#Storia di Terni
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umbriasud · 1 year ago
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A Terni l’élite dei calzolai: da Metelli a Florio e la sua raccolta di “santini speciali”
Storia e Memoria di SERGIO BELLEZZA Il collezionismo per gli Italiani più che un hobby, è una vera e propria mania. Collezionano di tutto: dagli oggetti d’arte alle scatole di fiammiferi, dai trenini elettrici ai modellini d’auto, dai soldatini di piombo alle figurine, dai vecchi giornali agli antichi amanuensi. … Leggi tutto_>>
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calabria-mediterranea · 6 days ago
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"Mongiana” è il secondo estratto dal nuovo disco di inediti pubblicato il 10 gennaio 2025.
“Fra le tante storie che il mio sud mi ha raccontato, quella di Mongiana è forse la più clamorosa, perché va a ribaltare un'immagine consolidata da decenni e da secoli, l'immagine di una Calabria arroccata nelle sue antiche tradizioni e incapace da sempre di interpretare e affrontare la modernità. Eppure, le splendide case operaie costruite a metà Ottocento sono lì e ci rimandano alla presenza di 2800 operai e tecnici che curavano la produzione siderurgica della più grande fabbrica dell'Italia preunitaria, sfornando l'acciaio utilizzato per il ponte sul Garigliano e per le rotaie della ferrovia che da Napoli saliva a Bologna. Con l'Unità quella fabbrica fu dismessa e gli altoforni furono trasportati a Terni e a Lumezzane. A parte la dissennata dismissione, mi ha scosso la totale rimozione del nome Mongiana da tutti i libri di storia, da tutti i pensieri, da tutti i ricordi. Al punto che oggi quel racconto appare come un sogno lontanissimo dalla realtà. E allora mi viene incontro la realtà della musica popolare calabrese, per provare a infrangere con il suo ritmo quel tabù impenetrabile, quella storia incredibile.”
Il brano racconta la storia delle Reali Ferriere di Mongiana, una delle fabbriche siderurgiche più importanti del XIX secolo, la cui chiusura con l’Unità d’Italia segnò un colpo durissimo per la Calabria. Un evento che portò una "dissociazione" tra la storia e la memoria collettiva: il nome di Mongiana venne cancellato dai libri, dai racconti e dalla coscienza comune, come se quella pagina fosse stata volontariamente rimossa. Eugenio Bennato dà voce a questa dimenticanza, cercando di riaccendere un ricordo soffocato e sfidando il silenzio che ha avvolto la vicenda: invita a riflettere su "che fine ha fatto il nome di Mongiana", tentando di recuperare una memoria storica negata e utilizzando il ritmo e le tradizioni della musica popolare calabrese come strumenti di riscatto e di consapevolezza.
Testo e musica: Eugenio Bennato
Produzione musicale: ERASMO PETRINGA
etichetta: Sponda Sud
Ufficio stampa BIG TIME - Ufficio Stampa per la musica
Archi: OSB - Orchestra Sinfonica Brutia
direttore: M° Francesco Perri
primo violino: Manuel Arlìa
cori: Sonia Totaro Erasmo Petringa Laura Cuomo Letizia D'Angelo Edoardo Cartolano Le Voci del Sud Francesca Migliore
video artwork: Giuseppe Sottile
mix&mastering: Massimiliano Pone - Godfather Studio
Regione Calabria
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diceriadelluntore · 2 years ago
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Innamorati
Una festa è un periodo di tempo dedicato a celebrazioni particolari, a riti e a liturgie ben distinti dalla vita e dal lavoro quotidiani. Le feste scandiscono sia il ciclo dell'anno sia la vita individuale, nel cui ambito rappresentano a volte riti di passaggio da uno status a un altro. È anche l’occasione per rendere santo un giorno particolare, cioè secondo l’accezione etimologica (dal latino sanctus, participio passato di sancīre, sancire una patto), dargli una inviolabilità in quanto protetto da una sanzione: gli ambasciatori, i tribuni della plebe, le mura, le porte; quindi, in genere, tutto ciò che, consacrato da una legge morale o religiosa, è per ciò stesso inviolabile, o ciò che, per comune consenso degli uomini, è religiosamente venerato o è considerato degno di venerazione (Santo, Enciclopedia Treccani).
Oggi è un giorno che la chiesa Santifica ad un santo, San Valentino da Terni. Comunemente, è considerato “patrono degli innamorati”. Secondo una leggenda, infatti, battezzò un giovane romano pagano, Sabino, per sposare la sua amata cristiana, Serapia, nei momenti appena precedenti la morte di lei, improvvisamente ammalatasi di tifo. Secondo la leggenda, la benedizione di Valentino, dette un sonno ristoratore e beato alla coppia, che così potette vivere insieme nell’eternità. 
