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#Ruth-Shammah
chez-mimich · 2 years
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paoloferrario · 4 months
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Andrée Ruth Shammah e il Teatro FRANCO PARENTI di Milano
La storia artistica di Andrée Ruth Shammah nasce al Piccolo Teatro di Milano con Giorgio Strehler e Paolo Grassi, ma si concretizza con l’apertura del Salone Pier Lombardo, oggi Teatro Franco Parenti, fondato nel 1972 Andrée Ruth Shammah
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lamilanomagazine · 6 months
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Al via la prima edizione del Milan Longevity Summit, Milano celebra le 'grandi vite'.
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Al via la prima edizione del Milan Longevity Summit, Milano celebra le 'grandi vite'. Fino a mercoledì 27 marzo Milano ospiterà la prima edizione del "Milan Longevity Summit – RISCRIVERE IL TEMPO, Scienza e Miti nella corsa alla Longevità", un ciclo di incontri aperti a tutti che riuniranno i più grandi esperti mondiali sui temi dell'invecchiamento e della longevità. "Milano – dichiara il sindaco Giuseppe Sala - è, da sempre, il luogo dove si manifestano, spesso in anticipo, le nuove tendenze sociali e culturali. La nostra città, in tutte le sue componenti, ha una naturale vocazione a essere fucina e laboratorio di strategie e soluzioni innovative per interpretare e valorizzare i cambiamenti. Non è un segreto che la società stia invecchiando velocemente: le persone vivono sempre più a lungo e, per questo, occorre ripensare politiche sociali, luoghi dell'abitare, sistemi di relazioni e modelli di business. Con questa iniziativa che riunisce, proprio a Milano, tanti prestigiosi esperti e studiosi, la città si conferma punto di riferimento per tutta la comunità scientifica internazionale e il mondo della ricerca, rafforzando il proprio posizionamento sui temi della salute e del benessere delle cittadine e dei cittadini e rilanciando il concetto di un nuovo made in Italy di successo, quello delle scienze della vita, di cui è la capitale naturale. Attraverso eventi aperti a tutte le cittadine e i cittadini analizzeremo, dal punto di vista scientifico, sociale ed economico, i temi dell'invecchiamento attivo e della longevità, le prospettive, le criticità e le tante opportunità che si celano dietro a questa rivoluzione". L'inaugurazione del summit si è tenuta a Palazzo Marino con un evento speciale in sala Alessi, alla presenza del sindaco Sala e dell'assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolé, durante il quale è stato consegnato il riconoscimento "Una grande vita" - dedicato a Rita Levi Montalcini, Premio Nobel per la Medicina, vissuta fino a 103 anni - a sei grandi personalità della scienza, dell'industria e della cultura milanese che, con la loro visione e il loro impegno, testimoniano come l'età possa essere solo un dato anagrafico: Liliana Segre, senatrice a vita e testimone attiva della Shoah; Giuseppe Guzzetti, avvocato, politico, filantropo; Piero Bassetti, politico e imprenditore, presidente della Fondazione Giannino Bassetti; Natalia Aspesi, giornalista e scrittrice; Silvio Garattini, medico e libero docente in Chemioterapia e Farmacologia, fondatore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri; Carlo Sini, professore emerito dell'Università di Milano, dove ha insegnato Filosofia teoretica. A loro è stata consegnata una preziosa edizione del saggio "Come invecchiare" di Bertrand Russell, edita da La Grande Illusion di Giuseppe Zapelloni e curata da Armando Massarenti. Dopo il saluto del sindaco, Andrée Ruth Shammah, regista e direttrice del teatro Franco Parenti, ha letto il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Investire in longevità risponde non solo al criterio fondamentale di realizzazione e rispetto della dignità di ogni persona, ma rappresenta anche l'adempimento dei principi che chiamano ciascun cittadino a dare il suo contributo alla vita della comunità in ogni stagione della vita - ha scritto il Presidente -. Il coinvolgimento di importanti fondazioni no-profit