#Tutti gli uomini sono uguali
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Gli uomini non sono tutti uguali.
Le donne non sono tutte uguali.
Cambia l’educazione e la vita che hanno vissuto.
Chi non lo capisce è un idiota.
Justhewayouare
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Donne, uomini e libri
Credo che la situazione sentimentale di molte persone sia lo specchio dell'attuale società.
Si cerca tutto e subito, leggerezza e piacere senza impegno. Avere quello che si vuole solo quando necessita.
Le App insegnano. Hai fame *click*, hai voglia di un week end fuori porta *click*, vuoi andare al cinema *click*, vuoi ascoltare una canzone *click* e in fine vuoi degli incontri con partner senza impegno? Anche qui *click* *click*.
Secondo me le persone meriterebbero più importanza. Spesso si giudica con troppa fretta, in maniera approssimativa.
Io reputo le persone come dei libri, non ci si deve fermare alla copertina e neanche della prefazione. Ci sono vari libri come i romanzi per esempio che vanno da quelli sentimentali a quelli d'avventura, da quelli noir a quelli filosofici oppure anche libertini. Credo che nelle persone, come se fossero libri, ci siano più generi che vanno scoperti leggendoli e sfogliandoli.
Le donne.
Sono da leggere, fino all'ultimo capitolo. E se dopo un primo appuntamento ci rimane qualche dubbio, cosa che a noi uomini spesso capita, restando con quell'espressione di chi ha letto Nietzsche o Kant senza averci capito nulla, basta impegnarsi e ricominciare a leggerle.
Perché in quanto libri, le donne, non saranno mai uguali alla prima lettura, ma magicamente appariranno altri capitoli come se inavvertitamente nella fretta fossero stati saltati.
In un momento che stiamo vivendo di scarso impegno intellettuale, dove a molti risulta difficile leggere post oltre le dieci righe sui social, come si può pensare di impegnarsi per leggere una vita, fatta di esperienze ed emozioni, racchiuse in una persona solo con un rapido giudizio?
Faccio un esempio, si ha la possibilità di scegliere un libro. Uno solo, non di più. Se ci si accontenta di impegnarsi poco si sceglierà un libro pieno di illustrazioni. Guardare è meno impegnativo che leggere.
Chi avrà fatto questa scelta si perderà la possibilità, invece, di scegliere un libro pieno di pensieri, parole, racconti e consigli. Quanti inconsciamente non s'immaginano minimamente a cosa hanno rinunciato. Quello che si sono persi.
Gli uomini.
Non sono da giudicare dalla copertina.
Immaginiamo una donna in una libreria, davanti a sé ha dei libri in esposizione. Vede un libro sconosciuto in libreria. Lei è attratta dalla copertina di uno di essi. Non conosce l'autore.
Così sbircia l'occhiello, ma essendo curiosa passa al frontespizio... uhm, non si è ancora decisa. Sfogliando ecco che le appare l'esergo, "caspita che citazione" sussurra mentre il libro è sempre più saldo nelle sue mani.
A seguire sfogliando trova una dedica, che la fa sciogliere un po'... ed ecco che arriva al punto chiave. Come dopo alcuni appuntamenti interlocutori con un uomo, gira la pagina e trova la prefazione. Finalmente scopre il suo contenuto, l'ambientazione, i personaggi e un sunto della trama del libro.
A questo punto ha solo due opzioni: richiudere il libro e riposizionarlo sullo scaffale, oppure ammirarlo un attimo e con un sorriso avviarsi alla cassa con esso.
Donne e uomini.
Solo leggendo i libri, come metafora delle persone, alla fine della lettura si può essere perdutamente innamorati di quel libro. Come invece si può, alla fine della lettura, rimanerne delusi, nonostante quella prefazione che sembrava promettere bene.
Prendere a caso un libro da uno scaffale solo dalla copertina, senza valutarlo né guardarlo più di tanto, trovandosi poi tra le mani un libro che ci faccia innamorare, può accadere solo con un colpo di fortuna.
Bisogna sapersi leggere, senza fretta o pregiudizi. Solo alla fine trarre le conclusioni.
Ognuno di noi è un libro. Buona lettura a tutti.
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Perché c’è la guerra?
Oggi Tigrotto mi ha fatto questa semplice domanda a tavola.
Ho provato a spiegargli che la guerra c’è perché gli uomini sono stupidì.