Da un punto di vista più storico, la testimonianza più antica su San Valentino è contenuta nel Martirologio geronimiano scritto nel V secolo, che riporta la memoria del 14 febbraio presso la comunità cristiana di Terni; un secolo dopo la primissima citazione di Valentino del Martirologio, nella Passione di Maris, Marta, Audiface e Abacuc viene raccontata la storia di un prete di Roma che guarisce dalla cecità la figlia del principe Asterio e battezza lei, il padre e tutti i membri della famiglia, trovando la morte il 14 febbraio sulla via Flaminia, durante l’impero di Claudio II, e cioè tra il 268 e il 270. Il martire viene sepolto in quella che diventerà poi la Catacomba di San Valentino, al secondo miglio della Flaminia, sulla quale verranno edificati anche una chiesa e un monastero. La ossa del santo, tuttavia, verranno traslate nel IX secolo nella basilica di Santa Prassede. Il testo più importante riguardo alla vita di san Valentino arriva invece intorno al 725 ed è la Passio Sancti Valentini, che racconta la storia dell’oratore Cratone, il cui figlio soffre di una gravissima malattia alle ossa; un amico gli consiglia di rivolgersi a Valentino, cittadino e vescovo di Terni, che guarisce il ragazzo e converte al cristianesimo Cratone e tutti i suoi allievi, tra i quali figura anche il figlio del prefetto Furio Placido, che fa decapitare il vescovo il 14 febbraio al 68° miglio della via Flaminia. Il corpo viene recuperato da tre discepoli e sepolto in un cimitero fuori le mura di Terni, dove sorgerà poco dopo la basilica a lui intitolata. Dal racconto, tuttavia, è assente sia la data del martirio, sia qualunque riferimento che possa aiutare a collocarla. Per convenzione, si festeggia il giorno di San Valentino, il 14 Febbraio, data in cui si sa che fu martirizzato per decapitazione, anche la festa degli innamorati: tutte e due le cose sono non del tutto certe, ma la seconda lo è di più della prima.
Infatti il binomio San Valentino - Innamorati risale a tempi molto più recenti, cioè al XIV secolo, quando Geoffrey Chaucer, il grande scrittore e drammaturgo inglese, associò il giorno del santo a quello in cui gli uccelli formano le coppie. Ma c’è una distinzione: Chaucer individua il 2 Maggio, giorno di San Valentino patrono di Genova, il primo vescovo dell'arcidiocesi di Genova, carica che mantenne dal 312 alla morte nel 325, ma il culto è relegato solo all’area genovese. Nel 1391 John Clanwowe anticipa la festa degli innamorati al 14 febbraio. La fusione delle date nasce dal fatto che il San Valentino di Terni è molto più importante e venerato di quello di Genova proprio grazie alla sua celebrità.
In verità, tutto nasce da una sovrapposizione di date e di santi: nel 496, papa Gelasio I, 49° Vescovo di Roma, abolì i Lupercalia Romani, dei riti che si tenevano dal 13 al 15 Febbraio, in onore del dio Fauno nella sua accezione di Luperco (in latino Lupercus), protettore del bestiame ovino e caprino dall'attacco dei lupi. Tuttavia non sostituì nessun altra ricorrenza, se non quella storia del martirio di Valentino da Terni, che non aveva nessun legame con gli innamorati.
Ma è altrettanto vero che la fama della prima leggenda si sviluppò moltissimo nel centro e nel Nord Europa, tanto che esistono decine di reliquie del Santo sparse in Italia, Francia, Austria, Germania, Polonia e persino Dublino. Tanto è vero che Ofelia nell’Amleto (1602) dice:
Dimani è il giorno di San Valentino, e fino dal primo lume dell’alba io mi posi alla finestra per divenire la sua fidanzata. Allora egli sorse e indossò i panni e apri la porta della sua stanza e fece entrare la vergine, che tale non si dipartì più dl là.
W. Shakespeare, Amleto, Atto IV, Scena V 
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Casteldilago (Terni): Un Tesoro Medievale nel Cuore Verde dell’Umbria
Scopri il fascino di Casteldilago, un borgo incastonato tra le colline umbre, dove storia, natura e tranquillità si incontrano in un perfetto equilibrio.
Scopri il fascino di Casteldilago, un borgo incastonato tra le colline umbre, dove storia, natura e tranquillità si incontrano in un perfetto equilibrio. L’Umbria, conosciuta come il cuore verde d’Italia, offre paesaggi mozzafiato, borghi antichi e una natura incontaminata che la rendono una meta imperdibile per chi cerca una fuga dalla vita frenetica della città. Tra le sue numerose meraviglie…
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storiearcheostorie · 4 months ago
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Mostre / Quando Velzna diventò Volsinii: a Orvieto il racconto della conquista romana della città etrusca (265-246 a.C.)