e di eminenti personalità in questo esercizio del 'Milan Longevity Summit' consentirà di sviluppare nuove prospettive, destinate a incidere sulle future modalità stesse di organizzazione dei tessuti urbani e dei relativi servizi nei territori della Repubblica". Per offrire un'anteprima di quelle che saranno le tematiche discusse nel summit, sono intervenuti lo scienziato Nir Barzilai, uno dei più autorevoli ricercatori in questo campo, direttore dell'Institute for Aging Research all'Albert Einstein College of Medicine di New York, che ha parlato dello stato dell'arte e delle prospettive future della ricerca sulla Longevity; Jamie Metzl, scrittore, esperto di AI, genetica e biotecnologie, che ha illustrato le avveniristiche implicazioni delle nuove tecnologie sulla qualità e la durata della vita umana ed Elisabetta Notarnicola Associate Professor of Practice in Government, Health e Not for Profit presso SDA Bocconi School of Management che ha presentato le sue ricerche sull'economia della longevità in Italia. "Per non arrivare impreparati al cambiamento epocale di quella che viene chiamata la 'aging revolution' e che prevede un aumento esponenziale del numero degli anziani nei prossimi decenni, è necessario un confronto interdisciplinare tra scienza, economia, politica, sanità e tutti gli attori nell'ambito pubblico, privato e del Terzo settore - sostiene Viviana Kasam, presidente di BrainCircleItalia, ideatrice e organizzatrice del Summit -. Per una settimana Milano sarà il punto di riferimento internazionale di queste tematiche, con i più autorevoli scienziati provenienti da tutto il mondo. Secondo la formula che contraddistingue gli eventi organizzati da BrainCircle Italia, l'ingresso agli incontri è aperto e gratuito, perché tutti, giovani e meno giovani, abbiano l'occasione di ascoltarli di persona e imparare i segreti per vivere in salute e invecchiare bene". Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.milanlongevitysummit.org.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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captaindanielepoto · 10 months
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personal-reporter · 1 year
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La stagione 2023 – 24 del Teatro Donizetti di Bergamo
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Per la Stagione dei Teatri 2023-2024 a Bergamo la Fondazione Teatro Donizetti ha ideato un programma che unisca la Stagione di Prosa e Altri Percorsi con la sezione Storia, Teatro e Società e includerà anche Operetta e Opera&Concerti, oltre a numerosi progetti formativi. Per la Stagione di Prosa sono sette i titoli del cartellone al Teatro Donizetti e si partirà con un importante debutto che si inserisce nelle iniziative speciali legate a Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, infatti dal 12 al 18 dicembre ci sarà Iliade. Il gioco degli dèi, progetto di Alessio Boni che sarà  nelle vesti di regista, con Roberto Aldorasi e Marcello Prayer, che di attore. La Stagione di Prosa proseguirà dal 16 al 21 gennaio con Boomers, con Marco Paolini e Patrizia Laquidara, che invita a rivivere la storia dagli Anni Sessanta a oggi trasportata in un videogioco realizzato da un figlio e, dal 13 al 18 febbraio, La Maria Brasca di Giovanni Testori, con la regia di Andrée Ruth Shammah e Marina Rocco come interprete. Infine dal 27 febbraio al 3 marzo ci sarà Perfetti sconosciuti, trasposizione della commedia cinematografica ideate dal regista del film Paolo Genovese. Ancora in marzo, dal 5 al 10 arriverà La buona novella, spettacolo di teatro-canzone in cui Neri Marcorè ripercorre le canzoni dell’omonimo album di Fabrizio De André. La Stagione di Prosa 2023/24 si concluderà con Il mercante di Venezia di Shakespeare, con il ritorno di Franco Branciaroli al Teatro Donizetti, dal 9 al 14 aprile e, da mercoledì 17 a martedì 23 aprile, L’albergo dei poveri di Maksim Gor'kij in un allestimento di Massimo Popolizio,  coprodotto dal Teatro Stabile di Roma e dal Piccolo Teatro di Milano. Anche Altri Percorsi si snoderà attraverso sette spettacoli, tutti al Teatro Sociale a eccezione del titolo