendere l'abbronzatura in topless è considerato accettabile in molte spiagge di tutta Europa e anche in alcune piscine all'aperto, anche la legislazione italiana si è da decenni ormai favorevolmente espressa in merito; tuttavia l'esposizione dei genitali è riservata alle aree nudiste nella maggior parte delle regioni. Negli Stati Uniti prendere il sole in topless e perizoma è comune nel Sud Miami Beach (Florida). C'è un certo numero di spiagge nudiste sopra e sotto[cosa significa?] la costa occidentale degli USA. Dal 1996 la decisione di un tribunale in Ontario permette alle donne di andare in topless in pubblico in Canada.
2/n
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superfuji · 6 months ago
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Così, trovandomi in viaggio in Giappone, non ho potuto fare a meno di recarmi al Memoriale della Pace di Hiroshima. E’ un parco pubblico, molto essenziale nell’architettura, come a voler dare il senso dello spazio che si apre, a superare e trascendere quel trauma. Ma al contempo, in modalità perfettamente giapponese, dà estrema cura ai particolari, dalle aiuole ai simboli di pace, agli origami delle gru per Sadoku, piccole teche trasparenti dove si possono lasciare origami, ma anche messaggi. Io uno l’ho scritto e l’ho lasciato lì: MAI PIU’ BOMBE NUCLEARI, DISARMO E PACE, in italiano e in sardo. Forse un piccolo atto dal sapore rituale, ma sentivo di farlo. Sadoku è la bambina simbolo di Hiroshima che per salvarsi aveva giurato di fare gli origami di mille gru, per la pace nel mondo. Morì prima di completare la sua opera, ma tutte le persone possono ancora, stringendosi accanto al monumento per i bambini, esprimere un pensiero, o solo meditare in silenzio. Visitando il Museo del Memoriale della Pace di Hiroshima, si torna indietro nel tempo e ci si ritrova immersi in quell’immane tragedia. L’esplosione dell’atomica trasformò in pochi istanti la città in un vero e proprio inferno. Un inferno descritto dalle poche fotografie esistenti, dai disegni e dai dipinti dei testimoni oculari, dai racconti dei sopravvissuti. La temperatura al suolo divenne così alta da incendiare non solo gli alberi, le case e le strutture in legno e in cemento, ma da staccare la pelle delle persone, scioglier loro gli occhi, squagliare gli organi interni. I cavalli, che guidavano le carrozze nei viali, impazzirono e si tuffarono nei fiumi, per annegar lì. Anche molte persone si gettavano nel fiume, per spegnere le fiamme che le avevano avvolte, o cercare di trovare ristoro all’enorme calore. Chi non era morto sul colpo si trascinava ferito ed ustionato, con la pelle a brandelli, con le carni che bruciavano dentro, alla ricerca d’acqua per spegnere quel fuoco. Quell’acqua stessa, che ne avrebbe solo accelerato la morte. Così come la pioggia che cadde nei giorni successivi, descritta dai testimoni come “la pioggia nera”, altamente radioattiva. 
Ricordare Hiroshima per prevenire la catastrofe
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levysoft · 5 months ago
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Come la storia ha trattato male il dodo
Storia e arte di Mikel Angelo Francisco
Quando si tratta di specie che sono state denigrate e maltrattate dalla storia, poche, se non nessuna, possono essere paragonate al dodo (Raphus cucullatus). L'ultimo avvistamento confermato di questo uccello risale al 1662—meno di 100 anni dopo che i marinai olandesi invasori avevano notato per la prima volta la sua esistenza sull'isola africana di Mauritius. Col tempo, l'uccello incapace di volare è diventato il simbolo sfortunato del fallimento evolutivo. La sua reputazione di essere terribilmente inadatto alla sopravvivenza ha cementato il suo posto nella cultura popolare e nel lessico del mondo anglofono come simbolo di obsolescenza ("morto come un dodo") e pura stupidità ("stupido come un dodo").
Per secoli, la narrazione dominante sul dodo era che fosse comicamente goffo, grasso, e inadatto a sopravvivere in un mondo dominato dagli umani. Supponendo che fosse così, la sua incapacità di volare lo rendeva una preda facile per i coloni europei, che lo portarono rapidamente all'estinzione.
