#Terra Rossa
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Los colores del suelo y las interesantes historias que cuentan
Un apasionante viaje por el variado y elocuente cromatismo de los suelos del mundo
#noticiaspropronews#noticias#PROPRONews#Ciencia#Planeta#Antonio López Jordán#El Color del Suelo#Mioceno#mediterráneo#Chernozems#Vertisoles#Hematita#Terra Rossa#Cromotoponimia
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Poolhouse Poolhouse Large tuscan backyard stone and rectangular aboveground pool house photo
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Poolhouse Poolhouse Large tuscan backyard stone and rectangular aboveground pool house photo
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Large tuscan backyard stone and rectangular aboveground pool house photo
Large stone pool house with a rectangular tuscan backyard in the background
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10.Keramikmarkt im GRASSI: Leipzig am 08. & 09. Juni 2024
Und noch ein Jubiläum! 10 Jahre Keramikmarkt in den Höfen des Grassi Museums in Leipzig – ein Ambiente, wie geschaffen dafür. Die Idee, einen hochwertigen Keramikmarkt im Grassi zu veranstalten kam von Franziska M. Köllner: “Es gab immer mal die Bestrebungen im Kunstverein terra rossa e.V. etwas derartiges zu versuchen. Ich fragte vor 12 Jahren bei Dr. Olaf Thormann an und stieß auf offene Ohren.…
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#angewandte Kunst#Burg Giebichensteim#Curt R.Lehmann#Design#Feldspat porzellan#Franziska M. Köllner#Grassi Museum#Handwerk#Handwerkskunst#Hendrik Schöne Keramik#Inspiration#Keramik#Keramikmarkt#Kunst#Kunsthandwerk#terra rossa e.V.#yung potters
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[Grave disordine con delitto e fuga][Ezio Sinigaglia]
Clicca qui per acquistare il libro Titolo: Grave disordine con delitto e fugaScritto da: Ezio SinigagliaEdito da: TerraRossaAnno: 2024Pagine: 108ISBN: 9788894845488 Un giovane manager di successo, colto e sicuro di sé, al cospetto di un incantevole fattorino adolescente, in grado di scardinare l’ordine esatto della sua vita con la semplice forza della bellezza: è questo lo spunto narrativo di…
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#2024#Ezio Sinigaglia#fiction#Grave disordine con delitto e fuga#Italia#LGBTQ#Narrativa#narrativa italiana#Terra Rossa Edizioni#TerraRossa
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Mi manca...
Lo zoccolare fino in spiaggia con mia madre che mi diceva "cammina bene alza quei piedi"...pinoli per terra da schiacciare con i sassi...
l'odore della siepe di caprifoglio dalla pensione trieste al bagno emilio e quello dei giornali dell'edicola, misto a quello del mare e degli abbronzanti e della piadina...
la cuffietta bianca della piadinara...quella anziana, la prima ..che faceva le piade tirate a mattarello con il bordo frastagliato e il pezzetto di carta marroncina per portarle via ...
la luce bianca del mattino e la bassa marea con le righe della sabbia sotto i piedi, i buchini dei cannolicchi e schivare i granchi
fare capannella con il tettuccio del lettino e il telo, il caldo sulla pelle...l'odore dell'abbronzante e il libro con sabbia tra le pagine...
e aspettare le 11 che non arrivavano mai per il bagno... il freddo dell'acqua al primo tuffo o l'andare giù piano piano con tutta la pelle d'oca... i rumori attutiti quando si è sott'acqua.... il cretino di turno che ti slaccia il bikini...le spalle di mio padre per salirci a fare i tuffi...
correre sulla sabbia bollente saltellando tra un'ombra e l'altra... stendersi al sole senza fare la doccia e sentire la pelle tirare con il sale che brucia appena sulla pelle un po' scottata sulle spalle ...
il fastidio della sabbia tra le dita e lavarsi i piedi nel rubinetto sotto le docce aspettando con il costume in mano per sciacquare anche quello...il profumo dello shampoo e il rigagnolo di schiuma e acqua sulla sabbia...
