#Regno antico
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gregor-samsung · 1 year ago
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“ L'ultimo giorno di scuola, mentre li attendeva, pensava all'opportunità di fare un discorso di congedo, prudente, intonato al suo stato d'animo. Ma convinto che la sua fredda chiarezza, la sua mancanza d'entusiasmo, erano in relazione con la sua decadenza fisica di cui notava giorno per giorno i progressi, non gli parve giusto riversare le sue tristezze nell'anima degli scolari. Né voleva, d'altra parte, lasciare un ricordo che non fosse aderente all'immagine che i giovani s'erano fatta di lui. Comprendeva che, se avesse parlato seguendo le sue vere idee, quel senso di lieve distacco da loro, che egli aveva già notato, si sarebbe accentuato, forse sarebbe divenuto definitivo. Nella loro mente sarebbe rimasto il ricordo del loro vecchio maestro, morto non solo fisicamente, ma morto nell'anima. Sarebbe stato troppo triste. Allora parlò cosí: – Chiudiamo con oggi, venti giugno, il nostro anno di scuola, ultimo forse per il vostro vecchio maestro. So che avvenimenti gravi si stanno preparando, che giornate luminose per l'avvenire del nostro paese metteranno a prova quanti hanno saldezza d'animo, bellezza d'ideali, fermezza di propositi. Bisogna credere: profondamente credere, – e qui si arrestò un momento perché il suono della sua voce lo aveva ingratamente sorpreso, – che il mondo va verso un destino migliore. – Io sono certo che tutti voi troverete nella prossima lotta il vostro posto; che il mio insegnamento avrà avuto il potere di rinsaldare in voi la giovanile fede nell'avvenire della vostra opera e che, comunque e dovunque, voi mi considererete presente in mezzo a voi, con gli stessi sentimenti... ma con migliori gambe. Si volse intorno sperando di avere acceso un sorriso sulla faccia dei suoi scolari. Ma si accorse che era riuscito solamente a commuoverli. Si alzò lentamente; e fece per andarsene, ma di colpo, come per una intesa precedente, i suoi scolari gli furono tutti intorno ansiosi. Egli si arrestò stupito: poi dopo averli guardati negli occhi li abbracciò tutti. Si allontanò con la maggiore rapidità possibile, perché sentiva un tremito in mezzo al petto: un tremito infantile. «Non si sa mai, – pensò, – la vecchiaia fa scherzi molto curiosi». “
Francesco Jovine, Signora Ava, Einaudi, 1958; pp. 170-172.
[1ª edizione originale: 1942]
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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La saggezza di Re Salomone: Un giudizio che ha attraversato i secoli. Di Alessandria today
La decisione di Salomone: Come un re risolse la disputa tra due madri che si contendevano un figlio.
La decisione di Salomone: Come un re risolse la disputa tra due madri che si contendevano un figlio. La storia di Re Salomone e del suo celebre giudizio è uno degli episodi più noti della Bibbia e simbolo per eccellenza di saggezza. Questo racconto ci porta indietro nel tempo, in un momento di grande tensione nella corte del giovane re d’Israele. Due donne, entrambe madri, si presentano davanti…
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crazy-so-na-sega · 4 months ago
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l'Eterno e il Tempo
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Uno sguardo sul futuro non può prescindere da una riflessione sul tempo. Nella Grecia antica, ad esempio, ci sono tre figure che rappresentano il tempo:
una è Aion, l’eone, il tempo eterno;
l’altra è Chronos, il tempo che scorre, misurato, che divora l’esistenza.
e poi c’è il Kairos, l’opportunità.
Aiòn, "tempo" in greco antico connesso etimologicamente con l’avverbio aèi "sempre”. Un tempo inteso come eternità, come "sempre essente", distinto dal tempo "chrònos" e dal tempo "kairòs".
Rappresentato nelle fonti antiche, letterarie e iconografiche, come un fanciullo o un ragazzo, con il cerchio dello zodiaco (o un serpente) avvolto intorno al corpo. Eraclito scrive: "Aiòn è un bambino che gioca con le tessere di una scacchiera: di un bambino è il regno del mondo". Con Aiòn si allude alla vita come durata, nelle intermittenze e anacronie dell’esistenza personale. Si tratta di una distinzione in parte assimilabile a quella introdotta da Henri Bergson tra tempo della fisica, quantitativo e calcolabile, e durata, dimensione della coscienza irriducibile a qualsiasi logica sommativa e lineare.
Chrònos "tempo" in greco antico inteso come successione di istanti, di ore, di giorni, tempo che rovina e distrugge.
Già nelle fonti letterarie e iconografiche ellenistiche gli attributi mortiferi e distruttivi del tempo-chronos, vengono confusi con gli attributi del dio Kronos, che nel mito divora i suoi figli, ma viene poi ingannato ed evirato dal figlio Zeus. In particolare l’attributo del falcetto, strumento della mietitura e metafora della ciclica rinascita delle messi, passa dalla divinità sincretica Saturno-Kronos al Tempo-Chronos, la cui iconografia andrà sempre più identificandosi con quella della Morte. Kaìros in greco significa "momento opportuno". Questa parola si riferisce al tempo e in special modo intende al "momento fra", cioè quel determinato periodo di tempo in cui interverrà qualcosa che cambierà lo stato attuale delle cose. Si può tradurre come momento propizio, opportunità.
Da notare che su una delle colonne di Delfi, i sette sapienti avevano fatto incidere la massima “kairòn gnôthi" riconosci il momento giusto. Kairos, l’Opportunità, viene interpretato come un fanciullo alato con i capelli lunghi caduti sulle spalle davanti, ma calvo dietro, come a dire che quando il momento favorevole è passato, esso non può essere preso all’ultimo istante per i capelli. Che ora è? Che anno è? L’orologio e il calendario indicano un tempo che ci domina. Egli è Chronos, che ci dà una cifra convenzionale, senza comunicazione con le leggi della natura.
Ma se ci chiediamo: -Che cosa avviene?- ci interroghiamo e scopriamo se è " il tempo opportuno " dei rapporti continui, seppure inavvertiti dalla maggioranza degli uomini, che intercorrono tra il microcosmo e il macrocosmo. Kairos è un tempo rivelatore, ci svela il senso, l’importanza dell’ora che volge, ci suggerisce il mistero della reazione a catena che collega le cause agli effetti, il prima al dopo, che immette l’uomo nel cosmo ed il cosmo nell’uomo, ci rende consapevoli del fatto che tutto è interconnesso. Nel tempo di Kaìros occorre essere aperti per poter cogliere un momento di rottura che precipita la possibilità di mettere in atto ciò che si è preparato. Sta a noi lavorare per cogliere quell'attimo. Carpe diem, direbbe Orazio. Lo stesso fa la cuoca, se sa cogliere l'attimo in cui i suoi piatti, nel forno, son cotti a puntino; lo stesso fa chi governa una barca, se vira al momento opportuno e nel senso giusto e alza o ammaina le vele, lo stesso il pilota che deve sapere quali comandi e in che momento usarli per decollare sollevarsi accelerare, atterrare; l'atleta, se a tempo debito e con la dovuta forza lancia il disco, scocca la freccia, incalza o molla l'avversario, lo stesso il medico, se dosa il farmaco e il punto e la profondità dell'incisione che va praticando.
