#Roberto Stagno
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opera-ghosts · 2 years ago
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January 24. 1835 the last Opera from Vincenzo Bellini „I Puritani“ premiered in Paris. Here we see a very rare original castlist from The Metropolitan Opera. Only one performance was given for the opening of the MET at October 29. 1883 and then the next performance was 35 years later at February 2. 1918. Very curios.
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greenbor · 11 hours ago
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Vorrei tornare bambino,
Disegnare cuori sui vetri appannati
Per sorridere al freddo dell'inverno,
Andare a scuola con gli occhi assonnati
Vedere la giovinezza dei miei genitori in eterno.
Vorrei tornare bambino,
Per sentire sempre nuovi sapori
Rivedere la meraviglia del meravigliarmi,
Nutrirmi di ogni gesto e particolari
Vivere di sogni senza mai svegliarmi.
Vorrei tornare bambino,
Perche' ogni nascondiglio era una sorpresa
Il silenzio magico di un mistero,
Il rifugio di una dolce attesa
La favola di un piccolo guerriero.
Vorrei tornare bambino,
Per riassaporare le domeniche di una volta
Le orecchiette fatte in casa della nonna,
Il profumo della mentuccia appena colta
Il soffice canto di una ninna nanna.
Vorrei tornare bambino,
Perdermi nel mama o non mama di margherite
Nel tuffo dei sassi piatti nello stagno,
Punzecchiarmi con spine di rose appena fiorite
Ammirare la curiosita' di un piccolo ragno.
Vorrei tornare bambino
Per proteggere le piccole cose fino in fondo
Perche' e' con i sogni di ogni singolo bambino
Che si puo' fare grande il mondo.
Marco Vannoli
scelto da https://www.tumblr.com/maripersempre-21
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crazy-so-na-sega · 2 years ago
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Studi recenti dimostrano che
@Roberto Burioni, noto taccagno, fece un vaccino di una sottomarca (la FIZZER) reperibile alla LIDL per 3,90€ al litro. La FIZZER, come noto, usa una lega di stagno e stronzio al posto del grafene.
-Byoburp
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----hai capito...furbino.......;-)
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lessthansix · 6 years ago
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graffitiurbani · 6 years ago
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È che il tuo odore era ormai cambiato.
Nella tua bocca, tra i tuoi capelli, le tue gambe e perfino tra le tue natiche, sentivo ormai l’odore dei vari Antonio, Andrea, Luciano, Fernando, Michele, Youssuf, Giovanni, Stefano, Yuri, Giorgio, Francesco, Fabrizio, Luca, Amedeo, Matteo, Federico, Gianluca, Cristiano, Mirco, Roberto e Francesco che stavi già scopando mentre ancora ti vedevi con me. Quindi non era più il tuo odore ma quello di mille altri con i quali hai barattato il mio.
Mi hai chiesto di non vederti più e io, ormai esausto e affaticato dal doverti odorare tutti quegli ormoni maschili addosso, ho accettato.
Mi hai detto che è tuo diritto essere libera e che il nostro amore era finito. Non sapevo che fosse un diritto solo tuo e che nessun altro, a parte te, può considerarsi libero, dopo il tuo rifiuto. Almeno con me, perché nel frattempo tu “non facevi nulla di male”, dicevi, e affogavi il ricordo di me e la mia dignità, tra le cosce dei tuoi vari amanti occasionali. Vieni a spiare a casa mia e cerchi di tenermi legato a te mentre imperterrita continui a farti gli affari tuoi, senza alcun rispetto, nemmeno del mio ricordo.
Sembra quasi tu voglia io getti la mia dignità e la mia voglia di vivere al cesso, in nome di un rapporto malato che nulla ha a che fare con l’amore. Ti piace fare la vittima anche mentre stai facendo a pezzi il mio cadavere.
Senza rispetto non esiste amore e tu, a vederla bene, non mi hai mai rispettato e mi hai sempre mentito. Non te ne faccio una colpa. Ormai ho capito che tu sei così: tu menti. È nella tua natura. Sei come lo scorpione sul dorso della rana in mezzo allo stagno.
Non dovrei nemmeno scrivere queste righe, ma me lo concedo, dato che hai sbirciato nella mia vita senza alcuna autorizzazione e dato che ti sei permessa di rivolgerti a me quando ormai era chiaro io non volessi più avere niente a che fare con te, e questo dopo che TU avevi deciso di troncare per sentirti libera di fare ciò che volevi, con chi volevi. Non avevi cominciato a pedalare?! Non mi sentivi pesante sulla tua bicicletta?! Non era il ricordo di me sempre più trasparente e leggero ad ogni nuova pedalata?!
Be’, tu continua a pedalare che di strada ne hai da fare. E non voltarti. Vai.
Io vado in moto, invece, e l’ho appena lavata, ho tolto gli specchietti retrovisori e l’ho appena accesa per un altro lungo viaggio del quale tu non hai voluto far parte e del quale, ora per mio volere, non fai parte.
Non replicare, per favore. Sono stanco di perdere tempo in queste drammatizzazioni inutili. E non venire più a spiarmi, non ne vale la pena e mi vedrei costretto a cancellare la tua famiglia dai miei rapporti personali e mi dispiacerebbe moltissimo. D’altronde, io non sto facendo niente di male, sto solo vivendo la mia vita. Quella vita che tu non hai più voluto.
Come dicesti tu una sera d’estate: “così è la vita”
Ora vai che fai tardi e pedala più veloce, che in bicicletta al tramonto fa ancora freddo.
In bocca al lupo per la mostra.
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calopepe · 3 years ago
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Cavalleria rusticana, Pietro Mascagni
Cavalleria rusticana, Pietro Mascagni
Cavalleria rusticana, Pietro Mascagni Cavalleria rusticana, Pietro Mascagni Cavalleria rusticana è un’opera in un unico atto di Pietro Mascagni, su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, tratto dalla novella omonima di Giovanni Verga. Andò in scena per la prima volta il 17 maggio 1890 al Teatro Costanzi di Roma, con Gemma Bellincioni e Roberto Stagno. Cavalleria rusticana fu la…
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sanremista-dal51 · 5 years ago
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Sera stendi le mani sul nostro amore non mi svegliare più. Sera fammi sognare fammi sentire che sono qui con lui. Per una vita che ci dà luce nella sera quando il cielo si oscura cosa ci importa se un giorno è passato e lo abbiamo vissuto per gli altri? Sera stendi le mani su questo amore e non finire mai. Per una vita che ci dà luce nella sera quando il cielo si oscura cosa ci importa se un giorno è passato e lo abbiamo vissuto per gli altri? Sera stendi le mani su questo amore e non finire mai. (Roberto Vecchioni) #sanremo #sanremo18 #sanremo68 #sanremo1968 #festivaldisanremo Brano: Sera Immagine: Tramonto con stagno - Teodoro Wolf Ferrari - 1917 https://www.instagram.com/p/B7TG_etIFQe/?igshid=1dibht12gpn0e
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enricaleone91 · 6 years ago
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Tito Stagno, Parmitano e Arrigo Sacchi a Rai uno
Tito Stagno, Parmitano e Arrigo Sacchi a Rai uno
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Nuovo appuntamento domenica 12 maggio su Rai Uno con Che tempo che fa. Tanti gli ospiti tra politica, spettacolo e musica.
