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Gaza e la deriva dell’Occidente
Gaza e la deriva dell’Occidente
di Sebastiano Lo Monaco 20/01/2024 Gaza – Quello che è successo al Tribunale dell’Aja, dove il Sud Africa si è fatto portavoce delle istanze palestinesi e non solo, è significativo della deriva che ha preso l’Occidente, patria della diplomazia sempre più muta e sgangherata. Sud Africa, la mano tesa a Gaza Il “J’accuse” è durato due ore. Queste ore sono entrate nella storia anche se, nei…
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Ha diretto diversi teatri in Italia, tra cui quello di Messina e di Agrigento Sebastiano Lo Monaco (Fotogramma) Lutto nel mondo del teatro. E' morto all'età di 65 anni l'attore Sebastiano Lo Monaco. A darne notizia, tra gli altri, la Fondazione Inda, l'Istituto Nazionale del Dramma Antico. "Oggi è un giorno di grande tristezza per tutto il mondo del teatro -scrive la Fondazione-. Ci ha lasciati Sebastiano Lo Monaco. Grande attore, amatissimo dal pubblico del Teatro Greco di Siracusa e più volte tra i grandi protagonisti delle rappresentazioni classiche. Tutta la Fondazione Inda esprime il proprio cordoglio per la perdita di un grande interprete che lascia in tutti noi un ricordo bellissimo e si stringe al dolore dei famigliari, degli appassionati di teatro e di tutte le persone che hanno voluto bene a Sebastiano". Lo Monaco, siciliano nato a Floridia, era attore, regista e drammaturgo, diplomato all'Accademia Nazionale di arte drammatica. Ha diretto diversi teatri in Italia, tra cui quello di Messina e il Teatro Pirandello di Agrigento. Lo Monaco, esperto interprete pirandelliano, è stato anche protagonista degli spettacoli classici al teatro greco di Siracusa. Tra i tanti testi di cui è stato protagonista, si ricordano 'Enrico IV', 'Il berretto a Sonagli', 'Questa sera si recita a soggetto' e 'Sei personaggi in cerca d'autore'. Fonte
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E' morto l'attore e regista Sebastiano Lo Monaco. Per anni è stato direttore artistico del teatro Pirandello
E' morto l'attore e regista Sebastiano Lo Monaco. Per anni è stato direttore artistico del teatro Pirandello E' morto per una malattia l'attore, regista, drammaturgo Sebastiano Lo Monaco. Aveva 65 anni.... #SiciliaTV #SiciliaTvNotiziario Read the full article
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Messina: presentate le iniziative promosse dall'Amministrazione comunale per la V edizione della "Settimana nazionale della Protezione Civile".
Messina: presentate le iniziative promosse dall'Amministrazione comunale per la V edizione della "Settimana nazionale della Protezione Civile". La Settimana nazionale della Protezione Civile si svolge dal 9 Ottobre sino al 15 Ottobre. Il comune di Messina ha aderito anche quest'anno alla V edizione della Settimana nazionale della Protezione civile con un programma di eventi illustrato ieri a palazzo Zanca, alla presenza del vicesindaco Salvatore Mondello e dell'assessore alla Protezione Civile Massimiliano Minutoli, nel corso di una conferenza stampa, cui hanno partecipato, tra gli altri, i dirigenti, del Servizio regionale di Protezione Civile Bruno Manfrè, e del comune Antonio Cardia. "Gli eventi calamitosi non sono prevedibili – ha dichiarato il vicesindaco Mondello – ma la prevenzione è un elemento fondamentale per non farsi trovare impreparati e affrontarli per quanto possibile nel miglior modo. Si tratta quindi di attività fondamentali in un territorio cittadino e provinciale come il nostro che si espone a varie criticità. Conoscere le problematiche esistenti e creare a priori le condizioni di prevenzione è indispensabile in quanto, dopo un evento, purtroppo si possono classificare soltanto i danni. L'attivazione delle sirene, prevista dal programma, significa avvertimento e quindi rientra nella prevenzione". L'assessore Minutoli, nel corso del suo intervento, ha spiegato gli aspetti tecnici, evidenziando che "All'interno della Settimana nazionale della Protezione Civile, il comune ha previsto due eventi: domani un convegno al Palacultura sugli incendi boschivi e sul dissesto idrogeologico; e giovedì 12, prove di attivazione di sirene in diciotto siti comunali. Dal 16 al 21 ottobre si svolgerà la tradizionale Settimana della Sicurezza, giunta alla 12sima edizione, con un programma variegato; ringrazio gli uffici comunali che hanno predisposto il documento di impianto e le associazioni di volontariato, il cui contributo è fondamentale per una buona riuscita delle esercitazioni". L'ing. Manfrè ha sottolineato "l'importanza dell'iniziativa presentata in quanto l'esercitazione permette di capire se la popolazione segue e comprende le procedure da mettere in atto". All'incontro con la stampa hanno preso parte gli esperti comunali del settore, rispettivamente l'ing. Antonio Rizzo, intervenuto in merito a "Il sistema di allerta con sirene e segnaletica di avviso per rischio idrogeologico"; il geologo Sebastiano Monaco su "Le attivazioni dei Presidi territoriali con i geologi in sei macroaree"; e il meteorologo Daniele Ingemi che ha trattato "Lo scenario di evento atteso simulato". Gli eventi in programma, organizzati dall'Amministrazione comunale, per la Settimana nazionale della Protezione Civile prevedono oggi, martedì 10, al Palacultura, a partire dalle ore 9.30 sino alle 13.30, un convegno dal tema "Incendi boschivi e dissesto idrogeologico", eventi e drammatica attualità della prevenzione per una concreta lotta agli incendi boschivi. Dopo i saluti istituzionali del sindaco Federico Basile, del prefetto di Messina Cosima Di Stani, del dirigente generale del dipartimento di Protezione Civile Regione Siciliana Salvatore Cocina e dell'assessore Massimiliano Minutoli, seguiranno gli interventi programmati del dirigente Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Messina Giovanni Cavallaro, su "Anno 2023 - Analisi degli incendi nell'area dei Peloritani e dei Nebrodi"; del comandante Provinciale VV.FF. di Messina Felice Iracà, su "Attività preventive di difesa delle aree antropizzate"; dell'ing. Bruno Manfrè, dirigente Servizio S.12 Servizio regionale di Protezione Civile provincia di Messina, su "Interventi del dipartimento Regionale Protezione Civile"; del docente di Idraulica presso Università degli Studi di Messina Giuseppe Aronica, su "Le interferenze degli incendi boschivi con le aree a rischio idrogeologico"; del geologo esperto Rischio Idrogeologico città di