E il politico che deve conoscere quali provvedimenti faranno il bene del Paese in quel momento storico- economico; l’insegnante che sa quali saperi al momento opportuno e quali competenze sviluppare nel discente con una progettazione adeguata e misurata sull’allievo. Non per caso la più bella immagine di Kairòs, l'istante topico, l'occasione, o l'attimo fortunato, trovata a Traù, nell'attuale Croazia, era forse posta all'ingresso d'uno stadio. Il bassorilievo raffigura un giovane con le ali ai piedi, recante in mano una bilancia posta in equilibrio su un rasoio e, soprattutto, con un gran ciuffo di capelli sulla fronte, ma la nuca rasata. Se sarà passato oltre non sarà più possibile afferrarlo. Sta a noi prevenirne i movimenti e la fuga, sta a noi, in una serie di attimi, scovare, cogliere, afferrare quell'unico frammento di tempo in cui saremo a tempo perfetto con l'armonia cosmica. Comprendere, agire ed operare bene, godere, essere felici: sforzarci e faticare per tutto questo e poi, con semplicità e facilità inattese, riuscire ed uscire dal tempo, dall'indifferenza infinita e divorante di Chrònos, guadagnare, sia pur solo per quell'attimo, il tempo adatto a noi, nella perfezione di ciò che la nostra natura poteva compiere e che di fatto ha saputo compiere.
Così Rainer Maria Rilke dice dell Kairòs greco antico: “E a un tratto, in questo faticoso nessun dove, a un tratto, / l'indicibile punto, dove quel ch'era sempre troppo poco, / inconcepibilmente si trasmuta, salta / in un troppo, vuoto. Dove il conto a tante poste / si chiude senza numeri”.
Dentro un Chrònos infinito e inesorabile, un Kairòs unico, capace dunque, se colto opportunamente, di renderci, per quell'attimo e per sempre, eterni.
-C. D'Eramo
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diceriadelluntore · 8 months ago
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Speranze Nascoste
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In seguito a questi avvenimenti, poiché Aliatte non volle consegnare gli Sciti a Ciassare che li richiedeva, scoppiò una guerra fra i Lidi e i Medi che durò per cinque anni, durante i quali più volte i Medi vinsero i Lidi e più volte i Lidi i Medi; e combatterono anche una battaglia di notte. Infatti mentre essi con pari fortuna proseguivano la guerra, nel sesto anno si scontrarono, e nel corso della battaglia il giorno all'improvviso diventò notte. Talete di Mileto aveva predetto agli Ioni questo fenomeno, indicando quello stesso anno in cui effettivamente avvenne. I Lidi e i Medi, quando videro la notte prendere il posto del giorno, cessarono il combattimento e s'adoperarono entrambi perché si facesse fra loro la pace
Erodoto, Storie, 1,74
Erodoto racconta di una eclissi solare totale, come quella avvenuta ieri 8 Aprile 2024. Nella Naturalis Historia, Plinio il Vecchio scrive: Tra i greci il primo di tutti fu Talete di Mileto, che predisse l'eclissi di sole dell'anno quarto della 48a Olimpiade, verificatasi durante il regno di Aliatte, nell’anno 170 dopo la fondazione di Roma.
L'anno 170 dalla fondazione di Roma è il 585-584 a.C. Moderni calcoli hanno dimostrato che non solo Talete aveva ragione, ma fu molto preciso: una eclissi totale solare si verificò il 28 maggio del 584 a.C. Grazie a questo particolare, la battaglia che si svolse nei pressi del fiume Halys (attuale "Kızılırmak", in Turchia) è l'evento bellico più antico di cui conosciamo con precisione la data esatta.
La NASA ha calcolato che l'eclissi si verificò sull'Oceano Atlantico alle coordinate 37°54′N 46°12′W e il percorso della penombra raggiunse l'Anatolia sud-occidentale nelle ore della sera; il fiume Halys è proprio dentro il margine d'errore per il delta-T fornito. Come si vede qui in questo bellissimo grafico
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La striscia blu segnata 0584 May 28 arriva proprio nelle zone della storia erodotea, passando anche per l'Italia centrale.
Che sia una speranza di pace anche oggi!
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anglerflsh · 2 years ago
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hello sorry im very insane about poems right now .
what is your favorite line from your favorite poem ? and an english translation if its italian ? and what is your favorite topic to see in poetry ? ^^
oh, my favourite italian poem would be Pianto Antico - my father made me memorise both that and Il 5 Maggio when I was five or so and they both stuck with me.
I don't have any favourite line from the first one but I quite like the "La procellosa e trepida / Gioia d’un gran disegno, / L’ansia d’un cor che indocile / Serve, pensando al regno; / E il giunge, e tiene un premio / Ch’era follia sperar;" from the second one
this is the best translation for it I could find
"His was the stormy, fierce delight
To dare adventure's boldest scheme;
The soul of fire, that burned for might,
And could of naught but empire dream;
And his the indomitable will
That dream of empire to fulfil,
    And to a greatness to attain
'T were madness to have hoped to gain"
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colonna-durruti · 11 months ago
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IO SE FOSSI DIO (Gaber)
"Il testo di quella canzone mi venne fuori in poco più di un’ora. Buttai giù quindici paginette fitte fitte, scritte a mano di getto, quasi senza correzione. Me la prendevo con tutti, dai borghesi ai giornalisti, dai politici ai brigatisti. C’erano versi lunghi, altri brevissimi e praticamente senza struttura: una specie di scempio della metrica che nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di mettere in musica".
Io se fossi Dio
E io potrei anche esserlo
Sennò non vedo chi
Io se fossi Dio
Non mi farei fregare dai modi furbetti della gente
Non sarei mica un dilettante
Sarei sempre presente
Sarei davvero in ogni luogo a spiare
O meglio ancora a criticare
Appunto cosa fa la gente
Per esempio il piccolo borghese
Com'è noioso
Non commette mai peccati grossi
Non è mai intensamente peccaminoso
Del resto, poverino, è troppo misero e meschino
E pur sapendo che Dio è più esatto di una Sveda
Lui pensa che l'errore piccolino
Non lo conti o non lo veda
Per questo
Io se fossi Dio
Preferirei il secolo passato
Se fossi Dio
Rimpiangerei il furore antico
Dove si odiava e poi si amava
E si ammazzava il nemico
Ma io non sono ancora
Nel regno dei cieli
Sono troppo invischiato
Nei vostri sfaceli.
Io se fossi Dio
Non sarei così coglione
A credere solo ai palpiti del cuore
O solo agli alambicchi della ragione
Io se fossi Dio
Sarei sicuramente molto intero e molto distaccato
Come dovreste essere voi
Io se fossi Dio
Non sarei mica stato a risparmiare
Avrei fatto un uomo migliore
Sì, vabbe', lo ammetto
Non mi è venuto tanto bene
Ed è per questo, per predicare il giusto
Che io ogni tanto mando giù qualcuno
Ma poi alla gente piace interpretare
E fa ancora più casino
Io se fossi Dio
Non avrei fatto gli errori di mio figlio
E sull'amore e sulla carità
Mi sarei spiegato un po' meglio
Infatti non è mica normale che un comune mortale
Per le cazzate tipo compassione e fame in India
C'ha tanto amore di riserva che neanche se lo sogna
Che viene da dire
"Ma dopo come fa a essere così carogna?"
