#Supporto familiare
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im-tryingtoloveyou · 4 months ago
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divulgatoriseriali · 2 years ago
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L’educatore di comunità minori: gestire la relazione educativa tra sfide e opportunità
L’educatore o l’educatrice di comunità minori svolge un ruolo fondamentale nella vita dei giovani che entrano in comunità per svariate ragioni, affrontando sfide complesse legate a reati penali, fragilità familiari, povertà estrema e abusi. Continue reading Untitled
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kon-igi · 8 months ago
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QUA CI SAREBBE STATO UN TITOLO ALTISONANTE MA QUESTA VOLTA NO
Trovo difficile spiegare quello che sto per raccontarvi, non perché provi vergogna o esitazione ma perché ho impiegato 23 giorni a capire cosa stesse succedendo e tutte le volte che mi fermavo con l'intenzione di parlarne, sentivo che le parole scritte non avrebbero reso il senso di quello che stavo provando.
Questa volta lo butto giù e basta, ben consapevole che le parole immiseriscono ciò che una volta fuori dalla testa non sembra poi così universale o interessante.
L'errore più grande che ho fatto in questi cinque anni (conto un anno prima della pandemia ma forse sarebbero pure di più) è stato credere di avere un equilibrio emotivo tale da poter prendere in carico i problemi e le sofferenze delle persone della mia famiglia.
Non solo, mi sono fatto partecipe e a volte risolutore dei problemi dei miei amici e una volta che sono stato in gioco mi sono reso disponibile ad ascoltare chiunque su questa piattaforma avesse bisogno di supporto, aiuto o di una semplice parola di conforto.
Ho sempre detto che una mano tesa salva tanto chi la stringe che chi la allunga e di questo sono ancora fermamente convinto.
Ma per aiutare qualcuno devi stare bene tu per primo, altrimenti ci si sorregge e si condivide il dolore, salvo poi cadere assieme.
In questi anni ho parlato molto di EMPATIA e di sicuro questa non è una dote che mi manca ma c'è stato un momento - non saprei dire quando e forse è stato più uno sfilacciamento proteso nel tempo - in cui non ho potuto fare più la distinzione tra la mia empatia e la mia fragilità emotiva.
Sentivo il peso, letteralmente, della sofferenza di ogni essere vivente con cui mi rapportavo... uno sgangherato messia sovrappeso con la sindrome del salvatore, insomma.
Sovrastato e dolente.
Mi sentivo costantemente sovrastato e dolente e più provavo questa terribile sensazione, più sentivo l'impellente bisogno di aiutare più persone possibile, perché questo era l'unico modo per lenire la mia sofferenza.
Dormivo male, mi svegliavo stanco, mangiavo troppo o troppo poco, lasciavo i lavori a metà e mi veniva da piangere per qualsiasi cosa.
Naturalmente sempre bravo a dispensare consigli ed esortazioni a curare la propria salute mentale ma lo sapete che i figli del calzolaio hanno sempre le scarpe rotte, per cui se miagola, graffia e mangia crocchette, bisognerà per forza chiamarlo gatto.
E io l'ho chiamata col suo nome.
Depressione.
La mia difficoltà, ora, a parlarne in modo comprensibile deriva da un vecchio stigma familiare, unito al fatto che col lavoro che faccio sono abituato a riconoscere i segni fisici di una patologia ma per ciò che riguarda la psiche i miei pazienti sono pressoché tutti compromessi in partenza, per cui mi sto ancora dando del coglione per non avere capito.
All'inizio ho detto 23 giorni perché questo è il tempo che mi ci è voluto per capire cosa sto provando, anzi, per certi aspetti cosa sono diventato dopo che ho cominciato la terapia con la sertralina.
(per chi non lo sapesse, la sertralina è un antidepressivo appartenente alla categoria degli inibitori della ricaptazione della serotonina... in soldoni, a livello delle sinapsi cerebrali evita che la serotonina si disperda troppo velocemente).
