#Violenza emotiva
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QUESTO È ESATTAMENTE IL SETTORE SOCIALE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA E ITALIANO.
PSICHIATRICI GRAVI MA ABILITATI, BUGIARDI PATOLOGICI, MANIPOLATORI, RITARDATI MENTALI TOTALI ABILITATI COME FIGURE PROFESSIONALI, CHE IN REALTÀ VIOLANO GRAVEMENTE LA VITA ALTRUI, ABUSANO DEL PROPRIO RUOLO, COMMETTONO AVERE E PROPRIE VIOLENZE, VENENDO STIPENDIATI PER ABUSARE E VIOLARE LA VITA ALTRUI.
CENTRO DI SALUTE MENTALE DI GORIZIA
SERVIZIO SOCIALE DI GRADISCA D'ISONZO
ALESSANDRA GAVA, ASSISTENTE SOCIALE DI GRADISCA D'ISONZO, PSICHIATRICA, STALKER, ALLEATA DI CARNEFICI COMPROVATI.
MARCO VISINTIN E SIMONA AGOSTINIS MALATI MENTALI COMPROVATI ABILITATI NEL CENTRO DI SALUTE MENTALE DI GORIZIA.
DA ANNI IN FRIULI VENEZIA GIULIA SI COMMETTONO, IMPUNITAMENTE, LE PEGGIORI VIOLAZIONI DELLA PERSONA, STALKING E VIOLENZE GRATUITE, SENZA LA BENCHÉ MINIMA FORMA DI PUNIZIONE E RIMOZIONE DI QUESTE PERSONALITÀ TOTALMENTE, COMPROVATAMENTE, DISTURBATE MENTALI DA MANICOMIO E DA GALERA.
#fvg#friuli venezia giulia#italia#psichiatrici#CSM Gorizia#Centro di salute mentale di Gorizia#Servizio sociale di Gradisca D'Isonzo#Malati mentali abilitati#Marco VISINTIN psicologo#Simona Agostinis educatrice#ALESSANDRA GAVA ASSISTENTE SOCIALE#Alessandra Gava#Violazioni della persona#Violenza domestica#Violenza economica#Violenza fisica#Abusi#Violazioni della libertà#Alessandra Gava assistente sociale psichiatrica#Manipolazioni#Violenza psicologica#Violenza emotiva
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"La furia" di Sorj ChalandonUn racconto di rabbia e redenzione nella Bretagna del 1934. Recensione di Alessandria today
"La furia", pubblicato il 3 settembre 2024, è l'ultimo e potente romanzo di Sorj Chalandon. Il libro prende spunto da un evento storico realmente accaduto: l'evasione di cinquantasei ragazzini dalla Colonia penale per minori di Belle-Île-en-Mer nel 1934,
“La furia“, pubblicato il 3 settembre 2024, è l’ultimo e potente romanzo di Sorj Chalandon. Il libro prende spunto da un evento storico realmente accaduto: l’evasione di cinquantasei ragazzini dalla Colonia penale per minori di Belle-Île-en-Mer nel 1934, un’isola al largo della Bretagna. La fuga scatena una caccia all’uomo che coinvolge gendarmi, guardie e perfino la popolazione locale e i…
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Sindrome di Medea: analisi dei labirinti dell'Amore Distorto
L’esperienza stante al diventare genitori si rivela da sempre uno choc emotivo e psicologico. I poli dualistici di amore e odio generati da questo trauma si rivelano spesso compromettenti per la salute mentale dei genitori, specie per le madri. In questo articolo si analizzeranno i fattori scatenanti la così detta Sindrome di Medea, la malattia labirintica dell’amore distorto, e delle possibili…
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C’è una forma di violenza silenziosa in chi decide di tagliare un legame senza spiegazioni. Questo comportamento, per quanto apparentemente passivo, è profondamente tossico, perché nega all’altro il diritto di capire, di confrontarsi, di crescere attraverso il conflitto.
Quando qualcuno scompare senza avvisare, per natura siamo portati a diventare giudice della nostra stessa esistenza: cosa ho fatto? Dove ho sbagliato? Cerchiamo delle spiegazioni all'accaduto ed il rischio più grande che incorriamo, se le nostre parti più egoiste, argute e fiere sono esiliate, è quello di dubitare di noi, di pensare di avere davvero qualcosa che non va.
Non esiste relazione senza il rischio di ferire e venire feriti, ma esiste l'incontro, la possibilità di dichiararsi tristi o arrabbiati, delusi o giudicati. Sapere questo è la relazione.