Il primo sarà Carlo Calenda capogruppo della lista Pd-Siamo Europei. E poi Roberto Saviano, per parlare del suo nuovo libro In mare non esistono tax. Interverrà inoltre Don Mattia Ferrari, giovane vicario parrocchiale di Nonantola, nella Diocesi di Modena che ha scelto di…
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todayclassical · 8 years ago
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April 26 in Music History
1567 Birth of composer Nicolas Forme.
1603 Birth of composer Francesco Nigetti.
1762 Birth of French tenor Pierre-Jean Garat in Bordeaux. 
1783 At 13 years of age Beethoven is appointed keyboard performer court orchestra in Bonn.
1783 FP of M. Arne's "Tristram Shandy" in London.
1784 FP of Salieri's "Les Danaïdes" in Paris.
1796 Birth of composer Auguste-Matthieu Panseron.
1802 FP of Isouard's "La Statue ou Femme avare" in Paris.
1806 Birth of composer Ludwig Friedrich Hetsch.
1821 Birth of American composer John Gordon McCurry. 
1822 Birth of composer Jan Albert van Eyken.
1824 FP of Carafa's "L'Auberge supposée" in Paris.
1829 Birth of Italian baritone Francesco Graziani in Fermo.
1834 Birth of composer Horatio Richmond Palmer.
1847 Birth of English composer Sir Alfred Scott Gatty.
1854 Birth of German bass Georg Sieglitz in Mainz. 
1856 FP of Halévy's "Valentine d'Aubigny" in Paris.
1860 FP of Campana's "Almina" in London.
1862 FP of Suppe's "Die Kartenaufschlägerin" in Vienna.
1863 Birth of French tenor Emile Scaremberg in Besançon. 
1865 Birth of Costa Rican composer Alejandro Monestel.
1875 Birth of American composer Natalie Curtis Burlin. 
1879 Birth of Danish baritone Albert Høeberg in Copenhagen. 
1881 Birth of Yugoslavian composer Alexander Savine in Belgrade.  1884 Birth of Norwegian soprano Eide Norena in Horten, nr Oslo. 
1891 Russian composer Peter Tchaikovsky arrives in New York City.
1894 Birth of Australian soprano Florence Austral.
1897 Death of Italian tenor Roberto Stagno in Genoa. 
1899 FP of original version of Jean Sibelius' First Symphony. Composer conducting in Helsinki. The final version was FP by the Helsinki Philharmonic in Stockholm.
1900 Birth of American violinist Joseph Fuchs in NYC. 
1901 Death of Russian mezzo-soprano Anna Yakovlevna Vorobyeva-Petrova.
1901 FP of Hüe's "Le Roi de Paris" in Paris.
1906 Birth of composer Leopold Spinner in Lwow Austria. 
1910 Birth of composer Erland von Koch. 1910 Birth of composer Ernst Tittel.
1914 Birth of British composer Professor Wilfrid Mellers. 1915 FP of Paul Hindemith's String Quartet No. 1 in C, Op. 2, at Hoch's Conservatory in Frankfurt.
1916 Birth of composer Arnoldus Christian Vlok van Wyk.
1920 Birth of composer Juan C Lampe, Aruba.
1921 Birth of German mezzo-soprano Marga Hoffgen in Mulheim. 
1922 Birth of composer Paul-Andre Gaillard.
1923 FP of Respighi's "Belfagor" in Milan. 
1925 Birth of Austrian soprano Wilma Lipp in Vienna.  1926 Birth of composer Oldrich Frantisek Korte.
1926 FP in USAmerica of Monteverdi's opera L'Incoronazione di Poppea (1642)'The Coronation of Poppea', at Smith College in Northampton, MA.
1930 FP of Vittadini's "La Sagredo" La Scala.
1934 Birth of Yugoslavian soprano Olivera Miljakovic.
1935 Birth of American composer Conrad Susa. 
1936 FP of Grisar's "Sarah" in Paris.
1943 Death of German soprano Else Gentner-Fischer. 
1950 Birth of Belgian composer Michel Bero in Melin.
1951 Death of American composer John Alden Carpenter in Chicago.
1951 FP of Ralph Vaughan Williams opera The Pilgrim's Progress Covent Garded, London.
1953 Birth of English soprano Patrizia Kwella.
1955 Birth of conductor Gisele Ben-Dor.
1959 Birth of Swedish baritone David Aler in Stockholm.
1961 Birth of Canadian baritone Mark Tinkler in Toronto. 
1965 Death of German bass-baritone Michael Bohnen. 
1965 FP of Charles Ives' 4th Symphony. Posthumously under conductors Leopold Stokowski, Jose Serebrier and David Katz, leading the American Symphony Orchestra and members of the Schola Cantorum.
1966 Birth of American composer Jerilyn Sykes.
1966 Final performance at MET Opera by soprano Licia Albanese.
1967 Death of American bass-baritone James Pease. 
1968 Birth of Polish-American composer Laura Andel.
1972 Birth of Russian pianist Nikolai Lugansky in Moscow.
1990 FP of John Harbison's Concerto for Double Brass Choir and Orchestra. Los Angeles Philharmonic, André Previn conducting in L.A., CA.
1991 Death of French-born American composer and arranger Leo Noël Arnaud.
2002 FP of Michael Hersch's Symphony No. 2. Pittsburgh Symphony, Mariss Jansons conducting.
2003 FP of Joan Tower's Incandescent. Emerson String Quartet, Annandale-on-Hudson, NY.
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opera-ghosts · 1 year ago
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On this old Postcard (1904) we see the Italian Soprano Gemma Bellincioni (1864-1950). She was 1890 the first Santuzza in Cavalleria rusticana together with her husband the Tenor Roberto Stagno (1840-1897) and also the first Fedora in Giordanos Opera 1898. Take a closer look on her biography.