Messina Sebastiano Monaco, su "Casi di studio di situazioni critiche nel messinese"; dell'agronomo e dottore in Scienze Forestali, esperto nel contrasto degli incendi di vegetazione Antonino Paladino, su "L'evoluzione degli incendi di vegetazione e gli incendi di interfaccia"; del presidente dell'ordine Dottori Agronomi e Forestali provincia di Messina Salvatore Messina, su "La gestione agrocolturale per la prevenzione degli incendi"; e dell'assessore alla Difesa del Suolo Francesco Caminiti, su "Interventi di messa in sicurezza del territorio del territorio comunale". Previste anche delle proposte. All'evento, patrocinato dall'ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Messina, parteciperanno rappresentanti e studenti degli istituti tecnico-agrario "P. Cuppari" San Placido Calonerò e tecnico-agrario "G. Minutoli" Fondo Fucile Gazzi. Modera l'esperto per le attività di Protezione Civile Antonio Rizzo. Giovedì 12, invece, dalle 12 alle 14, avvisi meteo e rischio idrogeologico, sistema alert system, sistema di allerta con sirene per informazione alla popolazione. Le prove di attivazione delle sirene si realizzeranno in diciotto siti comunali: Altolia, Briga Superiore, Giampilieri Marina, Giampilieri Superiore, Giampilieri scuola, Molino, Pezzolo, Ponte Schiavo, Mili San Pietro, Mili San Marco, Galati Santa Lucia, Bordonaro, Zafferia Monalla, Zafferia chiesa, Zafferia, Larderia, Faro Superiore e torrente Santo Stefano.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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DOMENICA 15 GENNAIO 2023 - 🔸🔸♦️SAN MAURO ♦️🔸🔸 Mauro (Roma, 512 circa – Angers, 584 circa) è stato un abate italiano dell'Ordine benedettino, il principale discepolo di san Benedetto da Norcia assieme a san Placido. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Non si hanno notizie precise della sua vita ad eccezione di quanto racconta papa Gregorio Magno in uno dei suoi Dialoghi. Si sa che visse come discepolo di san Benedetto da Norcia e presumibilmente, quando questi lasciò Subiaco per Montecassino, gli succedette come abate. A lui sono attribuite gesta prodigiose: camminare sulle acque, vedere e scacciare i demoni. L'episodio più noto, riportato anche dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, racconta che quando il monaco Placido cadde in un lago vicino al monastero, Benedetto, avendo visto ciò che stava accadendo, in una visione esortò Mauro a correre in aiuto del giovane compagno, ed egli lo salvò camminando sulle acque. Alcune fonti ne attestano anche la presenza in Alatri presso il Protocenobio di San Sebastiano. Secondo un'altra tradizione diffusa nel IX secolo, Mauro fondò a Glanfeuil, in Francia, un monastero dove portò la Regola benedettina; per questo i religiosi della congregazione benedettina francese, sorta nel 1618, presero il nome di Maurini. Secondo la tradizione, fu quindi inviato in Francia nell'anno 543 a fondare monasteri. Governò molti anni il convento da lui stesso fondato e nel 582 si ritirò in clausura, dove morì due anni dopo. Una Vita sancti Mauri appare alla fine del IX secolo, ad opera del monaco Oddone abate del monastero di Glanfeuil; Oddone sostiene che la sua storia è un rifacimento e ammodernamento di una precedente biografia scritta da un monaco di nome Fausto, discepolo di san Benedetto e contemporaneo di Mauro. Secondo questa relazione, il vescovo di Le Mans, nella Francia occidentale, inviò una delegazione che chiedeva che un gruppo di monaci lasciasse l'Abbazia di Monte Cassino, per stabilire in Francia la vita monastica secondo la regola di San Benedetto. La vita di San Mauro racconta il viaggio del santo e dei suoi compagni dall'Italia alla Francia, fra avventure e miracoli. Racconta come la personalità di San Mau (presso Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia) https://www.instagram.com/p/CncFldQsPUq/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Lavoro, laureati italiani meno pagati in Europa Sta facendo molto discutere in questi giorni il “problema lavoro” che, con l’arrivo della bella stagione e con la campagna di vaccinazione, porterà in Italia molti turisti. Terzo settore che stando a quanto emerge sta faticando non poco a trovare figure professionali. Settore in crisi soprattutto quello alberghiero e quello della ristorazione. Il perché è presto detto: molti rifiutano le paghe a nero, i ritmi di lavoro infernali e la mancanza di sicurezza. Sono lavori svolti per lo più da giovani e giovanissimi, magari diplomati all’alberghiero che non appena usciti dalle aule scolastiche si trovano dinnanzi al mondo famelico del mondo del lavoro “all’italiana.” Eppure non sono solo i giovanissimi a bassa formazione. Infatti, a soffrire la mancanza d’offerta o il precariato che il più delle volte sfocia nel para-schiavismo, sono anche i laureati che dopo un percorso di studi fatto di impegno e fatica si trovano dinnanzi al muro delle offerte delle agenzie di lavoro. Italiani, spagnoli e polacchi: questi sono i laureati meno pagati in Europa e non sorprende più di tanto che l’Italia sia prima in questa classifica. Un italiano fresco di laurea guadagna in media poco più di 28mila euro annui lordi, meno di un inglese che ne guadagna 32, di un francese che ne guadagna 35 senza arrivare a nominare tedeschi (50mila) e svizzeri che arrivano alla soglia dei 78mila. (...) I cervelli in fuga sono cresciuti del 41,8% rispetto al 2013, ma il problema ulteriore è che queste partenze non vengono compensate dagli arrivi. Infatti, non arriva un flusso di persone altamente qualificato creando nei fatti un saldo netto al negativo. Mancano le lauree Steem che è un acronimo per indicare scienze, tecnologia, matematica, ingegneria. Manca anche la formazione professionale nelle lauree in edilizia, ambiente, energia, trasporti. Tutto ciò non fa altro che incidere negativamente sul tasso di occupazione che è già basso di suo visto che solo il 68% dei laureati ha un lavoro contro la media Ocse dell’85%. (...) di Sebastiano Lo Monaco
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Mezzo inchino a Calasso: Adelphi ristampa “Il mago” di W.S. Maugham. Ovvero: Aleister Crowley e l’esoterismo che ha fatto la Storia
Adelphi che ristampa Il mago di Maugham dà da pensare. Chi è il mago? I contemporanei ci videro Crowley, Maugham con quel libretto toccò di striscio il successo e se ne uscì col proverbio che i riferimenti a fatti e persone erano puntualmente casuali. Cerchiamo di veder chiaro.