Dopo i primi giorni di gelo allo stomaco e di intestino annodato (la serotonina influenza non solo l'umore ma anche l'apparato digestivo) una mattina mi sono svegliato e mi sono reso conto di una cosa.
Non ero più addolorato per il mondo.
Era come se il nodo dolente che mi stringeva il cuore da anni si fosse dissolto e con lui anche quell'impressione costante che fosse sempre in arrivo qualche sorpresa spiacevole tra capo e collo.
Però ho avuto paura.
La domanda che mi sono subito fatto è stata 'Avrò perso anche la mia capacità di commuovermi?'
E sì, sentivo meno 'trasporto' verso gli altri, quasi come se il fatto che IO non provassi dolore, automaticamente rendesse gli altri meno... interessanti? Bisognosi? Visibili?
Non capivo ma per quanto mi sentissi meglio la cosa non mi piaceva.
Poi è capitato che una persona mi scrivesse, raccontandomi un fatto molto doloroso e chiedendomi aiuto per capire come comportarsi e per la prima volta in tanti anni ho potuto risponderle senza l'angoscia di cercare spasmodicamente per tutti un lieto fine.
L'ho aiutata senza che da questo dipendesse la salvezza del mondo.
Badate che non c'era nulla di eroico in quella mia sensazione emotiva... era pura angoscia esistenziale che resisteva a qualsiasi mio contenimento razionale.
E ora sono qua.
Non più 'intero' o più 'sano' ma senza dubbio meno stanco e più vigile, sempre disposto a tendere quella mano di cui sopra - perché finalmente ho avuto la prova che nessun farmaco acquieterà mai il mio amore verso gli altri - con la differenza che questa voltà si cammina davvero tutti assieme e io sentirò solo la giusta stanchezza di chi calpesta da anni questa bella terra.
Benritrovati e... ci si vede nella luce <3
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smokingago · 10 months ago
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Vi è mai successo di aiutare una persona in difficoltà senza chiedere nulla in cambio? non nell'ambito familiare o delle amicizie strette, una persona che avete incontrato per caso nel vostro cammino e avete capito subito che era in difficoltà e aveva dei problemi?
Senza un motivo logico, avete deciso di aiutarla ...
" posso fare qualcosa per te?"
" se hai bisogno chiamami"
" per qualsiasi cosa puoi contare su di me"
... all'inizio un supporto morale, poi mano a mano un aiuto concreto, a volte anche economico.
All'inizio questa persona avrà dei dubbi, perché siamo talmente disabituati all’altruismo e alla gentilezza che subito si pensa che ci sia un secondo fine o qualche tornaconto.
Poi con il tempo questa persona si fiderà di noi, la sua vita migliorerà, avrà la consapevolezza che non tutto è perduto, che ci sono ancora persone che hanno a cuore la vita degli altri.
Beh a me è successo, di aiutare alcune persone, senza pretendere nulla, ma non è vero che non ho ottenuto niente in cambio,
anche la mia vita è cambiata, perché anche solo un sorriso di riconoscenza, la fiducia, la stima, il rispetto che ci viene trasmesso è un dono immenso, ci fa credere di più in noi stessi, e ci fa sentire meno sbagliati per tutte quelle volte che pensiamo di esserci comportati male.
Pensate se ognuno di noi potesse aiutare anche soltanto un'altra persona, pensate quanti sorrisi potrebbero spuntare da quei volti che prima erano cupi e tristi, pensate a quanto possa essere contagioso l'altruismo, in poco tempo potremmo migliorare la qualità della vita di questo freddo mondo in cui stiamo vivendo.
#smokingago
#pensierimiei
#pensierinotturni
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tizianacerralovetrainer · 1 year ago
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Risuonano forti le parole lette in chiesa durante l’ultimo saluto a Giulia dal suo papà, Gino Cecchettin.
“Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria.
Allegra, vivace, mai sazia di imparare.
Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma. Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente, un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà: il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti.
Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà prima di perdere anche la vita.
Come può accadere tutto questo?
Come è potuto accadere a Giulia?
Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere.
Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali.
Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne, e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto.
A chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possessoe all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro. Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente, a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all'esperienza di chi è più anziano di loro.
La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche. Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli.
Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza.
La prevenzione della violenza di gene e inizia nelle famiglie, ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti.
Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti.
Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere.
Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti.
Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo. Ma in questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento.
La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte, può anzi deve essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne.
Grazie a tutti per essere qui oggi: che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita.
Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere.
«Il vero amore non è ne fisico ne romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è,
è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia…»
Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma.
Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia.
Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta, impareremo a muovere passi di danza sotta questa pioggia.
Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano.
Io non so pregare, ma so sperare: ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma, voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti: voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare.
E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace.
Addio Giulia, amore mio”.
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kiki-de-la-petite-flaque · 8 months ago
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Madri, staffette, combattenti: la liberazione delle donne
Non erano delle fanatiche, né portavano per partito preso il coltello in mano o fra i denti le 35mila donne che dal 1943 al 1945 parteciparono alle azioni di guerriglia partigiana per liberare l’Italia dal nazifascismo. Le oltre 4.500 arrestate, torturate, condannate, le 623 fucilate, impiccate o cadute in combattimento, oppure le circa tremila deportate in Germania cercavano semplicemente un’esistenza più dignitosa in un Paese libero dall’autoritarismo fascista. Agognavano spazi di libertà al di fuori dagli schemi precostituiti di un regime che le aveva relegate sempre più a fondo nella sfera familiare e domestica. Molte combatterono in montagna dimostrando abnegazione e coraggio, altre cospirarono, fiancheggiarono, fornirono supporto di ogni tipo ai ribelli nella più totale clandestinità, altre ancora tennero tenacemente in piedi famiglie divise, segnate da violenze e lutti.
Illustrazione Milo Manara
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fatalquiete · 22 days ago
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Correre a scaricare il libro "Le armi della persuasione" e leggerlo. Pare interessante.
+++ COSA FA DIVENTARE L'AMORE PREZIOSO COME I PRODOTTI IN SALDO DURANTE IL BLACK FRIDAY +++
Eccomi qui a chiedere un vostro aiuto.
Salve, ho 31 anni e vivo in Campania dove gestisco una storica attivita familiare.
Dopo aver avuto varie esperienze con ragazze di altre regioni, tutte finite per la distanza, mi fidanzo con una mia compaesana.
Ora dopo 4 anni di fidanzamento, rapporti familiari molto stretti e quasi in procinto di un matrimonio, lei ottiene un bel contratto a Milano e tra qualche giorno si trasferisce.
Questo ha distrutto tutti i nostri piani che sembravano concordati, lei insiste che dovrei volere il suo bene e non "essere egoista".
Da una relazione semplice di provincia ora passerà a tutt'altra vita e le novità mi spaventano.
Come potrei comportarmi?
Grazie del supporto
+++
Caro amico,
ma che cazzo!
Robert Cialdini è uno psicologo con la faccia devastata dai lifting che ha scritto un libro intitolato "Le armi della persuasione" dove spiega i motivi inconsapevoli che guidano i nostri comportamenti.
La tua storia è minacciata da quello che lui chiama "Principio di scarsità". Ossia più una risorsa è scarsa e più diventa desiderabile e irrinunciabile. Una risorsa può essere scarsa perché ce n'è poca, perché ce n'è tanta ma vedo che diminuisce velocemente, perché posso ottenerla solo per un periodo limitato di tempo o solo per un periodo limitato posso accedervi a condizioni vantaggiose.
Quindi siccome tu sei la sua relazione, l'amore per lei non è una risorsa scarsa. E poi come si dice a Napoli, "Un mulo da maridar te lo cata".
Il lavoro invece continuano tutti a sottolineare che non c'è e moriremo tutti di disoccupazione. Probabilmente nella sua testa è una risorsa scarsa e quindi molto desiderabile.