iniziale, dove il pubblico potrà conoscere gli artisti provenienti dall’estero, come la tedesca Familie Flöz, che con Teatro Delusio farà ridere portando il pubblico nel dietro le quinte di un teatro il 21 dicembre e della compagnia umbra Politheater, che con Bubikopf - Tragedia comica per pupazzi racconterà la storia d’amore di Bubi e Hullo il 25 gennaio. A seguire ci sarà il giovanissimo gruppo dei Potenziali Evocati Multimedialiche metterà in scena Prometeo dalla tragedia di Eschilo giovedì 11 gennaio. Il ritorno al mito sarà al centro di Opα, dove l’attrice greco-svizzera Mélina Martin interpreterà Elena di Troia il 4 aprile, mentre l’universo femminile verrà esplorato da La casa degli spiriti, affresco familiare messo in scena da Silvia Giulia Mendola l’8 febbraio, e Raccontami di domani, storia dell’amicizia di due giovani donne osservata dalla serratura di un bagno, scritta e diretta dall’argentino César Brie e interpretata da Vera dalla Pasqua e da Rossella Guidotti, prevista per il 22 febbraio. Completa Altri Percorsi, giovedì 14 marzo, il ritorno di Mario Perrotta con Dei figli, vincitore del Premio Ubu 2022, sulle  relazioni fra genitori e figli all’epoca del digitale, accompagnato da quattro attori e altri cinque come presenze virtuali su grandi schermi. Per la rassegna Storie, Teatro e Società, i primi due spettacoli saranno dedicati al mondo del calcio con Italia Brasile 3 a 1. Il ritorno, dove Davide Enia riprende dopo vent’anni il suo spettacolo storico, previsto per mercoledì 31 gennaio e Federico Buffa ne La milonga del fútbol, in cui venerdì 23 febbraio rievoca le figure di Renato Cesarini, Omar Sivori e Diego Armando Maradona. Gli altri due spettacoli che compongono la sezione sono Mio padre. Appunti sulla guerra civile di e con Andrea Pennacchi, che racconta la storia del padre prima della sua nascita, ripercorrendone la guerra partigiana, la prigionia, il viaggio di ritorno in una Italia devastata dalla guerra che sarà martedì 8 maggio e L’angelo della storia di Sotterraneo mercoledì 15 maggio, dove l’immagine offerta dal filosofo Walter Benjamin di un angelo che vola con lo sguardo rivolto al passato, dando le spalle al futuro, diventa parte di una lunga carrellata  di momenti storici con come filo rosso la potenza del racconto, visto come elemento necessario all’umanità. Read the full article
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Weekend a teatro tra Ghini-Ruffini, Incontrada, D'Urso
(ANSA) – ROMA, 15 FEB – Da “La Maria Brasca” che Andrée Ruth Shammah riporta in scena a Milano per il centenario della nascita di Giovanni Testori affidando a Marina Rocco la parte della calzettaia che fu di Franca Valeri e Adriana Asti; a L”arte della commedia” secondo Eduardo De Filippo, a Napoli nella messa in scena firmata e interpretata da Fausto Russo Alesi. Fino alla coppia Massimo Ghini –…
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globalhappenings · 3 years
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Theater: 'The crime of via dell'Orsina' debuts at Parenti
Theater: ‘The crime of via dell’Orsina’ debuts at Parenti
(ANSA) – MILAN, DEC 05 – Willing to do anything to keep appearances intact in the face of society’s gaze and judgment: they are the protagonists of the new show by Andrée Ruth Shammah, ‘Il delitto di via dell’Orsina’ by Eugène Labiche, which will be presented in the national premiere on 9 December at Franco Parenti in Milan. In the role of the protagonists – two men who wake up in the same bed,…
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giancarlonicoli · 2 years
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29 ago 2022 15:23
L'ULTIMO TIRO - “AL FUNERALE DI STREHLER IO E VALENTINA CORTESE, PER RENDERGLI OMAGGIO, ABBIAMO MESSO DUE RIGHE DI COCAINA SULLA BARA. GLIELO DOVEVAMO” –  LA REGISTA TEATRALE ANDRÉE RUTH SHAMMAH APRE IL CASSETTO DEI RICORDI: “NEGLI ANNI ’80 ERANO LOTTIZZATI ANCHE I TEATRI, GABRIELE SALVATORES IN AREA SOCIALISTA ALL'ELFO, PER DIRE – QUANDO CRAXI CADDE IN DISGRAZIA A MILANO NON SI TROVAVA PIÙ UN SOCIALISTA, SPARITI TUTTI - DARIO FO NON VOLEVA FARE L'ATTORE, FRANCA RAME SOGNAVA LA TELEVISIONE..."