Ma recenti studi suggeriscono che fosse agile e capace, muovendosi abilmente tra alberi e rocce con forti gambe. Aveva un buon senso dell'olfatto e potrebbe essere stato intelligente quanto un piccione. La stupidità non ha condannato il dodo; gli umani sì. Fu la caccia, insieme all'introduzione di specie invasive come i ratti, i gatti e i maiali che rovinò il suo habitat e distrusse il suo cibo.
Questo solleva la domanda: come abbiamo fatto a sbagliare così tanto sul povero dodo?
Dopotutto, questa specie non è come i dinosauri non aviari, scomparsi milioni di anni fa, di cui non abbiamo mai visto uno dal vivo nel contesto geologico. Di fatto, il dodo è uno degli esempi più celebri di una specie la cui scomparsa si è svolta sotto i nostri occhi. Sicuramente, qualcuno con un pennino e un pezzo di carta avrebbe potuto registrare come apparisse e si comportasse un dodo vivo, giusto?
La risposta, ovviamente, è no. Sfortunatamente, l'accuratezza delle loro rappresentazioni lasciava molto a desiderare, per usare un eufemismo.
Curiosamente, Carl Linnaeus stesso propose un nome binomiale per il dodo: Didus ineptus ("dodo stupido"), che risultava terribilmente adatto.
Inoltre, vale la pena notare che quando il dodo scomparve, non avevamo ancora standardizzato come categorizzare gli esseri viventi. Ciò significava anche che nessuno aveva lavorato con un esemplare tipico —un "punto di riferimento" accettato per descrivere i tratti fisici del dodo.
In aggiunta, il dodo morì durante un periodo anomalo nella storia scientifica: non solo la tassonomia moderna non esisteva ancora, ma anche la nostra comprensione dell'estinzione—di come l'intera popolazione di una specie potesse cessare di esistere—era ancora un concetto nuovo.
A un certo punto, le persone dubitarono persino dell'esistenza reale del dodo, e questo divenne associato a creature mitologiche come il grifone e la fenice dell'antichità mitologica.
Con tutte queste considerazioni, un team di ricercatori britannici ha affrontato il compito (anche se inevitabile) di districare i nodi della nomenclatura del dodo. Questo processo ha comportato l'esame di circa 400 anni di letteratura, nonché di documenti sul dodo. Pubblicarono il loro studio nello Zoological Journal of the Linnean Society.
Nel loro articolo, confermarono che il dodo e il suo più stretto parente estinto, il solitario di Rodrigues (Pezophaps solitaria), appartenevano alla stessa famiglia dei piccioni e delle colombe (Columbidae).
Non è solo una questione di pedanteria scientifica: studiare la storia del dodo può chiarire il suo ruolo nell'ecosistema di Mauritius, il che fornisce informazioni utili per la conservazione degli habitat e delle specie.
Questo può salvare altre specie dall'estinguersi come il... tu sai. (Ancora deluso.)
(via Il Dodo non era così stupido come pensavamo)
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ambrenoir · 6 months ago
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TRATTO DALLA PAGINA FB DI DANIELE IVAN ROMANO
Brigitte Bardot: "Sono felice di non essere più giovane. Non voglio ripetere quella strada 📷 È bello essere giovani. Quando sei giovane, tutte le porte ti sono aperte. E se sei anche bello, nulla può fermarti. La giovinezza e la bellezza sono sempre state un capitale. Un capitale che porta dividendi. E anche se abbiamo più saggezza nella vecchiaia, saremmo disposti a dare tutto per riavere la nostra giovinezza.
Il grande pensatore persiano, Omar Khayyam, scrisse una poesia su come la giovinezza e la vecchiaia fossero vendute al bazar. La giovinezza era venduta insieme alla stupidità, e la vecchiaia con la saggezza. E migliaia di persone erano in fila per la giovinezza, mentre nessuno guardava il banco della vecchiaia. E oggi nessuno guarda la vecchiaia. E oggi compreremmo la giovinezza con tutto, stupidamente. E oggi la desideriamo ardentemente. Tutti la desiderano, specialmente coloro la cui bellezza ha superato ogni altezza.