Le cose forse cambieranno tra dieci anni quando si sarà rotta le palle di Natale del suo lavoro e di Milano e improvvisamente quello che scarseggerà sarà l'intimità con qualcuno. Inizierà una disperata corsa contro il tempo per trovare un partner, una specie di Black Friday dell'amore, e finirà per dare valore a qualcuno il cui unico valore è quello di essere l'ultimo rimasto.
Poi dopo un periodo costellato di relazioni disastrose la risorsa che scarseggerà sarà la tranquillità. A quel punto diventerà desiderabile lasciare perdere sto strazio di cercare un compagno e prenderà un gatto. O dieci.
Questo concetto reso popolare da Cialdini è stato spiegato prima da Jack Brehm negli anni 60, lo chiama reattanza psicologica e dice: ogni volta che la nostra libertà di scelta è minacciata, il bisogno di mantenere quella libertà ci porta a desiderarla molto più di prima.
Riassumendo, un uomo in catene sa benissimo cosa vuole: togliersi le catene. Ma un uomo libero, che cosa vuole?
E così finiamo per indossare delle catene che nessuno ci impone, buttarci nell'acqua legati e tentare disperati numeri di magia per liberarci prima di soffocare.
È quello che succede quando reagiamo verso la famiglia che disapprova il nostro partner desiderandolo ancora di più. O quando lasciamo un lavoro né carne né pesce perché tutti ci dicono che dovremmo accontentarci. Facciamo l'opposto di quello che ci viene chiesto se percepiamo che quella richiesta limita la nostra libertà di scelta.
Quindi chiedere alla tua fidanzata di restare non funzionerà.
Il fatto che lei abbia cercato lavoro a 600 chilometri di distanza da te potrei interpretarlo comeil sintomo di un'insoddisfazione a stare dove sta. Il che, come puoi immaginare, non lascia molto margine di manovra.
In generale, ci sono solo due modi per sfruttare il principio di scarsità a nostro vantaggio in amore. Uno sano e uno tossico.
Il primo, quello sano, consiste nel diventare una risorsa scarsa. Quindi un partner che offre qualcosa che l'altro sa che sarebbe difficile trovare altrove.
Il secondo, quello tossico, fingere di essere una risorsa scarsa. E purtroppo questa in questa deriva ci cascano in tanti. Per esempio ci casca chi fa ingelosire il partner mettendo in mezzo un rivale. O chi lascia il partner per cercare maggiori attenzioni. O chi usa la frase "se continua così ci lasciamo" come spinta motivazionale per indurre il partner a fare meglio.
Tutto questo per dirti che ora lei per te è la risorsa più scarsa della terra perché la stai perdendo. Ma proprio per questo ti sembra più importante di quello che è.
(Sì, il principio di scarsità è anche quella roba che ci fa tornare con l'ex che non abbiamo mai sopportato perché ora che non c'è ci manca)
Quello che farai ora sarà provare a tenere insieme i pezzi della relazione fin quando non sarà più ragionevole provarci. Soffrirai perché la vita è una merda. Dopo rialzerai la testa e incrocerai lo sguardo di una nuova ipotesi di parner. Sarà interessante conoscerla e scegliere cosa raccontare di te. Poi chissà...
Ultima cosa. Sta roba del volere il suo bene o essere egoista, se vuoi spiegargliela, funziona così:
La dicotomia non è tra scelte egoiste o altruiste. Cioè, la tua scelta egoista è volere che resti, la sua è volere andare. Non ha senso ragionare su questo piano.
La dicotomia è tra scelte di coppia o scelte individuali. Lei sta facendo una scelta individuale. Punto. Non puoi biasimarla. Tutto quello che puoi fare è cerca di capire se nella sua scelta individuale c'è ancora spazio per la coppia.
Probabilmente no. Ma su con la vita che tra poco è Natale.