il cemento rigato e rosso e bollente della banchina del porto con le barche che partivano da Milano Marittima per la gita a Rimini e la voglia di tuffarsi lì ma la mamma non voleva...e stare in equilibrio sul muretto tra la banchina e gli scogli ad aspettare gli schizzi delle onde,
il mare grosso i rari giorni che faceva temporale e a fare il bagno tuffandosi dentro le onde e ci si riempiva il costume di sabbia..
la pizza che faceva la sorella della vedova di Emilio alle cinque...e io le confondevo poi sempre quelle due...la Maria e l'Anna
Il rullo per tirare il campo da bocce e il barattolo bucato con il talco per fare le righe...e le premiazioni delle gare al pomeriggio e se le coppie erano miste io ero un po' gelosa se mio padre giocava con la mamma della cecilia perchè era così bella...
e guardarti da lontano mentre giocavi a calcio sporco di sabbia dappertutto e cominciare a scoprire quell'emozione nuova quell'attrazione mai provata... ecco cosa vuol dire innamorasi...il dondolo dell'Hotel Miramare dove per la prima volta ho capito che potevo anche godere del mio corpo...
I giardini del tennis con la terra rossa e la giostra e l'odore dei pini...
le tonde alla sera su e giù per viale Roma e baci infiniti sulle panchine, le feste al Giardino D'Estate con Gianni Togni che cantava Luna..e le puntate all'ippodromo di Cesena e le gite al Parco Naturale che mi sembrava così lontano...
Gli amici che poi non avresti rivisto più, quelli che rivedi solo lì...e quelli che sono ancora con me ......il primo primissimo bacio sul dondolo della casa in affitto ...
il rumore degli aerei con la pubblicità...la pizzeria da Duilio e il cinema Italia all'aperto ...le lacrime quando era ora di tornare e il grano nei campi era già mietuto e le arature portavano l'autunno...
Mi manca la felicità pura e spensierata di quel periodo quando ancora tutto poteva essere e ogni cosa era nuova e da scoprire ...e che non è stata mai più.
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«Non si staccava dalla sua bocca e sprofondavano sempre più l’uno nell’altra: gli sembrava di viaggiare attraverso gli spazi, una stella rossa brillava nella bianca nebbia lunare, prima fioca e intermittente, poi più forte e sempre più vicina, cresceva e si dilatava fino a diventare un’ardente fonte di fuoco, cui si attaccò con le sue labbra. E gli sembrava di bruciare senza dolore, le fiamme gli rinfrescavano la lingua come un vino aspro, e tutto – sazietà e fame, sete e refrigerio, il vigore del sole e l’angoscia del buio, il chiaro pensiero del giorno e le lunatiche elucubrazioni della notte, i piaceri e le miserie di tutta la terra – tutto gli sembrava di bere a quella fonte.»
Da «La giovinezza di Martin Birck» di Hjalmar Söderberg
#me soltanto me#ti sto ancora aspettando#a te che non esisti#soulversations#poco prima di stringerti a me#perfect soul
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Chiacchiere, camionate di numeri e chiacchiere da parte della politica. Poi capita che cammini per strada e vedi una anziana signora che perde l'equilibrio sulla scala che porta all'entrata del portone di casa, cade all'indietro e rovina a terra. Scavalco di corsa la ringhiera che delimita la palazzina e vedo che la signora perde sangue dalla testa. A terra gia' una bella pozza rossa a testimoniare che non e' andata proprio bene. Tampono la ferita con un asciugamano tirato da un signore del terzo piano. Lei, per fortuna, e' vigile. Telefono al 118 per chiedere una ambulanza, ore 12,03. Arrivo ambulanza 13,30.
Ecco!! Le chiacchiere le porta via il vento, restano i fatti: un'ora e 30 min per un soccorso al centro della Capitale d'Italia. Una nonnina lasciata stesa sotto la pioggia con la testa spaccata per tutto quel tempo.