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greenbor · 1 month ago
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"Versi per Blok" poesia di Marina Cvetaeva
Il tuo nome: un uccello nella mano, il tuo nome: ghiaccio sulla lingua. Un solo movimento delle labbra. Il tuo nome in tutto cinque lettere. Una piccola palla ghermita in aria, un sonaglio d'argento sulla bocca. Petra gettata in un placido stagno, singhiozza come il suono del tuo nome. Nel colpo degli zoccoli notturni, il tuo nome rumoroso rimbomba. Lo scatto del grilletto lo pronuncia ad alta voce per noi.
Il tuo nome - ah, impossibile! Il tuo nome: un bacio sugli occhi, nel dolce freddo delle immote palpebre, Il tuo nome è un bacio sulla neve. Acqua di sorgente, gelida e blu, il sonno è profondo col tuo nome.
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tmnotizie · 5 years ago
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FANO – Dal 24 al 30 giugno scrittori, giornalisti, artisti, attori e poeti a Fano (Pesaro e Urbino) per Passaggi Festival. L’edizione 2019, la settima del festival ideato e diretto da Giovanni Belfiori, si arricchisce di contenuti e rassegne, incentrate sul tema “C’era una volta in Europa”, grazie anche al lavoro del comitato scientifico, presieduto da Nando dalla Chiesa e composto da Marino Sinibaldi, Alessandra Longo, Lorenzo Salvia, Giorgio Santelli, Claudio Novelli.
Dal pomeriggio fino a mezzanotte, la città adriatica tornerà ad essere la capitale dei ‘Libri vista mare’. Dalla piazza XX Settembre al mare, dal Pincio alla chiesa di San Francesco, dalla Mediateca al Teatro della Fortuna, un’invasione di libri e non solo, ma anche teatro, mostre d’arte e di fotografia, incontri con la scienza, workshop, laboratori per i più piccoli, cortometraggi, visite guidate e un festival nel festival, “Fuori Passaggi”, dedicato al pubblico più giovane. Tutto a ingresso gratuito.
I premi del Festival: Iacona e Recalcati
Due gli ospiti di eccezione che saranno premiati quest’anno: l’ideatore e conduttore di Presa Diretta, Riccardo Iacona e lo psicanalista Massimo Recalcati.
Iacona giovedì 27 giugno ritirerà, dalle mani di Ivana Monti Barbato, il Premio Andrea Barbato 2019, patrocinato dall’Ordine giornalisti, mentre domenica 30 giugno Recalcati ritirerà il Premio Passaggi 2019, riconoscimento che viene conferito a una personalità che si è distinta per l’attività di saggistica e per la figura morale.
La rassegna di piazza
Dieci le rassegne librarie, tra cui la rassegna “Grandi Autori”, in piazza XX Settembre dove sarà allestito il palco centrale. Lì saliranno la conduttrice televisiva Rita dalla Chiesa con un libro nel quale racconta la sua vita a partire dal drammatico 3 settembre 1982 quando Cosa Nostra uccise il padre a Palermo, il generale Carlo Alberto dalla Chiesa; l’attrice Lella Costa che ha scritto un saggio sulla patrona d’Europa Edith Stein; il giornalista francese Bernard Guetta autore di I Sovranisti (Add) insieme al direttore di Reset Giancarlo Bosetti, e poi ancora lo psichiatra Paolo Crepet, il sociologo Nando dalla Chiesa, il giornalista Antonio Padellaro, l’ex premier Paolo Gentiloni, il giornalista e conduttore tv Massimo Giletti, l’ex ministro Giulio Tremonti, il sondaggista Nando Pagnoncelli, l’economista Giulio Sapelli, il direttore delle relazioni internazionali di Eni Lapo Pistelli, la ricercatrice universitaria Federica Cabras, il presidente di Coop Alleanza 3.0 Adriano Turrini, che converseranno con giornalisti delle maggiori testate come Marino Sinibaldi (direttore Rai Radio 3), Antonio Di Bella (direttore di Rainews24), Paolo Del Debbio (Rete 4), Alessandra Longo e Maria Novella De Luca (la Repubblica), Giorgio Santelli (Rainews24), Andrea Purgatori (La 7), Lorenzo Salvia e Jessica Chia (Corriere della Sera).
Destinazione luna, con Rai Teche, ricordando Andrea Barbato
A proposito di Andrea Barbato, e per ricordare il cinquantesimo anniversario dello sbarco dell’uomo sulla Luna, il festival Passaggi presenterà, in collaborazione Rai Teche, una serie di video dal titolo “Destinazione Luna”. I video, che saranno trasmessi nel maxischermo della piazza centrale, hanno come protagonista Barbato ed altri giornalisti Rai, come Piero Angela, Ruggero Orlando, Gustavo Selva, Tito Stagno… Insomma un interessante e nostalgico tuffo nel passato, come solo Rai Teche sa regalarci.
Le altre rassegne
Ancora tanta saggistica nelle diverse sedi del Festival. Alla chiesa di San Francesco libri al femminile: Flavia Fratello de La 7 e Meri Pop di Repubblica Live incontreranno un’icona della sinistra italiana come Luciana Castellina con il suo “Amori comunisti” (Nottetempo), la food editor del Corriere della Sera Angela Frenda che presenterà “La cena perfetta” (Solferino), la giornalista e sceneggiatrice di tante fiction di successo Maria Venturi con il suo ultimo libro “Cuore Matto” (Solferino), la conduttrice tv Daniela Collu con “Volevo solo camminare” (Vallardi) sul cammino di Santiago.
Sempre alla San Francesco troviamo i libri per stare bene di “Passaggi di Benessere” in collaborazione con Aboca, ospiti Massimo Cirri di Caterpillar Rai Radio 2, Sandro e Maurizio Di Massimo, Alan Wayne Berti.
I “Libri in cortile” di Palazzo de Pili propongono testi di settore di grande qualità, come l’ultimo libro di Francesco Delzio, “La ribellione delle imprese”, presentato dal sottosegretario del ministero per i Rapporti con il Parlamento Guido Guidesi e dalla conduttrice di Uno Mattina, Benedetta Rinaldi; “La solitudine di Francesco” del vaticanista Marco Politi che dialogherà con il vescovo di Fano Armando Trasarti; la storia del movimento omosessuale marchigiano curata da Jacopo Cesari e infine “Fano – Passaggi in città”, guida turistica curata da Ippolita Bonci Del Bene, che propone itinerari per scoprire storie e luoghi insoliti di Fano.