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susieporta · 3 months ago
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PADRE E FIGLIA
Bert Hellinger, il fondatore delle costellazioni familiari, ha approfondito il ruolo e l’importanza delle dinamiche familiari nei suoi studi. Secondo Hellinger, il rapporto tra padre e figlia femmina è fondamentale per il benessere emotivo e psicologico della figlia e per il suo sviluppo armonioso.
Ecco alcune dinamiche del rapporto padre-figlia, riscontrate ed approfondite da Hellinger nei suoi studi:
1. Importanza del Padre: Hellinger sottolinea che il padre rappresenta il primo modello maschile per la figlia. Questo rapporto è cruciale per la sua autostima, il suo senso di sicurezza e la sua capacità di relazionarsi con altri uomini in futuro.
2. Ruolo del Padre: Il padre, secondo Hellinger, fornisce alla figlia un senso di protezione e supporto. La sua presenza affettuosa e riconoscente contribuisce alla formazione dell’identità femminile della figlia. Il padre che accetta e riconosce la figlia rafforza il suo senso di appartenenza e valore.
3. Equilibrio tra Genitori: Hellinger enfatizza che è essenziale che il padre rispetti la madre della figlia e viceversa. Questo rispetto reciproco crea un ambiente familiare equilibrato e stabile, fondamentale per il benessere della figlia. La figlia, vedendo l’armonia tra i genitori, interiorizza modelli positivi di relazione.
4. Effetti del Disordine: Quando ci sono conflitti tra padre e madre, o il padre è assente o distante, la figlia può soffrire di insicurezza, problemi di autostima e difficoltà nelle relazioni future. Hellinger ritiene che tali disordini interrompano il flusso di amore e sostegno necessario per lo sviluppo sano della figlia.
5. Amore e Rispetto: Secondo Hellinger, l’amore e il rispetto del padre verso la figlia non devono essere condizionati. La figlia dovrebbe sentirsi amata e rispettata per quello che è, senza la necessità di soddisfare aspettative particolari. Questo amore incondizionato è essenziale per la sua crescita e la sua fiducia in se stessa
Postura e Costellazioni Familiari Archetipiche
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vaerjs · 7 months ago
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Tu come interverresti, se potessi?
Attiverei immediatamente l'educativa territoriale e familiare a supporto dei genitori e dei minori.
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lostaff · 2 years ago
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Ch-ch-changes
🌟 Novità
Abbiamo lanciato una nuova versione a schede di Esplora nell'app per Android!
Abbiamo rimosso l'esperimento Coda veloce da Tumblr Labs se utilizzi Tumblr in un browser mobile sul tuo telefono. L'opzione "Aggiungi alla coda" è ora nel nuovo popup di reblog quando si tocca il pulsante di reblog su un post.
Quando si pianifica un post sul web, l'editor ora ti avviserà se non fornisci un orario valido insieme alla data.
L'ultima versione dell'app iOS ha scambiato i pulsanti TumblrMart e Profilo, in modo che Profilo sia tornato nella barra di navigazione principale dell'app. Ti preghiamo di leggere di più su questo cambiamento qui.
Ora devi essere loggato per inviare richieste anonime. La tua identità sarà comunque mantenuta anonima per il destinatario, ma ora saremo in grado di agire in modo più efficace in caso di richieste anonime abusive quando segnalate.
Quando usi Tumblr in un browser sul tuo telefono, c'è un nuovo popup di reblog quando tocchi il pulsante Reblog su un post, con le opzioni "Reblogga ora" (che reblogga senza aprire l'editor), "Reblogga" (che apre l'editor) e "Aggiungi alla coda". Speriamo che questo possa rendere l'esperienza di reblog e messa in coda di reblog su web mobile molto più fluida, anche se necessita di un tocco in più.
Sul web, abbiamo spostato la pagina da /blog/[nomeblog]/regali a /impostazioni/regali e ora ha un selettore di blog in alto (se hai più di un blog).