Auguro a tutti quelli che applaudono e votano chi promette "mai patrimoniali per i ricchi" , chi difende le banche, chi promette condoni fiscali, chi difende tutte quelle categorie privilegiate di nepotismo (senza meriti personali) chi dice "le tasse sono un pizzo di Stato", di non vedere mai un vostro caro accasciarsi sul pavimento di casa o su un marciapiede mentre piove e dover aspettare un soccorso un'ora e mezza. Cosi'.. per vedere l'effetto che fa..
@ilpianistasultetto
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Una visita al Papa
Il pèndolo segnava le ùndici e mezza. E per le dieci dovèa èsser la udienza! Io aveva già esaurito ogni possìbile passatempo; aveva presa, come si dice, la consegna del luogo; fatto cioè conoscenza, non amicizia, con quattro arrazzoni che tenèan ciascuno una parete; addolìtomi il collo a mirare il dorato soffitto in cui campeggiava l’arme di Sua Santità, con due immensi chiavoni più atti a sfondare che non ad aprire le porte; gustato un pò di tutti i sedili intorno la sala, graditi assài quanto agli occhi, ma quanto a quell’altro, che, in fatto di sedie, è il migliore dei giùdici, assài poco… E poi, aveva passato in rivista i mièi compagni d’udienza: poche persone, del resto; sei o sette in nera marsina, cravatta bianca e mani sguantate, al pari di mè e dei servitori da caffè; due militari dimessi, abbigliati sul gusto dei generali delle marionette; nel rimanente, mònaci e preti dai visi o birbi o intontiti, i quali però, usi al mestiere dell’ozio, se la passàvano placidamente susurrando fra loro e stabaccando e sputacchiando in certe cassettine leggiadre poste tutt’intorno la sala. Nè a ròmpere la monotonìa, vi era che l’apparizione intrigata di qualche nuovo invitato o il frettoloso passaggio di qualche pretocchio dal mantellino di seta color violetto. Quand’ecco, la cannonata annunziatrice del mezzodì. Ciascuno si leva di tasca l’oriolo; dal cronòmetro mio allo scaldaletto del chierichino; e chi si mette a montarlo o ad aggiustarne la freccia e chi se l’appone all’orecchio e chi lo confronta con quel del vicino. E un servitore, pomposamente vestito di un damasco scarlatto, si appressa in grande sussiego al baroccofaragginoso orologio, ne apre il cristallo e con un dito guida la pigra lancia sulladodicèsima ora; poi, dà un buffetto al pèndolo, che rappresenta il gaudente faccione del sole. Ma, con esso, si riavvia anche la noja. I militari fuori di corso riprèndono a passeggiare su e giù e ad incrociarsi lisciàndosi i baffi; i mònaci e i preti a sbadigliare tacitamente, a stabaccare, a grattarsi; i signori in marsina, che non sedèttero a tempo, a non sapere più su quale gamba appoggiarsi. Ed io, cercato inutilmente di entrare in uno stanzone tutto marmi e colonne, in mezzo al quale, intorno a un braciere, stà un gruppo di Svìzzeri, in elmo e giallo-rossa divisa, cui non màncano che i dadi e il tamburo per èsser veri giudèi da sepolcro, ritorno nel vano del fìnestrone da cui mi sono staccato, e mi rimetto a guardare la sottostante amplìssima Roma. In quella, ecco risuona distintamente da Castel S. Angelo, una fanfara da bersagliere! Stranìssimo effetto! I preti sorrìsero ironicamente, i due militari arricciàronsi i baffi e si fècero d’occhio; io, dalla gioja, arrossìi. Per la prima volta in mia vita, amài, un istante, i soldati. Quell’allegra fanfara, udita in quella morta atmosfera di quattro sècoli fà, parèa dicesse, che il mondo vivèa tuttora nè mai avèa cessato dal proceder di corsa; che l’Italia s’andava compiendo a dispetto di tutti i Santi del taccuino nè così tosto si sarebbe disfatta. E lì mi coglièa la smania di vedere una schiera di que’ giòvani arditi, dalle piume al cappello, venire correndo al riscatto dei formosìssimi Iddìi vaticani, prigioni delle negre sottane, finèndola una buona volta con quella minùscola China, con quel pìccol rifugio dell’ignoranza e della immobilità, ammorbatore d’Europa. Ma quì, un gran movimento per tutta la sala. Da una lontanìssima porta, in fondo all’anticamerone de’ Svìzzeri, appariva un barbaglio di vesti d’ogni colore, e tra esso, un coso bianco, una specie di sacco. Il chierichetto, vicino mio, divenne rosso di fuoco. I due generali da burattini, si accomodàrono le pistagne e si fècer panciuti ancor più; fratume e pretame si mise a sbottirsi di tasca un nùvolo di agnusdèi, corone, crocifissi, santini, e pezze e pezzuole; trè o quattro giù, si buttàron per terra come majali. Capìi, che quel bianco che si avanzava, dovèa èsser qualcosa peggiore di un sacco. Era, difatti, Sua Santità il servo dei servi, primo fra gli inciampi al progresso, màssimo fra i nemici d’Italia.