La Mediateca Montanari ospita gli incontri di Saper Fare, laboratori per scrivere e leggere meglio attraverso i libri, con Francesca Giommi e la sua lezione sulla scrittura creativa, e Leonardo Luccone, autore di “Questione di virgole – Punteggiare rapido e accorto” (Laterza), ed anche la rassegna “Piccoli asSaggi, la saggistica per diventare grandi”, che ospita lo scrittore e sceneggiatore Paolo di Paolo, la fondatrice della Libreria per ragazzi Giannino Stoppani Grazia Gotti, il filosofo Armando Massarenti, la storica Elisabetta Serafini con l’illustratrice Caterina di Paolo.
La narrativa: Albania, Montenegro, Bulgaria
Una grande novità di questa edizione è l’apertura alla narrativa, quella che viene da una parte molto sensibile del nostro continente, tenendo in conto il tema di quest’anno. Alla Chiesa di San Francesco esordisce “Europa/Mediterraneo. Passaggi ad Est”, la nuova rassegna dedicata al romanzo di area balcanica con autori tra i più interessanti, come la bulgara ZdravkaEvtimova, il montenegrino Andrej Nikolaidis e l’albanese Bashkim Shehu, insieme all’italiano Lorenzo Pavolini e a Matteo Mandalà, fra i maggiori esperti di letteratura albanese.
Poesia: ospite d’ onore Milo De Angelis
Tra i generi extra saggistica troviamo la poesia della rassegna Passaggi DiVersi, anch’essa ospitata alla San Francesco, promossa in collaborazione con la rivista “Verso Dove”. Le serate dedicate alla poesia saranno quattro. Ospite d’onore, Milo De Angelis, una delle voci più importanti della poesia italiana intervistato da Roberto Galaverni. Altra serata da segnalare quella con Tommaso Giartosio, mentre negli altri due appuntamenti troviamo i poeti: Franca Mancinelli, Alessandro Anil, Flavia Novelli, Marco Ferri, Vito Bonito, Vincenzo Bagnoli, Fabrizio Lombardo, Enrico Capodaglio.
Fuori passaggi, dentro i giovani
Al Pincio sarà allestita la rassegna Fuori Passaggi, la parte ‘giovane’ del festival, condotta da Matteo B. Bianchi (che presenterà il suo “Yoko Ono, Dichiarazioni d’amore per una donna circondata d’odio”) e Daniela Collu, dove si incontreranno autori di libri provenienti da altri mondi come l’arte, il web, la musica. Tanti ospiti tra i più amati dai giovani, come il rapper Frankie hi-nrg mc, la giovanissima scrittrice Sofia Viscardi e la sua autrice e content strategist Irene Graziosi, i video producer Casa Surace, la critica musicale Giada Cavaliere, il cantautore Dente, la band Lo Stato Sociale che ha debuttato nel mondo dei graphic novel insieme al fumettista Luca Genovese, il dj Lele Sacchi, il conduttore radiofonico Matteo Bordone di Rai Radio 2 e lo youtuber Gordon, al secolo Yuri Sterrore.
Sempre al Pincio Alessio Trabacchini di Fumettologica.it incontrerà gli autori di Passaggi fra le Nuvole, la rassegna dedicata ai graphic novel. Ospite d’onore Mauro Biani, fumettista, illustratore e blogger, dal 2012 vignettista de il Manifesto, e poi un maestro del genere come Vittorio Giardino, il neo premiato ai Comicon 2019 Paolo Bacilieri, il maestro del fumetto argentino Josè Munoz, il Magnifico rettore dell’Università di Camerino Claudio Pettinari in un incontro che unisce scienza e fumetto, Lorenzo Ghetti, Mattia Labadessa, e Cristina Portolano e Josephine Yole Signorelli in arte “Fumettibrutti” il nuovo grande fenomeno del fumetto italiano esploso in rete, intervistate dall’editrice Monica Martinelli.
Lino Guanciale e Milena Vukotic sotto le stelle del festival
Ma Passaggi non è solo libri. Tante le iniziative collaterali del Festival. Dal teatro arrivano due bravissimi attori che sono al momento tra i volti più amati e conosciuti anche del piccolo schermo. Protagonisti di “Ad Alta Voce”, il format, curato da Lorenzo Pavolini, che Radio 3 ha portato a Passaggi da qualche anno, saranno Lino Guanciale e Milena Vukotic, i quali leggeranno in notturna brani da due famosi romanzi, “Cuore di Tenebra” di Joseph Conrad e “La Storia” di Elsa Morante, in uno scenario particolarmente suggestivo: la chiesa neoclassica a cielo aperto di San Francesco, nel centro storico fanese.
Workshop gratuiti con i guri del settore digital
Dedicati alle imprese, ai professionisti e agli editori sono i tre workshop su “Intelligenza artificiale per vincere le sfide di mercato” organizzati con tre “guru” del settore: Paolo Dello Vicario, Ceo di By Tek Marketing e uno dei più autorevoli professionisti di Search e Content Marketing a livello europeo; Filippo Trocca di Datrix, il gruppo di società tecnologiche specializzate in applicazioni di intelligenza artificiale; Enrica Menozzi, business development manager di Paperlit, la piattaforma leader nella trasformazione digital del publishing. La partecipazione ai workshop è gratuita con prenotazione obbligatoria.
Calici di scienza
Dopo il successo dello scorso anno, tornano gli aperitivi, offerti da Passaggi, con scienziati e docenti dell’Università di Camerino che si svolgeranno nella sala da tè del centro storico fanese, L’Uccellin Bel Verde. Da non perdere l’aperitivo col Magnifico Rettore Claudio Pettinari, domenica 30 giugno.
Una moltitudine di giochi
Passaggi Festival è anche gioco. Gioco per imparare divertendosi, gioco per conoscere, gioco per sperimentare fuori dai luoghi tradizionali dell’insegnamento. Sono più di 40 i laboratori per bambini e adolescenti, tutti gratuiti (prenotazione obbligatoria sul sito del festival) che Passaggi propone quest’anno. Si va da quelli sulla scienza gettonatissimi curati dall’Università di Camerino a quelli, altrettanto richiesti, di astronomia con le astronome dell’associazione Nane Brune, e poi laboratori creativi di disegno, laboratori con la carta, con i sassi, con i materiali di riciclo.
Le mostre
Evento in anteprima del Festival, l’inaugurazione, lunedì 24 giugno, delle sei mostre in programma quest’anno, collocate in cinque tra i più significativi palazzi e monumenti del centro storico di Fano. Alla Galleria del Monte il fotoreporter Giorgio Bianchi che ha raccontato con le sue immagini le guerre in Siria e in Ucraina, a Palazzo De Pili la giovane fotografa di scena forsempronese Cristina Pergolini, al Teatro della Fortuna la collettiva di Centrale Fotografia e la pittorica dell’artista-libraio Guido Bianconi, allo Spazio Pagani di Palazzo Bracci l’incisore fanese Giordano Perelli e, dulcis in fundo, alla Mediateca Montanari la mostra di illustrazioni e disegni di Mauro Biani.