Io se fossi Dio
Non sarei ridotto come voi
E se lo fossi io certo morirei per qualcosa di importante
Purtroppo l'occasione di morire simpaticamente
Non capita sempre
E anche l'avventuriero più spinto
Muore dove gli può capitare e neanche tanto convinto
Io se fossi Dio
Farei quello che voglio
Non sarei certo permissivo
Bastonerei mio figlio
Sarei severo e giusto
Stramaledirei gli inglesi come mi fu chiesto
E se potessi
Anche gli africanisti e l'Asia
E poi gli americani e i russi
Bastonerei la militanza come la misticanza
E prenderei a schiaffi
I volteriani, i ladri
Gli stupidi e i bigotti
Perché Dio è violento!
E gli schiaffi di Dio
Appiccicano al muro tutti
Ma io non sono ancora
Nel regno dei cieli
Sono troppo invischiato
Nei vostri sfaceli
Finora abbiamo scherzato
Ma va a finire che uno
Prima o poi ci piglia gusto
E con la scusa di Dio tira fuori
Tutto quello che gli sembra giusto
E a te ragazza
Che mi dici che non è vero
Che il piccolo borghese è solo un po' coglione
Che quell'uomo è proprio un delinquente
Un mascalzone, un porco in tutti i sensi, una canaglia
E che ha tentato pure di violentare sua figlia
Io come Dio inventato
Come Dio fittizio
Prendo coraggio e sparo il mio giudizio e dico:
Speriamo che a tuo padre gli sparino nel culo, cara figlia
Così per i giornali diventa
Un bravo padre di famiglia
Io se fossi Dio
Maledirei davvero i giornalisti
E specialmente tutti
Che certamente non sono brave persone
E dove cogli, cogli sempre bene
Compagni giornalisti avete troppa sete
E non sapete approfittare delle libertà che avete
Avete ancora la libertà di pensare
Ma quello non lo fate
E in cambio pretendete la libertà di scrivere
E di fotografare
Immagini geniali e interessanti
Di presidenti solidali e di mamme piangenti
E in questa Italia piena di sgomento
Come siete coraggiosi, voi che vi buttate
Senza tremare un momento
Cannibali, necrofili, deamicisiani e astuti
E si direbbe proprio compiaciuti
Voi vi buttate sul disastro umano
Col gusto della lacrima in primo piano
Sì, vabbe', lo ammetto
La scomparsa dei fogli e della stampa
Sarebbe forse una follia
Ma io se fossi Dio
Di fronte a tanta deficienza
Non avrei certo la superstizione della democrazia
Ma io non sono ancora
Nel regno dei cieli
Sono troppo invischiato
Nei vostri sfaceli
Io se fossi Dio
Naturalmente io chiuderei la bocca a tanta gente
Nel regno dei cieli non vorrei ministri
Né gente di partito tra le palle
Perché la politica è schifosa e fa male alla pelle
E tutti quelli che fanno questo gioco
Che poi è un gioco di forza ributtante e contagioso
Come la lebbra e il tifo
E tutti quelli che fanno questo gioco
C'hanno certe facce che a vederle fanno schifo
Che sian untuosi democristiani
O grigi compagni del Pci
Son nati proprio brutti
O perlomeno tutti finiscono così
Io se fossi Dio
Dall'alto del mio trono
Vedrei che la politica è un mestiere come un altro
E vorrei dire, mi pare Platone
Che il politico è sempre meno filosofo
E sempre più coglione
È un uomo a tutto tondo
Che senza mai guardarci dentro scivola sul mondo
Che scivola sulle parole
Anche quando non sembra o non lo vuole
Compagno radicale
La parola compagno non so chi te l'ha data
Ma in fondo ti sta bene
Tanto ormai è squalificata
Compagno radicale
Cavalcatore di ogni tigre, uomo furbino
Ti muovi proprio bene in questo gran casino
E mentre da una parte si spara un po' a casaccio
Dall'altra si riempiono le galere
Di gente che non c'entra un cazzo
Compagno radicale
Tu occupati pure di diritti civili
E di idiozia che fa democrazia
E preparaci pure un altro referendum
Questa volta per sapere
Dov'è che i cani devono pisciare
Compagni socialisti
Ma sì, anche voi insinuanti, astuti e tondi
Compagni socialisti
Con le vostre spensierate alleanze
Di destra, di sinistra, di centro
Coi vostri uomini aggiornati
Nuovi di fuori e vecchi di dentro
Compagni socialisti, fatevi avanti
Che questo è l'anno del garofano rosso e dei soli nascenti
Fatevi avanti col mito del progresso
E con la vostra schifosa ambiguità
Ringraziate la dilagante imbecillità
Ma io non sono ancora
Nel regno dei cieli
Sono troppo invischiato
Nei vostri sfaceli
Io se fossi Dio
Non avrei proprio più pazienza
Inventerei di nuovo una morale
E farei suonare le trombe per il Giudizio universale
Voi mi direte: perché è così parziale
Il mio personalissimo Giudizio universale?
Perché non suonano le mie trombe
Per gli attentati, i rapimenti
I giovani drogati e per le bombe
Perché non è comparsa ancora l'altra faccia della medaglia
Io come Dio, non è che non ne ho voglia
Io come Dio, non dico certo che siano ingiudicabili
O addirittura, come dice chi ha paura, gli innominabili
Ma come uomo come sono e fui
Ho parlato di noi, comuni mortali
Quegli altri non li capisco
Mi spavento, non mi sembrano uguali
Di loro posso dire solamente
Che dalle masse sono riusciti ad ottenere
Lo stupido pietismo per il carabiniere
Di loro posso dire solamente
Che mi hanno tolto il gusto di essere incazzato personalmente
Io come uomo posso dire solo ciò che sento
Cioè solo l'immagine del grande smarrimento
Però se fossi Dio
Sarei anche invulnerabile e perfetto
Allora non avrei paura affatto
Così potrei gridare, e griderei senza ritegno
Che è una porcheria
Che i brigatisti militanti siano arrivati dritti alla pazzia
Ecco la differenza che c'è tra noi e gli innominabili:
Di noi posso parlare perché so chi siamo
E forse facciamo più schifo che spavento
Di fronte al terrorismo o a chi si uccide c'è solo lo sgomento
Ma io se fossi Dio
Non mi farei fregare da questo sgomento
E nei confronti dei politicanti sarei severo come all'inizio
Perché a Dio i martiri
Non gli hanno fatto mai cambiar giudizio
E se al mio Dio che ancora si accalora
Gli fa rabbia chi spara
Gli fa anche rabbia il fatto che un politico qualunque
Se gli ha sparato un brigatista
Diventa l'unico statista
Io se fossi Dio
Quel Dio di cui ho bisogno come di un miraggio
C'avrei ancora il coraggio di continuare a dire
Che Aldo Moro insieme a tutta la Democrazia cristiana
è il responsabile maggiore
Di vent'anni di cancrena italiana
Io se fossi Dio
Un Dio incosciente, enormemente saggio
C'avrei anche il coraggio di andare dritto in galera
Ma vorrei dire che Aldo Moro resta ancora
Quella faccia che era
Ma in fondo tutto questo è stupido
Perché logicamente
Io se fossi Dio
La Terra la vedrei piuttosto da lontano
E forse non ce la farei ad accalorarmi
In questo scontro quotidiano
Io se fossi Dio
Non mi interesserei di odio e di vendetta
E neanche di perdono
Perché la lontananza è l'unica vendetta
È l'unico perdono
E allora
Va a finire che se fossi Dio
Io mi ritirerei in campagna
Come ho fatto io
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armandoandrea2 · 1 year ago
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Gatto, tu sei il mistero avvolto dal pelo,
la notte che danza sul tetto oscuro,
la luna che striscia tra l’ombra e il chiarore,
l’armonia che emana dal tuo sguardo puro.