20 anni fa, fu chiesto alla bellissima Brigitte Bardot, una musa, un idolo, un simbolo della nazione, come si sentiva ora che la sua giovinezza e bellezza erano svanite nel nulla. E la francese rispose così: Nella mia giovinezza ho sofferto molto a causa degli altri e non voglio ripetere quel cammino. Solo ora so esattamente di cosa ho bisogno e di cosa devo liberarmi. Nella mia giovinezza mi mancava sempre qualcosa. Nella vecchiaia, per quanto paradossale possa sembrare, ho tutto.
Nella mia giovinezza mi preoccupavo del futuro. E sai cosa c'è di bello nella vecchiaia? La vecchiaia non ha futuro. Solo nella vecchiaia impari a vivere nel presente. Solo allora capisci che il presente è tutto ciò che hai. E non ci insegnano forse i grandi saggi del mondo che la felicità è qui e ora?
Nella prima parte della tua vita, sei preoccupato per troppe cose: amore, famiglia, carriera, cosa dirà il mondo, aspetti materiali, denaro, opportunità, sogni, politica, moda, notizie, ecc. Col tempo, tutto ciò che ti rimane è il cielo. Probabilmente, solo dopo i 60 anni siamo in grado di apprezzare il cielo nel suo vero valore. Solo allora abbiamo il tempo di guardare intorno e capire quanto è meraviglioso il mondo in cui viviamo: il cielo, gli alberi, gli uccelli, gli insetti, le persone. Solo allora puoi contemplarli. Solo allora non hai fretta. Solo allora il tempo non è denaro e la vita non è una corsa. Solo allora inizi davvero a conoscere te stesso, inizi a capire quanta energia hai sprecato nella ricerca della felicità, quando tutto era proprio sotto il tuo naso."
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poesiablog60 · 1 year ago
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Perché, Dio solo lo sa, proprio nel momento in cui abbiamo perduto ogni fede nelle relazioni umane, una composizione puramente fortuita di alberi e di granai o di un fienile e un carro, ci offre un simbolo così perfetto di ciò che è irraggiungibile, che riprendiamo la ricerca.
Virginia Woolf
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zanzino-shop · 11 months ago
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KODOMO NO HI – LA FESTA DEI BAMBINI
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Durante il Giorno dei bambini Le famiglie issano i “Koinobori 鯉のぼり (striscioni a forma di carpa)” per esprimere la speranza che crescano sani e forti. La carpa, infatti è un simbolo di forza, coraggio e successo. In una leggenda cinese, una carpa nuotò a monte contro corrente per diventare un drago.
In generale, questi striscioni rappresentano l’unità familiare con una grande carpa nera e una rossa a raffigurare il padre e la madre e a seguire altre piccole carpe colorate per ogni bambino.
Se nell’unità familiare è presente un bambino maschio, viene anche esposto all’interno della casa o all’esterno, una raffigurazione dell’elmetto tipico dei Samurai, il Kabuto.
LA LEGGENDA DI KINTARO
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Kintarō è un personaggio mitologico del folclore giapponese. Si tratta di un bambino dotato di una forza sovraumana, secondo la leggenda, sarebbe stato abbandonato da sua madre in una foresta in cui è stato cresciuto dalla strega Yama-uba e dagli spiriti del bosco.
CIBI TRADIZIONALI
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Il Kashiwamochi è uno dei cibi tradizionali consumati in questo giorno. Si tratta di un dolce di riso cotto al vapore con fagioli dolci all’interno, avvolto in una foglia di quercia, uno degli alberi più forti e longevi per eccellenza.
USANZE
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Perché il bagno con lo shoubu? Perché si crede che lo shoubu favorisca la buona salute e allontani il male. Viene anche appeso sotto le grondaie delle case per scacciare gli spiriti maligni. La parola “Shoubu (尚武)” significa anche “materialismo, spirito guerriero”, quando scritta con caratteri kanji diversi.