Ho provato a spiegargli che spesso le guerre nascono per la paura di ciò che è “diverso” e gli ho fatto l’esempio dei suoi compagni di classe che vengono dall’Ucraina.
«Loro sono scappati appena in tempo dall’Ucraina» mi ha detto. Ho provato a spiegargli che per altri non è altrettanto semplice scappare, che in Palestina muoiono in tanti per la guerra, perché c’è un popolo che vuole la loro terra e si ritiene superiore.
A sei anni mi ha risposto: «Ma non ha senso. Siamo tutti uguali!»
Come al solito i bambini sono gli unici a vedere il re nudo.
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Gli uomini, le donne e i bambini non sono tutti uguali. Alcuni sono più dolci, altri più amari, altri ancora salati. I fascisti, no. Loro hanno tutti lo stesso cattivo odore e sapore.
masterchef cannibal
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Viviamo nel mondo delle professionalità calpestate.
Ieri mi è capitato di vedere un trailer del classico film di animazione attualmente al cinema. E mi ha colpito, nel finale, quel: “Con la voce di Ciro Priello”. È veramente questo, che siamo diventati. Penso a una miriade di attori sconosciuti sparsi per l’Italia, che hanno studiato recitazione per anni, che si barcamenano tra una compagnia teatrale e l’altra. E poi, lì, ti compare quel: “Con la voce di Ciro Priello”. Non mi soffermo su quella persona, per cui tuttavia nutro una discreta antipatia, e che non mi fa ridere nemmeno negli istanti più felici della mia vita. No, non è il soggetto in sé, il punto. È il fatto che una persona, che di fatto è nata professionalmente facendo video “comici” su YouTube, venga assurta addirittura al ruolo di doppiatore per un film con una significativa distribuzione commerciale. Tutto ciò mi fa rabbrividire. Quante persone ci sono, là fuori, più meritevoli? Probabilmente non riuscirei nemmeno a contarle tutte. Però, ecco, come dicevo è proprio questo che siamo diventati. L’immediatezza del richiamo di un nome di “alto calibro” (immagino che sia così che venga percepito), prevale su tutto il resto. Prevale sul merito, sulla professionalità, sulla bravura. Qualcuno mi dirà che il tizio in questione è anche bravo. E pazienza, magari sarà anche vero, ma non è questo l’oggetto della mia disquisizione. Io mi limito a pensare a chi fa fatica a sbarcare il lunario pur meritando di lavorare in contesti di tale portata. E il problema è che questo discorso non vale solo per il mondo dello spettacolo, precario di per sé. Ovunque ci sono persone “raccomandate”, o quantomeno segnalate, che riescono ad occupare posizioni grazie a scorciatoie o scambi di favori. Il signor Priello avrà sicuramente svolto un regolare provino, sarà sicuramente stato visionato e valutato in modo corretto, non ho elementi per affermare il contrario. Ma applichiamo il tutto alla nostra misera vita quotidiana, e riscontriamo quanto in questo paese (e in generale in questo mondo?) la professionalità sia calpestata. Conta più come si appare, come ci si vende, quello che si offre. Vale per le donne, per gli uomini, per tutti. Ci pensate, ragazze, a come sarebbe bello un mondo dove conta realmente quello che si è, e non il ruolo che si interpreta? Siamo tutti inondati di titoli, di definizioni, di etichette, e si perde l’essenza di ciò che siamo. Si perde il significato, la differenza tra la mediocrità e la maestria. E la cosiddetta intelligenza artificiale sarà un ostacolo ulteriore per molti aspetti dell’umanità. Io ho voglia di verità, di genuinità, di originalità. Voglio essere sorpreso dalla novità che si discosta dalla massa, da quell’aspetto inedito che sorprende. Sono stanco della riproposizione di schemi sempre uguali a loro stessi. Valorizziamola, la professionalità. Anziché affossarla, azzopparla, neutralizzarla. E non lasciamo che chiunque possa improvvisarsi, in qualsiasi campo. Volente o nolente bisogna studiare, per crescere. Va accettato.
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Sto ascoltando sempre più uomini che si lamentano della superficialità femminile e sempre più donne che si lagnano dell'inconcludenza maschile. Girano video in cui a cambiare sono soltanto le facce e quella specie di umorismo con cui infiocchettano la loro frustrazione, mentre i discorsi sono tutti uguali.
É un continuo accusarsi a vicenda, un continuo noi e loro, oltre al fatto che palesemente non sanno cosa fare.