Nelle tue orbite risplendono le stelle,
e il tuo corpo felino sfiora l’eternità,
sei il guardiano di segreti e di favole,
la perfetta incarnazione della libertà.
Cammini con passo furtivo ed elegante,
il tuo pelo si muove come onda al vento,
e mentre ti nutri dell’anima del mondo,
trasformi l’ordinario in un magico momento.
Le tue zampe scivolano su antiche leggende,
il tuo ruggito riecheggia come un canto antico,
sei il regno della grazia, della forza e dell’ardore,
e nel tuo sguardo splende un’immensità di significato.
Gatto, tu sai incantare gli animi stanchi,
le tue fusa cullano i cuori affranti,
sei un mistero che si cela tra i riflessi della notte,
la poesia che vive nell’ombra dei tuoi amanti.
Ti accarezzi il viso con una dignità suprema,
le tue orecchie ascoltano i sussurri del destino,
sei la saggezza silenziosa che tutto comprende,
e con la tua presenza doni un senso divino.
Gatto, tu hai il potere di trasformare il tempo,
di riempire di gioia anche il più triste dei giorni,
e quando ti avvolgi nel sonno profondo,
sembri fonderti con l’universo in mille armonie.
Ode al gatto, creatura misteriosa,
che con la tua bellezza ci doni purezza,
tu sei la fiamma che accende la poesia,
e nei nostri cuori resti per sempre, dolcezza.
Gatto, tu sei l’incanto, la meraviglia,
il sorriso nascosto di una notte stellata,
e nell’immensità del tuo essere,
troviamo la verità più nascosta e segreta.
In te, gatto, troviamo la forza dell’anima,
la magia che vive nel profondo dei sogni,
e per sempre ti porteremo nel cuore,
come l’emblema di tutto ciò che è divino.
Ode al gatto, eterna fonte d’ispirazione,
incantatore di anime e cuori,
sei la poesia incarnata in un essere,
e la tua presenza riempie di colori.
Gatto, sei un miracolo vivo,
una sinfonia di forme e di movimenti,
e nel tuo sguardo riflette il mistero dell’universo,
che ci accompagna nei nostri pensieri e sentimenti.
Ode al gatto, sublime creatura,
che hai conquistato il nostro affetto,
sempre sarai il re degli esseri felini,
e nei nostri ricordi vivrai per sempre, perfetto.
Pablo Neruda
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cinemanlife · 1 year ago
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Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l'amore,
tenace come il regno dei morti è la passione:
le sue vampe sono vampe di fuoco,
una fiamma divina!
Le grandi acque non possono spegnere l'amore né i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell'amore, non ne avrebbe che disprezzo.
(Cantico dei Cantici, Antico Testamento, Bibbia; Foto: Estasi di Santa Teresa d'Avila di Gian Lorenzo Bernini, Chiesa di Santa Maria della Vittoria, Roma)
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lunamagicablu · 2 years ago
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C'era una volta, in un regno antico, un uomo conosciuto ovunque per la sua saggezza. All'inizio egli dava consigli solo ai suoi familiari e agli amici più cari. La sua fama, tuttavia, crebbe dapprima nel suo villaggio e con il tempo in tutto il regno. Crebbe a tal punto che lo stesso sovrano iniziò a convocarlo spesso al suo cospetto per chiedergli consiglio. Ogni giorno giungevano molte persone per ricevere i preziosi consigli dell'uomo saggio. Tuttavia egli cominciò a rendersi conto che sempre più persone si recavano da lui ogni settimana per raccontare sempre gli stessi problemi. Essi ricevevano sempre lo stesso consiglio, ma non lo mettevano in pratica. Un bel giorno il saggio riunì tutte le persone che si rivolgevano a lui per chiedergli spesso consiglio: quando ebbe l'attenzione di tutti, raccontò loro una barzelletta. Era molto divertente e tutti scoppiarono a ridere. Dopo una breve pausa il saggio raccontò di nuovo la stessa barzelletta. Dopo la seconda volta la gente rise di nuovo ma rimase sbigottita. Il saggio la raccontò ancora, e ancora... La gente per rispetto stava ad ascoltarlo, ma non rideva più. Quando il saggio vide che tutti erano sfiniti chiese loro: "Perché non potete ridere tante volte della stessa barzelletta ma potete piangere migliaia di volte per lo stesso problema?"
aforismi.meglio.it
art by OrbitalAnomaly                    
*********************                  
Once upon a time, in an ancient kingdom, there was a man known everywhere for his wisdom.In the beginning, he gave advice only to his closest family and friends.His fame, however, grew first in his village and in time throughout the kingdom. He grew to such an extent that the sovereign himself began to often summon him before him to ask for his advice.Every day many people came to receive the wise man's precious advice. However, he began to realize that more and more people came to him every week with the same problems over and over again.They always received the same advice, but they didn't put it into practice.One fine day the wise man gathered all the people who often turned to him to ask him for advice: when he had everyone's attention, he told them a joke. It was very funny and everyone burst out laughing.After a short pause the sage told the same joke again. After the second time people laughed again but were amazed. The sage told it again, and again... People out of respect listened to him, but he no longer laughed.When the sage saw that everyone was exhausted he asked them:"Why can't you laugh over and over at the same joke but over and over cry over the same problem?"
aforismi.meglio.it
art by Orbital Anomaly
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nada-khader · 1 year ago
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L'Egitto svela antichi laboratori di mummificazione e tombe a Saqqara
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Nella necropoli di Saqqara, a sud della capitale Il Cairo, l'Egitto ha riferito di aver trovato due antichi laboratori di imbalsamazione per uomini e animali, oltre a due tombe e a una collezione di manufatti.
La necropoli di Saqqara è patrimonio dell'umanità dell'UNESCO ed è una delle destinazioni turistiche più popolari in Egitto che potete visitare con i nostri tour di un giorno in Egitto. La necropoli è aperta ai visitatori tutto l'anno e sono disponibili diverse visite guidate.
Saqqara è un antico luogo di sepoltura situato in Egitto, a circa 30 chilometri a sud del Cairo. Era la necropoli dell'antica capitale egizia di Memphis e contiene le tombe di molti dei più importanti sovrani egiziani che potrete visitare con i nostri tour di un giorno al Cairo, compresa la Piramide di Djoser.
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Una spedizione egiziana guidata da Mostafa Waziri, Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità, ha condotto gli scavi. Mentre le due tombe risalgono all'Antico e al Nuovo Regno, i due studi di imbalsamazione sono della 30ª dinastia e dell'epoca tolemaica.
La necropoli di Saqqara ospita un'ampia varietà di tombe e monumenti, tra cui piramidi, mastabe e templi. Con i nostri tour in Egitto potrete vedere la struttura più famosa di Saqqara è la Piramide di Djoser, costruita durante la Terza Dinastia. La Piramide di Djoser è considerata il più antico complesso di edifici in pietra completo della storia.
camere con letti di pietra dove i morti si sdraiavano per la mummificazione. Anche l'officina degli animali è rettangolare e costruita in fango con pavimenti in pietra. È costituito da una serie di stanze che un tempo ospitavano sepolture di animali e collezioni di vasi d'argilla, oltre ad attrezzature per la mummificazione in bronzo. Le prime ricerche indicano che la mummificazione degli animali sacri avveniva in questo laboratorio.