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vaerjs · 1 year ago
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🌸 Ottobre è il mese dedicato alla sensibilizzazione e prevenzione del cancro al seno, una malattia che colpisce persone di entrambi i sessi, mettendo in evidenza l'importanza della salute del seno durante questo periodo autunnale. Mentre le foglie cadono dagli alberi e il clima si fa più fresco, riflettiamo sulla forza e la resilienza delle persone che hanno affrontato la battaglia contro il tumore al seno.
Con questa immagine – una persona che ha sconfitto il cancro al seno, coperta da un mazzo di fiori – ho voluto provare a rappresentare la bellezza e la determinazione nel superare le sfide più difficili. È un simbolo di speranza e di rinnovata vita.
Durante il mese di ottobre, abbiamo condiviso storie straordinarie, parlato di scuola, di salute mentale, della potenza della creatività. Voglio concludere con un’illustrazione di forza, di resilienza e determinazione, di coraggio e dì rinascita.
Oggi, nell'ultimo post di ottobre, vogliamo onorare tutte le persone che combattono o hanno combattuto questa battaglia ricordandoci che la prevenzione e il sostegno sono fondamentali. 💪🌸
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aldameriniofficial · 3 days ago
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Quando gli innamorati si parlano
attraverso gli alberi
e attraverso mille strade infelici,
quando abbracciano l'edera
come se fosse un canto,
quando trovano la grazia
nelle spighe scomposte
e dagli alti rigogli,
quando gli amanti gemono
sono signori della terra
e sono vicini a Dio
come i santi più ebbri.
Quando gli innamorati parlano di morte
parlano di vita in eterno
in un colloquio di un fine esperanto
noto soltanto a Lui.
Il loro linguaggio è dissacratore,
ma chiama la grazia infinita
di un grande perdono.
Oggi, più che mai, è fondamentale unire le forze e sostenere chi ha bisogno di aiuto. Indossiamo le scarpette rosse non solo come simbolo di resistenza, ma come un atto di amore e solidarietà verso tutte le donne che lottano per la loro libertà. Ricordiamoci che ogni parola, ogni gesto, può fare la differenza. Insieme, possiamo costruire un futuro in cui la bellezza e la forza delle donne brillino senza paura.
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ilregnodellaquercia · 16 days ago
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1. La straniera
L'aria profumava di pioggia. Edelwen lo percepiva chiaramente, schioccando la lingua contro il palato, come a saggiare l'umidità nell'aria. Tuttavia, non sembrava preoccupata: se la pioggia fosse arrivata, avrebbe trovato un riparo. Era sempre riuscita a cavarsela.
Procedeva verso nord da ormai un paio d'ore, lungo un sentiero che sembrava più battuto del resto del sottobosco. Il sole, sebbene velato da una coltre di nubi bianche trasportate pigramente dal vento di levante, suggeriva che il mezzogiorno era passato da poco. La foresta di Manahar si estendeva rigogliosa attorno a lei, verdeggiante e vibrante di vita: gli alberi maestosi si intrecciavano, creando un tetto di fronde che lasciava filtrare appena qualche raggio di luce, sufficiente a far risaltare la chioma blu cobalto dell'elfa.
La sua figura si stagliava nel paesaggio come un'ombra aliena, eppure armoniosa. La pelle, di un tenue colore glicine, sembrava priva di imperfezioni, come scolpita dall'arte di un abile scultore. I suoi occhi, bianchi come stelle lontane, tradivano un'anima segnata dal passato. Erano occhi antichi, severi, che parlavano di addestramento militare e ferite non ancora rimarginate.
Un gorgoglio d'acqua interruppe i suoi pensieri. Il suo fine udito captò il suono ben prima che potesse scorgere la fonte. Quando finalmente il corso d'acqua apparve tra le fronde, Edelwen si accorse con sorpresa di non essere sola. Una mezzelfa dai capelli dorati e occhi verdi era accovacciata vicino alla sorgente, intenta a riempire un otre. I suoi abiti semplici, adatti al viaggio, e il fodero di una spada che portava al fianco raccontavano di un’abitudine alla strada.
Edelwen rallentò il passo, fermandosi a qualche metro di distanza. La mezzelfa alzò lo sguardo e le rivolse un breve cenno di saluto, che l'elfa ricambiò con un lieve movimento del capo.