Vorrei dire a queste persone che la sensazione di catastrofe relazionale non è solo una sensazione e che andrà peggiorando. Uomini e donne sono sempre più assuefatti da modelli culturali e personalità fallaci da non interessarsi nemmeno più del perché sono al mondo e che cosa dovrebbero fare insieme a un partner. A parte scop..re ovviamente, perché l'istinto animale resta sempre in pole position.
Chiunque ha capito l'andazzo si sta ormai dedicando ad altro e probabilmente a costruire o ricostruire se stesso ponendo focus molto diversi e superiori. Ha imparato a selezionare in base ai suoi valori e soprattutto non teme più di restare da solo.
Mentre gli altri continuano a incolpare l'altro.
Dunque che si fa? Non si tromba più?
Fino a quando ti fai questa domanda significa che sei saturo di pulsioni basiche, non hai capito cosa significa respirare per uno Scopo di Vita e peggio ancora non hai la volontà di trovare il tuo.
Le persone che vivono con queste problematiche sono energeticamente bloccate nel secondo Chakra (iperattività sessuale, scarsa autostima, inaffidabilità) e per certi aspetti stanno regredendo al primo.
Se fai parte di questo circuito e non te ne rendi conto non può aiutarti nessuno, per cui continuerai a lagnarti subendo tutte le conseguenze. Se te ne rendi conto e vuoi uscirne devi lavorare sulla tua determinazione, sulla volontà e sulla responsabilità, e usare l'energia sessuale verso la costruzione di un obiettivo funzionale e concreto.
Cioè correggere e cambiare tu, prima di screditare e obiettare sugli altri. Fino a quando li vedi e ti lasci trascinare nella lamentela fine a sè stessa, significa che ne fai parte.
#obiettivi#focus#crescita personale#volontà#discernimento#responsabilità#mondo marcio#chakra#zombie#società#società malata#svegliatevi#aprite gli occhi#sistema#schiavi#sessualità#rincoglioniti#consapevolezza#osservazione#relazioni#uomini#donne#gabbie#matrix#lagnarsi
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Come sorgessero dal nulla, su quelle barche in balia delle onde, migranti, spesso li crediamo soli al mondo. Queste entità senza volti, senza nomi, senza parenti, come mai nati, bambini, donne, uomini, magari siamo convinti che nessuno li piangerà, nessuno li cercherà, come li chiama quello che fa il ministro: "carico residuale".
Poi vedi gente piangere, un fratello, un nonno, una sorella, un cugino, una madre; li chiamano con i loro nomi, li fanno vivi: "lo stavo aspettando..." - "sperava in una vita migliore in Europa..." - "ci siamo sentiti ieri..." - "amava il calcio..." - "Aveva solo sei mesi...".
Mostrano foto, raccontano momenti, parlano di guerra, di torture, piangono sulle bare, quelle marroni e quelle bianche. Esseri umani, nient'altro che esseri umani, proprio uguali a tutti gli altri esseri umani, con le loro storie, il loro passato, le loro lacrime, un nome e un cognome, e poi la disperazione, proprio come gli altri esseri umani quando sono disperati e cercano una mano tesa. Una mano che non hanno trovato, perché qualcuno si crede più essere umano di altri.
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siamo tutte Giulia e siamo tutte stanche di essere uccise.
tutte le parole possibili sono inutili, nulla farà tornare Giulia a casa, nulla potrà placare il dolore della famiglia e degli amici e delle persone che conoscevano Giulia. Giulia è l'ennesima donna uccisa da un uomo che le stava vicino. Giulia è l'ennesima donna uccisa da un uomo. uccisa.
avere la sensazione terrificante quella sera, appena letta la notizia, di sapere già cosa fosse successo è straziante. la conferma mi distrugge.
non tutti gli uomini sono uguali ma tutte le donne rischiano.
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“Ciao Donna, ti vorrei parlare.
Siediti e guardami negli occhi. Si, hai capito bene: negli occhi. Molti Uomini lo fanno ancora, anche se ti è difficile crederlo.
Volevo dirti che non siamo tutti uguali e che non e' vero che noi non proviamo sentimenti.
Li proviamo proprio come li provate voi, solo che a volte ci è difficile dimostrarlo.
Molti di noi sono cresciuti con la convinzione che mostrare i sentimenti faccia meno maschio, è vero, ed allora ci atteggiamo a duri e a spacconi che ostentano la collezione di donne come fosse una gara, ma ti assicuro che è vero solo un quarto di ciò che raccontiamo. Ti lasciamo li in sospeso e dosiamo le attenzioni per farti desiderare la nostra presenza. Ti facciamo credere che oltre a te ce ne sono altre cento che ci vogliono.