ARCHEOLOGIA | Mostre / Quando Velzna diventò Volsinii: a Orvieto il racconto della conquista romana della città etrusca nel 265-246 a.C. I dettagli su Storie & Archeostorie
Redazione Ha aperto i battenti il 7 settembre a Orvieto (Terni), all’interno degli spazi del Museo Etrusco “Claudio Faina”, la mostra “Volsinio capto. 265-264 a.C.”, dedicata a un episodio centrale nella storia dell’Etruria: la conquista di Velzna (Volsinii, in lingua latina), l’odierna Orvieto, l’ultima città-stato etrusca a cadere in mano romana negli anni 265-264 a.C. L’esposizione,…
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tremaghi · 1 year ago
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Per San Valentin la lodola fa il nidin
Oggi si festeggiano gli innamorati, legati dalla tradizione cristiana a San Valentino, il martire di Terni, festività istituita nel 496 da Papa Gelasio.Una delle tante storie legate a questa festa narra di Serapia, fervente cattolica e Sabino, centurione romano di fede pagana che si convertì al cristianesimo per amore. La controversia storia dei due giovani venne seguita da San Valentino che…
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spistex · 1 year ago
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Nuovo autodromo a Terni, Lagetti: "L’Umbria ne ha già uno regionale, quello di Magione" “L’Umbria ha già un suo autodromo con una storia e un’attività sportiva in grado di dare adeguate risposte a tutti gli appassionati di questo sport si...
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filrougemedia · 2 years ago
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#Terni, Cinema Politeama #oggi, #13aprile, ore 18:30. Quinta proiezione in Umbria per 𝘾'𝙚𝙧𝙖 𝙪𝙣𝙖 𝙫𝙤𝙡𝙩𝙖 𝙞𝙣 𝙄𝙩𝙖𝙡𝙞𝙖 - 𝙂𝙞𝙖𝙘𝙖𝙧𝙩𝙖 𝙨𝙩𝙖 𝙖𝙧𝙧𝙞𝙫𝙖𝙣𝙙𝙤, il film-inchiesta italiano dell'anno diretto da Federico Greco & Mirko Melchiorre.
Una storia di ribellione e lotta❗ Dibattito con i registi al termine della proiezione. Non mancate 😉
🎞️#trailer: https://youtu.be/ePNtgZmMOW8
L'elenco delle proiezioni di 𝐂'𝐄𝐑𝐀 𝐔𝐍𝐀 𝐕𝐎𝐋𝐓𝐀 𝐈𝐍 𝐈𝐓𝐀𝐋𝐈𝐀 è consultabile su: 👇
https://www.ceraunavoltainitalia.com
★✩ Cercatelo, chiedetelo❗✩★
#documentario #diritti #salute #diritto #sanitàpubblica #UE #dirittisociali #cinemaitaliano #BCE #ginostrada #film #dirittideimalati #Meloni #curemediche #emergency #austerity #SanitaPubblica #sanitàintegrativa #SANITÀ #medicina #democrazia #economia #medicinademocratica #uilterni #lelampare #anaao #assomed #cgilumbria #uilfplumbria #cgilterni #cgilumbria #uilumbria #fiomterni
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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Agrigento è capitale della cultura italiana per il 2025
La città di Agrigento è Capitale italiana della Cultura 2025. La designazione è avvenuta presso la Sala Spadolini del MiC. Le città candidate per l'edizione 2025 erano: Agrigento, Aosta, Assisi (Perugia), Asti, Bagnoregio (Viterbo), Monte Sant'Angelo (Foggia), Orvieto (Terni), Pescina (L'Aquila), Roccasecca (Frosinone) e Spoleto (Perugia). Conosciamo Agrigento capitale della cultura italiana per il 2025 Agrigento è una città situata sulla costa meridionale della Sicilia, conosciuta in tutto il mondo per i suoi tesori archeologici. Il suo patrimonio culturale è stato riconosciuto dall'UNESCO nel 1997, quando l'intera Valle dei Templi è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità. La bellezza della Valle dei Templi La Valle dei Templi è un complesso archeologico che si estende su circa 1.300 ettari, comprendente un vasto insieme di templi e monumenti risalenti al periodo della Magna Grecia. Al suo interno si possono ammirare alcuni dei più importanti capolavori dell'arte greca antica, come il tempio di Hera, il tempio di Concordia e il tempio di Giove Olimpico. Il tempio di Concordia, in particolare, è uno dei templi meglio conservati al mondo, risalente al V secolo a.C. ed è considerato uno dei più grandi esempi di architettura dorica. Il tempio di Giove Olimpico, invece, era il più grande tempio della Valle dei Templi, ma oggi rimane solo una serie di colonne imponenti che testimoniano la grandezza dell'antico edificio. Il museo La città di Agrigento, inoltre, è famosa anche per il suo Museo Archeologico Regionale, che conserva alcuni dei più importanti reperti dell'area. Tra i pezzi più importanti si trovano il Telamone, una statua maschile alta quasi tre metri, e il sarcofago del principe di Agrigento, un capolavoro della scultura ellenistica. Oltre alla Valle dei Templi e al museo, Agrigento offre anche altri tesori culturali. La Cattedrale di San Gerlando, costruita nel XIV secolo, è uno dei simboli della città e ospita alcune opere d'arte di grande valore. La Chiesa di Santa Maria dei Greci, invece, risale all'epoca bizantina ed è un'importante testimonianza dell'influenza della cultura greca in Sicilia. Storia e cucina Agrigento è anche famosa per le sue tradizioni culinarie, che rispecchiano la ricchezza del territorio e la sua storia millenaria. La cucina agrigentina è basata su ingredienti freschi e di alta qualità, come il pesce fresco, la carne di maiale, i formaggi locali e gli agrumi. Foto di Sabine Kroschel da Pixabay Read the full article
