#Una famiglia turca
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“ Un giorno cominciò a circolare la notizia che le forze di occupazione americane avrebbero requisito la scuola per gli armeni. Si spandevano pure delle voci secondo le quali sarebbe venuto anche il nostro turno, ma ciò che sarebbe successo di noi nessuno lo sapeva, e presumibilmente a nessuno importava. All'incirca nello stesso periodo avvertimmo anche il primo pallido incanto del nome di Kemal Atatürk, che stava raccogliendo un esercito nella remota Anatolia, e che aveva già costituito un governo nazionalista ad Ankara. La notizia che riguardava gli americani e gli armeni si dimostrò vera, e un giorno vedemmo dal nostro giardino i ragazzi più anziani di Kuleli portare letti, materassi e banchi nei giardini della scuola. Stava iniziando la loro evacuazione. L'odio tra turchi e armeni è noto, ma quel giorno, nella nostra scuola grigia sulla collina, quell'odio fu ancora più intenso. Gli armeni erano fuori di sé, tanto erano orgogliosi di ricevere un riconoscimento dagli americani. Facevano gli spacconi e si pavoneggiavano, e le offese si facevano più frequenti che mai. Quando un mattino sventolò su Kuleli la bandiera americana, gli armeni impazzirono di gioia, e i curdi si scatenarono violentemente. Ne risultò un discreto numero di teste rotte, e il bastone del capitano dovette fare gli straordinari. Poi venne il nostro turno. Un mattino dovemmo radunarci all'ingresso principale, i prefetti più anziani che cercavano di mantenere legge e ordine, e che si rifiutavano di rispondere a tutte le nostre domande. Dovevamo apparire un gruppo burrascoso, là in piedi nelle nostre uniformi malmesse, con le teste rapate e le facce smunte per la cattiva nutrizione. Dal cancello principale entrarono degli ufficiali americani, e con loro un prete armeno e un'americana alta, dal seno piatto e dai severi occhiali dalla montatura di corno. Mi intimidì molto più lei degli ufficiali. Era una vera virago che sembrava sapere sempre quello che fosse meglio per tutti. La osservammo con apprensione. Dapprima si occuparono dei ragazzi più grandi, facendone uscire alcuni dai ranghi; noi, a disagio, ci chiedemmo a cosa preludesse quella separazione. Arrivarono presto a noi, e un interprete gridò: «Tutti gli armeni da questa parte!».
Molti ragazzi fecero un passo avanti, incluso il nostro sergente. Il prete, che sembrava assai spaventoso con la sua barba nera, cominciò a farci delle domande, e la donna prese in mano la situazione, avendo apparentemente deciso che non ci sarebbe stato niente di male se anche lei avesse fatto un po’ di separazione. Ci guardò tutti freddamente come se fossimo tutti così stupidi da non sapere a quale nazionalità appartenessimo. Osservò scrupolosamente le nostre facce, poi spinse altri ragazzi nella parte degli armeni. Quelli che aveva selezionato erano curdi, e non potei fare a meno di domandarmi con curiosità come potesse vedere in loro la nazionalità armena. Guardò anche me con attenzione, ma mi lasciò nella mia fila. La selezione fu completata in fretta, e gli armeni furono messi in una grande sala al di là dell'ingresso. Noi fummo allontanati. .. perché nessuno aveva più bisogno di noi. Corremmo ansiosi in giardino per guardare dalle finestre della stanza nella quale stavano gli armeni. Felici, ci facevano dei gesti con le braccia beffeggiandoci e gridandoci offese. Noi, per non essere da meno, rispondevamo per le rime. Minacciavamo di romper loro la faccia, e il prefetto anziano ci implorò più e più volte di far meno rumore. All'improvviso, al di sopra di tutto quel vocio, sentii chiamare il mio nome, e riconobbi la voce di mio fratello; ma benché lo cercassi dappertutto con lo sguardo, non riuscii a vederlo. La sua voce lamentosa continuava a chiamarmi; mi saltò addosso la paura, e mi feci strada fino alla prima fila dell'assembramento, dicendogli quasi in lacrime che stavo arrivando. Lo vidi a una delle finestre della stanza dov'erano tutti gli armeni, e corsi verso di lui sporgendomi e afferrandogli le piccole mani. Disse con voce isterica: «Mi hanno messo tra gli armeni!». “
Irfan Orga, Una famiglia turca, postfazione di Ateş Orga, traduzione di Luca Merlini, Passigli Editori (collana Narrativa), Firenze, 2007; pp. 239-241.
[ Edizione originale: Portrait of a Turkish Family, Victor Gollancz Ltd., London 1950 ]
#Irfan Orga#Una famiglia turca#infanzia#citazioni letterarie#Letteratura del XX secolo#leggere#nazionalismi#bambini#Prima guerra mondiale#primo dopoguerra#letture#famiglia#dissoluzione dell'impero ottomano#ricordi d'infanzia#nostalgia#letteratura turca del '900#letteratura d'esilio#società islamiche#Storia della Turchia#potere#discriminazione#dottrina Wilson#civiltà ottomana#Armeni#Curdi#Istanbul#nazionalismo#paternalismo#Storia del XX secolo#Kemal Atatürk
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Angela Carini e Imane Khelif
Sono giorni che la politica è il Paese parla di questo incontro di boxe alle olimpiadi di Parigi, cat. pesi Welter
La dx italica all'unisono: "questo incontro non s'ha da fare. No si puo' far combattere un ex uomo con una donna".
L'incontro s'e' fatto e dopo due diretti al volto incassati dalla Carini, proprio lei ha detto stop. 45 secondi in tutto. Ora le polemiche fioccheranno, tutti a dire che la pugile italiana ha fatto superbene ad abbandonare e che gli organizzatori dovrebbero vergognognarsi per aver autorizzato la presenza di transgender nella competizione.
Mi spiace che un Paese come il nostro, una volta "il bel paese", pieno di estro, cultura e intelligenza, sia diventato una steppa arida dove qualche lupo ulula e tante persone approvano quell'ululato senza aver capito di cosa si tratti.