Ma cerca di capire, lo facciamo solo perché vogliamo sentirci forti, grandi, sicuri e desiderati. Insomma vogliamo farci credere quello che non siamo.
E tu così Ti senti in obbligo a darci il meglio, per essere considerata.
Perdonaci, ma non sappiamo nemmeno di valere qualcosa, ed allora cerchiamo le tue gratificazioni.
Ed allora ti diamo un contentino, un pezzetto del nostro tempo. Ma come fosse un favore, eh...non chiedere di più.
Finché arriva il giorno che tu ti stanchi e non ci vuoi più. Ti guardi intorno convinta che non possono essere tutti cosi gli uomini, che deve esserci per forza qualcuno che sia degno di essere chiamato Uomo.
Ed allora, quando proprio non ci speravi più , lo trovi.
Trovi un Uomo che ti parla guardandoti negli occhi, come sto facendo io. Che ti sorride e ti mette a tuo agio, ti apprezza, ti ascolta e non ti sminuisce lasciandoti in un angolo ad aspettare il tuo turno.
Trovi qualcuno a cui è stato insegnato cosa voglia dire il rispetto, la considerazione e la lealtà.
La bellezza di guardare due occhi per volta senza confondersi con altri occhi tutti uguali.
La bellezza di sentire che sei desiderato da una Donna che ti vuole ma vuole solo te.
Perché sei Tu, perché non hai una collezione di conquiste, ma la capacità straordinaria di saper conquistare una Donna per quello che sei dentro, perché non hai la capacità di dormire in troppi letti.
Ed è questo che ti fa grande, che ti fa unico.
Che ti fa Uomo per davvero.
So Che sei disillusa, ma credimi, guardami negli occhi .
Ci sono ancora Uomini veri.
Ma anche loro sono in cerca di Donne vere.”
- Paola Delton
#citazione#citazione del giorno#citazioni#citazione d'amore#citazioni d’amore#uomo#essere uomo#uomo e donna#uomo vero#bellezza#donna
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Krzysztof Kieślowski parla di Film Bianco e del montaggio:
tutti e tre i film iniziano allo stesso modo, nei sotterranei della civiltà e della tecnologia.
Il primo film inizia sotto una macchina, il secondo inizia con un nastro trasportatore all'aeroporto, e il terzo, con la macchina da presa che scorre sulle linee elettriche.
Volevamo mostrare il fatto evidente che noi usiamo tutti i tipi di oggetti ogni giorno, senza nemmeno renderci conto quanto sono complicati e potenzialmente pericolosi questi oggetti.
Questo vale per tutti gli inizi.
Qui, il film parte con delle valigie sul nastro trasportatore.
Un po' prima. Qui. Da qui partono i titoli di testa, valigie su un nastro trasportatore.
Poi abbiamo un'inquadratura in cui mostriamo la gamba del protagonista.
Ciò che è importante in questa inquadratura è che il protagonista sta battendo i piedi.
Non sta camminando davvero. Ha fretta, va da qualche parte, ma la sua camminata è goffa, le scarpe che indossa, il suo cappotto poco attraente, il suo abbigliamento non è elegante (è un eufemismo)
tutto questo è molto importante per noi.
La cosa principale era collocare il protagonista in un ambiente appropriato, un luogo dove possiamo vedere che non si adatta.
Era veramente importante.
C'è una scena piuttosto lunga realizzata con inquadrature a figura intera per poter vedere il protagonista nella sua interezza, il suo aspetto, la sua goffaggine.
Non è alto.È perso. Si pulisce le mani sulla giacca. Sembra un pò spaventato dalle macchine.
Qui attraversa la strada con Marin Karmitz, che lavorava come comparsa. Si pulisce le mani. Ha paura delle macchine.
E allora abbiamo avuto l'idea, durante il montaggio, che il film non avrebbe dovuto iniziare così.
Così, durante il montaggio, abbiamo deciso di far entrare in scena il protagonista, nel modo più sintetico possibile, in tribunale per il divorzio.
Così, per portarlo lì in modo rapido e sintetico, ho pensato di usare le valigie più volte. Innanzitutto, un primo piano delle valigie…
Nella seconda inquadratura, qui, le valigie sul nastro trasportatore, la telecamera mette chiaramente a fuoco una delle valigie. La individua. La osserviamo.