È un potere sottile, quello di chi sceglie il silenzio: ti lascia con un fardello che non è tuo, un senso di smarrimento e confusione che rimbalza tra pancia testa e gola.
Ma la tossicità di questo atteggiamento non riguarda solo chi lo subisce: è anche il riflesso di chi lo mette in atto. Tagliare un legame senza confrontarsi significa rifuggire la responsabilità emotiva, scegliere l’egoismo al posto del coraggio. È un atto di vigliaccheria travestito da autodifesa, un modo per proteggersi evitando il peso della verità.
Ciò che rende davvero tossico questo atteggiamento è la sua capacità di lasciarti intrappolato in un ciclo infinito: il rancore, il senso di colpa, il bisogno di spiegazioni che non arrivano mai. È un veleno lento che si insinua nella tua capacità di fidarti, di credere che i legami possano essere solidi e autentici.
Per uscirne, serve una presa di coscienza: comprendere che il silenzio dell’altro non parla di te, ma di loro. Non sei tu a dover colmare il vuoto che hanno lasciato, non sei tu a dover dare senso a un’assenza che non hai scelto. Liberarsi da questo peso significa imparare a distinguere tra chi ti abbandona e chi, invece, ti solleva. E scegliere, finalmente, di non aggrapparsi a chi non ha mai avuto il coraggio di restare.
Dott.ssa Noemi Bitonti
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La donna intelligente sa che il
suo valore non risiede nell'aspetto del
suo corpo. Pensaci due volte prima di
giudicarla per età, altezza, volume o comportamento sessuale, perché questa
è violenza emotiva e lei lo sa. Quindi prima di dire che desideri una “donna intelligente”
nella tua vita, chiediti se sei davvero
disposto ad inserirti nella sua.
Gabriel Garcìa Màrquez
Ingrid Cerna
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"Quanti uomini ho sentito dire che desiderano una donna intelligente nella loro vita. Io li incoraggerei a pensarci bene. Le donne intelligenti prendono decisioni da sole, hanno desideri propri e pongono limiti. Non sarai mai il centro della sua vita perché questa ruota intorno a se stessa. Una donna intelligente non si lascia manipolare o ricattare, lei non si ingoia colpe, si assume le responsabilità. Le donne intelligenti interrogano, analizzano, discutono, non si accontentano, avanzano Queste donne hanno avuto una vita prima di te e sanno che continueranno ad averla una volta che te ne sarai andato. Lei è qui per avvisare, non per chiedere il permesso. Queste donne non cercano nella coppia un leader da seguire. a un padre che risolva la loro vita, non un figlio da salvare. Loro non vogliono seguirti o segnare la strada a nessuno. vogliono camminare al tuo fianco. Lei sa che la vita libera dalla violenza è un diritto, non un lusso o un privilegio. Esprimono rabbia, tristezza, gioia e paura allo stesso modo, perché sanno che la paura non le rende deboli nello stesso modo in cui la rabbia non le rende "maschili". Queste due emozioni e le altre, tutte insieme, la rendono umana e basta! Una donna intelligente è libera perché ha lottato per la sua libertà. Ma non è una vittima, è un sopravvissuto. Non cercare di incatenarla perché lei saprà come scappare. Ricorda che l'ha già fatto prima. La donna intelligente sa che il suo valore non risiede nell'aspetto del suo corpo o in quello che ne fa. Pensaci due volte prima di giudicarla per età, altezza, volume o comportamento sessuale, perché questa è violenza emotiva e lei lo sa. Quindi… prima di aprire bocca per dire che desideri una donna "intelligente" nella tua vita, chiediti se sei davvero fatto per adattarti alla sua. "
—Gabriel García Márquez—
ossimoro
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IL NEMICO DELLA COPPIA
Sai qual è il nemico n.1 di una coppia felice? La critica costante nei confronti del proprio partner.
La Testardaggine. Il non volersi mettere nei panni dell'altro.
Il Giudicare senza parlare, infatti, rovina la coppia al punto da portare alla rottura. A dirlo sono gli esperti di relazioni, come John Gottman, che l’ha identificata come una delle principali cause della rottura di un rapporto. Eh già, perché incolpare spesso l’altro/a e giudicare quello che fa e che dice può diventa un’abitudine dannosa, che lentamente logora il legame e può portare anche alla separazione.
Questo non vuol dire che bisogna accettare passivamente i comportamenti del partner che non ci piacciono o far finta che non abbia difetti, perché ne abbiamo tutti.