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sunusaix · 3 years ago
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SAN VALENTINO
S. VALENTINO TRA STORIA E TRADIZIONE Tra i santi e beati di nome Valentino che la Chiesa ricorda, il più conosciuto è quello che si festeggia il 14 febbraio, universalmente noto per essere il patrono degli innamorati. Sono pochi i dati storici che lo riguardano. Le notizie più antiche che si possiedono di lui risalgono al V-VI secolo. Secondo queste fonti Valentino era un prete della città di…
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questouomono · 3 years ago
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Questo uomo no, #118 - L’uomo del decoro
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La storia la sapete già, temo: il sindaco di Terni che prende un provvedimento ridicolo e imbarazzante, se non fosse anche discriminatorio e oppressivo per mezza umanità. Lascio volentieri a tutte le mie conoscenze tra sex worker, attiviste, operatrici CAV, esperte di tratta e tutte le altre competenze necessarie le questioni tecniche. Vi lascio da leggere un comunicato della Casa delle Donne di Terni e un articolo apparso su DM che racconta che aria tira in generale in Umbria, dove RU2020 si dà molto da fare per ricordare alle varie amministrazioni che stanno sbagliando tutto.
A me interessa chiarire perché a un sindaco del genere va detto questo uomo no.
Prima di tutto, l’incompetenza nel merito è palese: se si è deciso che la prostituzione - com’è intesa da quella amministrazione e in quello specifico territorio - è un problema sociale, certo non lo è principalmente per motivi di decoro e vivibilità. C’è uno sfruttamento, c’è un giro economico illegale, ci sono traffici di esseri umani? Queste sono le priorità, non il decoro urbano. Se anche il sindaco - come prontamente qualche leguleio suggerirà - non ha competenza diretta su questi reati, certamente può specificare nell’ordinanza che vorrebbe sollevare una questione pubblica, richiamando altre competenze e autorità a lavorarci. Non sarebbe una manovra da persona molto più informata, ma se non altro mostrerebbe di aver compreso che sa andare oltre una visione angusta e superficiale dei fatti sociali.
Invece il tutto è lasciato alla discrezione delle forze dell’ordine, sancendo la banalità del provvedimento, la sua inconsistenza fattuale, nella palese mancanza di precise e inequivocabili direttive per individuare quale sarebbe l’abbigliamento sconveniente e l’atteggiamento provocatorio. Sappiamo questa mancanza cosa vuol dire: lasciare al libero arbitrio di persone non formate su questi argomenti, ma forti solo dei propri pregiudizi, la facoltà di comminare multe e altri provvedimenti più gravi; cioè, non solo non fornire un metro di giudizio a chi di mestiere deve far rispettare un’ordinanza, ma neanche fornire un criterio con il quale potersi difendere da eventuali abusi. Il messaggio di questa ordinanza è la totale incapacità di gestire la situazione: l’amministratore in capo, il sindaco, firma un lasciapassare alle forze dell’ordine affinché se ne occupino loro un po’ alla come je pare. L’importante è che ci sia silenzio e pulizia.
Il sindaco di una città non piccola sta dicendo: non so come fare per evitare “la prostituzione”, ma avete il mio permesso di fare come volete voi affinché ci sia “decoro”. L’uomo del decoro fa così: non si occupa di capire da dove viene un certo fenomeno che intacca la sua idea di “decoro”; né pensa neanche, di fronte a un incarico pubblico e a un interesse cittadino, di fornire a sé e ad altri strumenti per capire da dove viene quell’idea di “decoro”, e se è sufficiente a risolvere il problema comune, una volta individuato il reale problema comune. Macché: regolamentare arbitrariamente i corpi altrui è la soluzione, e fine.
Questo atteggiamento non denota solo ignoranza delle questioni in gioco - sarebbe il minimo. Denota alcune precise idee sul genere, su come “funzionano” uomini e donne, e su come quei funzionamenti vadano “regolati”. È a questo tipo di uomo che va detto questo uomo no, qualsiasi ruolo rivesta nella società.