Lì, abbiamo raggiunto il tribunale, e saltiamo una parte del percorso al passo successivo.
Ecco, è una piccola aggiunta. Mi hai chiesto come monto. Lo puoi vedere lì. Ho visto che questa inquadratura non era convincente.
Mancava qualche dettaglio, come un primo piano sulle gambe o altro che ci permettesse di effettuare la transizione sul primo piano del protagonista. Lì.
Questo primo piano non era bello, e anche questa panoramica non aveva un bell'aspetto. L'ho visto durante il montaggio.
In seguito, abbiamo girato in un'altra location, sui gradini di una chiesa a Parigi, la scena con i piccioni. Questo ci ha permesso di andare dai piccioni alla sua faccia.
Naturalmente, è ovvio, questo protagonista marchiato dal piccione, è una specie di archetipo. Se si marchia qualcuno, non importa con cosa lo si marchia, sai che quello diverrà importante nella storia.
Qui siamo sul primo piano. Vediamo chiaramente cosa è successo. Non è un documentario, perciò non è un vero piccione.
Michel, il nostro ragazzo degli effetti speciali, che stava proprio qui su una scala alta, ha premuto lo stantuffo di una siringa riempita con quelli che sembravano escrementi di piccione.
In un certo senso, questa particolare scena riassume perfettamente l'intero film. Il protagonista spaventa il piccione, il piccione vola via, e lui rimane là,
sorridendo dolcemente, guardando il piccione, finché il piccione non gli caca sulla spalla.
Allora, ovviamente, sente che il destino lo sta maltrattando. Stava osservando questo piccione con una tale gioia che si sente umiliato.
Il tema del film è l'umiliazione gli uomini non sono e non vogliono essere uguali. Il film è anche sull'uguaglianza.
Il protagonista non è allo stesso livello di tutti gli altri. Nella prima scena, gode di qualcosa che si alza nel cielo, che svolazza in maniera molto bella,
e questo oggetto di intenso piacere gli procura dolore. Viene immediatamente umiliato, non solo perché il piccione caca sulla sua spalla, ma perché il suo candore nei confronti della natura lo ha tradito.
Il piccione simboleggia la natura anche se la scena si svolge in città. Volevamo davvero che Zbigniew trasmettesse questo messaggio.
#krzysztof kieslowski#montaggio#film bianco#three colors: white#editing#interview#intervista#video#english subtitles#french subtitles
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Vorrei la dignità di chi si lascia poi torna assieme, poi fanno diventare la relazione aperta, cambiano sessualità ogni 3x2 e poi si lamentano che gli uomini o le donne sono tutti uguali.
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Sarebbe meraviglioso apprezzare anche con l'aiuto dell'immaginazione ...i tratti dei tuoi occhi o delle tue labbra, oltre alla generosità di madre natura nei tuoi tratti curvilinei...
(Spiacente per molte, ma gli uomini non sono tutti uguali)
⭐
youtube
potevAnon stupirvi con effetti speciali
(sei tu che mi prendi in giro, vero?)
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I colori della differenza
Tendiamo un po' tutti ad associare gli stessi colori agli stessi oggetti, agli stessi luoghi, alle stesse persone e via discorrendo.
Al cielo l'azzurro, all'erba il verde, il giallo al sole, il bianco alla neve. Il nero alla persona che proviene dall' Africa, il rosso agli indiani d'America.
La domanda da porsi tuttavia è la seguente: ma ciò che indichiamo come colore caratterizzante un oggetto, un popolo, un sentimento, è il solo colore che possiede? L'unico che lo caratterizza?
Prendiamo il cielo, il cielo è solo azzurro? Se colorassi un cielo di rosso, di nero o di rosa sarebbe sbagliato?Il cielo non si colora di rosa quando la notte lascia spazio all'alba? Non diventa grigio o nero quando si carica di nuvole temporalesche?Forse non prende un colorito porpora quando volge alla sera con il tramonto? Non è blu quando ormai è notte o biancastro perché riflette la neve nelle giornate invernali?
Il mare? Non è forse verde, blu, celeste, rosso, nero, trasparente, a seconda della temperatura delle sue acque, del micro e macro sistema che la popola, del maggiore o minore inquinamento ambientale e delle diverse stagioni?
L'erba non può bruciarsi e diventare color paglia? Non può animarsi di fiori e insetti e diventare arcobaleno o coprirsi di foglie e diventare autunnale oppure bianca perché sepolta sotto la coltre nevosa?