Passaggi corti
Alla Mediateca Montanari anche “Europa in Shorts!”, rassegna di cortometraggi curata da Fiorangelo Pucci con opere provenienti dal Fano International Film Festival, di cui Pucci è direttore. Sei titoli tra cui alcuni vincitori di premi in importanti rassegne come “Il Mondiale in piazza” di Vito Palmieri, premiato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, e “La giornata” di Pippo Mezzapesa, Nastro d’Argento Sezione Speciale per l’Impegno Sociale 2018.
Visite guidate
Tornano le visite guidate a cura di Manuela Palmucci. Quattro itinerari per scoprire a piedi o in bicicletta i luoghi più belli e gli angoli più suggestivi del centro storico tra arte, architettura, archeologia e vecchie botteghe.
Crediti e sostenitori
Il Festival, promosso dall’associazione Passaggi Cultura in collaborazione con Librerie Coop, usufruisce del patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo e dell’Università degli Studi di Camerino. È sostenuto dal Comune di Fano e dalla Regione Marche. Ha il contributo di main-sponsor Profilglass, top sponsor Coop Alleanza 3.0, premium sponsor Bcc Fano, Renco, Gibam, Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, gold sponsor Banco Marchigiano, Schnell, Pesceazzurro, silver sponsor Aboca, Claudio Pacifici, Allevamenti e Prodotti di Qualità Primamattina Montefelcino, Dago, Earth System, Edil Service, e dei partner organizzativi Casarredo, Studio Bacelli e Baruti, Rondina Auto, ISI Web Agency, By Tek Marketing,  Liceo Nolfi Apolloni di Fano, ReVerde Regini.
Main Media-partner è la Rai, con Rainews24, Rai Cultura, Rai Radio 3 e la collaborazione di Rai Teche. Media partner nazionale sono La Lettura – Corriere della Sera, Ansa e l’agenzia giornalistica Vista. Media partner locali: Radio Fano, Fano TV e Lisippo.
Il programma è su www.passaggifestival.it
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giancarlonicoli · 7 years ago
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BOBO E LE FEMMINE – UN’ALTRA DONNA INGUAIA MARONI: PRIMA DI MOLLARE LA REGIONE LOMBARDIA AVEVA NOMINATO A CAPO DELLA COMUNICAZIONE PATRIZIA CARRARINI, GRANDE AMICA DI ISABELLA VOTINO – E LE AVEVA ANCHE ASSEGNATO UNA “BORSA” DA 20 MILIONI – IL “MITE” SUCCESSORE ATTILIO FONTANA S’E’ INCAZZATO ED HA BLOCCATO IL CONTRATTO
Paolo Colonnello per La Stampa
Il «dispettuccio» era nell' aria da tempo e a parlarne nell' aula del Consiglio regionale della Lombardia alla fine è stato un grillino, Dario Violi, in un' interrogazione piombata come un macigno in uno stagno il 2 maggio scorso. Oggetto: «Indizione gara per l' affidamento del servizio di comunicazione in favore degli enti e delle amministrazioni aventi sede nel territorio della Lombardia».
Dietro il burocratese, ecco la notizia, questa: l' ex governatore Roberto Maroni, prima di andarsene, ha voluto, con un bando, far nominare il nuovo capo della Comunicazione in Regione, una fedelissima: Patrizia Carrarini, grande amica dell' ex portavoce Isabella Votino.
Nomina assai imbarazzante per la nuova giunta di Attilio Fontana, vista la sensibilità «politica» di un ruolo del genere. È come se il vecchio Bobo, ex delfino di Bossi e riottoso ex governatore lumbard di Salvini, avesse piazzato un campo minato attorno all' immagine del nuovo presidente, infischiandosene del fair play dovuto alla pratica dello spoil system» e bloccando una bella cifretta destinata al «piano triennale della comunicazione», fino al 2020: 20 milioni di euro.
Così, due giorni dopo, il 4 maggio, è partita una lettera dalla presidenza, firmata dall' avvocato Giacomo Ciriello, indirizzata al direttore generale della stessa nonché al direttore generale di Arca, la società interamente partecipata dalla Regione che si occupa dell' ottimizzazione degli appalti: «Caro direttore, caro Luciano La nuova Giunta intende avviare un approfondimento sulle politiche, le attività e gli strumenti della comunicazione istituzionale».
D' altronde la nomina della Carrarini è stata fatta tra fine dicembre e i primi di marzo, quando cioè Maroni sapeva già che non si sarebbe ricandidato e prima che all' ultimo piano di palazzo Lombardia, s' insediasse il mite (ma non fesso) avvocato di Varese, Fontana. Il quale accortosi dello scherzetto del predecessore, ha ordinato che partisse la lettera con cui viene chiesto all' Arca Spa di sospendere il bando; formalmente per un «approfondimento», in realtà per rivedere gli incarichi che, come di prammatica, spettano al nuovo governatore della Lombardia e non al vecchio.
Infatti, nella lettera, in risposta alla domanda del grillino Violi che si chiedeva se la nuova Giunta ritenesse adeguato il valore complessivo dell' appalto di 20 milioni, si spiega che anche i fabbisogni finanziari, «saranno sensibilmente ridotti allo scopo di integrare le disponibilità a favore delle politiche sociali». Ovvero: meno effetti speciali e più aiuti concreti alla gente. Prosegue infatti la missiva: «Dalle indicazioni emerse in queste prime settimane, la nuova Giunta regionale punterà a una comunicazione diretta con i cittadini, le famiglie e le imprese Utilizzando i social network...».
La lettera si conclude con l' invito a sospendere «le procedure di gara in corso afferenti alla comunicazione». Per un controllo più approfondito e sicuro visto che dalle parti dei 5 Stelle si vocifera che alcuni bandi di gara sarebbero stati cuciti apposta per alcune società «vicine» al vecchio cerchio magico maroniano.
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fancityacireale · 7 years ago
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Una città senza guida è destinata al degrado civico
Egregio onorevole Nicola D’Agostino indirizzo a lei questa riflessione perché è lei il padre politico dell’amministrazione Barbagallo ed è lei che ha avuto un ruolo centrale e determinante nella scelta dei candidati consiglieri comunali che sono andati, poi, a comporre le quattro liste che sostenevano (il verbo al passato non è casuale) il candidato sindaco Roberto Barbagallo.