Infatti non accade solo ai sindaci umbri della Lega di fare ragionamenti “decorosi” come questo, e di partire da premesse così sballate per giungere a conclusioni tanto inutili. Sì, inutili: perché comunque la si attui, la politica del decoro - ormai molte esperienze lo hanno confermato - non risolve alcun problema pubblico: al massimo, lo sposta, nel tempo e nello spazio, ma certo non lo risolve. Capita anche - e giustamente, come si legge, i sodali del sindaco di Terni si sono affrettati a sottolinearlo - “a sinistra”. Perché in effetti i condizionamenti di genere, i pregiudizi e gli stereotipi, le ignoranze, non fanno distinzioni di schieramento: fanno schifo a destra come a sinistra. Questo uomo no.
P.S. Alle persone precisine che non mancheranno di affermare che anche qualche sindaca ha emanato provvedimenti del genere, non mancherò io di affermare che si chiama precisamente maschile il pensiero dietro quei provvedimenti, non il sesso di chi li attua.
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corallorosso · 4 years ago
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San Valentino: tutto ebbe inizio con le orge del Lupercale Lo avreste mai pensato che per raccontare la festa degli innamorati, San Valentino, avremmo scomodato Romolo e Remo? Provate a dirlo alle coppiette d'innamorati che si regalano scatole di cioccolatini e che festeggeranno a lume di candela: vi diranno che siete i soliti saputelli e che non avete il gusto della vita. Invece è proprio così. Tutto ebbe inizio, come si dice quando si narrano antiche leggende, nella grotta che si trova alle pendici del Palatino vicino al Circo Massimo, il Lupercale, allora circondato da un boschetto con delle fonti con il fico, proprio lì dove si pensa che Faustulo abbia trovato i due gemelli con la fatidica lupa. Da allora i romani si recavano il 15 febbraio di ogni anno in quel luogo per festeggiare il miracoloso allattamento con un rito pagano dedicato a Luperco, divinità rurale della mitologia romana invocata a protezione della fertilità. Il rito era naturalmente un po' osé con un’iniziazione di giovani accompagnata da pratiche orgiastiche. Una sorta di voto per questo dio pagano che, poi, qualche secolo dopo, l’imperatore Augusto inizio a limitarlo e infine nell'era cristiana fu immediatamente cancellato. Ci pensò Papa Gelasio a rinnovarlo, nel 494. Anticipò il giorno dei festeggiamenti al 14 febbraio e lo dedicò all’amore romantico, fatto di sentimenti e di reciproco affetto, dedicandolo a San Valentino, vescovo di Terni, imprigionato dall’Imperatore Aureliano e poi decapitato a Roma il 14 febbraio 273. Inevitabile la successiva santificazione. Su questo santi cominciarono, ben presto, a fiorire edificanti storie. Si narra come il Santo sia stato capace di ispirare amore a due giovani facendo volare intorno a loro numerose coppie di piccioni che si scambiavano dolci gesti d'affetto: dalla rappresentazione di questo evento sembra sia nata la popolare l'espressione piccioncini. Arcinota è l'altra storia dei due giovani fidanzati trovati dal Santo a litigare: regalò loro una rosa e li invitò a far pace. Inevitabile il finale: un matrimonio con la benedizione del Vescovo. (...) di Marcello Cecconi
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paoloxl · 5 years ago
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Fino a quando la classe oppressa non sarà cosciente della inconciliabilità fra i suoi interessi e quelli del capitale, riconoscendosi nei partiti borghesi, accettando l'ordinamento sociale esistente come il solo possibile, vinceranno sempre forze non favorevoli agli interessi della classe lavoratrice
Oggi nell’UE ci sono 16,6 milioni di disoccupati; la sottoccupazione continua ad espandersi raggiungendo il 21% del totale, cioè 43 milioni di persone; quelli che vivono sulla soglia di povertà o sotto sono più di 110 milioni e ogni anno circa 160mila cittadini europei muoiono per malattie collegate al proprio lavoro. In Italia negli ultimi dieci anni sono morti per infortuni sul lavoro sono più di 17 mila e ogni anno sono 1.400 i morti sul lavoro mentre decine di migliaia quelli per malattie professionali (solo per amianto oltre 6.000 all’anno).
È in questo contesto che si sono svolte le recenti elezioni regionali anticipate in Umbria, in seguito ad uno scandalo giudiziario, “sanitopoli”, con accuse a PD e Giunta di scambi di favori e raccomandazioni nella sanità denunciato dai 5 Stelle. Nella tornata elettorale si sono fronteggiati i due schieramenti della destra e sinistra borghese. Singolare sono state le alleanze: i 5 Stelle che erano all’opposizione e che avevano denunciato la precedente giunta a guida Pd di essere ladra, si sono alleati proprio con quelli che avevano denunciato come disonesti in una competizione elettorale che si è conclusa con la vittoria delle destre e una sconfitta dei partiti di governo (PD-5Stelle- LEU).
Il nuovo partito di Renzi, Italia Viva e Rifondazione Comunista non si sono presentati in queste elezioni, anche se molti militanti e dirigenti locali umbri dei due partiti hanno votato per la coalizione di governo riconoscendosi in un “fronte antifascista” per arginare il pericolo delle destre.