Conta poco che questa atleta algerina non sia una transgender, che ha partecipato ad incontri di boxe sempre nel settore femminile, che ha gia' partecipato alle olimpiadi, quelle di Tokyo 2020, vinte dalla turca Surmeneli. E' una donna che ha avuto problemi di testosterone alto, questo si. Problema che la sua famiglia tenta di curare da quando e' nata.
Ah, dimenticavo, eccolo qui il piccolo maschiaccio poi divenuto donna da adulto, il transgender, l'uomo col pisello, come tre quarti degli italiani seguita a dire. Comunque, per la cronaca, questa ragazza si chiama Imane, nome proprio femminile e si chiama così dal giorno che e' nata. @ilpianistasultetto
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Frase: "La fantasia abbandonata dalla ragione genera mostri impossibili: unita a lei è madre delle arti e origine delle meraviglie"
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⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀✧ ⠀⠀ ⠀⠀ ⠀⠀
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⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ׂׂ✧.ೃ⠀⠀⠀⠀𝐍𝐎𝐌𝐄 𝐂𝐎𝐆𝐍𝐎𝐌𝐄
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀──────── ⠀⠀:classical_building:️ ⠀⠀. ˊ-
⠀⠀# FC: Taylor Launter ⌵ ⠀⠀⠀⠀⠀˚·. ⠀⠀
⌗ ex ғᴄ : Mahmood⠀⌵
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⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀:classical_building:. 𝐝𝐞𝐦𝐢𝐠𝐨𝐝 /ˈdɛmɪɡɒd/
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀𝘯𝘰𝘶𝘯. a being with partial or lesser
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀divine status, such as a minor deity,
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀the offspring of a god and a mortal,
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀or a mortal raised to divine rank.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⌵
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⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀:amphora:⠀⠀───⠀⠀✧.ೃ ⌗ 𝐁𝐀𝐒𝐈𝐂 𝐈𝐍𝐅𝐎𝐒
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⠀⠀⠀✧.*⠀𝐧𝐨𝐦𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐭𝐨 : Archos Midas
⠀⠀⠀✧.*⠀𝐝𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐧𝐚𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚 : 17 marzo 2004
⠀⠀⠀✧.*⠀𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐬𝐜𝐨𝐥𝐚𝐬𝐭𝐢𝐜𝐨 : Nessuno
⠀⠀⠀✧.*⠀𝐬𝐜𝐡𝐢𝐞𝐫𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 : (bene )
⠀⠀⠀✧.*⠀𝐜𝐨𝐧𝐟𝐫𝐚𝐭𝐞𝐫𝐧𝐢𝐭𝐚 : Omero
⠀⠀⠀✧.⠀𝐛𝐨𝐧𝐮𝐬 : / nessuno
⠀⠀⠀✧.⠀𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐞𝐱𝐭𝐫𝐚𝐬𝐜𝐨𝐥𝐚𝐬𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 : (arena di duello e disegnare l'arte)
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⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀:owl:⠀⠀───⠀⠀✧.ೃ ⌗ 𝐃𝐈𝐕𝐈𝐍𝐄 𝐃𝐀𝐓𝐀
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⠀⠀⠀✧.⠀𝐠𝐞𝐧𝐢 : questo personaggio è un discendente del re Mida .
⠀⠀⠀✧.⠀𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐬𝐩𝐞𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢 : ( tipi di poteri: tocco d'oro e guarigione, teletrasporto )
⠀⠀⠀✧.⠀𝐨𝐠𝐠𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐦𝐚𝐠𝐢𝐜𝐨 : nessuno
⠀ :scroll:⠀⠀───⠀⠀✧.ೃ⌗ 𝐆𝐔𝐈𝐃𝐄𝐋𝐈𝐍𝐄
Biografia: Archos Midas nasce il 17 marzo 2024 a Frigia in Turchia da una coppia turca musulmana con i nomi Ercel (discedente di re Mida con i quali gli antenati si sono mischiati con i turchi nel corso delle generazioni) e Timur (discedente di Priamo attraverso Ettore mischiato con i turchi).
Archos ebbe un'infanzia e una vita normale e felice senza avere problemi crescendo come i coetanei.
Da adulto, Archos ebbe in eredità il tesoro del suo antenato re Mida, il tocco d'oro (diverso da quello dell'antenato) e successe un evento in cui Zeus (antenato del re Mida) si innamorò di una donna araba bellissima immigrata ad Atene in cui Era,moglie di Zeus si arrabbia moltissimo in cui inviò un serpente avvelenando tutte le acque uccidendo l'intera famiglia di questa donna bellissima che Zeus vorrebbe ricambiare e Zeus chiama Archos a soccorrere questa bellissima donna decidendo allora di prendere delle formiche e le trasforma in esseri umani in cui sostituiscono i parenti morti di questa donna e Archos come eroe mortale e discendente di Zeus e del re Mida uccise il serpente con una spada d'oro e Zeus concepisce due figli dalla donna araba bellissima: Aisha Calliope e Amir Adonis con origini arabe e semidivine.
In seguito, Archos si trasferisce a Micene in Grecia dove visita l'antica città del suo antenato Agamennone attraverso la figlia Eolia,moglie del re Mida e madre di Ancuro che è nipote del re Menelao ovvero fratello minore di Agamennone e re di Sparta.
In seguito, Archos si trasferisce a Sparta città in Grecia per visitare la città dove abitava il fratello del suo antenato Agamennone ovvero re Menelao che era re di Sparta e marito di Elena,rapita da Paride della città di Troia.
Poteri: Tocco d'oro per uccidere i nemici a differenza del suo antenato re Mida che ha avuto un brutto potere che tramontò ogni cosa in oro al punto di morire di fame e finire in disgrazia
Armi: Spada d'oro
Religione: Islam
Antenati: Zeus,re Mida,re Agamennone,Eolia,Ancuro,
re Priamo ed Ettore
:pen_fountain:⠀⠀───⠀⠀✧.ೃ ⌗ 𝐀𝐁𝐎𝐔𝐓
⠀
Carattere:
Uomo pieno di forza, imbattibile ma possiede solo un punto debole che non può essere toccato: la pianta del piede.