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Nella buona ritraduzione di Maugham, Adelphi ha omesso la noterella di Maugham dove l’autore diceva al lettore di non cercare richiami alla realtà, a quel mago della democrazia che fu Crowley. Ma guarda un po’, le menzogne degli scrittori…
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Il mago di Maugham è opera pregevole perché l’autore giovane era colmo di idee estetiche e osservava meno la realtà rispetto al suo omologo vecchio e cinico, quello dei racconti di Singapore.
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Nel diario mai tradotto in italiano Maugham non fa cenno a persone reali negli anni del Mago. Motivo in più per capire chi fu Crowley.
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Il diario del 1923 di Crowley a Lisbona è micidiale. Tra note di sesso orale (Kusseln) e anale (Kusseln Mixen) Crowley si lancia ad analizzare la sua amante o, se si preferisce, accompagnatrice. Cito dall’edizione inglese.
Tues[day] 16. After worry.
Began the Great Op[eratio]n – very well indeed.
Her fits of melancholy are usually connected with the wish to make a mystery of some nothing-in-particular. They are capricious as sea-fog, and as dense. It is almost as hard to get through to her as it is to a genuine melancholic. They seem harmless, but are not; for if the habit grows, it might become truly morbid if it coincided with serious depression at time of stress.
Sun very hot in A.M. and we stayed later than usual. She had a fit of worry which developed into a general hysterical attack – very severe. The whole hotel in turmoil.
Note her pathological fear and lying. For latter, all her “magic” stories. For former, her locking her suit-case a dozen times in a couple of hours, though she doesn’t leave the room, and there is nothing of value in it. But she has lived in the underworld too long.
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A seguire, una nota contro i poeti, addirittura contro la poesia, seguita a tambur battente dal nome dell’incontro fatale. Pessoa.
Sat[urday] 6. Took it very easy with Sun and Water (symbols).
20 Began in A.M. an Op[us]c for health and strength for the Jade Princessd; but she wanted it for me. So we agreed; it went on till late. 8
Note: “People who read poetry” are (by definition almost) congenital idiots. Hence they can only digest tripe. The ideas of great men naturally horrify them. So, poetry having got this reputation of emasculate tosh, fewer and fewer decent people read it. And so on.
Sun[day] 7. Pessoa lunched and spent P.M. My little blue flower of the Woode very drooping all P.M. – and too much energy10 after dinner. Practically all Portugese have Jewish blood. See history.
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Come e in che modo i Servizi esteri di controspionaggio British potessero impiegare come piede di porco, per i loro olocausti, una figura macchiata come Crowley, è mistero che cercheremo di risolvere ora.
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Alesteir Crowley genera, con tutti i suoi trucchi, un po’ rituali, un po’ para-culturali, la magia post-positivista e quello che Alfred Rosenberg, uno dei veri ideologi del nazismo, chiamerà il “mito del XX secolo”. Per dirla con il mago inglese, “l’eone di Cristo verrà sostituito dal nuovo Eone Ermetico”. Tutto l’esoterismo di quegli anni è nettamente anticristiano, un po’ per scimmiottare Nietzsche, sempre molto amato dai maghi, un po’ per costruire quel mondo del tutto laicizzato che oggi sperimentiamo, dove la libertà di scelta serve proprio ad eliminare ogni scelta eterodossa o priva dello stigma dell’Anticristo, proprio lui.
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La magia “operativa” e positivista di Conan Doyle si basava su procedure e miti visibili, che mimavano gli “esperimenti”, come accade con la “religione scientifica” di Comte, che è un misto di mito scientista e esoterismo visibile: Eusapia Palladino e i suoi tavolini a tre gambe, i fantasmi che ritornano, tutto un armamentario che, da Sherlock Holmes in poi, è l’anima del romanzo gotico britannico e dell’immaginario stesso dei cittadini del Regno.
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Dracula di Bram Stoker (1897), l’orientalismo vittoriano, l’Oriente magico di un popolo, come quello britannico e oggi gli Usa, che non vede altro, negli altri popoli, se non l’immagine riflessa di sé stessi…
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Per Crowley questo non accade: la magia operativa è una trasformazione di sé e del mondo, ma senza finti fantasmi che appaiono e senza miti scientisti, men che meno la Grande Madre di Comte, la Clotilde de Vaux, che il fondatore del positivismo idealizzerà al posto della Santa Vergine. Il Positivismo imita la Metafisica del Cristianesimo, mentre la nuova Esoteria creerà un nuovo mondo misterico, del tutto estraneo al Cristo, alla tradizione latina, a quella cristiano-germanica, al mondo pre-cristiano dei Franchi, ai Visigoti di Spagna.
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In Crowley l’esoterismo, lo vedremo in seguito, è sempre e nettamente, oltre che esplicitamente, anticristiano. Come l’Hermetic Order of the Golden Dawn, dove assume il nome di Frater Perdurabo, che perdurerà, un ordine fondato da massoni regolari, e che vide tra i suoi adepti William Butler Yeats e la moglie di Oscar Wilde, ma che espulse Crowley in quanto tentò di prendere in mano la Loggia di Londra, senza averne diritto. Ma, nel 1911, proprio in Germania, Crowley fonda un Ordine dedito soprattutto alla magia sessuale, l’Ordine dei Templari Orientali. La sessualità è un tratto naturale del satanismo. Forse Hitler venne scelto dalle reti occulte tedesche perché era un bisessuale, anche lui, con una lunghissima sfilza di segnalazioni alla Polizia di Monaco.