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La prima tomba scoperta apparteneva a "Ne Hesut Ba", un alto funzionario della V dinastia (2400 a.C.) che supervisionava gli scribi e fungeva da sacerdote di Horus e Maat. Un sacerdote Qadish della XVIII dinastia (1400 a.C.) di nome "Men Kheber" è sepolto nella seconda tomba. Mentre la tomba del Nuovo Regno è scavata nella roccia con una porta e un architrave ornati con i nomi del defunto e di sua moglie, la tomba dell'Antico Regno è una mastaba con una facciata dipinta su pietra con i nomi del defunto e di sua moglie.
I siti di Saqqara sono stati teatro di numerose scoperte negli ultimi anni; è necessario visitare questo sito con i nostri tour di un giorno al Cairo dall'aeroporto, tra cui centinaia di bare colorate contenenti mummie ben conservate di sacerdoti e alti uomini di Stato.
Anche il tour delle Piramidi di Giza e della Sfinge è una tappa obbligata per chi visita il Cairo con i nostri tour di mezza giornata al Cairo. Potrete vedere le Grandi Piramidi di Giza.
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A Luxor sono disponibili numerosi tour giornalieri. Potrete visitare alcuni dei siti più famosi di Luxor, tra cui il Tempio di Karnak, il Tempio di Luxor, la Valle dei Re e il Tempio di Hatshepsut. Inoltre, il tour dei Templi di Abu Simbel è una tappa obbligata per chi visita Assuan. Con i nostri tour di un giorno ad Assuan potrete vedere i due imponenti templi di Abu Simbel, che sono stati spostati dalla loro posizione originale negli anni '60 per evitare che venissero sommersi dalle acque del lago Nasser.
I nostri tour natalizi in Egitto sono un ottimo modo per vedere il meglio dell'Egitto antico e moderno. Inizierete al Cairo, dove visiterete le Piramidi, la Sfinge e il Museo Egizio. Poi volerete a Luxor, dove esplorerete la Valle dei Re, il Tempio di Karnak e il Tempio di Luxor.
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sorella-di-icaro · 1 year ago
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Barbie Sirenetta
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C'era una volta una Barbie chiamata Marina, che viveva nel profondo del mare come una bellissima sirena. Marina aveva lunghi capelli biondi, occhi scintillanti e una coda di sirena scintillante di colore blu. Era conosciuta in tutto il regno sottomarino per la sua grazia e la sua voce melodiosa.
Un giorno, mentre nuotava tra i coralli colorati, Marina vide un giovane naufrago in difficoltà. Era un ragazzo di nome Luca, che stava lottando per rimanere a galla. Marina nuotò velocemente verso di lui e lo salvò, portandolo sulla spiaggia sicura.
Luca rimase incantato dalla bellezza di Marina e dalla sua abilità di sirena. Iniziarono a trascorrere molto tempo insieme, imparando l'uno dall'altro. Marina mostrò a Luca le meraviglie del regno sottomarino, mentre lui le parlava delle terre emerse e delle avventure che aveva vissuto.
Ma la loro felicità fu minacciata quando un malvagio stregone marino, chiamato Morbion, venne a conoscenza dell'amore tra Marina e Luca. Morbion era geloso dell'affetto che Marina provava per Luca e decise di separarli.
Utilizzando i suoi poteri oscuri, Morbion lanciò un incantesimo su Marina, trasformandola in una statua di pietra situata sul fondale marino. Luca, disperato, tentò di sconfiggere Morbion, ma il suo potere era troppo grande.
Tuttavia, Luca non si arrese. Con l'aiuto di una fata marina, trovò un antico talismano che aveva il potere di spezzare l'incantesimo. Luca si immerse nuovamente nell'oceano e raggiunse la statua di Marina, stringendo il talismano con forza.
Con un raggio di luce brillante, il talismano si attivò e l'incantesimo di Morbion si ruppe. Marina riprese vita, tornando ad essere una sirena, e insieme riuscirono a sconfiggere Morbion e a liberare il regno sottomarino dalla sua oscurità.
Da quel giorno, Marina e Luca vissero felici e uniti, condividendo le meraviglie del mondo sottomarino e della terraferma. La loro storia d'amore e avventura fu tramandata di generazione in generazione, diventando una leggenda sull'amore che può superare qualsiasi ostacolo, anche nelle profondità dell'oceano.
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mazza-italo · 2 years ago
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tappa n 9
Tappa n 9   Ampilochia    Mesopotamon
Distanza: 108 km   tempo totale  6ore 56 min     ascesa  716 m
Giornata molto piacevole di bici, tempo buono con poco vento pomeridiano, strade generalmente buone, salite pedalabili.
Pensavo di fare il primo giorno di riposo a Amfilochia, bel albergo, bella cittadia, ma a causa del lungo ponte, non avevano ulteriore disponibilità e quindi sono ripartito.
Giornata senza molta storia, quasi sempre al interno, passando per la città di Arca, nel antico Ambracia, nel tempo del regno di Pirro, con ancora delle fortificazioni e, soprattutto, il ponte romano.
Molti falsopiani e alla fine delle belle salite sulla montagna a picco sul mare.
Sono alloggiato in mezzo alla campagna: per il giorno di riposo non mi fermerò sicuramente qui: vado in Albania sperando in miglior sorte.
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5 STORIE DI FANTASMI DELLA SARDEGNA
Oltre le cime delle montagne e le scogliere della costa, la Sardegna nasconde segreti antichi e oscuri, avvolti dal mistero e dal terrore. 
La terra sarda è infestata da creature spettrali, creature che affondano le loro radici nella storia stessa dell'isola. Queste presenze sinistre possono manifestarsi in qualsiasi momento, dall'oscurità della notte all'ora del tramonto, per terrorizzare coloro che incappano nei loro percorsi.
In questo articolo, esploreremo cinque storie di fantasmi della Sardegna che sono state tramandate di generazione in generazione e che sono giunte sino a noi.
Cunfraria
Nella storica Sassari, città del nord Sardegna, si racconta la leggenda di una processione di fantasmi che appare la notte del 31 ottobre. Secondo la tradizione locale, questi fantasmi possono essere visti vicino all'incrocio tra via San Sisto e via Santa Apollinare. Le loro forme spettrali si muovono silenziosamente per le strade come per qualche commissione invisibile.
Alcuni dicono che questa processione di anime che viene chiamata “Cunfraria” cioè confraternita, sia composta da spiriti di defunti che ritornano nel regno dei vivi in questa notte santissima. Altri sostengono che siano la manifestazione di antiche maledizioni, evocate dalla magia oscura e da intenti malevoli. Qualunque sia la loro origine, si dice che la vista di queste apparizioni spettrali riempia i cuori di coloro che le vedono di paura e terrore.