Uomo indipendente,forte e testardo.
Segno zodiacale: pesci ascedente bilancia
Lavoro:
Artista e mercante
Ex Lavoro:
Contrattore
Amici:
Ismail Haniyeh,Yasser Arafat,Alex Gonzalez Jr,Miles Morales,Yahya Sinwar,Will Spencer e Muhammad al-Muttalib (profeta Islamico)
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Dimitrie Cantemir: Il Legame Tra Politica, Musica e Cultura Ottomana
Dimitrie Cantemir è una figura di spicco nella storia europea e ottomana, il cui contributo spazia tra politica, cultura e musica. Nato nel 1673 in Moldavia, Cantemir apparteneva ad una famiglia boiarda che governava la Valacchia e la Moldavia sotto l'Impero Ottomano. Durante la sua vita, soggiornò a lungo a Istanbul, in particolare nel quartiere di Fener, abitato all'epoca dall'élite greca.
Oltre alla sua carriera politica, Cantemir è ricordato soprattutto per il suo contributo alla musica turca ottomana. Autore del primo trattato scientifico e sistematico su questo genere musicale, registrò le melodie e i modelli musicali del suo tempo, garantendo la loro trasmissione alle generazioni future. Questo lavoro monumentale fu successivamente valorizzato dal noto musicologo Jordi Savall, che nel 2010 realizzò l'album Istanbul, basato proprio sulle trascrizioni di Cantemir.
La sua vita politica subì un brusco cambiamento nel 1710, quando si alleò con lo zar Pietro il Grande, convinto del declino dell’Impero Ottomano. La guerra tra russi e turchi si concluse con un fallimento a Stănilești (18-22 luglio 1711) ed i Cantemir furono costretti all'esilio in Russia, segnando la fine del loro dominio in Moldavia.
Oggi, Cantemir è celebrato come una delle figure più influenti nella storia della Romania e della Moldavia. Il suo busto si erge nei giardini dell'Università di Comrat, in Moldavia, e in occasione del 200° anniversario della sua nascita, la sua immagine fu stampata su una serie di francobolli.
Nel quartiere di Fener, è possibile visitare la casa di Cantemir, ora trasformata in museo. Tuttavia, questo spazio, purtroppo più simile a un giardino del tè che a un vero museo, non riesce a trasmettere appieno la portata della sua eredità culturale. La classica baracconata acchiappaturisti che sta caratterizzando questa zona da alcuni anni.
Dimitrie Cantemir resta comunque un ponte simbolico tra Romania, Moldavia e Turchia, un uomo la cui opera ha attraversato i confini e il tempo, lasciando un segno indelebile nella storia. La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città. Scrivi una e-mail a: [email protected] Seguici anche su www.facebook.com/istanbulperitaliani
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“La ragazza e l’ufficiale”: il drama turco più ambizioso e costoso arriva in prima serata su Canale 5
“La ragazza e l’ufficiale”: il drama turco più ambizioso e costoso arriva in prima serata su Canale 5. Dal 9 giugno, in prima serata, su Canale 5, debutta l’inedita dizi turca «La ragazza e l’ufficiale». Ispirata ad una storia vera, girata tra Istanbul, San Pietroburgo e Ucraina, la serie narra un appassionato triangolo d’amore: quello tra Kurt, il primogenito di una famiglia turca di Crimea e tra i migliori ufficiali dello Zar, la sua sposa Şura, la figlia più giovane di una nobile famiglia russa, e Petro, valoroso commilitone e vecchio amico di Kurt. Con Kivanc Tatlitug (Brave and Beautiful) e Farah Zeynep Abdullah, nei ruoli principali, «La ragazza e l’ufficiale» è tratto dai bestseller della scrittrice Nermin Bezmen. Distribuita da EcchoRights, leader della distribuzione di drama-series internazionali, Kurt Seyit ve Şura è la dizi più ambiziosa e costosa mai prodotto nel Paese della Mezzaluna. In onda su Star TV, emittente privata turca, il titolo è stato programmato anche da MBC, in Medio Oriente, sancendo un nuovo primato: è la prima volta che un prodotto televisivo viene trasmesso contemporaneamente, nelle due aree geografiche del globo: una platea di 500 milioni di spettatori. Nel cast fisso della serie è presente anche Demet Özdemir, l’amata Sanem Aydin di Daydreamer. «LA RAGAZZA E L’UFFICIALE» Durante la Guerra di Crimea, Kurt Seyit viene ferito e torna a San Pietroburgo, dove nel frattempo è scoppiata la rivoluzione. Quale soldato dell'esercito zarista, né lui né Sura, la giovane moglie, sono al sicuro nella Russia bolscevica, per cui - contro il volere delle rispettive famiglie - i due fuggono intraprendendo un pericoloso viaggio attraverso lande desolate e ghiacciate. L’intenzione della coppia è cercare rifugio a Istanbul, dove si consumano gli ultimi giorni dell'Impero Ottomano... così come il loro amore, in balia di ingerenze familiari, aspettative della società ed eventi della storia.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Biografia di Armando Diaz, 1861-1928
Armando Diaz è stato un importante generale italiano, nato a Napoli il 5 dicembre 1861 in una famiglia di militari e magistrati. La sua carriera militare iniziò all’Accademia Militare di Torino nel 1879, e nel 1882 divenne sottotenente di artiglieria. Durante la guerra italo-turca del 1911, Diaz dimostrò le sue capacità di comando, che si consolidarono ulteriormente durante la Prima Guerra…
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Il poeta, scrittore, promotore culturale Jakhongir NOMOZOV, Membro dell'Unione Internazionale dei Talenti del MondoVincitore della Medaglia AbayMembro del Consiglio di Redazione della Rivista YAZARLAR, Rappresentante dell'Uzbekistan, ha curato la presentazione della biografia e poesie di Mustafa Özke