È normale lamentarsi quando qualcosa non ci sta bene. La differenza è come lo si fa, il modo in cui lo diciamo all’altro. Perché un conto è mettere in discussione un atteggiamento, altro è offendere una persona e sottolineare le sue mancanze per denigrarla. Nel primo caso la critica è costruttiva, nel secondo serve solo a ferire.
Come ha spiegato all’HuffPost il terapista Kurt Smith: “una critica salutare riguarda il comportamento e non la persona. Possiamo dire al nostro partner cosa pensiamo o come ci sentiamo senza criticarlo come individuo". Ecco perché in coppia è importante avere accanto un compagno o una compagna che non ti giudichi, ma che sia capace di incoraggiarti e farti vedere quello che non va, aiutandoti a migliorare.
I modi in cui giudicare rovina la coppia: non lo sai, ma quando giudichi parli di te stesso/stessa e corri il serio rischio di perdere il treno giusto.
Abbassa l’autostima e la fiducia nell’altro. Le critiche ripetute possono essere deleterie per la considerazione che abbiamo di noi stesse. Perché visto che vengono dette da qualcuno che dovrebbe amarci, rischiamo di credere che siano vere e mettiamo in discussione il nostro valore. Inoltre sentirsi sempre sotto giudizio, ci fa dubitare del fatto di poterci affidare liberamente all’altro. E questa mancanza di fiducia può far male come un tradimento.
Diminuisce l’intimità. I giudizi negativi creano una distanza emotiva, perché non ci si sente accolti e amati. E questo innesca dei risentimenti, che ci fanno allontanare dal partner.
Si creano dei giochi di “potere”. Chi critica, spesso si mette in qualche modo in una posizione di superiorità, perché dall’alto dei suoi giudizi afferma quello che è corretto o sbagliato, facendo sentire l’altro inferiore e in difetto. Così si sbilancia il rapporto, creando una possibile crisi di coppia.
Quando è costante è una forma di abuso emotivo. Ormai le sue offese sono all’ordine del giorno? Chi usa la tattica delle critiche per avere un controllo sulla relazione e avere il sopravvento sul partner, sta mettendo in atto una violenza psicologica. E se è così, è sano mettere un punto alla storia.
Come riconoscere una critica distruttiva nella coppia
Che sia tu a giudicare il partner o ad essere giudicata, è importante capire se la critica è costruttiva o distruttiva. Perché se la prima può esserti d’aiuto per aggiustare il tiro sul comportamento e quindi è un aiuto per migliorarsi, la seconda è solo controproducente, perché mina a svalutare e a ferire senza cambiare le cose. In questo caso si tratta di vera e propria offesa che rovina il rapporto. La critica distruttiva di solito ha queste caratteristiche:
è una dichiarazione in cui si usano le parole “sempre” o “mai”,
ha il tono di un’affermazione perentoria che non apre al dialogo,si usano parole offensive e umilianti, appiccicando all’altro/a etichette e giudizi che non lasciano spazi al dubbio.
Allora come si fa a criticare in modo costruttivo?
Sei la criticone/a della coppia? Ci sono degli efficaci escamotage che puoi usare per far vedere al partner che sta sbagliando senza farlo sentire vulnerabile.
Purtroppo si rischia di vivere di rimpianti.
Sooprattutto non offendere. Secondo il coach Kyle Benson, di solito le persone ricorrono alle critiche come forma di autoprotezione, cioè attaccano e danno la colpa all’altro dei problemi, invece di abbassare le difese e dire ciò di cui hanno realmente bisogno. Quindi un primo passo può essere quello di dichiarare le tue esigenze e quello che desideri, che sia la sua attenzione, la sua empatia o altro ancora. Un’altra dritta è di usare parole più amorevoli, iniziando la frase con “vorrei che…”, invece che partire subito con un’offesa. In questo modo prendi atto che la critica è un desiderio mascherato e che ti assumi la responsabilità di quello che vuoi nella vostra relazione.
E se sei tu a ricevere le critiche nella coppia?
Nessuno ama essere giudicato e spesso la tendenza è quella di contrattaccare con altrettante critiche. Oppure di chiudersi e alzare un muro difensivo, perché ti senti ferita. Il risultato? Dialogo zero.
Per sbloccare la situazione, il terapista Zach Brittle suggerisce di fare uno sforzo e di chiedere al tuo partner cosa vorrebbe in realtà, qual è la richiesta che sta nascondendo dietro la critica. Così grazie alle domande, iniziate a parlare e potete trovare una risoluzione anziché giudicare.
Dal web su Essere Indaco
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La donna intelligente
sa che il
suo valore non risiede nell'aspetto
del suo corpo.