Primo passo, le primarie. Avete messo su delle primarie che avete provato a trasmettere come “aperte a tutte le componenti politiche che non avevano sostenuto l’amministrazione Garozzo” ma poi avete farcito le liste di ex consiglieri che appoggiavano la passata amministrazione.
Secondo passo, il programma. Lei e il suo “cerchio magico” (ex anche questo?) avete sostenuto fino allo sfinimento che il programma è stato scritto da oltre 500 cittadini e noi ci crediamo purtroppo avete dimenticato di farlo leggere a tanti aspiranti consiglieri comunali che, oggi alcuni di loro eletti, hanno dimenticato tanto, troppo. Ricordo a pagina 25 la ztl a Stazzo, S. Tecla e Capo Mulini tanto per fare uno dei tanti esempi.  Parlavate e scrivevate di decoro e di vivibilità ma siamo ancora all’anno zero. Anche un misero “cortile” chiuso al traffico viene contestato non solo dall’opposizione che, legittimamente, svolge il suo ruolo ma anche di alcuni vostri consiglieri di maggioranza. E’ un dato politico centrale se consideriamo il fatto che stiamo parlando di un provvedimento che è atteso da oltre 12 anni!
Terzo passo, tempi incerti. Per la villa Belvedere, per la ZTL, per l’arredo urbano, per gli spazi sociali, per il Palavolcan e per il CCR lo stallo è tristemente evidente ed è dovuto essenzialmente al fatto che non avete la possibilità politica di determinare tempi certi.
Quarto passo, assessori che si dimettono e altri che non vengono nominati. Dall’insediamento di questa amministrazione ad oggi si sono dimessi due assessori della vostra squadra. E’ anche questo un dato politico di spessore che va oltre le motivazioni e che lascia la città con due buchi nella squadra amministrativa. In nessun comune italiano il sindaco ha ad interim l’assessorato al Bilancio, in nessun comune italiano non vi è l’assessore alla protezione civile e ai vigili urbani e men che meno doveva succedere ad Acireale, città a rischio sisma e con una viabilità che risale ai primi anni dell’ottocento.
Quinto passo, vincere non significa governare. Ad oggi appare evidente che un numero crescente e altalenante di consiglieri comunali di maggioranza, di tanto in tanto, vi voltano le spalle e lo fanno perché (come scrissi quasi due anni fa) siete privi di organizzazione. In confronto anche la povera e semplice organizzazione del M5S è migliore della vostra. Avete capogruppo che non parlano con i consiglieri, non avete organi direttivi, non avete mai fatto un congresso, non avete eletto organi intermedi, non avete mai pensato di organizzarvi e i risultati sono il caos ed un consiglio comunale (di maggioranza) che è un campo di battaglia simile alla Siria. Un dato indiscutibile, la disorganizzazione non regge con il passare degli anni ed aver composto liste per vincere le elezioni non significa proprio per nulla poter governare.
Sesto e ultimo passo. Se volevate dare un significato coerente alla vostra azione amministrativa dovevate far capire nei primi cento giorni cosa volevate fare e lo dovevate dare ai cittadini che vi avevano votato, che vi avevano sostenuto. Ma, lo so, tanti dei vostri elettori non sono così tanto interessati al programma ma, forse, alla gestione del rapporto “uno a uno” tra elettore ed eletto. Ecco che si parla della lampadina da sostituire, si parla di amenità che riguardano singoli aspetti della vita cittadina e che, certo, non sono mai estesi ad una platea ampia. Il sindaco, una volta eletto, deve rappresentare tutti ma notiamo sempre più spesso che agli acesi civili che vogliono una differenziata forte e organizzata, che vogliono una città che rispetta le bellezze architettoniche, che ama luoghi per poter camminare e respirare, a questi voi non date ascolto e vi continuate a preoccupare di perdere consensi proprio in quello stagno dove neanche le zanzare vanno a dissetarsi.
(mAd)
Una città senza guida è destinata al degrado civico was originally published on Fancity Acireale
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pangeanews · 4 years ago
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“La condizione della scrittura è monarchica, non repubblicana, elettiva non meritocratica”. Dialogo con Roberto Pazzi
Tra i più prolifici e versatili scrittori italiani contemporanei, tradotto in ventisei lingue, con più di trenta pubblicazioni all’attivo tra sillogi e romanzi e vincitore di premi letterari tra i più importanti, Roberto Pazzi è, al di là dei numeri, testimonianza vivente di un’intera esistenza dedicata alla scrittura. Poeta devoto alla classicità ma moderno in modo sorprendente e romanziere di rara inventiva, nelle storie quanto nello stile, è tra i pochi a esercitare con esiti altrettanto felici poesia e prosa. L’abbiamo incontrato, per parlare di letteratura, di cosa è stata e di cosa, forse, è oggi.
Prof. Pazzi, di scrittura con lei si potrebbe parlare per giorni interi senza stancarsi, la prima domanda però, devo fargliela su un altro tema: di questi tempi, è un prezzo da pagare cui non si sfugge. Come ha vissuto il lockdown? Questa situazione anomala è stata favorevole o castrante per la sua ispirazione? Sui social abbiamo assistito ad una vera e propria “narrativa” del fenomeno, sono usciti instant book, e numerosi manoscritti sul tema stanno invadendo le scrivanie degli editori. Scriverà anche lei una storia ispirata al coronavirus e alla quarantena? Cosa pensa della scrittura che si ispira in modo così diretto e immediato all’attualità?
Per carità, non se ne può più delle alte illuminate intuizioni degli scrittori donate loro dalla serrata, mi lasci usare la mia bella lingua e non l’inglese. Ci hanno inondato da tutti i giornali le ricche espettorazioni dei nostrani scrittori, i Veronesi, i Covacich, i Giordano, i Carofiglio, tanto per fare qualche nome. In quei giorni ho scritto delle poesie, sì, certo, almeno sette in due mesi, ma le avrei scritte con lo stesso ritmo anche se non ci fosse stata quella condizione, perché ne scrivo sempre, qualsiasi temperatura ci sia nel mio Paese, da 53 anni. Ma chi di attualità ferisce di attualità perisce, fra qualche mese dubito che quelle pagine possano interessare qualcuno. Il giornalismo si nutre di attualità ma la letteratura muore di attualità, di contingenza, di mode, di rumori che fa il Nulla, perché il Tutto della prima pagina precipita nel Nulla del giorno dopo. Bisognerebbe saper tenere la penna ferma, il dito immobile sulla tastiera. E muovere il pensiero, non rincorrere subito la visibilità per paura di non essere fra i primi posti della vetrina. Abbiamo o non abbiamo diritto all’oblio? Abbiamo o non abbiamo la suprema libertà che sola cercava Emily Dickinson, il bello di poter essere nessuno e non dover gracidare nello stagno fra i ranocchi gareggiando a chi bercia più forte?