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Ricordiamo qui che una delle amanti del bisessuale Crowley era una donna tedesca che diffuse, poi, le sette sataniste britanniche nel mondo nazista, soprattutto tramite Rudolph Hess, il vice di Hitler, che atterrò nella tenuta del Duca di Hamilton il 10 maggio 1941, il giorno in cui Londra subisce il primo grande bombardamento. Senza esoterismo, ce lo ha insegnato Giorgio Galli, non si capisce la politica del XX secolo. E oltre.
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Trattare la pace separata tra Hitler e gli inglesi, due razze ariane, tramite il legame tra sette come la Golden Dawn, molto diffusa sia nella Corte di Londra che nei circoli che daranno vita al nazismo? Molto probabile. Certo è che l’esoterismo della via mala spiega molte cose della politica novecentesca.
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Anche a Cefalù, e il Mago inglese amava il Sud europeo e il Nord-Africa, Crowley fonda Thelema, una sorta di falansterio alla Fourier, e certo il sansimonismo produce sia la Banca Mobiliare e le prime grandi ferrovie, oltre allo Stretto di Suez, che l’esoterismo della Grande Madre Mediterranea e alla ricerca di Re Sebastiano, tema che sarà caro ad un altro esoterista che Crowley andrà a conoscere personalmente a Lisbona, Fernando Pessoa.
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Sperate! Caddi là sull’arenile/nell’ora Avversa che Dio ai Suoi concede/Lungo il tempo sospeso in cui è immersa/in sogni che son Dio l’anima nostra. Il Poeta portoghese scrive a Crowley di aver trovato un errore complicato nel suo calcolo dell’oroscopo, ma il mago inglese si meraviglia e vuole conoscerlo.
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Si trovano a Lisbona, Crowley ha portato la sua amante tedesca, che poi diffonderà il satanismo del Mago in Germania, e vanno a fare un bagno alla Boca do Inferno, niente di meno per un Crowley che si fa chiamare già allora “La Bestia 666”. A quel punto il Mago inglese, sempre un po’ truffaldino, come tutti i suoi colleghi, inscenerà un affogamento, per ingannare la sua amante, e poi ritornerà in quella Germania che lo ama sempre di più. Pessoa, in barba un noto scrittore di Vecchiano, Antonio Tabucchi, non è mai stato un critico del “fascismo” portoghese, che peraltro non era tecnicamente un fascismo, né era certo un cripto-democratico, lui che odiava la democrazia con tutto il cuore, e che ha contatti epistolari sia con la Golden Dawn che con l’esoterismo della Thule Gesellschaft, e scrive di esoterismo anche ai capi delle SS.
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Pessoa, anzi, parla espressamente di una “invasione ebraica” in Europa, soprattutto dopo l’assassinio di Rathenau, all’origine anche di Massa e Potere di Elias Canetti, ma teorizza solo tre “vie” per la realizzazione esoterica: la magia, che è manipolazione della materia ed è intimamente satanica, il misticismo, meno pericoloso della magia, ma sempre troppo lento, infine l’alchimia, la via perfetta.
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Crowley non avrebbe potuto dire di meglio. Ma era un vero mago, quindi un satanista. Pessoa scrive anche che “occorre coltivare la disintegrazione mentale”, lui l’ha compiuta con i suoi eteronimi, ma non come Crowley, e il satanismo derivato dal mago inglese infesta, a tutt’oggi, gran parte della pop culture, soprattutto musicale.
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Da notare con attenzione: l’Ordo Templi Orientis, ennesima creatura del Mago inglese, genera l’Ordo Novi Templi, fondato però da Lanz von Liebenfels nel 1907, poi fondatore anche dell’“ariosofia” che successivamente, quando Hitler invase l’Austria e negò valore esoterico alle teorie razziste di Lanz; quest’ultimo lo accusò perfino di essere “di inferiore livello razziale”. Ma l’Ordre du Temple Renové fu fondato nientemeno che da Renè Guénon. Tout se tient.
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Esoterismo satanista, in Inghilterra, e teoria della razza nazista in Germania: Crowley, che pure non disdegnò di dare qualche lavoretto per l’Intelligence Service quando era a Cefalù, e solo per questo Mussolini lo farà buttare fuori dalla Polizia, elabora, forse perfino inconsciamente, una teoria della unione delle razze ariane del Nord contro il Sud e soprattutto contro una particolare razza che viene dal Sud, quella ebraica, e su questa base tenta di creare un canale di comunicazione tra la Corte di Londra, piena di esoteristi, e il nazionalsocialismo tedesco, che nasce da una rete esoterica, occultista, satanista. Nella quale, almeno all’inizio, Crowley ha una qualche influenza.
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I rapporti tra esoterismo e intelligence sono di vario tipo: c’è certamente un raffinamento delle percezioni e un aumento della loro complessità, in cui si esalta colui che abbia una formazione e una esperienza esoterica; ma c’è anche l’origine da un mondo omogeneo, quello dell’aristocrazia britannica e dei suoi simbolismi occulti, inoltre c’è anche l’esperienza del potenziamento delle proprie capacità intellettive, fenomeno che spesso accade a chi inizi il “viaggio esoterico”, ma questo certamente non accade a tutti.
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Da John Dee a William Shakespeare, da Yeats a Kipling, non vi è alcuna letteratura inglese senza esoterismo. Si pensi a Puck o a Macbeth: il mito stesso della identità nazionale inglese è inscritto in un cerchio esoterico. “Essere Jekyll e Hyde”, ecco una frase di Crowley che spiega molte cose del suo esoterismo. Ma anche “Sii plurale come l’Universo”, avrebbe risposto Pessoa.