Pensaci due volte prima di giudicarla per età, altezza, volume o comportamento sessuale, perché
questa
è violenza emotiva e lei lo sa. Quindi prima di dire che desideri una "donna intelligente"
nella tua vita, chiediti se sei davvero
disposto ad inserirti nella sua.
Gabriel Garcia Mârquez
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Sono stata ignorata completamente dalla mia figura paterna da quando ne ho memoria,ricordo perfettamente la sua rabbia nei miei confronti se gli restavo vicino in pubblico per più di 2 secondi,le umiliazioni,la violenza psicologica,la sua mancanza di responsabilità affettiva nei miei confronti,le minacce,il disgusto nel vedermi felice,gli impedimenti di espressione emotiva ecc.
Mi si spezza il cuore quando vedo un rapporto padre-figlia sano
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Nel dedalo delle relazioni umane, esiste una violenza silente, impercettibile ai radar convenzionali, ma devastante nella sua essenza: L'arte simulata dell'ascolto, dove le parole sono udite ma non accolte.
Rivela una mancanza di generosità nell'attenzione, un deserto emotivo che supera la semplice avarizia di tempo o risorse materiali.
Non c'è crudeltà superiore a quella di far sentire gli altri trasparenti, ignorati da chi sembra presente, ma in realtà, ha la mente altrove, impaziente di fuggire verso altri impegni.
Il dolore di essere trascurati, di dover mendicare frammenti di presenza autentica, è un'umiliazione che rafforza il senso di solitudine e inadeguatezza.
Questo tipo di disattenzione, quando si è costretti a supplicare per quell'interesse che dovrebbe essere offerto liberamente e con piacere, cristallizza la violenza in un solo attimo.
È spesso l’ultimo segnale di allarme, l’indicatore finale che qualcosa nel tessuto di quella particolare relazione si è irrimediabilmente strappato.
La dinamica della non-curante superiorità, travestita da normale distrazione, è una danza macabra attorno al fuoco dell'egoismo assoluto, dove la fiamma dell'autoconservazione brucia ogni speranza di connessione autentica.
Eppure, in questo scenario di apparente desolazione, emerge un sentiero di resistenza, non pavimentato di inutile rancore, ma di autostima.
All’ennesima e ultima richiesta di attenzione non concessa la consapevolezza di sé come entità indipendente, la cui stima non dipende più dall'ascolto altrui, diventa un bastione contro l'indifferenza.
Inizia allora un percorso di autoaffermazione che porta a spezzare le catene dell'elemosina emotiva, insegnandoci che la vera unione di sentimenti nasce dall'equità, non dalla supplica.
Tutte le vere crudeltà più spesso risiedono non in gesti manifesti ma in angoli dell'indifferenza.
Riconoscere questo è il primo passo per costruire un'esistenza dove l'attenzione indivisa diventa il dono più prezioso, una dimostrazione d'amore che trascende parole e persino molti altri fatti, riaffermando la sacralità dell'essere visti e sentiti, ovvero del bisogno assolutamente umano di connetterci gli uni con gli altri.
Chi trascura l'ascolto, trascura l'amore.
Luca Pani
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PENSIERI SPARSI SUL MOTIVO PER CUI PARLO POCO DI VIOLENZA SULLE DONNE
Perché è difficile.
Perché ho vissuto decenni senza rendermi conto della reale portata del problema.
Perché per quanto io non abbia mai tenuto comportamenti irrispettosi o prevaricanti, non sono mai riuscito a mettermi veramente nei panni di chi queste violenze le vive ogni giorno.
E ho sempre trovato complicato individuare il confine tra mentalità da macho e comportamenti predatori o violenti.
Perché dobbiamo poter distinguere, pur riconoscendo nel comportamento maleducato il segno di una certa mentalità maschilista tossica che poi può condurre - e a volte giustificare - comportamenti ben peggiori.
Ne parlo poco perché, come @nusta ha ben detto, la mia prima reazione viscerale sarebbe quella della risposta violenta - MOLTO violenta - ma adesso come adesso i media sono focalizzati dal trend ‘violenza sulle donne’ e per quanto sia il minimo sindacale che un problema ENORME come questo sia emerso, le notizie sono appositamente confezionate e sparate dritte nella pancia delle persone, imponendo una polarizzazione forzata dalla risposta emotiva forte.
Quindi cerco di capire.
Io reputo La Russa un individuo abietto dal pensiero razzista, classista, maschilista e decisamente fascista, quindi la sua boutade in difesa del figlio non poteva che seguire questo miserevole copione.