🛠 Correzioni
Risolto un problema per cui le GIF con attribuzione potevano non essere visualizzate su alcuni temi del blog.
Risolto un bug sul web che faceva passare il pulsante "Segui" nelle intestazioni dei post alla riga successiva quando ci sono troppi segni di spunta arcobaleno nell'intestazione.
Sul web abbiamo aggiornato l'icona "comprimi" sui blog nel menu dell'account. Invece di "persona e tre linee" ora c'è un'icona di accento circonflesso più familiare.
Abbiamo corretto varie incoerenze visive con gli elementi dell'attività sul web durante la visualizzazione della pagina dell'attività e il popup dell'attività nell'intestazione sotto ⚡️.
Sul web alcune pagine con tag hanno una descrizione del tag nella barra laterale che si è improvvisamente spento dopo il caricamento della pagina. Ora rimane!
Abbiamo risolto un problema che disabilitava accidentalmente le caselle di richiesta sul web quando l'impostazione "Consenti domande anonime" del blog era disabilitata.
I collegamenti ai tag in "Altri post come questo su Tumblr" su alcune pagine portavano a pagine con tag errati quando c'erano spazi nel tag. Abbiamo risolto il problema.
Abbiamo risolto un problema nella tua pagina dei Mi piace che a volte poteva far pensare che ci fosse una pagina successiva, quando non c'era.
Gli elementi dell'attività sulle domande con risposta privata ora mostrano l'avatar corretto, il blog che ha risposto alla tua domanda privatamente, invece del tuo avatar.
Quando si utilizza Tumblr in un browser sul telefono e si visualizza un breve video in loop, i controlli del video non vengono più visualizzati dopo i loop del video.
🚧 In corso
Niente da segnalare qui oggi.
🌱 In arrivo
Niente da segnalare qui oggi.
Hai riscontrato un problema? Invia una richiesta di supporto e ti risponderemo il prima possibile! 
Vuoi condividere il tuo feedback su qualcosa? Dai un'occhiata al nostro blog Work in Progress e avvia una discussione con la community.
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oltrearcobaleno · 14 days ago
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Nicholas James Vujicic: Una Vita Straordinaria
Nicholas James Vujicic, nato il 4 dicembre 1982 a Melbourne, in Australia, è una figura straordinaria che ha ispirato milioni di persone in tutto il mondo. Evangelista cristiano e oratore motivazionale di origini serbe, Vujicic è famoso per il suo impegno a promuovere una visione positiva della vita nonostante le sfide. La sua storia è una testimonianza di resilienza, fede e dedizione alla causa del miglioramento uman
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Primi Anni di Vita
Nicholas Vujicic è nato da genitori serbi, Dušanka e Borislav Vujičić, immigrati in Australia dalla Jugoslavia. Fin dalla nascita, ha dovuto affrontare una sfida unica: la sindrome di tetra-amelia, una rara condizione che comporta l’assenza di braccia e gambe. Nonostante questa disabilità, i genitori di Nicholas hanno lavorato duramente per insegnargli a vedere il lato positivo della vita. Tuttavia, non è stato sempre facile; durante l’infanzia, Nicholas è stato vittima di bullismo a scuola, un’esperienza che lo ha portato persino a tentare il suicidio.
Grazie al supporto della sua famiglia e alla sua fede, Nicholas ha trovato una nuova ragione per vivere. A 17 anni, ha iniziato a tenere discorsi motivazionali, raccontando la sua esperienza di vita e incoraggiando gli altri a superare le proprie difficoltà. Questa passione per la motivazione e l’aiuto agli altri è diventata il fulcro della sua vita.
Percorso Educativo e Professionale
Nonostante le sfide fisiche, Vujicic ha completato con successo i suoi studi, laureandosi alla Griffith University con una specializzazione in Commercio. Ha dimostrato che una vita senza barriere è possibile quando si abbracciano le opportunità e si sviluppano abilità alternative. Con le dita del piede, che lui chiama affettuosamente il suo “coscio di pollo”, è in grado di scrivere fino a 43 parole al minuto, un esempio pratico del suo spirito indomabile.