Foto cortesia di Mustafa Özke LA LUCE NASCOSTA NELL’ANIMA DELLE PAROLEMustafa Özke è nato il 13 gennaio 1969 ad Adana, in Turchia, da una famiglia con radici a Salonicco. Questa ricca storia e tradizione culturale hanno permeato la sua arte di una profonda anima. Özke non è semplicemente un poeta o un narratore; è una figura unica nella letteratura turca, che intreccia magistralmente valori…
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Terra Amara: Qualche curiosità su Hulya Darcan, l'attrice che interpreta Lutfiye Lutfiye è uno dei personaggi più apprezzati di Terra Amara, soap opera turca di grande successo di Canale 5. Stiamo parlando di una donna sempre solare, a dir poco generosa ed oltremodo saggia. Benché non sia un personaggio che fa parte del cast sin dal primo episodio, Lutfiye è riuscita ad entrare subito nel cuore dei telespettatori per la sua indiscutibile bontà d’animo. Lei è la zia carnale di Fikret, ma ormai è divenuta anche la zia di Zuleyha; quest’ultima le è talmente tanto affezionata che le ha chiesto di trasferirsi a Villa Yaman. Tuttavia, se da un lato è vero che per lei la famiglia viene al primo posto, è altrettanto vero che ha anche a cuore il bene della comunità. Per questo motivo, Lutfiye è diventata prima vicesindaco e poi sindaco di Cukurova, riscuotendo un grande successo tra i cittadini! Ma che cosa sappiamo, invece, dell’attrice che le presta il volto, ossia Hulya Darcan? Ecco qualche interessante curiosità su di lei di cui forse non sei a conoscenza! 1) Età e segno zodiacale Benché i genitori siano di origini albanesi, Hulya Darcan è turca. Infatti, questa attrice è nata in Turchia, a Smirne, il 27 aprile del 1951; dunque, sappiamo che è del segno del Toro e che ha 72 anni, anche se a breve ne compirà 73. 2) La carriera Hulya Darcan dà avvio alla carriera da attrice quando è ancora un’adolescente: ha appena 16 anni. Inizia a muovere i primi passi in questo ambiente dopo essere arrivata terza al concorso di cover star di una delle riviste più importanti dell’epoca, Ses Mecmuasi. Guarda il video su Hulya Darcan 3) Il successo Tra il 2021 ed il 2022, Hulya Darcan viene scelta per vestire i panni di Lutfiye in Bir Zamanlar Cukurova, appunto Terra Amara. Grazie a questo ruolo, raggiunge una fama internazionale. 4) Il matrimonio Nel 1974 Hulya Darca convola a nozze con Tanju Korel, il quale resterà suo marito fino al 2005, anno in cui divorzieranno. Dal loro amore, tra l’altro, sono anche nate due figlie, Zeynep e Berguzar. Terra Amara, la soap opera turca, va in onda il venerdì sera alle 21:20 su Canale 5.
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Nuovo post su Atom Heart Magazine
Nuovo post pubblicato su https://www.atomheartmagazine.com/rumeysa-a-testa-alta-rakuten-tv/
Rakuten TV annuncia la sua ultima produzione: Rumeysa: A Testa Alta
Rakuten TV, una delle principali piattaforme di streaming europee, sta per lanciare “Rumeysa: A Testa Alta“. In documentario che segue il viaggio ispiratore della donna più alta del mondo.
Rumeysa: A Testa Alta – Disponibile su Rakuten TV
Questo avvincente documentario sarà disponibile nella sezione FREE di Rakuten TV dal 21 dicembre in tutta Europa e sarà un’esclusiva della piattaforma. Di grande impatto, “Rumeysa: A Testa Alta” fa parte della collezione Rakuten Originals e celebra la diversità sensibilizzando sulla normalizzazione delle differenze visibili.
Chi è Rumeysa Gelgi
La notevole altezza di 215,16 cm di Rumeysa Gelgi riflette la sua straordinaria forza interiore. Nata con la rara mutazione genetica della sindrome di Weaver, la vita non è stata facile per lei. Il documentario racconta come un intervento chirurgico che le ha cambiato la vita le abbia permesso di viaggiare per la prima volta in America, consentendole di incontrare alcune delle donne più straordinarie del mondo. In questo viaggio unico, Rumeysa condivide la sua storia e impara da altre incredibili detentrici del titolo GUINNESS WORLD RECORDS™.
Il documentario
Il documentario è diretto da Matthew Musson, pluripremiato documentarista con una vasta esperienza nel Guinness World Records. “Rumeysa: A Testa Alta” permette ai detentori del record mondiale di raccontare le loro storie con la loro voce. Il film è allo stesso tempo una riflessione sul trattamento delle persone con differenze visibili e una celebrazione della loro unicità nel quadro di una società inclusiva di cui c’è grande bisogno. Rumeysa Gelgi, attivista e ricercatrice turca, riconosciuta come la donna vivente più alta del mondo con più titoli GUINNESS WORLD RECORDS™, conduce il documentario. A lei si affiancano Samantha Ramsdell, che detiene il record della bocca più larga, Wildine Aumoithe, la donna vivente più bassa, e Savvi Trapp, membro della famiglia più alta del mondo. Nel racconto non mancano momenti notevoli, come la rimozione di sei posti in economy sulla Turkish Airlines per ospitare Rumeysa sul suo primo volo, l’epico incontro tra la donna più alta e quella più bassa del mondo e la relazione tra la famiglia, la modella e l’attrice più alte del mondo durante una seduta di manicure.
Girato in luoghi iconici della Turchia e degli Stati Uniti, “Rumeysa: A Testa Alta” è un’aggiunta unica alla crescente library di contenuti originali del Guinness World Records™. La società di produzione del marchio, GWR Studios, produce contenuti di successo da oltre due decenni. il documentario è ricco di momenti salienti e di potenti testimonianze. Culmina con un commovente discorso di Rumeysa a un gruppo di persone con capacità diverse, che trovano ispirazione nei suoi successi e nella celebrazione della diversità.
Rumeysa: A Testa Alta – Il trailer
youtube
Rumeysa: A Testa Alta sarà un’esclusiva di Rakuten TV e sarà disponibile gratuitamente in 42 paesi europei come parte della collezione Rakuten Originals.