Questa consultazione elettorale è avvenuta in una Regione - l’Umbria - con una popolazione residente di circa 900mila persone dove le condizioni materiali per il proletariato e la piccola borghesia sono andate peggiorando sempre più.
Nel 2007, prima della crisi, i disoccupati erano complessivamente 18.000 (14.000 a Perugia, 4.000 nel ternano, nel 2018, questo dato è raddoppiato, 36.000 disoccupati (27.000 nella provincia di Perugia, 9.000 nella provincia di Terni). Oltre alla disoccupazione, per effetto degli interventi dei vari governi, c’è stato un peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita, contratti sempre più precari e un aumento dei contratti a termine.
I settori pubblici sono stati lottizzati (dalla sanità all’università), i servizi pubblici sono stati progressivamente esternalizzati con il conseguente abbassamento delle tutele lavorative dei suoi operatori e la creazione di sacche clientelari sempre maggiori e il “sistema cooperativo” è diventato uno dei principali attori di sfruttamento del lavoro.
I partiti dell’alleanza di centrodestra - Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia - hanno sfruttato abilmente il malcontento dovuto agli scandali della precedente giunta di centrosinistra, le difficoltà economiche, le politiche contro i lavoratori dei precedenti governi che, insieme alla paura dell’invasione degli immigrati che “rubano il lavoro”, fanno presa dove è più vivo il malcontento per l'inettitudine, le ruberie e gli scandali.
Questa competizione elettorale rispetto al passato si è caratterizzata per un aumento dei votanti, il 64%, quasi nove punti di differenza rispetto al 2015 quando fu di 55,46%. Un altro dato rilevante è che in queste elezioni erano presenti anche tre liste di partiti comunisti o anticapitalisti: il Partito Comunista (Rizzo) 4.108 voti pari all'1,0%, il Partito Comunista Italiano 2.098 voti pari al 0,5% e Potere al Popolo 1.345 voti pari al 0,3%. Questo fatto ha dato lustro al sistema dimostrando quanto sia democratico il sistema borghese che, quando non è in pericolo il suo potere, permette anche ai comunisti di competere elettoralmente.
I risultati ottenuti portano ad alcune brevi considerazioni e riflessioni fra compagni comunisti. Per dei rivoluzionari, la partecipazione alle elezioni borghesi è una questione tattica ed è legata alle fasi della lotta di classe. Oggi la classe operaia, il proletariato sono senza una organizzazione politica della classe. In Italia assistiamo a un proliferare di piccole organizzazioni e partiti sedicenti comunisti che non sono riconosciuti dai proletari e la loro partecipazione alle elezioni suscita molte perplessità, quando non è negativa.
Le elezioni sono un termometro che registra gli orientamenti delle varie classi sociali e gli insignificanti risultati elettorali raggiunti dalle forze comuniste o anticapitaliste deprimono ulteriormente i militanti (a parte chi si illude di aver aumentato lo zero virgola). Eppure un comunista dovrebbe sapere bene che nel capitalismo, in una società divisa in classi, sono i padroni, i capitalisti, cioè la classe che possiede i mezzi di produzione, che dominano ed esercitano direttamente per mezzo del suffragio universale ad avere il potere.
Senza un serio e continuo lavoro fra il proletariato, fra le masse proletarie, senza una organizzazione consolidata, presentarsi alle elezioni borghesi è addirittura controproducente. Questa volta in Umbria il peggioramento della condizione economica delle masse proletarie e degli strati più poveri della popolazione ha portato al voto più elettori del passato premiando il centrodestra, rimanendo tuttavia una percentuale di circa il 36% pari a 253.000 astenuti su 703.000 aventi diritto al voto.
Anche se una parte del proletariato ha disertato consapevolmente le elezioni, fino a quando la classe oppressa non sarà cosciente della inconciliabilità fra i suoi interessi e quelli del capitale, continuerà a riconoscersi nei partiti borghesi, a riconoscere l'ordinamento sociale esistente come il solo possibile e, dal punto di vista politico gli attuali partiti rappresentanti delle varie frazioni della borghesia imperialista potranno vincere e avvicendarsi al potere contro gli interessi della classe lavoratrice. Senza un suo partito la classe operaia e proletaria continuerà ad eleggere i rappresentanti dei capitalisti e non i propri.
Senza cadere nel cretinismo parlamentare o nell’astensionismo di principio, dobbiamo sempre ricordarci che le elezioni sono lo specchio, il termometro che dimostra il grado di coscienza raggiunto, la maturità o meno della classe operaia e proletaria. Quindi in queste condizioni ha senso presentarsi alle elezioni? E ancora ha senso presentarsi divisi e in competizione con altre organizzazioni che si definiscono comuniste?