Il Ministero e l’Impegno Sociale
Nicholas Vujicic è un cristiano devoto e un evangelista che viaggia in tutto il mondo per condividere la sua testimonianza di fede. Ha fondato l’organizzazione Life Without Limbs, dedicata a ispirare le persone a superare le loro sfide personali e a vivere una vita piena di significato.
Nel 2022, ha lanciato una nuova iniziativa ministeriale chiamata “Campioni per i cuori spezzati”, un progetto mirato a sostenere gruppi vulnerabili e disamorati. Questo impegno riflette la sua convinzione che la vita è un dono prezioso e che ogni persona ha il potenziale per fare la differenza nel mondo.
Carriera Letteraria e Cinematografica
Il primo libro di Vujicic, Life Without Limits: Inspiration for a Ridiculously Good Life, è stato tradotto in oltre 30 lingue ed è diventato un bestseller internazionale. Attraverso le sue opere scritte, Nicholas continua a diffondere il messaggio che la vita è un’opportunità straordinaria, indipendentemente dalle circostanze.
Nicholas ha anche recitato nel cortometraggio The Butterfly Circus, un film che ha ricevuto numerosi riconoscimenti. La sua interpretazione gli è valsa il premio come miglior attore in un cortometraggio al Method Fest Independent Film Festival del 2010.
La Famiglia e la Vita Privata
Nicholas è sposato con Kanae Miyahara dal 2012, e insieme hanno costruito una famiglia amorevole con quattro figli. La loro vita familiare nella California meridionale è un esempio di armonia e supporto reciproco, dimostrando che l’amore e la fede possono superare qualsiasi ostacolo.
Un Messaggio Universale
Attraverso il suo ministero, le sue conferenze e le sue iniziative, Nicholas Vujicic ha toccato la vita di milioni di persone. Il suo messaggio è chiaro: la vita è piena di opportunità per chi è disposto a vedere oltre le difficoltà. La sua opposizione all’aborto, la co-fondazione della ProLife Bank e le sue campagne a favore della dignità umana dimostrano il suo impegno a proteggere e valorizzare ogni vita.
Conclusione
La storia di Nicholas Vujicic è un potente richiamo al potenziale umano. Nonostante le sue limitazioni fisiche, ha vissuto una vita ricca di significato e impatto, dimostrando che non esistono barriere insormontabili quando si abbracciano la fede, la resilienza e la determinazione. Nicholas continua a ispirare persone di ogni età e provenienza, ricordando che la vita, anche con le sue sfide, è un dono inestimabile che merita di essere vissuto appieno.
Il Circo della Farfalla
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lamilanomagazine · 16 days ago
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Bologna: "Il futuro del lavoro tra innovazione e inclusione", firmato un protocollo d'intesa tra Regione e Comune per supporto a famiglie, minori, persone con disabilità e anziani La conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro, l'equilibrio tra attività professionale e familiare. Aspetti che contribuiscono ad aumentare l'inclusività del mercato del lavoro, a ridurre il divario occupazionale di genere e a migliorare la vita delle persone.... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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drking77 · 22 days ago
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Pisa, un centro unico in Italia per la riabilitazione tecnologica pediatrica
Inaugurato a Pisa il primo Centro Ambulatoriale Pediatrico di Riabilitazione Tecnologica in Italia, unendo innovazione e tecnologia per migliorare la vita dei bambini con disabilità neurologiche. Un progetto all’avanguardia che integra robotica, intelligenza artificiale e supporto familiare Il 3 dicembre scorso, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, è stato…
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smokingago · 1 year ago
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Il discorso integrale di Gino Cecchettin al termine dei funerali della figlia Giulia, 22enne uccisa dall'ex fidanzato.