È appena uscita per La Nave di Teseo la raccolta di poesie Un giorno senza sera, un compendio di tutta la sua produzione poetica. Si tratta di componimenti mirabili per il linguaggio alto e lirico eppure moderno, comprensibile, oltre che per i temi ben vincolati alla realtà, ricchi di originalità e acutezza psicologica. A detta di tutti però, pubblicare e vendere poesia è sempre più difficile. Eppure i nostri tempi, che vogliono brevità e potenza, parrebbero i più adatti a vederne un grande ritorno. “La poesia è l’arte di far entrare il mare in un bicchiere”, diceva Italo Calvino. Chi sono i suoi poeti di riferimento? E crede sia possibile immaginare oggi una nuova poesia popolare di qualità?
I miei poeti di riferimento sono morti. Ma sono più vivi di molti poeti che occupano i primi posti delle istituzioni. Ho sempre, con quei morti che non muoiono mai, un vivace colloquio mentale, anche perché qualcuno ho avuto la sorte di conoscerlo bene da vivo e di ascoltarlo quando mi dava dei consigli su chi leggere e chi non leggere. Per primo Vittorio Sereni, che quando avevo 23 anni garantì con una sua nota la mia prima pubblicazione in versi, il poeta di cui ho amato il sofferto equilibrio fra immagini e pensiero, fra adesione alla stagione presente e viva e necessità di estraniarsene, fra impegno e devianza. E poi, conosciuto anche per 34 lettere che aveva scritto a Sereni, Umberto Saba, amato per quella sua trasparenza della parola che lo rende un classico, dal coraggio “di scrivere la poesia onesta” come scrisse su La Voce nel 1911. Niente retorica, niente intellettualismo, niente ermetiche oscurità, ma canto, in diretta con la “calda vita” di tutti. E poi Montale, tanto diverso, ma così alto nella cifra della sua poesia di pensiero negativo eppure così legata alla vita, lontana dalla retorica dannunziana, fedele alla razionalità eppure aperta alla metafisica. E Penna, con la grazia del suo sguardo pagano, la sua splendida incapacità di crescere e diventare adulto, di negarsi ai miti eroici che metastatizzano da noi subito in fascismo. E Luciano Erba, altro amico conosciuto di persona, così schivo e così parco, sempre attento a scrivere in stato di necessità, cattolico sì, ma della razza dei gran lombardi, alla Manzoni, che sanno coniugare virtù civili e fughe nel sacro. E Clemente Rebora, di cui so a memoria dei versi… “Se Dio cresce il diavolo aumenta/ vetta che al cielo più riesce/ scavando una voragine tremenda”, un poeta che mi ha insegnato che anche in età moderna si può essere dei mistici, che non esiste un’età più adatta delle altre per scrivere una poesia come fosse una preghiera. Là dove lo Spirito soffia è l’età giusta. Ma ho poi amato tanti stranieri, come Pedro Salinas e più in alto di tutti Rilke la cui scoperta a 33 anni, mentre leggevo Michelstaedter, il Nietzsche italiano, insieme a quella di Proust, è stata fondamentale. E i russi, come dimenticarli? Mandel’stam, Cvetaeva, Pasternak. E tornando indietro nel tempo, i classici greci e latini, da Saffo a Catullo, attraversando Lucrezio, Orazio e Virgilio. E Kavafis, un greco moderno che scrive come epigono di quelli antichi e ci indica la nostra condizione epigonica. E il sommo Leopardi. Come si fa, da queste altezze, a tornare a casa, dai poeti di oggi?
Nel corso di ormai cinquant’anni di scrittura lei è venuto in contatto con tutti i principali editori, oltre a numerosi colleghi scrittori. Chissà quanti aneddoti sorprendenti, inquietanti o esilaranti ha da raccontare! Vuole donarcene almeno qualcuno?
Giulio Einaudi, che giunto a Buenos Aires, sulla scaletta dell’aereo, accecato dalla luce dell’estate argentina, dice che era l’effetto Borges… così mi è stato raccontato, ma è come l’avessi sentito con le mie orecchie, perché da ragazzo l’ho incrociato a Bocca di Magra, a casa di Sereni. E lo snobismo di Giulio Einaudi vibrava nella sua conversazione sempre. Da ragazzo, a Bocca di Magra, mi capitò di avere bisogno di aiuto per spingere il mio gozzo in mare; si fece avanti a aiutarmi a spingerla un bell’uomo alto e simpatico, era Elio Vittorini. Eugenio Montale, conosciuto ancora a casa di Sereni, richiesto da questi di precisare se la Casa dei Doganieri fosse la casa della Sanità, in fondo a Bocca di Magra, si schermò nella smemoratezza, di un “non ricordo” che pareva il verdetto di un dio. E Brodskij che a Ferrara ebbe a dire, nel rimpianto del paganesimo che allenava la mente ad associare il divino alle varie forme della natura, che del Sacro sarebbe bene poter avere fruizione come della buona musica, in stereofonico e mai in mono. Pensando alle tre religioni monoteistiche così intolleranti delle verità altrui. Di Calvino ricordo le tre regole del vivere: ogni tanto risolvere un’equazione di secondo grado, ogni tanto ripetersi una poesia imparata a memoria da bambini, e almeno una volta al giorno pensare che potremmo sparire da un attimo all’altro. Omaggi alla matematica, alla poesia e alla filosofia insomma. E il mitico Livio Garzanti, editore dei miei primi cinque romanzi, che accennando alla mancanza di senso epico di una narrativa italiana languente nella morta gora del microautobiografismo, ebbe a dire un giorno “È troppo tempo che non piove”… volendo alludere alla Seconda Guerra mondiale che aveva rifondato anche la letteratura oltre che alla democrazia.
La filiera della scrittura oggi è in crisi, a partire dagli editori, fino agli scrittori e ai librai. L’offerta è sempre più ampia, e si stanno aggiungendo varie forme di autopubblicazione, mentre i lettori sembrano sempre meno. Lei è uno dei pochi che ce l’ha fatta, e questo le garantisce il lusso di poter parlare liberamente, senza il timore di essere additato come “rosicone”, che è quel che capita ormai a chiunque osi criticare l’ambiente letterario. Ma a suo parere, cosa è primario oggi per diventare scrittori? È ancora al centro la qualità della scrittura, o piuttosto l’essere “personaggio”, magari famoso per altro, o la facile adattabilità alla tv o al cinema, oppure l’appartenenza a conventicole?