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Don Blas
Nell'oscuro e antico castello di Burgos, c'è una leggenda di un terrificante fantasma che custodisce un favoloso tesoro. Il suo nome è “Don Blas d'Aragona”, un grande e potente cavaliere iberico del XVI secolo che ha incontrato la sua prematura scomparsa in una sanguinosa battaglia molto tempo fa, quando la Sardegna viveva il periodo della dominazione spagnola. Secondo i racconti, “Don Blas” fu condannato a trascorrere l'eternità a custodire il tesoro che gli era stato affidato in vita. Così il suo spirito infesta il castello, legato per sempre alle sue mura. La sua presenza è un costante promemoria del potere e della ricchezza che giacevano nascosti all'interno.
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Panas
In Sardegna esiste una leggenda colma di tristezza e terrore che per secoli ha perseguitato i cuori e le menti degli uomini. È una storia di dolore e disperazione, di perdita e rimpianto, una storia che è stata tramandata attraverso i secoli.
Si racconta che i fantasmi delle donne morte di parto siano condannati a tornare nel mondo dei vivi per sette lunghi anni, infestando la terra durante le ore buie della notte.
Gli anziani sussurrano che questi fantasmi, noti come “Panas”, appaiano vicino ai corsi d’acqua e si possano vedere intente a lavare i panni insanguinati del loro figlioletto. Non possono comunicare o interrompere il lavoro per nessuna ragione. Se qualcuno le disturbasse, dovrebbero ricominciare il loro rituale di penitenza daccapo e si vendicherebbero spruzzando acqua verso chi osa disturbarle.
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Femminedda
Nelle remote regioni di Sant'Antioco, presso le colline che circondano Maladroxia, esiste un antico Nuraghe noto come sa “Femminedda”.Il suo nome è legata ad una strana leggenda che narra di uno spirito inquieto che ancora oggi aleggia intorno alle rovine del monumento.
Si dice che lo spirito appartenga a una giovane donna giustiziata in circostanze violente e misteriose secoli fa, la cui anima è stata  condannata a vagare senza pace. 
La fanciulla, accusata di un crimine infamante, fu sottoposta a una punizione esemplare e brutale, che mirava a fare di lei un monito per il popolo. Fu decapitata e il suo corpo fu sepolto in una chiesa sconsacrata fuori dal centro abitato, mentre la sua testa sarebbe nascosta nel cuore del borgo.
A causa di questo trattamento crudele e sconsiderato, l'anima della giovane, ribattezzata “sa Femminedda”, è stata condannata a vagare senza pace lungo i sentieri di campagna e le vie del paese.
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Marchesa Malaspina
A  Bosa, paese di mare senza tempo, la figura spettrale della marchesa Malaspina continua a vagare senza pace. Letizia, questo il suo nome, fu accusata di un grave crimine: l'adulterio con un amante sconosciuto. Il marito, geloso al punto da perdere la ragione, fece scavare una rete di tunnel segreti dal castello al paese, in modo che la marchesa potesse muoversi al riparo dagli occhi indiscreti.
Ma neppure l'inganno più elaborato riuscì a sfuggire alla furia distruttiva del marito. In preda ad un raptus di gelosia, egli fece mozzare le dita della marchesa, conservandole gelosamente in un fazzoletto che mostrò ad alcuni amici. Lui fu condannato a morte e lei sparì senza lasciare tracce.
Tuttavia, non tutti credono che il fantasma di Letizia sia scomparso del tutto. In molte notti, si possono ancora udire i suoi lamenti disperati provenire dalle rovine del castello dei Malaspina. Si dice che l'anima della marchesa sia rimasta intrappolata in quel luogo, tormentata dai suoi rimpianti e dalla sua disperazione.
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crazy-so-na-sega · 1 year ago
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Nella "Vita quotidiana a Roma all'apogeo dell'Impero" Jérôme Carcopino si domanda quanti fossero gli abitanti della capitale nel primo secolo. Dopo aver riempito tre lunghe pagine per riportare, discutere e infine demolire le ipotesi avanzate dai colleghi, Carcopino propone, scusandosi per l'imprecisione, un numero "che oscilla fra 1.165.050 e 1.677.672 abitanti". Una forbice stupefacente, ma quale che fosse l'estremo più realistico, Roma era comunque la città più popolosa della terra: una metropoli moderna, una vera torre di babele, e torre va qui inteso in senso letterale, poiché, sotto la costante pressione di quegli immigrati che Giovenale non sopportava più di vedersi sempre intorno con le loro strane usanze, Roma era stata l'unica città del mondo antico a crescere in altezza.
Tito Livio racconta che un giorno un toro, scappato dal mercato del bestiame, è salito per le scale di un edificio fino al terzo piano e poi si è lanciato nel vuoto seminando il panico fra i vicini: questo terzo piano, Tito Livio lo menziona en passant, come una cosa normale, mentre in qualsiasi altra città dell'epoca sarebbe stato fantascienza. Nell'ultimo secolo i palazzi si erano talmente sviluppati in altezza che erano diventati così poco sicuri che l'imperatore Augusto aveva vietato di superare il limite di otto piani - decreto che gli imprenditori edili cercavano di aggirare in ogni modo.
Ho chiarito questo punto perché quando leggiamo negli Atti che a Roma Paolo ha avuto il permesso di affittare un piccolo alloggio non dobbiamo pensare a una di quelle case a un piano in cui aveva sempre abitato nelle medine del Mediterraneo, ma a un mono o bilocale in uno di quei casermoni di periferia che oggi conosciamo a memoria, dove si ammassano poveri e clandestini: speculazioni di profittatori che hanno risparmiato su tutto, già degradate prima di essere terminate, insalubri, con pareti sottili come carta per non sprecare spazio e scale dove la gente piscia e caca senza che nessuno pulisca. Solo nelle belle dimore orizzontali dei ricchi c'erano dei veri cessi, sorta di salotti con decorazioni lussuose e sedie disposte a cerchio in modo da liberarsi discorrendo amabilmente. Gli indigenti che abitavano nei condomini dovevano accontentarsi delle latrine pubbliche, che erano lontane - e le strade diventavano pericolose appena si faceva buio: prima di andare a cena fuori, dice ancora Giovenale, era meglio fare testamento.
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-Emmanuel Carrère (Il Regno)
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claudiodangelo59 · 1 month ago
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OGGI 15 OTTOBRE,
ITALIANO RICORDA…
1872
STORIA DELL’ESERCITO ITALIANO
VENGONO COSTITUITI GLI ALPINI NELL’AMBITO DELL’ARMA DI FANTERIA
NASCE LA SPECIALITÀ DEGLI ALPINI
Gli ALPINI– le PENNE NERE - sono le TRUPPE da MONTAGNA dell'Esercito Italiano e rappresentano una SPECIALITÀ dell'ARMA di FANTERIA idonea a operare e combattere sui terreni montani.
Queste truppe sono attualmente organizzate su due Brigate operative - “Julia” e “Taurinense” - più Unità di Supporto tutte inquadrate nel Comando Truppe Alpine.
Formatisi il 15 ottobre 1872, gli Alpini sono il più antico corpo di Fanteria da Montagna attivo nel mondo, originariamente creato per proteggere i CONFINI MONTANI SETTENTRIONALI dell'ITALIA con FRANCIA, IMPERO AUSTRO-UNGARICO e SVIZZERA.
Nel 1888 gli Alpini furono inviati alla loro prima missione all'estero, in AFRICA ORIENTALE, dove ebbero il loro “BATTESIMO del FUOCO”. In quel continente sono tornati più volte nella loro storia per combattere le guerre coloniali del Regno d'Italia ma anche per garantire la pace fra le fazioni in lotta nelle nazioni sorte con la decolonizzazione.