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Roberta Scorranese per il “Corriere della Sera”
Geniale, caotica, sempre in movimento. L'irrequietezza come temperamento e forse un motivo c'è: Andrée Ruth Shammah è figlia di una fuga. Quella di una famiglia sefardita di Aleppo, ebrei che per «scappare dai pogrom arabi prima trovarono rifugio sui tetti e poi si dispersero nel mondo».
Gli Shammah capitarono a Milano, nel 1948 nacque Andrée, «e forse - racconta - i miei nemmeno sapevano bene che cosa era Milano. L'idea era di andare in Giappone. Ma rimanemmo». Quattro sorelle, tra le quali lei: intelligente, vivace, amante del teatro. Il padre faceva tutt'altro: investimenti finanziari, consulenze, insomma si occupava di soldi.
Lei però è diventata un'apprezzata regista. Come ha cominciato?
«Incontrai Giovanni Testori per motivi che nulla avevano a che fare con il teatro. Papà faceva investimenti nel mondo dell'arte, Giovanni era un appassionato di pittura. Per anni sono andata nello studio di Testori, in via Brera, nel pomeriggio. Caffè, conversazioni su arte e teatro. Fu il mio apprendistato di ragazza ebrea ma allieva di una scuola cattolica, milanese ma di origini aleppine».
Milano, negli anni Sessanta, era un laboratorio di linguaggi. La lingua di Carlo Porta veniva rielaborata a teatro, c'era il «grammelot» di Dario Fo.
«E la mia prima regia fu nel '73, con l'Ambleto di Testori, rivoluzione del concetto di idioma. Ma tutto era cambiato con le contestazioni del '68: Strehler se n'era andato dal Piccolo, Paolo Grassi voleva rinnovare, chiamò Franco Parenti. E mi chiese di fargli da assistente alla regia, anche perché Franco era molto giù.
Era da poco stato lasciato da Benedetta Barzini, per la quale lui aveva detto addio a moglie e figli. All'inizio non lo sopportavo: mi irritava per come parlava. E poi tenga conto che a Milano in quel periodo c'era Marco Bellocchio, che faceva cose fighissime».
Poi il legame con Franco. Per la verità, breve, dal '72 al '73. Ma esattamente cinquant'anni fa, insieme, avete fatto nascere il Salone Pier Lombardo, che si chiama Teatro Franco Parenti dal 1989.
«E ne abbiamo fatto un esempio unico di teatro privato con funzione pubblica. Se io oggi devo fare un qualsiasi lavoro qui, devo andare a chiedere ai sostenitori. Mille, duemila, cinquemila euro. E vado di persona, meno male che tutti riconoscono la qualità di quello che facciamo».
Che tipo era Franco?
«Coerente. Fermo nelle sue idee, anticonformista, se necessario controcorrente. Quando mise in scena Claudel, un autore cattolico, il Pci gliene disse di ogni. Oddio, il Pci bacchettone non ammetteva neanche le parolacce nei testi di Carlo Porta. E anche Dario Fo non era d'accordo su Claudel, ne discussero a lungo, Dario cercava di dissuaderlo. Franco gli disse: "Vedi, Dario, tu fai sempre te stesso e va bene, io però non ho bisogno di ripetere me stesso"».
Che rapporto c'era con Fo e Rame?
«Buono. Dario studiava architettura e per mantenersi scriveva degli sketch. Franco faceva il personaggio di Anacleto il gasista alla radio, in corso Sempione, e allora era consuetudine che i giovani autori lasciassero nel camerino degli attori affermati questi foglietti con delle piccole scene. Parenti rimase colpito dalla bravura di Dario e lo invitò per parlare. Insisteva: devi fare l'attore. Ma Dario non voleva fare quello. In ogni caso, iniziò un sodalizio e poteva durare di più, ma Franca sognava la televisione».
Com' era Silvio Berlusconi prima di diventare Silvio Berlusconi?
«Senta questa. Una volta Silvio incontra Franco in aereo. Gli dice: "Venga a trovarmi, io se vuole le apro un teatro". Parenti torna a Milano e mi fa: "Ho incontrato un industriale che vuole finanziare un teatro, ma io ho la sensazione che voglia il suo teatro".
Non se ne fece niente. Però mi ricordo che ai funerali di Craxi Berlusconi piangeva a dirotto. Tenga presente che quando Craxi cadde in disgrazia a Milano non si trovava più un socialista, spariti tutti».