Per diventare scrittori bisogna nascere scrittori, scrittori non si diventa, così come si nasce re, o folle o genio o sordomuto o autistico o portato per il Male alla Genet… È uno stato di grazia che non si merita. Non si merita la faccia di Greta Garbo, si nasce con quel volto. Non si impara il genio di Mozart, si nasce con quell’armonia in testa. La condizione della scrittura è monarchica, non repubblicana, elettiva non meritocratica. Una favola comincerà sempre c’era una volta un re, mai c’era una volta un presidente della repubblica. Il dono della scrittura è un carisma, che non si può meritare. E per questo è ingiusto, perché ha a che fare con l’esclusione e non con la cooptazione. Ne sapeva qualcosa Proust col tormento dello snobismo, che lo escludeva dagli ambienti del Faubourg Saint Germain. Il privilegio è la metafora della felicità di stato di quella condizione. Troppi oggi sono scrittori di statuto e non di stato, grazie alla tv. Diciamo che hanno sostituito “la grandezza dell’effetto all’effetto della grandezza” come scriveva Musil, così ingiustamente tenuto in ombra dalla fama di Thomas Mann, un altro genio sospetto di essere stato costruito. Ho tenuto corsi di scrittura in giro per l’Italia e a Ferrara, ma un poco mentivo sempre, perché il nucleo della invenzione è di genesi oscura, come l’arte di ballare o di cantare. E non si insegna. Si può insegnare a leggere, molto meno a scrivere. Vero è che in Italia prevale lo scrittore “personaggio”, costruito in tv e nei media. Come Erri De Luca la cui sconfortante banalità scambiata per oracolarità è pari solo all’illusione di credersi colti, dei suoi lettori. Faccio mia l’affermazione dell’amico Massimo Onofri, “la sinistra nel Sud America ha partorito García Márquez, in Italia Erri De Luca”.
Continuando il discorso, la scrittura appare sempre di più non come un mestiere, ma come un hobby, spesso anche costoso. Un esordiente si troverà sempre più a investire in scuole di scrittura, valutazioni ed editing a pagamento, trovando grandi difficoltà per emergere e pensare di vivere della propria scrittura. Come fu per lei l’inizio? Era molto diverso, allora?
Sì, forse oggi è come dice lei, ma come poeta e narratore sono venuto su in un mondo editoriale degli anni Ottanta in cui non era ancora così, anche se non era per nulla facile superare il muro del suono dell’anonimato, da parte di chi esordiva nemmeno allora. Il mio Cercando l’Imperatore, romanzo di esordio, fu rifiutato da 5 editori prima di trovare Marietti che lo pubblicò vincendo il premio Selezione Campiello, e ottenendo ben 14 traduzioni, le due ultime, in arabo e in coreano, nel 2015 e nel 2017.
Chi sono tra gli scrittori contemporanei, rigorosamente viventi, quelli che ama e quelli che non può soffrire, e perché?
Mi piacciono Giancarlo Pontiggia, Vincenzo Pardini, Umberto Piersanti, Renato Minore, Francesca Capossele, Romana Petri, Matteo Bianchi, Claudio Magris, Roberto Calasso, Franco Cardini, Massimo Onofri, Gerardo Passannante, Emanuele Pettener e Alberto Bertoni. Mi vanto di aver scritto, in tempi non sospetti, due prefazioni quando era vivo a due mirabili opere in versi di Alessandro Ricci, di cui oggi è di moda lodare la grandezza poetica postuma sulle orme di Kavafis e che mi piacerebbe aggiungere a questa lista, come se fosse ancora vivo. Non amo Gianrico Carofiglio, il cuginetto di Lilli Gruber, onnipresente televisivo, che fa sospettare di essere il primo a temere che la sua scrittura non vinca il Tempo, col suo inesauribile apparire in tanti talk show. Non amo il banal grande De Giovanni, Francesco Piccolo che oggi guarda dall’alto dell’empireo nannimorettesco dei cineasti i suoi poveri colleghi rimasti scrittori puri, Walter Siti strozzato da uno Strega vinto che l’ha consegnato al tormento di come poi risalire la china, Mazzantini-Castellitto la coppia più bella del mondo. Ma non amo nemmeno i cultori di Terzani, che paiono adepti di una setta mistica e mettono in sospetto sul loro mito, anche se non avendolo letto non posso dire nulla. La lista poi degli autori costruiti dai media sarebbe più lunga, ma perché amplificarla anche qui? Mi limiterò a fare un solo nome, Paolo di Paolo, di bulimica presenza in ogni sito e sede giornalistica.
Nella sua produzione narrativa ha spaziato in molti generi, storico, fantastico, psicologico, intimista, di formazione, ma non mi sembra, almeno a quanto ricordo, che abbia mai scritto un giallo o un thriller. C’è qualcosa che non apprezza o che non la ispira in questo genere, ormai tra i pochi ad avere un certo mercato, o magari lo affronterà in futuro?
Il giallo è un genere importante della letteratura ma oggi fa insospettire di essere così in voga per la facile riduzione televisiva o cinematografica. Ma non tutto il leggibile è visibile, ci sono libri altissimi renitenti alla trasposizione in schermo. Fra i miei 21 romanzi un giallo veramente l’avrei scritto io pure ed è stato tradotto in 18 lingue, Conclave, uscito nel 2001, oggi edito da Bompiani. Invece dell’assassino, vi si cerca il futuro papa, ma la suspense è la stessa. Di recente una grande casa musicale con sede a Londra e New York ha chiesto l’opzione sui diritti di trasposizione in un musical.
Nel suo ultimo romanzo, Verso Sant’Elena, Napoleone sogna tutta la vita che gli è mancata, una vita diversa, da uomo semplice, dedito all’amore e alla famiglia e non al potere. Ha anche lei in qualche modo una sua vita sognata e non vissuta, in cui magari non è scrittore? O la scrittura è del tutto compenetrata con il suo essere?
No, non avrei voluto un’altra vita diversa da quella dello scrittore. La rifarei quella vita. Ma non si sceglie, si è scelti, come dicevo, da un’oscura elezione del destino. Borges, ricevendo dalle mani del re di Spagna il premio Cervantes, ebbe un giorno a dire “Sono particolarmente felice di ricevere questo premio dalle mani di un re, ho sempre pensato che re e poeti adempiano un destino”.
Viviana Viviani
*In copertina: Roberto Pazzi, photo listonemag.it (l’immagine è tratta da qui)
L'articolo “La condizione della scrittura è monarchica, non repubblicana, elettiva non meritocratica”. Dialogo con Roberto Pazzi proviene da Pangea.
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tornamiadir · 13 years ago
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Roberto Stagno as the fiercest Duca di Mantova ever. 
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