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La rottura dell’Io (l’“Io-palo”, avrebbe ironizzato Gadda) è il punto di partenza e di arrivo di queste pratiche, che possono portare i dotati a una espansione della Potenza dell’Io (uno Yoga della Potenza, come in Julius Evola) oppure alla più assoluta autodistruzione, mentale e fisica. Anche Charcot, il maestro di Freud in Francia, si dilettava, oltre che di dissezioni cerebrali, di rituali magici e di parapsicologia.
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Solo il neo-positivismo, molto più cretino del vecchio positivismo, ha eliminato questa sovrapposizione di curiosità metafisiche e di pensiero “razionale”, che peraltro deriva anch’esso da una metafisica.
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Tutto questo per fare un mezzo inchino a Calasso. Bravi!
Andrea Bianchi e Marco Giaconi
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Il berretto a sonagli
Il berretto a sonagli
La verità non può esser detta; non tutta, almeno. Questo il messaggio che Sebastiano Lo Monaco restituisce al Teatro Quirino, con Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello. (more…)
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Francavilla Fontana: una probabile superfetazione celebrativa del suo stemma?
di Armando Polito
Nella Biblioteca Pubblica Arcivescovile “Annibale De Leo” di Brindisi è custodito un volume manoscritto (ms_B/62 ) della prima metà del XVIII secolo dal titolo Copia de “Constitutiones Religionis Clericorum Regularium Pauperum Matris Dei Scholarum Piarum”. Le carte 1r-50v contengono il testo delle Constitutiones come vennero promulgate da Gregorio XV il 31 gennaio 1622, dopo che aveva elevato la compagnia ad ordine regolare il 18 novembre 1621. Le carte 50v-51v ospitano il breve pontificio che le accompagna; le carte 52r-52v contengono l’indice. In calce all’ultima carta (52v) compare lo stemma che ho appena riprodotto e che replico con a fronte quello attuale.
Sulla fondazione delle Scuole Pie a Francavilla Fontana un quadro esauriente è quello tracciato da Pietro Palumbo in Storia di Francavilla, Tipografia editrice salentina, Lecce, 1869, pp. 171-174, in cui ricostruisce il ruolo avuto da protagonisti quasi a gara tra loro. Andrea Imperiali rimasto fino al 1677 in Genova, dove aveva sposato Pellina Grimaldi, sorella del principe di Monaco, nel 1678 si trasferì a Napoli distinguendosi per la munificenza, ma trascorse gli ultimi mesi della sua vita a Francavilla, dove morì il 25 novembre di quello stesso anno, dopo aver dettato le sue ultime volontà al notaio Paolo La Marina.
Di chi doveva egli ricordarsi? Certamente dei suoi poveri, e dei vassalli che da un anno appena aveva conosciuti! Lasciò molti legati pii e fra questi ducati duemila da comperarne beni, per introdurre i Padri delle Scuole Pie, e di questo lasciò l’esecuzione alla madre e alla moglie, tutrici del figlio Michelino … Brigida e Pellina Grimaldi1 aperto ai 28 novembre il testamento del defunto principe Andrea, e conosciute le disposizioni, s’affrettarono ad eseguirle. Comperarono a nome dei Padri delle Scuole Pie mille ducati di censi da Giuseppe Maddalone di Lecce; altri ducati settecento cinquantasette investirono in una masseria su quel di Ceglie. All’annunzio del testamento di suo fratello Giuseppe Renato Imperiale, allora chierico della Camera Apostolica, volle concorrere a beneficare il suo luogo natio (essendo egli nato ai 28 aprile 1651 nel Castello di Francavilla) e vi aggiunse il dono di altri cinquecento ducati. L’Università la quale ammirava il lustro che derivava alla Terra da questa fondazione, entrò terza a gareggiare con gl’Imperiali e dopo Parlamento tenuto il 7 luglio 1680 entre tre mesi ottenne regio assenso di permutare alcuni ulivi e case vicino la chiesa di S. Sebastiano … A questo l’Università aggiunse un’annua rendita di ducati trecento assicurata su diversi dazi. Niente più mancava per l’introduzione dei padri, nemmeno il consenso del Papa e quello di monsignor Cuzzolini vescovo di Oria, per la qual cosa il 20 gennaro 1682 giunti da Brindisi il P. Gregorio da San Gennaro, P. Giuseppe da S. Giovanni, P.Francesco da S. Lorenzo e P. Felice M. da S. Vittore, ricevettero dalle mani del Dr Giuseppe Benaducci sindaco dell’Università il possesso del luogo e ne ascoltarono i patti in presenza del Notare Marrucci . I monaci promisero “e solennemente (adoperiamo le parole della scrittura) s’obbligarono d’allora in poi fondare la loro casa o convento nella Terra di Francavilla e proprio nella chiesa di S. Sebastiano ed ivi fare le scuole con imparare tanto grammatica quanto altre dottrine ai figliuoli e giovani da essere approvati dal loro superiore, dal Marchese e dall’Università, con ogni carità a zelo in conformità delle loro Regole e Costituzioni, con mettere le suddette scuole ad ogni richiesta della M. Università.2
Per quanto riguarda l’origine dello stemma, ecco cosa si legge in Giovanni Battista Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva, Parrino, Napoli, 1703, tomo II, p. 120: Nel 1310 il Principe [Filippo I D’Angiò, principe di Taranto] cominciò la fabbrica della Collegiata cento passi in circa lontana dalla Villa del Salvadore, dove poi dagl’Antichi fu trasportata la Sacra Imagine, e perché concorrevano d’ogni tempo le genti ad ottenere molte grazie, il Principe osservando la gran divozione de’ Popoli, publicò per i contorni, che donava à chi voleva venire à fabricare vicino à detta Villa, comodità di poderi gratis per dieci anni, franchi, ed immuni d’ogni peso, e però le diede nome di Francavilla, alla quale dal medesimo Principe fu dato all’Università Francavillese per impresa l’Olivo simbolo della pace, e dell’Abondanza.
Confrontando l’aspetto attuale dello stemma con quello del manoscritto, l’attenzione è subito attratta dai due putti alati che sorreggono lo scudo. Mi chiedo se questo dettaglio sia puramente decorativo o abbia una funzione più complessa, alluda, cioé, ad un’informazione supplementare.