Il sole non può essere pallido oppure arrossire? La neve non può essere colorata dalle risate dei bambini e scurirsi per i tanti passi che l'hanno sporcata?
E l'uomo? Non siamo forse noi, gli "uomini bianchi", quelli più colorati?
Mi sovviene alla mente una bellissima poesia di Senghor, poeta senegalese che recita così:
" Caro fratello bianco
quando sono nato ero nero
quando sono cresciuto ero nero
quando sto al sole sono nero
quando sono malato sono nero
quando io morirò sarò nero.
Mentre tu uomo bianco
quando sei nato eri rosa
quando sei cresciuto eri bianco
quando vai al sole sei rosso
quando hai freddo sei blu
quando hai paura sei verde
quando sei malato sei giallo
quando morirai sarai grigio.
Allora, di noi due, chi è l'uomo di colore?"
Perciò, ogni cosa ha un solo colore oppure tutti, il mondo intero, ha milioni di sfumature? C'è solo il bianco ed il nero, il rosso ed il giallo oppure esiste il rosso corallo, il rosso porpora, il giallo canarino, il ciano e così via? È diverso chi vede il mondo con tutte le sue sfumature oppure chi solo in un unico colore?
È meglio essere un colore in una scatola di pennarelli tutti uguali oppure è meglio mischiare insieme più colori ed essere un pennarello unico al mondo?
Se coltiviamo la nostra unicità, se impariamo a vivere a colori, a conoscerne le sfumature, a proiettarle dentro di noi e proiettare all'esterno le nostre, coltivando come un dono la nostra diversità siamo prodi o siamo stolti?
Forse solo noi stessi.
-umi-no-onnanoko (@umi-no-onnanoko )
#life#vita#umi-no-onnanoko#writing#write#writer#scrivere#scrittura#scrittrice#16.11.23#i colori della differenza#colore#colors#differenza#difference#creatività#creativity#riflessione#reflection#unicità
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Coccodrillo di Caimano
di Marco Travaglio
Non entrerò mai in politica. Scendo in campo. Il Paese che amo. Un nuovo miracolo italiano. L'Italia come il Milan. Basta ladri di Stato. L'amico Craxi. L'amico Gelli. L'amico Dell'Utri. L'amico Mangano. L'amico Previti. L'amico Squillante. L'amico Metta. Il lodo Mondadori. La rivoluzione liberale. L'uomo del fare. La villa fregata all'orfana. Da giovane ero anch'io donnino di casa. Mamma Rosa. Il mausoleo di Arcore. Il Polo delle Libertà. Voglio Di Pietro ministro degli Interni. Il decreto Biondi. Giuro sulla testa dei miei figli. Mai pagato tangenti. Milano negli anni 70 era un calvario, dovevi far passare la pratica da un ufficio all'altro con l'assegno in bocca. Vendo le mie tv. Lasciatemi lavorare. Sono l'unto del Signore. Mai detto che sono l'Unto del Signore. Cribbio. Mi consenta. Il ribaltone. Dini e Scalfaro comunisti. Prodi utile idiota dei comunisti. D'Alema comunista. L'amico Massimo. La Bicamerale. La Costituzione comunista. Le toghe rosse. La Casa delle Libertà. Chi vota a sinistra è coglione. Le mie tv hanno una linea editoriale autonoma all'85%. I miei giornalisti sono tutti di sinistra. Fede è un eroe. Putin è un amico fraterno, un dono del Signore, ha sentimenti delicati, un vero democratico. L'amico George W.. Ai consìder sdesdov Iunade Steiz nos onli a fleg ov e cantri…
Gheddafi è un leader di libertà. Le tangenti alla Guardia di Finanza, nel sentire della gente, non sono considerate reato. Dell'Utri è persona di così profonda moralità e religiosità da non poter essere connivente, non ha attaccamento al denaro, molte volte gli dico: non fare come Giorgio Washington che curava gli interessi dello Stato e mandava in malora la famiglia. Non farò condoni. Concordato e scudo fiscale. Condono fiscale ed edilizio. All Iberian mai sentita. Mills mai conosciuto. Signor Schulz, la suggerirò per il ruolo di kapò. Siete turisti della democrazia. Romolo e Remolo. L'Islam civiltà inferiore. Tutta colpa dell'euro. Le corna. Il cucù alla Merkel. La mafia, poche centinaia di persone. Gli ellepì con Apicella. L'elisir di Scapagnini. Rasmussen è meglio di Cacciari, gli presenterò mia moglie. Mangano è un eroe, non ha parlato: si comportava bene, faceva la comunione nella cappella di Arcore. Il Contratto con gli italiani. Un milione di posti di lavoro. Meno tasse per tutti. Le grandi opere. Il Ponte sullo Stretto. Sono stato frainteso. Biagi, Santoro e come si chiama l'altro… Luttazzi hanno fatto un uso criminoso della televisione pagata coi soldi di tutti. Montanelli e Biagi erano invidiosi di me. La Piovra rovina l'Italia all'estero. Il falso in bilancio. La Cirami. Il lodo Maccanico. Il lodo Schifani. La Cirielli. Tutti sono uguali di fronte alla legge, ma io sono un po' più uguale degli altri.