Craxi. È vero che le offrì la direzione del Teatro Stabile di Roma?
«E io gli risposi: "Ma che ci vengo a fare a Roma se ho un teatro qui a Milano? Finanziami questo, se puoi". Ma lui non poteva, e insomma eravamo punto e a capo, ce la siamo sbrigata noi».
Erano lottizzati anche i teatri?
«Eccome. Ma almeno sapevi chi faceva cosa. Gabriele Salvatores in area socialista all'Elfo, per dire. Il Parenti però restava fuori, non eravamo ingabbiabili».
Strehler. Lei lo ha conosciuto molto bene. Se dovesse raccontarlo in breve?
«Un visionario, un grande uomo di teatro. Le racconto questa. Maggio Musicale Fiorentino, lui sta provando. Valentina Cortese cerca di farlo mangiare, mi manda a prendere due vassoi con sei paste di riso ciascuno. Lei gliene offre una. Lui, insofferente, "Ma non vedi che sto lavorando?", però intanto allunga dietro una mano e la prende. Lei, di volta in volta, sostituisce il dolce mancante attingendo dall'altro vassoio. Morale: alla fine il maestro ha mangiato ma ha dato a vedere di non mangiare».
Cortese gli era legata?
«Al suo funerale io e Valentina, per rendergli omaggio, abbiamo messo due righe di cocaina sulla bara. Glielo dovevamo».
Un altro suo grande sostenitore è stato Eduardo De Filippo. È così?
«Non dimenticherò mai quella volta in cui venne a teatro e, davanti a tutti, mi definì "a shamma", che in napoletano vuol dire "fiamma". Fu bellissimo, anche perché era un sostegno a una figura facilmente attaccabile: una donna sola, che molti continuavano a definire con malizia la compagna di Franco . Ma in questo teatro si è fatto di tutto».
Anche il pane, vero?
«Certo, nei programmi dedicati ai bambini. Ma abbiamo fatto anche i matrimoni. Oggi c'è una piscina, si organizzano dibattiti».
Lei non ha fatto il '68?
«No, anzi, mi schierai con Paolo Grassi contro chi lo contestava. D'altra parte io, ebrea, nutrivo grande ammirazione per il cardinal Martini. Sempre controcorrente».
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alemicheli76 · 2 years
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Il blog presenta "Tutti non ci sono" di Dario D'Ambrosi, Le Comari edizioni. Da non perdere!
Il blog presenta “Tutti non ci sono” di Dario D’Ambrosi, Le Comari edizioni. Da non perdere!
Il Teatro Patologico è un’esperienza unica, innovativa, un ponte tra terapia e arte, uno straordinario strumento di crescita e inserimento sociale (David Sassoli) Tutti non ci sono di Dario D’ambrosi, con prefazione di Andrée Ruth Shammah e postfazione di Andrea Delogu. L’autobiografia di un grande personaggio che ha fondato il Teatro Patologico a Roma.  La scrittura “semplice” dell’autore,…
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wdonnait · 4 years
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E' morto Philippe Daverio, noto storico d'arte e divulgatore
Nuovo post pubblicato su https://www.wdonna.it/e-morto-philippe-daverio-noto-storico-darte-e-divulgatore/110064?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=110064
E' morto Philippe Daverio, noto storico d'arte e divulgatore
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È morto questa notte Philippe Daverio, il noto storico d’arte e divulgatore, all’istituto dei Tumori di Milano. La notizia è stata data dalla regista e direttrice del Franco Parenti Andree Ruth Shammah:
“Mi ha scritto suo fratello stamattina per dirmi che Philippe è mancato stanotte” (fonte Ansa)
La sua scomparsa a 71 anni, ha sconvolto moltissime persone. In tanti conoscevano Daverio e provavano una stima profonda nei suoi confronti. Specialmente la Shammah, che ha pubblicato su Instagram un post dedicato proprio a lui, scrivendo così: “Amico mio… il tuo silenzio per sempre è un urlo lancinante stamattina”.
Ma chi era Philippe Daverio? Scopriamo qualcosa in più sulla sua vita!
Philippe Daverio biografia
Philippe Daverio aveva quasi 71 anni. Nacque il 17 ottobre 1949, in Alsazia, precisamente a Mulhouse.
