#Roberto Pazzi
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Oggi verrei a casa tua,
farei questo lungo viaggio
solo per infilare questi versi
nella fessura sotto la porta,
non potrei rompere
il divieto di rivederci.
Niente, vorrei dirti,
solo questo niente.
Fu detto già tutto.
Da quando ci siamo separati
sopravviviamo,
siamo la rovina di quel tempo.
Ma questo mio niente dopo di te
mi sostiene e si rafforza,
cresce bene con gli anni,
si fa grande, muta la voce,
non vuole più stare con me,
esce sempre più spesso
a cercare altro niente,
inutilmente bello come fui.
I nostri occhi han fissato il sole,
non guardano più,
ricordano di aver visto.
A che servirebbe rivederti?
Perderei il mio niente.
Di tutte le cose che potevo fare
ho sempre scelto una sola,
monco di troppe vite non fatte
tu sei il Niente che mi ha scelto.
E ti appartengo sempre.
Roberto Pazzi
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“Huli Tribesman”
“This portrait features a Huli wigman tribesman. The Huli are an Indigenous Melanesian ethnic group who reside in the Hela Province of Papua New Guinea. There are over 250,000 Huli, making them one of the largest cultural groups in Papua New Guinea.”
©Roberto Pazzi.
Smithsonian Magazine Photo Contest
#roberto pazzi#photographer#smithsonian magazine photo contest#huli tribesman#culture#huli wigwam tribesman#indigenous melanesian ethnic group#hela province#papua new guinea#portrait
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[La doppia vista][Roberto Pazzi]
Un maturo scrittore si sveglia una mattina in uno stato di grande confusione, non ricorda più chi sia. Incomincia così a confondere i personaggi dei suoi numerosi libri già pubblicati e di quelli che medita di scrivere, con le persone che ha più amato nella sua esistenza. Re Ludwig II, Lucifero e san Francesco d’Assisi si mescolano con la sorella Emilia, il padre, l’amatissimo amico Sandro. La…
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#2023#fiction#Italia#La doppia vista#La nave di Teseo#LGBT#LGBTQ#Narrativa#narrativa italiana#Roberto Pazzi
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Chi sono quelli che finiranno per fare la rivoluzione sociale? Sono i truffatori, i disgraziati, gli assassini, i ladri, tutta la teppa che soffre, laggiù in basso, senza nessuna speranza. O credi forse che la rivoluzione la faranno gli impiegatucci e i bottegai?
Roberto Arlt - I sette pazzi
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Poesia di https://www.tumblr.com/maripersempre-21
L'amore ha bisogno di slanci
di piccole pazzie,
di bellezza e poesia,
di sorrisi
e di lacrime...
di gesti improvvisati
inaspettati,
di albe,
tramonti,
fiori,
colori,
l'amore è fatto
di condivisione
di attimi intensi
di momenti presi al volo
e che non tornano più...
a me basta guardarti negli occhi
per capire che tu sei ...
...l'Amore...
M.C.©
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The Morning Fire by Roberto Pazzi
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E questa voglia antica
che mai si spegne
col passare degli anni,
come farò come farò domani?
Chi di un vecchio ancora ragazzo
perdonerà l'antica brama?
Roberto Pazzi
#me
@smokingago
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📷 Roberto Pazzi
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Oggi verrei a casa tua,
farei questo lungo viaggio
solo per infilare questi versi
nella fessura sotto la porta,
non potrei rompere
il divieto di rivederci.
Niente, vorrei dirti,
solo questo niente.
Fu detto già tutto.
Da quando ci siamo separati
sopravviviamo,
siamo la rovina di quel tempo.
Ma questo mio niente
dopo di te
mi sostiene e si rafforza,
cresce bene con gli anni,
si fa grande, muta la voce,
non vuole più stare con me,
esce sempre più spesso
a cercare altro niente,
inutilmente bello come fui.
I nostri occhi han fissato il sole,
non guardano più,
ricordano di aver visto.
A che servirebbe rivederti ?
Perderei il mio niente.
Di tutte le cose che potevo fare
ho sempre scelto una sola,
monco di troppe vite non fatte
tu sei il Niente che mi ha scelto.
E ti appartengo sempre.
Roberto Pazzi
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Una abitava in via Mondini e d’inverno si vestiva con un montgomery e un cappello da baseball blu. D’estate cambiava, e il cappello se lo metteva bianco.
(Roberto Alajmo, Nuovo repertorio dei pazzi della città di Palermo)
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Moksha
by Roberto Pazzi, Spain
Chromatic Photography Awards 2023
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Oggi verrei a casa tua,
farei questo lungo viaggio
solo per infilare questi versi
nella fessura sotto la porta,
non potrei rompere
il divieto di rivederci.
Niente, vorrei dirti,
solo questo niente.
Fu detto già tutto.
Da quando ci siamo separati
sopravviviamo,
siamo la rovina di quel tempo.
Ma questo mio niente dopo di te
mi sostiene e si rafforza,
cresce bene con gli anni,
si fa grande, muta la voce,
non vuole più stare con me,
esce sempre più spesso
a cercare altro niente,
inutilmente bello come fui.
I nostri occhi han fissato il sole,
non guardano più,
ricordano di aver visto.
A che servirebbe rivederti?
Perderei il mio niente.
Di tutte le cose che potevo fare
ho sempre scelto una sola,
monco di troppe vite non fatte
tu sei il Niente che mi ha scelto.
E ti appartengo sempre.
Roberto Pazzi
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" Penso di aver già visto prima quel tipo da qualche parte. Sono proprio sicuro di aver già incontrato da qualche parte quel soldato. Oh Dio, e dove mai l’ho incontrato prima, quel soldato? Quel tipo alto con la bocca piena di denti. E dove l’ho già visto? Chiesi a Pallottola se lui lo avesse mai visto prima. Mi rispose che non l’aveva mai incontrato, dai tempi di Adamo a tutt’oggi. Così gli chiesi perché mai era venuto da noi. E perché poi ci ha portato da bere? Ed è forse proprio vero che quel tipo è quello che chiamano il nemico? «Oh, sì. Quel tipo lì è il nemico», replicò Pallottola. «Senti bene, Sozaboy, noi siamo sul fronte di guerra, okay. E sul fronte di guerra ci trovi tutti i tipi di persone. Ubriaconi, ladri, idioti, saggi e pazzi. C’è soltanto una cosa che li unisce tutti. La morte. E ogni giorno in più che riescono a vivere, si stanno prendendo gioco della morte. Quell’uomo è venuto qui per festeggiare questo fatto.» «Pallottola», dissi, «ti prego, non usare tutti questi paroloni con me. Ti prego. Cerca di dirmi una cosa che posso capire. E non perder le staffe perché ti chiedo questa piccolezza.» «No, non perdo mica le staffe», replicò Pallottola dopo un po’. «Non mi arrabbio per niente. Quello che sto dicendo è che tutti noi possiamo morire da un momento all’altro. In qualsiasi momento. Così, finché siamo vivi dobbiamo farci una bevuta. Perché, come già sai, l’uomo deve vivere.» Questo Pallottola è proprio uno sveglio. L’uomo deve vivere. Mi piace ’sta storia. L’uomo deve vivere. "
Ken Saro-Wiwa, Sozaboy. Il bambino soldato, traduzione di Roberto Piangatelli, a cura di Itala Vivan, Baldini Castoldi Dalai editore, 2009²; pp. 142-143.
[Edizione originale: Sozaboy: A Novel in Rotten English, Saros International Publishers, 1985]
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