C. Dossi, Una visita al papa da Goccie d'inchiostro [1880] in Opere scelte, Torino, UTET, 2004
Nota: l'evidenziazione nel testo è mia
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Il fondo nella tazza del mio caffè dice:
Vai al mare.
Guarda un alba
Fai un aperitivo al tramonto.
Passeggia tra i vicoli di una città che ami.
Vai nel punto più alto di Roma a guardare tetti della città.
Leggi un libro sotto un albero.
Mangia una granita alla mandorla e una brioche col tuppo.
Compra una sfogliatella
Un supplì
Una pizza rossa
Un maritozzo
Un cannolo siciliano.
Siediti per terra a piazza del campo con una birretta.
Togliti le scarpe e stai scalza.
Entra in un museo.
Cerca la bellezza.
Non avere paura.
Vivi un po' di più.
Leggere anche voi queste cose?
Per il momento mi sono alzata, ho preso il caffè, e ho fatto un sogno ad occhi aperti.
Mi aspetta una mattinata un po' così.
Buongiorno,è sabato.
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Squilla il telefono, rispondi.... Una voce che non lascia spazio al rifiuto ti dice: "vestiti in modo succinto, truccati e fatti trovare seduta al bar dove ci siamo conosciuti".. E così fai. Ti prepari con calma e arrivi a destinazione. Entri nel bar, ti accomodi ad un tavolino fuori, abbastanza appartato, e ordini da bere. Aspetti una decina di minuti quando entra un signore distinto che ti chiede di seguirlo senza fare domande. Entri in macchina, sul sedile c'è una scatola regalo con una lettera. La apri. C'è scritto solo "indossala". È una maschera nera che ti copre solo gli occhi. La macchina si ferma, scendi, quel signore ti prende per mano. Lo segui in silenzio. Il cuore batte a mille, una goccia di sudore scivola sulla tempia, un'altra goccia, più calda, scivola tra le gambe. Una chiave nella toppa, un portone si apre, entri. Ti accompagnano davanti ad una porta e li ti lasciano la mano. Resti sola e poi...... poi silenzio assoluto. Senti aprire la porta e capisci che sono io. Mi riconosci dal profumo che indosso. Ti prendo la mano e ti accompagno ad un tavolo pieno di cose da mangiare. Via il soprabito, ti metti seduta, non vedi nulla. "Apri la bocca!" ... E inizio a farti assaggiare di tutto, dolce, salato, piccante, amaro. Capisci che mi diverto nel guardare le tue espressioni del viso e nel sentire i tuoi mugugni. Avvicino la bocca alla tua, leccandoti le labbra, succhiandole, mordendole e poi butto a terra tutto ciò che era sul tavolo e ti faccio sdraiare. Piano piano ti spoglio, e gioco con te, prendo le manette e ti blocco i polsi, braccia alzate. Le caviglie immobilizzate con una corda sottile alle gambe del tavolo. Prendo la rotella di Wartenberg e inizio a giocare un po', passandola su tutto il corpo, spingendo su certi punti. Vedi che inarchi il corpo. Ti piace sentire il freddo e l'acuminato delle punte dell rotella. prendo il frustino..un bacio sulle labbra e 1..2..3..4..sul seno, sulla pancia, sulle cosce, sui piedi fino a diventare rossa ovunque. Afferro delle pinze e le stringo sui capezzoli tirando la catena verso di me. Rallento, respiro, ammiro il tuo corpo e le mie mani scivolano dentro di te...senza fermarsi un attimo...... Senti la mia mano sul collo che stringe poi........ Solo calore ovunque, frutto di un orgasmo potente.