«Salve» disse Edelwen con un tono basso, carico del caratteristico accento elfico. Era passato molto tempo dall’ultima volta che aveva parlato, e la sua stessa voce le sembrava straniera.
La mezzelfa sorrise appena, osservando la figura slanciata della viandante. «Siete nuova da queste parti? Non credo di aver mai visto nessuno con… siete un’elfa, vero?» chiese, lasciando la frase a metà mentre tappava l'otre.
Edelwen rimase impassibile. «Se avete terminato, vorrei utilizzare la fonte.» disse con un tono piatto, sollevando la mano per indicare l'acqua.
La bionda sollevò gli occhi al cielo e ridacchiò. «Sei proprio una di quelle, eh?» replicò ironicamente, lanciando l'otre verso l'elfa. Edelwen lo afferrò con destrezza, senza tradire alcuna emozione. Dopo aver bevuto un sorso, restituì l’otre con un gesto secco. «Bevi, ristorati.. Dove sei diretta? », le chiese con quel tono squillante, mettendosi comoda su una roccia.
«Nord» rispose l'elfa, ignorando l'atteggiamento della mezzelfa e riprendendo il passo con cautela.
«Il Regno di Nothergard, dunque? » domandò la bionda, aggiungendo con un tono scherzoso: «Fate visita al Regno di Nothergard? A trovare la regina? In fondo, sarete entrambe di Beriandil…»
«No. Non sono di Beriandil» rispose Edelwen, spazientita. «Vado semplicemente a nord.»
La mezzelfa sorrise ancora, ma il suo sguardo si fece più curioso. «Beh, io sono diretta a Sud. Ma mi fermerò a Beriandil… Semmai ci ripensassi, magari ci rincontriamo un giorno…» disse, lasciando la frase in sospeso in attesa del nome dell’elfa.
Edelwen esitò un attimo, prima di rispondere. «Edelwen.»
«Runa!» replicò la bionda con un sorriso ironico e una nota di sfida insolente nella voce. 
Edelwen non rispose subito. Si limitò a socchiudere gli occhi, lasciando intravedere il marchio viola scuro che attraversava le sue palpebre, un simbolo che sembrava custodire segreti inaccessibili. Inspirò profondamente, assaporando l’aria carica di umidità che preannunciava la pioggia, come per imprimere quel momento nella memoria. Poi, dopo un breve silenzio, si fermò e si voltò appena.
«Addio, Runa» disse in elfico, con un tono basso e melodico, prima di riprendere il suo cammino verso nord.
Runa osservò la figura dell’elfa allontanarsi, incuriosita e affascinata. Un sorriso le sfiorò le labbra mentre mormorava tra sé: «Alla prossima, Edelwen.» Gli occhi verdi della mezzelfa rimasero fissi sulla schiena dell'altra, fino a quando le fronde degli alberi non la nascosero del tutto.
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pier-carlo-universe · 8 days ago
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Ogni albero è un poeta di Tiziano Fratus: un viaggio poetico nella natura. Recensione di Alessandria today
Tiziano Fratus, con Ogni albero è un poeta, ci conduce in un percorso di riflessione intima e poetica, esplorando il rapporto tra uomo e natura. Il sottotitolo, “Storia di un uomo che cammina nel bosco”, rivela l’anima del libro: un viaggio fatto di osser
La profonda connessione tra uomo e bosco Tiziano Fratus, con Ogni albero è un poeta, ci conduce in un percorso di riflessione intima e poetica, esplorando il rapporto tra uomo e natura. Il sottotitolo, “Storia di un uomo che cammina nel bosco”, rivela l’anima del libro: un viaggio fatto di osservazione, ascolto e immersione nella bellezza e nel mistero delle foreste. Pubblicato da Mondadori, il…
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yougardener-it · 17 days ago
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Richmond Park
Cos'é?
Richmond Park è il più grande dei parchi reali di Londra, con una superficie di circa 10 chilometri quadrati. Istituito nel 1637 dal re Carlo I come riserva di caccia reale, il parco è diventato un simbolo della conservazione naturale e uno spazio pubblico iconico. Situato a sud-ovest della città, nel quartiere di Richmond, è un’oasi di tranquillità lontana dal trambusto della metropoli. Questo luogo è non solo un rifugio per la fauna selvatica, ma anche un patrimonio storico, che offre una combinazione unica di bellezza naturale e valore culturale.