Non perderti anche le altre novità di dicembre su Rakuten TV.
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Famiglia Carnesecchi: parte seconda
Questa la PARTE PRIMA Pier Antonio di Francesco Carnesecchi, fu amico intimo di Piero de’ Medici, tentò di difenderlo con le armi. Con la cacciata del Medici e l’istituzione della Repubblica Fiorentina, alla quale Pier Antonio aderì prontamente divenendo Commissario della Repubblica in Maremma. Nello stesso periodo un membro della famiglia Amerigo di Simone intratteneva rapporti commerciali con l’Inghilterra. Nel 1498 ci fu l’assalto al convento di San Marco per arrestare Girolamo Savonarola e consegnarlo alla Signoria, Giovanni di Girolamo Carnesecchi seguace del frate, organizzò la resistenza armata per difenderlo. Altri membri della famiglia furono seguaci del frate ferrarese: Giovanni di Simone, Zanobi di Francesco, Bernardo di Francesco, Giovanni di Niccolò e Carlo Carnesecchi mercante e cittadino molto influente.
firma di Pierantonio nel 1508 : Petrantonius Carnesecchus commissario e capitano
Al tempo della Repubblica Fiorentina durante l’assedio del 1530, emerse ambiguamente Andrea di Paolo Carnesecchi partigiano della famiglia Medici, padre dell’eretico Pietro. Costui venne tenuto in grande considerazione dal Papa Mediceo Clemente VII, per l’amicizia fra le due famiglie lo chiamò presso di sé a Roma. Il Pontefice gli affidò l’ufficio di Notaro e protonotaro della Curia. Per marcare l’intimità fra loro, il 16 dicembre 1533 gli concesse il privilegio di aggiungere al proprio cognome quello dei Medici. Da allora si chiamò Pietro Medici dei Carnesecchi. Pietro Carnesecchi mal visto dal Papa Pio V, succeduto sul trono di Pietro alla morte di Clemente VII, venne condannato a morte come eretico. Cosimo I de’ Medici Duca di Firenze, ambiva al titolo di Granduca (il titolo nobiliare non esisteva, venne appositamente creato nel 1569 dallo stesso Pontefice). Per ricevere l’agognato titolo nobiliare consegnò all’Inquisizione il Carnesecchi, che si era rifugiato presso di lui per avere la protezione.
Lorenzo di Zanobi Carnesecchi Il mercante Zanobi di Francesco Carnesecchi, benché fosse di fosse di provata fedeltà per i Medici fu uno dei sette dittatori della Repubblica. Sempre durante l’assedio del 1530, si distinse per il suo eroismo Lorenzo di Zanobi Carnesecchi. Mandato nella Romagna fiorentina compì atti di valore nella difesa del territorio, tanto da meritarsi il soprannome di “secondo Ferruccio”. Giovanbattista Carnesecchi, fieramente antimediceo, combatté con la città di Siena contro le truppe fiorentine. Alla caduta della città nel 1557, espatriò in Francia a combattere gli Ugonotti, e li vi mor��. I discendenti di Ridolfo furono funzionari in Versilia. Inventarono nuovi procedimenti per l’estrazione del ferro e dell’argento. Nel diciassettesimo secolo ebbero imprese commerciali in Sicilia e nel napoletano. Riuscendo ad avere la Baronia di Grottarossa in Sicilia. Un Carnesecchi divenne cavaliere dell’Ordine di Santo Stefano divenendo comandante di Galea, partecipando alle battaglie contro i Turchi a Malta e a Lepanto. In quella battaglia navale vinta dalla flotta cristiana, una galea dell’ordine di Santo Stefano, conquistò la fiamma di combattimento della “Reale” di Alì Pascià comandante della flotta turca. Nella famiglia vi furono quattro canonici della Chiesa di Santa Maria del Fiore. Alla fine del diciassettesimo secolo, morì l’ultimo senatore, ad inizio del diciottesimo secolo la famiglia era in via d’estinzione.
Alberto Chiarugi Read the full article
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Il terremoto in Siria e Turchia raccontato da una famiglia turca: “20 parenti sono sotto alle macerie”
DIRETTA TV Terremoto in Turchia e Siria 9 Febbraio 2023 Alì Kunduru è un cittadino italo – turco che vive in Italia e che, come racconta a Fanpage.it, ha perso parte della sua famiglia nel terremoto che ha colpito la Siria e la Turchia. 0 CONDIVISIONI Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su Terremoto in Turchia e Siria ATTIVA GLI AGGIORNAMENTI Alì Kunduru ha 46 anni e…
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La grande storia dell’Impero Ottomano
Il 29 ottobre 1923 fu la data che segnò la fine dell’Impero Ottomano, uno dei più grandi della storia moderna… La storia dell’Impero Ottomano cominciò quando, dopo aver abbandonato le loro sedi nelle steppe asiatiche dei mongoli, le tribù nomadi turche si convertirono all’Islam nel VIII e IX secolo d.C. Attorno al decimo secolo, una delle tribù, i Selgiuchidi, assunse un ruolo chiave nel mondo islamico e adottarono una vita basa sulla religione, un'amministrazione centrale, ed un sistema di tasse. Ma molti altri turchi rimasero nomadi e cercarono di conquistare la terra per l’Islam, ciò li mise in conflitto con i Turchi Selgiuchidi, che li diressero verso il dominio orientale dell'Impero Bizantino, in Anatolia. La tribù degli Ottomani fu il risultato di uno di questi emirati stabiliti in Anatolia nordoccidentale dopo il 1071 e prese il nome da Osman nel 1299, che aveva cominciato ad espandere il suo regno nel territorio bizantino in Asia Minore, spostando la sua capitale a Bursa nel 1326. Dopo la fondazione dell'Impero Ottomano nel 1299, gli Ottomani cominciarono a organizzarsi in un governo e con un forte esercito per una espansione costante. Nel 1354 gli Ottomani superarono lo stretto dei Dardanelli, nel 1361 conquistarono Adrianopoli, nel 1389 abbatterono il regno di Serbia nella battaglia di Kosovo, nel 1393 conquistarono il regno di Bulgaria, e nel 1396 vinsero la battaglia di Nicopoli contro l'Ungheria. Questa avanzata degli Ottomani venne bloccata dai Tatari di Tamerlano nel 1402 quando li sconfisse ad Ankara, prendendo prigioniero il sultano Yildirim Bayazid I. Dopo Tamerlano, gli