Potrebbe avere senso solo l'utilizzo delle tribune elettorali per denunciare che nel sistema capitalista/imperialista i governi sono semplici comitati d’affari del capitale, che sono le multinazionali, le lobbies finanziarie e industriali, le banche che finanziano le campagne elettorali. Avrebbe senso solo per denunciare il fatto che le varie frazioni del capitale finanziano i loro uomini in tutti gli schieramenti borghesi (di destra, centro o sinistra) per farli eleggere a difesa dei propri interessi e che in tutto il mondo i parlamenti sono al servizio dei capitalisti per legittimare il profitto, le guerre, lo sfruttamento.
Il parlamento come le Regioni fanno parte della sovrastruttura politica del capitalismo. Sono i parlamentari, i consiglieri regionali e i politici istituzionali che si sottomettono agli interessi del capitale, e non i capitalisti che si adattano ai loro voleri.
Solo degli ingenui possono credere di poter “influenzare” con il loro voto la politica di un paese capitalista. La democrazia rappresentativa borghese permette di votare
ogni 5 anni, di scegliere quale partito o coalizione governerà nell’interesse del capitale, ma l’elettore non può più, dopo aver votato, far dimettere la persona (o il partito) che ha votato se questa tradisce le sue aspettative o tradisce i suoi interessi. Dopo il voto non può più revocare chi ha eletto anche se questo fa il contrario di quanto promesso in campagna elettorale, cosa che succede e si ripete ad ogni tornata elettorale.
Oggi in Italia esistono decine di partiti "comunisti" con scarsa o nessuna presenza nella classe, spesso senza neanche un operaio fra i loro militanti, partiti o organizzazioni in competizione, avversari nelle elezioni, che si combattono per rubarsi i pochi militanti o elettori. Accecati dalla autoreferenzialità sono concorrenti per aumentare un insignificante zero virgola mentre dimenticano gli interessi generali del proletariato. E ancora, e questo è più grave, questi partiti diffondono l'illusione che con loro al governo o nelle istituzioni borghesi la realtà della classe proletaria possa cambiare in meglio (come se la storia recente di Rifondazione Comunista e PdCI non fosse esistita).
Un partito operaio rivoluzionario che non scriva apertamente nel suo programma che “Lo scopo immediato dei comunisti è lo stesso di tutti gli altri proletari: formazione del proletariato in classe, abbattimento del dominio della borghesia, conquista del potere politico da parte del proletariato” è un partito che fa da mosca cocchiera per la borghesia imperialista.
Il marxismo si è caratterizzato nella storia come la teoria della liberazione della classe operaia dallo sfruttamento capitalista e con l’instaurazione del socialismo e il potere operaio e contadino in Russia e in Unione Sovietica, con la Rivoluzione d'ottobre, la teoria è diventata realtà. La classe operaia al potere ha iniziato un processo di liberazione dallo sfruttamento per tutta l’umanità sostenendo i popoli oppressi nelle lotte di liberazione. dall’imperialismo.
Come insegnano Marx-Engels nel Manifesto del partito comunista: “I comunisti non sono un partito particolare di fronte agli altri partiti operai. I comunisti non hanno interessi distinti dagli interessi di tutto il proletariato. I comunisti non pongono principi speciali sui quali vogliano modellare il movimento proletario. ... I comunisti si distinguono dagli altri partiti proletari solo per il fatto che da una parte essi mettono in rilievo e fanno valere gli interessi comuni, indipendenti dalla nazionalità, dell'intero proletariato, nelle varie lotte nazionali dei proletari; e dall'altra per il fatto che sostengono costantemente l'interesse del movimento complessivo, attraverso i vari stadi di sviluppo percorsi dalla lotta fra proletariato e borghesia.
Il nostro obiettivo, come comunisti, è quello di portare avanti con coerenza la battaglia per la conquista del potere politico da parte del proletariato attraverso l'abbattimento del capitalismo, dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, con l'instaurazione di uno Stato proletario, per il socialismo fino al comunismo.
Michele Michelino - nuova unità n.6 novembre 2019
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margointhesky · 6 years ago
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Caro (San) Valentino,
quest’anno la mia lettera d’amore la scrivo a te. So a cosa stai pensando. Tu credi che io la stia scrivendo a te perché non ho un fidanzato.
Non essere impegnata, non implica che io non debba scrivere a nessuno.
Potrei scrivere una lettera alla mia persona preferita, che sottolineo non debba essere necessariamente il mio fidanzato.
O alla mia nonna.
O al mio cane.
O alla pizza.
O alla persona di cui sono innamorata, che in questo caso non è palesemente il mio fidanzato.
Ti scrivo, oggi Valentino, in primis perché è il tuo onomastico.
In secondo luogo, utilizzo questa lettera per far conoscere a tutti chi eri, Vale.
Leggere la tua vita da Wikipedia è molto dispersivo, non si capisce molto e nessuno ti rende giustizia.
Molti esseri umani il 14 di Febbraio di ogni anno ti invocano senza neanche sapere chi tu sia, ti rendi conto? Oggi mi sento in dovere di renderti omaggio cercando di farti conoscere da più persone possibili.