Fu assessore del Comune di Milano dal 1993 al 1997 nella giunta Formentini. Si occupò della ricostruzione del Padiglione d’Arte Contemporanea, distrutto per via dell’esplosione della bomba avvenuta in via Palestro.
Philippe Daverio ha fatto la sua prima comparsa televisiva nel 1999, nel ruolo di inviato per trasmissione Art’è su Raitre. L’anno seguente è stato autore e conduttore della trasmissione Art.tù. Dal 2002 al 2012 fu autore e conduttore di Passepartout, un importante programma d’arte e cultura.
Ha pubblicato molti titoli da gallerista ed editore. Ma non solo. E’ noto anche per una serie di pubblicazioni scientifiche e divulgative. Daverio ha svolto l’attività di docente in numerose università e gestito diversi corsi di Storia del design presso il Politecnico di Milano. Nel 2006 divenne professore ordinario di Disegno Industriale presso l’Università degli Studi di Palermo. Nel 2013 invece, ricevette l Cavalierato delle Arti e delle Lettere e la Medaglia d’Oro di benemerenza del Ministro per i Beni Culturali dal presidente della Repubblica.
Successivamente, nel 2014 divenne direttore artistico del Grande Museo del Duomo di Milano. L’anno dopo invece, fu riconosciuto come membro del Comitato scientifico della Pinacoteca di Brera e Biblioteca nazionale Braidense.
Senza contare le sue numerose collaborazioni con varie riviste nelle veci di opinionista. Alcuni esempi? Panorama, Gente e Vogue. Alcune sue pubblicazioni: “Il Museo Immaginato” (Rizzoli, 2011), “Il Secolo lungo della Modernità” (Rizzoli, 2012), “Guardar lontano veder vicino. Esercizi di curiosità e storia dell’arte” (Rizzoli, 2013).
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chez-mimich · 2 years
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LA MARIA BRASCA
Maria Brasca è certamente uno dei più originali personaggi del teatro contemporaneo italiano, forse non solo italiano. L’articolo determinativo “la” poi la caratterizza ancora meglio, dandole quella connotazione geografica e umana che la fa appartenere alla storia del teatro milanese che, pur non avendo una storia centenaria come quello napoletano, ha pur tuttavia una certa tradizione e pièces di alta qualità, tra le quali basti pensare a “El nost Milan” di Carlo Bertolazzi. “La Maria Brasca” di Giovanni Testori, messa in scena dal Teatro Franco Parenti e dal Teatro della Toscana, per la regia di Andrée Ruth Shammah e interpretata brillantemente da Maria Rocco, portava con sé, come un fardello, il ricordo indelebile di due straordinarie interpreti del personaggio: Franca Valeri negli anni Sessanta e più tardi, sempre per la regia di Shammah, Adriana Asti. Maria è una calzettaia in una fabbrica di Niguarda nella Milano del boom economico. È una donna risoluta, che sa quel che vuole e, quel che vuole, è l’amore di Romeo, un ragazzo di periferia bello e sfaccendato, più giovane di lei e corteggiatissimo nel quartiere. Maria vive con la sorella Renata e con il di lei consorte, anch’egli donnaiolo impenitente. Maria Brasca non è però una femminista ante litteram, ma piuttosto una donna innervata da quel senso pratico milanese, disposto a scendere a compromessi pur di raggiungere l’obiettivo, che per lei è l’amore di Romeo. La pièce di Testori è tutta modellata sulla strabordante dialettica gergale della protagonista, gergo che oltre che godibilissimo da un punto di vista teatrale, disegna alla perfezione un personaggio che molti di noi, non più giovanissimi, hanno ben conosciuto nella propria infanzia: la “fabbrichina”, ovvero l’operaia disillusa, ma allo stesso tempo tenace e determinata a raggiungere un proprio sogno d’amore, che è allo stesso tempo anche il sogno della ricerca di una piccola sicurezza dei sentimenti, ma anche di una decente e stabile condizione sociale. “La Maria Brasca”, non appartiene “solo” al teatro leggero, ma è a pieno titolo uno spettacolo esistenziale e a suo modo, politico. Renata, la sorella di Maria proletaria dimessa e precaria, come la casa dove vive e che traballa ad ogni passaggio di un treno, è l’immagine della concretezza milanese, ma anche della disillusione e della rassegnazione, mentre Maria è la combattente, disposta ad ingoiar rospi, pur di arrivare al risultato. Capitolo a sé merita la spumeggiante interpretazione di Maria Rocco, naïf e maliziosa, spietata ed ironica. Scenografia di Gianmaurizio Fercioni, degna di una periferia di Ben Shan, col sipario che si apre su “Quella cosa in Lombardia”, musicata dell’indimenticato Fiorenzo Carpi su testo di un grande poeta, Franco Fortini, toscano, ma milanese d’adozione, poesia in forma di musica, opportunamente riesumata nell’ultimo disco di Francesco Guccini “ Le canzoni da intorto.