Ciampi comunista. La legge Gasparri. Il salva-Rete4. L'Economist comunista. Signora, che ne direbbe di una ciulatina? Bertolaso uomo della Provvidenza. Mussolini non ha mai ucciso nessuno, anzi mandava la gente in vacanza al confino. Sarò felicissimo di conoscere il papà dei fratelli Cervi, a cui va tutta la mia ammirazione. Caro Blair, sono laburista anch'io. La giustizia a orologeria. I giudici sono matti, antropologicamente diversi dal resto della razza umana. Telekom Serbia è tutta una tangente. La Mitrokhin. I brogli di Prodi. I comunisti cinesi bollivano i bambini per farne concime. Farò sparire la spazzatura da Napoli in tre giorni. Ho 109 processi con mille giudici. Sono sempre stato assolto. Chi scrive di mafia lo strangolerei con le mie mani. Il Popolo della Libertà. La bandana e il trapianto pilifero. Obama è bello e abbronzato. Il miracolo dell'Aquila. Evadere è un diritto naturale nel cuore degli uomini. Le mani nelle tasche degli italiani. La magistratura è un cancro da estirpare, peggio delle Br, come la banda della Uno bianca. Ai giudici noi insidiamo le mogli, siamo tombeur de femmes.
Agostino, la Antonella: sta diventando pericolosa, s'è messa a dire cose pazzesche in giro. Il lodo Alfano. La prescrizione breve. Il proceso breve. I legittimo impedimento. La Consulta comunista. Il Partito dell'Amore e la sinistra dell'odio. Mai frequentato minorenni. Il padre di Noemi Letizia era l'autista di Craxi. La signora Lario mente. Patrizia, tu devi toccarti. La statuetta ad altezza Duomo. Dottor Fede, cioè volevo dire Vespa. Gli amici Gianpi, Lavitola, De Gregorio e Lele. Nicole Minetti è un'igienista dentale. Ruby è la nipote di Mubarak. Il Bunga bunga. Ho una fidanzatina. Solo cene eleganti. Siamo tutti intercettati. Pagavo Ruby perché non si prostituisse. Pagavo le ragazze perché i pm le hanno rovinate. Santità, siamo i difensori della civiltà cristiana e della famiglia tradizionale. Ho otto zie suore di Maria Consolatrice. Il Family Day. Ragazze, mi toccate il culo? La culona inchiavabile. La mia condanna è un golpe. L'uveite. La pompetta. Mister Obamaaaaa! La sapete quella della mela? E quella degli ebrei e i campi di sterminio? Sono il miglior premier degli ultimi 150 anni. Non mi dimetterò mai. Mi dimetto. I grillini li mandiamo a pulire i cessi di Mediaset. Le finte nozze. Il mio Covid aveva la carica virale più alta del mondo. La signora Meloni è supponente, prepotente, arrogante, offensiva, ridicola. Putin voleva solo sostituire il signor Zelensky con persone perbene. Bisogna convincere Zagrebelsky a trattare. Vi mando un pullman di troie. Ho fatto finire la guerra fredda e ottenuto in Europa i miliardi del Pnrr. Ricordo le mie riforme del 208. Tik Tok Taaaaak. Vi tulipano tutti. Me ne vado da questo Paese di merda.
#volevo postarlo il mese scorso all'anniversario ma non trovavo la copia del fatto comprata religiosamente il giorno che è uscito#io lo dico sto testo verrà studiato tra duemila anni come oggi studiam le catilinarie#l'armonia compositiva la meticolosità#marco travaglio#il fatto quotidiano#italian stuff
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Ciao mamma, ieri sera non ti abbiamo vista tornare, abbiamo sentito uno sparo, abbiamo avuto paura.