A Francavilla nella chiesa di S. Sebastiano l’altare dedicato a sant’Elzeario de Sebran reca uno stemma che è stato oggetto di dettagliato studio da parte di Marcello Semeraro, del quale è pure la foto che di seguito riproduco3.
Si tratta, egli ci ci informa, dello scudo di Irene Delfina di Simiana (1670*-1725), figlia di Carlo, marchese di Pianezza e principe di Montafia, e di Giovanna Maria Grimaldi. Nel 1691 andò sposa a Michele Imperiali (*1673-1738), principe di Francavilla, acquisendo, così, il titolo di principessa. Lo scudo reca, perciò, a sinistra per chi guarda l’insegna degli Imperiali (di argento, al palo cucito di oro, caricato di un’aquila col volto abbassato di nero, coronata di oro, a destra quella dei Simiana di Piemonte (di oro, seminato di gigli alternati a torri). Irene Delfina, continua il Semeraro, fu, in virtù di una speciale devozione al santo4, la committente dell’altare a lui dedicato.
Chiudo con una raffica di domande, la cui sintesi era già nel titolo e alle quali, essendo, oltretutto, totalmente digiuno di araldica, non so rispondere. La presenza dei due putti nello stemma del manoscritto è casuale, oppure fu ispirata proprio dall’analogo dettaglio di quello dell’altare? Se è così, è legittimo supporre che esso sia la sintesi grafica di quanto a proposito degli attori protagonisti della fondazione dell’ordine è detto nel brano su riportato del Palumbo, cioè Imperiali/Grimaldi, con successivo aggiornamento/coinvolgimento Simiana (cui, oltre ai putti, potrebbero essere riferiti i tre gigli che campeggiano sul pino?), e l’Università (per la parte dello scudo coincidente con lo stemma attuale)?
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1 Su Brigida Grimaldi vedi Castrignano dei Greci, Francavilla e il Principato di Monaco in https://www.fondazioneterradotranto.it/2017/10/07/castrignano-dei-greci-oria-francavilla-principato-monaco-12/
2 Op. cit., passim
3 Note di araldica: lo stemma della principessa di Francavilla Irene Delfina di Simiana, in Il delfino e la mezzaluna, Periodico della Fondazione Terra d’Otranto, anno V, nn. 6-7, gennaio 2018, pp. 441-443
4 Le figure del santo di origine francese e di sua moglie, la beata Delfina di Signe, ispirarono infatti l’onomastica dei primogeniti usciti dal matrimoniotra Carlo di Simiana e Giovanna Maria Grimaldi (op. cit, p. 443)
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FLORIDIA: LA “Passio” LANGLOIS “UN TESTO DURO, INTENSO VERO”
disse il compianto Sebastiano Lo Monaco, durante l’indimenticabile “Bella Passione” portata in scena nel 2017 Sulle note di Antonio Granata, riecheggia ancora, una serata memorabile ricreata dallo scritto del misticoLanglois, il prete che non si spaventava di una penna. “Rompi il tuo silenzio, dimmi chi sei”. L’incipit della possente voce di Sebastiano scuote ancora le…
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Sostanze stupefacenti: aumentano i consumi
Sostanze stupefacenti: aumentano i consumi
di Sebastiano Lo Monaco 29 settembre 2023 È di questi giorni la Relazione Annuale sul fenomeno delle tossicodipendenze, arrivata in Parlamento con lo scopo principale di fornire un quadro più accurato sul fenomeno del consumo di sostanze stupefacenti. Aumentano i consumi tra la fascia di età che va dai 18 ai 64 anni e tra la fascia di età che va dai 15 ai 19.Inquietante è l’aumento registrato…
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Nuovo post- Nic, ragazzo nostalgico.. L'areo è atterrato in perfetto orario a Linate, provenienza Salisburgo, e tutti scendono le scalette del Boeing sorridenti e pronti per un paio di giorni di meritato riposo. Nicola ha appena salutato i compagni e stretto la mano a mister Marini, così estremamente innamorato e fiero di lui dopo quel gol che significa ben più di metà trofeo, che gli avrebbe pure regalato sua moglie quella sera. Quella rete al Casinò Salzburg però, non è un caso. È infatti la seconda che Nicola mette a segno in una finale di Coppa Uefa, dopo quella del 1991 a San Siro contro la Roma. Nic apre la portiera del suo bolide nero scintillante sotto le stelle e le luci dei lampioni milanesi, che per una sera non sono la casa di attraenti signorine o donne con la proboscide, ma sono lì solo per lui, e si appresta a partire a 150 km/h per mangiarsi Milano. Si sistema quel suo ciuffo castano, l'unico in quella macchina e al mondo ad essere più ribelle di lui, a suon di saggi e precisi colpi di pettine nero, così disinvolto da ricordare più un samurai con la sua catana, piuttosto che un bel ragazzo nel pieno della vita intento a modellarsi quella morbida capigliatura come neanche Fonzie ai tempi d'oro, il tutto condito da vigorose iniezioni di sputo collante, pronto poi per partire per chissà dove, intento soltanto a ficcarsi qualunque cosa respiri incroci sulla sua strada. Narciso da far spavento, tanto che si narra che un giorno, Walter Zenga, 'l'Uomo Ragno', lo colpì con un pugno negli spogliatoi durante l'intervallo di un derby dopo che vide il buon Nicola più intento a sistemarsi l'acconciatura che a pensare al risultato. Anche se la notte milanese è fresca , Nic accende il riscaldamento e ben presto dentro la sua BMW sembra di stare su una spiaggia di Saint Kitts e Nevis. Nicolino non lo sa, ma se lo immagina, che quel gol è forse decisivo. Determinante. Molto più brutto ma molto, molto più importante di quello di sei anni prima all'Olympiastadion di Monaco, quando decide di intercettare palla al limite della propria area di rigore per partire palla al piede verso la gloria, dribblando l'impossibile manco fosse Ingemar Stenmark tra i paletti. Più di mezzo Bayern cade col culo a terra mentre la leggendaria voce di Bruno Pizzul descrive come l'altra metà dei calciatori bavaresi, quelli rimasti in piedi, cercano