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redazionecultura · 5 years
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lamilanomagazine · 1 year
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Milano: “Luoghi Elettrici” al Teatro Franco Parenti per La Milanesiana
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Milano: “Luoghi Elettrici” al Teatro Franco Parenti per La Milanesiana. LA MILANESIANA, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, arriva sabato 10 giugno all’Arena dei Bagni Misteriosi - Teatro Franco Parenti di Milano con la serata “Luoghi Elettrici” che unisce letteratura e musica. L’appuntamento comincia alle ore 21.00 con la lettura di Tiziano Scarpa, Premio Strega nel 2009 con “Stabat Mater”. A seguire il live di Frankie hi-nrg mc, personaggio eclettico, uno dei più noti rapper e produttori discografici italiani, regista di videoclip, autore di documentari, attore e fotografo. A 30 anni dalla pubblicazione dell’album “Verba manent” (1993), il suo primo disco in studio, si esibirà in uno showcase con alcuni dei suoi brani più conosciuti, tra cui “Potere alla parola” che tratta l'importanza della libertà di parola, e “Pedala”, forse quello tra i suoi brani che più rispecchia il tema di questa Milanesiana “Ritorni”. Andrée Ruth Shammah farà gli onori di casa. Introduce Elisabetta Sgarbi.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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captaindanielepoto · 11 months
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elijahtours · 5 years
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King David Well’s in Town of David – Bethlehem
When Bethlehem Enters History? Bethlehem First time that it Enters History with the Figure of David, He Was Born there According to Prophet Samuel (1.Sam 16), to An Ephrathite Family who had lived there for many Generations they are as well the descendant of Ruth as mentioned in the Four Chapters of Book of Ruth 1-4.
When Prophet Samuel Came to Bethlehem to Visit a Family of a man called Jesse, He anointed His youngest Son, David to succeed Saul As King of Israel. ”  The Lord said to Samuel, “How long will you mourn for Saul, since I have rejected him as king over Israel? Fill your horn with oil and be on your way; I am sending you to Jesse of Bethlehem. I have chosen one of his sons to be king.” ” , When The Jealousy of Saul Forced David to become an outlaw, David Let attack on the Philistines,
“So David and his men went to Keilah”, They Slaughtered the Philistines and Took all their Livestock and rescued The People of Keilah (1 Sam 23:5), As Result of this and consequence the Philistines ( C. 1030 BC ) had occupied the Town of Bethlehem and put a Garrison Their Around 1030 BC as it is mentioned in (2 SAM 23:14) David Was Staying in the Stronghold (Abullam/Tell Esh Sheikh Madkhur ) at that time, and a Philistine detachment had occupied the Town of Bethlehem, of course, that that Time David was hiding at that Cave of Adullam – Tell Esh Sheikh Madhkur, as a result of Saul’s Chasing him.
David Gathered Later 400 Men with a Grievance Against Saul (1 Samuel 22:1-2 ). Part of these men was the Best of the Best known as David’s Mighty Warriors, Later, Three of the best will do something extremely Dangerous.
David’s Mighty Warriors – the Three and the Thirty
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A Group of Men in the Bible who were Toughest Military Warriors and who was Credited with Heroic Feats, According to (2 Samuel 23:8-39) divided them into The ” Three” which they are exactly three, and thirty of which there are more than Thirty.
According to the Biblical Text, it says there were Exactly 37 Individuals in all, but it is unclear whatever this refers to the thirty which may or may not contain the Three or the Combined total of both groups, Also the Scriptures refers to the Three and Thrity as though they were both important entities and not just a random list of three or 30 plug significant men.
What are the names of David’s Mighty Warriors?