Questa mattina le persone hanno visto la tua foto di te stesa a terra morta, le guardie ti hanno riconosciuto e hanno preso il tuo assassino.
Perché mamma ti hanno sparato?
Ti volevano tutti bene sui social, qui in Abruzzo ti facevano fotografie, video ci lasciavano entrare nei paesi, le guardie del parco ci tenevano sotto controllo.
Cos'hai fatto mamma per essere uccisa?
Hai ucciso qualche gallina?
Hai ucciso una pecora per farci mangiare e farci crescere?
Noi ora cosa faremo?
Potremo stare da soli?
Dove ci porteranno?
Noi mamma ci possiamo fidare delle persone che dicevano di volerci bene e poi ti hanno fatto del male? Sappiamo che non sono tutti uguali, da questa mattina su facebook si sta scatenando un parapiglia contro il tuo assassino, tante persone dicono che gli uomini sono peggio degli animali, una persona ha scritto addirittura che più conosce le persone e più ama gli animali.
Mammina proteggici da lassù fa che possiamo gironzolare come facevamo con te in libertà, senza che qualche orso più grande ci attacchi o qualche uomo cattivo ci uccida.
Eh già. Sarà scontato, ma sopporto sempre meno il genere umano. Poche eccezioni...
#abruzzoitaly #tristezzainfinita #orsaamarena #orsaamarenasiamotutticonte #abruzzo #abruzzodellemeraviglie #abruzzo_captures #abruzzoemotions #abruzzonelcuore#faunaabruzzo #abruzzoofficial #abruzzoofficialtravel
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“ I russi usano il pronome di terza persona plurale, onì, « essi », « loro », quando parlano genericamente di coloro che comandano: una classe remota e misteriosa, da cui non si aspettano niente di buono. Un atteggiamento simile, tipico di una società poco democratica e poco amalgamata, si ritrova in Italia; « loro » fanno i propri comodi, calpestano i diritti della povera gente per conseguire i loro obiettivi, per vincere le loro battaglie, e se agli uomini politici si attribuisce l'avidità di denaro, la voglia di arricchirsi, agli uomini dell'industria e della finanza, che già sono ricchi, si attribuiscono altri giuochi altrettanto riprovevoli, volontà di potere, lusso eccessivo, indifferenza per la pena della povera gente. Ho detto che la distinzione fra buoni e cattivi è un fatto di cultura, e dipende da fattori molteplici, educazione, ambiente, tradizioni; possiamo constatare che la globale condanna di tutta una classe dirigente, di tutti coloro che comandano, attesta una cultura piuttosto rozza, e porta a un generale appiattimento. Se tutti sono cattivi, se tutti violano le norme e calpestano i princìpi, cade l'interesse a scoprire i singoli trasgressori, e quando qualcuno cade nella rete, la condanna della pubblica opinione è distratta, perché comunque tutti immaginavano che anche quel tale, come i suoi simili, fosse un poco di buono; le sue colpe si perdono sullo sfondo della colpevolezza universale. L'arresto e la condanna di Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosiano, suscitarono sorpresa piuttosto che indignazione; sorpresa non per gli addebiti che gli erano mossi, ma per il fatto che un uomo così importante non godesse di impunità; vi fu comunque chi affermò in quei giorni che i banchieri erano tutti uguali, e che Calvi non era peggiore degli altri; era stato solo meno abile, più maldestro. C'era anche chi era convinto che Calvi fosse caduto perché gli altri potenti, invece di mantenere verso di lui la consueta omertà, lo avevano lasciato cadere; le ragioni per le quali aveva perso l'appoggio dei potenti incuriosivano più delle sue malefatte. Costruttori edili, petrolieri, grandi manager del settore pubblico sono stati denunciati, arrestati, condannati nella generale indifferenza; già si sapeva che i costruttori edificavano palazzi senza le necessarie autorizzazioni, che i petrolieri pagavano i partiti o i generali della Guardia di finanza, che i manager del settore pubblico maneggiavano fondi neri a beneficio dei partiti che li avevano nominati; o meglio, non lo si sapeva, ma lo si immaginava. La condanna globale finisce pertanto col diventare una generale assoluzione; si condanna la classe e si assolvono gli individui. “
Piero Ottone, Affari & Morale, Milano, Longanesi (collezione Il Cammeo n° 163), 1988¹; pp. 62-64.
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