Nessuno, però, conosce il figlio, anche se ovviamente alcuni giornali di un certo orientamento politico si sono subito prodigati a dipingerlo come un fascistello prepotente e viziato.
Può darsi... ma non è questo il punto.
Il problema è che molte di quelle persone che dicono di lasciare fare corso alla giustizia in realtà lo hanno già condannato e questo è molto pericoloso perché si risponde alla terribile pratica della colpevolizzazione della vittima ribaltando l’equazione e supponendo una colpevolezza automatica dell’uomo.
D’altro canto, abbiamo finalmente capito che non è violenza sessuale solo quando la donna arriva in pronto soccorso coi vestiti strappati, malmenata e sanguinante.
Ma davvero questo processo sarà equo, per ambo le parti?
Io vedo un opinione pubblica divisa nettamente in due tra chi vorrebbe strappare le palle al figlio di La Russa (purtroppo non ci si sceglie il cognome... e se per quello neanche il nome, evidentemente) e chi pensa che la ragazza sia una poco di buono cocainomane che vuole fare il colpo grosso... e, mi spiace dirlo, se mettete il naso fuori dalla vostra bolla i primi sono decisamente meno dei secondi.
Dobbiamo per forza dire la nostra a ogni costo?
Sì, se volete... ma c’è da pensare bene e a lungo, fino a quel momento in cui può darsi ci si renda conto che si tratta di un discorso ben più grande della singola notizia.
E allora magari preferiremo zittire le nostre pance e continuare a riflettere.
Io ci provo, poi chissà che sarà.
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a questo punto sembrerò un'invasata monotematica ma GUARDATEVI CIRCEO QUESTO MARTEDI E IL PROSSIMO. meglio ancora se con i vostri padri, fratelli, amici, fidanzati. specialmente se siete giovanissim* e non avete contezza di come vanno queste faccende ma anche se un pochino ne avete: la messa in scena concretizza e rende più consapevoli. vedrete le cose oscene che gli assassini si inventano al processo per passarla liscia, vedrete la vittimizzazione secondaria, vedrete quanto fanno schifo certi avvocati, quanto abbiano dovuto urlare le femministe per far sì che l'attenzione non scemasse. vedrete la giustizia che parte a mille e poi si accartoccia perché già due anni dopo l'onda emotiva attorno al massacro evapora lentamente, in aula e alle messe in memoria iniziano a mancare le persone che poco tempo prima sembravano irriducibili. vedrete le famiglie logorate che a un certo punto accettano i risarcimenti in denaro perché non ce la fanno più. guardatevi circeo perché racconta un caso preciso, con coordinate precise, ma anche la storia di TUTTI i processi alla violenza di genere che con giulia cecchettin potrebbe verificarsi di nuovo perché quasi 50 anni il femminismo si è illuso di aver fatto cambiare qualcosa e invece siamo sempre punto e a capo e ogni medium vale per sviluppare la tantissima consapevolezza che ci serve per capire in che pantano socio-culturale siamo.
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Repressione emotiva
I bambini, in particolare, trovano le emozioni negative forti troppo travolgenti per farvi fronte e cercano di non sentirle. In assenza di un adulto pienamente consapevole, che lo guidi con amore e comprensione compassionevole nell'affrontare direttamente l'emozione, scegliere di non sentirla è davvero l'unica opzione per il bambino in quel momento.
Gabor Matè
Sfortunatamente, questo meccanismo di difesa precoce di solito rimane in atto quando il bambino diventa adulto. Quell'emozione vive ancora in lui o in lei non riconosciuta e si manifesta, ad esempio, come ansia, rabbia, esplosioni di violenza, uno stato d'animo, o persino come malattia fisica. In alcuni casi, interferisce o sabota ogni relazione intima.
~ Eckhart Tolle
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La donna intelligente sa che il
suo valore non risiede nell'aspetto del
suo corpo. Pensaci due volte prima di
giudicarla per età, altezza, volume o comportamento sessuale, perché questa
è violenza emotiva e lei lo sa. Quindi prima di dire che desideri una “donna intelligente”
nella tua vita, chiediti se sei davvero
disposto ad inserirti nella sua.
Gabriel Garcìa Màrquez
Inge
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NATALE 2023
UN AUGURIO E UN REGALO
È cosi.
Quest'anno invece che inviare i classici Auguri di Buone Feste, ho pensato ad un Augurio diverso e insolito.
Un piccolo regalo per tutte le persone che leggono in modo saltuario o ricorrente, il mio Blog.
Che regalo è?