Ottomani cominciarono ad avanzare e alla battaglia di Varna nel 1444 un esercito europeo di Serbi, Polacchi e Ungheresi non riuscì a fermare l'avanzata turca durante il regno del sultano Murad II. Soltanto Costantinopoli era rimasta nelle mani bizantine, ma solo fino alla conquista nel 1453 per mano del sultano Mehmet II, detto poi il Conquistatore. Costantinopoli cambiò nome in Istanbul e divenne la nuova capitale dell'Impero e i Turchi così stabilirono un impero in Anatolia ed in Europa del sud-est. Gli Ottomani continuarono a conquistare nuovi territori, infatti presero Atene nel 1456, assediarono l'isola di Rodi e conquistarono Otranto nel 1480, poi si rivolsero verso l'Asia e il Nordafrica, abbattendo il Sultanato Mamelucco di Siria ed Egitto e conquistando tutti i paesi arabi del Vicino Oriente. Durante il regno del sultano Solimano il Magnifico, l'Impero Ottomano arrivò alla sua massima espansione, con le conquiste nei Balcani, nel Mar Nero e il Mediterraneo e molti stati balcanici, tra cui il Montenegro, la Transilvania, la Repubblica di Ragusa, la Serbia, la Bosnia, la Moldavia e la Valacchia, firmarono un patto di sottomissione all'Impero e pagarono le tasse per conservare la loro libertà. Gli Ottomani assunsero anche il controllo delle vie commerciali all'est e molti paesi europei, tra cui Venezia e Genova, pagarono forti somme per il privilegio di accesso a queste rotte. Nel 1570, il sultano Selim II conquistò l'isola di Cipro dai Veneziani, provocando la reazione del mondo cristiano e un anno dopo una flotta formata dai Veneziani, Spagnoli, Genovesi e Cavalieri di Rodi, sconfisse quella Ottomana a Lepanto, grazie al supporto di Andrea Doria e di don Juan d'Austria. Attorno al XVI secolo, le lotte interne nell'Impero cominciarono a minare la supremazia militare degli Ottomani, dato che i problemi di organizzazione nel governo, le lotte di potere nella famiglia imperiale, scontri violenti fra i successori del sultano, sultani incapaci, e la corruzione facilitò il crollo del sistema politico, economico e militare. Nel 1829 la Grecia ottenne l’indipendenza dagli Ottomani con l'aiuto delle nazioni europee e nel 1830 l’Algeria fu occupata dalla Francia, Dopo che nel 1908 la rivoluzione dei Giovani Turchi costrinse il governo ottomano a concedere una costituzione, l'Impero combattè contro l'Italia nella guerra di Tripolitania e di Cirenaica, e alla fine nel 1912 i Turchi firmarono la pace accettando a dare il territorio libico all'Italia, mentre la prima Guerra Balcanica venne combattuta fra gli Ottomani e una coalizione formata da Bulgaria, Grecia, Serbia e Montenegro, dopo la quale l'Impero perse i suoi territori in Europa tranne una piccola parte in Tracia. Nel 1913 ci fu la seconda Guerra Balcanica e questa volta i Turchi erano insieme a Grecia, Serbia e Romania contro la Bulgaria, questa volta vincendo e riottennero arte della Tracia, per controllare gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli. Durante la Prima Guerra Mondiale, l'Impero si alleò con i Tedeschi e venne sconfitto, così i Russi si presero il nord-est del Mar Nero e dell'Anatolia, i Britannici ebbero il controllo degli stretti e i paesi arabi nel sud-est dell'Anatolia, i Francesi e Italiani ottennero la costa sud del Mediterraneo , ed i Greci presero l'Egeo, incluso Smirne. A questo punto Kemal Atatürk , un generale dell’esercito ottomano, notando che il sultano non faceva nulla contro l'occupazione straniera, decise di combattere contro le forze dell’Impero Ottomano. Dopo una serie di guerre fra il 1920 e il 1922, finalmente Atatürk riuscì a proclamare la Repubblica nel 1923, il sultanato ed il califfato furono aboliti e Kemal divenne il primo presidente della Turchia. Read the full article
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Frase: "La fantasia abbandonata dalla ragione genera mostri impossibili: unita a lei è madre delle arti e origine delle meraviglie"
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⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ׂׂ✧.ೃ⠀⠀⠀⠀𝐍𝐎𝐌𝐄 𝐂𝐎𝐆𝐍𝐎𝐌𝐄
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀──────── ⠀⠀:classical_building:️ ⠀⠀. ˊ-
⠀⠀# FC: Taylor Launter ⌵ ⠀⠀⠀⠀⠀˚·. ⠀⠀
⌗ ex ғᴄ : Mahmood⠀⌵
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⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀:classical_building:. 𝐝𝐞𝐦𝐢𝐠𝐨𝐝 /ˈdɛmɪɡɒd/
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀𝘯𝘰𝘶𝘯. a being with partial or lesser
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀divine status, such as a minor deity,
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀the offspring of a god and a mortal,
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀or a mortal raised to divine rank.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⌵
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⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀:amphora:⠀⠀───⠀⠀✧.ೃ ⌗ 𝐁𝐀𝐒𝐈𝐂 𝐈𝐍𝐅𝐎𝐒
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⠀⠀⠀✧.*⠀𝐧𝐨𝐦𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐭𝐨 : Archos Midas
⠀⠀⠀✧.*⠀𝐝𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐧𝐚𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚 : 17 marzo 2004
⠀⠀⠀✧.*⠀𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐬𝐜𝐨𝐥𝐚𝐬𝐭𝐢𝐜𝐨 : Nessuno
⠀⠀⠀✧.*⠀𝐬𝐜𝐡𝐢𝐞𝐫𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 : (bene )
⠀⠀⠀✧.*⠀𝐜𝐨𝐧𝐟𝐫𝐚𝐭𝐞𝐫𝐧𝐢𝐭𝐚 : Socrate
⠀⠀⠀✧.⠀𝐛𝐨𝐧𝐮𝐬 : / nessuno
⠀⠀⠀✧.⠀𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐞𝐱𝐭𝐫𝐚𝐬𝐜𝐨𝐥𝐚𝐬𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 : (arena di duello e disegnare l'arte)
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⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀:owl:⠀⠀───⠀⠀✧.ೃ ⌗ 𝐃𝐈𝐕𝐈𝐍𝐄 𝐃𝐀𝐓𝐀
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⠀⠀⠀✧.⠀𝐠𝐞𝐧𝐢 : questo personaggio è un discendente del re Mida .