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ce n’ho abbastanza per comprarmi una bottiglia di vodka un chilo di arance un amburg il pane tondo una birra un pacchetto di marlboro. E poi mangio l’amburg col pane tondo tostato e bevo la birra e fumo la marlboro e poi spremo due arance con la vodka. E poi esco e incontro la più grande figa della mia vita con gli occhi verdi e le ciglia nere e la bocca rossa e le mani nervose e decidiamo cazzo di non fare nessun film di non scrivere nessuna stronzata di non recitare nessuna cagata e di non andare in campagna e di non occuparci della casa né della merda né dei capelli né dei comunisti. Io butto nel fiume il trench di mio fratello io compro i biglietti per la partita roma-river plate io raccolgo gli occhi nella spazzatura io accompagno mio figlio nel paradiso totale senza nessun pericolo né gas né elettricità né politica né bicchieri né coltelli né stanze di pavimento. E lei scompare come le ore e appare come le ore e me ne frego della pensione e me ne frego di morire me ne frego dei fascisti e dovunque mi sdraio sogno e ho sempre voglia di baciarla e gli alberi respirano e le nuvole di merda si spaccano e da dentro partono razzi luminosi e dovunque sono vivo e non ho nessuna paura né dei rinoceronti né dei serpenti né degli appuntamenti e butto via l’elmetto e esco dalla trincea delle spalle di piombo e mando affanculo tutti gli stronzi cagacazzi della terra e grido come un’arancia stellare e viaggio nella luce dell’ananas e cago cicche d’oro sulla faccia dei nazi-igienisti maledetti puliscicessi. Buttare via il tempo della vita a lucidare i bidè e conservare i bicchieri e sorridersi a culo sbarrato e invecchiare come i più stronzi prima di noi. Maledetti cagoni falsi e vigliacconi. lei apparirà. Bruciando i tampax dell’anima sanguinante. apparirà con gli occhi verdi e ciglia nere e bocca rossa anima luminosa come arcobaleno puro radice che spiega con tutta la chiarezza perché questa merda è merda e finirò di vivere la vita con la paura di vivere la vita.
Victor Cavallo - Ce n'ho abbastanza
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Immagino che sappiate tutti che esiste un punto, nei pressi del gomito, che se colpito fa un male boia, con scosse che arrivano fino alla mano. Credo che più o meno sia qui, dove c'è la X rossa
Ecco, con mio sommo gaudio e amplissima felicità ho scoperto che esiste un punto analogo, che non saprei ritrovare con esattezza perché è la prima volta che lo trovo, sul ginocchio.
Un passo. Un semplice passo, anche relativamente lento, per spostarmi di 40 centimetri verso la mia sinistra e alla smodata velocità di... boh? 8 metri l'ora, probabilmente, lo spigolo appuntito della sedia mi si pianta in quel punto del ginocchio.
Sono praticamente caduto a terra, con l'istinto di allungare la gamba il più possibile e la voglia di piangere come se fossi stato colpito con una Morning Star.
Se Dio esiste, è un sadico bastardo. Se non esiste, allora è colpa della selezione naturale. Comunque qui, qualcuno, è un sadico bastardo.
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PRIMA PAGINA Metro Milano di Oggi martedì, 24 settembre 2024
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Keramikmarkt im Grassi: Leipzig am 10. & 11.06.2023
Der „Kunstverein terra rossa e. V.“ organisiert auch in diesem Jahr wieder den Keramikmarkt in den beiden Innenhöfen des Grassimuseums Leipzig, verbundenen mit der Vergabe des Keramikmarktpreises. An die 60 von einer Jury ausgewählte Keramiker aus dem deutschsprachigen Raum, aus Japan, Frankreich und Polen und Tschechien präsentieren und verkaufen aktuelle Arbeiten. Von gut gestalteter…
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