È un Test. È un invito a regalarvi un pò di tempo tutto per voi. Per fare il punto su ciò che state vivendo in questo momento.
Ma prima di rispondere al Questionario, io vi consiglio di leggere con calma, l'articolo che definisce cosa sia
UNA RELAZIONE TOSSICA
È importante, perchè le persone devono iniziare a familiarizzare con un nuovo alfabeto. L'alfabeto delle relazioni, dei sentimenti e dei comportamenti.
Significa imparare a riconoscere con precisione quale situazione stiamo vivendo.
Come riconoscere una relazione tossica ?
Essere coinvolti in una relazione tossica può avere conseguenze devastanti per la propria autostima e per la propria vita.
Cosa significa trovarsi in una relazione tossica
Nessuna relazione è perfetta, ma esistono relazioni che ci fanno sentire stanchi, insicuri, tristi o coinvolti completamente nella vita dell’altro, e l’altro nella nostra, tanto da non potersi più considerare due individui separati. Quando questo accade, potremmo trovarci davanti a una relazione tossica.
Al contrario, le relazioni sane, normalmente tendono a farci sentire al sicuro, felici e liberi di essere noi stessi. Molte persone non riconoscono subito i segnali di una relazione tossica, perché molto spesso si tende a confondere ciò che è la passione e l’amore, con comportamenti totalizzanti, o di gelosia ossessiva o autoritari e manipolatori.
Le conseguenze di una relazione tossica possono essere molto profonde e nei casi più gravi, anche pericolose (per esempio nei casi di relazioni tossiche con violenza fisica o psicologica).
Per questo è importante riconoscere i campanelli d'allarme e se ci troviamo dentro una relazione tossica e dannosa e, in caso affermativo, poter chiedere aiuto per uscirne al più presto.
Tipologie di relazione tossiche
Abbiamo visto che le relazioni tossiche sono relazioni che non ci fanno crescere come individui, nel rispetto uno dell’altro, ma che portano malessere, privazioni di libertà, dipendenza, paura e insicurezza.
Esistono vari tipi di relazioni tossiche, legate a comportamenti più o meno patologici. Nei casi più lievi possono essere relazioni che ci fanno sentire male a causa di abitudini sbagliate o mancanza di comunicazione o insicurezze personali che si possono risolvere attraverso un riadattamento dei propri schemi comportamentali e un processo di crescita personale, mentre nei casi più gravi, potremmo trovarci coinvolti in vere e proprio patologie.
Alcune tipologie di relazione patologiche malate sono:
Dipendenza affettiva: si caratterizza come una dipendenza emotiva dall’altra persona, che mina la capacità della persona di essere autonoma, che include il controllo e l’ossessione di stare con l’altro. La dipendenza affettiva può essere considerata un disturbo a sé stante o essere sintomatologia di altri disturbi.
Ego smisurato: un partner con un ego smisurato nasconde normalmente un vuoto emotivo profondo, vuoto che ha bisogno di colmare attraverso la manipolazione e l’assoggettamento dell’altra persona. Questo porta normalmente molto dolore all’interno della coppia e può lasciare traumi profondi nel comportamento e nell’autostima di chi subisce il fascino di una persona con un ego smisurato.
Esistono poi ovviamente altri tipi di amore patologico che non possono essere inseriti in un unico quadro clinico, ma che probabilmente hanno bisogno di una diagnosi più ampia come l’amore oppressivo e violento, l’amore ossessivo compulsivo, l’amore opportunista e molti altri. In questi casi è sempre meglio rivolgersi a uno specialista perché ci possa aiutare ad uscire dalla relazione o a curare la patologia (nel caso fossimo noi le persone, portatrici attive di questi disturbi ).
Come riconoscere i segnali di una relazione tossica
I segnali di una relazione tossiche sono molto chiari, anche se a volte si preferisce confonderli con segnali di amore e non di tossicità. Ma è importante che prestiamo attenzione a questi campanelli d’allarme per evitare dolori profondi nel futuro e invischiarci in una relazione dalla quale più passa il tempo e più sarà difficile uscirne.
Le relazioni tossiche hanno alcune caratteristiche comuni che ci aiutano a distinguerle.
Rendono tristi, con poca energia e affaticati Se invece di sentirvi soddisfatto e felice, vi sentite emotivamente e fisicamente stanchi e svuotati, è tempo di valutare la relazione.
Tutto si trasforma in un dramma: È importante ricordare che le relazioni sane ci aiutano a essere persone migliori e crescere. Il dramma crea scompenso e porta negatività e incapacità di risolvere i problemi all’interno della coppia.