di rincorrerlo disperatamente e senza riuscirci, mentre Nicola se ne sbatte il cazzo e corre spedito verso l'immortalità. Sette tocchi per aprirsi le porte del Paradiso. I compagni increduli. Quasi in venerazione. In estati, come se quel giorno all'Olympistadion forse apparsa più la Madonna che Nicola da Salsomaggiore. Nicolino sorride nel ripensarci, mentre accende la radio e parte verso la notte. È l'estate di 'The Rhythm of the night' di Corona e Nicola se la spara a tutto volume mentre la sua macchina macina chilometri come fossero centimetri. Sulla tangenziale non c'è anima viva, e lui sghignazza pensando a quel gol che potrebbe valere la storia, o almeno parte di essa. Sì perché d'altra parte di Milano c'è e c'è stata una squadra fantastica, che la storia in realtà lá sta scrivendo davvero. Una squadra formata da campioni assoluti come il genio Savicevic, classico calciatore che non nascerà più su questa terra, Boban, Van Basten, Maldini, Baresi e dalle lunghe proboscidi d'ebano di Rijkaard e Gullit. Una squadra storica. Leggendaria. Che accresce inconsapevolmente nel cuore di Nicolino l'amore per l'altra compagine del Naviglio. Quella che lui ha deciso di sposare dopo la chiamata di Pellegrini. Nic di professione fa il tuttocampista, e a tempo perso il 'bad boy'. Un cavallo pazzo che corre per il campo novanta minuti più recupero, nonostante la sera non tenga quel comportamento proprio da professionista esemplare che invece dovrebbe, preferendo al caldo del piumone quello delle cosce di qualche signorotta. Un centrocampista 'box to box' con licenza di uccidere. Uno che un minuto prima è lì ad aiutare Ferri e Zenga in una chiusura difensiva preziosissima, ed un secondo dopo lo ritrovi di lá, al limite dell'area avversaria dopo una sgroppata di 70 metri piena di passione e guasconeria. Nicola si mangia il campo a suon di corse e tocchi di classe. Entra nel cuore dei tifosi senza chiedere permesso ma col sigaro in bocca. Con prepotenza. Veemenza. Orgoglio. La fatica non abita quasi mai nelle sue gambe e il popolo nerazzurro se ne accorge. Il suo fisico gracile e longilineo, più simile ad uno tubo idraulico zincato che ad un calciatore professionista, permette a Nicola di superare indenne le bisbocce delle sere precedenti e di presentarsi la mattina agli allenamenti, e le domeniche alle partite, sempre fresco ed in perfetta forma. Se nessuno sapesse, sembrerebbe pure un atleta modello Cosa che differenzia i Nicola Berti dai vari Cassano e Balotelli. Nic viaggia veloce sulla sua BMW, mentre alla radio annunciano la nuova hit del momento, 'Strani Amori' di Laura Pausini. 'Chissà quanto si ciula con questa canzone', pensa mentre le case al suo fianco si perdono nel buio. Nicola inizia a canticchiarla a voce alta e mentre appena il rettilineo lo consente, si guarda allo specchietto retrovisore, lanciandosi da solo sguardi che quasi glielo fanno diventare duro da solo. E pensa che quello con l'Inter è davvero uno strano amore. Lui, nato a Salsomaggiore Terme, cresciuto nel Parma ed esploso nella Fiorentina, si ritrova ad essere l'idolo della Nord a soli 21 anni ma anche e sopratutto un simbolo per tutta Milano. Quella 'ganassa' e spavalda. Ma anche dell'altra, quella rossonera che dovrebbe odiarlo ed invece non lo fa. Non può. Troppo rispetto per odiare uno come Nicola Berti. Così come gli interisti fanno con Van Basten prima e Shevckenko poi anni dopo. Non puoi esserci odio . Nonostante tutto. Nonostante quella frase 'Meglio sconfitti che milanisti', dopo una stracittadina persa. Fa parte de gioco, del derby che adesso Nicola dice di vedere un po' persa di significato 'Giocano non sputando sangue. Sembra una partita come le altre'. Nonostante intanto i gol nel derby crescano ad ogni occasione e sono sempre più belli e pesanti,, come quello che Cavallo Pazzo segna un annetto dopo quella sera: cross dell'uruguagio Rubén Sosa che all'ottantottesimo pesca Berti dentro l'area, sventola spaventosa del Nic, palla che rimbalza sulla traversa, poi sulla nuca di Sebastiano Rossi e delirio sotto la Nord. La corsa delirante del Nicolino tutto ciuffo e fantasia che stenta pure a crederci, fermato poi da Dennis Bergkamp che lo trascina a terra e fa sì che venga travolto da tutti i compagni e simbolicamente anche da tutta la Milano nerazzurra, entra di diritto nella storia del calcio italiano. La BMW intanto si mangia l'asfalto chilometro per chilometro, mentre da qualche parte, qualche 'bauscia' sta sorseggiando il suo bicchiere di Ramazzotti con ghiaccio brindano alla sua salute e chiedendo a Dio di benedire quel ciuffo ribelle e chi lo porta. Milano da bere ma anche da scopare. Gli allenamenti possono attendere. La figa no. I pompini sono la priorità. Ogni tifosa, non importa di quale squadra, è follemente innamorata di lui. Basta non parlare di certe serate con lo zio Belle Bergomi e Lothar Matthäus, capitano uno e leader l'altro che non troppo tollerano e condividono simili comportamenti fuori dal campo. Ma a Nicola mai nessuno rimprovererà mai niente. Sembra uscito da una canzone nostalgica di Marco Masini, dove un bel ragazzo emiliano spezza il cuore a milioni ragazze mentre l'unica missione della sua vita è onorare la maglia dell'Inter. Uno scudetto, quello dei record e dopo nove anni di digiuno, una Supercoppa italiana, due Coppe Uefa e Carla Bruni. La consapevolezza di aver reso ai tifosi interisti quel periodo il meno amaro possibile, mentre il Milan del Cavaliere conquistava l'Italia, l'Europa, il Mondo. Maledetto Nic, ragazzo nostalgico. Così pieno di difetti da sembrare perfetto. Maledetti anni '90 così pieni di romanticismo, malinconia e eros. Ma a Nicolino tutto questo non interessa. Nic se ne infischia, e mentre la notte milanese parla solo di lui, del suo gol, di quella Coppa così vicina, che al ritorno il gol di Jonk e i miracoli di Zenga renderanno reale, lui macina chilometri sistemandosi allo specchietto con le mani piene di sputacchio quel ciuffo così ribelle che tutta Milano vorrebbe avere, o almeno toccare, come una reliquia, manco fosse la ciocca sacra di San Nicola, nella speranza un giorno di essere anche solo la metà di quello che fu veramente per il calcio italiano, Milano e le fighe di tutto il bel lpaese, quel pazzo scatenato di Nicola Berti. 1) Gol al Bayern: https://youtu.be/Q-G44mbWtfI