⠀⠀⠀✧.⠀𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐬𝐩𝐞𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢 : ( tipi di poteri: tocco d'oro e guarigione, teletrasporto )
⠀⠀⠀✧.⠀𝐨𝐠𝐠𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐦𝐚𝐠𝐢𝐜𝐨 : nessuno
⠀ :scroll:⠀⠀───⠀⠀✧.ೃ⌗ 𝐆𝐔𝐈𝐃𝐄𝐋𝐈𝐍𝐄
Biografia: Archos Midas nasce il 17 marzo 2024 a Frigia in Turchia da una coppia turca musulmana con i nomi Ercel (discedente di re Mida con i quali gli antenati si sono mischiati con i turchi nel corso delle generazioni) e Timur (discedente di Priamo attraverso Ettore mischiato con i turchi).
Archos ebbe un'infanzia e una vita normale e felice senza avere problemi crescendo come i coetanei.
Da adulto, Archos ebbe in eredità il tesoro del suo antenato re Mida, il tocco d'oro (diverso da quello dell'antenato) e successe un evento in cui Zeus (antenato del re Mida) si innamorò di una donna araba bellissima immigrata ad Atene in cui Era,moglie di Zeus si arrabbia moltissimo in cui inviò un serpente avvelenando tutte le acque uccidendo l'intera famiglia di questa donna bellissima che Zeus vorrebbe ricambiare e Zeus chiama Archos a soccorrere questa bellissima donna decidendo allora di prendere delle formiche e le trasforma in esseri umani in cui sostituiscono i parenti morti di questa donna e Archos come eroe mortale e discendente di Zeus e del re Mida uccise il serpente con una spada d'oro e Zeus concepisce due figli dalla donna araba bellissima: Aisha Calliope e Amir Adonis con origini arabe e semidivine.
In seguito, Archos si trasferisce a Micene in Grecia dove visita l'antica città del suo antenato Agamennone attraverso la figlia Eolia,moglie del re Mida e madre di Ancuro che è nipote del re Menelao ovvero fratello minore di Agamennone e re di Sparta.
Poteri: Tocco d'oro per uccidere i nemici a differenza del suo antenato re Mida che ha avuto un brutto potere che tramontò ogni cosa in oro al punto di morire di fame e finire in disgrazia
Armi: Spada d'oro
Religione: Islam
Antenati: Zeus,re Mida,re Agamennone,Eolia,Ancuro,
re Priamo ed Ettore
:pen_fountain:⠀⠀───⠀⠀✧.ೃ ⌗ 𝐀𝐁𝐎𝐔𝐓
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Carattere:
Uomo pieno di forza, imbattibile ma possiede solo un punto debole che non può essere toccato: la pianta del piede.
Uomo indipendente,forte e testardo.
Segno zodiacale: pesci ascedente bilancia
Lavoro:
Artista e mercante
Ex Lavoro:
Contrattore
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La casa museo di İsmet İnönü
Questa casa museo, conosciuta come Palazzo Mavromatis, dalla famiglia greca Mavromàtis, è situata ad Heybeliada e risale al XIX secolo.
Nel 1924, İsmet Paşa affittò la casa e dal 1925 la utilizzò come residenza estiva per la sua famiglia. Nel 1934, İsmet Paşa, che adottò il cognome "İnönü" in conformità con la legge sul cognome promulgata nello stesso anno, considerò l'acquisto della residenza. Il prezzo richiesto, incluso il mobilio, ammontava a 25.000 lire. Su suggerimento di Atatürk, İnönü optò per l'acquisto della casa senza mobilio. Dopo una contrattazione, riuscì nell'acquisto al prezzo di 9.500 lire. Fu poi Atatürk stesso a regalare ad İnönü il mobilio per la casa.
İnönü in base ai suoi impegni politici e agli incarichi che assunse, si recava, quando poteva, ad Heybeliada con la sua famiglia.
İsmet İnönü morì il 25 dicembre 1973. Successivamente, la famiglia decise di trasformare la casa in una casa museo, che ancora oggi è aperta alle visite. La casa museo conserva non solo la storia della famiglia İnönü, ma anche importanti elementi dell'architettura e della cultura turca del XIX secolo. Ad esempio, la prima cosa che attira l'attenzione quando si entra in cucina è il rubinetto che scorre con l'aiuto di una pompa dell'acqua. L'acqua veniva pompata attraverso la cisterna sotto casa e da qui veniva soddisfatto il fabbisogno idrico.