Valentino, amico mio, tu eri un vescovo e martire, e questo vuol dire che già la tua vita non deve essere stata delle migliori. Sempre che tu non sia stato un vescovo non monogamo, in quel caso allora qualche piacere della vita te lo sarai anche goduto.
Un imperatore di nome Claudio il Gotico voleva farti chiudere bottega perché non gli piaceva il cristianesimo, ma tu imperterrito hai difeso la tua fede a spada tratta e sei riuscito a farti concedere la grazia.
Poi sei stato arrestato, una seconda volta, da Aureliano (no, non il personaggio interpretato da Alessandro Borghi in Suburra), un altro imperatore. A quei tempi, ovvero durante il II sec. d.C., i cristiani non erano accolti poi così bene dalla comunità, un po’ come oggi, diciamo, solo che all’epoca ti ammazzavano. Nonostante ciò, tu divenni popolare tra i romani, eri un influencer dell’epoca Valentì, non te senti figo? Scusa so che sei di Terni, ma a sentì parlà de Romani, ti parte sempre il coatto che si racchiude in ognuno di noi.
La tua fama non riuscì a proteggerti e così venni catturato, venni portato lungo la Flaminia che una volta era fuori città per essere flagellato. Pensa Valentì, non so se te ricordi dato che so passati un po’ de anni, ma i romani che tanto ti volevano male, avevano comunque paura che la popolazione potesse insorgere in tua difesa. Ci credi? Eri uno forte Valentì.
E pensa te, Valentì, so che sei morto decapitato, ma sei morto a 97 anni. Nel II secolo d.C. nessuno moriva a 97 anni. Tutti morivano prima dei 50. Eri uno forte, Valentì.
E a voi, che non so se state leggendo, anzi probabilmente sto parlando al nulla, sapete perché hanno decapitato Valentino? Sembra che stesse celebrando un matrimonio cristiano tra una ragazza cristiana e un ragazzo pagano. La cerimonia avvenne in fretta perché la sposa era malata; i due sposi morirono, sfortunatamente, proprio mentre Valentino li stava benedicendo.
Valentino era un visionario, ve ne rendete conto?
Aveva consacrato una sottospecie di storia alla Romeo e Giulietta.
Era cristiano e ha continuato a professarlo nonostante fosse vietato.
È MORTO A 97 ANNI, un’età assurda per l’epoca in cui ha vissuto.
Mi piacerebbe anche poter raccontare l’origine della festa ispirata a Valentino, ma oggi voglio focalizzarmi solo sulla sua persona.
Io lo so che il 14 Febbraio si festeggiano gli innamorati invocando il nome di Valentino invano, e posso anche accettare questa farsa ipocrisia.
Potete andare a cena fuori.
Potete far l’amore (o scopare, come preferite) a lume di candela.
Potete spendere soldi in mazzi di rose o di qualsiasi altro fiore voi preferite.
Potete anche mangiare a casa a lume di candela.
Potete farvi regali, anche oggi, il giorno in cui Valentino morì.
Sarebbe bello, tuttavia, se potesse accadere quello che accade a Natale o a Pasqua.
Sarebbe bello se, esattamente come a Natale si ricorda la nascita di un bambinello di nome Gesù e come a Pasqua si ricorda la risurrezione di un trentatreenne sempre di nome Gesù, si potesse ricordare nel giorno di San Valentino, il 14 di Febbraio, proprio Valentino.
Fermarsi un attimo e pensare che noi stiamo festeggiando con la persona che amiamo in un giorno in cui molti anni fa morì una persona.
Voi mi direte che ogni giorno muoiono persone, anzi ogni secondo. E io lo so bene. Purtroppo, però voi decidete di festeggiare l’amore in nome di un uomo che quel giorno morì, morì consacrando l’amore.
Quindi, vi chiederei una gentilezza da parte vostra.
Se avete così tanta smania di festeggiare San Valentino, e dunque di festeggiare il vostro amore nel giorno in cui Valentino è morto, fatelo ringraziando un uomo che morì perché credeva nell’amore puro, credeva nell’amore tra due persone che, all’epoca, non potevano per nessuna ragione al mondo stare insieme.
Se siete arrivati fino qua, cosa che dubito, scrivete alla persona che amate, alla persona a cui volete bene, anche se avete paura che il sentimento non sia reciproco, e ditele che Valentino è morto decapitato a 97 anni perché stava consacrando un’unione proibita. E se lui è morto così, voi potete sicuramente trovare il coraggio di amare.
Un abbraccio Vale, grazie di averci prestato il tuo nome per una festa che, alla fine, festeggia la forza che manda avanti il mondo, l’amore.
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lozoodisimona · 2 years ago
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La storia di Sarah e di anni e anni di guardie mediche, in posti disagiati, disastrati, disadattati. Fino a colmare, l’anno scorso, il suo sogno: il posto in medicina nucleare. Nasce così <<AtomoaCuore>>, un atomo pieno d’amore e che, con amore, cura ogni cosa ♥️ (presso Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni) https://www.instagram.com/p/CmOAKopMz4A/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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