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Perché vederlo?
Richmond Park non è solo un parco, ma un ecosistema unico che racchiude la storia e la biodiversità della campagna inglese. È il luogo perfetto per immergersi in un ambiente autentico e vivere un'esperienza lontana dal caos cittadino, offrendo incontri ravvicinati con la fauna selvatica, passeggiate rilassanti e panorami mozzafiato che raccontano secoli di storia. Se ami la natura, è una tappa imperdibile per riconnetterti con il verde e godere di un rifugio naturale alle porte di Londra.
🌳 Cosa troverai
Richmond Park è famoso per i suoi cervi liberi, ben 600 che si aggirano tranquilli tra querce secolari. Camminando, potreste incontrare:
• 🦌 Cervi rossi e daini, una presenza unica e affascinante, simbolo di questo parco storico.
• 🐦 Oltre 140 specie di uccelli, inclusi i pappagalli verdi, che regalano un tocco esotico e inaspettato a questo angolo di Inghilterra.
• 🌸 Piante autoctone come felci, querce e prati fioriti, fondamentali per la biodiversità e il mantenimento dell’ecosistema del parco.
🗺️ Altre attrazioni:
• Pembroke Lodge: Una villa storica con un caffè e viste spettacolari sulla valle del Tamigi. Questo edificio, risalente al XVIII secolo, è circondato da un giardino curato e offre un’atmosfera unica per rilassarsi.
• Isabella Plantation: Un giardino recintato noto per la fioritura di azalee e rododendri in primavera. Questo angolo del parco è un vero paradiso botanico, ideale per gli appassionati di piante e colori vivaci.
• King Henry’s Mound: Un punto panoramico famoso, da cui è possibile vedere la Cattedrale di St. Paul a chilometri di distanza attraverso un corridoio visuale protetto. La leggenda vuole che il nome derivi da Enrico VIII, che usava questo punto per osservare il Tamigi.
• Laghi e ruscelli: Sparse nel parco ci sono diverse zone d’acqua che ospitano anatre, cigni e libellule, creando un’atmosfera tranquilla e rilassante. Focus botanico
Richmond Park è un vero e proprio paradiso botanico che ospita una varietà di piante e alberi eccezionali, contribuendo alla sua straordinaria biodiversità. Tra le specie più rappresentative troviamo:
• Querce secolari: Il parco è rinomato per le sue querce, alcune delle quali hanno oltre 700 anni. Questi alberi non solo definiscono il paesaggio, ma offrono rifugio a innumerevoli specie di insetti e uccelli.
• Felci autoctone: Sparse nei boschi e nei prati, le felci di Richmond Park sono un esempio di flora tradizionale inglese, contribuendo alla salute degli ecosistemi locali.
• Azalee e rododendri: Concentrati nella Isabella Plantation, queste piante creano una spettacolare esplosione di colori durante la primavera, attirando visitatori da tutto il mondo.
• Prati fioriti: Il parco include vaste distese di prati ricchi di fiori selvatici, tra cui margherite, ranuncoli e papaveri, fondamentali per la sopravvivenza di api e altri impollinatori.
• Ippocastani e faggi: Diffusi lungo i sentieri principali, questi alberi maestosi offrono ombra durante l’estate e creano scenari pittoreschi in autunno con il loro fogliame dorato.
Inoltre, Richmond Park è un laboratorio a cielo aperto per gli studiosi di botanica e gli appassionati di natura, grazie alla presenza di specie rare e protette. Questo angolo di verde è non solo un luogo di svago, ma anche un simbolo di conservazione e sostenibilità.
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⚠️ Consigli:
• Le autorità del parco raccomandano di non avvicinarsi a meno di 50 metri dai cervi – sono selvatici! Anche se sembrano abituati alla presenza umana, possono essere imprevedibili.
• Indossate scarpe comode perché il parco è vasto, circa 10 km², con percorsi che vanno dalle passeggiate tranquille a quelli più impegnativi per i camminatori esperti.