First One and their Cheiften is Josheb-Basshebeth, he was the Cheif of the Three, He raised his spear against eight hundred men, whom he killed in one encounter.
The second One Was Eleazar Son of Dodai, The Ahohite, As one of the Three Mighty Warriors he was with David when they taunted the Philistines gathered at Pas Dammim For Battle, at that time the Israelites Retreated But Eleazer Stood his ground and struck down the PHilstines till his hand Grew Tired and Froze to the Sword, The Lord Brought him a Great Victory that Day, The Troops Returned to Eleazer but only to strip the Dead.
The third One Was Shaamah Son of Agee the Hararite, When the Philistines Banded Together at a place where there was a field full of lentils Israel’s Troops Fled from them, but Shammah Took his stand in the middle of the Field, HE Defended it and Struck the Philistines Down, The Lord Brought him a Great Triumph.
So what is the Story of King David Wells?
According to 2 Samuel 23(13-17) The three visited David when he is located at the Cave of Adullam, While there David expressed a heartfelt, a desire for water from the Well’s of Bethlehem, which is by the gate that was occupied by the Philistines, The Three therefore forcefully break past the Philistines and draw water from the Well, which they take back to David. David Refused to Drink the Water, Instead pouring it out Before Yahweh arguing that it was the Blood of the Men who had risked their lives.
Where is the Story of David Well’s Mentioned in the Tanakh / Old Testament?
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as mentioned in the Bible ” During the Harvest Time ( Could be Wheat Harvest , Spring Between March and May) Three of the Thirty Cheif Warriors came down to David at the Cave of Adullam, while a band of philistines was encamped in the Valley of Rephaim, At that time David was in the Strong Hold and the Philistine garrison was at Bethlehem, David Longed for Water and Said” Oh that someone would get time a drink of water from the well near the gate of Bethlehem”, so the three mighty warriors broke through the PHilstine Lines, Drew water from the Well near the gate of Bethlehem and Carried it Back to David, but he refused to drink it, instead he poured it out before the Lord, Far be it from the Lord to do this” He Said, ” is it not the Blood of men who went at the risk of their lives” and David would not drink it.
King David Humour About A Drink
Another Assumption it was the Harvest Time ( Possibility Wheat during Spring March-May) and the Weather was hot, and he was thirsty, perhaps a good water was scarce, and therefore he earnestly Wished ” O That I Could but have one Draught of the Water of the Well of Bethlehem” with the Water of that Well he had often refreshed himself when he was a young, and nothing now will serve him but that, though it is almost impossible to come at it, he strangely indulged a humor which he could give no reason for, other water might quench his thirst as well but he had a fancy for that Above any.
Where are King David Well’s Located in Bethlehem?
The Cistern that David’s Three Men rescue their for fore as Traditionally located in Bethlehem Inside the Catholic Action Club, Three great Cisterns Excavated in the rock are known as Biyar Daoud ( David’s Cisterns or Wells) which tradition identified with “The Cisterns that is in Bethlehem at the Gate” from which David longed to drink during a battle with the Philistines as mentioned in 2. Sam 23:15, but in David’s time, the Town could not have extended as far as this.
To the East of these Cisterns was discovered in 1895 a mosaic Pavement of a Church of the 5th or 6th Century with Greek Inscription from verses 19 and 20 of Psalm 117, “Open to me the Gates of Justice and IW will never and I’ve thanks to the Lord, This Gate is the Lord’s , The Just Shall enter it.
The Church Rested on a vast necropolis Cemetery of 18 Arocosolium of from 2 to 6 Tombs Each, The Cemetery was Christian as proved by the Inscriptions, Including the Most meaning Graffito is a Constantinian Cross from 4th Century engraved in the rock at the beginning of the Cemetery which affirms the Christian Nature of the Burial Ground, When it was First Discovered it was believed that it was the Church of Saint David, where the King Was buried and of which mention was made by pilgrims in the Byzantine Period, hence the name MAusoleum of David but please note that David’s Tomb is located in Mount Zion in Jerusalem.
At the Present, the Mosaic is buried under a cultivated field and further researches are impossible, in 1962 the Custody of the Holy land Had some work done by Brother Michelangel Tizzani , during which catacombs and arcosoliums were restored , Exvacations brought to light many potsherds ( 4th Century) and wall inscriptions (4-6 Century BC ).
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livioacerbo · 5 years
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