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«Carissimi tutti, abbiamo vissuto un tempo di profonda angoscia: ci ha travolto una tempesta terribile e anche adesso questa pioggia di dolore sembra non finire mai. Ci siamo bagnati, infreddoliti, ma ringrazio le tante persone che si sono strette attorno a noi per portarci il calore del loro abbraccio. Mi scuso per l'impossibilità di dare riscontro personalmente, ma ancora grazie per il vostro sostegno di cui avevamo bisogno in queste settimane terribili. La mia riconoscenza giunga anche a tutte le forze dell’ordine, al vescovo e ai monaci che ci ospitano, al presidente della Regione Zaia e al ministro Nordio e alle istituzioni che congiuntamente hanno aiutato la mia famiglia.
Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria. Allegra, vivace, mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma. Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente,
un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà:
il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti. Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà
prima di perdere anche la vita. Come può accadere tutto questo? Come è potuto accadere a Giulia? Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere. Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali.
Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto.
A chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possesso
e all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro. Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente,
a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all'esperienza di chi è più anziano di loro. La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche. Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli.
Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza. La prevenzione della violenza inizia nelle famiglie,
ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti.
Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti. Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere. Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti.
Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo. Ma in questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte, può anzi deve essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne. Grazie a tutti per essere qui oggi: che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme
per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita.
Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere.
«Il vero amore non è ne fisico ne romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è,
è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente
coloro che hanno il meglio di tutto,
ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta,
ma di come danzare nella pioggia…»
Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma. Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia. Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta, impareremo a muovere passi di danza sotto questa pioggia.
Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano. Io non so pregare, ma so sperare: ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma, voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti: voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare. E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace.
Addio Giulia, amore mio.
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rassegnanotizie · 24 days ago
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Sta per arrivare un aiuto per le famiglie italiane con figli in età scolare: il Bonus Scuola 2025. Questa iniziativa mira a sostenere i genitori non solo con un aiuto economico, ma anche garantendo materiali scolastici gratuiti. A partire dal 2025, libri di testo e materiali didattici saranno completamente gratuiti per le famiglie che ne faranno richiesta. Questo passo è significativo per promuovere l’eguaglianza nell’accesso all’istruzione e per alleviare le difficoltà economiche delle famiglie, che affrontano spese scolastiche crescenti. Il Bonus Scuola 2025 è stato accolto con entusiasmo, rappresentando un cambiamento rispetto alle misure precedenti, che offrivano solo contributi parziali. Con questo nuovo programma, i genitori non dovranno più preoccuparsi di come reperire fondi per procurarsi articoli di cancelleria e altri materiali didattici essenziali. Per accedere a questo beneficio, le famiglie dovranno presentare domanda, il cui processo è stato semplificato. Saranno richiesti documenti che attestino la frequenza scolastica e una dichiarazione ISEE, per garantire priorità alle famiglie con maggiori difficoltà economiche. Questa iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di riforme per migliorare il sistema educativo italiano, con l'obiettivo di alleviare il peso economico sulle famiglie e garantire pari opportunità di accesso al materiale didattico di qualità. In passato, le disparità economiche influivano negativamente sulle risorse educative a disposizione degli studenti, ma il Bonus Scuola 2025 punta a colmare queste lacune. Inoltre, il programma avrà un impatto positivo sull’ambiente. Sarà adottato un sistema centralizzato per la distribuzione dei materiali scolastici, favorendo la riduzione degli sprechi e una migliore gestione delle risorse. Le scuole saranno incoraggiate a riciclare e riutilizzare i materiali, promuovendo una cultura della sostenibilità tra gli studenti. Un altro aspetto rilevante prevede l’integrazione di strumenti digitali, con scuole che potrebbero fornire tablet o e-book reader. Questo non solo ridurrà ulteriormente i costi, ma offrirà anche un’educazione al passo con i tempi. L’integrazione della tecnologia nell’istruzione è fondamentale per preparare i giovani alle sfide future e colmare il divario digitale presente in alcune aree del Paese.
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allianzagenziabari · 24 days ago
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