Non vi sentite liberi di essere voi stessi all’interno della relazione
Asimmetria: Le relazione tossiche normalmente si presentano con un modello di relazione asimmetrica, in cui vi è una persona che ricopre il ruolo di dominatore e l’altro di vittima.
Questo fa si che si inneschino più facilmente meccaniche di dipendenza, manipolazione e maltrattamento.
Vi rende insicuri e abbassa la vostra autostima. Se state conqualcuno che non vi riconosce il vostro valore , sarà più difficile vederlo da solo.
VI sentite costantemente criticati e sotto pressione. Una raffica di critiche non costruttive non aiuta nessuno a migliorare. Anzi, a lungo andare, essere costantemente giudicato vi porterà a credere alle critiche e all’errata percezione di non meritare qualcosa di meglio.
Tutto è negativo. È improbabile che qualcosa di positivo derivi da una relazione negativa.
Mancanza di comunicazione e fiducia. Senza comunicazione non c'è relazione e stare con un partner che non si fida di voi è come star da soli.
Controllo costante. Alla persona oppressiva piace controllare tutto. Quindi, cercherà di decidere come farvi vestire, con chi dovete uscire, come dovete spender i vostri soldi e che scelte dovete compiere nella vostra vita, dalle più piccole, alle più grandi!
Vi sentite in trappola ma non riuscite a uscirne. Le relazioni tossiche creano vincoli di dipendenza legate sia a componenti personali, ma sia al costante lavoro di distruzione dell’autostima, attraverso critiche, violenze e manipolazione, che mette in atto il partner. Pertanto diventa complicato uscirne ed è importantissimo chiedere aiuto in questi casi, sia ai propri cari che a uno specialista.
Violenza fisica: l’abuso fisico è un segnale chiaro ed inequivocabile di relazione tossica. In questi casi è importante chiedere aiuto per uscire il prima possibile dalla relazione.
Violenza psicologica e manipolazione: a volte non è così evidente coma la violenza fisica, ma la violenza psicologica tende ad annientare la personalità e gli affetti dell’altro, per far si che diventi facilmente succube e manipolabile. Anche in questo caso è importante richiedere aiuto il prima possibile.
Vi fa sentire più ansiosi. Essendo permeata da fattori negativi, la relazione tossica tende a procurare ansia e paure, che riguardano sia la paura di perdere l’altro o di uscire dalla relazione, ma anche la capacità di vivere al meglio la vita quotidiana.
Questionario sulle relazioni tossiche:
Scopri se ti trovi in una relazione tossica. Rispondi alle seguenti domande con un Si o con un NO e poi controlla i risultati totali.
1) Senti che non puoi vivere senza il tuo partner, ma allo stesso tempo non sei felice nella relazione?
2) Il tuo partner svaluta o scredita spesso i tuoi risultati e non ti incoraggia mai a portare avanti i tuoi progetti personali?
3) Ti sei mai spaventato per qualche atteggiamento del tuo partner durante una lite?
4) Il tuo partner ti critica facendoti sentire sbagliato/a tutto il tempo?
5) Da quando sei coinvolto in questa relazione, ti sei allontanato dagli amici che avevi in precedenza e/o dalla tua famiglia?
6) Il tuo partner non rispetta i tuoi gusti e i tuoi hobby e spesso li prende in giro?
7) Le vostre discussioni sono pieni di rimproveri, insulti, lacrime e sofferenze?
8) Quando le cose non vanno bene, il tuo partner usa il silenzio come arma di aggressione?
9) Il tuo partner usa spesso il ricatto emotivo per farti sentire in colpa e ottenere ciò che vuole?
10) Quando non siete insieme, il tuo partner ti chiede spiegazioni su quello che hai fatto, con chi sei stato/a o dove sei andato/a ?
11) Il tuo partner di solito prende decisioni che riguardano entrambi senza chiedere la tua opinione o senza informarti?
12) Ti è capitato di fare sesso con il tuo partner solo per soddisfare i suoi desideri o per impedirgli di arrabbiarsi?
13) Per il tuo partner, i tuoi problemi sono meno rilevanti dei suoi?
14) Quando è di cattivo umore per cause esterne, capita che riversi la sua rabbia su di te?
15) Hai scoperto che il tuo partner ti stava mentendo in più di un’occasione?
RISULTATI
Per scoprire il risultato del questionario sulle relazioni tossiche aggiungi 1 punto per ogni risposta affermativa.
È importante sottolineare che questo test non sostituisce la valutazione di uno psicologo o di uno psicoterapeuta.