La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città. Scrivi una e-mail a: istanbulperitaliani@gmail Seguici anche suᅠwww.facebook.com/istanbulperitaliani
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Istanbul, attacco armato in una chiesa italiana: un morto
Istanbul, attacco armato in una chiesa italiana: un morto. L’Isis ha rivendicato l'attacco armato avvenuto questa mattina nella chiesa italiana di Santa Maria a Sariyer, a Istanbul, durante il quale è stato ucciso un uomo. L’orrore durante la tradizionale messa della domenica, poco prima di mezzogiorno. A fare irruzione nella chiesa, dove gli attentatori hanno iniziato a sparare con armi automatiche, due persone mascherate, con il volto coperto da passamontagna. La vittima è di nazionalità turca. La rivendicazione è arrivata tramite la Agenzia Amaq, da sempre portavoce dell'Isis: «Due combattenti dello Stato islamico hanno attaccato una chiesa cristiana mentre gli infedeli svolgevano i propri riti». In serata il Ministro dell'Interno Ali Yerlikaya ha reso noto che i due sospetti assassini sono stati catturati. “Mi congratulo con la polizia di Istanbul e con gli eroici agenti che hanno identificato e catturato i colpevoli - si legge in un post -. Esprimo ancora una volta le mie condoglianze alla famiglia e ai parenti del cittadino deceduto”. «Esprimo la mia vicinanza alla comunità della chiesa Santa Maria Draperis a Istanbul che durante la messa ha subito un attacco armato che ha provocato un morto e diversi feriti». Lo ha detto Papa Francesco all'Angelus in piazza San Pietro. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha attaccato duramente l’attentato: «Il governo italiano, tramite la Farnesina, segue gli aggiornamenti su quanto accaduto questa mattina nella chiesa di Santa Maria a Istanbul. Esprimiamo profondo cordoglio e la più ferma condanna per l'ignobile atto».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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“ Fu stabilito che andassi alla scuola pubblica; diversi giorni furono occupati con la preparazione di nuovi vestiti e fu acquistata una cartella di lucida pelle. Hacer faceva vassoi e vassoi di lokma, un dolce pesante e sciropposo, perché trentacinque anni fa era usanza che i nuovi alunni della scuola portassero dolci per gli altri scolari. Fui accompagnato a scuola, tronfio di importanza e di orgoglio, da mio padre. Fummo accolti all'ingresso dallo hoca, un maestro che si mostrava molto severo, o almeno così mi sembrò. In ogni caso mi dette una pacca sulla testa con sufficiente gentilezza, e le mie prime impressioni furono in qualche modo mitigate. Portava una grande barba nera accompagnata da un vestito nero e un sarik posato sulla testa. Lo seguimmo all'interno della scuola, che consisteva in un'unica aula. Non c'erano né cattedra, né sedie, né libri, insomma niente che facesse pensare a normali attività scolastiche. Trenta o quaranta ragazzi erano seduti a gambe incrociate su dei cuscini posati sul pavimento. Anche lo hoca si sedette sul pavimento, ma su un cuscino più grande e separato dai ragazzi. Murat, che lanciò uno sguardo acre allo hoca, portò dentro i vassoi di lokma e lo hoca sbirciò il contenuto dei vassoi, poi prese qualche lokma tra le dita e se lo sparò in bocca. Masticò estasiato, gli occhi sollevati al cielo, quindi ordinò a Murat di posare i vassoi sul pavimento mentre vi disponeva attorno i ragazzi. Mi fu detto di salutare mio padre e di baciargli la mano, cosa che feci sentendomi un po’ a disagio perché non mi piaceva lo hoca e non lo pensavo disposto a spingere più innanzi la sua familiarità. Mi fu assegnato un posto sul pavimento con gli altri e assistetti sconsolato alla partenza di mio padre e di Murat. Fui comunque richiamato presto all'attenzione da un rapido colpetto sulla testa del lungo bastone dello hoca. Quel bastone era lungo circa tre metri, il che permetteva al maestro di castigare qualsiasi ragazzo senza muoversi dal suo cuscino. Di quel giorno non riesco a ricordare neppure una lezione, e sono incline a pensare che non ve ne siano state, salvo occasionali letture dal Corano. Ricordo meglio il mio maligno piacere di quando il bastone dello hoca scendeva sulla testa di un qualche alunno sfortunato. Scendeva di frequente anche sulla mia e, per quanto velocemente cercassi di scansarlo, lo hoca era sempre più svelto di me. Altri ragazzi disobbedienti venivano posti nei vari angoli della stanza e fatti stare in piedi su una gamba sola e con le mani sollevate in aria. Sembravano estremamente buffi, ma cercavo di non dare sfogo alla mia voglia di ridere per paura che lo hoca mi ordinasse di rimanere in piedi nella stessa posizione. Era solito premettere ad ogni suo rimprovero l'invocazione Padişahım Çok Yaşa (lunga vita al mio sultano) e noi dovevamo ripeterla dopo di lui. Quella sera mio padre mi interrogò minuziosamente sulla scuola, dimostrando così di aver sofferto tutto il giorno del dubbio più atroce. Gliela descrissi, e notai l'occhiata che scambiò con la mamma. La nonna era enormemente indignata che quell’hoca ignorante avesse osato picchiare suo nipote. «Ahmet aveva ragione — dichiarò mio padre con fermezza —. Dev'essere mandato alla scuola francese a Gedik Paşa». Così terminò il mio primo e ultimo giorno di scuola pubblica, mentre Inci si lamentava per i vassoi di lokma, che evidentemente considerava fin troppo buoni per essere mangiati dallo hoca e dai suoi alunni. Si presero accordi con il preside della scuola francese, si ordinò per me una elegante uniforme grigia e si inserirono abbecedari e quaderni nella cartella di pelle. Nel settembre del 1914, un mese prima del mio sesto compleanno, cominciai di nuovo la scuola. La scuola francese era totalmente diversa da quella pubblica. Prima di tutto sembrava avere abbondanza di insegnanti e molte aule. Imparai a dire Bonjour, m’sieu’ o Bonjour, mam’selle a seconda del caso e a contare fino a dieci in francese. A scuola feci molti nuovi amici. La maggioranza degli scolari era turca, proveniente dallo stesso strato sociale dal quale provenivo io, ma c'era anche qualche francese e qualche armeno. Presto imparai ad andare a scuola da solo e per strada mi trovavo con gli amici. Ci inchinavamo l'uno all'altro e dicevamo in modo affettato Bonjour, mon ami. Comment allez-vous?, perché questo era il modo di scimmiottare i più grandi e di parlare francese in pubblico, cosa per noi elegantissima e da adulti. “
Irfan Orga, Una famiglia turca, postfazione di Ateş Orga, traduzione di Luca Merlini, Passigli Editori (collana Passigli Narrativa), Firenze, 2007; pp. 58-60.
[ Edizione originale: Portrait of a Turkish Family, Victor Gollancz Ltd., London 1950 ]
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