Si sono distinti durante la prima guerra mondiale, quando furono impiegati nei combattimenti al confine nord-est con l'AUSTRIA-UNGHERIA, dove per tre anni dovettero confrontarsi con le truppe regolari e da montagna austriache e tedesche, rispettivamente Kaiserschützen e Alpenkorps, lungo tutto il FRONTE ITALIANO.
Durante la seconda guerra mondiale, gli Alpini combatterono a fianco delle forze dell'Asse principalmente nei BALCANI (nel difficile TEATRO GRECO-ALBANESE) e sul FRONTE RUSSO, dove, impegnate sulla LINEA del DON invece che nel CAUCASO come inizialmente previsto, subirono perdite gravissime durante la battaglia difensiva e la conseguente tragica ritirata dell'inverno 1942-1943.
Parteciparono con le loro Unità alla guerra per la liberazione dell’ITALIA combattendo nelle file del risorto Esercito italiano al fianco degli Alleati.
Molti reparti di partigiani trovarono negli Alpini i loro Comandanti più esperti e affidabili.
Nell’Esercito della RSI la Divisione Alpina “Monterosa” si distinse per aver garantito, fino al termine del conflitto, l’integrità territoriale delle zone di frontiera italiane proteggendole dalle mire espansionistiche delle forze armate straniere.
A causa della riorganizzazione dell'Esercito Italiano dopo la fine della guerra fredda, nel 1990 tre delle cinque Brigate Alpine - “Tridentina”, “Orobica” e “Cadore” - e molte unità di supporto sono state soppresse.
Oggi i Reparti Alpini sono presenti in tutte le operazioni condotte dall’Esercito Italiano in ITALIA e all’ESTERO.
AUGURI alle PENNE NERE
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aki1975 · 4 months ago
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Dopo la caduta dell’Impero Romano, i popoli barbarici occupano l’Europa: mentre nel Nord Italia si insediano i Longobardi (di loro rimangono vestigia persino nell’Isola Comacina), in Inghilterra vi sono gli Angli, i Sassoni, gli stanziamenti dei Danesi, le incursioni dei Vichinghi e l’arrivo del popolo norreno dei Normanni. L’incontro fra questi popoli darà vita alla lingua e alla letteratura inglese.
Queste sono le principali tappe.
Angli e Sassoni ( - 1066)
Il poema Beowulf narra la saga della lotta fra questo eroe e mostri scandinavi. La sua ambientazione danese è prova delle influenze norrene in Inghilterra: la confluenza fra le lingue celtiche, germaniche e scandinave produce l’inglese antico.
Normanni (1066 - 1154)
La conquista normanna da parte di Guglielmo I introduce, attraverso i romance cavallereschi come il ciclo arturiano, elementi francesi nell’inglese antico ed è alla base dell’inglese medio di questo periodo.
Plantageneti (1154 - 1399)
Enrico II (1154 - 1189), marito di Eleonora d’Aquitania
Riccardo I (1189 - 1199)
Ambientato nel 1194, Ivanhoe di Walter Scott (1819) racconta la fusione del popolo anglosassone e del popolo normanno nel matrimonio fra la sassone Rowena e Ivanhoe, cavaliere che aveva seguito Riccardo alla crociata.
Giovanni Senzaterra (1199 - 1216)
Enrico III (1216 - 1272), in età minore soggetto alla tutela di Guglielmo il Maresciallo e Guala Bicchieri.
Edoardo I (1272 - 1307), antagonista di William Wallace
Edoardo II (1307 - 1327)
Edoardo III (1327 - 1377)
1346 - Edoardo III, grazie ai suoi arcieri, sconfigge i francesi a Crecy nella prima battaglia della Guerra dei Cent’anni.
1356 - Vittoria inglese di Poitiers
Riccardo II (1377 - 1399), nipote di Edoardo III, figlio del Principe Nero che si era distinto a Poitiers, in seguito alla crisi della Guerra dei Cento Anni, è deposto da Enrico Bolingbroke della casa di Lancaster. Sotto il suo regno ha luogo la rivolta dei contadini inglesi (1381).
1388 - I racconti di Canterbury (Chaucer) che, in “medio inglese”, mette in scena una società più ampia di quella cortese sulla scia del Decameron: del resto Chaucer era stato in Italia per attività diplomatiche.
Lancaster (1399 - 1471)
Enrico IV (1399 - 1413)
Enrico V (1413 - 1422), già principe “Hal”, nel dramma di Shakespeare amico di Falstaff. Sconfitti i francesi ad Azincourt (1415), sposa la figlia del re di Francia Caterina di Valois.
Enrico VI (1422 - 1461, 1470 - 1471) sotto il cui regno si hanno le sconfitte da parte di Giovanna d’Arco, arsa sul rogo nel 1431. In Shakespeare simbolo dell’uomo che soffre per il potere che ha ricevuto, muore nel 1471 nella Torre di Londra, imprigionato dagli York del futuro Edoardo IV al termine della Guerra delle Due Rose.
“Questa battaglia è come la guerra del mattino quando le nubi morenti contendono con la luce che cresce, e il pastore soffiandosi sulle dita intirizzite non sa se sia giorno o notte. Ora la vittoria inclina da questa parte, come un mare possente forzato dalla marea a combattere con il vento; ora inclina dall'altra parte, come quello stesso mare che la furia del vento forzi a ritirarsi; talora la vince il vento e talora la marea; ora l'uno è più forte ora l'altra fortissima: lottano entrambi per la vittoria corpo a corpo, e nessuno è vincitore o vinto: così ugualmente bilanciata è questa terribile battaglia” (Shakespeare, Enrico VI)
York (1471 - 1485)
Edoardo IV (1461 - 1470, 1471 - 1483)
Edoardo V (1483)
Riccardo III (1483 - 1485), sconfitto a Bosworth da Enrico Tudor
Tudor (1485 - 1603)
Enrico VII (1485 - 1509)
Enrico VIII (1509 - 1547)
Elisabetta I (1547 - 1603)
1516 - Utopia di Tommaso Moro
Shakespeare scrive in early modern English come il volgare di Dante: per questo si chiama Commedia.
Sonetto 75
Tu sei per la mia mente, come cibo per la vita. / Come le piogge di primavera, sono per la terra. / E per goderti in pace, combatto la stessa guerra / che conduce un avaro, per accumular ricchezza. / Prima, orgoglioso di possedere e, subito dopo, / roso dal dubbio, che il tempo gli scippi il tesoro. / Prima, voglioso di restare solo con te, / poi, orgoglioso che il mondo veda il mio piacere. / Talvolta, sazio di banchettare del tuo sguardo, / subito dopo, affamato di una tua occhiata. / Non possiedo, né perseguo alcun piacere, / se non ciò che ho da te, o da te io posso avere. / Così ogni giorno, soffro di fame e sazietà, / di tutto ghiotto, e d’ogni cosa privo.
Sonetto 116
Non sia mai ch’io ponga impedimenti all’unione di anime fedeli; / Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento / o tende a svanire quando l’altro s’allontana. / Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; / è la stella-guida di ogni sperduta barca, / il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza. / Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote / dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore / o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio: / se questo è errore e mi sarà provato, Io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato
Elisabetta I crea la Compagnia delle Indie Orientali che gestirà il commercio fino al 1874 quando nascerà il Vicerè delle Indie.