• Tenete il vostro cane al guinzaglio nelle aree più sensibili, specialmente durante la stagione delle nascite (maggio-luglio), quando la fauna è più vulnerabile.
• Portate con voi acqua e snack, poiché il parco è grande e i punti ristoro non sono ovunque facilmente accessibili.
✨ Come arrivare?
• 🚇 Tube: Prendete la District Line fino a Richmond Station, poi un bus (371 o 65) o una camminata di circa 20 minuti lungo percorsi pittoreschi che anticipano la bellezza del parco.
• 🚗 In auto: Ci sono parcheggi gratuiti all’interno del parco, ma possono riempirsi rapidamente nei fine settimana, quindi è meglio arrivare presto per trovare posto.
• 🚴 In bici: Richmond Park è molto popolare tra i ciclisti, con percorsi dedicati e viste mozzafiato. È un luogo ideale per chi cerca un allenamento immerso nella natura.
📸 Suggerimenti per le foto:
• Alba e tramonto sono i momenti migliori per catturare i cervi con la luce più suggestiva, creando immagini mozzafiato.
• Non dimenticate di visitare le praterie fiorite, le querce monumentali e le aree umide con i loro giochi di riflessi: perfette per scatti naturalistici.
• King Henry’s Mound offre un’opportunità unica per fotografare Londra da una prospettiva storica.
Richmond Park è un gioiello per gli amanti della natura e offre un perfetto equilibrio tra avventura e relax. Con i suoi spazi vasti e la sua biodiversità unica, è un luogo che invita a rallentare e godersi il momento. Non perdetevi questa meraviglia durante il vostro prossimo viaggio a Londra, perché ogni angolo di questo parco racconta una storia e offre un’esperienza indimenticabile!
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infoerba · 19 days ago
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“Sulle rive del Giordano crescono degli alberi che non perdono mai le foglie i cui frutti sono cibo e le foglie medicina (Ezechiele 47.12)”.
Un versetto che indica chiaramente che gli straordinari principi attivi dell”albero della vita” sono concentrati nelle sue foglie mentre i suoi frutti, le olive e l’olio, sono un ottimo alimento. Per gli ebrei l’ulivo è uno dei doni più preziosi di Dio, simbolo stesso dell’Alleanza.
L’albero dell’Olivo è straordinariamente “divino”, infatti, senza cure, pesticidi. ecc. “vive millenni” e olivi centenari possono essere estirpati, trapiantati e attecchiranno sempre e ovunque.
L’olivo è presente nella storia della medicina e dell’erboristeria mediterranea da diversi millenni. Esistono infinite testimonianze che documentano l’uso delle foglie d’olivo nella cultura Greca, Araba, Egiziana, Romana.
#olivo#ipertensione#salute#erboristeria_arcobaleno_schio
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notiziariofinanziario · 28 days ago
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Sunset Boulevard è una delle strade più iconiche di Los Angeles: è molto più di un semplice percorso che attraversa la città. Questo viale, lungo circa 35 chilometri, collega il centro della metropoli all'oceano Pacifico, passando per quartieri che incarnano il sogno californiano e la cultura pop globale. Sunset Boulevard non è solo una strada, è un simbolo di Hollywood, della libertà e dell’energia creativa che definiscono Los Angeles. Resa immortale dal film "Sunset Boulevard" del 1950, diretto da Billy Wilder, la strada è un elemento chiave del mito hollywoodiano: un luogo dove i sogni possono avverarsi o crollare miseramente. Il tratto noto come Sunset Strip, nel quartiere di West Hollywood, è forse il più celebre. Negli anni '60 e '70, la Strip è stata il cuore pulsante della controcultura, frequentata da musicisti, artisti e ribelli. Club leggendari come il Whiskey a Go Go e il Roxy Theatre hanno visto nascere o esibirsi icone come i Doors, Jimi Hendrix e David Bowie.  