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Antigone di Sofocle
Foto di scena: Antigone di Sofocle – Da sin. Egle Doria, Sebastiano Lo Monaco, Lucia Camalleri, Barbara Moselli © Antonio Parrinello
Ritorna, con tutta la sua attualità, Antigone di Sofocle, al Teatro Carcano di Milano, per la Produzione Teatro Stabile di Catania e la regia di Laura Sicignano, come protagonista Sebastiano lo Monaco
Si apre il sipario e una scenografia dalle pareti di legno scuro,…
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SABATO 15 GENNAIO 2022 ♦️ SAN MAURO ABATE ♦️ Mauro (Roma, 512 circa – Angers, 584 circa) è stato un abate italiano dell'Ordine benedettino, il principale discepolo di san Benedetto da Norcia assieme a san Placido. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Non si hanno notizie precise della sua vita ad eccezione di quanto racconta papa Gregorio Magno in uno dei suoi Dialoghi. Si sa che visse come discepolo di san Benedetto da Norcia e presumibilmente, quando questi lasciò Subiaco per Montecassino, gli succedette come abate. A lui sono attribuite gesta prodigiose: camminare sulle acque, vedere e scacciare i demoni. L'episodio più noto, riportato anche dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, racconta che quando il monaco Placido cadde in un lago vicino al monastero, Benedetto, avendo visto ciò che stava accadendo, in una visione esortò Mauro a correre in aiuto del giovane compagno, ed egli lo salvò camminando sulle acque. Alcune fonti ne attestano anche la presenza in Alatri presso il Protocenobio di San Sebastiano. Secondo un'altra tradizione diffusa nel IX secolo, Mauro fondò a Glanfeuil, in Francia, un monastero dove portò la Regola benedettina; per questo i religiosi della congregazione benedettina francese, sorta nel 1618, presero il nome di Maurini. Secondo la tradizione, fu quindi inviato in Francia nell'anno 543 a fondare monasteri. Governò molti anni il convento da lui stesso fondato e nel 582 si ritirò in clausura, dove morì due anni dopo. Una Vita sancti Mauri appare alla fine del IX secolo, ad opera del monaco Oddone abate del monastero di Glanfeuil; Oddone sostiene che la sua storia è un rifacimento e ammodernamento di una precedente biografia scritta da un monaco di nome Fausto, discepolo di san Benedetto e contemporaneo di Mauro. Secondo questa relazione, il vescovo di Le Mans, nella Francia occidentale, inviò una delegazione che chiedeva che un gruppo di monaci lasciasse l'Abbazia di Monte Cassino, per stabilire in Francia la vita monastica secondo la regola di San Benedetto. La vita di San Mauro racconta il viaggio del santo e dei suoi compagni dall'Italia alla Francia, fra avventure e miracoli. 🔵 Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto (presso Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia) https://www.instagram.com/p/CYvsscYsdmd/?utm_medium=tumblr
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Italiani, primato nel turismo sessuale minorile di Sebastiano Lo Monaco Stando ai dati diffusi da Ecpat, che si batte contro lo sfruttamento sessuale dei minori, gli italiani si collocano al primo posto tra i violentatori di bambini del Terzo Mondo e, come sempre accade quando c’è di mezzo l’Italia, si entra nel paradosso: l’Italia è tra i pochi Paesi dell’Unione europea a essere in una posizione di avanguardia sul contrasto al fenomeno del turismo sessuale minorile, per essersi dotato di strumenti legislativi specifici in grado di rispondere in maniera concreta. Le responsabilità delle dimensioni del fenomeno stanno sia nelle azioni di contrasto, inficiate dall’assenza di una giurisdizione univoca, sia, e soprattutto, nel cinismo di una “cultura” che ha smarrito il senso della dignità, della realtà di un bambino. Se si pensa che la stragrande maggioranza di questi ‘turisti’, non solo pensionati ma anche uomini d’affari, piloti d’aereo, professionisti all’apparenza irreprensibili alla ricerca di “un’esperienza trasgressiva”, allora si comprende che il turismo sessuale è il frutto marcio di una pseudocultura (distorta) dello svago forte, della mostruosa convinzione di portare ricchezza economica in Paesi in difficoltà. Insomma si maschera un’azione depravata, il più abbietto dei crimini che si possano compiere su un bambino in stato di necessità, con la maschera dell’ipocrisia. I turisti del sesso si stimano in almeno un milione all’anno; in testa alle mete ci sarebbe il Kenya, con tremila bambini fra i dodici e i quattordici anni nel mercato del sesso a tempo pieno e circa quindicimila nel giro di quello occasionale; seguono Santo Domingo, la Colombia e il Brasile. A conferma del fatto che gli abitanti del Belpaese siano i principali fruitori del turismo sessuale con i minori, in alcune strade dell’Africa non è difficile trovare cartelli che intimano di non toccare i bambini, scritti in italiano. (...) Ma vi sono anche motivazione psicologiche a muovere un turista del sesso minorile: la difficoltà nello stabilire rapporti paritari con le donne e la falsa credenza che fare sesso con bambini sia a minor rischio Aids. Nei fatti, la rappresentazione di una mostruosa realtà malata. E criminale. https://www.ilfarosulmondo.it
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