Stuart (1603 - 1714)
Giacomo I (1603 - 1625), amante di George Villers, il duca di Buckingham presente nei Tre Moschettieri di Dumas
Carlo I (1625 - 1649), decapitato e seguito dal periodo del Commonwealth di Oliver Cromwell
Carlo II (1660 - 1685)
Giacomo II (1685 - 1688), deposto dalla Gloriosa Rivoluzione
Maria II (1688 - 1694) seguita dal marito
Guglielmo d’Orange (1694 - 1702)
Anna (1702 - 1714)
1606 - Volpone (Ben Jonson), ambientato a Venezia
1611 - Bibbia di Re Giacomo
1633 - Poemi (John Donne, “Nessun uomo è un'isola … non mandare mai a chiedere per chi suona la Campana: essa suona per te”)
1667 - Paradiso Perduto (Milton). Il Puritanesimo, di cui Milton ha fatto parte, portò alla chiusura dei teatri e alla fine di quel periodo dorato a cui appartengono, fra gli altri, Marlowe e Shakespeare. Nel poema si assiste a quel fervore e a quello stile presenti anche nel Tasso. La lettera scarlatta (Hawthorne, 1850) racconterà il puritanesimo americano e la condanna di un'adultera.
1703 - Il Duca di Malborough ed Eugenio di Savoia sconfiggono i francesi a Bleinheim nella guerra di successione spagnola: nel 1713 il Trattato di Utrecht. La Gran Bretagna ottieni i possedimenti francesi in America ed è dominatrice incontrastata dei commerci marittimi.
Hannover (1714 - 1901)
Giorgio I (1714 - 1727)
Giorgio II (1727 - 1760)
Giorgio III (1760- 1820) di cui è famosa la “pazzia di Re Giorgio”
Giorgio IV (1820 - 1830), reggente dal 1811
Guglielmo IV (1830 - 1837)
Vittoria (1837 - 1901)
1719 - Robinson Crusoe (Defoe). Il protagonista, esponente della borghesia in ascesa, non è in viaggio per Dio, per il Re, per la Dama, ma per raggiungere la sua piantagione e la società che costruisce è orientata alla produzione, non ad un ideale. Si tratta di un novel e non di un romance cavalleresco in seguito all’evoluzione costituzionale e parlamentare della monarchia ed all’esistenza di una classe, quella borghese, che acquistava libri.
1721 - 1742 Robert Walpole primo Primo Ministro whig di Giorgio I
1722 - Moll Flanders (Defoe). La protagonista, lontana dai canoni morali tradizionali, vive le disavventure dovute al suo materialismo e alla corruzione della società.
1726 - I viaggi di Gulliver (Swift) che influenzerà il romanzo epico americano Moby Dick (Melville, 1851).
1749 - Tom Jones (Fielding) il cui protagonista orfano denota l’origine picaresca del romanzo moderno.
1757 - Edmund Burke fonda la poetica del Sublime
1759 - La vita e le opinioni di Tristram Shandy (Sterne)
1760 - Canti di Ossian (Macpherson)
1763 - Fine della Guerra dei Sette Anni: l’Inghilterra è padrona di tutte le colonie americane e del Canada.
1764 - Il castello di Otranto (Walpole), iniziatore del romanzo gotico
1773 - 1783 Sotto Giorgio III, Guerra di secessione americana iniziata con la rivolta del Boston Tea Party e decisa dalla battaglia di Yorktown (1781).
1798 - Ballate liriche (Woodsworth, Coleridge). Inizio del Romanticismo in contrapposizione con il neoclassicismo e la rivoluzione industriale (“I Wandered Lonely as a Cloud”). La ballata del vecchio marinaio (Coleridge) è il poema immaginifico di un viaggio avventuroso, di tipo gotico e medievale, e della sorte del marinaio che uccide l’albatros come il poeta romantico che, per creare, si scaglia contro le consuetudini.
1805 - Nelson sconfigge Napoleone a Trafalgar
1811 - Per via della follia di Giorgio III, inizia la reggenza del figlio Giorgio IV, periodo nel quale vi sono la vittoria su Napoleone, il neoclassicismo nelle arti, il dandismo.
Ragione e Sentimento (Austen), esempio di novel of manners, storie d’amore delle sorelle Elinor e Marianne.
1813 - Orgoglio e pregiudizio (Jane Austen), storia d’amore fra l’indipendente Lizzy Bennet, di ceto inferiore, e il Signor Darcy.
1818
Anno di maggior produzione di Keats, noto per la “negative capability” ovvero la capacità di farsi influenzare dal contesto, anche solo con espressioni evocative.
Il pellegrinaggio del giovane Aroldo (Byron) in cui diventa popolare l’eroe byroniano che combatte per la libertà dei popoli all’epoca della Restaurazione.
In Frankenstein di Mary Shelley si trattano i temi della responsabilità dello scienziato e dell’intellettuale (Vita di Galileo di Brecht, Faust di Goethe) e della società i cui pregiudizi marginalizzano la creatura e si introduce il dualismo dell’individuo.
1818 - Northanger Abbey (Austen), una satira del romanzo gotico
1836 - Ne Il Circolo Pickwick Dickens dà inizio al romanzo a puntate (“Make them laugh, make them cry, make them wait”) e racconta in modo umoristico l’Inghilterra rurale di quegli anni. Doveva essere il commento a delle vignette satiriche, divenne un romanzo illustrato di mille pagine.
Età vittoriana (1837 - 1901)
1838 - Oliver Twist (Dickens) racconta la situazione delle workhouses. Con toni ironici e drammatici, riesce a rappresentare luci e ombre della società vittoriana.
1844 - Barry Lyndon (Thackeray)
1847
Jane Eyre (Charlotte Bronte). In questo romanzo di formazione (Bildungsroman), l’orfana (come il Tom Jones di Fielding, 1749 e Oliver Twist) riesce a crearsi un’educazione è una posizione fino a trovare l’amore: la purezza salva.
Wuthering Heights (Emily Bronte). Il romanzo tratta dell’amore passionale fra Catherine e il tenebroso Heathcliff, un’opera di stampo romantico in epoca vittoriana.
1849 - David Copperfield (Dickens). Autobiografia romanzata dell’autore, storia di affrancamento di un ragazzo che si afferma fnonostante le avversità familiari e sociali del tempo.
1886 - Lo strano caso del Dr. Jeckill e di Mr. Hyde (Stevenson)
1889 - Tre uomini in barca (Jerome), originariamente pensato come guida turistica.
1894 - Il libro della giungla (Kipling)
1897 - Dracula (Stoker)
1899 - Cuore di tenebra (Conrad)
Windsor (1901 - )
Edoardo VII (1901 - 1910)
Giorgio V (1910 - 1936)
Edoardo VIII (1936)
Giorgio VI (1936 - 1952), re balbuziente
Elisabetta II (1952 - 2022)
Carlo III (2022 - )
1908 - Camera con vista (Forster)
1922 - Casa Howard (Forster)
1924 - Passaggio in India (Forster)
1928 - L’amante di Lady Chatterley (Lawrence) in cui la moglie di un nobile paralizzato descrive i piaceri di un amore con un operaio.
1951
“Non andartene docile in quella buona notte, / vecchiaia dovrebbe ardere e infierire quando cade il giorno; / infuria, infuria contro il / morire della luce” (Dylan Thomas)
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