Chi vive su Sunset Boulevard La strada è una combinazione di sfarzo e normalità. Da una parte ci sono ville lussuose nascoste tra le colline di Beverly Hills e Bel-Air, abitate da star del cinema, magnati e imprenditori della tecnologia. Dall’altra, Sunset attraversa anche quartieri più accessibili, dove il fascino di Los Angeles si mescola con la vita quotidiana. Negli anni, personaggi del calibro di Marilyn Monroe, Elvis Presley e Frank Sinatra hanno vissuto nei pressi di Sunset Boulevard. Oggi, molte celebrità continuano a risiedere nelle sue vicinanze, attratte dalla bellezza paesaggistica e dalla vicinanza alle aree più glamour della città. Sunset Boulevard oggi: gli incendi Gli incendi che stanno colpendo Los Angeles hanno devastato porzioni significative di Sunset Boulevard, soprattutto nelle aree più vicine alle colline. Alberi, insegne e perfino alcune strutture iconiche sono state distrutte o danneggiate. Il paesaggio, un tempo verdeggiante e scintillante, oggi è segnato da fumo e cenere. Le autorità locali stanno lavorando per contenere le fiamme, ma il danno è già significativo. Sunset Boulevard, simbolo di resilienza e trasformazione, affronta una delle sue prove più difficili.  Un futuro da ricostruire  Nonostante la tragedia, Sunset Boulevard ha dimostrato più volte la capacità di rinascere. Dalle epoche d'oro del cinema al declino della controcultura, la strada ha sempre rappresentato un microcosmo dell’anima di Los Angeles. Read the full article
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levysoft · 2 months ago
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Il famoso albero di Sycamore Gap è stato tagliato
L'albero solitario di Sycamore Gap nel Northumberland era uno degli alberi più fotografati del paese prima di essere deliberatamente tagliato questa settimana.
Era un simbolo iconico della zona, eretto per circa 300 anni in una depressione naturale del paesaggio lungo il Vallo di Adriano.
L'albero non era solo un amato punto di riferimento, ma occupava anche un posto speciale nel cuore di molti e spesso sul suo sito venivano lasciati ciottoli commemorativi decorati.
I funzionari della Northumberland National Park Authority ritengono che l'albero sia stato "abbattuti deliberatamente". Un adolescente e un uomo sulla sessantina sono stati arrestati con l'accusa di danneggiamento criminale e in seguito rilasciati su cauzione. La polizia di Northumbria afferma che le indagini sono ancora in corso.
Kris Hodgetts, un fotografo di Blyth nel Northumberland, ha detto alla BBC che all'inizio pensava si trattasse di una bufala. "Non abbiamo perso solo un altro albero, ma un simbolo di qualcosa di naturale nella sua forma perfetta che non può essere sostituito da una statua o da un monumento".
Il signor Hodgetts ha scattato le due fotografie qui sotto durante una visita notturna a Sycamore Gap nel 2019.
Questo amato monumento è stato nominato Albero dell'anno nel 2016 ed è stato molto apprezzato dai fotografi.
Gli esperti affermano che c'è la possibilità che dal ceppo possano crescere dei germogli, poiché l'albero era sano, anche se ci vorranno almeno decenni prima che torni a essere una presenza visibile nel paesaggio.
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Due uomini sono diretti a processo oggi per aver presumibilmente tagliato il famoso albero britannico Sycamore Gap l'anno scorso. L'albero di 150 anni si ergeva simmetricamente in una depressione tra due colline nel nord dell'Inghilterra ed era una delle principali attrazioni turistiche. Guarda le foto qui .
L'albero si trovava accanto a una parte del Vallo di Adriano , una barriera di pietra lunga 73 miglia costruita dall'imperatore romano Adriano nel 122 d.C. per proteggere la frontiera nord-occidentale dell'impero. L'albero di accompagnamento fu piantato alla fine del 1800 dal proprietario terriero John Clayton. Da allora, la sua collocazione tra due colline del Northumberland lo ha reso una destinazione per proposte di matrimonio e altri eventi della vita. È stato protagonista del film del 1991 "Robin Hood: Principe dei ladri" con Kevin Costner e Morgan Freeman (guarda la scena qui ).
L'albero, valutato circa $ 800.000, è stato tagliato nel settembre 2023; il motivo non è stato reso pubblico. Da allora sono riapparsi degli alberelli, il che indica che l'albero potrebbe rigenerarsi . Scopri di più su una mostra in onore dell'albero qui .
(via In immagini: il famoso albero di Sycamore Gap - BBC News)
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