Da 0 a 5 punti: Non stai vivendo una relazione tossica Tutto indica che la tua relazione si basa sul rispetto reciproco, sulla fiducia e sull'equilibrio. Sebbene a volte ci siano differenze di opinione (il che è del tutto normale), sai come agire per risolvere i tuoi problemi. In ogni caso, ci potrebbero essere alcuni indizi che indicano che certi comportamenti potrebbero migliorare attraverso la comunicazione e un percorso di crescita personale. Pertanto, per evitare di cadere in dinamiche dannose, è importante continuare a prendersi cura della relazione.
Da 6 a 10 punti: la relazione mostra segnali tossici Sebbene la tua relazione non sia ancora tossica, il tuo partner ha alcuni comportamenti offensivi che ti infastidiscono e che non ti fanno bene. Vi trovate spesso a discutere e spesso senti di non poter essere te stesso. Per uscire da questa situazione, il primo passo è parlare del problema con il tuo partner in modo calmo e assertivo. Digli cosa c'è che non va e proponi modi per migliorare la relazione. E se con il passare del tempo non cambia nulla, fai attenzione. Potrebbe essere il momento di valutare se vuoi restare con questa persona o meno.
Non dimenticare mai che una relazione dovrebbe essere qualcosa di piacevole, che ti rende davvero felice.
11-15 punti: sei coinvolto in una relazione tossica Le tue risposte sembrano confermare il fatto che ti trovi coinvolto in una relazione tossica che ti sta portando molto dolore. In casi come questo, probabilmente non è sufficiente un cambiamento o migliore la comunicazione, ma probabilmente questi comportamenti tossici nascondono dei problemi più profondi che vanno affrontati con una terapia. Le relazioni sane si basano sul rispetto e sull’amore uno dell’altro. Rispetto che implica anche il rispetto per le decisioni, lo spazio, la libertà, gli affetti. Potreste decidere di valutare insieme questo percorso o iniziare a pensare se sia il caso di allontanare questa persona per poter iniziare a stare meglio.
Ora dopo aver chiarito alcuni concetti di base, potete decidere se limitarvi a rispondere al QUESTIONARIO riportato sopra ( composto da 15 domande) oppure spostarvi sulla seguente pagina Web ed effettuare IL TEST che vi è riportato:
In ogni caso, utilizzate questo periodo delle Feste, per fare il punto sulla situazione che state attraversando, perchè certi campanelli d'allarme non sono mai da sottovalutare.
Come ha detto Gino Cecchettin di recente, non chiudetevi, non isolatevi, ma parlatene con chi vi sta attorno e vi vuole bene, e prima di tutto parlatene con Voi stessi.
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A quanti uomini ho sentito dire che
desiderano una "donna intelligente"
nella loro vita...
Io li incoraggerei a pensarci bene.
Le donne intelligenti prendono decisioni da sole, hanno desideri propri e mettono limiti.
Tu non sarai mai il centro della sua vita,
perchè questa gira intorno a se stessa.
Una donna intelligente non si lascerà manipolare, nè ricattare, lei si assume responsabilità.
Le donne intelligenti si mettono in discussione, analizzano, litigano,
non si accontentano, avanzano.
Quelle donne hanno avuto una vita prima di te
e sanno che continueranno ad averla
una volta che te ne sarai andato.
Lei avvisa, non chiede permesso.
Queste donne non cercano nella coppia
un leader da seguire, un papà che risolva la vita,
nè un figlio da salvare.
Loro non vogliono seguirti,
nè segnare la strada a nessuno.
Vogliono camminare accanto a te.
Lei sa che la vita senza violenza è un diritto,
non un lusso nè un privilegio.
Loro esprimono rabbia, tristezza,
gioia e paura allo stesso modo,
perchè sanno che la paura non le rende deboli
nello stesso modo in cui la rabbia non le rende "maschili".
Queste due emozioni e le altre, tutte insieme,
la rendono umana e basta.
Una donna intelligente è libera
perchè ha lottato per la sua libertà.
Ma non è una vittima, è sopravvissuta.
Non cercare di incatenarla,
perchè lei saprà come scappare.
La donna intelligente sa che il suo valore
non risiede nell'aspetto del suo corpo.
Pensaci due volte prima di giudicarla per età, altezza, volume o comportamento sessuale,
perchè questa è violenza emotiva e lei lo sa.
Quindi prima di dire che desideri
una "donna intelligente" nella tua vita,
chiediti se sei davvero disposto
ad inserirti nella sua.
Gabriel Garcia Marquez
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